Sintesi ricerca Ires

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Sintesi ricerca Ires
Sintesi della ricerca dell'Osservatorio Energia e Innovazione IRES-CGIL
“LOTTA AI CAMBIAMENTI CLIMATICI, EFFICIENZA
ENERGETICA E FONTI RINNOVABILI:
GLI INVESTIMENTI, LE RICADUTE OCCUPAZIONALI
E LE NUOVE PROFESSIONALITA' “
Previsti al 2020 circa 60.000 nuovi occupati diretti e nell'indotto
Lo
sviluppo della “green economy” potrà contribuire alla ripresa della attività
produttiva e contrastare il calo dell’occupazione in Italia? Non solo negli Stati Uniti ma
in diverse economie occidentali la “riconversione verde” evidenzia segnali positivi a
partire dal settore energetico.
Non è un caso che negli ultimi anni si sia sviluppata intorno al tema dell’efficienza
energetica, ma anche delle energie rinnovabili, un’intensa attività di ricerca che, nei suoi
riflessi sull’economia reale, si è spesso concentrata sulla valutazione dell’impatto delle
nuove politiche energetiche sul sistema produttivo. La preoccupazione degli addetti ai
lavori è stata quella di “misurare” i cambiamenti quantitativi e qualitativi della
produzione e delle tipologie di lavoro (le nuove professioni).
In Italia il fenomeno appare incoraggiante. Negli ultimi
due anni assistiamo ad
un intenso sviluppo delle installazioni di impianti di energie rinnovabili dovuto non solo
all’iniziativa dei grandi operatori quali Enel, Edison, Sorgenia, ecc., ma ai numerosi
nuovi entranti che vanno da imprese di media dimensione, es. Terni Energie ed altri, a
tante aziende piccole, artigianali, fino alle famiglie.
Il fenomeno è ancora più evidente se si analizza il comparto fotovoltaico dove la gran
parte degli impianti installati appartiene alla classe di potenza inferiore ai 20 kw.
Gli ultimi dati Unioncamere-Movimprese sulla dinamica settoriale dell’energia
mostrano, in controtendenza a quanto accade in numerosi altri settori industriali, un forte
dinamismo: il settore energetico evidenzia un tasso di sviluppo delle imprese del 16,8%
su base annua. Complessivamente nell’ultimo anno il numero delle imprese del settore
energia è cresciuto di 700 unità. Nel Lazio le imprese energetiche sono più che
raddoppiate1 (+126%), in Puglia le energetiche crescono del 20%, nelle Marche del 19,
in Basilicata del 18, in Emilia Romagna del 15%.
Ma il fenomeno non è nuovo. Già nel 2008 vi era stato un vero boom (+12%), con un
particolare contributo delle imprese gestite da donne (più del 20%), contro la stasi
registrata negli altri settori.
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Lo studio realizzato dall’Osservatorio Energia e Innovazione dell’IRES-CGIL “Lotta ai
cambiamenti climatici, efficienza energetica e fonti rinnovabili: gli investimenti, le
ricadute occupazionali e le nuove professionalità “, commissionato dalla Filctem-Cgil,
riprendendo alcuni contributi quantitativi sul tema, e proponendo alcune originali
valutazioni statistiche ed econometriche dell’impatto della nuova politica energetica
europea sulla crescita economica e sull’occupazione nel settore delle fonti di energia
rinnovabile in Italia, intende porre su un piano di centralità quale sia il potenziale effetto
dello sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili sull’economia reale. L’obiettivo è
quello di fornire un quadro sintetico di riferimento che possa essere d’ausilio
nell’interpretazione e nella implementazione del “Pacchetto Clima Energia 20-20-20”.
Lo studio IRES-CGIL mostra quindi le consistenti potenzialità di sviluppo delle fonti
rinnovabili presenti a livello nazionale e nelle regioni del Mezzogiorno, a partire dallo
sviluppo della geotermia in Campania, del solare, dell’eolico e delle biomasse, con un
contributo netto all’incremento occupazionale diretto da oggi al 2020 di 9.000 unità solo
nel Sud, che a livello nazionale dovrebbe raggiungere 12.000 unità nette permanenti. Se
consideriamo anche la occupazione indiretta e quella temporanea,secondo le proiezioni
IRES, si raggiungerebbero al 2020 le 60.500 unità circa.
Il Rapporto incoraggia la comparazione tra i modelli e le stime per accrescere la
consapevolezza nella valutazione delle politiche economiche e industriali che hanno
conseguenze sullo sviluppo dei mercati dell’energia. Il confronto tra le stime dei diversi
modelli riguardanti l’occupazione è sintetizzato nella tabella seguente.
Tabella 1. Occupazione potenziale (lorda e netta) in Italia al 2020 negli scenari più
ottimistici*
Employ
Cnel
GSE
Oss.
occupazione
NEMESIS
ASTRA
RES
Issi
IEFE
Energia
Eolico
32 000
24 200 77 500
Fotovoltaico
35 000
69 700 47 500
Biomasse
41 000
100 000
Complessiva
120 000
250 000
60 500
lorda
Complessiva
97 500
67 500
75 700
netta(*)
(*)Per occupazione complessiva netta si intende il saldo della nuova occupazione al 2020 considerando non
solo i guadagni ma anche le perdite stimate di posti di lavoro a seguito dell’applicazione del pacchetto 20-20-20
Nella prospettiva di massima potenzialità delle opportunità l’occupazione
italiana lorda nel settore delle rinnovabili può raggiungere, secondo le più rosee
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aspettative, le 250. 000 unità, con una predominanza delle biomasse, del fotovoltaico e
dell’eolico.
La tabella 1 illustra inoltre che il potenziamento delle rinnovabili avrebbe
l’effetto di spiazzare i comparti tradizionali di produzione di energia, con un effetto
netto sull’occupazione totale inferiore, seppur in crescita, di quello che si registrerebbe
nelle rinnovabili. In questo caso il dato oscilla tra le 67.500 e le 97. 500 unità
complessive.
Secondo l’IRES se le policy per l’accelerazione dell’accumulazione di capitale
nelle rinnovabili non sono accompagnate anche da un avanzamento tecnologico
(innovazioni, ricerca e sviluppo), l’impatto netto delle politiche incentivanti
sull’occupazione può essere inferiore a quanto stimato dagli altri modelli.
In termini di valore aggiunto si stima che l’industria italiana potrà realizzare un
fatturato medio annuo compreso tra i 2,5 e i 5,5 miliardi di euro l’anno per i prossimi
dieci anni. Tuttavia, per valori inferiori a 3,5/4 miliardi di euro l’anno, dall’analisi dei
dati emerge che la dinamica della produttività non appare sufficiente a garantire
l’autonomo e duraturo sviluppo del settore. Resta quindi centrale il ruolo che giocano gli
incentivi, a partire da quelli riguardanti il fotovoltaico. L’approvazione da parte del
governo del nuovo conto energia e delle linee guida nazionali riguardanti gli iter
autorizzativi restano fattori determinanti a garanzia della continuità dell’attuale sviluppo
delle fonti energetiche rinnovabili.
Il forte sviluppo delle energie rinnovabili comporterà una grande trasformazione
delle reti elettriche di trasporto e distribuzione che dovranno offrire più elevati parametri
di sicurezza, affidabilità e ottimizzazione del servizio. La realizzazione di reti
intelligenti - Smart-grid- comporterà in Italia investimenti stimati attorno a 1,5 mld di
euro. Anche in questo caso le ricadute occupazionali attese potrebbero risultare molto
consistenti.
Nella seconda parte del ricerca si è perseguito l’obiettivo di identificare e delineare
le competenze professionali richieste e quelle potenziali corrispondenti alle opportunità
di impiego che derivano dallo sviluppo delle fonti rinnovabili nel nostro Paese,
individuando le caratteristiche delle figure professionali chiave e dei cosiddetti “lavori
verdi emergenti”, esplorandone i ruoli, le capacità e le competenze richieste.
Nel corso dell’indagine sono stati individuati processi di riqualificazione e di
specializzazione delle professioni esistenti per tutti i vari settori delle energie rinnovabili
lungo le varie fasi della catena del valore dei diversi comparti. Tali processi di
riqualificazione sono collocabili lungo un continuum che va da una minima
riqualificazione del lavoro tradizionale alla transizione ad una nuova occupazione
emergente, sulla base delle tre ipotesi secondo le quali:
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- i nuovi green skills si configurano semplicemente come supplementari ai
requisiti richiesti ai lavoratori standard, potendone aumentare l’occupabilità;
- i nuovi green skills si collegano a significativi cambiamenti nel lavoro e nei
requisiti richiesti al lavoratore diventando un requisito necessario per la professione
standard;
-i nuovi green skills determinano la transizione a nuovi lavori: le occupazioni
verdi emergenti.
Numerose sono le figure tradizionali operanti nel settore delle rinnovabili che
stanno vivendo un processo di riqualificazione con l’acquisizione di nuovi skill e
presentando, perciò, connotati di evoluzione rispetto al profilo classico.
E’
il caso di figure come il Business developer, il Project manager, il Maintenance
manager. Appare comune a tutte le figure professionali individuate l’acquisizione di
nuove capacità trasversali e condivise, sintetizzabili in: una “visione sistemica”, in
grado di cogliere il sistema delle rinnovabili nel suo complesso, dal quadro normativo a
quello tecnologico; una “visione socio-relazionale”, vale a dire la capacità di
relazionarsi e di comunicare efficacemente con i vari attori coinvolti nei processi e con
quali si è chiamati a confrontarsi (le comunità locali, il cliente, gli stakeholders); una
“capacità di lettura dell’innovazione”, a partire, soprattutto, da quella tecnologica.
Si assiste, inoltre, allo sviluppo di nuove figure come quella del progettista di impianti
fotovoltaici, il venditore di fotovoltaico, l’esperto nell’ambito del commercio dei
certificati verdi, e alle figure coinvolte nel campo dello sviluppo delle smart grid, solo
per citarne alcune.
La ricerca infine ha preso in esame il complesso insieme delle figure che svolgono la
loro attività lavorativa nel campo delle energie rinnovabili, presentandone per ognuna le
principali caratteristiche dell’attuale profilo professionale.
(marzo 2010)
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