Presentazione e Prefazione

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Presentazione e Prefazione
Presentazione dell’edizione italiana
Questa nuova edizione italiana del manuale Comportamento organizzativo di Kreitner
e Kinicki nasce dall’esigenza di rendere sempre più aggiornata la trattazione di una
materia che evolve di continuo, congiuntamente a eventi di contesto e aziendali che
modificano sostanzialmente i modi di pensare e di lavorare degli individui.
I cambiamenti di cui il testo dà conto sono soprattutto legati alla presenza sempre
più pervasiva di Internet nelle diverse funzioni aziendali, presenza che comporta una
evoluzione delle conoscenze, ma anche e soprattutto delle modalità di comunicazione
e di interazione tra gli individui. A questo si affianca la novità costituita dai social network, sia nei processi di coesione organizzativa che di trasferimento immediato delle
informazioni. Mutamenti di cui è necessario tenere conto articolando in modo gestionale
le opportunità, ma anche i rischi che essi rappresentano.
La necessità di aggiornare lo studio del comportamento organizzativo alla luce degli
effetti, spesso dirompenti, della tecnologia sui comportamenti quotidiani e sulla vita
delle organizzazioni non esime comunque dal conoscere e approfondire le basi, anche
storiche, su cui si fonda questa disciplina.
Nella realtà della formazione spesso si diffondono modelli poco fondati dal punto di
vista della ricerca, che affascinano e seducono, ma non forniscono risposte di apprendimento adeguate. In questo contesto, l’obiettivo del manuale che presentiamo rimane
essenzialmente quello di fornire della basi teoriche a temi che possono essere soggetti
a mode e a influenzamenti di varia natura.
Per questo riteniamo molto importante che il comportamento organizzativo si affermi
a tutti gli effetti come disciplina universitaria, affiancando discipline più consolidate
nella realtà italiana come Organizzazione Aziendale e Gestione delle Risorse Umane,
ma anche trovando spazio nel più vasto ambito delle scienze umane, per completare
la gamma essenziale degli strumenti a disposizione sia degli studiosi, che possono
sostenere in modo attivo l’evoluzione della materia, sia di tutti coloro che gestiscono
persone in ambiti profit e no-profit, che necessitano di mezzi concreti per intervenire
sulle reali situazioni lavorative.
Rispetto alla prima edizione italiana di questo libro (2004) molta acqua è passata sotto
i ponti e il comportamento organizzativo si è legittimato in entrambi le sedi, quella accademica e quella formativa, costituendo un corpus ormai imprescindibile di riferimento.
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Presentazione dell’edizione italiana
Permangono, come abbiamo già sottolineato presentando le edizioni precedenti, dei
pericoli che è sempre necessario tenere presenti, sia nell’approfondimento che nella
gestione operativa.
Il primo pericolo, cui già abbiamo accennato, riguarda la divulgazione estrema e la
banalizzazione di contenuti dovute a una domanda ampia e molto spesso indifferenziata,
che non è in grado di discernere tra la moda affascinante e la seria professionalità. In
realtà, in questi anni, i referenti all’interno delle organizzazioni si sono fatti più competenti e abili nel riuscire a distinguere i contenuti e gli obiettivi adeguatamente sostenuti
dalla teoria da quelli confezionati solo per attrarre. Ovviamente sul fronte dell’offerta
si assiste a una amplissima gamma di possibilità, con proposte che spesso sono esclusivamente di fascinazione, con poca o nessuna attenzione sia al contesto organizzativo
che all’apprendimento delle persone.
Un secondo e ben più grave pericolo riguarda il sottile confine che divide gli interventi
sul comportamento organizzativo dalla strumentazione psicologica tradizionale. Alcuni
programmi proposti dalle aziende ai loro collaboratori sono costruiti con setting analoghi a quelli terapeutici. Quando questo avviene dovrebbero sorgere diverse domande.
La principale di natura etica: può l’azienda legittimamente costringere le persone che
offrono il loro lavoro a percorsi che possono mettere in discussione profondamente la
loro identità? Non è intrinseco a un setting terapeutico la necessità della volontà del
soggetto nella costruzione di un contratto psicologico adeguato? Questo problema si è
fatto ancora più pressante ora, con l’affermarsi del coaching e in generale dei contesti
formativi one-to-one. Come si può arguire, il panorama degli studi e degli interventi
sul comportamento organizzativo necessita di alcuni chiarimenti, che possono rivelarsi
estremamente utili nella costruzione di un sistema di conoscenze diffuso e articolato,
che possa diventare un patrimonio sul quale sviluppare ricerche serie radicate nella
realtà italiana, decisamente trascurata fino a ora.
Il terzo pericolo riguarda la sottovalutazione degli elementi culturali nella proposta
di modelli di lettura dei comportamenti. Si tratta di una contraddizione interessante,
dato che le culture sono esattamente uno degli ambiti di studio del comportamento
organizzativo. Quello che si intende sottolineare, e che sta emergendo in numerosi
studi, è la collocazione culturale di alcuni modelli spesso identificati come universali.
Il predominio di modelli interpretativi nati prevalentemente nelle business school americane, che può essere provato con solo un’occhiata alla bibliografia, non tiene conto
delle concrete realtà locali, di universi linguistici differenti, come di contesti valoriali
e di approcci al lavoro diversi.
Per questo è molto importante che si sviluppi una ricerca capace di cogliere in profondità i cambiamenti del mondo del lavoro, ma anche le peculiarità locali e le relative
differenze.
Un compito che pochi, in Italia, si sono assunti, e che dovrebbe diventare fondamento
di una ricerca diffusa, pur all’interno dei limitati mezzi delle università del nostro Paese,
per far germogliare uno spirito critico e una diffusa capacità di innovazione.
M. Cristina Bombelli
Barbara Quacquarelli
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Prefazione
Indipendentemente dalle dimensioni, dal settore di attività e dalle tecnologie utilizzate,
le persone sono il denominatore comune nel rispondere alle sfide dell’ambiente competitivo globale di oggi. Il successo o il fallimento dipendono dalla capacità di attrarre,
trattenere e motivare individui dotati delle abilità necessarie. Il fattore umano è tutto.
Acquisire una migliore conoscenza del comportamento sul lavoro significa guadagnare un significativo vantaggio competitivo. L’obiettivo di questo libro è aiutare i
manager attuali e futuri a comprendere meglio le persone in un ambiente di lavoro, e
a gestirle meglio.
Sebbene la decima edizione americana del libro, come le precedenti, si rivolga in
primo luogo a studenti universitari di discipline aziendali, il testo ha dimostrato di essere
assai flessibile: è stato usato con successo in programmi MBA e corsi di formazione
manageriale in diversi paesi.
Il testo è il risultato dei nostri complessivi 65 e più anni di insegnamento e ricerca
negli Stati Uniti, in Europa e nell’area del Pacifico. I feedback offerti da studenti, docenti
e manager ci hanno aiutato a rifinirlo e migliorarlo nel tempo. Anche questa edizione è
stata arricchita con nuovi temi, nuovi risultati di ricerca e nuove tecniche di management.
Il libro, nelle sue successive edizioni, è stato guidato dal cliente (poiché abbiamo
tenuto conto delle indicazioni dei nostri lettori), realizzato attraverso un lavoro in team
tra autori ed editore, e ha comportato un miglioramento continuo. Questo approccio ci ha
aiutati a raggiungere una serie di difficili compromessi: tra teoria e pratica manageriale,
tra contenuti concettuali ed esempi attuali, tra rigore e leggibilità.
La lettura di un libro di testo che, come in questo caso, aspira a dare una visione
complessiva di una disciplina è un’esperienza sicuramente impegnativa; ci auguriamo
che possa anche essere interessante, e a momenti persino piacevole.
Ringraziamenti
Questo libro è frutto del lavoro di molte persone. I nostri colleghi alla Arizona State
University ci hanno aiutato fin dall’inizio. Negli anni i nostri studenti alla ASU, all’American Graduate School of International Management (Thunderbird) e all’Università di
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Tirana (Albania) sono stati “clienti” entusiasti e sinceri; siamo loro grati per i feedback
forniti, dei quali abbiamo cercato di tenere conto.
Un sincero apprezzamento per la realizzazione degli ausili didattici va a Mindy West
della Arizona State University, a Brad Cox di Midland Tech e a Floyd Ormsbee della
Clarkson University; un grazie a Terri Lawson per la gestione di diritti e autorizzazioni.
I lettori delle precedenti nove edizioni hanno contribuito al nostro obiettivo di kaizen
(miglioramento continuo).
A questa edizione hanno fornito i loro commenti:
Grace Auyang, Ph.D.
University of Cincinnati
Ellen J. Mullen, Ph.D.
Iowa State University
M. Suzanne Clinton
University of Central Oklahoma
Jeff Peterson
Woodbury School of Business, Utah Valley
University
Elizabeth Cooper
University of Rhode Island
Tim DeGroot
Midwestern State University
Kathy Edwards
University of Texas at Austin
Leslie Elrod
University of Cincinnati RWC
Sean D. Jasso, Ph.D.
University of California, Riverside
Dr. Christopher McChesney, Ph.D.
Indian River State College
Mary Pisnar
Baldwin-Wallace College
Consuelo M. Ramirez, Ph.D.
University of Texas at San Antonio
Donald R Schreiber
Baylor University
Jerry Stevens
Texas Tech University
Jerald T Storey
Western Governors University
Ethan P. Waples
University of Central Oklahoma
Uno speciale ringraziamento va al nostro “branco” alla Irwin/McGraw-Hill: i nostri
editor, Mike Ablassmeir e Kelly Pekelder; il marketing manager, Anke Weekes; il team
di progetto e produzione, Matt Diamond, Dana Pauley, Michael McCormick e Jeremy
Cheshareck.
Infine vogliamo ringraziare le nostre mogli, Margaret e Joyce, per essere state “prime
clienti” severe e attente del nostro lavoro.
Bob Kreitner
Angelo Kinicki
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