Scheda film - Cineteatro Baretti
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Scheda film - Cineteatro Baretti
PORTOFRANCO IL CINEMA INVISIBILE AL BARETTI 12 marzo 2013 PORTOFRANCO è realizzato: Con il contributo di: Unicredit Group - Cineforum Circolo Torino In collaborazione con: Goethe Institut di Torino | Associazione culturale Russkij Mir | Wic.it - Web Image CommunicaƟons | Libreria Therese Profumi per la mente | Koktebel Film Company | Neon Video | Rossorubino Portofranco rispetta l'ambiente e sceglie la carta riciclata Con: TI DO I MIEI OCCHI di Icíar Bollaín Laia Marull, Luis Tosar, Candela Peña, Rosa Maria Sardà, Ki Manver Durata: 109 minu Genere: Dramma co, commedia Nazionalità: Spagna, 2003 Sceneggiatura: Icíar Bollaín e Alicia Luna Fotografia: Carles Gusi Musiche: Alberto Iglesias Montaggio: Ángel Hernández Zoido Scenografia: Víctor Molero 7 Premi Goya 2004: miglior film, miglior regista, miglior aƩore protagonista (Luis Tosar), migliore aƩrice protagonista (Laia Marull), migliore aƩrice non protagonista (Candela Peña), miglior sceneggiatura originale e miglior sonoro Via Baretti 4 - 10125 Torino - Tel./Fax 011 655187 www.cineteatrobaretti.it - [email protected] Scene da un matrimonio nella piccola provincia madrilena. Bravi e superpremiaƟ gli interpreƟ. Tema sco ante la violenza domes ca, un argomento difficile da tra are e da res tuire su grande schermo senza incorrere in fu le retorica o siparie superficiali. Iciar Bollain, prima di essere regista, è una donna ed il suo “Ti do i miei occhi” è un ritra o sen to ed intenso, forse femminista, forse eccessivamente didascalico ma senz’ altro sincero e coraggioso. Bastano pochi minu per essere le eralmente scaraventa nel mondo della sua protagonista Pilar: una fuga in piena no e con ancora le pantofole ai piedi, la paura negli occhi, una disperata richiesta d’asilo alla sorella. Da cosa (o meglio da chi) s a scappando la donna è altre anto facile da intuire: la camera si muove silenziosa fra le pare e le stanze di una casa vuota che porta i segni di collera e violenza. Non è la prima volta che Antonio scatena la sua furia contro Pilar, i refer medici chiusi in un casse o parlano chiaro. Ciò nonostante lui non può fare a meno di lei e torna a cercarla, si so opone addiri ura a sedute di terapia di gruppo per placare il furore perchè, a modo suo, Antonio ama sua moglia o almeno così crede. Lei, d’altro canto, è ancora innamorata del padre di suo figlio e, complice una ritrovata serenità anche in ambito lavora vo, cede ingenuamente alla tentazione di concedergli una seconda possibilità. L’ apparente armonia che segue al riappacificamento è fragile ed effimera: una frase fuori posto, un cellulare spento e la dedizione verso il nuovo lavoro saranno pretes sufficien per riscatenare l’orrore. Girato in una Toledo di cui s’intravedono pochi scorci, il film della Bollain analizza impietosamente sia lo status di costante terrore provato dalle vi me di violenza fisica e psicologica che le possibili cause scatenan nei sogge che quella violenza la usano come strumento di controllo e possessione. Alla radice si posso riscontrare egoismo, complesso d’inferiorità e paura, la paura di non essere all’altezza, la paura di essere abbandona , di rimanere soli. Badate bene, la regista non gius fica, tenta semplicemente di offrire una possibile spiegazione (tu ’altro che consolatoria) con tu e le contraddizioni che ne conseguono quando si sviscerano le passioni ed i sen men umani più estremi. Il finale, del resto, è inequivocabile. Una pellicola quindi interessante e a tra destabilizzante che non avrebbe avuto lo stesso impa o emo vo senza due protagonis eccelsi come Laia Marull e Luis Tosar: lei eccezionale nel rendere l’annientamento e l’ impotenza del suo personaggio, lui una maschera trasfigurata dall’ira persino quando gioca a pallone con il figlio. Quando i due condividono la scena, lasciano il segno; bas pensare a quel lancinante amplesso o a quel primo confronto a raverso la fessura di un portone dal quale s’intravedono solo i vol . Solo gli occhi. “Il bellissimo film spagnolo ‘Ti dò i miei occhi’, amato da criƟca (7 premi Goya) e pubblico, racconta come si spegne un amore, secondo gli occhi aƩenƟ di Iciar Bolain, ex aƩrice madrilena. Ha l’ardore del melò frenato dalla consapevolezza, è un racconto che prende al cuore e alla gola grazie a due protagonisƟ strepitosi sul cui volto si legge tuƩo, proprio tuƩo, vulnerabili entrambi. ProtoƟpo di un fenomeno di costume assai vasto, il film va oltre la denuncia, è la radiografia della doppiezza dei senƟmenƟ, della paura, del goƟco che si annida non solo in El Greco ma in tuƫ noi.” (Maurizio Porro, ‘Corriere della Sera’, 24 aprile 2004) Prossimo appuntamento: 19 marzo 2013 LÀ-BAS - Educazione criminale Regia di Guido Lombardi [ Italia • 2011 • 100’ ]