potenziamento sistema difensivo idraulico e di collettamento e

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potenziamento sistema difensivo idraulico e di collettamento e
potenziamento sistema difensivo
idraulico e di collettamento e
depurazione per l'intera
area urbana
Allegato I
Comune di Fidenza
Piano Strutturale Comunale (P.S.C.)
Potenziamento del sistema difensivo idraulico e di
collettamento e depurazione dell’intera area urbana
Val.S.A.T. – Rapporto Ambientale
INDICE
1.
PREMESSA ................................................................................................................. 2
2.
CARATTERIZZAZIONE DEL RETICOLO IDRICO SUPERFICIALE CHE INTERESSA
IL CENTRO ABITATO DI FIDENZA .................................................................................... 4
2.1. RETICOLO IDROGRAFICO PRINCIPALE ........................................................................................... 4
2.1.1.
Torrente Stirone ......................................................................................................................................... 4
2.1.2.
Torrente Rovacchia .................................................................................................................................... 7
2.1.3.
Rio Rovacchiotto ........................................................................................................................................ 9
2.1.4.
Torrente Parola ........................................................................................................................................ 10
2.2. RETICOLO IDROGRAFICO SECONDARIO.......................................................................................14
3.
2.2.1.
Canale Otto Mulini .................................................................................................................................... 14
2.2.2.
Rio Venzola e Rio Vanazza ...................................................................................................................... 14
2.2.3.
Rio Bergnola e Rio della Bionda ............................................................................................................... 15
2.2.4.
Rio Ermellino ............................................................................................................................................ 16
CARATTERISTICHE DELLA RETE FOGNARIA NEL CENTRO ABITATO DI
FIDENZA E CRITICITA’ IDRAULICHE .............................................................................. 17
4.
IPOTESI PROGETTUALI PER IL POTENZIAMENTO DEL SISTEMA DIFENSIVO
IDRAULICO ....................................................................................................................... 18
5.
IPOTESI PROGETTUALI PER IL POTENZIAMENTO DEL SISTEMA DI
COLLETTAMENTO E DEPURAZIONE PER L’AREA URBANA ....................................... 22
1
Allegato I
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Potenziamento del sistema difensivo idraulico e di
collettamento e depurazione dell’intera area urbana
1. PREMESSA
La presente relazione descrive il reticolo idrografico superficiale e il reticolo fognario del centro abitato di
Fidenza, nonché le interazioni tra i due reticoli, e delinea le ipotesi progettuali condivise con l’Ente Gestore
del Servizio Idrico Integrato (Emiliambiente S.p.a.) per il potenziamento del sistema difensivo idraulico e di
collettamento e depurazione dell’area urbana di Fidenza, anche ai fini della mitigazione di alcune criticità
idrauliche che interessano i quartieri della città.
Si tratta di un’opportunità condivisa con l’Amministrazione Comunale e che trova conforto all’interno del
Piano del Governo del Territorio in fase di costruzione. Già nel recente passato ed attraverso un’azione
congiunta con l’Amministrazione Provinciale era stato attivato un Programma Generale di potenziamento
dell’impianto di depurazione di Fidenza capoluogo funzionale all’ottimizzazione della depurazione integrata
degli abitati di Salsomaggiore Terme e Fidenza fino ad un valore complessivo di 100.000 AE.
Si tratta di un Programma di interventi che si pone come obiettivi strategici quelli legati alla ottimizzazione
della depurazione anche ai fini della cogenerazione di energia elettrica, del risparmio dei costi gestionali, ma
soprattutto per la miscelazione delle due acque al fine di renderle compatibili con i limiti di accettabilità
previsti dalle normative anche in considerazione dello scarico delle acque termali di Salsomaggiore Terme
Allo stato attuale una parte importante del Programma è già stato realizzato, mentre rimane ancora da
realizzare il potenziamento delle linea acque dell’impianto depurativo dagli attuali 65.000 AE ai futuri
100.000 AE e quasi tutta la dorsale principale del collettore da Salso a Fidenza.
Oggi la gran parte del sistema fognario cittadino è caratterizzata da collettori di acqua miste che si
immettono in corsi d’acqua naturali che attraversano tombati la città (Rio Venzola, Rio Vanazza, Rio
Bergnola, Rio della Bionda). Essi nel tempo si sono trasformati in vere e proprie fogne.
Solo i sistemi fognari di recente realizzazione sono infatti dotati di una linea acque bianche e di una linea
acque nere che convoglia gli scarichi verso il depuratore, posto a valle della ferrovia Mi-Bo.
A nord della città, ovvero a valle del tracciato ferroviario MI-BO, questi corsi d’acqua tombati escono a cielo
aperto e le acque nere vengono intercettate da prese che permettono, nei periodi di magra, di convogliarle
verso l’impianto di depurazione, mentre, in occasione di piogge intense, di far defluire le portate in eccesso
lungo i corsi originari tutti affluenti del Torrente Stirone
Gli stessi corsi d’acqua tombati durante il loro transito all’interno della città oltre a ricevere le acque nere,
ricevono anche i contributi pluviometrici generati dal dilavamento delle strade, dai piazzali, tetti delle case,
acuendo una criticità idraulica diffusa. Per tale motivazione è storia recente la realizzazione di alcune casse
di laminazione a monte della città (rio Venzola) o all’interno di nuovi quartiere insediativi (Villa ferro, i Gigliati,
Quartiere Europa), e di scolmatori di piena (Rio Rovacchiotto e Rio Ermellino).
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Infine, e per mitigare ulteriormente una criticità cogente, la stessa Emiliambiente ha dotato numerosi scarichi
nei punti di maggior criticità (subito a nord della ferrovia, zona di via Sciesa, zona di via Martiri della Libertà),
di opportune valvole di non ritorno (clapet) proprio per impedire indesiderati rigurgiti.
A fronte di queste problematiche concentrate soprattutto tra il rio Bergnola e il rio della Bionda è stato
pensato, nell’ambito del presente strumento di pianificazione territoriale, uno scolmatore a monte dei
contributi fognari, capace di decapitare i picchi di piena dei rispettivi corsi d’acqua e di avviarli verso, il
Torrente Rovacchia, e quindi torrente Stirone, quale loro naturale recettore finale. Completano gli interventi
di mitigazione idraulica e ambientale anche il potenziamento delle prese di magra per il rio Venzola,
Bergnola, Bionda e Otto Mulini al fine di raggiungere gli obiettivi di qualità biologica previsti dal PTA della
Provincia di Parma.
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2. CARATTERIZZAZIONE DEL RETICOLO IDRICO SUPERFICIALE CHE
INTERESSA IL CENTRO ABITATO DI FIDENZA
Il centro abitato di Fidenza si sviluppa nel territorio compreso tra il Torrente Stirone (ad ovest) e il Torrente
Rovacchia (ad est) ed è attraversato da una rete di rii, facenti parte del reticolo idrografico secondario, che
nascono nel settore pedecollinare a monte della città, per poi attraversare tombati il centro cittadino e
tornare a cielo aperto a nord della ferrovia Milano-Bologna. Essi ricadono all’interno del bacino idrografico
del torrente Stirone e quindi del fiume Taro.
Da ovest verso est questi corsi d’acqua sono:
•
Canale Otto Mulini
•
Rio Vanazza
•
Rio Venzola
•
Rio Bergnola
•
Rio della Bionda
Ad est del T.Rovacchia sono presenti altri corsi d’acqua che interagiscono con infrastrutture e quartieri al
limitare dell’agglomerato urbano:
•
Rio Rovacchiotto
•
Rio Ermellino
•
Torrente Parola (che delimita il confine comunale).
2.1. RETICOLO IDROGRAFICO PRINCIPALE
2.1.1. Torrente Stirone
Il torrente Stirone, affluente di sponda destra del fiume Taro, sottende un bacino idrografico di circa 300 km2
e si sviluppa per circa 55 km tra le province di Parma e Piacenza. Nel tratto montano esso marca il confine
tra i territori di Parma e Piacenza, mentre nel tratto prossimo alla pianura l'asta piega verso destra per
sfociare in Taro nei pressi di Fontanelle in territorio Parmense.
Il bacino idrografico dello Stirone è caratterizzato da un’assenza di territori d'alta montagna, esso, infatti,
nasce dalle pendici del monte S.Cristina a quota 962 m s.l.m. mentre gran parte dei suoi affluenti è
concentrata nella porzione di territorio d'alta collina (T. Utanella, T. Stirone-Rivarolo, T. Borla, Rio Neccola).
L'altitudine minima del bacino è rappresentata dai 30 m s.l.m. della foce in Taro.
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Il bacino dello Stirone, può essere schematicamente suddiviso in diverse parti: la porzione di montagna e
alta collina comprendente il territorio tra le sorgenti e Ponte Trabucchi; la porzione collinare da Ponte
Trabucchi a Fidenza comprensiva del bacino del torrente Ghiara (39,7 km2) e la porzione di pianura fino alla
foce che tiene conto anche del bacino del torrente Rovacchia (104 km2).
L'asta principale dello Stirone si sviluppa, nel tratto montano, in direzione prevalente sud-nord fino all'abitato
di Trinità, da qui fino a Ponte Trabucchi scorre in direzione sud-ovest, nord-est.
Da ponte Trabucchi a Fidenza l'asta piega decisamente verso destra, l'alveo ha un andamento
monocorsuale, stretto ed inciso a causa dell'abbandono di tutte le principali barre laterali, ora trasformate in
golene a causa dell'elevata erosione .
Nel tratto tra Fidenza e Soragna l'alveo scorre pensile, contenuto tra arginature parallele e continue
adiacenti le sponde. Il torrente scorre in direzione ovest-est fino alla foce in Taro. Gli affluenti Ghiara e
Rovacchia, entrambi di sponda destra, sottendono bacini interposti tra quello dello Stirone e quello del Taro.
Il bacino dello Stirone chiuso al ponte di Fidenza, ha una superficie di circa 152 km2, un’altitudine massima
di 962 m. s.l.m. e una minima alla sezione di chiusura di 71,67 m s.l.m. ed una quota media di bacino pari a
418 m s.l.m.
Per quanto riguarda la larghezza assunta dall'alveo dello Stirone essa varia da poche decine di metri, nel
tratto montano e nella porzione media del bacino dove l'alveo risulta particolarmente incassato, fino ai 100
metri nel tratto prossimo all'abitato di Fidenza.
Nella tabella seguente vengono riportate le caratteristiche dei bacini dei principali affluenti con indicate
rispettivamente:
-
il nome dell’affluente,
-
la superficie imbrifera del bacino relativo a quel particolare affluente,
-
la quota massima,
-
la quota nella sezione di chiusura,
-
la quota media dell’affluente,
-
la progressiva d’immissione a partire dalla sorgente e infine la sponda su cui insiste.
TABELLA 2.1-1: CARATTERISTICHE DEI PRINCIPALI AFFLUENTI DELLO STIRONE DALLE SORGENTI FINO A FIDENZA
Affluente
Sup.
km
2
Hmax
Hs
Hm
m s.l.m. m s.l.m. m s.l.m.
prog.
sponda
Immiss.
km
T. Utanella
10,30
711
350
524,75
7,70
sx
T. Stirone-Rivarolo
16,90
959
288
588,07
10,90
sx
T. Borla
10,10
959
259
546,87
13,00
sx
Rio Neccola
6,80
540
208
363,12
17,30
dx
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Rio Stirpi
4,40
304
132
207,55
24,82
dx
T. Ghiara
39,70
877
95
363,33
29,85
dx
Il bacino dello Stirone è interessato da un clima di tipo padano nella zona di pianura mentre di tipo
appenninico, più mitigato, nella parte pedemontana. Il clima risente in modo limitato dell'influenza dell'aria
marina proveniente dal Tirreno e risulta sufficientemente protetto dai contrafforti alpini rispetto all'afflusso di
masse d'aria provenienti da Nord. La presenza del Po e della sua rete di canali ed affluenti aumentano
l'umidità dell'aria in pianura accentuandone il carattere di continentalità. Le temperature medie annuali sono
di 12÷14°C in pianura, di 9÷12 °C in montagna e di 7÷9 °C nella zona di crinale.
Le precipitazioni hanno un regime di tipo sublitoraneo appenninico caratterizzato da due massimi in autunno
e primavera e due minimi in inverno ed estate; nella zona di pianura le differenze tra i massimi e i minimi
diminuiscono sensibilmente e il regime si avvicina a quello sublitoraneo padano. Le precipitazioni nevose
risultano piuttosto ridotte, viste le caratteristiche orografiche del bacino che non supera mai i 1.000 m
d’altitudine, pertanto si può ritenere che l'alimentazione dei corsi d'acqua sia prevalentemente di tipo
pluviale. I dati pluviometrici disponibili per il bacino dello Stirone sono dedotti dagli annali della stazione
pluviometrica di Salsomaggiore Terme. Le precipitazioni medie variano da minimi di 900 mm/anno a massimi
di oltre 1.200 mm/anno, per quanto riguarda le precipitazioni massime giornaliere esse variano da dei minimi
di 47 mm/giorno a dei massimi di 186 mm/giorno.
Il bacino dello Stirone fino alla fine del secolo è stato privo di stazioni di misura di portata. Più recentemente,
all’inizio dell’attuale decennio, sono stati attivate da parte della Regione Emilia Romagna tre stazioni
idrometrografe in località Castellina di Soragna, Fidenza (stazione Fidenza SIAP) e Salsomaggiore Terme
(stazione di Vigoleno).
TABELLA 2.1-2: VALORI DELLE PORTATE AL COLMO LUNGO L’ASTA DEL T. STIRONE PER I TEMPI DI RITORNO DI RIFERIMENTO
Portata max al
colmo per
TR=20 anni
Portata max al Portata max al
colmo per
colmo per
TR=200 anni
TR=500 anni
Sez.
Distanza
progressiva
Superficie
N°
m
km
Inizio Parco
16.400
83
286
514
608
P.te Trabucchi
19.000
90
286
514
608
P.te Scipione
24.450
104
320
571
674
confl. T. Ghiara
29.727
146
467
822
968
P.te Via Emilia
Confluenza in
Taro*
33.127
152
488
853
1003
60.494
302
480
870
1020
2
3
m /s
3
m /s
3
m /s
* da Direttiva Piene del PAI
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2.1.2. Torrente Rovacchia
Il T. Rovacchia, affluente di sponda destra dello Stirone, nasce sulle pendici del monte Predella (480 m
s.l.m.) e scorre in direzione nord-est lungo tutto il suo corso attraversando gli abitati di Bagni di Tabiano,
Fidenza e Toccalmatto per poi sfociare nel T. Stirone nei pressi di Fontanelle. Sottende un bacino idrografico
di circa 114 km2, chiuso alla foce, ed una lunghezza d’asta principale di circa 36 km.
Poco a valle di Fidenza si immettono nel torrente i principali affluenti vale a dire il Rio Rovacchiotto e il T.
Parola. Nel tratto montano il torrente scorre tra pendii acclivi e incassati tra le rocce. Successivamente, a
valle di Bagni di Tabiano l’alveo si allarga e il corso d’acqua inizia a formare piccoli meandri; a valle di
Fidenza, dopo il viadotto dell’autostrada MI-BO, fino alla foce assume le caratteristiche di torrente pensile.
Il bacino idrografico del torrente Rovacchia presenta una forma nastriforme, allungata secondo la direzione
principale del corso d’acqua, caratteristica, questa, tipica dei bacini dell’Appennino Tosco-Emiliano. La quota
massima del bacino è rappresentata dai circa 480 m del monte Predella, la minima dai 30 m della foce in
Stirone. L’altitudine media del bacino è di 160 m s.l.m.. Gli affluenti del T. Rovacchia sono numerosi e
ramificati nella zona collinare, ma i più importanti si trovano in territorio pianeggiante ed entrambi in sponda
orografica destra in sponda destra e, come già anticipato, sono il Rio Rovacchiotto il T. Parola. Si riportano
di seguito le principali caratteristiche del T. Rovacchia.
TABELLA 2.1-3: CARATTERISTICHE DEI PRINCIPALI SOTTOBACINI DEL T. ROVACCHIA DA SORGENTE A FOCE IN STIRONE
Sezione chiusura
Superficie Hmax
km
2
Hmin
m s.l.m. m s.l.m
Hm
Progressiva
(da sorgente)
m s.l.m
km
Tabiano
9.96
480
155.00
230.00
4.690
Via Emilia
33.06
480
70.00
200.00
17.920
33.78
480
61.00
194.04
19.930
91.42
480
61.00
194.04
19.930
113.95
480
30.00
160.00
35.620
Confluenza
Rovacchiotto (Parola
escluso)
Confluenza
Rovacchiotto + Parola
incluso
Foce Stirone
Il bacino presenta caratteristiche paesaggistico-ambientali differenti:
-
nella parte alta permangono aree con copertura boschiva ed aree a pascolo, la porzione di territorio
coltivata od interessata da attività antropiche in genere è presente in modo evidente;
-
nella fascia mediana di territorio, da Bagni di Tabiano a Fidenza si evidenziano coperture arboree a
bosco frammentate e circoscritte mentre rimangono vegetate le fasce riparali che lambiscono i corsi d’acqua;
la maggior parte del territorio è interessata da coltivazioni agricole principalmente seminativi e prati. Gli
agglomerati urbani sono presenti su tutto il territorio con piccoli nuclei abitativi, tranne che per i centri di
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Bagni di Tabiano e Fidenza dove la densità abitativa è decisamente maggiore;
-
la zona che si estende a valle di Fidenza fino alla foce è quasi completamente priva di aree boschive
fatte salvo alcune fasce riparali; la maggior parte del territorio è, anche qui, destinata ad uso agricolo. Le
aree urbanizzate sono molto sparse nel territorio e occupano una modesta estensione sia nelle tipologie
abitative sia in quelle industriali ed artigianali.
Nella tabella seguente sono riportate le caratteristiche dei bacini dei principali affluenti con indicate
rispettivamente:
-
il nome dell’affluente,
-
la superficie imbrifera del bacino relativo a quel particolare affluente,
-
la quota massima,
-
la quota nella sezione di chiusura,
-
la quota media dell’affluente,
-
la progressiva di immissione a partire dalla sorgente e infine la sponda su cui insiste.
TABELLA 2.1-4: CARATTERISTICHE DEI PRINCIPALI AFFLUENTI DEL TORRENTE ROVACCHIA DALLE SORGENTI FINO ALLA FOCE IN
STIRONE
Affluente
Superficie
km
2
Lunghezza
Hmax Hmin
asta
Hm
Prog.
immissione Sponda
(da sorgente)
km
m
s.l.m.
m
s.l.m.
m
s.l.m.
km
Rovacchiotto
8.090
7,670
145
61
80
19.930
dx
Parola
48.950
32,703
652
60
128.14
19.930
dx
Il regime di precipitazioni sul bacino idrografico del torrente Rovacchia può definirsi, alla luce delle
osservazioni pluviometriche misurate alle varie stazioni, come sublitoraneo appenninico, caratterizzato da
due massimi, in primavera ed autunno e due minimi in inverno ed estate.
Nel tratto montano, dove si concentra la maggior parte dei sottobacini tributari, l’elevata acclività dei versanti
riduce la capacità di accumulo delle acque meteoriche favorendo la formazione di elevati deflussi, rapido
esaurimento delle portate e conseguenti tempi brevi di corrivazione.
Le precipitazioni aumentano in generale con l’altitudine: nella pianura le precipitazioni medie annue variano
tra i 600 ed i 900 mm, sulle colline e medie montagne si passa a valori compresi tra 900 e 1500 mm. Il
numero di giorni piovosi l’anno aumenta con la quota e si attesta su valori di 50 ad 80 nella pianura, collina e
media montagna.
Il regime pluviometrico è quindi di tipo sublitoraneo appenninico, con piovosità massima nel mese di
novembre e con massima siccità nei mesi di luglio ed agosto.
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Mancando serie storiche consistenti circa le misure di portata ed i rilievi dell’andamento delle piene, gli unici
dati idrologici disponibili sono forniti dalle stazioni pluviometriche, le quali si presentano sufficientemente
indicative, sia come dislocazione nel territorio che come estensione di dati. Il bacino del t. Rovacchia, infatti,
fino alla fine del secolo è stato privo di stazioni di misura di portata. Più recentemente, all’inizio dell’attuale
decennio, è stata attivata da parte della Regione Emilia Romagna una stazione idrometrografa in località
Toccalmatto a Fontannelato.
L’esame pluviometrico è stato effettuato prendendo in esame i dati rilevati alle stazioni di Salsomaggiore
Terme e di Fidenza, per le quali è disponibile una serie storica rispettivamente di circa trentacinque e
ventitre anni.
TABELLA 2.1-5: VALORI DELLE PORTATE AL COLMO LUNGO L’ASTA DEL T. ROVACCHIA PER I TEMPI DI RITORNO DI RIFERIMENTO
Sezione
Distanza
progressiva
m
Portata max al Portata max Portata max al
colmo per al colmo per colmo per
TR=20 anni TR=200 anni TR=500 anni
3
3
3
m /s
m /s
m /s
Bagni di Tabiano
4420
31.00
59.50
71.50
Loc. Longone
7760
31.00
59.50
71.50
S. Girolamo
15510
74.00
132.00
156.50
Ferrovia MI-BO
17620
74.00
132.00
156.50
Confluenza Parola e
Rovacchiotto
20480
187.00
3160.0
344.50
Foce in Stirone
35620
187,00
316,00
344,50
2.1.3. Rio Rovacchiotto
Il Rovacchiotto è un affluente del torrente Rovacchia, sottende un bacino idrografico di circa 8 km², chiuso
alla foce, ed ha una lunghezza d’asta principale di circa 8 km.
Nasce in località La Bottega (135 m s.l.m.) e scorre in direzione nord-est, lungo tutto il suo corso,
attraversando gli abitati di S. Margherita e Fidenza per poi sfociare nel T. Rovacchia nei pressi di Molinazzo.
Poco a valle di Fidenza s’immette nel torrente il principale affluente, vale a dire il rio Ermellino. Il torrente,
scorre prevalentemente in territorio pianeggiante, seguendo un percorso lineare e principalmente parallelo al
corso del T. Rovacchia: l’alveo si mantiene sempre piuttosto stretto e con vegetazione fitta all’interno del
canale. In Fidenza, il rio Rovacchiotto è tombinato per un tratto di circa 500 m fino al raccordo della
tangenziale dove attraversa un biotopo artificiale.
Il bacino idrografico del rio Rovacchiotto presenta una forma nastriforme, allungata secondo la direzione
principale del corso d’acqua, caratteristica, questa, tipica dei bacini dell’Appennino Tosco-Emiliano. La quota
massima del bacino è rappresentata dai circa 135 m di Località S. Margherita, la minima dai 61 m della foce
in Rovacchia. L’altitudine media del bacino è di 80 m s.l.m..
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Nel tratto montano, dove si concentra la maggior parte dei sottobacini tributari, l’elevata acclività dei versanti
riduce la capacità d’accumulo delle acque meteoriche favorendo la formazione d’elevati deflussi, rapido
esaurimento delle portate e conseguenti tempi brevi di corrivazione. Le precipitazioni aumentano in generale
con l’altitudine. Nel bacino del rio Rovacchiotto le precipitazioni medie annue variano tra i 600 ed i 900 mm,
ed il numero di giorni piovosi l’anno si attesta su valori di 50 ad 80 giorni.
La definizione delle fasce fluviali, a cura della Provincia di Parma, è stata condotta dalla S. Margherita fino
alla foce nel T. Rovacchia.
Il rio Rovacchiotto, essendo un corso d’acqua pedecollinare, ha pendenze molto basse dell’ordine dello
0,1%. L’alveo si presenta abbastanza regolare e con molta vegetazione all’interno del canale. Nel tratto in
corrispondenza dell’attraversamento dell’abitato di Coduro, subito a monte della ferrovia Milano-Bologna, il
corso d’acqua risulta tombinato.
Il Rio Rovacchiotto, è stato caratterizzato negli ultimi anni da alcuni interventi idraulici contestuali alla
realizzazione della Tangenziale di Fidenza.
Allo stato attuale il Rio Rovacchiotto presenta in sponda destra un canale scolmatore lungo circa 800 m, la
cui presa è posta a monte dell’attraversamento della Tangenziale Sud, collegato a valle con la vasca di
laminazione posta tra la ferrovia Mi-Bo e lo svincolo di Coduro.
La vasca di laminazione permette di decapitare piene con tempo di ritorno fino a 100 anni e di impedire il
rigurgito verso monte delle onde di piena, provocato dalla strozzatura indotta dal tombino sotto la ferrovia.
Nella tabella seguente si riportano i valori delle portate massime al colmo per il tempo di ritorno di riferimento
del rio Rovacchiotto da S. Margherita sino alla confluenza nel t. Stirone.
TABELLA 2.1-6: PORTATE DI PIENA PER IL RIO ROVACCHIOTTO
Progr.
[km]
Sezione
Denominazione
Superficie Q20
2
3
[km ]
[m /s]
Q200
3
[m /s]
Q500
3
[m /s]
2,030
r1
Santa Margherita
2,06
8,50
15,50
17,00
4,210
r6
Ingresso tombino
3,51
8,50
15,50
17,00
5,360
r7
Confluenza rio
Ermellino
5,47
9,50
17,00
20,50
7,670
r11
Foce in Rovacchia
8,09
11,50
20,00
24,00
2.1.4. Torrente Parola
Il Parola è un affluente di destra del torrente Rovacchia, in cui si immette in concomitanza della foce del
torrente Rovacchiotto in Comune di Fidenza; sottende un bacino idrografico di circa 49 km2, chiuso alla
foce, e presenta una lunghezza d’asta principale di circa 33 km.
Il bacino idrografico del torrente Parola presenta una forma nastriforme, allungata secondo la direzione
principale del corso d’acqua, caratteristica, questa, tipica dei bacini dell’Appennino Tosco-Emiliano. La quota
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massima del bacino è di circa 672 m s.l.m., la minima è rappresentata dai 56 m s.l.m. della foce in
Rovacchia. L’altitudine media del bacino è di 288 m s.l.m..
Per la particolare posizione orogeografica la rete degli affluenti del torrente Parola è composta
principalmente da rii e torrenti laterali che solcano bacini di superficie inferiore ai 4-5 km2 con lunghezze
d’asta variabili da 0,5 a 5 km. Gli affluenti del T. Parola sono numerosi e ramificati nella zona collinare, ma il
più importante si trova in territorio pianeggiante ed in sponda orografica sinistra e, come già anticipato, è il T.
Gisolo. La Tabella 2.1-7 riporta le principali caratteristiche geometriche dei sottobacini corrispondenti alle
varie sezioni di chiusura.
TABELLA 2.1-7: CARATTERISTICHE DEI PRINCIPALI SOTTOBACINI DEL T. PAROLA DA SORGENTE A FOCE IN ROVACCHIA
dalla sorgente a
Superficie Hmax
km
Confluenza
2
Hmin
Hm
m s.l.m. m s.l.m m s.l.m
Progressiva
(da sorgente)
km
31.580
672
102
340
20.950
S. Margherita
45.222
672
81
303
24.481
Via Emilia
48.231
672
65
291
28.826
Foce Rovacchia
48.946
672
56
288
32.703
T.Gisolo
Nel tratto montano il torrente scorre particolarmente incassato tra i rilievi e l'alveo risulta essere di modesta
larghezza. Proseguendo verso valle, con l’attenuarsi della pendenza, il torrente gradualmente si regolarizza
e le sezioni dell’alveo si allargano notevolmente fino ad arrivare ad una larghezza di 30 metri in
corrispondenza del ponte di S. Margherita.
Nella parte collinare più bassa si nota, infine, la presenza di terrazzi fluviali, che si presentano come un
insieme di poggi ed altipiani a bordi pressoché paralleli all'asta fluviale, formati dai detriti alluvionali depositati
dal torrente in tempi antichi (paleo alvei) e successivamente erosi dal torrente stesso.
Il bacino presenta, da monte verso valle, caratteristiche paesaggistico-ambientali differenti:
-
nella parte alta si apprezzano estese aree con copertura arborea a ceduo ed aree a pascolo, mentre
scarsa è la porzione di territorio coltivata od interessata da attività antropiche in genere, presenti alcune
nuclei abitati di origine rurale e case sparse;
-
nella fascia mediana di territorio collinare si evidenziano coperture arboree a bosco frammentate e
circoscritte, mentre rimangono vegetate le fasce riparali che lambiscono il corso d’acqua; la maggior parte
del territorio è interessata da coltivazioni agricole principalmente seminativi e prati con qualche
appezzamento a vigneto. Gli agglomerati urbani aumentano di frequenza, pur rimanendo limitati a piccoli
nuclei di origine rurale;
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-
la parte finale del bacino, che si estende a valle della confluenza del torrente Gisolo, è quasi
completamente priva di aree boschive fatte salvo alcune fasce riparali; la maggior parte del territorio è,
anche qui, destinata ad uso agricolo. Le aree urbanizzate occupano una discreta estensione sia nelle
tipologie abitative, sia in quelle industriali ed artigianali. Si segnalano, in particolare, gli abitati di Santa
Margherita e di Parola.
Il torrente Parola ed il bacino ad esso afferente, presentano caratteristiche morfologiche tipiche di corsi
d’acqua ubicati nella fascia pedemontana del versante sud del bacino del Po. Nasce sulle pendici della
Costa della Silva (610 m s.l.m.) e scorre in direzione nord-est lungo tutto il suo corso, lambendo l’abitato di
Pieve di Cusignano e attraversando gli abitati di Santa Margherita e Parola; circa 2 km a monte di S.
Margherita si immette nel torrente il principale affluente, il Torrente Gisolo. Nel tratto collinare il torrente
scorre tra pendii pronunciati e presenta un andamento piuttosto rettilineo; successivamente, a valle di Pieve
di Cusignano, il corso d’acqua entra nel tratto pianeggiante e inizia a formare meandri sempre più
significativi con la diminuzione della pendenza.
Le pendenze, piuttosto modeste, passano dal valore medio del 2.2% del tratto a monte di Santa margherita,
riducendosi ulteriormente allo 0.5% nel tratto di attraversamento dello stesso abitato, sino allo 0.2% in
prossimità della foce; in quest’ultimo tratto, l’alveo si presenta tortuoso e meandrizzato. L’immissione della
quasi totalità dei rii minori, oltre che del principale affluente, il torrente Gisolo, avviene a monte di Santa
Margherita.
Di seguito sono riportate le caratteristiche del bacino del principale affluente, con indicati rispettivamente:
-
il nome dell’affluente,
-
la superficie imbrifera del bacino relativo a quel particolare affluente,
-
la lunghezza dell’asta principale dell’affluente,
-
la quota massima,
-
la quota nella sezione di chiusura alla foce,
-
la quota media dell’affluente,
-
la progressiva di immissione a partire dalla sorgente e infine la sponda su cui insiste.
TABELLA 2.1-8: CARATTERISTICHE DEL PRINCIPALE AFFLUENTE DEL T. PAROLA
Affluente
Superficie
km
T. Gisolo
2
13.04
Lunghezza
asta
Hmax
Hmin
Hm
km
m s.l.m.
m
s.l.m.
m
s.l.m.
15.12
482
99
Sez.
immissione
1241 C. Bragadini
Prog.
Immissione
(da sorgente)
Sponda
km
20.950
dx
Il bacino idrografico del torrente Parola ricade in un’area caratterizzata da un clima mediterraneo tipico della
fascia appenninica tosco-emiliana. Si tratta di un bacino nel quale sono quasi assenti le caratteristiche
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tipicamente montane. Le precipitazioni, come sui bacini limitrofi che si affacciano a nord sulla pianura
padana ed a sud sul crinale appenninico, è di tipo sublitoraneo appenninico, contraddistinto da due massimi
di piovosità (primaverile ed autunnale) e da due minimi (invernale ed estivo), con massimo autunnale e
minimo estivo più accentuati.
Mancando del tutto notizie circa le misure di portata ed i rilievi dell’andamento delle piene, gli unici dati
idrologici disponibili sono forniti dalle stazioni pluviometriche poste nelle immediate vicinanze del bacino del
t. Parola che presentano serie storiche sufficientemente estese da poter considerare un campione
attendibile su cui effettuare l’analisi statistica; le più importanti sono le stazioni di Fidenza e di
Salsomaggiore che, anche se esterne al bacino, presentano caratteristiche altimetriche e morfologiche
paragonabili a quelle del bacino imbrifero del t. Parola.
L’analisi idrologica eseguita nell’ambito della delimitazione delle fasce di pertinenza fluviale, è stata
effettuata una correlazione spaziale tramite topoieti tra le stazioni pluviometriche ed il bacino imbrifero, in
modo da attribuire a ciascun sottobacino la stazione pluviometrica di riferimento. Il bacino risulta, così,
suddiviso in due parti pluviometricamente omogenee.
Le precipitazioni aumentano con l’altitudine, da 600÷900 mm/anno in pianura a 900÷1500 mm/anno nella
fascia collinare e pedemontana; anche i giorni piovosi aumentano con la quota, passando da 50 ad 80,
salendo dalla pianura alla media montagna. I giorni di neve passano da soli 8-10 in pianura, a valori
superiori in montagna, ma comunemente concentrati nel mese di gennaio. I giorni di permanenza della neve
sul suolo variano da circa 30 in pianura a 40÷50 nella media montagna.
L’alimentazione del Parola è prevalentemente di tipo pluviale; lo scioglimento delle nevi primaverili influisce
poco sui deflussi a causa della ridotta altitudine del bacino. Ridotti sono anche i contributi provenienti da
scarichi civili ed industriali, poco presenti sul bacino imbrifero.
Nel tratto di alta collina, data l’accentuata pendenza dei versanti dei sottobacini tributari, la capacità
d’accumulo delle acque meteoriche si riduce, favorendo la formazione d’elevati deflussi, rapido esaurimento
delle portate e conseguenti tempi brevi di corrivazione. La parte di pianura del bacino, caratterizzata da
pendii poco pronunciati, presenta tempi di corrivazione più elevati e, quindi, induce un effetto di
attenuazione.
L’analisi idrologica effettuata per le diverse durate di pioggia ha individuato come, nel caso del torrente
Parola, la stessa forma nastriforme del bacino imbrifero e la sua estensione ne determinino un tempo di
corrivazione, nel complesso, di circa 6 ore.
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TABELLA 2.1-9: PORTATE MAX AL COLMO PER TEMPO DI RITORNO ASSEGNATO NEL TORRENTE PAROLA
Progressiva
Q20 Q50 Q100 Q200 Q500
Sezione
(da sorgente)
km
3
3
3
3
3
99
m /s m /s m /s m /s m /s
Confluenza T.Gisolo (escluso)
20,950
93
115
164
182
S. Margherita
24,481
122 154 178
209
234
Via Emilia
28,826
129 162 187
213
246
Foce in Rovacchia
32,703
130 164 189
215
249
2.2. RETICOLO IDROGRAFICO SECONDARIO
2.2.1. Canale Otto Mulini
Il Canale Otto Mulini è un corso d’acqua secondario che nasce nella zona sud-ovest rispetto alla città di
Fidenza, in loc. Ca’ Bruciata, e scorre in direzione nord-est fino a lambire il centro abitato, in corrispondenza
del quale scorre tombato come fogna mista, ricevendo gli scarichi dei collettori fognari.
Dopo aver attraversato la ferrovia Mi-Bo e la tangenziale nord il canale confluisce nel Rio Venzola.
Negli ultimi anni sono stati attuati i primi interventi per il miglioramento qualitativo delle acqua del canale
verso valle, con la realizzazione di alcuni scolmatori. Questi interventi dovranno essere completati con
ulteriori azioni per il ripristino dell’officiosità idraulica ed ambientale del canale.
2.2.2. Rio Venzola e Rio Vanazza
Il Rio Venzola è un affluente di sponda destra del T.Stirone, nel quale sfocia dopo aver ricevuto i contributi
del Rio Vanazza e del Canale Otto Mulini. Il corso d’acqua nasce nelle vicinanze di Ponte Ghiara (115 m
slm) e si sviluppa con direzione nord-est, attraversando prima la Tangenziale Sud di Fidenza e poi il centro
abitato, nel quale scorre tombato a partire dalla zona di Via Santi. A monte della tangenziale s’immettono il
rio Baiaffa e il rio dei Moiastri, entrambi in sponda destra. Il regime di precipitazioni sul bacino idrografico
del rio Venzola può definirsi come sublitoraneo appenninico, caratterizzato da due massimi, in primavera
ed autunno e due minimi in inverno ed estate.
Il Rio Vanazza nasce invece a valle della Tangenziale Sud e scorre tombato a partire da Via Vespucci.
A valle della confluenza, i due rii ricevono alcuni scarichi di fognatura mista e quindi scorrono come
fognature miste tombate fino alla Ferrovia Mi-Bo, a valle della quale è presente uno scolmatore che permette
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di convogliare le acque nere verso l’impianto di depurazione, portando ad una migliore qualità delle acque
del rio Venzola a valle.
Le caratteristiche idrauliche del rio Venzola, già riportate all’interno del Quadro Conoscitivo - Relazione
Geologica, sono le seguenti:
TABELLA 2.2: CARATTERISTICHE IDRAULICHE DEL RIO VENZOLA
Superficie bacino idrografico
S
5,3
Km2
Lunghezza dell'asta principale
L
6
Km
Quota max
Hmax
171
msm
Quota sezione chiusura
Hs
68
msm
Quota media
Hm
98
msm
Tempo di ritorno
Tr
100
anni
Portata max al colmo
Qmax
15
m³/sec
2.2.3. Rio Bergnola e Rio della Bionda
Il Rio della Bionda è un affluente di sponda destra del torrente Stirone, s’interpone tra i bacini dei torrenti
Rovacchia ad est e Ghiara/Stirone ad ovest in cui s’immette in località Castellina di Soragna con nome
diverso (fosso Rovacchiotto) e dopo aver ricevuto le acqua di altri canali di scolo. Si tratta di un corso
d’acqua che nasce in località “Le tre Pioppe” (75 m s.l.m), scorre in direzione nord-est e sottende porzioni di
territorio di pianura occupate da infrastrutture antropiche. Per tale motivo le crisi idriche si hanno in
occasione di piogge intense e di breve durata (2-3 ore) tipiche nel periodo estivo.
A valle della Ferrovia Milano – Bologna riceve le acque del Rio Bergnola, corso d’acqua secondario che
nasce in prossimità della località Cabriolo. Buona parte del sottobacino afferente al Rio Bergnola interessa il
centro abitato di Fidenza e il rio raccoglie circa 1/3 delle acque miste dell’agglomerato urbano.
Entrambi i corsi d’acqua scorrono in gran parte tombati in corrispondenza del centro urbano: in particolare il
Rio della Bionda è stato recentemente tombato per un tratto di circa 500 m a monte della SS9 nell’ambito
della realizzazione del quartiere ‘I Gigliati’ mentre il Rio Bergnola è stato tombato per un tratto di circa 360 m
in corrispondenza di Via Togliatti, nell’ambito della realizzazione del quartiere ‘Villa Ferro’.
Le caratteristiche idrauliche del rio Bergnola, già riportate all’interno del Quadro Conoscitivo - Relazione
Geologica, sono le seguenti:
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TABELLA 2.3: CARATTERISTICHE IDRAULICHE DEL RIO BERGNOLA
Superficie bacino idrografico
S
4,1
Km2
Lunghezza dell'asta principale
L
5,2
Km
Quota max
Hmax
131
msm
Quota sezione chiusura
Hs
64
msm
Quota media
Hm
75
msm
Tempo di ritorno
Tr
100
anni
Portata max al colmo
Qmax
9,5
m³/sec
2.2.4. Rio Ermellino
Il Rio Ermellino è un corso d’acqua secondario che scorre in sponda destra del Rio Rovacchiotto, a est della
SP71, per circa 2 km. Grazie alla realizzazione del canale scolmatore del Rio Rovacchiotto, anche le acque
dell’Ermellino sono state scolmate, in corrispondenza della rotatoria di Strada Coduro, per confluire nella
cassa di laminazione del Rovacchiotto, posta tra la tangenziale di Fidenza e la ferrovia Mi-Bo. A valle dello
scolmatore prosegue un breve tratto di rio che confluisce direttamente nel rio Rovacchiotto.
Nella tabella seguente sono riassunte le caratteristiche principali del Rio Ermellino chiuso alla confluenza:
TABELLA 2.4: CARATTERISTICHE IDRAULICHE DEL RIO ERMELLINO
Superficie bacino idrografico
S
0,8
Km2
Lunghezza dell'asta principale
L
2,14
Km
Quota max
Hmax
79,1
msm
Quota sezione chiusura
Hs
67,88
msm
Quota media
Hm
73
msm
DH
Hm-Hs
5,12
m
Tempo di corrivazione
Tc
3,750
ore
Tempo di ritorno
TR
100
anni
Pioggia critica (Tp=Tc)
P
107,59
mm
Coefficiente di deflusso
d
0,46
Portata max al colmo
Q max
2,93
3
m /sec
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3. CARATTERISTICHE DELLA RETE FOGNARIA NEL CENTRO ABITATO
DI FIDENZA E CRITICITA’ IDRAULICHE
La rete fognaria di Fidenza è ad oggi costituita essenzialmente da collettori di acque miste che recapitano gli
scarichi nei rii che scorrono tombati in corrispondenza del centro cittadino (Canale Otto Mulini, Rio Venzola,
Rio Vanazza, Rio Bergnola, Rio della Bionda). Essi nel tempo si sono trasformati in vere e proprie fogne.
Solo nei comparti di più recente realizzazione è stata effettuata la separazione della linea acque bianche
dalla linea acque nere con la formazione di invasi per la laminazione degli afflussi meteorici (vedi Tavv. 03.a
e 03.b – Allegato I).
In alcune zone servite da collettori di fogna mista e in particolare nell’area a monte della ferrovia Mi-Bo a
cavallo di via Sciesa si sono verificate problematiche idrauliche relative allo smaltimento dei reflui del
sistema fognario nel rio Bergnola, con conseguente rigurgito delle acque. Questa situazione è dovuta sia alla
presenza di garage o locali scantinati con griglie di raccolta delle acque meteoriche ad una quota inferiore a
quella del piano strada sia al fatto che la quota di sbocco della condotta che raccoglie le acque del quartiere
risulta essere solo pochi centimetri sopra alla quota di fondo del Bergnola stesso, ciò comporta in caso di
pioggia il riempimento di alcune condotte di drenaggio di via Scesa e limitrofe, con il conseguente possibile
rigurgito delle bocchette poste alle quote più basse.
Inoltre lo scatolare del rio Bergnola (dim. 200 x 220 cm ca.) nel passaggio al di sotto della linea ferroviaria
subisce due riduzioni di sezione che contribuiscono alla formazione del rigurgito delle acque verso monte in
occasione degli eventi meteorici più intensi.
17
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4. IPOTESI PROGETTUALI PER IL POTENZIAMENTO DEL SISTEMA
DIFENSIVO IDRAULICO
Nella consapevolezza che buona parte del territorio di Fidenza è drenato da un reticolo idrografico per lo più
artificiale, che a sua volta entra in altri territori Comunali, si debbono necessariamente impartire regole e
criteri precisi, rigidi e vincolanti da concretizzarsi attraverso le Norme di Attuazione degli stessi strumenti
urbanistici in questione.
Analogamente queste indicazioni, proprie del comune di Fidenza, potrebbero non essere sufficienti se, a
monte in aree governate da altre Amministrazioni, non venissero rispettate altrettante e rigide regole del
governo del territorio. L’Ente coagulante di queste iniziative dovrà pertanto coordinare le impostazioni
dell’uso del suolo, affinché la risposta idraulica di quel territorio non sia pregiudizievole per i territori di valle e
soprattutto non vanifichi quanto fino ad oggi speso e realizzato.
Si delinea quindi l’esigenza di tracciare questi Criteri Generali che verranno poi meglio approfonditi
attraverso la sequenzialità degli ulteriori passaggi urbanistici, quale strumento non solo di vincolo ma anche
e soprattutto di indirizzo.
In sintesi, e come momento di discussione, si elencano di seguito gli interventi funzionali alla mitigazione del
rischio idraulico suddivisi tra strutturali e non strutturali ma di indirizzo, individuati collegialmente tra i diversi
Attori per il governo e gestione del territorio e che, per buona parte, sono contenuti nelle NTA del PTCP e
del PAI.
E’ da rimarcare che, nel recente passato, numerosi interventi sono già stati attuati proprio per mitigare il
rischio idraulico per la città di Fidenza, tra questi si ricordano:
1) Intervento di incremento della officiosità idraulica del Torrente Stirone subito a monte della Via
Emilia e fino al Ponte della Ferrovia MI-BO (ove ricadono aree vincolate dal PS 267),
2) Cassa di espansione del rio Venzola a valle del nuovo complesso Ospedaliero,
3) Scolmatore Rio Rovacchiotto e rio Ermellino adiacente alla nuova tangenziale Sud, con relativa
cassa di laminazione tra la via Emilia e la Ferrovia Mi-Bo,
4) Riattivazione officiosità idraulica del rio Bergnola a Nord della Ferrovia Mi-Bo,
5) Potenziamento del sistema arginale del torrente Stirone.
Opere importanti ma non ancora sufficienti. Ecco che nasce l’esigenza di attivare attraverso una mirata
programmazione i seguenti interventi capaci non solo di ridurre il rischio idraulico residuo, ma necessari
anche per mitigare i possibili incrementi dovuti al nuovo assetto urbanistico del Comune.
18
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1) OPERE STRUTTURALI
•
Canale scolmatore rio Bergnola – rio della Bionda. Al fine di mitigare le criticità idrauliche
precedentemente descritte e che interessano i quartieri posti ad est del centro abitato è stata
individuata un’ipotesi progettuale che consiste nella realizzazione di un canale scolmatore che
convogli gli scolmi delle piene del Rio Bergnola e del Rio della Bionda verso il T.Rovacchia. Lo
scolmatore avrebbe una lunghezza complessiva di 1300 m e in alcuni tratti scorrerebbe in
parallelo al metanodotto SNAM di recente realizzazione, mantenendo il franco di rispetto
assegnato. L’ipotesi progettuale prevede che lo scolmatore prenda le acque dal rio Bergnola a
monte dell’attraversamento di Via Togliatti ove le acque sono ancora esenti da immissioni
fognarie, e il suo tracciato si mantenga sulla medesima via per poi proseguire per un tratto di
circa 200 m su Via La Bionda. Il canale devierebbe poi verso N-E per scolmare anche parte
delle acque del Rio la Bionda nella zona immediatamente a monte del quartiere ‘I Gigliati’,
ovvero prima della sua trasformazione in fognatura mista. Il canale costeggerebbe quindi la
zona sud dello stesso quartiere per poi risalire Strada dei Gigliati per circa 100 m e quindi
svoltare verso est per confluire nel T.Rovacchia. Si rimanda a relazione specifica maggiori
informazioni tecniche a riguardo.
•
Adeguamento soglie prese di magra per rio Venzola e sistema Bionda - Bergnola,
risamento Ottomulini
In questo caso si tratta di un’opportunità che consente per i corsi d’acqua cittadini il
raggiungimento degli obiettivi di qualità previsti nel PTA della Provincia:
i. Presa di magra rio Venzola: si deve prevedere la realizzazione di un nuovo
tronco di collettore fognario parallelo a quello esistente, ma di diametro
maggiore, da inserire nell’ambito delle operazioni di bonifica del sito
contaminato di interesse nazionale della Carbochimica. Ciò consentirebbe di
incrementare la captazione delle portate di magra fino alla 5Qm e di avviarle al
depuratore già predisposto per poterle riceverle. Il rio a valle della presa e
dopo l’opportuna bonifica prevista, finalmente potrebbe così raggiungere un
grado di qualità ambientale ottimale.
ii. Presa di magra rii Bergnola e Bionda: si tratta di intercettare fino alla 5Qm le
acque miste e di avviarle alla depurazione attraverso un sistema di collettori
già realizzati nel recente passato, operazione da eseguirsi dopo la
realizzazione del canale scolmatore citato in precedenza. Anche in questo
caso si eliminerebbe finalmente il disagio igienico sanitario a valle della presa,
in un tratto fortemente urbanizzato da infrastrutture produttive.
19
Allegato I
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Potenziamento del sistema difensivo idraulico e di
collettamento e depurazione dell’intera area urbana
iii. Risanamento canale Otto Mulini, opera che presenta una valenza di tipo
ambientale oltre che idraulica e che consentirebbe di riportare al suo assetto
originario il canale a valle del cimitero comunale.
2) OPERE NON STRUTTURALI MA DI INDIRIZZO
i.
Invarianza della Portata. Per tutte le aree soggette a cambio di destinazione
d’uso del suolo, la portata in uscita dal comparto così urbanizzato, deve essere
inferiore o uguale a quella generata dal campo agricolo precedente al cambio di
destinazione d’uso. Per tale motivo i nuovi interventi di urbanizzazione e di
infrastrutture, dovranno prevedere sia a livello locale che eventualmente
accorpato, la realizzazione di adeguati accorgimenti di laminazione, tramite
invasi temporanei delle precipitazioni meteoriche, compreso l’eventuale
trattamento delle acque di prima pioggia nei casi previsti dalle norme regionali.
Tale laminazione può avvenire principalmente con due modalità:
•
il sovradimensionamento delle tubazioni di raccolta e scolo delle acque
meteoriche;
•
la realizzazione di invasi di laminazione ottenibili tramite aree verdi
attrezzate depresse che possano essere allagate, in modo controllato, in caso
di piogge particolarmente intense.
ii.
Impostazioni di quote e franchi di rispetto. Al fine della sicurezza idraulica
degli edifici, tutti gli interventi previsti devono rispettare le seguenti prescrizioni.
•
I locali interrati e seminterrati possono contenere soltanto superfici
accessorie o non computabili nel calcolo della Su; ove siano realizzati, la Scia
o il permesso di costruire devono essere corredati da specifica dichiarazione
che sollevi gli Enti Pubblici da ogni responsabilità per eventuali effetti di eventi
calamitosi. In tutti i casi il piano di calpestio degli stessi locali dovrà essere
posizionato almeno 50 cm al di sopra della quota di estradosso della
fognatura di collettamento delle acque piovane o, in assenza di questa, del
ciglio del fosso ricevente. In caso contrario il pozzetto finale di raccolta dovrà
essere dotato di stazione di sollevamento e valvole di non ritorno.
•
Quote piani di calpestio: la quota minima del primo piano utile degli
edifici dovrà essere posizionata ad almeno 20 cm al di sopra della quota del
marciapiede, o della mezzeria della strada in assenza di questo.
20
Allegato I
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•
Potenziamento del sistema difensivo idraulico e di
collettamento e depurazione dell’intera area urbana
Impianti tecnologici: tutti gli impianti tecnologici (cabine elettriche,
impianti di riscaldamento e condizionamento, ecc.) devono avere il pavimento
ad una altezza che superi di almeno 50 cm la quota del marciapiede o della
mezzeria stradale.
•
Distanze di rispetto dai corsi d’acqua: per consentire gli interventi di
manutenzione con mezzi meccanici sul reticolo idrografico, si impone di
osservare una fascia di rispetto di 10 m per quanto riguarda le nuove
costruzioni e di 5 m per qualsiasi opera o trasformazione che impedisca il
passaggio dei mezzi di manutenzione, misurati dal ciglio della scarpata del
corso d’acqua o dal piede dell’argine.
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Allegato I
Comune di Fidenza
Piano Strutturale Comunale (P.S.C.)
Val.S.A.T. – Rapporto Ambientale
Potenziamento del sistema difensivo idraulico e di
collettamento e depurazione dell’intera area urbana
5. IPOTESI PROGETTUALI PER IL POTENZIAMENTO DEL SISTEMA DI
COLLETTAMENTO E DEPURAZIONE PER L’AREA URBANA
Come già riportato all’interno del Quadro Conoscitivo – Sistema naturale ed ambientale e ricordato in
premessa, l’ampliamento e potenziamento del depuratore di Fidenza è inserito in un programma generale
che prevede anche la realizzazione di un collettore fognario che, partendo da Ponte Ghiara, essendo il tratto
di collettamento tra l’impianto di depurazione di Salsomaggiore Terme e Ponte Ghiara già realizzato,, giunga
al depuratore di Fidenza costeggiando dapprima la linea ferroviaria Salsomaggiore – Fidenza, e quindi
parallela al collegamento stradale in progetto tra la SP359R e la Via Emilia, denominato ‘By-pass sud-ovest
dell’abitato di Fidenza’, per poi attraversare la linea ferroviaria Mi-Bo e la tangenziale nord. Il collettore avrà
un diametro variabile tra 600 e 1200 mm e una lunghezza complessiva di circa 7.3 km.
Nell’ambito degli interventi previsti per la bonifica del Rio Venzola è inoltre previsto il raddoppio dell’attuale
linea fognaria nel tratto, in affiancamento al corso d’acqua, compreso tra Via Cavallotti e Via Martiri delle
Carzole, insieme al contestuale adeguamento dello scolmatore a nord della ferrovia Mi-Bo.
Infine dovrà essere inserito nel programma anche l’aggiornamento delle verifiche idrologiche ed idrauliche di
tutta la rete fognaria cittadina, il cui ultimo aggiornamento risale alla fine degli anni 80, attraverso strumenti
modellistici adeguati e rilievi topografici integrativi.
Fidenza, 27.03.2014
Ing. Riccardo Telò
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