sessantamilavite da salvare

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sessantamilavite da salvare
Comunicato stampa
SESSANTAMILAVITE DA SALVARE
In vetta al Monte Rosa a 4.459 metri, sul rifugio più alto d’Europa, per
chiedere l’approvazione di una legge che permetterebbe di salvare migliaia
di vite
Gentilissimi
sono un soccorritore professionale della Croce Rossa Italiana-Comitato di Legnano, in servizio da
oltre vent’anni sulle ambulanze impiegate quotidianamente nel soccorso di cittadini vittime di
eventi traumatici o di patologie acute che mettono in serio pericolo la loro sopravvivenza. Da più di
10 anni sono fortemente impegnato nella battaglia contro l'arresto cardiaco improvviso e per la
diffusione dei defibrillatori semi-automatici sul territorio. Era il novembre del 1999 quando Marco
Bandera, un giovane studente dell'Istituto tecnico "Bernocchi" di Legnano, si accasciò sul
pavimento della palestra senza più dare segni di vita: il suo cuore si era improvvisamente e
inaspettatamente fermato per sempre. Nonostante l'immediato intervento dell'ambulanza e il veloce
trasporto in ospedale, per Marco non ci fu nulla da fare.
Il dolore dei genitori è della sorella si fece ancor più insopportabile quando gli esiti dell'autopsia
stabilirono che il cuore di Marco non presentava alcuna lesione, ma si era fermato a causa
un'anomalia genetica: sarebbe stata sufficiente la presenza di un defibrillatore sull'ambulanza che lo
soccorse e probabilmente sarebbe ancora con noi.
Da allora iniziai a documentarmi sul fenomeno dell'arresto cardiaco improvviso e rimasi sbalordito
nel conoscerne gli impressionanti numeri: 350.000 vittime in Europa. Solo in Italia, ogni anno,
muoiono per arresto cardiaco improvviso 60.000 persone: 1 ogni 1.000 abitanti, 1 ogni 9 minuti.
Molte di loro sono giovani, non hanno mai manifestato sintomi della malattia in precedenza e hanno
davanti a loro una lunga aspettativa di vita. La letteratura medica e le esperienze di altri Paesi ci
dicono inequivocabilmente che moltissime di queste vite potrebbero essere salvate intervenendo
entro 5 minuti con un defibrillatore semi-automatico.
L'attuale organizzazione dei sistemi di emergenza sanitaria, il costante aumento del traffico e la
distanza dai luoghi d'intervento spesso non consentono ai convenzionali mezzi di soccorso di
giungere in tempo, ma la capillare distribuzione di defibrillatori, unitamente alla realizzazione di
una rete di soccorritori laici, a già portato in altri Paesi (vedi Svizzera- Ticino Cuore) le percentuali
di sopravvivenza dal 2 al 20% . Nel 2001 il Parlamento italiano approvò la legge n°120 che
consentiva l'utilizzo dei moderni defibrillatori semi-automatici, anche al personale non medico che
avesse partecipato ad un idoneo corso di formazione. Peculiarità di questi straordinari apparecchi
sono la semplicità d'uso, la capacità di effettuare una diagnosi senza margine d'errore e il costo
limitato: non c'era quindi motivo di dubitare su una rapida e capillare diffusione. Ma la mancata
emanazione dei decreti attuativi e la conseguente difforme legiferazione regionale ha difatti frenato
la loro diffusione. Ad oggi vi sono ambulanze che svolgono servizio di emergenza, in convenzione
con il 118, drammaticamente sprovviste dei preziosi apparecchi, condannando i pazienti soccorsi a
morte certa.
Mentre in alcuni Paesi europei i progetti di defibrillazione vengono costantemente implementati
permettendo di salvare moltissime vite, in Italia alcune proposte di modifica della capostipite legge
120 vivono una preoccupante situazione di empasse nei due rami del Parlamento. Non riesco a
capacitarmi di come una Nazione civile e progredita come la nostra, la cui popolazione ha
confermato una straordinaria solidarietà anche in occasione di eventi drammatici che ci hanno
recentemente colpito, possa rimanere indifferente a queste migliaia di morti evitabili. Mi riesce
ugualmente difficile comprendere le priorità legislative attuate dal nostro Governo al fine di
garantire la sicurezza dei cittadini, a fronte di questa dimenticata e silenziosa strage quotidiana.
Immaginando che alla base di tutto ciò vi sia la mancanza di un’adeguata informazione,
proseguendo sulla linea da tempo intrapresa, ho deciso di mettere in atto un' eclatante azione di
sensibilizzazione dell'opinione pubblica e di sollecito verso le forze politiche.
Nei prossimi giorni, in virtù della mia passione per la montagna, raggiungerò il rifugio
“Margherita”, il più alto d'Europa, e li rimarrò in attesa della promessa da parte dei Presidenti di
Camera e Senato di una imminente accelerazione dei progetti di riforma in materia di
defibrillazione.
Sabato 1 agosto, accompagnato da alcuni amici, partirò da Alagna (NO) con destinazione il rifugio
“Gniffetti” posto a quota 3.647 metri. Domenica 2 agosto lasceremo il rifugio per salire ai 4.559
metri della “Capanna Regina Margherita”, dove rimarrò in attesa degli eventi.
Allegandovi alcune significative testimonianze e i testi dei progetti di legge , conto sulla Vostra
preziosa collaborazione per la diffusione dell’iniziativa.
Mirco Jurinovich
Facebook: sessantamilavitedasalvare
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