02 - Literary

Transcript

02 - Literary
BLOODHOUND segugio.
\ La norma ecclesiastica contenuta nel Canone 1230 cita: “Col nome di Santuario si intendono la chiesa o altro luogo sacro ove i fedeli, per
un peculiare motivo di pietà, si recano numerosi in pellegrinaggio con l’approvazione dell’Ordinario del luogo”. S’evince che Santuario è in
stretta relazione con Pellegrinaggio; pertanto, senza di questo evento smarrisce la propria qualifica.
Il numero dei Santi non è certamente corrispondente di massima ai giorni dell’anno, poiché è una quantità cristianamente infinita. \
In versione scandinava, Santa è tradotta in HELGI cui il russo OLGA che riappare inv nell’onomastica in Olga.
Snm di Santone è Marabùtto omologismo dall’ar MARABIT svoltosi in estensione quale snm di Mausolèo, questo dal gr
MAUSOLEION che in origine indicava iul sepolcro del satrapo Mausolo (377/353 aC) ad Alicarnasso, una delle Sette
meraviglie. Sàtrapo (il termine è la composizione Regno-Proteggere), è dal lat SATAPRES inv dal gr, già iran XSATHRA
PA governatore dell’impero persiano, poi passato a monarca.
Fuori percorso del tema SANCTUS-SANCIRE, Santònico questo sintesi della locuzione lat HERBA SANTONICA derivata
da una popolazione gallica dei Santones, cui ancora Santolìna o Santolìno “suffritice” snm di Abrotano, Santonìna (suff
chimico INA). Sanculòtto questo il popolano rivoluzionario francese che sta per SANS CULOTTE senza calzoni corti.
Infine, l’omologismo Sangiàcco con Sanciaccàto dal turco SANGIAQ bandiera, e Santìppe questo in riferimento a Santippe
la petulante compagna di Socrate.
Una particolarità: in ingl Sand è “sabbia, renella”, in senso lato “terriccio”, pertanto si potrebbe pensare ad una remota
connessione rad con SANDALON, la calzatura ideata in paesi dalle superfici prevalentemente arenose, per affrontare
comodamente il cammino a piedi.
\ Nuova unità di misura del tempo: Swatch Beat
Pare che il sistema fin qui adottato universalmente per contare il tempo abbia fatto appunto il suo tempo; i ricercatori della
nuova generazione propongono questa novità: 1 swatch beat = 1 minuto 26,4 secondi.
Formula SB = h x 1m 26s 4d
ore 21 = 893
Il termine ingl sta per “(unità di ) battito campione”.
\ Specchie
Nella penisola salentina possono essere ancora visitate le Spècchie, da SPECULA plur di SPECULUM specchio semant in
riferimento al rad SPEK osservare; preistorici manufatti cumuliformi, costruiti pietra su pietra, sovente a forma semiconica,
vrs utilizzati come punti d’osservazione (torrette), pur considerati monumenti sepolcrali; alla loro memoria, alcuni comuni e
loocalità al sud della Puglia ne portano il toponimo.
CASONE
Alle alterazioni di Casa, la semant ha assegnato significati particolari, cui Casòne è Casa rustica, tipica del
Veneto. In Emilia, il termine è adottato nel significato di Caseifìcio. Casòtto è il capanno per ricovero, la cabina
da spiaggia... Casière è il custode della casa. Casermòne, grande caseggiàto popolare che ricorda gli edifici delle
camerate militari, termine coniato dall’inc di Casone con Caserma. Casèrma ci è giunto attraverso il franc
CASERNE, dal prvz CAZERNA già inc con il lat quaterna; originariamente, infatti, indicava il casotto per
quattro soldati.
Il termine Casimìro, ritrovabile tra i cognomi, insieme a Casimìra e Casimìrra non hanno nulla del percorso di
Casa, essi sono l’italianizzazione adattata di CACHEMIRE dall’ingl KASMIR.
\ Domenico Casimiro Promis (To 1804-74) raccolse in Svizzera e Francia documenti, sigilli e monete riguardanti i Savoia e la storia dei loro
territori. Diresse la biblioteca e il medagliere del re. Suo fratello Carlo (1808-72) lasciò opere di storia dell’architettura.\
CASINO
Dim di Casa è Casìna; al mas, invece, Casìno ha assunto il significato di casa da gioco attraverso il glb franc
Casinò cui il Casinò di Venezia, casa per raduni di caccia (XV sec), seconda casa per incontri particolari
(Venezia), casa di prostituzione (ital volg).Quest’ultima casa, dopo la chiusura per legge, è stata rimodernata
clandestinamente in Casa-squillo, assimilando il termine di ragazza squillo (dal clacson delle auto di richiamo
alle donne di strada), o in Casa d’appuntamento, diversificandosi dal vecchio lemma volg ormai questo tradotto
in iperbole a via vai-confusione-fracasso... per cui Casinaro, Casinista, il prefissato Incasinàre...
Casèllo, dim al mas di Casa, sta per cantoniera (manutenzione stradale) o autostradale (per il pedaggio).
Casùpola è Casa inc con Cupola, Casìpola è invece tra Casupola e Casina, insomma, un intreccio lemmatico.
\ In Italia, i Casini, Case chiuse o Case di tolleranza, furono semanticamente aboliti nel 1958 grazie all’approvazione della Legge Merlin. Al
tempo della chiusura, si contavano 700 casini con 3000 prostitute; dopo mezzo secolo se ne contano da 50 a 70mila delle quali il 30% sono
straniere.
\ Sanscrito Avestico Vedico
Il Sànscrito è l’ant lingua indoeur dei popoli indoiran, scomparsa come il nostro lat, attestatasi in India fin dal X sec aC,
ppartenente all’identico gruppo linguistico del Celtico, Germanico, Greco, Latino e Persiano.
Il suo periodo class risale al V sec aC, diversificandosi così dalla lingua corrente e dialettale (anche il lat class era distante dal
volg, ma quest'ultimo sarebbe stato assunto a lingua ufficiale, l’italiano); il termine deriva dal sct SASKRTA elaborato (con
perfezione). Il Sanscrito era in concreto simile all’Avèstico, idioma ufficiale della religione Avèsta (Zoroastrismo) termine
questo connesso con il persiano medv APASTAK testo fondamentale, e si sostituì al più ant Vèdico quale lingua di cultura. Il
Vèdico è la lingua dei Veda, inv dal sct VEDA scienza, i più ant testi sacri (quattro) dell’India, fondamentali della sua
cultura, risalenti al 1500 aC, cui Vedànta “scuola induista” con un suff sct ANTA e Vedìsmo.
\ Ayurvedica indica una ant pratica culinaria indiana in cui il cibo assume forme terapeutiche, da qui le seguenti corrispondenze: l’aglio
influisce sulla coagulazione del sangue, le carote sulla gravidanza, il formaggio sulla circolazione, il sale sulla digestione, eppoi, le banane
purificano dalle tossine epidermiche, le lenticchie purificano il sangue, il miele aiuta la puerpuera a produrre latte, i ravanelli riducono i
grassi e gli spinaci tonificano il fegato. \
\ Ittiti
Gli Ittiti, dall’ebr HITTI, popoli di lingua indoeur, provenienti dal Caucaso, apparvero in Anatolia - regione della Turchia in
Asia occidentale - nel II Millennio aC. Il loro impero, con capitale Hattusa, durò fino al XI sec aC, quando furono soverchiati
da invasori provenienti dal mare. Alcuni regni di dinastia ittita continuarono la loro esistenza in Siria, Cilicia 1, Cappadocia,
sino al VII sec aC. I loro testi sono in scrittura con alfabeto cuneiforme sillabico. Merito del loro successo espansionistico, fu
51
la scoperta dell’utilizzo del ferro per la forgia delle armi e per la costruzione di embrionali carri armati. L’ital conta Ittìta e
Ittitìsta (col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO, qui da un sottinteso Ittitismo non linguistico), espliciti derivati
da HITTI.
1
Dal gr KILIKION proprio della Cilicia, attraverso il lat CILICIUM, Cilìcio o Cilìzio indica una sorta di “cintura penitenziale, fig
“tormento” e “stoffa grezza” per i soldati romani
GLI AGLIO GANGLIO
\ Uno straniero si chiede perché mai pronunciamo l’articolo o il pronome GLI in maniera dolce, mentre per altri lemmi, come “glicine”,
preferiamo la pron gutturale. Il motivo naturalmente esiste ed è d’origine etim; una diversità linguistica che rende complicato il nostro
idioma.\
GLI
L’articolo plur *Gli, ed il suo omofono pronome con i composti Gli(e)la-le-li-lo-ne, sono i discendenti del lat
volg (I)LLI questo plur di ILLE egli, attraverso una progressione di posizione antevocalica “Illi amici” poi
“Ljamici”, infine “Gli amici”.
Sempre da ILLI deriva l’articolo *Il, con un obsoleto El oggi nel volg, e dall’accusativo ILLUM deriva invece
l’articolo *LO questo determinativo per lemmi che iniziano con i gruppi Gn, Pn, Ps o Sp, con le consonanti Z e
X, con le semivocali J e W e con H aspirata di parole straniere.
Il pronome Egli-ègli 1 con la forma atona (o con aferesi) Gli è dal lat class ILLE con valore di quello; Gli è
ancora la forma toscana che vale pronome Li plur di Lo sempre da ILLE. Ella-èlla da ILLAM. Esso-èsso, Essaèssa, Essi-èssi ed Esse-èsse, invece, rispettivamente da IPSUM stesso, IPSAM stessa, IPSI stessi, IPSAE stesse.
Ancora dal volg ILLI, svoltosi in ILLUI, deriva il pronome Lùi (questo raramente svolto in IL accusativo);
pertanto, da ILLAE fem di ILLI, cui ILLAEI, è pervenuto il pronome Lèi.
I pronomi Colùi e Colèi col plur Colòro sono la composizione lat di ILLUI e ILLAE e ILLORUM con ECCUM
Ecco-ècco, questo da un precedente ECCE ampliato da un ant dimostrativo EK, rintracciabile nel pref gr EK col
significato di fuori; è nota l’esclamazione dimostrativa lat ECCE HOMO Ecco l’uomo! cui Ecceòmo! vrs nel
senso di “L’uomo è qui fuori!”
Dalle composizioni di ECCUM l’ital conta Eccolo-èccolo da ECCUMILLUM (con ILLUM) con valore corrente
di Quèllo; l’ant ital contava Kello per Quello donde i mer ancora correnti Chillo e Chello. Codèsto o Cotèsto
“vicino a chi ascolta” da ECCUM TIBI ISTUM ecco a te questo. Costì da ECCUM ISTIC in codesto luogo e
Costà da ECCUM ISTAC in codesto luogo (ma meno circonscritto) cui Costassù e Costaggiù, in complanare con
Qua e Qui. Colà da ECCUM ILLAC ecco là, in complanare con Là (non esiste il Colì complanare di Lì). Costùi
da ECCUM ISTUI e Costèi da ECCUM ISTEI, (forma di dativo) col plur Costòro da ECCUM ISTORUM
(genitivo pl) tutti in declinazione con ISTUM questo.
Cotànto da ECCUM TANTUM proprio così grande. Da ECCUM INDE ecco da qui, l’ital conta Quìndi, mentre
Dùnque, già Dònque, è dal tardo lat DUNC già DUMQUE.
Da ECCUM con HAC o HIC sono pervenuti *Qua “in questo luogo” cui l’avverbio Quassù o Quassùso dalla
locuzione Qua in alto, in percorso con Quìa da QUIA perché, il fatto che , *Qui “vicino a chi parla”, attraverso
l’ant ital Ki che sopravvive nel mer (meglio precisato rispetto a Qua) o Quìci o ancora l’obsoleto Quìne con
l’avverbio Quinavàlle o Quindavàlle “laggiù in fondo” fig composto con Valle; eppoi Quìnci dalla locuzione
ECCUM HINCE ecco da qui con Quincèntro dalla locuzione Quinc’entro “qui dentro”.
HIC e HAC sono connessi al percorso di HODIE- HO DIE in questo giorno (oggi) e discendono da un ant
HEICE il cui suff CE ha poi sviluppato la congiunzione desiderativa ital *Se già lat SI e inc con Che, con un ant
eufonica Sèd; la *Se condizionale, invece, è dal lat SI da un ant SEI.
Il Se non accompagna in maniera assoluta il congiuntivo, come nell’esempio della seguente proposizione di valore dubitativo “Non sapeva se
avrebbe finito in tempo”; l’accoppiamento col congiuntivoo accade nelle proposizioni ipotetiche “Se vincessi una buona somma al gratta e
vinci mi canbierei finalmente la vecchia auto”.
Ancora, i pronomi riflessivi *Sè (corretto *Sé) e *Si discendono da un lat atono SE o SIBI; infatti, il Sé ital
perde l’accento, ovvero torna ad essere atono, ove, ad esempio, in locuzione seguito da stesso, leggasi Se stesso,
dal momento che l’accento ricade sulla vocale e di stesso, un particolare importante in composizione ritmicopoetica. In composizione, si ha Sèco da SECUM in correlazione con Mèco da MECUM e Tèco da TECUM, che
stanno per le forme in locuzione Con me, Con te, Con sé.
Correlativi di Qua e Qui l’ital conta gli avverbi *Lì “luogo lontano da chi parla e da chi ascolta” dal lat ILLIC e
*Là da ILLAC in quel luogo, entrambi da ILLE rafforzato con c.
Dal tema indoeur KWI-KWO-KWA discendono invece i vari pronomi *Chi da QUI, *Cùi inv dal lat CUI cui la
locuzione esot Di cui attraverso la traduzione del franc DONT “linguaggio borsistico”, eppoi Quàle dal lat
QUALEM, da questo il percorso Qualità con Qualitatìvo, i composti Quàlche, Qualificàre con Qualificatìvo e
Qualificaziòne, Qualsìasi, Qualùnque (con CUMQUE) cui il socio-politico Qualunquìsmo, l’aggettivo
Qualsivòglia dalla locuzione Quale si voglia, il sostantivo Qualunquìsmo con Qualunquìsta e Qualunquìstico, la
congiunzione Qualvòlta dalla locuzione Quale volta.
Da ricordare che Qualche è errato usarlo in enunciati negativi e pertanto è da sostituire con Alcuno o Nessuno,
Qualunque è in coerenza con le costruzioni di Chiunque e Dovunque, altrimenti dovrà essere sostituito con
Qualsiasi.
L’ital conta ancora un obsoleto Chènte, aggettivo che vale “di quale specie”, il cui suff è ricalcato da MENTE
degli avverbi. *Che congiunzione è da QUIA e QUAM secondo i casi cui le congiunzioni Dacchè (corretto
Dacché) dalla locuzione Da che, Giacchè (corretto Giacché) dalla locuzione Già che; il Che congiunzione non va
posto come correlativo di Sia e non va posto dopo Appena pertanto, ad esempio, si ha “A colazione non bevo sia
52
caffè sia latte, Appena giunse mi apostrofò, Per quanto facile sia non ho voglia di farlo…” Eppoi il *Chè da
QUOD quale aferesi del composto saldato *Perchè (accento corretto Perché - Ché ) avverbio e congiunzione) da
QUIA perché dalla locuzione Per che, ancora il *Che quale pronome interrogativo e relativo da QUID che cosa.
L’ital ant contava un Ko del valore di congiunzione dichiarativa “che, perché”. Il lat QUID sta quindi per che
cosa cui il percorso ital Quid stesso significato, Quidàm inv da QUIDAM un certo, un tale, Quiddità con
Quidditàte “qualche cosa” con Quidditatìvo o Quidità con Quiditàte e Quiditatìvo. La locuzione Qui pro quo o
Quiproquò “equivoco” è da QUID PRO QUO dove QUO sta per ciò che cui ancora Quòndam. un tempo-una
volta.
Ancora, dal lat QUID QUID l’ital conta Checché dalla locuzione Che Che con valore di “qualunque cosa” cui
Checchessìa “qualsiasi cosa” (in frasi negative vale “nulla-niente”) dalla locuzione Checché sia già Che che sia;
da non equivocare con il pronome Chicchessìa o Chicchesìa dalla locuzione Chi che sia con valore di “chiunque
– qualunque – qualsivoglia (persona)” mentre in frasi negative sta per “nessuno”.
D’identico tema si ha Quàndo e Quànto; il primo dal lat QUANDO composto dalla congiunzìone QUAM con un
suff DO derivato dall’ant tema di direzione DE-DO rintracciabile nel gr OIKONDE verso casa, nel lat DE
UNDE di dove cui Dònde e Onde-ònde (corretta accentazione ónde) quale avverbio di luogo col composto (Là
con Onde) Laònde (corretta accentazione laónde); Onde-ònde, quale congiunzione finale, deve essere sempre
seguita dal congiuntivo, ad esempio “Ti scrivo onde tu possa venire”.
Nel percorso di Quando, si hanno le composizioni Quandànche e Quandùnque.
Da DE UNDE Il franc ha coniato il pronome relativo DONT, questo glb quale “contratto di borsa” che in ital
vale aggettivo corrispondente alla locuzione Di cui.
Il secondo, Quànto, dal lat QUANTUM (avverbio) e QUANTUS (aggettivo), usato anche come sostantivo, è
ancora derivato dalla congiunzione QUAM ma con suff TO, cui Quantìle, Quantità con Quantitatìvo,
Quantizzàre, Quantochè, l’inv Quantùm “entità” i composti Quantificàre con Quantificatòre e Quantificaziòne,
Quantomài, Quantomèno, Quantùnque.
In fisica, Quànto o l’inv Quantùm (coniato nel 1900) è la misura di un valore minimo o “particella elementare”
cui Quàntico, Quantìstica e Quantìstico, Quantizzàre, il composto Quantomeccànico, Quantòmetro; eppoi
Quantosòma (botanica), Quantodinàmica e Quantocromodinàmica (fisica). Il sostantivo Incànto con Incantàre
(omn di Incanto e Incantare da Incantare “ammaliare”) è dal lat medv IN QUANTUM? a quanto (è venduto?).
L’avverbio Quàsi è inv dal lat QUASI, sovente sostituito da Mezzo come nel caso di “bicchiere quasi (mezzo)
pieno”.
1
Altri pronomi personali, tutti dal latino: Io-ìo è dal volg EO già class EGO, *Tu è inv da TU, Nòi già Nùi è da NOS, cosi Vòi già Vùì da
VOS, cui un dantesco Vòsco quale ipocoristico della locuzione Con voi dal lat VOSCUM già class VOBISCUM; infine, Lòro (ustato anche
come aggettivo e pronome) è da ILLORUM quale genitivo plur di ILLE egli.
A questi sino legate le particelle *Me e *Mi rispettivamente da ME e MIHI, *Te, *Ti da TE e TIBI; il pronome Me è transitato da un ant
forma rafforzativa Mève (corretta accentazione méve). Eppoi *La da ILLAM, *Lo da ILLUM, *Le da ILLAE, , *Li da ILLI, *Ne quale
pronome ed avverbio da INDE da dove, nel senso desueto del pronome Ci da NOS, quale preposizione nelle forme articolate, vedi Nello, da
IN.
AGLIO
Dal lat ALLIUM (ant ALUM) sono pervenuti Aglio-àglio con Agliàceo, Agliàio, Agliàta.
\ Il cosiddetto Aglio nero di origine orientale, ottenuto con una speciale fermentazione, evita il fastidioso odore che emana il consumatore di
questa pianta delle Liliacee.
L’Aglio, considerato antibiotico naturale, per giunta afrodisiaco, già nei tempi ant era ritenuto dal popolo un rimedio contro i malanni.
La locuzione lat ALLIUM OLERE che odora d’aglio era indirizzata ai ceti bassi (popolo e soldati) per la loro abitudine alimentare di
consumare aglio per scopi sia teraputici sia di prevenzione; anzi, lo stato forniva regolarmente ai militi dotazioni d’aglio.
Al tempo di C. Colombo, al marinaio che aveva mangiato aglio era interdetto avvicinarsi alla bussola poiché il suo alito si credeva potesse
influenzarne l’ago. \
Così come dal lat FOLIA e FOLIUM questi dal gr PHYLLON foglia, l’ital conta Fòglia con Fogliàceo,
Fogliàme, Fogliàre, Fogliàto, Fogliaziòne o Foliaziòne questo fedele al lat, Foglìfero, Fogliòso, Fogliùto, il fig
Foiòlo “foglioso” attraverso il milanese Fojo che vale “trippa” detta Centopèlle, il più fedele al lat Fòlico
utilizzato in chimica con Folàto ossia Acido folico (ossia Vitamina M e Bc presenti negli spinaci, germi di grano e
nel fegato), la locuzione Mangiare la foglia, i prefissati Disfogliàre, Esfoliaziòne (fedele al prefissato lat
EXFOLIARE) con Esfoliànte, Esfoliàrsi, ed Esfoliatìvo, eppoi Sfòglia (S intensivo) con Sfogliàre, Sfogliàta,
Sfòglia con Sfogliàre, Sfogliàta, Sfogliatrìce, Sfogliatùra “privare delle foglie” da EX FOLIARE cui il composto
Sfogliasgranatrìce; infine Fòglio con Fogliètto, i prefissati Affogliamènto, gli omonimi (da Foglia) Sfòglia (con
S intensivo), Sfogliàre e Sfogliàta, infine Sfogliàzzo e Sfòglio. La locuzione In folio (inv dal lat IN FOLIO) o In
foglio sta per “stampa su foglio”, dove il pref lat IN vale “su”.
Come accaduto per altre attestazioni, mantenendo il gruppo letterale gr PH di PHYLLON foglia e attestandolo
nella pron p , è pervenuto il lat SPOLIA “collettivo di vesti” dal sing SPOLIUM voltosi in “involucro, salma”,
ma anche “foglie” riavvicinandosi così alle origini etim, con la S iniziale che pare prefisso intensivo, cui Spòglia.
Da SPOLIA ma con la S iniziale che assume il ruolo di prefisso sottrattivo, da un ipotetico EX SPOLIA l’ital
conta Spogliàre cui Spogliarellìsta, Spogliarèllo, Spogliàto, Spogliatòio, Spogliatòre, Spogliatùra, Spogliaziòne o
Spoliaziòne e il polisemico Spòglio “privo di rivestimento” quale Pp sostantivato ed ellittico di Spogliato, quale
sostantivo Spòglio “operazione di raccolta”, infine Spòglio dal lat SPOLIUM “capo d’abbigliamento dismesso”.
Un snm di Spogliatoio è Apoditèrio questo dal lat APODYTERIUM già gr APODYTERION da APODYO mi
spoglio, adottato nelle terme ed anche con valore di Sagrestia.
Spogliare, pertanto, non è che un’attestazione di Sfogliare (privare delle foglie, ossia dell’abito primordiale)
53
attestatosi nell’oggetto di vestizione.
Dallo specifico gr SKHEDE foglio (nel senso originale di scritto estemporaneo-improvvisazione), cui il lat
SCHEDA con il dim SCHEDULA, l’ital conta Schèda (adottato dal XVIII sec), Schedàre, Schedàrio,
Schedarìsta col suff ISTA di collegamento ad un mestiere), Schedàto, Schedatòre, Schedatùra, Schedìna, l’accr
Schedòne, Schedulàre, questo fedele al lat, rintracciabile nel glb ingl Scheduler attraverso TO SCHEDULE
programmare e un inaspettato Scèda che sta per “scherno-smorfia” associato ad una “improvvisazione di
comportamento”; il termine Cèdola con Cedolàre è la mutazione ital del lat SCHEDULA nel XIII sec. Reperito
in ambito intellettuale e artistico-culturale il termine Autoschedìsmo “lo schedare se stesso” da uno Schedìsmo
traducibile in “ricorrente uso iudeologico, proprio o improprio, della schedatura”.
Storicamente noto Il processo delle schedature instradato nella seconda metà del XX sec in Veneto.
Ed ancora, dal lat CORDOLIUM composto da COR cuore e DOLIUM (relativo al dolore) su calco del gr
KORDIALGIA, da FAMILJA (lat class FAMILIA), da LOLIUM, da MULIER (ant MULIES), da PALEA (volg
PALJA), e da STIVILJA (lat medv), sono rispettivamente pervenuti Cordoglio, Famiglia, Loglio (graminacea),
Moglie, Paglia, Stoviglia.
Lòglio, dal lat LOLIUM, cui Loglierèlla (snm di Pagliettone) o Loglierèllo, Logliòso, il dim Loiètto, Lolìsmo
“intossicazione da loglio) e il prefissato Allogliàto (AD allativo), ha il snm in Zizzània dal lat ZIZANIA già gr
ZIZANION e che vale fig “discordia”, Il termine Lòia “ sporcizia untuosa sugli abiti” attestatosi in Emilia,
deriverebbe da Loglio.
Fuori percorso Loiolèsco, questo riferito a Ignazio di Loyola (1491/1556) fondatore dei Gesuiti, donde un
risvolto fig spregevole quale snm di Ipocrita cui Loioloscamènte.
\ Prefisso Suffisso FILLO
I termini Fìllade “sorta di roccia”, Fillìo “sorta d’insetto”, Fillirèa “sorta di pianta” sono tutti composti con PHYLLON foglia.
Da PHYLLON, l’ital conta il pref FILLO per composizioni quali Fillochinòne (ossia la Vitamina K, questa contrastante la
riduzione della coaguilità del sangue, presente nei pinoli, kiwi e in genere nei frutti di bosco), Filloclàdio (col gr KLADOS
ramo, snm di Cladofìllo), Fillodìa con Fillodìneo e Fillòdio (col gr OEIDES simile a…), Fillòfago, Fillòma 1 (suff medico
OMA affezione omologato nelle piante), Fillomanìa, Fillòpodi (Ordine di crostacei, col suff dal gr PODOS piede) con
Fillopòdio, Filloptòsi (col gr PTOSIS caduta), Fillosòma, Filòssera o Fillòssera e Filossèrico (col gr KSEROS secco),
Fillostictòsi (con Fillostìcta “genere di funghi” dannosi alle foglie e suff OSI di malattia), Fillostomatìdi (Famiglia di
mammiferi, col gr STOMATOS bocca); eppoi, il suff FILLO per prefissati e composti quali Acifìllo (col gr AKIS punta),
Afìllo (pref A privativo), Antofìllo (col gr ANTHOS fiore), Catafìllo (col gr KATA in giù), Cladofìllo (col gr KLADOS
ramo, snm di Fillocladio), Difìllo (col pref dal gr DIS “due-doppio”), Epifìllo (pref EPI), Eterofìllo, Ipofìllo, Mesofìllo (con il
gr MESOS medio), Microfìllo, Monofìllo, Nomofìllo (col gr NOMOS regola), Pastafìllo dalla locuzione Pasta fillo,
Pentafìllo, Polifìllo, Profìllo, Sarcofìllo (col gr SARKS SARKOS carne), Sporofìllo (col gr SPORA seme).
Termine alieno nel percorso è la Fillipsìte o Phillipsìte, un minerale dele zeoliti, così denominato in onore dello studioso W.
Phillips (1775/1828) 2 con suff ITE per minerali.
1
Relativo al Filloma e al suo margine l’ital conta il termine Crenàto con Crenatùra dal lat volg CRENA tacca.
Fra tanti altri minerali cha assumono il nome dei loro scopritori, si ha Domeytkite “rame minerale arseniuro” dal mineralogista Ignacy
Dometrko (1802/18889 e Koninckite “vitreo trasparente” daol geologo LG Koninck (1809/1887).
2
\ Frasca Fronda
Connesso a Foglia, il lat ha coniato VIRASCA verdeggiante (dal lat VIRIDIS verde), donde FRONS frasca, da un
BRASSICA di tema med BRASKE adottato dal gr e che, dal significato originale di cavolo, s’è svolto in Fràsca cui
Frascàme, il toponimo Frascati, Frascàto, Fraschèggio, Frascheggiàre, Frasconàia, Frascùme; eppoi, Infrascàre questo “tra le
frasche” con Infràsco “sostegno per rampicanti”. Invece, dal long HRAUSTA fascio di frasche, l’ital conta Ròsta questo fig
anche “serramento” cui il prefissato Arrostàre (AD allativo) con valore di “dimenare” o “ripararsi”.
Da FRONS, il genitivo FRONDIS è stato adottato dal lat cristiano in FRONDIA piccola foglia, cui Frònda, Frondìfero,
Frondòso, attestatisi in Frònza, Frònzolo e Fronzùto cui il prefissato iterativo Rifronzìre questo da Fronda inc con Fronzolo.
Frònda dal franc FRONDE è fig un movimento d’opposizione politica, così battezzato in Francia nel XVII sec contro
l’assolutismo di Anna e del cardinale Mazzarino.
GANGLIO
Pare che dai latini l’ital abbia ereditato la pron più fluida e moderna; a ritroso nei tempi, attingendo direttamente
ai progenitori greci, pare invece che l’tal si conti ancora le tracce di un gutturalismo primordiale i cui termini qui
si riportano.
Gànglio è parente a GANGLION tumoretto. Glinònio o Glicòneo è il nome di un verso ottonario che ci viene dal
poeta Glykon italianizzato Glicone. Connessi con la rad GLYK dolce l’ital conta Glicemìa con Glicèmico,
Gliceraldèide, Gliceràto, Glicèrico, Glicèride con Triglicèride meglio Triglicèridi “lipidi” nelle analisi del
sangue, Glicerìna o Gliceròlo (suff INA e OLO chimici); la Glicerina fu una scoperta casuale di C. Scheele che
nel 1783 mise involontariamente assieme Ossido di piombo con Olio d’oliva.
Il percorso prosegue con il suff GLICERO per composti quali Glicerofosfàto e Glicerofosfòrico, eppoi il suff
GLICO o GLUCO cui Glicìde o Glucìde con Glicìdico o Glucìdico, Glicìmetro, Glicìna o Glucìna (suff chimico
INA), Glìcine, Glicòlico o Glucòlico cui Acido glicolico, il glb Glìcol attraverso l’ingl GLYCOL, Glicolàto,
Glicòsio o Glucòsio o Glucòso attraverso il franc GLYCOSE del quale l’ital ha tratto il suff OSIO o talvolta
OSO con valore di “carboidrato” (omn del suff *OSO aggettivante), Glucìnio snm di Berillio, i composti
Glucagòne (“ormone” con il lat AGERE agire), Glucoammìna, Glucòmetro, Gluconeogènesi o Gliconeogènesi,
Glucurònico (con Uronico), Glicosìde o Glucosìde e Glicosìdico con Glicosidàsi e Aglicòne (ellittico di
Glicoside con pref A privativo e suff ONE), Glicòso, il pref-suff GLICO per composizioni quali Glicocòlla snm
di Glicina, Glicòforo, Glicogènesi con Glicogenolìsi e Glicògeno, Glicòlido, Glicolìpide, Glicolìsi, Glicometrìa,
Gliconeogènesi, Glicopèptide, Glicoproteìna con Glicoprotèico e Glicoprotèide, Glicoregolaziòne, Glicoracchìa
54
(col suff dal gr RHAKHIS colonna vertebrale), Glicosaminoglicàno (composto da Glicosio, Amino e suff
GLICO), Glicosilaziòne (col suff ILE e suff sostantivante), Glicosùria o Glucusurìa (con suff URIA che vale
“urina”) dal gr GLYKYS cui GLEUKOS mosto e l’ital Gleucòmetro snm di Mostimetro; la rad GLYK pare si
sia assimilata con DLYK, cui il lat DULCU e DULCIS. Una miscela di Glicosidi con Agliconi di Alcaloidi è
indicata con Solanìna dal lat SOLANUM con suff chimico INA cui Solanàcee (patate, peperoni, pomodori,
tabacco…) dal lat SOLANUM “nome di pianta” cui Solanìna (suff chimico INA). Da GLYPHE intaglio, incisione, l’ital
conta Glìfo “scanalatura” (dallo scolpire) cui Glìttica o Glìptica con Glìttico o Glìptico, e i termini prefissati
quali Anàglifo o Anaglìpto “piccolo bassorilievo-cesellato” con Anaglìptico o Anaglìttico e Anaglìttica, Dìglifo
“doppiamente scanalato” con pref DI che sta per BIS, Trìglifo, il pref GLITTO o GLIPTO in composizioni quali
Glittografìa, Gliptogènesi, Glittotèca o Gliptotèca. Ieroglìfo o Geroglìfo cui Ieroglìfico o Geroglìfico o ancora
Geroglìptico è la composizione col gr HIEROS sacro dalla locuzione HIEROGLYPHIKA GRAMMATA lettere
sacre incise, con apofonia del gruppo HIE in GE; donde il calco Arboglìfico “scrittura incisa sulla corteccia
degli alberi” con il lat ARBOR albero; il geroglifico indicante “gambe e piedi” sarebbe stato il primo segno più
che avrebbe ispirato il corrente + di genesi tedesca.
Ancora, Glùma “buccia dei cereali” snm di Bràttea o Ipsofìllo, dal lat GLUBERE sbucciare cui
Glumeàle,Glumèlla o Glumètta, Glumifòre (con FLOS FLORIS fiore, Ordine botanico), eppoi Glùteo dal gr
GLOUTOS natica il quale, comunque, in anatomia non è snm di Natica, poiché i glutei sono i tre muscoli che
costituiscono la natica (piccolo, grande e medio). Infine, Glaucòma foneticamente inv dal gr GLAUKOMA è dal
GLAUKOS cilestrino cui Glàuco “ceruleo tendente al verde”, Glaucòfane (col suff dal gr PHAINEIN apparire),
Glaucòmio (col suff da MYS topo), Glauconìte (col suff ITE per minerali), Glaucòpide (col suff da OPS
sguardo)
\ Esiste a Milano una via dedicata al musicista tedesco Christoph Gluck vissuto nel 1700; l’interesse per questo personaggio è divampato a
seguito del successo di una canzone di Adriano Celentano. \
Una particolarità è nel termine non gutturale Gliòmmero intrigo, così metaf dal lat GLOMUS viluppo-intreccio
(svoltosi nel significato di gomitolo); Gliommero è anche una particolare elaborazione poetica in napoletano.
L’etim è incerta, tuttavia, è vrs un termine addolcito dai latini attingendo ad un primitivo gutturale Gliòma
tumore, d’identico percorso col gr GANGLION. Altra particolarità è nel lemma gutturale Glissàre, che pare
derivi dal lat GLACIARE scivolare; il termine sarebbe transitato dal franc GLISSER, ritornandoci come
francesismo, mantenendone il gutturalismo obbligato, ovvero del gruppo letterale lat GL(ACIARE), cui
Glissàndo (sostantivo).
Il lemma Ghìro, con Ghirètto e un non comune fig Ghirèsco (relativo al suo mitico sonno), permane coerente con
la pron gutturale dal lat GLIRUM già class GLIS GLIRIS, cui Glìridi (la Famiglia); questo termine era vrs
destinato a smarrire la propria pron gutturale se fosse rimasto fedele all’origine italianizzandosi Gliro; il gr conta
ELEIOS ghiro cui Eliòmio “roditore dei Gliridi” con MYS topo, altrimenti detto fig Quercino,
Altro suono gutturale addolcitosi è Gèrlo “cavo” da Ghèrlo di Gherlìno attraverso il franc ant GUERLIN, vrs
connesso con Gerla devb del lat GERERE portare e quindi rientrato alle origini.
\ La lingua italiana, quindi, contiene il gruppo trilitterale GLI indivisibile ed omografo, da solo o inserito nei
lemmi, ma bi-fono a seconda delle sue radici. Non sarebbero quindi in Omonimia (parole uguali), perché questa
definizione include sia l’Omografia (parole scritte uguali) sia l’Omofonia (parole uguali nel suono) ma con
significati diversi.\
\ Natica Scalmo
Il termine Nàtica, meglio Nàtiche, è dal lat tardo inv NATICA, questo dal class NATIS natica, vrs connesso con Nàtola
“apertura della scalmiera”.
Scalmièra è il derivato da Scàlmo, questo dal lat SCALMUS già gr SKALMOS remo, cui Interscàlmio o Interscàlmo,
connesso con SKALLO scavo; da non equivocare con il percorso di Scalmanarsi (Ved Caldo Freddo… in Sala…).
\ Prefissi OMO OMEO
Il gr conta HOMALOS uguale, cui il pref HOMOS italianizzato OMO in composizioni quali Omocèli “Ordine di Poriferi”
(col gr KOILOS cavità), Omocèrco dal gr KERKOS appendice codale, Omocìclico, Omocinètico, Omocromìa con
Omocromàtico, Omodònte “stessi denti” con Omodontìa dal gr ODONTOS dente, Omoeròtico con Omoerotìsmo o
Omosessualità, Omofilìa con Omòfilo, Omofonìa “identità fonica tra elementi” con Omofònico e Omòfono, Omografìa con
Omogràfico e Omògrafo “identica grafia”, Omogamìa dal gr GAMOS matrimonio con Omogamètico, da Omogeneo
(analizzato altrove) si conta Omogenàto o Omogeneizzàto con Omogeneità, Omogeneizzatòre e Omogeneizzaziòne, con
Omogenizzàre, Omogentìstico, Omogràmma, Omolateràle, Omònimo con Omonimìa e Omonìmico, Omomorfòsi o
Omomòrfosi, Omorgànico, Omoritmìa, Omosfèra, Omotetìa con Omotètico (col gr THETOS collocato), Omotipìa con
Omotìpico, Omotonìa con Omotònico, Omotopìa con Omotòpico, Omòtteri (Sottordine di Insetti Emitteri, col gr PTERON
ala), Omozigòte.
Homofobìa indica avversione psicologica per l'uguaglianza e pertanto dell'omosessualità.
Termine alieno Omoplàta omn di Scapola con il gr OMOS spalla e PLATYS largo.
Col pref AN privativo si ha Anomalìa dal gr ANOMALIA con Anomalìsta (col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in
ISMO, qui da un sottinteso Anomalismo non linguistico) e Anomalìstico, Anòmalo da ANOMALOS.
Omousìa è dal gr HOMOUSIA con USIA sostanza-essenza e, come sancito dal Concilio di Nicea, sta per “consustanzialità
del Figlio col Padre e con lo Spirito Santo”, cui Omousiàno.
Omofagìa con Omòfago, invece, vale “il mangiare carni crude, col gr OMOS che si potrebbe intendere “il mangiare uguale
sostanza, di cui si è fatti”, ponendo in connessione i due pref. Il termine prefissato Esòmide “sorta di tunica greca” è
composto col gr EKSO fuori e OMOS che qui vale carne nuda poiché lasciava scoperta la parte destra del torace.
Omozigòte o Omozigòto con Omozozigòsi e Omozigòtico vale “con geni di origine paterna e materna”, termine biologico
con il gr ZYGOTOS aggiogato.
55
Un secondo pref OMEO dal gr HOMOIOS simile, in connessione col primo, va a comporre termini quali Omeomerìa (col gr
MEROS parte), Omeomorfìsmo e Omeomòrfo, Omeopatìa con Omeòpata o Omeopàta, Omeopàtico e Omeopatìsta (col suff
ISTA di collegamento ad un mestiere in omn col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO), il chimico Omeopolàre o
Omopolàre snm di Covalente, Omeorìtmo, Omeòsi con Omeòtico, Omeosmòtico (da Osmosi), Omeosòmo (col gr SOMA
corpo), Omeostàsi o Omeòstasi (col gr STATIS stabilità) con Omeostàtico e Omeòstato o Omeosràto Omeotelèuto o
Omeotelèuto o addirittura Omoiotelèuto (col gr TELEUTE fine, compimento) sta per “contrassegnato da identità di
desinenza” e quale figura retorica indica una successione di termini con identiche sillabe finali omofone, praticamente come
se fossero rime; ancora Omeotermàle con Omeotermìa, Omeotèrmico e Omeotèrmo, Omeotònico
\ Suffisso ONIMIA Suffisso Prefisso ONIMO
Antonimia
Derivano dal gr ONYMA variante volg di ONOMA nome da rad NOMN, cui Nòme che nella Roma lat era di natura
gentilizia preceduto dal Prenòme e seguito dal Cognome, Nomàre, Nomèa, Nomenclatùra, Nomìgnolo (dim), Nòmina,
Nominalìsmo, Nominànza, Nominàre, Nominatìvo sia aggettivo sia sostantivo e nella declinazione è dalla locuzione lat
NOMINATIVUS CASUS, Nominàto, Nominaziòne, il composto Nomatofobìa “avversione per i nomi” da non equivocare
con Nomofobia.
Eppoi Onomàstica con Onomàstico cui Deonomàstica e Deonomàstico (pref DE sottrattivo) “vocabolo tratto da un nome
proprio, cognome, etnico-demotico o toponimo” quali Biedermeier “stile d’arredamento semplificato dal cosiddetto Impero”
tratto da un personaggio letterario del XIX sec”, Rodomònte con Rodomontèsco tratto dall’omn personaggio ideato da L.
Ariosto (1474/1533) cui Ariostèsco e nell’Orlando Furioso da M. M. Boiardo (1441(1494) nell’Orlando Innamorato,
l’omologismo Chippendàle “stile per mobilio” da Th. Chippendale (1718)1779), Sibarìta “persona raffinata” cui Sibarìtico
dall’ant colonia gr Sibari nell’attuale Calabria, Sinopìa “tinta rossastra” da Sinope sul Mar Nero.
Con i pref, il percorso conta Anònimo “privo di nome” da ANONYMUS (pref A privativo) cui il sostantivo Anònima,
Anonimàto e Anonimìa, Annominaziòne da ADNOMINATIO (pref AD allativo), Antonimìa con Antonìmico
(contrapposizione retorica tra due termini) col pref ANTI, Denominàre (pref DE conclusivo) o Dinominàre cui Denominàle o
Denominatìvo, Denominatòre e Denominaziòne, Eteronimìa (con HETEROS diverso) con Eterònimo, Etnònimo (sostantivo
o nome etnico), Nuncupàre e Nuncupatìvo prendere il nome con CAPS di CAPERE, Onomanzìa (aplologico da
Onomamanzìa, vale divinazione attraverso le lettere del nome), Onomasiologìa con Onomasiològico, eppoi Sunnominàre con
Sunnominàto.
Eteronimia, cui Eteronimo, vale parole naturalmente appaiate, ma di etimo diverso (Moglie e Marito - Fratello e sorella…) il
contrario di Omonimia, e Zoònimo “nome di animale soggetto a studi”, Onomanzia è l’arte divinatoria attraverso i nomi delle
persone. Onomasiologia è la disciplina che studia le diverse espressioni lessicali di una medesima idea o immagine in seno ad
una o più lingue.
In complanare al generico Onomastica, ma adottato per accezione nello studio dei nomi propri di persona, gli antroponimi, è
lecito, a parere dell’autore di queste pagine, utilizzare il termine Cognomàstica e Cognomàstico, relativo, nello specifico, allo
studio dei cognomi. Eppoi Rinomàre (pref RI frequentativo) cui Rinomànza, Rinomàto attraverso il franc RENOMME
famoso (corretta accentazione e pron renommé), infine Rinominàre (RI iterativo).
Il termine prefissato Pronòme vale “al posto del nome” su calco del gr ANTONIMOS cui Pronominàle, Pronominalizzàre,
Pronominalizzaziòne; la grammatica italiana conta Pronomi dimostrativi, Pronomi interrogativi, Prionomi personali,
Pronomi possessivi e Pronomi relativi.
\ Nomignoli d’amore
In tutto il mondo, tra innamorati esiste una certa consuetudine di rivolgersi adottanto un nomignolo. Ciò che segue è un
piccolo campionario.
Pistacchio mio in Turchia
Miele in Inghilterra
Liquirizia in Olanda,
Paperetta di gomma in Germania
Bebè d’amore in Francia
Forbicetta in Ungheria
Regina dei miei sogni in Armwenia
Amarena in Russia
\ Suffissi NOMIA NOMO - Prefisso NOMO
Antinomia
NOMIA, dal gr NOMOS, di tema NEMO io amministro, quale suff vale legge-norma-amministrazione, cui, col pref ANTI,
Antinòmìa con Antinòmico (contrapposizione logica tra due proposizioni), eppoi Agronomìa, Anomìa con Anòmico “assenza
della legge” col pref A privativo, Eunomìa col pref EU buono vale Buon governo, Eteronomìa questo il contrario di
Autonomìa e vale dipendenza da volontà estranea alla sua (per esempio, alle leggi), Foronomìa “termine per progetti
idraulici” (col gr PHOREO trasporto), eppoi Tassonomìa o Tassinomìa “classificazione”, cui Tassinomìsta, nella linguistica,
pedagogia e nelle scienze naturali dove appare snm di Sistematica, Tassonòmico e Tassonomìsta (col suff ISTA di
collegamento ai sostantivi in ISMO, qui da un sottinteso Tassonomismo non linguistico), questi dal gr TASSEIN classificare,
ordinare.
NOMO, quale suff, vale la designazione personale relativa alle attività elencate col suff NOMIA, cui Antònimo (termine
contrapposto), Agrònomo, Eterònomo, Autònomo, e Zoòno (esperto d’allevamento). Quale primo membro lemmatico,
NOMO vale ancora legge, regola, cui Nomografìa leggi scritte, Nomotèta (col gr THETES da TITHEMI porre) colui che
stabiliscei
\ Prefisso ETERO
Composizioni lemmatiche col pref ETERO derivante dal gr HETEROS diverso, ci vengono i vari Eteroàtomo, Eterocàrpo
con Eterocarpìa e Eterocàrpico, Eterocèntrico con Eterocentrìsmo, Eterocèrco “sorta di coda ittica” ( col gr KERKOS coda),
Eterocìclico (da Cìclo), Eteroclìto con Eteroclisìa (da Clìsma), Eteroclàmide con Eteroclamidàto, Eterocromìa con
Eterocromosòma e Eterocromosòtico, Eterocronìa con Eteròcrono (col gr KHRONOS tempo) snm di Arìtmico in campo
medico, Eterodìna (col suff dal gr DYNAMIS potenza) con Supereterodìna, il sociologico Eterodirètto “influenzato e
condizionato dall’esterno, dai suoi persuasori occulti e non” (preda del Super io), lo zoologico Eterodònte (mammifero dai
56
denti di diverso aspetto, con ODUS dente), Eterodossìa con Eterodòsso (contrario di Ortodosso - pref ORTO Ved Ruota…),
Eteroeducaziòne “affidata del tutto ad un estraneo”, il botanico Eterofillìa con Eterofìllo (col gr PHYLLON foglia), il
mucicale Eterofonìa con Eterofònico, Eterogamète con Eterogamètico e Eterogamìa con Eterògamo, Eterogèneo con
Eterogeneità, Eterogènesi, Eterogonìa, Eteroinnèsto o Eterotrapiànto, Eterointegraziòne, Eterolalìa (col gr LALIA loquacità),
Eterolìsi con Eterolìtico (col gr LYSIS scioglimento) in opposizione a Omolìsi con Omolìtico (col gr HOMOS uguale),
Eterològico con Eterèlogo, il botanico Eteròmero (col gr MEROS parte), Eterometàbolo (col gr METABOLO io trasformo),
Eteròmidi (Famiglia di Roditori, col gr MYS topo), il botanico Eteromorfìsmo con Eteromòrfo e il biologico Eteromorfòsi,
Eteropàtico, il patologico Eteroplasìa col chirurgico Eteroplàstica, il chimico Eteropolàre snm di Ionico, Eteropòlio (ellittico
con Monopolio), Eteropsònio (col gr OPSONION provvista di alimenti), Eteroscopìa “facoltà paranormale” che
permetterebbe di scrutare con i soli occhi l’interno dei corpi, Eterosessuàle cui l’ellittico Etero-ètero con Eterosessualità
“attrazione naturale per l’altro sesso” opposto a Omosessualità, Eterosfèra (ellittico con Atmosfera), il linguistico
Eterosillàbico “vocale o consonante che non appartiene etim alla sillaba esaminata”, lo zoologico Eterosòmo (col gr SOMA
corpo), Eterosuggestiòne “nei riguardi di una persona estreanea”, Eterotàssi o Eterotassìa (col grc TAKSIS ordine),
Eterotermìa con Eterotèrmo, Eterotopìa con Eterotòpico (col gr TOPOS luogo), Eterotrofìa con Eterotròfico e Eteròtrofo,
Eteròtteri (Sottordine di insetti, col gr PTRON ala, che include la Pulce), infine il genetico Eterozigòsi con Eterozigòte o
Eterozigòto.
Heterofobìa indica avversione per il sesso opposto.
Uno scrittore può raccontare una storia in cui la sua persona è assente; è il caso di un rapporto Eterodiegètico. Ove invece
narri un avvenimento che lo vede fantasticamente, virtualmente o realmente, protagonista, il rapporto diventa Omodiegètico
(pref OMO uguale). Diegètico e Diegèsi sono dal gr DIEGESIS racconto, composto col pref DIA attraverso e il lessema
HEGEISTHAI condurre, guidare, in correlazione con Esegèta o Esegète, Esegètica, Esegètico ed Esegèsi da EKSEGESIS
narrazione o interpretazione (da parte dello studente, ricercatore, critico) col pref EX fuori, il doppio prefissato Epesegèsi
con Epesegètico “narrazione aggiunta” da EPEKSEGESIS (col pref EPI “sopra-di nuovo”).
Il termine Lessèma, unità lessicale, è dal gr LEKSIS parola, cui Lessìa, Lessicàle, Lessicalizzàre, Lessicalizzaziòne, Lèssico
questo dal gr LEKSIKON libro delle parole snm di BIBLION, i composti Lessicografìa con Lessicogràfico e Lessicògrafo,
Lessicologìa con Lessicològico e Lessicòlogo, Lessicometrìa, Lessicostatìstica con Lessicostatìstico, i prefissati Alessìa
“afasia sensoriale” col pref A privativo cui Alessifàrmaco, Dislessìa col pref DIS “male”. Corrispondente al Lessema l’ital
conta Semèma quale unità di tratti semantici (suff gr EMA di Fonema, Grafema, Lessema, Morfema…)
\ Prefisso Suffisso DOSSO
Con DOSSO, dal gr DOKSA opinione, lode, sono stati coniati i termini Dossàstico, Dòssico, composti quali Dossografìa con
Dossogràfico e Dossògrafo “raccoglitore di opinioni”, Dossalogìa o Dossologìa oppure Demodossalogìa (col gr DEMOS
popolo) eppoi Dossologìa “brano glorificatore cui Dossològico, infine Ortodòsso e Eterodòsso rispettivamente chi ha e chi
non ha l’opinione ufficiale relativa alla dottrina riconosciuta.
Il suo omn, il sostantivo Dòsso, è invece dal lat volg DOSSUM, a sua volta dal lat class DORSUM dorso, inc con il last
class OS osso, questo successivamente svoltosi nel volg OSSUM; cui Dossàle, i prefissati Addossàre (AD allativo) con
Addossàbile, Addossamènto, Addossàto e Addòsso dalla locuzione A dosso, Indossàre (IN illativo) con Indossatòre,
Indossatrìce e Indòsso dalla locuzione In dosso eppoi Sdossàre (pref S sottrattivo). In percorso il prefissato fig Paradòsso
“trave principale” omn di Paradosso “strano”.
La locuzione ital Pronto d’essere indossato, riferita a un capo d’abbigliamento,è stata accantonata adottando il glb franc Pret
à porter.
\ Le misure ideali per una indossatrice degli anni Trenta, secondo l’Ente della Moda indicava mt 1,60 di altezza con 60 kg di peso.\
\ *Età Evo Epoca
Età, con la variante Etàte o Etàde, dal lat AETAS, nel significato di durata della vita, per estensione termine adottato nella
preistoria e nella geologia, è il lemma astratto da AEVUM tempo cui Evo-èvo.
Il gr conta AION ONOS età-evo cui direttamente in ital Eòne “essere intermediario tra Dio e gli uomini” secondo la dottrina
gnostica e che non proprio alcuna Paremtela con l’omologismo Eonìsmo snm di Travestitismo, ispirato nal diplomatico
francese Ch. D’Eon, e con Eonìstica “ arte arte basata sull’ornitomanzia” dal gr OIONISTIKE da OIONOS uccello.
Da Età, cui il prefissato Coetàneo (CUM associativo), ci viene l’aggettivo Etèrno con Eternità, Eternamènte, Eternàre o
Eternizzàre con Eternàbile e Eternatòre, Eternàle, Eternalmènte, Eternìsmo (filosofico), il prefissato Coetèrno; Sempitèrno
questo col pref SEMPI tratto dal lat SEMPER cui Sèmpre, il prefissato Insempràrsi e il composto Semprevìvo. Le forme in
locuzione Età virile, Età adulta… Il termine Eternìt o Eternit-èternit è un marchio registrato nel 1940 per un discusso
prodotto edile.
L’ingl conta AGE età cui il diffusissimo glb Teenager “adolescente” per accezione tra i 13 e 19 anni, composto con TEEN
che è il derivato di TEN dieci; il termine AGE si ripete in franc con l’identica traduzione, nel pref ital GERO svoltosi in
vecchiaia, tutti in connessione indoeur con il rad AG condurre-portare e pertanto vale “conduzione degli anni”.
L’uomo del 2008 ha un’età media di 87 anni, nello specifico 85 per il maschio e 89 per la femmina, con una rispettiva attesa
di 89 e 93 nel 2030.
Evo è storicamente composto con Medio, cui Coèvo “contemporaneo” (CUM associativo), Medioevàle o Medievàle,
Medioevalìsmo o Medievalìsmo, Medioevalìsta (col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO in omn col suff ISTA
di collegamento ad un mestiere che qui si sovrappongono) o Medievalìsta, Medioevalìstico o Medievalìstico, Medioevìstica;
ma ancora gli ipocoristici Medievìsta con Medievìstica.
La differenza tra Evo ed Era è che il primo riguarda la civiltà e la cultura, in esso contenute, cui la locuzione Evo moderno; il
secondo parte da avvenimenti rilevanti quale Era cristiana o Era volgare (dalla Nascita di Cristo), Era geologica; il snm è
Epoca, questo però in tempi più contenuti quale Epoca delle crociate, pertanto Epoca può essere considerata “parte di Era”.
Il lemma Epoca-època, infatti, è dal gr EPOKHE sospensione, cui Epocàle e il termine filosofico Epochè che vale
“sospensione dell’assenso” o “del giudizio” essenziale al saggio perché si tuteli l’atarassia.
Il lemma Era vale “numero di anni” (Ved Rame Bronzo Stagno nella terzina seguente Mitra…)
\ Gli storici hanno suddiviso le vicende della Terra in Preistoria (antecedente alla scrittura), Storia antica o Evo antico sino alla caduta
dell’impero romano), Storia medievale o Medio Evo o Medioevo o Età di mezzo (sino alla Scoperta dell’America nel 1494), Storia moderna
o Evo moderno (sino al Congresso di Vienna nel 1815) e Storia contemporanea o Evo contemporaneo.
In particolare, la Preistoria (Età della pietra, Età del bronzo e Età del ferro) inizia con la comparsa dell’uomo e cessa con la nascita delle
57
civiltà che vengono a costituirsi; nel IV millennio aC in Egitto e Mesopoitania, secolo VII-VII aC nella penisola italica, secolo VII-IX dC
nell’Europa settentrionale. Basso Impero Romano o Tardo Impero Romano è storicamente compreso tra la presa di potere di Diocleziano nel
284 dC e la Caduta dell’Impero Romano nel 476 dC mentre Basso Medioevo o Alto Medioevo lo è tra l’anno 1000 e la Scoperta
dell’America.
Si presume che la Storia moderna possa essere estesa e abbia termine con l’esplosione sperimentale della prima Bomba atomica sull’atollo di
Bikini o con il piede di N. Armstrong posatosi dalla scaletta del LEM sulla superficie lunare o con la Caduta del Muro di Berlino: pertanto
occorre un rifacimento della suddivisione per adeguare la Storia contemporanea alle nuove generazioni.
In seguito, poi, nei secoli a venire, per lo scivolamento delle date racchiudenti, il Medioevo così conme racchiuso oggi non potrà più
rappresentare l’Età di mezzo \
MITRA MITRA MITRALE
MITRA
Mìtra al mas è l’ipocoristico di Mitràglia, traslitterato dal franc MITRAILLE insieme di monetine, con rad franc
ant MITE monetina di rame; nel suo genere mas, la semant lo ha voluto insieme di proiettili, insomma, un’arma
a rapida successione di colpi.
Il Mitridatìsmo, fuori percorso, è l’assuefazione al veleno, a scanso di attentati, ingerito metodicamente a piccole
dosi, che secondo i tramandamenti, sarebbe stata escogitata da Mitridate VI Eupatore, re del Ponto, la storica
regione dell'Asia Minore sul Mar Nero.
\ Rame Bronzo Stagno
Ràme, elemento conosciuto sin dall’antichità, ha naturalmente una primordiale rad, il cui termine è da AYES che stava per
Rame e poi anche Bronzo. Dalla rad è pervenuto Eneo-èneo, cui il composto Eneolìtico, dal lat AENEUS rame, sul calco di
FERREUS ferro e AUREUS oro; e, ancora, Era-èra, che sta per numero (di anni), dal lat AERA cifra-numero plur fig di
AES AERIS denaro, questo svoltosi in bronzo da AYES rame, donde Estimàre con Estimatìva ed Estinmaziòne e gli aferetici
Stimatìva e Stimaziòne, Estimo-èstimo con l’obsoleto Stìmo, Stìma con l’obsoleto Stìmo devb da Stimàre dal lat
AESTIMUS superlativo di AES, cui Stimàbile, Stimatòre i prefissati Autostìma e Disistìma; termine alieno Stimatizzare
questo da Stigma.
I Verbi estimativi, in forma passiva, sono quelli che appaiono in concomitanza con il Complemento predicativo (essere
considerato, essere valutato…)
Il Ràme, quale minerale (simbolo chimico Cu) è presente negli alimenti quali il pollame, i legumi, frutti di mare, nelle ciliege
e nei cereali. Nel percorso ital di Rame, troviamo Ramàio, Ramaiolàta o la variante Romaiolàta, Ramaiòlo o Ramaiuòlo o la
variante Romaiòlo, Ramàre, Ramàta con Ramàto e Ramatùra (omonimi di Ramata, Ramato e Ramatura da Rame), e vrs
Ramàrro associando il termine a “verde rame”cui la variante volg Ràgano o Ràcano e Ragnàlla; eppoi Ramèico, Rameòso,
Ramìfero (omn di Ramifero da Rame), Ramìna, vrs Raminàta “recinto”, Ramìno “recipiente di rame” vrs connesso con
l’omn gioco del Ramìno.
Il termine Rame è connesso con il sct TAMRAM rame donde TAMRAH color rame rintracciabile nel malese TAMBAGA e
svoltosi nel franc TOMBAC cui l’ital Tombàcco, una sorta di ottone di lega rame-zinco dal colore che pare oro e quindi
utilizzato in bigiotteria.
Dallo specifico lat CUPRUM rame, l’ital conta Cupràto, Cuprène (suff chimico ENE), Cùpreo questo aggettivo da
CUPREUS, Cùprico, Cuprìfero (dal lat FERRE portare), Cuprìsmo, Cuprìte (suff ITE per minerale), il pref CUPRO per
composizioni quali Cuprallumìnio, Crupammònio, Cuprolèga.
Il gr conta lo specifico KHALKOS rame cui il pref CALCO (da non equivocare con Calco dal verbo Calcare) per
composizioni quali Calcocìte (con Calcìte dalla quale s’estrae il rame), Calcòfora “sorta di coleottero” (col gr PHER io
porto), Calcografìa con Calcogràfico e Calcògrafo in correlazione con i vari Calcolitografìa, Calcosiderografìa (col gr
SIDEROS ferro), Calcosilografìa (col gr KSYLON legno) dove il pref CALCO “rame” permane assimilandosi a Calco
“impronta-stampa”. Eppoi Calcoidèo “simile al rame” (col suff EIDES somiglianza), Calcolìte (suff ITE per minerali),
Calcolìtico, Calcopirìte, Calcotipìa. Per le diverse etim, dalla locuzione storica Età del Rame si ha Calcolìtco, l’età tra quella
della pietra e del rame; dall’Età del Bronzo si ha Eneolìtìco.
Attraverso l’ingl si conta il glb Shaffield (neologismo del XX sec) che sta per “lastra di rame (placcato)” inv dall’omn
toponimo.
Il rivolgimento semantico di Rame in Bronzo è stato certamente ispirato dalla fusione con lo stagno; Brònzo, dal lat
BRUNDUM, infatti, vale brace accesa, cui Brònza, Bronzàre, Bronzàto, Bronzatòre, Bronzatrìce, Bronzatùra, Brònzeo,
Bronzètto, Bronzìna, Bronzìsta (col suff ISTA di collegamento ad un mestiere in omn col suff ISTA di collegamento ai
sostantivi in ISMO), il prefissato Abbronzatùra,
Stàgno, dal lat STAGNUM o STANNUM, omn di Stagno “acquitrino”, è un termine “moderno”, di probabile origine celt,
cui Stàgna “recipiente di stagno”, Stagnàre (omn di Stagnare “di acque”), cui Ristagnàre), con Stagnàio o Stagnàro, Stagnàta,
Stagnàto, Stagnatòre e Stagnatrìce, Stagnatùra e Stagnìno questo snm di Magnano e Calderaio, eppoi Stagnìna e Stagnòla; da
includere i lemmi complanari fedeli al lat STANNUM cui Stànno, Stannìfero, con Stànnico, Stannìte e Stannòso utilizzati in
chimica.
\ Le Ere e le Età
Era antica include tutto l’aC, l’avanti Cristo.
Era volgare parte dalla nascita di Cristo, attraversa i nostri giorni e corre nel futuro…
I periodi principali, accantonando la presistoria, sono :
Antichità comprende la storia dalla comparsa della civiltà egizia e sumera fino alla caduta dell' Impero romano d' occidente il
476 d. C.) . Un periodo di circa 4mila anni.
Medioevo (Età di mezzo) 11 secoli dal 476 dC alla scoperta dell’America nel 1492 .
Età moderna 3 secoli buoni dal 1492 al 1815; alcuni storici, però, la segnano sino all’alba della Rivoluzione Francese, il 1789
data della convocazione degli Stati Generali.
Età contemporanea dal 1815, data del Congresso di Vienna, ai nostri giorni.
MITRA
Mìtra al fem (ma anche MITRIA), ci viene dal gr MITRA, assunto poi immutato dal lat (MITRIA) ed è la
contrazione di Mìtera - con epentesi della vocale e - originario dal persiano MITHRA la tiara dei sovrani. Oggi
58
è il copricapo vescovile e di alti dignitari della chiesa, i Mitràti, ovvero degni di indossare la Mitra. Il verbo
d'azione è Mitràre, che vale coronare con Mitra o insignire di carica vescovile.
S. Biagio è infatti indicato Il Mitrato perché è raffigurato con la mitra.
\ ...e se, in un passato, il copricapo dignitario MITHRA non fosse stato altro che una corona di penduli metallici MITE (rame, argento, oro...),
per diversificarlo dalla corona di olivo, di pino, d’alloro, o d’altro, per atleti, artisti.\
Il snm Tiàra è di origine persiana, svoltosi in gr-lat in TIARA, giuntoci immutato. L’attinenza di questo termine
alle pratiche religiose-rituali, farebbe pensare ad un’arcaica rad comune con Tìade “baccante” dal gr THYAS,
con Tìaso “sodalizio di fede” dal gr THIASOS, e con il pref TEO, che oggi vale il nostro Dio, dal gr THEOS,
nato nelle contrade che videro le civiltà storiche dell’umanità, Teìsmo, Teìsta (col suff ISTA di collegamento ai
sostantivi in ISMO in omn col suff ISTA di collegamento ad un mestiere), Teìstico, che appaiono anche in
composizioni quali Monoteìsmo con Monoteìsta e Monoteìstico “fede per un solo Dio” con Enoteìsmo (col gr
HEN uno, vale nei Veda “adorazione per una sola divinità” tra le altre riconosciute ed è la premessa per il
Monoteismo , Diteìsmo “credenza nelle due divinità del bene e del male” ( pref DI due) e Politeìsmo con
Politeìsta e Politeìstico (per più Dei), col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO; e gli onomastici Teo,
Tecla dal gr THEOKLAIA di considerazione divina, Timoteo dal gr TIMOTEOS stimato da Dio.
Da non equivocare con Ditelìsmo “credenza della duplice natura di Cristo, l’umana e la divina” questo composto
col pref DI due e col gr THELESIS volontà cui ancora Monotelìsmo, Monotelìsta e Monotelìtico col pref
MONO uno, solo “credenza nell’unicità della natura di Cristo”.
\ Ci si chiede se l’umanità, nel momemto in cui ha inteso il bisogno di fede religiosa, sia stata monoteista o politeista. In proiezione
preistorica, l’adorazione per il Sole, che rappresenta la vita e la luce, è certamente Monoteismo. L’avvento di nuovi idoli, uno o due (Bene e
Male) per ogni tribù - l’idolo benefico è del vincitore, quello malefico è dello sconfitto - avrebbe condotto, in tempi d’incessanti conquiste ed
egemonie, via via all’adozione di una collettività divina, tale da svolgersi in politeismo. Inoltre, se l’idolo rappresentava il protettore della
principale attività (artigianato, pesca, caccia, guerra…) in seno alla tribù, è vrs che la collettivizzazione pagana abbia acceso l’incipit per
quella moltitudine di Dei greci e romani, che sarebbero stati omologati nei santi protettori istituiti dal Cristianesimo.\
\ Prefisso divino TEO
Ambrosia Ambra
Il pref divino TEO dal gr THEOS è rintracciabile in molte composizioni lemmatiche dal gr quali Teobromìna inv da
THEOBROMA questo con BROMA nutrimento, Teocàlli “casa del dio” omologismo di genesi azteca per accezione “tempio
a piramide”, Teocèntrico e Teocentrìsmo cui Teocentrìsta con KENTRON centro “relativo a Dio” in contarpposizione con
Antropocentrismo, Teocrasìa con KERANNIMI miscelo (vale fusione di Dei), Teocrazìa con KRATIA signoria, Teodìa con
OIDO canto, Teodicèa con DIKE giustizia, Teofagìa con PHAGOS mangiare (vale mangiare la vittima sacrificale),
Teofanìa “manifestazine divina” (di Dio nel cristianesimo) con PHAINEIN manifestarsi, Teofillìna questo un inc tra
THEOBROMA e PHYLLON foglia con suff INA, Teòforo o Teofòrico dal gr PHOROS porto vale colui che porta il nome
di un dio (vedi Apollonio da Apollo e, in era cristiana, potrebbe essere chi, ad esempio, è chiamato Crocifìsso, Nazareno),
Teogonìa cui Teogònico, con GONOS generazione vale l’origine degli Dei 1, Teologìa con Teologàle cui la locuzione Virtù
teologali (Fede, Speranza e Carità), Teologàre, Teologìsmo e Teòlogo tutti con LOGOS studio; ancora, Teosofìa e Teòsofo
con SOPHIA scienza, Teomòrfo con MORPHE forma. Il lemma Entusiàsmo è dal gr ENTHUSIASMOS da EN THEOS
(pref EN dentro) e sta per che ha Dio in sé cui Entusiasmàre, Entusiàsta, Entusiàstico; l’ingl conta TO FLIP entusiasmarsi,
ma anche agitarsi cui l’omologismo Flippàre con Flippàto, e il glb Flipper.
Teobròma “pianta del cacao” sta per “cibo degli dei”, in complanare con Ambròsia e l’aggettivo Ambròsio dal gr-lat inv
AMBROSIA “ciò che appartiene agli immortali” e quindi “cibo agli Dei” in binomio con Nettare “la bevanda degli dei”;
fuori percorso Ambrosiàno, questo derivato da S. Ambrogio, onomastico che vale “immortale” fig ispirato all’Ambrosia.
Il termine Ambra-àmbra, dall’ar ANBAR ambra grigia, tradotto in lat medv AMBAR, pare sia stato connesso ad Ambròsia
“che appartiene agli immortali”, ovvero agli dei, per la sua miracolosa proprietà magnetica se strofinata; fuori percorso
Ambrogètta “mattonella di terraglia smaltata” sovrapposto al franc LAMBRIS rivestimento a piastrelle.
\ La mitologia narra che Giove colpì con una saetta il dio Fetonte, figlio di Elio (Sole) o di Eos (Aurora), facendolo precipitare nel fiume
Eridano, l’ant idronimo del Po, poiché, guidando sprovvedutamente il carro solare consegnatogli dal padre, si era avvicinato troppo alla terra
rischiando di distruggerla. Le lacrime delle sorelle straziate dal dolore, esse poi tramutate in pioppi, divennero gocce di ambra così da
comporre tra gli uomini un perenne ricordo del dolore.
La proprietà elettro-magnetica di questo minerale fa pensare che il mito, come tanti altri, non è altro che la descrizione di un fenomeno
scientifico così da essere compreso nei canoni culturali di allora. L’utilizzo dell’ambra era già noto tra gli antichi, i quali addirittura
avrebbero costruito primordiali “pile elettriche” che producevano un voltaggio impercettibile ma utile per scopi artigianali come la doratura
di metalli.
Il fiume Eridano, altra tesi vuole che sia il Rodano, percorso dagli Argonauti, è mitologicamente nato dall’accoppiamento delle divinità Teti e
Oceano. L’etim dovrebbe essere connesso con il gr ERIDAINO io lotto-combatto, certamente in riferimento alle esondazioni. Infine, c’è da
includere Eridio, l’altro limnomino del Lago d’Idro, questo forse da una composizione gr di ERIDAINO e HYDOR.
Il lat conta il proprio SUCCINUM per Ambra, cui Succìno, Succìnico, Succinìte (suff ITE pe minerali).
Tornando al pref divino TEO, questo non è da considerare in composizioni quali Teorèma, Teoremàtico, Teorèsi in
opposizione alla Prassi, Teorèta, Teorètica, Teorìa, Teòrico… queste dal gr THEORIA ciò che si spiega con la mentemeditazione da THEOREO vedo-osservo, anche se l’associazione con Dio non appare casuale. Fuori percorso ancora
Teocritèo “bucolico” da Teocrito, il poeta gr (IV-III sec aC), Teodolìte dall’ingl THEODOLITE strumento a cannocchiale,
Teodosiàno relativo all’imperatore d’Oriente Teodosio II (401-450).
Geova, che sta per Dio, è l’italianizzazione, ovvero un omologismo, dell’ebr YAHWEH con le varianti in IEHOUA,
IEHOUAH, IEHOVA e IEHOVAH, cui Geovìsta.
Pare in una certa connessione che si sperde nella notte delle rad, il termine cinese TAO col gr THEOS, che dal significato di
via-strada s’è attestato nel significato ideologico-teologico di “Legge dell’Universo”, cui Taoìsmo, Taoìsta e Taoìstico; un
po’come le forme ital moralistiche e comportamentali in locuzione Strada giusta e Strada maestra.
1
Il gr Evemero, vissuto nel IV-III sec aC, asseriva che l’origine degli dei era di natura umana, poiché considerava questi personaggi
straordinari che si erano conferiti natura divina; donde la dottrina Evemerìsmo, una sorta di Arianesimo ante litteram, che avrebbe negato la
Consustanzialità di Cristo.
59
MITRALE
Mitràle è la valvola cardiaca fig simile alla Mitra, cui l’aggettivo Mitràlico, ma, riflettendo, potrebbe ricordare il
Mitra per la successione dei battiti.
Vàlvola è il dim di Valva “guscio” (Ved Lacuna…) con la variante Vàlvula dal lat VALVULA, cui, nei risvolti
tecnici, anatomici e musicali, Valvolàme, Valvolàre, Valvolopatìa o Valvulopatìa, Valvulìte, Valvuloplàstica. Le
Valvole, fin troppo note ai tempi dei primi apparecchi radio e televisivi, erano una sorta di ingombranti gusci a
camera stagna, contenenti Dìodo (pref DIS due volte), Trìodo1, Pèntodo (pref dal gr PENTE cinque), con suff
DO estratto da Elettrodo, ovvero, a due, tre e cinque elettrodi, via via rimpicciolite e poi sostituite dai Transistor,
questo brevettato il 1950 da J. Bardeen e W. H. Brattain. Transìstor, voce ingl adottata nel linguaggio glb, è
l’ipocoristico di TRANSFER RESISTOR ovvero trasferimento di un segnale elettrico attraverso una resistenza;
ma se analizziamo l’etim scopriamo, se ce fosse ancora bisogno, l’appartenneza indoeur riversatasi nel lat: il
primo termine della locuzione ci viene quindi dalla composizione lat TRANSFERRE donde TRANS attraversoFERRE portare e il secondo dalla composizione RESISTERE donde RE indietro-SISTERE fermare, cui, nel
primo percorso, l’inv Trànsfer, Transferàsi (suff medico ASI), Trasferìre (in concorrenza con Traslare) con il glb
ingl Trànsfer, Transferàsi (suff medico ASI), il glb franc Transfert (in psicoanalisi), Trasferimènto “portare da
una sede ad un’altra”, Trasfèrta questo attestatosi in “trasferimento provvisorio”, il glb franc Trànsfert e, nel
secondo percorso, Resistènte, Resistènza, Resistenziàle, Resistività, Resìstere, Resistòre.
L’unità di misura della Resistenza elettrica è Ohm dal nome dello scienziato G. S. Ohm (1787/1854).
Attraverso l’ingl TO SWITCH trasferire, si conta il glb Switch in terminologia borsistica e tecnica e Switching
in quella dell’informatica e degli allenamenti muscolari.
1
Dall’acronimo dell’ingl LIGHT EMITTING DIODE è nato il moderno termine elettronico Led.
\ Ipocoristico
Ipocorìstico (col gr pref HYPO e KORIZESTAHI vezzeggiare, il suff aggettivale ISTICO) vale per abbreviazione lemmatica
di un termine o di una locuzione, come Auto-àuto per Automobile, Sub per Subàcqueo, il Prof per Professore.
Professòre con Professoràle, Professoràto, Professorìno, Professòrio e Professoròne, è dal lat PROFESSOR composto da
PRO davanti e FATERI confessare, riconoscere di FARI parlare, raccontare cui Professàre con Professànte, Professàto,
Professatòre, Professiòne, Professionàle, Professionalmènte, Professionalità, Professionalizzàre, Professionalizzazione,
Professionìsmo, Professionìsta, Professionìstico, e uno spregiativo Professoràme (suff AME poer collettivi); da notare che,
grazie al suff PRO, l’originaria semantica di Professare “dichiarare apertamente, pubblicamente qualcosa, confessare un
sentimento”, si è attestata in “esercitare un mestiere pubblico”.
In ipocoristico onomastico, poi, si ha Franco per Francesco, Matùsa per Matusalemme... comunque, mai nel senso appuntato
(Spett. per Spettabile), di sigla o dim (Nino da Gaetanino di Gaetano). Può essere assimilato ad un’ellissi o viceversa nel
senso di “sintesi”.
\ Epentesi Anaptissi Protesi Metatesi Sintesi
Melotesia
Epèntesi, con l’aggettivo Epentètico, vale Inserzione, dal lat EPENTHESIS inserzione, immutato dal gr, con due pref EPI
sopra EN in al nome d’azione THESIS da TITHEMI porre, cui Tèsi “asserzione filosofica” (omn-snm di Tesi quale termine
ritmico opposto ad Arsi) con i derivati Tesìna e Tètico; in connessione si ha il letterario Atetèsi da ATHETOS (pref A
privativo) fuori posto cui Atetizzàre, il patologico Atetòsi (suff patologico OSI) con Atetòsico cui la locuzione Movimenti
atetosici. In campo linguistico, per Epentesi s’intenda l’inserimento di un suono alieno (non etim) nei corpi lemmatici, vedi
Inverno la cui prima n non appare nell’etim lat HIBERNUS; lo scopo è di addolcirne la fonetica.
Anaptìssi-Anaptìttico, dal gr PTYSSEIN piegare connesso a PTERON di Ala, viepiù, è il fenomeno poetico-linguistico per
cui viene inserita una vocale, a differenza dell’Epentesi, solo in un gruppo consonantico, per agevolarne la pron, quali Asima
per Asma, Fantasima per Fantasma.
Da non scambiare, però, con Pròtesi, dal gr PRO-THESIS da PROTITHEMI porgo avanti, che è l’aggiunta di un suono
alieno all’inizio del lemma, per fini fonetici (Istrada per Strada, Ischerzo per Scherzo) cui Protètico; con il snm Prostètico più
che altro attestatosi in medicina da Pròstesi dal gr PROSTTHEMI aggiungo,applico. In questo percorso si può includere la
locuzione inv dal gr Hysteron proteron (con HYSTERON posteriore) “l’ultimo che è posto in avanti (per primo)” che, in
qualità di figura retorica, indica l’inversione temporale degli avvenimenti o delle azioni, allo scopo di infondere una
maggiore espressività o un aggiustamento metrico nella poesia; il fenomeno assume la definizione di Isterologìa questo però
omn di Isterologia col pref ISTERO utero.
L’Epentesi, l’Anaptissi, la Protesi e L’Epitesi (Ved Tema…) sono molto amate dai poeti classici, per la possibilità che
offrono di modificare la ritmìa metrica del verso per meglio armonizzarlo nella strofa. “il fantàsma del castèllo”, infatti,
avrebbe l’ictus (accento tonico principale, dal lat ICTUS gettato quale Pp di IACERE) sulla 3^ e 7^ sillaba, mentre “la
fantàsima del castèllo” lo avrebbe sulla 3^ e 8^. “Andàr in stràda (a) mendicàre” avrebbe l’ictus sulla 2^, 4^ e 8^ e “andàr in
istràda (a) mendicàre” l’avrebbe sulla 2^, 5^ e 9^.
La Metàtesi, cui Metatètico, dal gr META THESIS, infine, è lo spostamento di una lettera (fonema) all’interno delle parole,
come Strùpo e Stùpro, entrambi corretti, anche se il primo tende decisamente ad archiviarsi; l’errore ricorrente è unificare i
due termini in Strupro.
Stùpro-Strùpo dal lat STUPRUM, Stupìre da STUPERE con Stupòre da STUPOR e Stupìto, Stupefàre da STUPEFACERE
con Stupefacènte e Stupefàtto, eppoi Stupèndo dal gerundivo STUPENDUS e Stùpido da STUPIDUS… derivano tutti etim
dalla rad ST(R)UP battere. Il percorso conta il prefissato Ostupèscere con OB quale rafforzativo e l’incoativo lat
STUPESCERE di STUPERE.
Direttamente dal gr, rispecchiando le definizioni scientifiche, Metathesiofobìa indica la paura dei cambiamenti.
\ L’imperatore svevo Federico II, per antonomasia, era Stupor mundi; a suo ricordo, oltre a Federico, l’onomastica conta Sveva in onore
della patria dei suoi avi, la Svevia.\
Antìtesi, in retorica, con l’aggettivo Antitètico, è logicamente in opposizione a Tesi, ognuna vale ciò che autonomamente è
situato, sostenuto, dimostrato e, nell’insieme, costituiscono l’Antinomia, poiché non compatibili; qualora, però, si raggiunga
un soddisfacente compromesso, meglio, un terzo momento, s’ottiene la Sìntesi; l’articolazione tesi-antitesi-sintesi costituisce
60
il Ritmo dialettico.
Sìntesi è dal da SYNTHETIS (pref SYN insieme e TITHENAI porre) con Sintetàsi, Sinteticità, Sintètico cui Fibra sintetica,
Sintetizzàre (da non equivocare con Sìndesi e derivati).
Il termine Melotesìa, col gr MELOS membro e THESIS vale in astronomia l’assegnazione delle varie parrti del corpo umano
all’influsso dei corpi celesti.
\ Idiota Zotico Scemo Stolto
Quali snm o consimili di Stupido troviamo Idiota, Scemo e Stolto. Idiòta (attestatosi largamente dal XIII sec), con la variante
Idiòto, è un esito metaf dal lat IDIOTA già gr IDIOTES cittadino escluso da ogni carica pubblica, connesso con il pref gr
IDIO particolarità, cui Idiotàggine, il relativo Idiòtico questo dal lat volg IDJOTICUS già gr IDIOTIKOS, eppoi Idiotìsmo
quale termine medico-patologico e sopravvissuto col valore di “espressione linguistica fuori delle regole” fig dal gr
IDIOTOSMOS “vita da privato” da IDIOTES, infine Idiotizzàre questo sia “rendere idiota” e sia “far largo uso di idiotismi
linguistici” 1; il trattamento della dj del lat IDJOTICUS in z ha prodotto Zòtico 2 (dal XIV sec) cui Zoticàggine, Zotichèzza e
Zoticòne.
Il sostantivo Scèmo (adottato dal XIII sec) è dal Pp lat volg EXSEMARE prendere la metà sottraendola all’intero quale
denm da SEMUS mezzo, metà col pref EX sottrattivo, cui Scemàre e Scemamènto questo in riferimento alla Luna calante;
Scemo, allora, è passato dall’originale significato generico di “a metà” allo specifico corrente fig “cervello a metà” cui il Pp
aggettivato Scèmo (sempre dal XIII sec) con Scemàta, Scemènza e Scemenzàio, la variante Scimunìto attestatasi
successivamente nel XIV sec cui Scimunitàggine.
La locuzione Arco scemo indica in architettura un arco a sesto ribassato.
Stòlto, dal lat STULTUM chi s’è pacato, Pp di STOLERE con rad STEL essere tranquillo cui Stoltèzza e la variante Stoltìzia
entrambe da STULTITIA, e il composto Stoltilòquio (con il lat LOQUI parlare); il snm Stòlido da STOLIDUS è un’invettiva
che può rivelarsi meno litigiosa di Stolto. Il rad lo ritroviamo nel ted STILL tranquillo.
1
Esempio di Idiotismo è la costruzione in lingua italiana utilizzando espressioni dialettali
Il lemma Zotico, da una recente ricerca linguistica, è posto in testa ad una classifica di termini da salvare seguito da Uggioso e via via, in
ordine alfabetico, da Abominio, Accozzaglia, Becero, Bislacco, Ciarpame, Nefando, Oblio.
2
\ Prefissi Suffissi *EPI *IMO *IPO *IPER
EPI
Epi, primo membro di parole composte, dal gr EPI (EPHI) che sta per sopra, in, di nuovo e, più in generale, davanti,
aggiunta, ripetizione, sovrapposizione, successione, con una numerosa serie di prefissati da Epiblàsto (col gr BLASTOS
germe), Epibolìa “sovrapposizione” in correlazione con Embolia, il patologico Epicànto col gr KANTHOS angolo
(dell’occhio), Epicàrdio e Epicardìte correlativi di Pericardio e Percardite. Eppoi Epicàrpo che è lo strato esterno (superiore)
del frutto, snm Esocàrpo col gr EXO fuori composto con KARPOS che vale anche giuntura dal che il frutto è tutt’uno col
(aggiunto al) ramo, cui Carpìa e Càrpico utilizzati relativi al suff CARPO, Càrpo “giuntura” della mano, il polso, cui
l’avverbio Carpòni o Carpòne e Metacàrpo con Metacarpàle. Epicèno col gr KOINON genere comune vale “promiscuo”,
Epicèntro col gr KENTRON vale “nel centro” per accezione riferibile ai terremoti, cui Epicentràle. Epigènesi “tecnica
embriologica” con Epigenètica che vale “modulazione dell’espressione del gene” ed Epigenètico; eppoi Epigenìa “processo
di fossilizzazione”. Epigèo dal gr EPIGEIOS composto con GE terra (termine botanico e geologico), Epigìno col gr GYNE
donna (termine botanico). Epìgrafe col gr GRAPHO vale “scrivo sopra” cui Epigrafìa, Epigraficamènte, Epigràfico ed
Epigrafìsta, cui ancora Epigràmma, Epigrammàtica dalla locuzione EPIGRAMMATIKE TEKHNE “arte-tecnica degli
epigrammi” con Epigrammaticamènte, Epigrammàtico, Epigrammìsta e Epigrammìstico. Epilàmina (con Lamina) cui
Epilamìnico, Epilèmma “premessa”. Epilessìa (col gr LEPSIS presa- attacco) con Epilèttico cui Epilettifòrmne “in forma di
epilettico”, Epilettògeno “che genera crisi epilettiche” ed Epilettòide (suff OIDE simile) “sintomo simile a quello epilettico”.
Epilìmnio col suff dal gr LIMNE lago. Epìllio col gr EPOS racconto (epico). Epilòbio “sorta di pianta” dalla locuzione gr
EPI LOBU ION viola su un baccello. Epìlogo col gr LOGOS vale “dire di nuovo, aggiunta” cui Epilogàre con l’iterativo
Riepilogàre, Epigolatùra, Epigolaziòne o Riepìlogo, in correlazione con Prologo. Epimàco “sorta di uccello” col gr MAKHE
competizione vale fig “alleato”. Il botanico Epimèdium altrimenti detto Erba della capra in calore. Epimorfòsi (col gr
MORPHOSIS conformazione), Epinefrìna con NEFRO e suff chimico INA snm di Adrenalina, cui Norepinefrìna snm di
Noradrenalìna col pref chimico NOR. Epinìcio col suff dal gr NIKE vittoria vale “canto sulla vittoria”. L’anatomico
Epìploon col suff tratto dal gr PLEKSIA piega cui Epiplòico e Epiploìte, il composto chirurgico Epiploplàstica. Il letterario
Epirrèma (correlativo di Paràbasi) inv dal gr EPIRREMA “aggiunta” conneso con il lat ARARE di rad ERE tirare-solcare
con valore di “tracciare”, pertanto vale “aggiunta a ciò che è già tracciato”. Il patologico Episclerìte col gr SKLEROS duro e
suff medico ITE. Episcòpio “strumento ottico” (omn-snm di Episcopio di “Vescovo”) cui Episcopìa, Episcòpico e il derivato
Epidiascòpio, col suff dal gr SKOPEO osservo; in complanare con Epìscopo col gr SKEPTOMAI “ispettore” che vale
“osservo da sopra” cui il lat EPISCOPUS lenito in EVISCOPUS per attestarsi in Vèscovo, donde Episcopàle Episcopaliàno o
Episcopalìsta con Episcopalìsmo, Episcopàto, Episcòpio (omn-snm di Episcopio “apparecchio ottico”), in complanare con e
Vescovìle, Vescovàdo o Vescovàto, Vescovìle.
A Cipro, un feudo aggiudicato alla famiglia Cornaro da Pietro I di Lusignano, re dell’isola, era indicato con Episkopi donde
il predicato “della Piscopia”, che appare oggi tra i non comunui cognomi.
Il numismatico Episèma col gr SEMA segno. Episòdio dal gr EPEISODION con EISODOS ingresso, questo a sua volta
composto da EIS verso e HODOS via, vale “azione collegata alla principale” cui Episodiàre, Episòdico con Episodicamènte
ed Episodicità. Il patololgico Epispadìa col gr SPADIZO ritiro, relativo alla pelle del pene.
Il percorso prefissato prosegue con Epispèrma, Epìstasi (col gr STASIS che si ferma) che in biologia indica prevalenza di un
carattere sull’altro, Epistàssi (colgr STAZEIN che gocciola) “sangue dal naso” cui Epistàòttico e Epistaxiofobìa che indica
paura del sangue dal naso, eppoi Epìstate (col gr STASIS che si ferma) che indica l’ant funzionario ateniese
insignito di massime funzioni, Epìtoco con Epitochìa o Epitocìa col gr TOKOS che genera, in biologia vale “fase
sessualmente matura”; ancora, Epìtopo (col gr TOPOS luogo) vale “antigenico”, Epìtrito col gr TRITOS terzo “piede poetico
di tre sillabe lunghe”, Epìtrope inv dal gr EPITROPE decisione, Epìtropo dal gr EPITROPOS funzionario, Epizòo (col gr
ZOION animale) vale “che si mette sopra altri animali” ma non parassita, Epizootìa o Epizoozìa con Epizoòtico attraverso il
franc EPIZOOTIE vale “epidemia animale”.
Il significato del pref EPI può contenere il valore di importanza retorica, come in Epifonèma ciò che è detto di nuovo, dopo
uno scritto o un pronunciamento, in espressione enfatica di morale o di sentenza, dal gr EPI-PHONEMA esclamazione.
61
Epifanìa dovrebbe entrare nella retorica, quale “apparizione della divinità”, dal gr EPI-PHAINES visibile, appariscente; il
termine, con lenizione sett della p in b ed aferesi della E è finito per mutarsi nel popolaresco Befanìa con la personificazione
nel fem Befàna.
\ Nel Veneto, per accezione nel veneziano, la Befana è chiamata Maràntega, dal lat MATER ANTIQUA madre antica.\
L’Epònimo (EPI ONYMA, questa variante dorica per ONOMA nome) è il personaggio da cui prende nome una località, un
periodo storico, cui Eponimìa.
Il chirurgico Episiotomìa composto con EPISEION regione pubica e il suff TOMIA dal gr TEMNO taglio varrebbe “operare
chirurgicamente al di sopra della zona anatomica che viene scossa (atto sessuale)” dal gr SEIO scuoto, questo in percorso
con Sisma dal gr SEISMOS scossa.
Il termine Epochè è direttamente dal gr EPOCHE arresto composto col pref EPI e ECHEIN tenere-avere, sta per
“sospensione del giudizio” (tenere sopra).
Da non equivocare nel percorso prefissato EPI termini quali Epilaziòne (pref EX estrattivo) cui Epilatòre ed Epilatòrio dal lat
EPILARE da PILUS pelo, snm di Depilazione da Depilare (DE privativo), Epiornitifòrmi “Ordine di uccelli Ratiti” col pref
dal gr AIPYS alto e ORNIS ORNITHOS uccello e FORMIS forma.
IMO
Imo-ìmo è un termine a sé, dal lat IMUS che sta nel luogo più basso, profondo usato anche come pref o suff adattati.
Imoscàpo “diametro della base di una colonna” dalla locuzione Imo scapo. Brùma, lat inv BRUMA, dalla locuzione BREVIMA DIES il giorno più breve, ovvero il solstizio d’inverno, cui Brumàio attraverso il franc BRUMAIRE il mese del
calendario rivoluzionario dal 22 ottobre al 21 novembre, Brumàle, Brumòso svoltosi in “nebbioso”; termine alieno, l’omn
Brùma “mollusco bivalve” dal gr BROMA cibo cui Brumèggio attraverso il genovese Brumesu “esca”. Col percorso lat
BRUMA è vrs connesso Brùno “scuro lucente”. con l’onomastico Bruno anche in cognomastica, attraverso il franc BRUN
cui Brunàstro (suff ASTRO), Brunèllo, Brunìccio, Brunimènto, Brunìre, Brunìto, Brunitòio, Brunitòre, Brunitùra, il
prefissato Rabbrunàre (pref RAD); termine alieno Brunìce dal lat PRUNA brace sovrapposto a Cinice.
Sòmmo o Sòmma o ancora un Sùmmo fedele al lat, cui Sommità, o Sommitàte, e Sommitàle, dal lat SUMMUS, dalla
composizione SUB IMUS, che infine risulta il più (alto) dal basso, dopo un macchinoso ragionamento, con il composto
Sommoscàpo e vrs il volg toscano Sommòmolo “frittella di pasta lievitata” questo fig “pugno” in riferimento alla
tumefazione che provoca; in altre aree linguistiche, in parallelo a questo termine, il corrispondente superlativo IMUS viene
dopo una base di partenza più chiara UP (ingl), AUF (ted) che valgono per sopra (ingl UPPER il più alto). In percorso
Sommìsta o Summìsta.
L’omologismo Sciumbàsci “il più elevato di grado nella truppa” è dall’amarico SUMBASI composto con il turco SUM capo,
che pare connesso con il lat SUMMUS.
Fuori percorso invece l’omologismo Sumo di voce giapponese che sta per un tipo di lotta orientale.
Con UP l’ital conta, in area glb, i pugilistici Uppercut snm di Montante e Undercut “colpo basso (alle costole)” con TO CUT
tagliare (qui colpire di taglio) cui Cutting “l’insieme di frammenti rocciosi”, il cinematografico Final cut ”taglio finale”,
Upgrade “miglioramento” e Upgrading “salire al livello superiore” con GRADE grado.
L’ingl Under vale sotto opposto di UP sopra cui i glb Underground “sotterraneo” svoltosi in campo artistico quale
definizione da contestazione, Underscore “sottolineatura” da TO SCORE segnare, Understatement “(sotto) mezza
asserzione” co STATEMENT affermazione-asserzione, Underwear “biabcheria intima” con TO WEAR indossare.
IPO
Primo membro di parole composte, IPO, dal gr HYPO, sta per “sotto, stato inferiore”, quali Ipocondrìo, con Ipocòndrico, dal
gr HIPOCHONDRION cartilagine sotto le costole, dove si ipotizzava avesse origine la malinconia (secondo Ippocrate,
infatti, la milza era la sua sede) pertanto Ipocondrìa e Ipocondrìaco. Ipocèntro (col gr KENTRON centro) per accezione
riferibile ai terremoti. Ipocrisìa o Ipocresìa con Ipòcrita da HYPO KRISIS vale “il giudicare sotto (l’apparenza)” ovvero
“simulazione”; snm di Ipocrita (adottato dal XIII sec) è Farisèo (dal 1300), cui Fariseìsmo (XIX sec), dall’aramaico
PERISHAYYA separati “appartenenti ad una setta giudaica prescristiana” tradotto in gr PHARISAIOS e in lat
PHARISAEUS donde il lemma ital.
Ipòfisi dal gr HYPOPHYSIS “escrescenza endocrina” attestatosi in “ghiandola”. con PHYSIS natura, cui Ipofisàrio, in
relazione con Epìfisi. Il sostantivo ed aggettivo Ipogèo col gr GE terra sta per ”sotterraneo-catacomba” cui il doppio
prefissato Semipogèico (SEMI-IPO) col suff aggettivante ICO, da qui la locuzione geologica Cripta semipogeica.
\ A Trinitapoli, nella foggiana capitanata, nel pieno del Tavoliere delle Puglie, è stato scoperto nel primo decennio del nuovo millennio, un
Ipogeo risalente al 2004 aC, ossia datato quattromila anni; l’eccezionalità del ritrovamento è che racchiude un osservatorio astronomico
puntato verso la costellazione Alfacentauro. \
Il percorso prefissato continua con Ipèrico “sotto l’erica” - altrimenti detto Scacciadiàvoli per la proprietà antidepressiva - dal
gr HYPO EREIKE cui Ipericàcee snm di Guttifere, Ipogeusìa (col gr GEUSIS gusto). Il fig Ipògino col gr GYNE donna, vale
“fiore con ricettacolo al di sotto dell’ovario”. Ipolìmnio col gr LIMNE lago, vale il punto più profondo di un lago”. Ipòmero
con il lat MEROS parte, termine dell’embriologia. Iponimìa e Ipònimo che in linguistica vale “vocabolo specifico”
diversamente da Iperonimia e Iperonimo. Ipòpio o Ipòpion con gr PYON pus. Iporchèma col gr ORKHEOMAI io danzo vale
“sorta di coro cretese” termine connesso con Orchestra. Iposcènio col gr SKENE scena, termine teatrale. Iposmìa col gr
OSME odorato vale “affievolimento olfattivo”. Ipostàsi, con Ipostàtico, vale “stare sotto” ovvero sedimento, anche termine
filosofico per “sostanza” e figura retorica che indica un concetto astratto reso concretizzato o personificato. Ipostenìa e
Ipostènico col gr STHENOS forza vale “ di forza debole” in correlazione con Astenia. Ipòstilo col gr STYLOS colonna vale
“colonnàto sotto il tetto”.
Ipotàssi con Ipotàttico da HYPO TAKSIS vale “proposizione subordinata” ovvero dipendenza, in opposizione a Paratàssi con
Paratàttico (pref gr PARA) donde il termine Paraipotàssi “procedimento sintattico” con Paraipotàttico. Ipotenùsa, lat
HYPOTENUSA dalla locuzione gr HYPOTEINUSA GRAMME “linea che si tende al di sotto”. Ipotipòsi dal gr
HYPOTYPOSIS abbozzo (con TYPOUN plasmare) e in qualità di figura retorica indica una descrizione plasmata in maniera
vivace; ed ancora termini quali Ipotonìa, Ipotrofìa, Ipovarìsmo (con Ovario), Ipovedènte, il patologico Ipovolemìa con
Volume e il gr HAIMA sangue vale “caduta volumetrica del sangue”.
Iponatremìa (composto con Natremìa) vale “diminuzione della concentrazione di sali minerali nell'organismo”
causata dal fatto che i reni non riescono a filtrare i liquidi eccedenti.
Termini alieni Ipomèa “Genere di piante” dal lat IPOMEA dalla composizione gr IPS IPOS verme e HOMOIOS simile,
62
IPER
Dal gr HYPER sopra, oltre cui HYPATE superiore donde Ipate-ìpate “corda superiore della cetra”, opposto a HYPO sotto
con questo connesso rad, può essere considerato complanare se non snm del lat SUPER, cui Iperìsmo adottato in linguaggio
artistico. L’ital conta un nutrito percorso prefissato, cui Iperacidità, Iperacusìa (col gr AKUSIS audizione), Iperacùto,
Iperaffaticamènto, Iperalgesìa (col gr ALGESIS dolore), Iperalimentaziòne, Iperattività con Iperattìvo, Iperazotemìa,
Iperazòturia o Iperazoturìa, Iperbàrico, Ipèrbato e Ipèrbole 1 con Iperboleggiàre, Iperbolèo, Iperbolicità, Iperbòlico,
Iperbolifòrme, Iperbolòide, eppoi Iperbilirubinemìa, Iperbòreo meglio Iperbòrei (col gr BOREAS settentrione, un
leggendario popolo che abitava l’estremo nord “di là del vento del nord”; come in ogni leggenda, un fondo di verità ci
dovrebbe pur essere e il pensiero va agli eschimesi.), Ipercalòrico, Ipercapnìa (col gr KAPNOS fumo), Ipercàrica,
Ipercatalèttico o Ipercatalètto, Ipercheratòsi, Iperchilìa, Ipercinèsi o Ipercìnesi con Ipercinesìa e Ipercinètico, Ipercloridrìa,
Iperclorùria o Iperclorurìa, Ipercolesterolemìa,
Ipercolìa (col gr KHOLE bile), Ipercorrettìsmo (col lat CORRIGERE correggere) che in linguistica indica il fenomeno per
cui un termine regolare viene considerato sbagliato; pertanto s’attesta erroneamente corretto, cui Zabagliòne invece di
Zabaiòne. Eppoi Ipercorrètto e Ipercorreziòne “sostituzione di un termine che a torto si ritiene errato”.
Il percorso prefissato IPER prosegue con Ipercrìtica, Ipercriticìsmo e Ipercrìtico “con eccessiva severità”, Iperdattilìa,
Iperdosàggio, Ipereccitàbile con Ipereccitabilità, Iperemèsi (col gr EMESIS vomito), Iperemìa (col gr HAIMA sangue) con
Iperèmico e Iperemizzànte, Iperemotività con Iperemotìvo, Iperergìa (col gr ERGON forza-azione), Iperestensiòne, Iperstesìa
(col gr AISTHESIS sensibilità), Iperfalangìa (malformazione alle falangi della mano o del piede), Iperfocàle (termine
fotografico), Iperfonèsi, Iperfosforemìa, Iperfunziuonànte, Ipoerfunziòne, Ipergeusìa (col gr GEUSIS gusto), Iperglicemìa
con Iperglicèmico, Iperglicìdico, Iperglobulìa, Ipergòlo (tripla composizione con ERGON e suff chimico OLO, vale
“combustibile ad alto potenziale”), Iperidròsi “sudorazione eccessiva, patologica” (col gr HIDROS che vale sudore),
Iperinflaziòne, Iperleucocitòsi, Iperlipemìa o Iperlipidemìa con Iperlipìdico, Ipermarket meglio Ipermercàto, Ipermenorrèa,
Ipermetrìa con Ipèrmetro, Ipermetropìa con Ipermètrope (colo gr METRON misura e OPOS occhio), Ipermnesìa (aumento
della capacità menmònica), Ipernefròma, Ipernutrìre con Ipernturiziòne, Iperòne (particella fiìsica con suff ONE come in
Elettrone); eppoi il linguistico Iperonimìa con Iperònimo “vocabolo di significato esteso” diversamente dall’Iponimìa con
Ipònimo e quale esempio vale una frase quale Il cavallo è un animale in cui Animale è l’iperonimo mentre Cavallo
l’iponimo.
Iperosmìa (col gr OSME odore), Iperossìa (questo con un suff OSSIA per Ossigeno), Iperossigenaziòne, Iperostòsi (col gr
OSTEON osso), Iperparassitìsmo, Iperpiressìa con Iperpirètico, Iperpituitarìsmo, Iperplasìa con Iperplàstico o Iperplàsico,
Iperpnèa (col gr PNOE respiro), Iperprotèico o Iperprotìdico, Iperprotettività con Iperprotettìvo, Iperrealìsmo “movimento
pittorico” con Iperrealìsta e Iperrealìstico, Iperreattività, Iperrecettività, Iperretroattìvo con Iperretroattività, Ipersecreziòne,
Ipersensìbile con Ipersensibilità, Ipersomìa (col gr SOMA corpo), Ipersostentàre con Ipersostentatòre e Ipersostentaziòne,
Iperspàzio, Iperstàtico, Iperstenìa (col gr STHENOS forza), Ipersuòno, Ipertelìa (col gr TELOS sviluppo) e l’omn Ipertelìa
(col gr THELOS capezzolo), Ipertèmpra, Ipertermàle, Ipertèsto con Ipertestuàle, Ipertonìa con Ipertònico, Ipertricòsi (crescita
abnorme di peluria su tutto il corpo), Iperurànio “di là del cielo” (col gr OURANIOS celeste-cielo), Iperurbanèsimo col snm
Iperurbanìsmo,
Iperurèsi snm di Poliuria, Iperuricemìa, Iperventilaziòne, Ipervitamìnico, Ipervolemìa questo con Volemìa che vale “volume
del sangue” dalla composizione Vol(ume)-Emia, l’aggettivo Ipètro col gr AITHRA etra (voce poetica per Etere) vale
“edificio privo di tetto” ovvero “all’aria”.
Vrs connesso con un ant rad d’origine, l’aggettivo Ipetràle o Ipètro dal gr HYPAITHROS “ a cielo scoperto-privo di tetto”.
1
Iperbàto e Ipèrbole (in questo caso IPER vale oltre) sono due figure retoriche.
Iperbato, normalmente poetico, è dal gr HYPERBATON spostamento, per cui, a scopo ritmico o stilistico, viene mutato l’ordine logico di
una proposizione: \...\ sopita nel mio dentro la speranza \...\ (SA dai versi “Diomedea” in “Letteratura Italiana Contemporanea” di N.
Bonifazi e R. Tommasi-Ed Helicon).
Ipèrbole, cui Iperboleggiàre, Iperbolicità, è dal gr HYPERBOLE eccesso per cui la norma quantitativa, a scopi metaforici, viene condotta in
maniera esagerata sia in eccesso sia in difetto: è una vita che non vado a trovarlo-mangio solo un boccone e poi di corsa al lavoro.
\ Brina Pezza Attrezzo Sarto
Dal lemma Bruma, inc con il lat PRUIN rugiada gelata cui Pruìna con Pruinòso, è sorto Brìna con Brinòso e, metaf,
Brizzolàto, questo attraverso il denm Pezzàre dal celt PETTIA macchia, inv nel lat, cui Pèzza, Pezzàme, Pezzàto, Pezzètto,
Pèzzo, Pezzòla o Pezzuòla, Pezzòtto, i prefissati quali Rappezzàre (dal XIV sec) - snm di Rattoppare (già nel 1556) - con
Rapperzzamènto, Rappezzatòre, Rappezzatùra e Rappèzzo, Spezzamènto, Spezzàre con Spezzòne, Spezzettàre, Spezzatìno,
Spezzatùra; il termine Pezzènte è alieno, ovvero pseudoetim, poiché è dal lat PETERE chiedere e quindi sta per “chi chiede
(l’elemosina)”; dall’ingl PATCH pezza, toppa, L’ital conta il glb Patch con il composto Patchwork “lavoro di cucito”.
Pezzènte è ancora fig una sorta di insaccato di carni povere.
Dall’inc di Pezzo con un ant franc ATTRAITS, già lat ATTRACTUS questo Pp di TRAHERE, cui Attràzzo, è sorto invece il
termine Attrèzzo con Attrezzàre e Attrezzàggio, Attrezzamènto, Attrezzatùra, Attrezzerìa, Attrezzìsta (col suff ISTA di
collegamento ad un mestiere in omn col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO), Attrezzìstica.
Il lat conta lo specifico SARCIRE per rappezzare-riparare donde Sàrcina, il pref Risarcìre con Risarcìbile e Risarcibilità,
Risarcimènto, Risarcitòrio, il derivato SARTOR SARTORIS cui l’ital Sàrto o Sartòre tratto dal nominativo e Sartòrio tratto
dal genitivo (postura tipica del sarto) cui la locuzione anatomica Muscolo sartorio, il composto Sartotècnica, eppoi Sartorìa,
Sartoriàle e Sartorialità.
Nel passato recente, Caterinètta stava per “sarta giovane” a ricordo di S. Caterina d’Alessandria d’Egitto.
\ Antonomasia Circonlocuzione Perifrasi
Antonomàsia è la sostituzione di un nome proprio con un attributo, un’apposizione, una locuzione o con un secondo nome
proprio famoso, per indicarne le qualità, inv dal gr ANTONOMASIA parola al posto di... o meglio contro denominazione
col pref ANTI al lemma ONYMA nome, cui l’aggettivo Antonomàstico. Per esempio, Dama Bianca per la compagna del
campione Coppi, Giullare per l’artista affabulatore Dario Fo, Regina (della canzone italiana) per la cantante Nilla Pizzi,
Segretario fiorentino per N. Machiavelli.
Perìfrasi è praticamente snm di Circonlocuzione, quel giro di parole che va oltre una locuzione, allo scopo di definire
qualcosa senza esprimersi direttamente, dal gr PERIPHRASE, composto da PERI intorno e PHRAZEIN parlare, cui
Perifrasàre con Perifràstica e Perifràstico su calco di Transfrastico (questo col pref TRANS) e di Olofrastico (questo col pref
63
OLO). Perifrastico, in riferimento ai verbi, cui le locuzioni Coniugazione perifrastica, Forma perifrastica, vale la
combinazione di un verbo con l’ausiliare
La Perifrasi è normalmente lodevole, pur talvolta adottata per ipocrisia, mentre la Cinconlocuzione può essere offensiva e
provocatrice. Beve parecchio succo d’uva per non dire direttamente che “beve vino con smoderatezza”.
VANO INVANO VANAGLORIA
VANO
Vàno è l’aggettivo che sta ad indicare “non serve a nulla-inefficace”, cui Vanificàre “rendere vano, inutile”,
Vànto col denm Vantàre ma che semant ha assunto il significato di “spazio vuoto-il vuoto dell’aria”;
l’onomastico Vanessa non pare di questo percorso, utilizzato storicamente da J. Swift (XVIII sec) in un suo
poemetto, a meno che non l’abbia coniato col pensiero al lat VANUS.
Vano lo ritroviamo erroneamente attestatosi in “stanza”; Vano, allora, un locale o parte d’esso, ma vuoto. Arriva
dal lat VANUS e questo modernizzato dall’ant VASNOS con rad WA ampliata di S attestata nell’area celt-ger. È
l’identica rad WA che ha condotto a Vàsto, che i latini pronunciavano VASTUS intendendo reso vuoto
(devastato), cui VASTARE svoltosi nell’ital Vastàre con Vastaziòne, Vastèzza e Vastità, il prefissato Devastàre
con Devastànte, Devastatòre e Devastaziòne (pref DE sottrattivo); il passaggio dal long WOSTI deserto ha
prodotto la mutazione della prima sillaba va in gua, cui Guastàre con Guàsto questo sia Pp aggettivato sia devb
sostantivo, eppoi Guastamènte, Guastatòre, Guastatùra, i composti Guastafèste, Guastamestièri, Guastastàmachi,
similmente a Guàdo con Guadàre, Guadàbile con Inguadàbile (pref IN negativo) dal lat VADUM di VADERE
andare passando dal franc WAD cui un Vàdo con Vadàre e Vadòso. Per associazione, non è difficile correlare
“devastato” a “svuotato” o “vuoto”, quindi, ecco il rivolgimento in Vàcuo dal lat VACUUM da VACERE già
class VACARE essere libero, cui Vacàre con Vacàbile, Vacànte “non occupato” con un ant Vacantàle e un
Vacanterìa, Vacànza “privo d’impegni importanti” cui Vacanzàre con Vacanzière o Vacanzièro, inv dal lat
Vacàtio (pron vacazio) con la locuzione Vacàtio legis e Vacaziòne, il termine Controvacànza di recente conio
(XX sec). Il percorso prosegue con Vacuàre e Vacuaziòne, Vacuìsta (col suff ISTA di collegamento ai sostantivi
in ISMO in omn col suff ISTA di collegamento ad un mestiere) e Vacuità, Vacuòlo con Vacuolàre e
Vacuolizzaziòne, Vacuòma con i composti Vacuòmetro, Vacuoscòpio, Vacuòstato, Vacuumterapìa; ma anche in
Vuòto con Vuotàre con Vuotàggine, Vuotamènto, Vuotàta, Vuotatòre, Vuotatùra, Vuotèzza, i composti
Vuotacèssi, Vuotamèle, Vuotapòzzi, Vuotazucchìne o Vuotazucchìni e, col pref EX estrattivo, Evacuàre con
Evacuamènto, Evacuànte, Evacuatìvo, Evacuàto, Evacuatòre ed Evacuaziòne “svuotamento”, Svuotàre con
Svuotamènto. In complanare si conta Votàre snm di Svuotare cui Votàggine, Votamènto, Votàta, Votatòre,
Votatùra, Votàzza questo inc con Gottàza, Votèzza; alieno il termine Votiàco questo relativo ai Votiàchi,
popolazione finnica cui Lingua votiaca.
Dall’aramaico REQA vuotezza, l’ital conta l’omologismo Ràca che non ha nulla di Ràcano questo una
mutazione da Ràgano di Raganèlla.
In giapponese, Vuoto si traduce KARA cui, attraverso l’ingl, la composizione glb Karaoke con l’ipocoristico di
OKE(SUTORA) orchestra, che pertanto vale “canto vuoto” ovvero senza accompagnamento musicale dal vivo.
Esistono i termini Vagànte “errante” e Vàgo “incerto”, che si rifanno fig al lat VAGUS desideroso, cui, nel senso
di “errante”, Vàgo (medicina) con Vagàle, Vagolìtico, Vagotomìa, Vagotonìa e Vagotònico, Vàgile “termine
della biologia” questo in opposizione a Sèssile, Vagàre dal lat VAGARI cui Vagabòndo 1 con Vagabondàggine,
Vagabondàggio e Vagabondàre, eppoi Vagolàre con Vagolànte (verbo iterativo di VAGARI) e i prefissati
Divagàre con Divagaziòne da DIS VAGARI, Svagàre da EVAGARI (S intensivo) cui Svagamènto,
Svagatàggine, Svagatèzza, Svagàto, Svàgo e l’intensivo Svagolàre con Svagolamènto, eppoi il fig Stravagànte
già Estravagànte cui Stravagànza dal lat EXTRAVAGANS EXTRAVAGANTIS; il termine Vàgone, sebbene sia
stato tratto dall’ingl WAGON, è derivato dal lat VAGUS nel senso di errante, viaggiante, e lo si ritrova nel franc
WAGON. Nel senso di “incerto”, Vagheggiàre con Vagheggiamènto, Vagheggiatòre, Vagheggìno, Vaghèzza.
Nel senso di “desideroso”, Invaghìre da IN illativo e VAGUS cui Invaghimènto e Invaghìto.
Sia “vagare” sia “essere incerto” e “desiderare” sono associabili all’idea del vuoto spaziale e mentale, pertanto è
vrs che abbiano assunto la lenizione di c in g dal lat VACARE essere libero; nel volg mer, infatti, Vacantìa sta
per “signorina-zitella” (vacante di marito) da Vacantìva lenito in Vagantìva e il termine ha il proprio mas per
“celibe” . Vagantìvo è ancora un termine usato nella pastorizia e nella pesca.
1
Furibondo, Vagabondo… come Moribondo, contengono un suff particolare BONDO coniato e adattato su modello del Pf passivo lat
MORIUNDUS del verbo MORI morire. Si potrebbe pensare ad una connessione del suff con il verbo lat ABUNDARE, o ad una
sovrapposizione, pertanto varrebbe Furibondo “abbondante di furia” , Vagabondo “abbondantemente vagante”, Moribondo
“abbondantemente vicino alla morte”, e così via.
In ital, il Pf lat in forma passiva è dato dal suff ANDO in termini sostantivati ed aggettivati quali Battezzàndo e Cresimàndo, Diplomàndo,
Giudicàndo, Monacàndo, Operàndo, Periziàndo, Permutàndo,.il matematico Radicàndo, Specializzàndo; da non includere i termini verbali al
gerundio sostantivati qualu Celebràndo, Commiseràndo, Lusingàndo, Miseràndo, Probàndo (dal lat PROBARE provare),Veneràndo,
Notificàndo, comunque differenziati da una sfumatura.
\ Sfarzo Pompa Sontuosità
Il significato di “Vanto inutile o bugiardo” è implicito nel termine napoletano Sfarzo, questo devb da Sfarzare “ostentare”,
attinto allo sp DISFRAZAR trasvestire, cui l’adozione ital di Sfàrzo, Sfarzosità, Sfarzòso.
Sfarzo ha il snm in Pòmpa, questo inv dal lat POMPA, dal gr PEMPO mando-porto-accompagno; pertanto, Pompa prevede
un accompagnamento, una processione, un corteo, un portare in trionfo, cui Pompeggiàre, Pomposità, Pompòso, il termine, in
eccessivo metaplasmo, Fànfano, di attestazione veneta, detto anche Pesce pilota (che porta) dei Carangidi, eppoi la locuzione
Pompe funebri snm di Onoranze funebri.
Esiste tuttavia l’omn termine Pòmpa col verbo Pompàre, dall’ol POMPE considerato di presumibile rad onomatopeica che
64
vale trarre, cui Pompàggio, Pompàta… ma il significato di mandare, portare, adottato dai greci in PEMPO fa supporre
un’origine comune. L’Arcangelo Michele è invocato Psicopòmpo, colui “che porta le anime” al giudizio divino.
Inoltre, nel volg sabino in contemporanea al lat, il termine POMPE indicava il numerale “Cinque (5)”, cui l’onomastico
Pompeo “il quinto nato dei figli”, corrispondente a Quinto dal lat QUINTUS; l’onomastico Quintino, ancora, non è il dim del
lat Quinto ma l’omologismo in onomastica del celt QUENTIN agile.
Pontino è una regione del Lazio dal lat POMPTINUS vrs connesso con il numerale, in una suddivisione territoriale, e Pompei
è lo storico toponimo campano, che piace relativo a “città lussuosa”, ricordando i suoi trascorsi cancellati dall’eruzione
vesuviana.
Altro onomastico d’origine preromana è Tito da TITIES che difende attraverso il lat TITUS, vrs connesso con la gens romana
TITIA (pron tizia) cui Tizio, Tiziano “della gens TITIA”. Tizi (TITIES) è il demotico di una delle tre tribù, che da fonti
storiche pare fossero etrusche, che costituivano la Roma di Romolo, assienme ai Luceri (LUCERES) e ai Ramni (RAMNES).
Altre fonti indicano invece i Luceri di stirpe etrusca (da un loro titolo onorifico), i Ramni di stirpe latina (coniato da Romolo)
e i Tizi di stirpe sabina (dal loro re Tito Tazio).
Tìzio si ritrova nella locuzione Un Tizio a indicare una persona indeterminata ed associato nella più estesa espressione Tizio
Caio e Sempronio (persone indeterminate).
Sontuosità, o Suntuosità, snm di Sfarzo e Pompa quale sfarzo, è dal lat SUMPTUOSITAS, cui Sontuòso o Suntuòso
dispendio, fig dal Pp SUMPTUS da SUMERE prendere, cui Sùmere con Sùnto, Sunteggiare e Suntuàrio con la locuzione
rinascimentale Leggi suntuarie “contro l’ostentazione del lusso” ma anche Arti suntuarie relative agli oggetti lusso; con i
pref, Assùmere con Assuntìvo, Assùnto “fatto proprio-tesi-incarico”, Assuntòre con Assuntorìa ed Assunziòne con
Assunzionìsta (col suff ISTA di collegamento ad un mestiere in omn col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO) e
con l’iterativo Riassùmere con Riassuntìvo, Riassùnto e Riassunziòne. Consumàre con Consumàbile, Consumànte, il Pp
Consumàto, Consumatòre cui il glb ingl Consumer svoltosi in contrapposizione a Professionale in campo dell’Informatica, la
locuzione Consumer benefit “beneficio per il consumatore”, eppoi Consumatorìsmo, Consumaziòne e Consùmo cui
Consumìsmo, Consumìsta e Consumìstico, eppoi i glb franc Consommè (corretto Consommé) “brodo ristretto (consumato
dall’evaporazione da cottura) cui il sostantivo ital Consumàto, l’ingl Consumer con la locuzione Consumer benefit “benefici
per i consumatori” e l’adattamento ital Consumerìsmo con Consumerìstico, in complanare con Consùmere, Consùnto e
Consunziòne, eppoi Consuntìvo con Consuntivàre attraverso il franc COMSOMPTIF. Desùmere, Desumìbile e Desùnto.
Presùmere, con il desueto Pressùmere, Presumìbile, Presuntìvo, Presùnto, Presuntuòso con Presuntuosàggine, Presuntuosità,
Presunziòne e la variante Prosùmere con Prosuntuòso e Prosunziòne. Sussùmere con Sussuntìvo e Sussunziòne. Transùnto
quale Pp del lat TRANSSUMERE cui un obsoleto Transuntàre, da non associare a Transumare composto invece da TRANS
e HUMUS terra (Ved Pref STRA… in Bastonare…). Il gr conta MARASMOS consunzione, cui Maràsma o Maràsmo
attraverso il franc MARASME, Maràntico dal gr MARANTIKOS logorante, Maràsmio (sorta di fungo); termine alieno
Marantàcee (Famiglia di piante) dal nome dello studioso B. Maranta (1500/1571).
\ Onomastica ebraica
Con Michele dall’ebr MI KHA EL “chi è come Dio?, assieme a Micaela e Micol, l’onomastica conta alcuni omologismi
dall’ebr composti con il termine EL ipocoristico di ELOHIM che vale Dio, sovente posto in finale, cui Daniele da DANI EL
Dio è mio giudice con Danilo, Elìa da EL YAH Dio è Dio poiché il secondo termine è l’ipocoristico di YAHVE (Yahvè) che
vale ancora Dio, Elisa ed Eliseo da EL ISH Dio è salvezza ma anche ipocoristico di Elisabetta questo da EL SEBHA Dio ha
giurato e da questo vrs la variante Isabella (questo, per altre fonti dal fenicio EZBEL amante), Elvira da ELBIRAH tempio di
Dio (oggi, chiesa), Emanuele da IMMANUEL Dio è in noi con Manuela e Manuele, Gabriele con Gabriella da GABAR EL
Dio è forte, Lazzaro da ELEAZAR assistito da Dio, Raffaele con Raffaello (Raffaela e Raffaella) da RAPHA EL Dio sana,
Samuele Dio ascolta.
YAHVE Dio è rintracciabile in Geremia da YERMEYAH esaltazione di Dio, donde il termine Geremìa “annunciatore di
sciagure” con Geremìade “lamentela” attraverso il franc JEREMIADE; eppoi in in Gessica o Jessica da ISKAH Dio vede, in
Giacobbe con Giacomo (cui il suo dim Mina dal fem Giacomina) e Jacopo, da JAAKOB seguace di Dio, in Gioacchino da
YOHAQUIM Dio rende forte, in Gionata o Jonathan inv da JONATHAN Dio l’ha donato (con MATHT dono, in Giosuè da
YEOSHUA Dio è salvezza in complanare con Elisa ed Eliseo, Giovanni col dim fem Vanna e il suo dim Nino da Johaman
dono di Dio con la versione russa Ivan, Giuda da JEHUDAH sotenitore di Dio, Giuditta da JEHUDITH loderò Dio, Giuseppe
con i dim Pino, Pippo da YOSEPHYAH Dio mi mandi altri figli, Isacco da YI ZAHAQ Dio gli sorride, Matteo col suo dim
Teo e Mattia da MATATH dono e YAH quale ipocoristico di YAHWEH pertanto dono di Dio in complanare sia con Gionata
e Giovanni sia con l’aramaico Taddeo da THADDAY dono di Dio e con l’onomastica gr Dorotea, Teodoro e Fedora; infine,
Tobia da TOBIJAH gradito a Dio e l’italianizzazione Zaccaria che in ebr vale Dio s’è ricordato.
Fuori percorso divino, invece, l’ital conta gli omologismi Betsabea settima figlia o figlia del giuramento, Davide da
DAWIDH diletto, Debora da DEBORAH ape e fig conduttrice, Efrem da EPHRAJIM fruttuoso, Ester attraverso l’assirobabilonese ISH TAR stella svoltosi metaf in dea (straordinaria la connessione di questo termine mesopotamico con il
percorso indoeur, quali il ted R(STERN, l’ingl STAR, che sta anche fig per divo o diva cui Starlet “giovane divo o diva” con
l’omologismo Starlètta e la locuzione pubblicitaria glb Star system, corrispondenti al gr (A)STER al lat-ital Stella e con
Astro), Giordano da JOR DAN svoltosi nel lat JORDANUS è ispirato all’omn idronimo del fiume cui anche un Giordano in
cognomastica, Ilenia “pianta” in concorrenza col gr Ilenia, Leila che vale “notturna” o fig “scura” dall’ar attraverso il
persiano, Lia da LE AH laboriosa, Maddalena “donna di Magdala” questa un toponimo sul lago Tiberiade, Mara con Marella
da MARAH amareggiata (straordinaria l’assonanza con l’indeur Amaro), Maria con Mariàno e Mariologìa riferiti alla
Madonna, e Marilena (sovrapposto a Maddalena) con Marisa (Maria e Luisa) incluso Miriam tutti da MARYAM o
MYRIAM composto di MAR goccia con YAM mare e vale “goccia di mare” connesso con l’egiziano MYRHIAM svoltosi
metaf in principessa
\ Maria Antonietta principessa d’Austria, futura regina di Francia, ebbe come pretendente Mozart, ancora entrambi in tenera età.
L’onomastica conta ancora Melchiorre da MELKI OR il mio re è luce in comune al fenicio MELK re rintracciabile nel
cartaginese Amilcare, Mosè da MASCIAH salvato dalle acque, Noè da NOAH quiete, vrs sovrapposto con la rad di NOESIS
intelletto, per la sua veneranda età (acquietata ma fervida di consigli) e che nel suo mondo era considerata fonte di
intelligenza (esperienza), cui Noàchide o meglio Noàchidi “i suoi discendenti”, il relativo Noètico omn di Noetico “relativo
all’intelletto”; l’onomastica ebraica prosegue con Noemi da NOAM gioia, Pasquale da PESAH passaggio (per accezione
attraverso il Mar Rosso) cui il lat PASCHA e l’ital Pàsqua con Pasquàre e Pasquètta, Pasquinàta “satira” ci viene attraverso il
65
nome Pasquino dato dai romani rinascimentali al gruppo marmoreo posto a ridosso di palazzo Braschi, dove solevano
affiggere satire contro il governo del papa; Pasquènse infine è relativo all’isola di Pasqua – in sp Isla de Pascua e in lingua
indigena Rapa Nui “grande roccia” - cui le locuzioni Mitologia pasquense e Statue pasquensi dette Moai (noti monoliti
scolpiti – giganteschi menhir antropomorfi, 638 di numero secondo l’archeologo K. P. Emory) 1. Eppoi Rachele da RACHEL
pecorella (di Dio?), Rebecca da RIBHQAB CH legame (affettivo?), Ruben da REUBEN figlio della Provvidenza, Rut o Ruth
da RUTH amica, Sabrina da SABRA che indicava gli ebrei che non erano emigrati dalla Palestina al tempo della diaspora del
70 dC, in comcorrenza con un Sabrina di genesi celt; eppoi Samantha “ascoltatrice” influenzato dall’ingl, Serafino da
SERAPH ardente (plur SERAFIM) o dall’attestazione lat-cristiana SERAPHIN (angelologìa) cui Serafino o Serafo, Seràfico
e Seraficità e, infine, l’onomastica conta e termina con Sara da SARAH principessa (azzardato credere in una connessione
rad con l’ind SARHI o SARI “veste indiana drappeggiata”), Susanna da SHUSHAN giglio, Tamara da TAMAR palma.
1
Sembra più verosimile che l’Isola di Pasqua, di origine vulcanica, sia stata storicamente abitata tra il 500 e l’800 dC da un’etnia qui
approdata dalla Polinesia, piuttosto che dal continente americano (costa meridionale del Pacifico); lo proverebbe un’indagine genetica. Fu
l'olandese Jakob Roggeveen a incamminarsi per la prima volta sull'isola, il giorno di Pasqua del 1722 e da questo fu così battezzata.
Le gigantesche statue furono scolpite utilizzando l’antico materiale vulcanico e innalzate mediante sistemi meccanici utilizzando tronchi la
cui produzione avrebbe comportato un disboscamento fatale all’equilibrio ambientale e alla stessa vita. Nel 1870, infatti, gli indigeni erano
già ridotti a 200 individui.\
Camera Stanza
Càmera, inv dal lat CAMERA, per accezione semant è la volta della stanza, vale a dire la stanza coperta, protetta dal soffitto;
in percorso, l’esot sp Camarìlla “camera del re” con Camerìsta attraverso CAMARISTA, Cameràle, Cameralìsmo e
Cameralìsta, Cameràrio (per accezione “custode della camera del tesoro”), Cameràta attraverso lo sp CAMERADA
dormitorio questo anche nel senso di “compagno” con Cameraterìa, Cameratèsco e Cameratìsmo, i dim Camerèlla con
Camerètta, Camerière e Camerièra, il teatrale Camerìno con Cameritìsta, Cameritìstico (da Musica da Camera), l’accr
Cameròne, Cameròtto attraverso il veneziano Cameroto “attendente in Marina”.
Termine alieno è Cameròpe “sorta di palma” composto con i gr KHAMAI in basso e RHOPS cespuglio, questo vrs connesso
con RHOPALON estesosi semant in mazza-clava cui Ropàlico “verso poetico” dove le parole crescono via via di una sillaba
(fig dall’immagine della clava che cresce in grossezza) , e Ropalòceri “Superfamiglia d’insetti” questo composto con KERAS
corno. Nel XII sec, per camera s’indicava il corredo di arazzi, stoffe e tessuti ricamati, che personalizzavano l’ambiente e che
di norma seguivano i proprietari in viaggio. Oggi, comunemente, per camera s’intende la stanza dove si dorme e, per
estensione, i mobili che l’arredano. Il verbo Incameràre (col pref illativo IN) sta letteralmente per “deporre in camera”: nel
percorso semantico ha assunto via via il valore di “trattenere a sé, imprigionarsi, appropriarsi, rendere di patrimonio pubblico
(erario, demanio...)”. I percorsi semantici hanno peraltro condotto il lemma Camera a rappresentare assemblee, enti, spazio
per utilizzi della fisica e tutto per quel particolare aggiuntivo della volta, che la rende protetta e sicura. Camera è anche fig la
macchina per le riprese cinematografiche e televisive, significato però sottratto all’ingl CAMERA cui il glb Cameramen
“l’operatore” che ha generato le trovate da Candid camera questo il sofisticato spioncino (televisivo) con Cameracar
“cinepresa mobile su carro”, Camcorder “telecamera e registratore”. In albergo si chiede una Camera, nel cercare un
appartamento vuoto si pensa al numero dei Vani, per un ammobiliato a quello delle Stanze; in ristorante, si può domandare
una Saletta appartata. In ambito indoeur si ritrova il termine nel ted KAMMER camera con KAMARADE camerata cui il
famigerato omologismo Kapò questo ellittico di KAMARADE POLIZEI, l’agente di polizia nominato tra i prigionieri per
l’ordine nelle baracche dei lager. Sempre dal ted, l’ital conta l’omologismo Chellerìna o Kellerìna da KELLNERIN
cameriera, nello specifico di bar e birrerie. Ancora, attraverso l’ingl CHAMBER camera, si conta il glb Chamberless “fucile
privo di camera, ossia ad anima liscia” (con LESS senza) il cui suffisso si ritrova nell’ancora glb Hammerless “fucile a cani
interni” dove HAMMER vale martrelletto (del fucile); ed infine, attraverso il franc il glb Chambrè (corretto Chambré) che
sta per “a temperatura ambiente”da CHAMBRER.
Nella società araba Cameriera sta per ODALIK derivato da ODA camera, cui l’omologismo Odalìsca transitato dal franc
ODALISQUE.
Stànza, invece, è l’astratto dal lat STANS STANTIS Ppres di STARE, ovvero “la co-esistenza di cose ivi concluse”, quindi
non usabile nel senso di “vano-locale vuoto”; il termine raggiunge l’apice semantico con l’espressione “stanza dei bottoni”,
dove possono coesistere i diversi destini delle genti. In una struttura poetica definita Canzone, la Stanza è la strofa poetica
che conchiude armonicamente metrica, ritmo, rima... Essere di stanza a... per un militare, vale essere (stante) di servizio in un
luogo. Per uno zingaro, invece, essere diventato Stanziàle vuol dire che ha finito di girovagare (non più nomade). Stanziàre,
da una variante STANZIA, sta per “destinare un finanziamento”, ovvero stante il denaro. Stantìo “che ha perso freschezza”
vale per ciò “che sta per troppo tempo”; questo lemma ha perso la consonante intervocaliva v, poiché dovrebbe essere scritto
e pronunciato Stantìvo, ma non è il solo, vedi Bacivo, Solativo e Restivo, tutti oramai in Bacìo, Solatio e Restio. Con i pref,
l’infinito Stare, il Ppres Stànte ed il suo astratto Stanza assumono molteplici sviluppi semantici: Astànte e Astanterìa con AD
allativo, Instàre da INSTARE con IN illativo cui Instànte “imminente” con un raro Istànte, Instantaneamènte, Istantàneo, la
locuzione glb ingl Istant film o Istant movie e l’omn-snm Istànte dal lat INSTARE “lo stare sopra” con Istànza o Instànzia o
ancora Istànzia con IN con valore di “su-sopra”. Distàre, Distànte, Distànza o Distànzia cui Distanziàle, Distanziamènto,
Distanziàre, Distanziatòre, con DIS separativo cui i composti Distanziòmetro cuiu Distanziomètrico, Equidistànza con
Equidistànte. Prestànte, Prestànza con PRE di superiorità. In percorso ancora l’aggerttivo anatomico Distàle attraverso l’ingl
DISTAL
Prestàre, Prestatòre con il composto Prestanòme, Prestaziòne “garanzia”, Prèstito (questo inc con Debito) con PRE
anticipativo, Prèsto “pegno” (omn di Presto “a portata di mano”) ed il prefissato Imprestàre. Constàre, Costàre con Costànte,
cui il prefissato in opposizione Incostànte, e Costànza con Incostànza (anche in onomastica inv Costante e Costanza con
Costantino), svoltisi dal lat CON STARE, possiedono il CUM associativo italianizzato CON ora nel senso di “consistere”
(anche relativo al prezzo) ora in quello di “star fermo”. L’Incostante è stato l’epiteto assegnato allo spagnolo Ferdinando I
(1345/1383).
Constatàre è tratto straordinariamente dalla terza persona lat CONSTAT (pres indicativo di CONSTARE) su suggerimento
franc CONSTATER. Sòsta e Sostàre da SUBSTARE, Sostantìvo da SUBSTANTIVUS che può stare a sé, Sostànza con
Sostanziàle da SUBSTANTIA, tutti con il SUB italianizzato SO oppositivo al movimento. Da Sostanza, infine, i prefissati
Consustanziàle, questo su calco del gr HOMOUSIOS (con HOMOS uguale e USIA sostanza), Consustanzialità e
Consustanziaziòne che con doppio pref CON SUB valgono “della stessa sostanza”, per accezione riferiti alla SS Trinità.
66
Transubstanziàrsi con Transubstanziaziòne o, meglio, Transustanziàrsi con Transustanziaziòne “mutare di sostanza” col pref
TRANS adattato foneticamente. Pròstata con PRO d’anteriorità cui Prostàtico, Prostatìsmo, Prostatìte, il composto
Prostatectomìa. Restàre, variante Ristàre, con Restànte, Rèsto “residuo”, Restùccia meglio Restùcce “ciò che rimane nei
campi dopo il raccolto, destinato ad essere bruciato in loco” e un Restòne (cane) tutti con RE reiterativo, ed ancora i
prefissati Antistàre con Antistànte, Retrostànte con Retrostànza, l’avverbio composto Nonostànte con Ciononostànte e la
variante Cionnonostànte dalla locuzione Ciò nonostante, il composto Benestànte da Benestàre con Benestarìsta; da
ricordare che Nonostante non è sostituibile da Malgrado se riferito a persone.
Còsto è il devb da Costare e può essere caro, ma non la locuzione glb ingl Low cost “basso costo” con LOW giù-basso. Càro
è dal lat CARUS, cui Carèzza con Carezzàre e il prefissato Accarezzàre (pref AD allativo), che, con rad estesa KA-RO, s’è
semant in due aspetti, quello affettivo “il mio caro bambino” e quello economico e metaf “a caro prezzo” cui Rincaràre e
Rincàro (doppio pref Ri iterativo e IN ittalkivo); termini alieni, l’omologismo Caròla dal franc CAROLE “danza”, Carolìno
questo relativo a Carlomagno. Il termine prefissato Discàro (DIS sottrattivo) vale “sgradito” esteso in “dannoso”.
Accarezzàre (adottato dal 1532), è il snm di Mòlcere (già dal XIV sec) dal lat MULCERE carezzare dal sct MRC-ATI tocca
con le varianti Mùlcere questo fedele al lat, Molcìre, Mulcìre.
Una forma di momentaneità ha duplicato STARE in SISTERE fermarsi, simile al meccanismo SEDERE SIDERE, quindi,
con i rispettivi pref, Assìstere, Assistènza e Assistenziàle col pref AD vale stare accanto, cui l’esot glb sportivo ingl Assist
“passaggio di palla al compagno di squadra”. Consìstere, Consistènte e Consistènza col pref COM associativo stare insieme;
Concistòrio o Concistòro il fedele Consistòrio o Consistòrio da COM SISTORIUM questo in origine sala d’aspetto cui
Concistoriàle o Consistoriàle sia aggettivo sia sostantivo tratto dalla locuzione Congregazione concistoriale. Desistènza e
Desìstere con DE ablativo-estrattivo. Esìstere con EX fuori cui Esistènte con Esistentìvo ed Esistènza questo con
Esistenziàle, Esistenzialìsmo, Esistenzialìsta ed Esistenzialìstico. Insìstere con IN di moto verso il basso cui Insistènza.
Persìstere dal lat PERSISTERE col pref PER intensivo cui Persistènza. Resìstere questi con RE indietro cui Resistènza e
Restìo ellittico dal lat RESISTIVUS, quindi nel senso di “fermarsi indietro- contro”. Subsidènte (dal Ppres del lat SIDERE)
cui Subsidènza (geologia,“abbassamento di un bacino”) o Sussidènza da SUBSIDENTIA sedimentazione eppoi Sussìstere o
Subsìstere dal lat SUBSISTERE resistere-tener saldo col pref SUB cui Sussistènte, Sussistènza con l’opposto Insussistènte e
Insussistènza (pref IN negativo).
Particolare il verbo Destàre, col Pp Destàto svoltosi nell’ellittico Dèsto, che sembrerebbe partecipe nello stesso percorso
semantico di STARE, invece, discende dalla composizione lat CITARE venire, mettere in movimento con ben due pref DEEX-CITARE.
\ Prestito linguistico
Tradizionalmente, l’Omologismo, definizione assunta in queste pagine, è chiamato Prestito; il prendere cioè in prestito quei
lemmi estranei alla lingua ital e adattarli o assumerli integralmente, quali Tatuaggio dal franc TATOUAGE e Karakul “razza
di pecore” invariato dal toponimo dell’Uzbekistan.
\ Bacio Briciola Camicia
Da non equivocare Bàcio, con Bacìo. Il primo, Bàcio, sdrucciolo, è dal lat BACIUM da BASCIARE, poi attestatosi in
BACIARE cui Baciàre, Baciamènto, Baciàta “sorta di ballo”, Baciàtico e Baciatòre, l’iterativo Baciucchiàre con
Baciucchiamènto e Baciucchìo incluso in complanare il prefissato Sbaciucchiàre (S intensivo) con Sbaciucchiamènto,
Sbaciucchìo e Sbaciucchiòne, eppoi composti Baciamàno e Baciapìle attraverso la forma BASIARE Tirabàci è un termine
composto, in voga prima del secondo conflitto mondiale, e identificava un ricciolo sulla fronte, spettacolare quello dell’attore
Macario. La locuzione Bacio del pane indica quella piccola parte dove il pane risulta meno cotto, per la troppa vicinanza
l’uno all’altro in forno.
Il celt conta POG con valore di “baciare” e senza meno è una mera coincidenza l’avcvicinamento con il lat PODJARE
poggiare-posare (le labbra?).
\ Una curiosa analisi psicologica vuole che il bacio ad occhi chiusi identifichi il romantico, se accompagnato da carezze idenifica il tenerone,
eppoi quello in lento crescendo per il cauto sensuale, in pubblico l’esibizionista, dopo aver succhiato una caramella l’igienista, alla francese
il disinibito, ad occhi aperti il non rilassato, infine se accompagnato da parole indica una inibizione.
Il doppio bacio amichevole sulle guance, secondo il galateo dovrebbe incominciare da sinistra\
Il secondo, Bacìo, infine, è una sorta di ipocoristico dal lat OPACIVUS opaco, con lenizione della p in b.
Il fenomeno della mutazione di BASIARE in Baciare è accaduto con BRISIARE cui Briciola, BRUSIARE-Bruciare, con
CASEUS-Cacio e con CAMISIA-Camicia.
Brìciola è il derivato dal lat BRISIARE rompere d’origine celt, svoltosi nel tardo BRISARE, cui Brìcia, Brìciola, Brìciolo,
Brìsa, il prefissati Sbriciàre con Sbriciolàre, Sbriciolamènto, Sbriciolatùra, Sbriciolòna “varietà di Finocchiona” e il volg
veneto-lombardo Sbrisolona; il lat BRISARE si ritrova nel franc BRISER cui il glb Brisée.
Camìcia (plur cie) 1 dal lat tardo CAMISIA con probabile rad celt, infatti in franc è CHEMISE, cui Càmice, questo
incrociando Camicia col gr KAMASOS tunica, Camicerìa, Camiciàto con Scamiciàto, i dim Camicètta, Camiciàio, i fig
Camiciàta “sudata”, Camiciàto “proiettile rivestito”, i dim Camiciòla e Camiciòtto, il prefissato Scamiciàrsi con Scamiciàto,
le locuzioni Camìcia di forza, Camicia di Meo (di origine toscana per una faccenda che appare infinita), Camicia di Nesso (di
detto centauro, origine mitologica per una faccenda insopportabile); col percorso pare connesso il lat CAMILLUS “fanciullo
assistente dei sacerdoti” dalla camiciola che indossavano, omologati negli attuali chierichetti, cui l’onomastico Camillo e il
derivato Camilliàno o Camillìno dall’Ordine di S. Camillo. In Argentina, il DESCAMISADO lo scamiciato era il sostenitore
di J. Domingo Peron.
In ingl, SHIRT vale camicia cui la locuzione TEE SHIRT glb T-shirt “maglietta”, fig a forma della lettera T (grafia tee e pron
ti).
1
Il lemma con il gruppo letterale finale cia o gia va al plurale in cie e gie (mantenendo la vocale i) se preceduto da vocale quali camiciacamicie, aquilegia-aquilegie, altrimenti va in ge e ce quali mancia-mance, pioggia-piogge; ove l’accento cada sulla i va mantenuta la vocale,
quali farmacia-farmacie, magia-magie.
Purtroppo l’ital conta tante eccezioni e, nello svolgere in plur, abbiamo in complanare termini quali battigia-battige e battigie, ciliegia-ciliege
e ciliegie, mogia-moge e mogie, ragia-rage o ragie, valigia-valige e valigie;, pertanto occorre consultare un buon dizionario. A parere
dell’autore di queste pagine si dovrebbe rispettare in ogni caso la norma, almeno allo scopo di evitare errori con altri plurali.
\ Carità Speranza
Il termine Carità, da un desueto Caritàte, sembrerebbe connesso al rad KA-RO, dal lat CARITAS amore per il prossimo,
connesso col gr KHARIS KHARITOS grazia, cui Caritatèvole questo con suff ital di aggettivo verbale attivo EVOLE, il glb
67
franc Charity “beneficenza”. La locuzione Carità pelosa indica un’azione caritatevole per egoistici interessi.
Carità è la terza delle Virtù teologali insieme a Fede e Speranza. Sperànza è dal lat tardo SPERANTIA astratto di SPERARE,
cui Speràre, denm dal lat class SPES per Speranza cui il snm Spème coniato dall’accusativo SPEM.
\ Svegliare Dormire
Svegliàre è dal lat EXVIGILARE (pref EX sottrattivo italianizzato S) transitato dal prvz ESVELHAR; in percorso troviamo
il devb Svèglia, Svèglio estratto da Svegliàto, eppoi Vèglia, Vegliàre con la variante Vegghiàre cui i prefissati Disvegliàre
(col pref DIS, da assimilare a Svegliare), Sorvegliàre con Sorvegliànte, Sorvegliànza e Sorvegliàto (pref SOR).
Direttamente dal lat VIGILARE troviamo Vigilànte dal Ppres VIGILANS, Vigilànza, Vigilàre, Vigilàto, Vigilatòre,
Vigilaziòne, Vigìlia con Vigliàre. (Per il lemma Vìgile Ved terzina pref OCE). Eppoi Villòtta “canto popolare di veglia”
attraverso il veneto-friulano Vila dal lat VIGILIA; altre ricerche lo farebbero derivare da Villa “campagna” quindi varrebbe
“canto popolare dei campi”; una sua variante romagnola è indicata con Romanella.
In associazione, Dormìre è inv dal lat DORMIRE da rad DER ampliata in DER-M, cui un Dòrmi, Dormicchiàre, il Ppres
Dormènte (valore verbale) e Dormiènte (valore aggettivato o sostantivato), Dormiènza, Dormigliàre con Dormigliòne,
Dormìta, Dormitìna, Dormitòrio, l’eccl Dormiziòne, il prefissato Addormentàre, le composizioni Dorminpièdi, Dormivèglia,
il glb franc Dormeuse “sorta di plotrona”.
Il gr conta KOIMAO faccio addormentare cui KOIMETERION luogo dove si dorme, da qui il lat CIMITERIUM e l’ital
Cimitèro o Cemetèrio con Cimiteriàle o Cemeteriàle, il composto Coimetrofobìa che indica l’avversione pere i cimiteri.
\ Solstizio Equinozio
Solstìzio è il termine derivato dal lat SOLSTITIUM, composto di SOL sole e del tema STITIUM della famiglia STARESISTERE fermarsi,cui Solstizio d’inverno e Solstizio d’estate; sia nel primo caso (la notte più lunga) che nel secondo (il
giorno più lungo), è traducibile fig in sole fermato (oltre l’orizzonte-di qua dell’orizzonte).
Nella tradizione popolare di ant genesi babilonese, il Solstizio d’estate indica l’incontro annuale del sole con la luna.
L’aforisma “A Santa Lucia la notte più lunga che ci sia” è di antico conio e aveva un veritiero riscontro; prima della riforma
del calendario corrente (gregoriano), infatti, la notte si S. Lucia coincideva con il solstizio d’inverno.
Nel percorso lat di STITIUM cui STIZIO l’ital conta il prefissato Interstìzio con Interstiziàle quale “spazio intermedio”; vrs
in connessione rad con il gr STYPHO restringo cui Stìpsi con Stìtico e Stitichèzza dal lat STYPTICUS nel senso di fermarsi.
Equinòzio, invece, (d’autunno-di primavera) è dal lat AEQUINOCTIUM, composto di AEQUUS uguale e NOX notte,
traducibile letteralmente in notte uguale (al giorno), in riferimento alla durata.
Il lemma Autùnno è dal lat AUTUMNUS, participio passivo di AUTERE rinfrescare, rintracciabile nell’ingl AUTUMN e nel
franc AUTOMNE.
\ Il Capodanno babilonese, la prima ricorrenza storica risalente a 4000 anni addietro, coincideva con l’equinozio primaverile.\
INVANO
Invàno è il lemma Vano col pref IN illativo per indicare dentro (nel vuoto). Invano, che vale snm di Vano, è
quindi una forzatura linguistica, con un inutile pref IN negativo (meglio definirlo iterativo) che non distingue
un’antitesi come, ad esempio, Capace-Incapace e pare giunga dalla Bibbia, dall’ant formula NON ASSUMES
NOMEN DOMINI IN VANO ripresa poi nel tardo lat IN VANUM, diventando la locuzione ital In vano per
attestarsi Invano.
Altro snm di Invano è Inutile, che andiamo ad esaminare. L’astratto Uso-ùso del verbo Usàre (lat inv USARE)
discende dalla rad OIT, adottata nel lat USUS astratto del verbo UTI usare, cui Usànza, Usàto e il prefissato
Disusàre con Disusànza, Disusatamènte, Disusàto e Disùso; un rad non rintracciabile in connessioni indoeur
fuori della nostra penisola, ma vrs in relazione con OSUS (Ved Suff USO OSO in Lampo…) Nel percorso
USUS-UTI l’ital conta Usitàre, Utilizzàre ed i vari prefissati e composti quali Abusàre (non coniugabile al
riflessivo) con Abusìvo ed Abùso, Usitàto e Inusitàto, Usuàle e Inusuàle, Usuàrio, Usucapìre e Usucapiòne (inc
di USUS con CAPERE prendere), Usùra con un obsoleto Osùra, Usuràio e Usuràrio; il lat tardo conta FENUS
usura cui iul relativo bFeneratìcio da FENERATICIUS. Il percorso prosegue con Usurpàre (inc del lat USUS con
un RAPARE forma durativa di RAPERE rapire) cui Usurpatìvo, Usurpatòre e Usurpaziòne, eppoi lo sdrucciolo
Utènsile (aggettivo dal lat UTENSILIS) e il piano Utensìle (sostantivo dal plur UTENSILIA svoltosi nel mas),
Utènte (dal Ppres UTENS di UTI) e Utènza, infine Utile-ùtile (lat UTILIS) con Utilìsta, Utilità o Utilitàde o
ancora Utilitàte, Utilitària e Utilitàrio, Utilitarìsmo e Utilitarìsta con Utilitarìstico, il glb ingl Utility, Utilizzàbile
con Utilizzabilità, Utilizzàre (suff AZZARE), Utilizzatòre, Utilizzaziòne e Utilìzzo, con gli opposti prefissati
Inùtile, Inutilità, Inutilizzàbile, Inutilizzàre, Inutilizzàto, e Inutilizzaziòne (pref IN negativo), eppoi il prefissato
Disùtile (lat DIS dispersivo d’opposizione) con Disutilàccio, Disutilità.
\ Stoviglia
Il lat medv aveva USITIVILJA, un inc lemmatico tra USIVILIA e USITILIA, questo svoltosi dal class UTILIA.
Successivamente, per salvaguardarne l’unità sillabica delle due vocali, è stata inserita la consonante “v”, sintetizzando e
svolgendo il termine in STIVILJA-STOVILIA in Stovìglia, meglio Stovìglie, con Stovigliàio e Stoviglierìa.
VANAGLORIA
Ogni lemma costruito o composto con Vano “inefficace, che non serve a nulla, vuoto” indica “vuotezza di...”.
Vanaglòria è “vano orgoglio” per vuotezza di meriti, Vaneggiamènto il “dire o pensare per vuotezza” di logica o
d’altro, Vanèsio il “rendersi ridicolo e sciocco” nel voler ostentare qualità inesistenti, Vanàre “perdere la
coscienza di sé”, Vanèzza vale Vanità, ovvero “vuotezza”, cui Vanitòso; eppoi Vanescènte col prefissato
Evanescènte cui Evanescènza da EVANESCERE “che si disperde nel vuoto” questo dall’icoativo denm
VANESCERE da VANUS, ancora Vanìre con Svanìre (pref S intensivo), Svanènte, Svanimènto e Svanìto tutti
nel significato di “lasciare il vuoto”.
Snm di Vanitoso è Narcìso, dal nome del mitologico Narcisio (morì affogato nella fonte dove era solito
specchiarsi per ammirare la propria bellezza) cui Narcisìsmo, Narcisìstico o Narcìssico e Narcisìsta (col suff
ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO).
68
Narcìso o Narcìsso, cui Narciso poetico, è anche un fiore, dal gr NARKISSOS, vrs connesso col gr NARKE
sopore cui NARKOSIS azione dell’assopire.
\ Vandali Briganti
Vàndalo con Vandalìsmo sono termini discendenti dall’etnonimo Vandali di rad ger WANDEL vagare, popolazione
germanica che saccheggiò Roma nel 455 dC e che, successivamente, convertitisi al cristianesimo dal convincimento latino, si
ritirarono in Pannonia, l’attuale Ungheria 1. A loro ricordo, l’onomastica conta Wanda e le italianizzate Guendalina e Vanda.
Nulla vieta di credere ragionevolmente che il nome fosse già stato assegnato, ispirato al VANUS vuoto di distruzione che
seguiva al loro passaggio; un’eleborazione semant del tipo Skand- Skandsla-Scàndalo (Ved Sala...).
Meglio, come accadde per la tribù celtica dei Briganti (lat Brigantes), che occuparono l’arcipelago britannico, il cui nome
avrebbe ispirato Brigànte con i ricorrenti Brigantàggio, Briganteggiàre, Brigantèsco, Brigantèssa, Brigantìno o Bregantìno.
L’identicità del primo elemento lemmatico BRI di Briganti con i preesistenti Britanni non sarebbe casuale: perché gli
indigeni praticavano l’usanza del BRYTHON tatuaggio; oppure, da altre ricerche, perché abitavano di là dallo stretto PHRET
(della Manica). Pare fossero stati gli stessi celti a battezzarli Britanni e quando una loro stirpe si stanziò da invasori in una
parte della BRItannia, avrebbero assunto il toponimo di BRIganti. I Britanni non erano troppo diversi dai Celti-Briganti e,
scacciati dagli Anglosassoni, furono costretti ad emigrare in quella regione dell’attuale Francia, che ancora conserva il
toponimo Bretagna. I Britanni-Briganti fondarono come loro capitale Eburacum, oggi York, ma finirono per essere
sottomessi a Roma con l’imperatore Vespasiano.
Esiste il tema celt-gallico BRIG alto, potente cui BRIGA che stava per forza, svoltosi in seguito come prepotenza, vrs a
causa del comportamento dei Celti-Briganti. Il tema celt BRIG BRIGA, allora, ha portato Brigàta con Brigatàre, Brigatìsmo,
Brigatìsta e Brigatòre, eppoi Brigadière attraverso il franc BRIGADE brigata cui, in associazione a “forza”, Brìga, Brigàre,
Brigarìa, e Brìgo-Brigòso relativi a “prepotenza, rissa”, l’onomastico Brigida e Brigitta “alta-eccelsa” cui il dolcetto
Brigidìno ideato dalle suore di Santa Brigida; Brìo “vivacità” (omn di Brio “muschio”), con Briòso, infatti, inv dallo sp BRIO
è un’attestazione fig di Brigo attraverso il prvz BRIU, cui Briosità. Il termine Briga, in aggiunta, è oggi semant in molestia,
faccenda preoccupante, ma anche imbroglio cui i prefissati Disbrigàre con il devb Disbrìgo (DIS dispersivo), Sbrigàre con
Sbrigatìvo e Sbrigatività (S sottrattivo), il lemma Brighèlla “intrigante” attraverso la maschera Brighella. Furono i francesi,
calati nel Meridione d'Italia nel 1799, a chiamare BRIGANT coloro che non volevano sottomettersi a loro, i nuovi padroni. Il
termine sarebbe passato poi ad identificare i partigiani borbonici e, infine, si sarebbe consolidato ingiustamente quale snm di
Bandito nel parallelismo Banda Bandito - Briga Brigante.
Il got conta BEGA in connessione col ted BAGA contesa, entrambi derivati da una comune rad con il celt BRIG; in questo
percorso l’ital conta Bèga o Béga litigio-faccenda fastidiosa con un raro Begàre; fuori percorso Begàrdo dal franc BEGARD
e questo da BEGUIN cui Beghìno, eppoi Beghìna, Beghinàggio, Beghinìsmo, tutti riferiti a un movimento riformatore
cattolico del XIII sec sorto in Olanda, svoltisi di massimna quali snm di Bigotto e Bigottismo.
1
Ungherìa è il toponimo nazionale da Ungari-ùngari, il popolo che occupò queste terre intorno all’anno mille, chiamate Pannonia dai romani;
in percorso, Ungàrico, il desueto Ungaro-ùngaro anche Ongaro-òngaro o Unghero-ùnghero, il corrente Ungherèse e la composizione storicoimperiale Austro-Ungarico.
\ Tatuaggio
Tatuàggio è l’omologismo attraverso il franc TATOUAGE da TATOUER, cui Tatuàre, Tatuatòre, da una voce d’origine
polinesiana TATOO (pron tatu), da non equivocare con Tatù “sorta di mammifero” questo dal franc TATOU (pron tatù) di
genesi americana (meridionale).
\ Brigate Rosse
Le BR - Brigate Rosse - caratterizzarono tragicamente gli anni settanta a poco più di due decenni dalla fine del Millennio; per
il tramite di una strategia terroristica auspicavano una riforma rivoluzionaria in seno alle istituzioni dello stato italiano. La
rivoluzione fallì, ma le istituzioni, impresso nei nuovi politici, n’avrebbero portato il segno.
\ “… E non era nemmeno clandestino, a Torino, Angelo Basone, un nostro compagno che lavorava alle presse della FIAT, iscritto al PCI,
delegato sindacale, nel quale i compagni di lavoro riponevano grande fiducia. Era uno dei quadri migliori che il PCI avesse in FIAT e un
giorno, alla riunione della sezione di fabbrica, andò Giuliano Ferrara 1, in quegli anni responsabile per il PCI delle fabbriche torinesi. Doveva
essere eletto il nuovo segretario e fu Ferrara, che conosceva Angelo da tempo e sapeva la stima di cui godeva presso gli operai, a proporre la
sua candidatura …” da “Mara Renato ed io” di Alberto Franceschini, Pier Vittorio Buffa e Franco Giustolisi - Mondadori Editore 1989.
1
Giuliano Ferrara, ex responsabile delle fabbriche torinesi per il PCI, ex segretario del comitato cittadino, ex consigliere comunale di
Torino sempre nel PCI, è poi passato nelle file del PSI. È notista del Corriere della Sera (Nota degli Autori).
Dopo la presenza nel primo e breve Esecutivo Berlusconi, Ferrara predilige la direzione giornalistica. Oggi, anno 2006, dirige Il Foglio e
cura una trasmissione televisiva fuori RAI. Nel 2008, ancora direttore del Foglio, si è riposizionato per rivedere la Legge 194 relativa
all’aborto, provocando un risentimento sociale femminile che ha aizzato un’affollata contestazione nelle piazze (SA).
Margherita Cagol (Mara) è stata la moglie di Curcio e, insieme a lui e Franceschini, fondatrice delle BR. È uccisa nel 1975 durante un
conflitto a fuoco con i carabinieri, che avevano individuato il casolare dove i BR tenevano sequestrato l’industriale Vallariano Gancia.
Renato Curcio, fondatore, insieme a Mara Cagol e Alberto Franceschini, delle BR. Arrestato insieme a Franceschini nel 1974, evade dal
carcere di Casale Monferrato dopo pochi mesi. Viene di nuovo arrestato a Milano, dopo meno di un anno di latitanza. Deve scontare una
condanna a 30 anni di reclusione (Nota degli Autori).
Renato Curcio è tornato in libertà. Alberto Franceschini, studente in Ingegneria, è arrestato il 1974 per costituzione di banda armata. Alla
pubblicazione del libro, Franceschini collaborava in semilibertà con la redazione della rivista “ARCI Ora d’aria”, Pier Vittorio Buffa era il
capo dei servizi interni del settimanale Espresso e Franco Giustalisi giornalista dello stesso.(SA)\
Anno 2007, tornano le BR e torna la paura. Uno dei vecchi militanti, Sergio D’Elia, oggi parlamentare per la Non violenza,
alla domanda del giornalista Giovanni Fasanella, il quale chiede se si potrà un giorno chiudere davvero questa pagina della
storia italiana, risponde “... purché la radice della violenza venga estirpata del tutto dalla cultura di questo Paese. E che venga soddisfatta
la sete di verità sull’intera stagione degli anni di piombo, da Piazza Fontana in poi. Finora, conclude, abbiamo avuto soltanto una verità di
regime.”
\ Suffissi *ACE *OCE *ACEO *Verità
ACE
Dal lat ACEM d’orgine indoeur il suff ACE sta ad indicare facoltà, attitudini, tendenze, ed è posto in aggettivi
esclusivamenbte derivanti dal lat. In ital esiste una copiosa serie lemmatica, quali Fallàce, cui Fallàcia, con il lat FALLERE
già FALDERE da rad PHEL ingannare, cui Fàglia “frattura rocciosa” con Fagliàre o Sfagliàre e Fàglio o Sfàglio, dove però
Sfagliare e Sfaglio sono adottati fig nel gioco delle carte e nella caccia; eppoi Fàlla (attestatosi dal 1612) termine questo,
reale e fig, devb dal lat tardo FALLARE - class FALLERE - da rad PHEL ingannare-sbagliare cui Diffàlta (DE conclusivo)
69
o Difàlta attraverso il franc ant DEFAUTE, eppoi Fallànza attraverso il prvz FALHANSA, Fallàre, Fallàto e Fallatùra
“difettoso”, un Fàllere dal lat class FALLERE “sbagliare”cui Fallènte e Fallènza, eppoi Fàllo “errore” (omn di Fallo “pene”)
con il glb ingl Fault nello sport e Default in informatica, Fallàccio, Fallòso e Fallosità, Fallìre dal lat tardo FALLIRE con
Fallìbile, Fallibilìsmo e Fallibilità, i prefissati in opposizione (IN) Infalliìbile, Infallibilità e Infallibilmènte, ancora
Fallimènto, Fallimentàre con Fallimentarìsta; il percforso conta Fàlso dal Pp FALSUS già FALDTUS con Falsàre dall’inv
FALSARE, Falsàrio da FALSARIUS o Falsatòre e Falsadòre da FALSATOR, Falsàto ,l’avverbio Falsamènte, Falsamènto,
Falsatùra, Falseggiàre quale continuativo di Falsare, Falsètto con Falsettìsta, Falsificàre (con il lat FACERE fare) con
Falsificàbile, Falsificabilità, Falsificamènto, Falsificàto, Falsificatòre, Falsificaziòne, Falsificazionìsmo, Falsità dal lat tardo
FALSITAS FALSITATIS; un pref FALSO per composizioni quali Falsabràca attraverso il franc FAUSSE-BRAIE “sorta di
fortificazione”, Falsachìglia attraverso il franc FAUSSEQUILLE snm di Controchiglia, Falsamonète con i snm Falsario e
Falsatore, Falsobòrdo ricalcando il franc FAUXBORD, Falsobordòne dalla locuzione Falso bordone (terminologia medv per
voci nella musica), Falsobràccio, Falsopiàno, Falsoscòpo già locuzione Falso scopo e Falsotàglio da Falso taglio.
Fallire vale la locuzione Far cilecca, termine omologismo, Cilècca, dal ted bavarese SCHLECK! quale intierezione di
scherno.
Il gr conta PSEUDES menzognero cui il pref ital PSEUDO falso in composizioni quali Pseudoconcètto, Pseudocultùra,
Pseudoetimològico (dicesi di lemma che pare corradicale di un secondo, ma che invece è alieno nel percorso, leggi Apolide
da A-polide e Apofonia da Apo-fonia), Pseudònimo “nome falso-posticcio” snm di Criptonimo, in concorrenza con
Allònimo (pref gr ALLOS altro) che indica (per uno scrittore) l’uso di un nome diverso, insomma di un prestanome.
Tra gli pseudonimi artistici si contano Il Botticelli per Sandro Filipepi, Il Correggio per Antonio Allegri, Il Ghirlandaio per
Domenico Bigordi, Il Giorgione per Giovanni Barbarelli (verosimile), Il Guercino per Giovanni Barbieri, Il Parmigianino
per Francesco Mazzola, Il Perugino per Pietro Vannucci e il Pinturicchio per Bernardino Betti o di Betto. Il regista
cinematografico Sergio Leone, autore di indimenticabili Spaghetti western aveva scelto inizialmente lo pseudonimo di Bob
Robertson.
A proposito di Spaghetti western, nella cinematografia internazionale ne sono omologhi i Camembert western, Hamburger
western, Kartoffell western, Paella western, Roast Beef western…
Tornando alla serie lemmatica col suff ACE, l’ital conta Audàce, già Aldàce, cui Audàcia già Aldàcia, con il lat AUDERE
cui Osàre (non coniugabile al riflessivo), Auso-àuso ardito e Austèro.
Bibàce con il lat BIBERE cui Bère o Bèvere, Beriòlo già Beveruòlo, Bìbita con Bibitàio o Bibitàro, Biberon, con il risvolto
infantile Bombàre “bere” (omn di Bombare “arrotondare” e “tuonare”) con l’iterativo Bombettàre e un Bòmbo “bevanda”
(omn di Bombo “rimbombo”); il percorso continua con Bèva e Bevànda (ricalcando Vivanda), Bevàce snm di Bibace con
Bevacità, Bevazzàre e Sbevazzamènto, Beveràggio o Beveràglia o Beveròne, Beveràre da BEVERARE iterativo della
mutazione BEVERE da BIBERE (Ved Edile…), Beveratòio, Beverèccio (sul modello di Mengereccio), Beverèllo o Beverìno
o ancora Beveròlo o Beviròlo, Beverìa, Bèvero o Bìvero o ancora Bìvaro dal lat BIBER castoro vrs in connesione per la sua
particolarità di vivere in zone ricche d’acqua, Bevìbile, Bevicchiàre o Bevucchiàre con l’intensivo Sbevicchiàre o
Sbevucchiàre, Bevimènto, Bevitòre, Bevitùra, Bevigiòne o Beviziòne, Bevòne o Beòne, Bevùta con un Bèuta (recipiente di
vetro per usi chimici, altrimenti detto Matraccio), Bevùto e, con i pref, Abbeveràre con Abbeveràggio, Abbeveràta e
Abbeveratòio, Imbibìre già Imbìbere con Imbibènte, Imbibìto e Imbibiziòne, eppoi Imbevùto, Sbevazzàre, il composto
Bevilacqua “astemio” dalla locuzione Bevi l’acqua.
La locuzione Qui si beve, destinata a tramutarsi in un'unica parola Quisibève, fu adottata in sostituzione di Bar durante il
fascismo quando erano inibiti gli esotismi; da qui la bizzarra denominazione di Qui si sana per la clinica.
Il gr conta Pincèrna snm di Coppiere dal lat PINCERNA già gr PINKERNES questo composto con PINO io bevo e
KERANNYMI io mescolo, io verso; per accezione, il mitico Pincerna era Ganimede, il coppiere personale di Giove.
Termini alieni Bevatròne (macchina acceleratrice di protoni), questo composto da una specifica sigla BEV (BILLION
ELECTRON VOLTS un bilione di elettronvolt) con Ciclotrone, Bèvola o Bèola “roccia metamorfica” relativo al toponimo
Beola in Val d’Ossola, Beòta con Beòtico relativi al toponimo gr Beozia. Il percorso BEVERE dovrebbe invece includere
Bèttola questo snm di Taverna (XIII sec), di Osteria (già nel XIV sec) e di Gagno (XV sec), un dim fig da Bètta “piccola
nave “ (entrambi frequentati da marinai), in genovese Bettoa, comunque in connessione con Bevèttola dim di Bevètta “luogo
dove si beve” ispirato al franc BUVETTE. L’ar conta SARUP che vale bibita cui l’omologismo Sciròppo o Siròppo o
Scilòppo, con Sciroppàre, Sciroppàto, Sciropposità, Sciroppòso, attestatosi però nel senso di “bibita zuccherata”.
Dall’ar GULAB o GULEB questo dalla composizione persiana GUL rosa e AB acqua e quindi acqua di rose, si ha
l’omologismo Giulèb, o Giulèbbe o Giulèbbo, con Giulebbàre “cuocere in sciroppo di zucchero” e Giulebbàto; attraverso il
lat GILEPPUS si ha ancora un Gilèppo o Giulèppe con la locuzione Gileppo aromatico.
\ Una riflessione sul radicale AB del valore di padre in aramaico e quale preposizione indicante provenienza per i latini: non è assurdo
immaginare una remotissima connessione con AB acqua, dato che questa ha dato origine all’uomo.\
Veràce, con Veracità, “che è da credere”, ancora, è dal lat VERUS vero, in percorso indoeur con WERO, cui Vèro 1 in
percorso con Vèra fede-fiducia (in slavo WERA) cui l’onomastico di genesi russa Vera in concorrenza con il ger Vera da
WAR difesa di rad WEG che, in area comune indoeur, oltre allo slavo WERA, connette il franc ant WARDON stare in
guardia, il got WARD guardia, l’ingl WAR guerra cui Garènna attraverso il franc GARENNE dal lat WARENNA riserva di
caccia o di pesca di genesi ger, e Guèrra attraverso WERRA dei Franchi (analizzato altrove). Dal termine ingl WAR guerra
si conta la locuzione glb War game “gioco di guerra”. Il percorso VERUS continua con Verìva, l’avverbio Veramènte,
Verìsmo, Verìstico, Veritièro, Verità con Veritàde o Veritàte, Veritatìvo, Veritièro, i composti Verdètto (col Pp DICTUM
detto) e Veridicità con Verìdico (con DICERE-Dire), Vericìda (con pref CIDA da CADERE) bugiardo, che uccide la verità,
Verìfica con Verificàre, Verificatòre e Verificazionìsmo (con FACERE-Fare), Verosimigliànte o Verisimigliòntene,
Verosimigliànza, o Verisimigliànza con Verosìmile o Verisìmile e Verosimilitùdine (con i derivati da SIMILIS simile),
Verosimilmènte o Verisimilmènte, le locuzioni La bocca della verità, questa anche in riferimento al reperto romano che in
origine era un tombino per la cloaca massima, eppoi La nuda verità e La verità nuda e cruda, donde una statua di donna nuda
che era posta in Vaticano sino al XVII sec. Altra verità è quella rappresentata dall’artista Gustav Klimt nel 1899 con la sua
opera di Art nouveau, un nudo di donna.
In lat si ritrova in VERECUNDUS aggettivo coniato col Pp passivo di VERERI aver rispetto (fede) onorare cui Verecòndia
e Verecòndo (come Facondo e simili), Riverìre, Riverènte, Riverènza, Reverèndo. Il gr conta ALETHES vero, cui l’ital
Alètico, termine della Logica che indica valore di verità in un enunciato. Snm di Verismo, con Veristico, è l’omologismo
70
Truìsmo con Truìstico dall’ingl TRUE vero.
Esiste un secondo suff ACEE, dal lat ACEAE, plur fem di ACEUS, utilizzato in botanica per indicare le famiglie, cui
Fagàcee alle quali appartiene il Faggio.
Infine, l’ital conta il suff aggettivante ACEO dal lat ACEUM ad indicare la qualità o la somiglianza, come in Coriaceo,
Cartaceo; tale suffisso è per aggettivi esclusivamente derivati dal lat.
1
Il termine Averroìsmo, cui Averroìsta e Averroìstico, indica quel pensiero filosifico della ricerca del Vero, di là della religione e
dell’intelligenza; il termine pare derivato appunto da Vero, in realtà è relativo al filosofo arabo Averroè (XII sec)
OCE
I termini come Veloce, Feroce e Atroce sono in composizione con la rad OX (OKW-S occhio) e con i rispettivi VEGSLO
vigoroso, FERUS fiero e ATER nero.
Al tema VEGSLO di Velòce, appartiene il percorso ital Vèlite (dal lat VELOX MILES milite veloce armato alla
leggera), Velocìsta (col suff ISTA di collegamento ad un mestiere in omn col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in
ISMO), Velocità con Velocitàre e Velocizzàre, il pref VELO per composizioni quali Velocìfero, Velocìmetro, il
semiomologismo Velocròss, Velòdromo, Velocìpede (l’ant bicicletta); da non equivocare con Velocrèspo (tessuto),
Velopèndulo fig “palato molle”, Velours “villoso” attraverso il prvz.
Al tema VEGSLO appartiene ancora il percorso lat VEGERE-VIGERE animare-aver vigore, l’ital conta Vìgere (essere in
vigore), Vègeto da VEGETUS cui Vegetàre da VEGETARE “vivificare” con Vegetàbile o Vegetèvole e Vegetabilità,
Vegetàle, Vegetaliàno, Vegetalìsmo e Vegetalìsta (col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO in omn col suff ISTA
di collegamento ad un mestiere), Vegetànte, Vegetariàno attraverso l’ingl VEGETARIAN con Vegetarianìsmo o
Vegetarìsmo, Vegetativo, Vegetaziòne con Vegetazionàle da VEGETATIO VEGETATIONIS, il composto Vegetomineràle;
eppoi Vìgile da VIGIL VIGILIS (questo sovrapposto al senso del lat VIGILARE vegliare) cui il prefissato Pervìgile dal lat
PERVIGIL il cui suff PER vale per superlativo, l’onomastico Vigilio, ed infine Vigòre da VIGOR VIGORIS con
Vigoreggiàre, Vigorìa, Vigoròso con Vigorosità, i prefissati Invigorìre con Invigorimènto (pref IN illativo), Rinvigorìre con
Rinvigorimènto e Rinvigorìto (doppio pref IN illativo RI intensivo), Svigorìre con Svigorimènto (pref S sottrattivo). Da
includere nel percorso ital il glb ingl Vègan, un ellettico da VEGETABLE vegetale col suff AN, cui il corrispondente
omologismo Vegàno.
Dal tema FERUS di Feròce, con Feròcia e Ferocità, l’ital conta ancora nel percorso Fièra (omn di Fiera “giorno festivo”),
Fièro, Fierèzza e i prefissati Efferàto da EFFERARE rendere selvaggio, Infierìre da IN FERUS.
Fierezza ha il snm in Orgòglio, questo omologismo dal prvz ORGOLH cui l’ital Orgogliòso con Orgogliosamènte e il
prefissato Inorgoglìre (IN illativo), eppoi Rigòglìo “sviluppo botanico” dal franc URGOLI già con valore di “orgoglio” cui
Rigogliosamènte e Rigogliòso con Rigogliosità che col pref italianizzato RI vale spinta.
Nel percorso del tema lat ATER di Atròce con Atrocità, oltre ad Atro-àtro, con la variante poetica Adro-àdro, che è la metaf
del nero, esisterebbe Tètro col suo superlativo Tetèrrimo e Tetràggine, praticamente snm, da un TAETER vrs originato da
ATER, sebbene lo si faccia derivare da un TAEDET di valore disgusto, così come Pìgro dal lat PIGER che dovrebbe derivare
da un PIGET agire controvoglia, cui Pigrèzza, Pigrìzia, il prefissato Sprigrìre. Il long conta LUNZ pigro, che appare inc con
termini quale Lattonzolo. Esiste ancora il snm Mùrcido “pigro-ignavo-poltrone” dal lat MURCIDUS vrs relativo al nome di
una divinità.
\ Vera
La Vèra, quale concreta fede nuziale, era in origine un braccialetto, dal lat VIRIA di presunta origine celt, che per la sua
forma circolare ricorda la sponda del pozzo, cui il termine Veròne; nel percorso, non dovrebbe esserci Verànda, questo
dall’indostano VARANDA altalena, transitato dal ptg VERANDA, ma la connessione col rad indoeur WERO e col termine
celt-lat VIRIA non sembra poi così perduta. Il rad WERO è in concorrenza col rad snm BHEIDH fidarsi (Ved Lega…) cui
Fede, Fiducia. Con i pref, si sono ancora ottenuti Avveràre, Davvèro con un ant Daddovèro (dalla locuzione Da di vero),
Invèro, Ovvèro; eppoi Sevèro con un ellittico Sèvo (omn di Sevo “sego”), con Severità, questo “senza fede-fiducia (da
prestargli)”, composto con il pref separativo SE(D) cui Asseveràre, Asseveramènto, Asseveratìvo e Asseveraziòne col doppio
pref AD dal lat inv ASSEVERARE “affermare con severità”. Veràtro dal tema med VERATRO cui il lat VERATRUM e
Verònica questo dal gr BERENIKION, connesso con il toponimo e onomastico Berenice, sono piante erbacee, Veratrìna,
invece è un “alcaloide” (suff chimico INA) già lat VERATRUM, ma improbabile in questi il percorso dalla rad di WERO.
La Veronica cristiana è infatti il nome gr Beronike o Bernike, attestatosi nel sudario in cui è rimasto impresso il volto di
Gesù; Verònica, ispirata al sudario esteso con due mani, è ancora la figura della cappa aperta nelle corride.
Verismo, Verista, Vero e Verità valgono Realìsmo, Realìsta, Reàle (omn di Reale e Realista da REX re) e Realtà o Realità,
questi dal lat RES cosa, quindi tangibile, da rad REI ricchezza, in connessione nel significato di “sgorgare” con il lat RIVUS
già gr RHEIN scorrere, cui ancora Realìstico, Realizzàre, Realizzatòre, Realìzzo e Realizzaziòne col prefissato
Derealizzaziòne o Dereìsmo (psicologia).
VELLO SVELLERE VELLEITARIO
VELLO
Tra i lemmi che ci giungono da remote origini, appare Vèllo, snm di Lana, materia unica per paleovestiari,
attendamenti, stuoie, coperte... da una variante popolare si ha Vìllo “pelo” cui Villòso e Villosità, il patologico
Villocèntesi (col gr KENTESIS puntura).
Dalla rad WELE-D, cui il lat VELLUS, dal precedente VEL-NOS corrispondente in area arm, l’ital ha ereditato
Vèllo “pelliccia, pelame”, Vellòso “pieno di peli” in complanare con Villoso, Vellùto; in ingl, il termine s’è
attestato in Velvet donde Black velvet una bevanda a base di birra nera e champagne, dove BLACK vale nero.
Vèlcro è un marchio commerciale coniato nel 1960, indica uno strumento tessile il cui termine è l’ipocoristico (o
acronimo che si voglia) della composizione franc VELOURS-CROCHET velluto-uncino.
La rad WELE-D ebbe un’evoluzione in WNA, attestatasi nelle aree indoiran, slava, bal, lituana (VLNA), ger
(WOLLE), ingl (WOOL), cui (W)LaNA-Làna - in aree indoeur e latina – e i derivati Lanàggio attraverso il franc
LAINAGE, Lanaiòlo o Lanaiuòlo, il fig Lanàrio (sorta di falco), Lanàta e Lanàto, Lanìccio, Lanière, Lanièro, il
dim Lanìna o Lanètta, Lanizzàre, Lanolìna (doppio suff chimico OLO e INA), Lanosità, Lanòso o Lanùto,
71
Lanùgine con Lanuginòso da LANUGO LANUGIS, i composti Lanàmetro, Lanìfero, Lanifìcio, Lanìgero (suff
GERO “che porta, indossa”), Lanitàl - termine commerciale per “lana italiana”, tessuto ricavato dalla caseina
(latte) in regime autarchico (fascista), il raro suff LANO rintracciabile in Battilàno, la curiosa locuzione fig
Questione di lana caprina perché essendo di cattiva qualità viene assimilata ad argomenti di basso valore.
Il colore naturale della Lana è indicato con il glb franc Beige, d’etim non trovato, ma è straordinaria
l’associazione con il verso della pecora, produttrice della lana, tale da far pensare ad una origine onomatopeica.
In celt-gallese Lana è GWLAN cui il volg garganico Gualano “guardiano di pecore” ereditato attraverso le
dominazioni dal Nord Europa.
In area glb si conta dall’ingl Shetland, una sorta di tessuto di lana prodotta dalle pecore delle omn isole Shetland,
e la locuzione Lamb’s Wool (dal 1965) cui il termine composto Lambswool che vale “sorta di lana morbida” con
LAMB agnello.
Una particolare razza di pecore è detta Merìno, cui la pregiata locuzione Lana merino, già sp MERINO di
presunta etim connessa con la tribù africana dei Benimerines, termine diffuso dagli inizi del XIX sec.
Sul Gargano, antichissima terra di pastori, esiste lo storico toponimo Merinum fondato dai colonizzatori della
Magna Grecia; così indicato si potrebbe affermare, poiché era un centro d’allevamento di questa razza da essi
importata, che l’indicazione di Merino sia un ripescaggio. Ancora, la locuzione (Pecora) merinizzata italiana.
Attraverso il gr KROKYS fiocco di lana, l’ital conta il termine psico- patologico Crocidìsmo e Crocidolìte (suff
ITE per minerali). Un’armatura tessile per stoffe di lana è definita Batàvia, un omologismo ol ispirato alla
capitale di Giava oggi Djakarta.
Dal lat VELUM, già in ant WEKSLOM, ci giunge Vèlo 1 della stessa rad indoeur WES vestire e non è difficile
afferrarne la connessione, cui, praticamente in omonimia, Disvelàre con Disvelatèzza, Disvelàto e un Disvelatùra
col pref DIS di separazione vale “manifestarsi del tutto”, Rivelàre, con Rivelatòre e Rivelaziòne col pref RE
d’inversione sta fig per “chiarire” e Svelàre che col pref S sottrattivo vale semant “togliere il velo”; pertanto non
è proprio corretta la sostituzone del verbo Rivelare con Denotare, Manifestare, Dimostrare…
In ar, Velo è MI’ZAR cui gli omologismi ital Mèsere o Mèsero.
È semant curioso che nel semplificare una consonante s’ottenga parimenti una ridotta consistenza materiale:
Vello-Velo. Derivati, Vèla, Velàme, Velàre, Velàrio, Velatìno, Velàto (fig anche “offuscato”), Velatùra,
Veleggiàre con Veleggiamènto, Veleggiàto, Veleggiatòre e Velèggio, Velètta, questo capo d’abbigliamento delle
donne europee adottato negli anni Quaranta del XX sec (in concorrenza con il velo delle arabe), Vèlico, Velièro,
Velìno, Velìsmo, Velìsta (col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO in omn col suff ISTA di
collegamento ad un mestiere), Velìstico, Velìvolo (in origine Nave a vela, semant anche Aeroplano)
dall’aggettivo lat VELIVOLUS. Una particolare manovra nautica per tirare la vela è indicata con l’ingl
Cunningham in area glb, vrs dalla cognomastica.
Si conta che l’idea della Vela sia nata con l’uso della Canapa nell’8000 aC in Mesopotamia, per arrendersi nel
XX sec al Nylon.
Eppoi Velìna con Velinàre, Velinàrio e Velinàro, quest’ultimo termine starebbe per “chi riproduce copie dei
comunicati del potere da cui dipende” (una specie di portaborse del portavoce); metaf, però, potrebbe stare per
chi informa tempestivamente l’opinione pubblica di risoluzioni non ancora ratificate e che pertanto potrebbe
vanificarle (talpa).
Il gr conta ERION lana in connessione fig con il lat class ERICUS riccio dal gr KHER, cui Erinòsi e il pref
ERIO per composizioni quali Eriocalcìte o Eriocàlco, Eriodinamòmetro, Eriòfilo, Eriòforo, Eriòmetro, Eriosòma
“afide” (col gr SOMA corpo); da non equivocare con il termine Erìsamo o Erìsimo “sorta di pianta erbacea”
questo dal gr ERYSTHAI difendere-proteggere cui ancora Erìstica ed Erìstico.
1
Vèlo è anche termine anatomico con valore di Membrana, quale Velo virginale o Imene, Velo palatino altrimenti detto Palato molle, Velo
pendulo o Velopendulo, con l’aggettivo Velàre, svoltosi nella fonetica cui Velarizzàto e Velarizzaziòne. Il suono velare, cui la consonante g,
s’ottiene fronteggiando o lambendo il velo palatino con il dorso della lingua.
\ Radicale WELE Valere Vulnerabile Vaglio
Dalla radice iniziale WELE amministrare e dal lat VALERE ci è pervenuto Valère essere valido, cui Vàglia “assegno (che
vale)” da VALEAT (3° persona sing del congiuntivo) con Vàglia “pregio” devb da VALERE, Valènte dal Ppres VALENS
(appare sovente nella cognomastica) cui Covalènte e Covalènza (pref CUM associativo), con Valentìa e Valènza, Valèvole
questo con suff ital di aggettivo verbale attivo EVOLE, Validità, Vàlido da VALIDUS, Valòre da VALOR astratto di
VALERE con Valoriàle, Valorizzàre, Valorizzatòre, Valorizzaziòne, Valorosità e Valoròso, eppoi il Pp Vàlso cui Valsènte
(formati dal passato remoto Vàlsi), l’ant Pp Valùto cui il corrente sostantivo Valùta donde Valutàre con Valutàbile, Valutàrio,
Valutatìvo, Valutaziòne e Valutìstico; l’acromimo scolastico INVALSI vale Istituto Nazionale per la Valutazione del
Sistema dell’Istruzione, donde la locuzione Prove Invalsi.
Ancora, i prefissati Svalorizzàre, Svalutàre con Svalutatìvo e Svalutaziòne (S sottrattivo), eppoi il saluto romano VALE, che
stava per sta bene, gli onomastici Valerio da VALERIUS di valore attraverso il verbo VALEO valgo con Valeriano “figlio di
Valerio” e Valentino da VALENTINUS che vale attraverso il Ppres VALENS, i prefissati Avvalèrsi da AD VALERE cui
Avvalènte, Convalescènte dall’incoativo CUM VALESCERE riprendere forza cui Convalescènza e Convalescenziàrio,
Convàlidare da CONVALIDARE di CUM VALIDUS cui Convàlida, Convalidamènto e Convalidaziòne. Col pref ESA (dal
pref gr EKSA da EKS sei), Esavalènte con Esavalènza. Col pref IN negativo, Invalère cui Invàlso, Invàlido Ida INVALIDUS
cui Invalidàre, Invalidàbile con Invalidabilità, Invalidamènto, Invalidànte e Invalidaziòne.
Dal coronimoValeria, ant regione della Pannonia, si ha Valèriana (pianta erbacea medicinale) cui Valerianàcee (Famiglia alla
quale appartengono le Dicotiledoni), Valerianàto (Sale o Estere – suff chimico ATO), Valerianèlla (snm di Dolcetta) e
Valeriànico.
Prevalère con Prevalènte “ che vale prima”, Prevalentemente, Prevalènza e Prevàlso da PRAE VALERE. Dall’iterativo
72
Rivalère si conta Rivalèrsi cui Rivàlsa dal Pp Rivàlso eppoi Rivalutàre con Rivalutatìvo e Rivalutaziòne. Il percorso
prefissato conta infine Equivalère con Equivalènte, Equivalènza (con AEQUUS uguale).
Il ger conta un ERNUST valoroso cui l’onomastico Ernesto.
Connessi alla rad WELE, le voci Valetùdine “salute” da VALETUDO VALETUDINIS e Valetudinàrio “cagionevole” dal lat
VALETUDINARIUS, questo con presumibile aferesi del pref IN negativo in un INVALITUDO INVALITUDINIS con suff
aggettivante IO.
Il verbo Vagliàre col devb Vàglio, snm di Cribro, invece, non ha nulla del Vaglia, bensì, deriva dal lat volg VALLIARE,
questo denm da VALLUS quale dim di VANNUS setaccio, cui l’agricolo Ravagliàre (pref RAD) con Ravagliatòre e
Ravagliatùra.
Dall’ampliamento di un omn rad WELE ferire nel lat VULNUS ferita, questo ancora utilizzato inv Vùlnus nel giuridico,
sono pervenuti Vulneràbile con l’opposto Invulneràbile (pref IN negativo), il denm Vulneràre “ferire” da VULNUS cui
Vulneràbile e Vulnerabilità, Vulnerànte, Vulnerària questa sorta di pianta delle Papilionacee d’azione astringente per ferite,
Vulneràrio “cicatriizzante”.
\ Cotone Lino Rascia Seta
Cotòne è l’omologismo dall’ar AL-QUTN, probabile remota connessione med con il lat CUTIS pelle, cui Cotonàceo,
Cotonàre, Cotonària, Cotonàta e Cotonàto, Cotonatùra, Cotonèlla, Cotonerìa, Cotonière, Cotonièro, Cotonìna, Cotonizzàre e
Cotonizzaziòne, Cotonòso, la locuzione Cotone idrofilo snm di Ovatta, i composti Cotonicoltòre con Cotonicoltùra,
Cotonifìcio. La locuzione Filo di Scozia vale “di cotone”. Stato del cotone è così indicato lo stato americano dell’Alabama.
Il termine medv Gambesòne “giacca imbottita sotto l’armatura per cavalieri” è l’italianizzazione della composizione del ted
ant WAMBA stomaco con l’ar AL QUTN cotone questo attraverso il franc AKETON già ant ALCOTTONEM. Snm di
Gambesone sono Gambesòn, Aketon o Zuppa d’arme dove il termine Zuppa varrebbe morbido.
Un particolare tessuto di colone è indicato con Fèlpa (adottato dal 1598), omologismo dal franc ant FELPE, cui Felpàre,
Felpàto e Felpatùra; altro particolare tessuto di cotone è il Makò o l’omologismo Macò dal toponimo egiziano Mako
accentato alla franc, adottato dal 1918.
Bambàgia “cascame di cotone” dal lat volg BAMBACIA già class BAMBAX dal gr BAMBIKS baco da seta, cui un Baè e
gli espliciti Bambagiàto, Bambagìna e Bambagìno questo con le corruzioni in Basìno o Basèno attraverso il franc
BOMBASIN, il fig Bambagiòna o Bambagiòne, il prefissato Imbambagiàre, un implicito Basìno attraverso il franc
BAMBASIN bambagina e un Bombacàcee (Famiglia botanica) da BOMBAX metaplasmo di BAMBAX; termini vrs
composti, poiché, escludendo o meno il gruppo BAM, se ne estrae, attraverso un macchinoso percorso, Bigàtto “baco da
seta” fig dal lat volg (BOM)BICEM già class (BOM)BYX insetto ronzante cui Bigattòia, Bigattièra e Bigattière, Bìgio
“colore grigio spento” dal lat volg BICJUS già class (BOM)BYCEUS cui Bigèllo questo “panno” fig per il colore grigio e
Bigiògnolo (su calco di Azzurrognolo), eppoi Bìgia e Bigiarèlla “passeriforme, fig dal scolore delle penne”, il fig Bigìno
“libretto con le traduzioni dal latino o greco” o “manuale didattico riassuntivo” per il colore d’epoca della veste tipografica.
ancora Bìgaro o Bìghero e Bigherìno “merletto” attraverso un sett Bigo da un (BOM)BICE.
Attraverso l’ol KAPOK bambagia l’ital conta il glb Kapok o gli omologismi Capok o Capòc.
Il lombardo Bigiàre snm della locuzione di Marinare la scuola dovrebbe derivare fig da Bigio quale “oscurare le lezionirenderle di colore grigio”.
Il veneto Bìgolo, meglio Bìgoli “sorta di pasta alimentare a forma di vermicelli”, dovrebbe anche questo derivare fig da Bigio
per il suo colore prodotto con amalgama di sarde (ricetta tradizionale), cui l’accr Bigolòne ed il risvolto Bacchillòne, questo
incrociando Baccello con Bigolone, donde l’idronimo Bacchiglione nel padovano; c’è da aggiungere però che Bìgolo, sempre
in veneziano, è il bastone ritorto portato sulle spalle dall’Acquaiuola - Bigolànte - dalle cui estremità pendevano due secchi
d’acqua, pertanto da “bastone ritorto” a “spaghettone o vermicello”, il passo fig è breve.
Fuori percorso Bigòncia-Bigòncio (corretta accentazione bigóncia-bigóncio) dal lat BI CONCIUS doppia misura (di liquidi),
Bigùtta (marmitta) questo inc di Bigoncio col sett Bauta o Bautta, e Bigòtto, col fem Bigòtta, omologismo dal franc BIGOT
che vale per Dio (in nome di Dio), attribuito ai normanni, cui Bigotterìa, Bigottìsmo e ancora il prefissato Sbigottìre con
Sbigottìto e Sbogottimènto (S intensivo) che si sarebbe svolto nel senso corrente dall’originale “preso dall’estasi”.
La locuzione Occhio di bigotta indica fig il foro per il passaggio di un cavo.
Lìno “pianta e tessuto dal quali si ricava” dal lat LINUM dal gr LINON di eredità indoeur in occidente, rintracciabile infatti
nelle aree slava e gr, vrs in connessione con il gr SINDON inv in lat SINDON tela di lino, il sudario col quale gli ebrei
avvolgevano i cadaveri, cui Sìndone, termine questo per accezione il drappo che aveva avvolto il corpo di Cristo nel sepolcro,
sul quale, secondo la tradizione, è restata impressa l’immagine. In percorso, Linàcee (la Famiglia botanica), Linàio “sorta di
rete per pescare”, Linaiòla quale snm di Linaria, Linaiòlo (il mestiere) e Linària “sorta di pianta erbacea snm di Linaiola,
eppoi i composti Camelìna o Camellìna (col gr KHAMAI a terra e LINON), l’esot Gridollìno dalla locuzione franc GRIS DE
LIN grigio di lino, il composto Crinolìno cui Crinoloìna, Lintèo dal latr LINTEUS “tunica di lino bianca sotto l’armatura”
cui Linteàta “la cavalleria sannita”, Linoleìna (con il lat OLEUM olio) con Linolèico o Linòlico, Linoleografìa, eppoi
Linòleum, il glb franc Linon esito di un’ant composizione LINOMPLE (con OMPLE unito) con l’adattamento ital Linòne,
Linòsa attraverso il franc LINUISE “seme di lino”e vrs il toponimo di Linosa (isola di), la terza delle Pelagie, in senso fig
“piccola come un seme” cui Linosìte “minerale di Linosa”, Linotipìa “fotoriproduzione su tela di lino” con Linotìpico e
Linotipìsta (col suff ISTA di collegamento ad un mestiere in omn col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in
ISMO), la locuzione Panno lino, il glb Linotype. Il composto Linonofobìa indica l’avversione per i legacci (ant fatti
di lino).
Eppoi, Lènza con Lenzàre dal volg LENTEA e Lenzuòlo o Lenzòlo, o ancora Lenzòl, da LINTEOLUM dim di LINTEUM,
sono i derivati dall’aggettivo lat LINTEUS di lino. Attraverso il franc LINGE lino, cui un desueto Lìngio dal lat LINTEUS,
l’ital conta Lingerie inv da LINGERIE con l’adattamento Lingerìa, Lingerìsta. Il lemma Lentìa, un esot attraverso lo sp
LANTIA imbracatura, appare vrs in connessione. Lino ha assunto attraverso il gr la semant di rete, cui l’onomastico Lino.
Tra i tessuti, la Ràscia è di provenienza serbocroata, il cui nome è legato alla città di Rascia e del regno RASC’KA.
Nell’Ottocento, la Rascètta era preferita dai poveri montanari, ovvero uno spinato di lana rozza. Una connessione rad, in
risvolto fig, dovrebbe esserci col lat medv RASCETA palma della mano-mano, che avrebbe portato a Racchètta; la
“racchetta da neve” è indicata con Ciàspola, d’etimo non ritrovato, ma supposta connessione rad con il gr KYATHOS coppa.
Sèta “sostanza naturale” dal lat SAETA crine (per la sua somiglianza), dal tema med SAITA peli grossi cui cui Sètola,
73
Setolàre, Setolinàre, Setolìno, Setolòso o Setòso, Setolùso; da SAETA, l’ital conta Setaiòla, Setaiòlo, Setàle, Seterìa, Setòso
(questo omn di Setoso o da Setola o da Sete), i composti Seticoltùra, Setificàto, Setifìcio; coesiste il termine Sèrico dal lat
SERICUS (omn di Serico da Siero) relativo a Seta attraverso il gr SERIKON seta, derivato dal popolo dei Seres, così
chiamati dai greci, vrs Cinesi, produttori della seta, cui Serìceo, Sericìgeno, Sericìna cui Serìna e Sericìte (pref chimici INA e
ITE), Serittèrio (col suff da Batterio), i composti Serìcolo (dal lat COLERE coltivare) con Sericoltòre o Sericultòre,
Sericoltùra o Sericultùra, Serigrafìa (da non equivocare con Seriografia) snm di Crivellografia, con Serigràfico, Serìmetro;
eppoi Sàrgia attraverso il lat volg SARICA già SERICA fem di SERICUS. Il termine Damàsco “tessuto di seta con motivi
floreali” con l’omm Damàsco “acciaio speciale” prendono il nome dalla città di Damasco. Un tessuto di seta con fili poco
pregiati è indicato in area glb con Shantung cui l’omologismo Sciàntung, relativo al coronimo cinese Shantumg.
Setàccio o Stàccio, questo con sincope della e (da dittongo lat ae), è dal lat volg SAETACJUM connesso con il lat SAETA
crine, cui Setacciàre, Setacciàta, Setacciatùra e, in complanare, Stacciàre, Stacciàio, Stacciàta, Stacciatòre, Stacciatùra, i dim
Staccìno e Stacciòlo o Stacciuòlo. La connessione con SAETA è dovuta all’utilizzo del crine per comporre la retina dello
staccio.
SVELLERE
L’azione di Vèllere “strappare”, di eguale rad con il sostantivo VELLUS, starebbe ad indicare che anticamente la
lana (il vello) non si tosava, ma si strappava, cui il prefissato Disvèllere (DIS di separazione) snm di Sradicare.
Altresì, Vellicamènto, Vellicaziòne, Vellichìo, Vellicàre “pizzicare per strappare il vello” semant mutatisi in
“solleticare”. Il lat VELLERE vale “schiantare” e dal suo Pp VULSUS “fiacco” l’ital conta la corruzione in
Bòlso “flaccido” cui Bolsàggine o Bolsèdine.
Con i pref, l’ital ha ottenuto Avèllere dal lat AVELLERE (pref A) cui Avulsiòne con Avulsìvo e il Pp Avùlso
“strappato”, Convùlso con Convulsiòne, Convulsìvo e Covùlso col pref CUM d’intensificazione ed il Pp
VULSUS (che ricorda il movimento frenetico delle mani che strappano la lana), Revulsiòne o Rivulsiòne, con
Revulsìvo o Rivulsìvo, da REVULSUS Pp di REVELLERE (pref RE di movimento inverso), Svèllere e
Svellimènto col pref S privativo dal lat EXVELLERE togliere-strappare con forza il vello cui la variante
Evèllere eppoi il Pp Svèlto, con Sveltèzza e Sveltìre, che semant indica azione a strappo, ovvero rapidamente;
snm di Svelto è il lemma Lèsto di etim ignota (si configurerebbe una composizione del lessema con il sct HASTA
mano nel senso di “veloce di mano” in connessione, quasi un snm, con Presto “a portata di mano-in breve
tempo”), cui Lestèzza, la composizione fig Lestofànte “ragazzo troppo abile (in senso negativo)” e il prefissato
Allestìre con Allestitòre e Allestimènto (pref AD).
Esiste l’omn Svèlto “sciolto” da SUELTO ereditato dai tempi dell’occupazione spagnola. Altro verbo è Divèllere
(pref DIS estrattivo), col Pp Divèlto, che starebbe ad indicare “strappare” in snm con Svèllere, ma del vello non
c’è più traccia, quindi sta per il più generico “strappare con forza”; nel percorso si ha ancora Divulsiòne,
ilsecondo Pp Divùlso e Divulsòre. Archimede (III sec aC) inventò uno strumento per curare le slogature,
problemi alle articolazioni, e lo battezzò Divulsìle.
Da rad PEK-T strappare di area gr e bal, è derivato Pècora (l’animale da svellere), la cui vita media è di 15 anni,
con derivati e fig Pecoràggine, Pecoràio o Pecoràro (suff di mestiere AIO col corrispondente mer ARO),
Pecoràme, Pecoràre, Pecorèccio, il dim Pecorèlla, Pecorèsco, Pecorìle, Pecorìno (formaggio) cui i rinomati
Pecorino romano e Pecorino sardo, Pècoro, Pecoròne, Pecoròso, Pecorùme, il prefissato fig Impecorìre e il
composto Cartapècora con Incartapecorìta; il verso Belàre, con Belamènto, Belànte, Belìo, Belàta, Belàto, Bèlo e
il fig Belòne, è d’origine onomatopeica, rintracciabile nel franc BELIER montone.
Pecora è inv dal lat PECORA che inizialmente era il plur di PECUS bestiame-gregge forma collettiva di PECU,
cui il dim PECULIUM piccola parte del gregge, svoltosi in ital Pecùlio che sta per “patrimonio” in riferimento
ad animali d’allevamento; questo il termine che ha avviato il percorso anche fig di Peculàto, Peculiàre,
Peculiarità, Pecùnia, Pecuniàrio. La definizione astronomica Stella peculiare indica la stella fuori della norma.
Una grassa pecora asiatica è indicata con l’omologismo Argàli direttamente dal persiano ARGALI pecora
selvatica.
Il piccolo meno di un anno, nato dalla Pecora, è indicato con Agnèllo o poeticamente Agno-àgno e al fem Agnaàgna. Agnèllo è dal lat AGNELLUM dim forzato di AGNUS questo già con valore di “agnello”, cui Agnellàio o
Agnellàro, Agnellatùra, il sostantivo dim e aggettivo Agnellìno, Agnellòne, l’aggettivo Agnìno; eppoi, in
connessione, un Arnoglòssa dal gr ARNOGLOSSON lingua d’agnello “sorta di pianta” con foglie simili alla
lingua d’agnello.
Agnello è la metafora della purezza, dell’innocenza, della castità dalla locuzione lat AGNUS CASTUS agnello
casto, donde pur perdendo l’aggettivo CASTUS ne assume ogni significato, infatto in gr HAGNUS vale casto.
Fuori percorso, l’ital conta un Agnolòtto “involucro di pasta” di derivazione dal toscano Agnellòtto, cui il torinese Agnulot;
non è chiaro, anche in senso fig, il riferimento ad Agno-Agnello, oppure ad Angelo-Agnolo, a meno che, dalla sua bontà, non
s’intendesse in origine “cibo per gli angeli”; comunque altre ricerche lo farebbero derivare dal lat volg ANELUM anello.
La pecora selvatica in ambito sardo è il Muflòne, o Muffiòne o Mufiòne, attraverso il lat MUFRO MUFRONIS
già MUSRON di genesi paleosarda.
Il maschio della Pecora è Ariète (questo anche il nome di un’ant macchina militare terrestre “da urto e
sfondamento” e segno zodiacale) dal lat ARIES ARIETIS svoltosi nel franc HRUT cui l’ispirazione per il prvz
URTAR e il semiomologismo ital Urtàre cui il devb Urto-ùrto o Urta-ùrta, Urtamènto, Urtànte fig
“indisponente”, Urtàta e Urtatùra; lo sp conta invece CARAMBOLA urto, cui l’esot Caràmbola utilizzato nel
gioco del biliardo con la variante Carolìna quale libero adattamento del dim Carambolìna.
Il gr conta lo specifico KRIOS ariete cui Criòcera “sorta di coleottero” con il gr KERAS corno.
Una pregiata razza di pecore è il Caràcul o Caracùl o inv Karàkul omologismo dal toponimo KARAKUL in
74
Uzbekistan.
Il termine Strappàre è dal franc STRAPPON, cui Stràppo, vrs connesso al lemma long Tràppa “laccio”, cui
Tràppola, Intrappolàre, Rattrappìre con le varianti Rattrappàre cui Rattrappimènto (denm da Trappa col doppio
pref RI AD), eredi del rad PEK-T. Il termine Rattrappànte, invece, adottato dal 1993, è attraverso ill franc
RATTRAPANT Ppres di RATTRAPPER riprendere.
Dalla zona da pettinare prende nome il termine lat PECTUS, rintracciabile vagamente in aree tocaria e celt, cui
Pètto con Pettàta, Pettìna e Pettìno, Pettièra, Pettoràle sia sostantivo sia aggettivo, Pettoreggiàre (urtarsi con il
petto, fig confrontarsi), Pettorìna, Pettorùto e il prefissato Impettìre o Impettàrsi con Impettìto, questo con un
snm in Despìtto o Dispìtto attraverso il franc ant DESPIT e con un secondo snm in Spòcchia cui Spocchiòne e
Spocchiòso d’etim non trovato, il prefissato Espettoràre con Espettorànte, Espettoratìvo, Espettoràto,
Espettoraziòne, eppoi i composti Battipètto, Contropètto, Doppiopètto con Monopètto, Guardapètto, Rimpètto e
Dirimpètto (pref DI RI), Soprappètto, Pettazzùrro e Pettiròsso “sorta di uccelli”, il glb ingl Petting “lasciarsi ad
effusioni erotiche”, snm del volg “Pomiciare” da TO PET accarezzare”. Il percorso continua con PèttinePettinàre, attraverso il gr ant PKT-EN cui Ctenòfori (Tipo di invertebrati, col gr PHOROS portatore), termini
questi per indicare vrs la pratica di pulizia dell’animale dai rimasugli lanosi dopo lo svellimento. Dal nome di
strumento Pettine dal lat PECTEN, discendono Pettignòne (ant pube), Pettinàre, Pettinabilità, Pettinàta, Pettinàto
sia “capelli in ordine” sia lo scientifico “simile ad un pettine”, Pettinatòre, Pettinatrìce, Pettinatùra, Pettinèlla,
Pettìnidi o Pectìnidi (Famiglia di molluschi), Pettinièra, i dim Pettinìna e Pettinìno la locuzione anatomica
Muscolo pettineo dal lemma Pettìneo attraverso l’ingl PECTINEUS; attraverso il franc RIPLIN pettine di ferro,
l’ital conta l’omologismo Rèbbio con Rebbiàre, Rebbiàta e Rebbìsta. Rebbio è ognuna delle punte di una forca,
forchetta e diapason; i rebbi della fiocina e del tridente hanno in più l’ardiglione.
\ Una forchetta a quattro rebbi fu ideata a Napoli, in epoca borbonica, per meglio avvolgere gli spaghetti per portarli in bocca. \
Dallo specifico gr STETHOS petto, l’ital conta i composti Stetoscòpio con Stetoscopìa e Stetoscòpico; strumento
di competenza medica inventato da R. T. H. Laennec nel 1816.
\ Feudo e Vassalli
Fèudo è dal lat medv FEUDUM, già franc FEHOD proprietà di bestiame identico a PECUS bestiame-gregge, cui FIEU e
l’ital Fìo, questi nella locuzione Pagare il fio valeva “Pagare il feudo” ovvero il balzello, successivamente svoltosi fig in
“Pagare il fio di una colpa”, ossia “Pagarne le conseguenze”. Da Feudo, i derivati Feudàle, Feudalèsimo e Feudatàrio.
Il Feudo era organizzato in Vassalli, Valvassori e Valvassini. Vassàllo è dal lat medv VASSALLUS da VASSUS servo già
celt KWAS, Valvassòre dal prvz VALVASSOR da VASSORIUM vassus dei vassalli, Valvassìno questo dim di
VALVASSOR e sta per vassus del valvassore e , in gerarchia, anche del vassallo; in percorso Vallètto e Vallètta attraverso il
prvz VALET dal lat VASSALLUS.
In omologismo storico-medv e linguistico, il termine Samurài inv dal giapponese SAMURAI vale “membro della casta
militare” da SAMURARU essere al servizio di… il cui codice d’onore è il BUSHIDO.
In associazione si ha Omàggio con Omaggiàre, dal franc HOMMAGE derivato da HOMME uomo nel senso di vassallo,
pertanto sta per “atto di sottomossione al suo signore”; il lat medv aveva HOMINATICUM omaggio, col suff medv
ATICUM, di pari elaborazione con il termine Formaggio dal franc FORMAGE e dal lat medv FORMATICUM.
Dal franc, l’ital conta il glb Cotillon ”omaggio a sorpresa” svoltosi da COTILLON gonnella dal nome di un’ant danza.
VELLEITARIO
Da ben diversa rad ci arriva invece il termine Velleitàrio con i sostantivi Velleità o Velleitarìmo. Nella sua
accezione di “volitivo” è l’astratto lat di VELLE volere, che è l’infinito class di VOLO voglio, rad WEL volere
diversificatasi dall’omonima rad WEL volgere, ma che spesso appaiono assimilate. Da VOLO voglio è
pervenuto più esplicitamente il volg VOLERE, cui Volère con Volènte, Volentièri, Volenteròso, Volitìvo,
Volontà, Volontàrio con Volontariamènte, Volontariàto, Volontarietà, Volontarìsmo e Volontarìstico; eppoi
Vòglia e Vogliòso dal volg VOLJO, i prefissati l’aggettivo Invìto da INVITUS “contro voglia” (omn del
sostantivo Invito) e Involontàrio “privo di voglia”, i composti Benvolère e Malvolère, Disvolère, l’iterativo
Rivolère, Stravolère “bramare”, un opposto Svolère (S sottrattivo).
Dalle locuzioni lat QUAM VELLES quanto tu voglia e QUOD VELLES quel che vorresti l’ital ha tratto
rispettivamente Cavèlle e Covèlle “qualche cosa – nonnulla” cui Noncovèlle con valore di “nulla”.
Ma il voglio di Velleitario è semant bizzarro, capriccioso, estroso, fantasioso... senza efficacia. Occorre contare
nel percorso il termine Nolènte, sempre in binomio nella locuzione Volente o nolente, che è dal Ppres lat
NOLENS, l’ellittico risultante da una mutazione progressiva del composto NE VOLO non voglio
successivamente NOVOLO per attestarsi nell’infinito NOLLE e in NOLO non voglio, cui ancora Nolontà su
modello di Volontà, eppoi la locuzione divina, inv dalla traduzione lat, pronunciata da Gesù Noli me tangere
“Non mi tocccare (non voglio che mi tocchi)” nei riguardi di Maddalena, locuzione che indica in botanica una
sorta di piante altrimenti dette Impatiènte e Sensitìva. La rad indour WEL volere riappare nell’ingl WILL e nel
ger WILL volontà cui l’onomastico Guglielmo, con i suoi dim fem Mina e Wilma da Guglielmina,
italianizzazione di WILLIHELM protettore della volontà composto con HELM elmo fig protezione.
L’inc della radice WEL volere con l’aggettivo lat VOLUPIS tratto dal nome della dea del piacere Volpia, ha
prodotto il lat VOLUPTAS VOLUPTADIS cui Voluttà o il fedele al lat Voluptàde, Voluttario, Voluttuoso con
Voluttuosità.
\ Tocario
Il Tocàrio o Tocàrico o Tochàrio è l’ant lingua indoeur parlata nella parte orientale del Turchestan; i greci chiamavano quel
popolo TOCHAROI.
VEZZO VESSARE VESSILLO
75
VEZZO
Il parlar d’oggi e la sua naturale omologazione nello scrivere sono il risultato di svariati influssi linguistici da
strutture precedenti, scomparse o semant sopravvissute altrove. L'ital è uno scrigno straordinario ed è una lingua
che non può che essere calzata comodamente da un popolo che, negli aspetti e nelle manifestazioni, racchiude
un’antica ed immensa cultura eterologa. Poniamo ad esempio Vezzo e Vezzato, per cui potrà apparire logica la
correlazione del secondo col primo lemma, come nel caso di Vizio-Viziato.
Vèzzo (dal XIV sec) da lat VITIUM cui Vezzatamènte, Vezzàto, Vezzeggiàre con Vezzeggiamènto,
Vezzeggiatìvo e Vezzòso con Vezzosità stanno per “abitudine” spesso non bella, oppure per “carezza, moina,
smanceria e monile” (senso lato); in percorso prefissato si ha Avvèzzo “condotto ad un’abitudine”, aggettivo
estratto o sostantivo devb da Avvèzzare (pref aggiuntivo AD allativo) cui Avvezzamènto e Avvezzàto con
Disavvezzàre (doppio DIS dispersivo) “far perdere un’abitudine cui il Pp Disavezzàto aggettivato in Disavvèzzo,
Disvezzàre e Disvezzàto, eppoi ancora Divezzàre snm di Slattare (cambio di pref da AD a DI ) cui
Divezzamènto e il Pp Divezzàto aggettivato in Divèzzo. Svezzàre (pref sottrattivo S) “sottrarre ad un’abitudine”
cui Svezzamènto,
Quasi snm è il termine Vìzio (sempre dal XIV sec) sempre dal lat VITIUM cui Viziàre, Viziàto, Viziatùra,
Viziètto, Viziòso con Viziosità, la locuzione eccl Vizi capitali…incluso il prefissato Stravìzio (STRA
superlativo) cui il denm Straviziàre.
Vezzo è l’estratto di un presunto VIRE, che è verbo denm lat di VIS violenza, cui i derivati Violàre con
Violàbile, Violàto, Violatòre e Violaziòne, Violènto o Violènte con Violentàre, Violentatòre e Violènza 1, Vitàre
ed Evitàre.
Vezzàto nel senso di “scaltro-accorto” viene invece in eredità dal prvz VEZAT derivato quest’ultimo da VEZAR
avvezzare; provenienti da VITIUM e dal presunto VIRE latini, semant mutati in quelle contrade francesi.
Certo, il lemma Abitudine-Vitium lo immaginiamo remoto da Scaltrezza-Vezar, talvolta in opposizione
(abitudine-vizio è snm di riflesso condizionato, ovvero azione priva di raziocinio), ma se entrambi - Vizio Vezzo
- arrivano da VIRE - che ci porta semant ad “evitare” - possiamo dedurne che il prvz abbia assimilato l’azione di
evitare con proprietà di scaltrezza.
1
La personificazione mitologica gr-lat del male fisico era rappresentata dalle Erinni in gr ERINNYS, da non mettere in connessione col
termine composto Erinnofilìa questo omologismo ellittico dalla locuzione ted ERINNE RUNGSMARKE e vale “collezionismo di bolli non
postali” cui Erinnòfilo.
\ Convito Convitto
Il termine Evitàre e dal lat inv EVITARE composto di EX intensivo e VITARE, questo denm da VITUS di sua volontà legato
a VIS tu vuoi, tutti discendenti dalla rad WEI desiderare spontaneamente, cui il lat INVITARE far venire, e l’ital Invitàre col
pref IN intensivo (omn di Invitare “avvitare”) cui il devb Invìto (omn di Invito “contro voglia”), eppoi Convitàre col COM
associativo cui Convitàto e Convìto “pranzo”.
L’assonante Convìtto “istituto” con Convittòre è invece dal lat CONVICTUS astratto da CONVIVERE convivere COM
VIVERE (Ved Morto…), cui Convìva, Convìvere, Convivènte, Convivènza; i termini Convìvio e Conviviàle appaiono con
entrambi gli etimi VITARE e VIVERE sovrapposti. In composizione prefissata si ha ancora Sopravvìvere con
Sopravvivènza; dall’ingl SURVIVAL sopravvivere, l’ital conta infine gli omologismi Survivalìsmo con Survivalìsta (col suff
ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO in omn col suff ISTA di collegamento ad un mestiere che qui si sovrappongono
ove si intenda “istruttore”) e Survivalìstico.
VESSARE
Diversa analisi merita l’assonante Vessàre-Vessaziòne, Vessatòrio, Vessatòre “opprimere, maltrattare
moralmente”, dal lat VEXARE agitare, tormentare. La rad ci riporterebbe ad un presunto progenitore WEG
vigile, vigoroso, cui WEGH sino al lat VEHERE trasportare, corrispondenti al ger WAGE bilancia e al gr
WOKKOS scuotitore. Dal Ppres VEHEMENS del lat VEHERE è nato Veemènte il cui opposto è Clemènte col
derivato Clementìno dal Ppres lat CLEMENS docile fig dalla rad KLEI piegare, cui l’onomastico Clemente e la
sua versione slava in Milen al fem Milena; eppoi Clemènza dal lat CLEMENTIA e Clementìna, snm di
Mandarancio, questo attraverso il franc CLEMENTINE il noto agrume ibrido dal nome del missionario
Clemente che ne contribuì l’importazione dall’Algeria nel XX sec.
È evidente che il nostro Vessare abbia cominciato a prendere forma dal gr scuotere, per poi passare dal lat
tormentare, prima di formalizzarsi nel significato di “schiavizzare, opprimere”. Continua a succedere per
molteplici lemmi, per i quali la semant appare senza soluzione di continuità, quindi nulla può accertarci che
Vessàre non subirà altre mutazioni.
VESSILLO
Il lemma Vessìllo dal lat VEXILLUM, quale dim di Velo questo però risalente ad un ant WEKSLOM, ci giunge
dalle identiche rad WEGH (VEXARE), ossia che si scuote, che è trasportato, quindi scosso, trasportato,
tormentato dal vento. Da Vessillo, si sono ricavati Vessillàrio, Vessilìfero, ma anche Vessillologìa e Vessilòlogo,
questi due la materia e lo studioso - o collezionista - di bandiere, estensibile ad armi ed uniformi, in
competizione semant con Oplologia, Oplologo.
Nel percorso si conta il prefissato Convèsso con Convessità dal lat CONVEXUS ricurvo, immaginando la forma
che assume un vessillo (o una vela) gonfiato dal vento, in opposizione a Concavo con Concavità.
Vessìllo è anche Bandièra dal prvz BAND(I)ERA, nel senso di insegna-ciò che simboleggia la banda, cui
Banderàio, Banderèse, Banderìglia o l’esot sp Banderìlla con Banderillèro, Bandieràbile, Bandieràio, Bandieràre,
il dim Bandierìna.
\ La bandiera dei pirati, quella col teschio e le ossa incrociate, era chiamata glb JOLLY ROGERS \
76
Bànda è un termine polisemico; sta per “parte” se attinto al prvz BANDA cui l’esot franc Bandeau e i prefissati
Sbandamènto, Sbandàre, Sbandàta con Sbàndo. Sta per “striscia” se dal franc BANDE cui Bandàto, Bandèggio
questo termine della Citologia attraverso la locuzione inglese BANDING TECHNIQUES tecniche per produrre
bande, Bandinèlla, Bandolièra questo transitato dallo sp BANDOLERA, e Bàndolo. Sta per “lamiera” dal lat
medv BANDA cui Bandàio, Bandèlla, Banderòla o Banderuòla (questo non solo lamina ma anche drappo),
Bandòne. Infine sta per “drappello” dal lat BANDUM insegna a sua volta dal got BANDWA segno, cui l’esot
ingl Band, Bànda con le locuzioni Banda musicale e Banda municipale (musicale), Bandèggio con Bandeggiàre,
Bandìsta e Bandìsticob, e i prefissati Sbandàre (omn di Sbandare nel significato di “parte”) Sbandeggiamènto e
Sbandeggiàre, la locuzione ingl Bandwagon effect “effetto fanfara su carro”; il serbo-croato conta CETA per
banda armata, cui CETNIK italinizzato Cètnico guerrigliero.
Eppoi Bàndo o Bànno (con valore di annunzio, avviso), Bandìre, e Banditòre da BANDWJAN dare il segnale,
Bandìta, Bandìto “incriminato tramite bando-intimazione, in estensione vale allontanamento. esiliato” con
Banditèsco, Banditìsmo, l’esot sp Bandolèro da BANDOLERO, le composizioni Imbandìre (da “convitare
tramite bando” s’è attestato nel significato corrente), Contrabbàndo (contro il bando); dal franc medv BAN
bando cui BANAL proclama per tutti, l’ital ha assunto l’omologismo Banàle, Banalizzàre, eppoi cui il
carolingio Eribànno “bando del re” dal lat HERIBANNUM omologismo dal ted HERIBAN.
Nel volg centro-mer sopravvive Banna per Banda “banda musicale” o “parte” e Banno per “bando”.
Attraverso il lat BANDERIUM “membro di una banda” il serbocroato conta PANDUR cui l’italianizzato Pandùro
“miliziano” con un fig Pandùro “persona rozza e violenta”.
Il termine Abbandonàre, cui il devb Abbandòno, che sembrerebbe voler significare “mettere da parte (banda)” è
in realtà l’italianizzazione, ovvero l’omologismo dalla locuzione franc A BAN DONNER dare al bando ossia
“porre a disposizione d’ognuno-lasciare del tutto libero”, cui Abbandonàto, Abbandònico, Abbandonìsmo e il
prefissato Riabbandonare (RI iterativo), in connessione con Adonàre dal franc S’ADONNER abbandonarsi il
cui verbo DONNER è connesso con il lat DARE-DONUM.
Banda è un termine polisemico e pertanto non è semplice rintracciarne l’origine rad, tuttavia si può immaginare
una connessione con BHA parlare in riferimento ai bandi con valore d’annunzio e d’avviso, con BHAS
autorizzare in relazione alle bandiere, alle insegne di comando, al dare il segnale, con BHAD fasti in relazione
alle festose banderuole; in ogni caso con base unificante BH.
Dall’ar KHRUMIR contrabbandiere il franc aveva tratto KROUMIR cui l’omologismo fig ital Crumìro.
Il termine Bandàna è dal hindi BADHNU attraverso il ptg, ma vrs sovrapposto a Banda “striscia”.
Fuori percorso, ancora, Bandoneòn, uno strumento musicale, simile ad una piccola fisarmonica, dal nome del
suo primo venditore ted H. Band, Bandùra o Mandùra “strumento musicale a tre corde” con Bandurrìa
“strumento musicale a sei paia di corde”, dal gr-lat PANDURA, l’esot svedese Bandy “antesignano
dell’hockey”.
\ Indiani
Hindi è la lingua ufficiale dell’India-ìndia, termini derivati da un rad comune, come Italiano e Italia; in percorso, Indiàna,
Indianìsmo, Indianìsta (col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO in omn col suff ISTA di collegamento ad un
mestiere), Indiàno con Indo-ìndo dal gr INDOS; Indio-ìndio è invece l’abitante delle Indie Occidentali, America, dalo sp
INDIOS. Indio-ìndio è k,’elemento chimico con simbolo In.
Eppoi Indaco-ìndaco, termine dal lat INDICUM che vale indiano, per accezione l’uno dei sette colori dello spettro solare,
intermedio tra azzurro e violetto, e quale sostanza colorante la si può ricavare dall’Anìle, una pianta, il cui termine è dal sct
NILA, transitato dall’ar AN NILA ed infine nello sp ANIL, donde Anilìde e Anilìna. Da Indaco si conta un Indòlo
“composto organico” che vale l’ellittico di Indaco col suff chimico OLO.
Il percorso conta ancora il pref INDO per composizioni quali Indoàrio “lingua indoeuropea diffusasi in India”, Indocinèse,
Indoeuropèo o Indeuropèo col desueto snm di Indogermanico (entrambi dal 1842) con un Anàrio (pref AN privativo) che
vale “non indoeuropeo”, Indogangètico relativo agli idronimi Indo e Gange (Gangètico), Indoirànico, Indostàno questo della
regione Indostan tra l’Indo e il Gange. Il suff (I)STAN di Indostan è un derivato di una ant rad che sta per regione-paesenazione dei… ossia il paese dove si sta rintracciabile in Afghanistan (degli Afghani), Kurdistan (dei Kurdi), eppoi in
Daghestan (una cui lingua caucasica è il Lèsghi), Pakistan, Tagikistan, Turkmenistan ed altro, snm dell’occidentale LandaLandia cui Irlanda, Finlandia; pare che STAN sia connesso con una ant rad che avrebbe condotto al lat STANS cui l’ital
Stanziàle e che vuol dire “popolo che ha finito di girovagare (non più nomade)”.
Dal sct KRSNA, è indicata in spazio glb Krishna il salvatore l’una delle dieci incarnazioni induiste (Avatara) di Vishnu
onnipervadente, questa l’una delle tre grandi divinità indiane Shiva e Brahama, cui la locuzione Hare Krishna dall’originale
vocativo HARE KRSNA signore Krishna. Staordinaria l’assonanza con il Cristo “il Salvatore-l’Unto”.
Le altre nove incarnazioni, secondo la dottrina maggioritaria, sarebbero Matsya il pesce, Kurma la tartaruga, Varaha il
cinghiale, Narasimha l’uomo leone, Vamana il nano, eppoi Rama con Parashurama (Rama con l’ascia), Buddha e Kalki
questa l’incarnazione futura.
L’Induìsmo è la religione tradizionale ed ortodossa praticata da oltre 700milioni di indiani, cui Induìsta, Induìstico derivata
da Indù cui Induizzàto. Da Visnù, omologismo di VISHNU, si ha il Visnuìsmo, questo ad nindicare una delle sette ortodosse
dell’Induismo, cui Visnuìta e Visnuìtico. Visnù con Brahama e Siva costituiscono la Trimùrti dal sct MURTH corpi solidi
prefissato TRI tre (questo risuonante in ambito indoeur), la Teofania omologabile nel cristianesimo con la Trinità (Padre,
Figlio e Spirito Santo).
\ Truppa Drappello
Il prvz TROPEL dovrebbe essere connesso con il franc TROUPE già THROP branco-mucchio cui il glb Troupe (pron trup),
l’omologismo Trùppa con i prefissati Attruppàre, Intruppàre (omn di Intruppare variante di Intoppare) cui Intruppàto, e
l’avverbio Tròppo attraverso il lat medv TROPPUS.
Drappèllo è dal prvz TROPEL inc con Dràppo “stoffa di pregio”, questo esteso in “palio” o “vessillo” e ancora fig “aurora
77
boreale” dal lat tardo DRAPPUS d’origine gallica, cui Drappeggiàre, Drappeggiamènto, Drappèggio, Drappière e Drapperìa,
il composto prefissato Smandrappàto che vale la locuzione Mal drappato (con S intensivo). Il termine Drappèllo adottato
militarmente vale pertanto per accezione “ pattuglia insignita (contrassegnata) con un vessillo indicante che è dalla parte
di...”, metaforizzato in “complesso di suonatori” e addirittura in “masnada di malviventi”.
\ Insegna Stendardo Gagliardetto Labaro
Insègna è dal lat INSIGNIA plur neutro di INSIGNE segno, composto di IN illativo e SIGNUM intaglio-incisione (quale
indicazione, tacca) connesso con SECARE tagliare di rad SEK, cui il fig Insegnàre “imprimere il segno (della conoscenza)”
con Insegnamènto, Insegnànte, Insegnatìvo, Insegnatòre, eppoi Insìgne, Insignìre. Da SIGNUM deriva Sègno con Sègnico
(linguistica) e Segnàcolo o Signàculo, Segnàle da SIGNALE già SIGNALIS con Segnalamènto, Segnalàre, Segnalàto,
Segnalatòre, Segnalaziòne e Segnalètica, Segnàre da SIGNARE, cui Segnatàrio, Segnatòio, Segnatòre, Segnatùra o Signatùra
e il glb ingl Signature “firma”, la locuzione Segni dello zodiaco o Segni zodiacali (dodici); negli anni settanta del XX sec fu
captata dagli spazi una frequenza elettromagnetica di un segnale alieno, che fu classificato in (Segnale) Wow.
Il percorso prosegue con i prefissati Assegnàre con Assegnatàrio, Assegnaziòne e Assègno (pref AD) cui la locuzione
Assegno circolare, Consegnàre con Consègna e Consegnatàrio (pref CON da COM), il percorso ideale Designàre (pref DE
durativo) con Designàbile, Designàto, Designatòre e Designaziòne in complanare con il percorso concreto Disegnàre (pref
DI da DE) con Disegnatòre, Disegnatùra e Disègno, il glb ingl Design “disegno.progetto” con Designer “progettatore” da TO
DESIGN disegnare, Contrassegnàre con il sostantivo Contrassègno “nota–indizio” (pref CONTRA) e l’avverbio
Contrassègno “modalità” (pref CONTRO già locuzione avverbiale Contro assegno eppoi Controassègno), Insignificànte con
Insignificànza (pref IN negativo), Rassegnàre o Rassignàre dal lat RE SIGNARE togliere il segno che in origine valeva
dissuggellare (pref RAD adattato RA), con Rassègna, Rassegnamènto, Rassegnatamènte, Rassegnàto, Rassegnatòre e
Rassegnaziòne infine i composti Crocesègno con Crocesegnàre o Crocesignàre, Segnacàrte, Segnacàso, Segnaccènto,
Segnalìbro, Segnalìmite, Segnalìnee, Segnapàssi, Segnapòsto, Segnaprèzzo, Segnapùnti, Segnasùb, Segnatàsse, Segnatèmpo,
Segnavènto, Segnavìa, Signìfero (con il suff FERO dal lat FER che porta) che ha un suo snm in Aquilìfero “che porta
l’insegna di Roma (Aquila) da AQUILIFERUM, eppoi Significàre (con il lat tardo FICARE da FACERE fare) con
Significànte e Significànza, Significatività, Significatìvo, Significàto e Significaziòne con i prefissati Autosignificànte,
Insignificànte e Insignificànza (pref IN negativo), Soprassegnàre… ed ancora Sìgla dal lat tardo SIGLA ellittico di
SINGULA abbreviazione dim di SIGNA, cui Siglàre, Siglàrio e Siglatùra. Dim di SIGNUM intaglio è ancora SIGILLUM
cui l’ital Sigìllo, Sigillànte, Sigillatùra, Sigillàre e i prefissati Controsigìllo, Disigillàre o Dissigillàre (pref DIS) che, col
cambio di pref in SUB si muta in Suggèllo e Suggellàre con Disuggellàre (doppio pref DIS), i composti Guardasigìlli questo
snm di Ministro della Giustizia, Sigillografìa, questo snm di Sfragistica.
Snm di Sigillare è anche Otturàre, questo col pref OB e il lat TURARE, cui Otturamènto, Otturàto, Otturatòre, Otturatòrio e
Otturaziòne; da TURARE si ha il dim Turàcciolo da Turàccio, un devb al quale è stato posto il suff ACCIO, Turamènto, i
composti Turafàlle e Turapòri, e, col pref S negativo, Sturàre. Il gr conta SPHRAGIS per sigillo cui la latinizzazione nel 1745
nella locuzione ARS SPHRAGISTICA, donde il franc SPHRAGISTIQUE e il calco ital Sfragìstica (snm di Sigillografia) con
Sfragìstico.
Snm di Insegna, Blasone, Fregio e Stemma. Blasòne dal franc ant BLASON scudo, cui gli omologismi Blasonàre,
Blasonàrio, Blasonàta, Blasònico, Blasonìsta (col suff ISTA di collegamento ad un mestiere in omn col suff ISTA di
collegamento ai sostantivi in ISMO) Frègio o Frégio (corretto sia l’accento acuto sia grave) è dalla locuzione lat
PHRYGIUM OPUS (opera) lavoro frigio, relativo alle decorazioni dei tessuti importanti dalla Frigia, cui Fregiàre con un
archiviato Fresàre, Fregiatùra e il prefissato Sfrègio con Sfregiàre, Sfregiàto, Sfregiatòre (pref S sottrativo), svoltosi nella
semant corrente (offesa). Fregio ha una variante in Frìso svoltosi nella terminologia marinaresca snm di Cinta o Soglia
relativo al fasciame.
Stèmma è inv dal gr-lat STEMMA corona, cui Stemmàto e Stemmàrio.
Stendàrdo snm di Ostendale, cui Stendardière, l’esot che sarebbe rincasato dal franc ant ESTANDART già STANDHARD
stabile, è vrs un derivato dal lat EXTENDERE stendere.
Gagliardètto, l’omologismo che già indicava la bandiera principale della nave, è il dim di Gagliàrdo dal prvz GALHART
forte-vigoroso, cui Gagliàrda, Gagliardèzza, Gagliardìa.
Ed infine Làbaro, dal lat LABARUM stendardo che è considerato di ignota etim, ma non è un’assurdità ricercare una
connessione rad che accomuni Labaro e Alabarda, questo già Labarda, d’altronde associati da un contesto militare.
\ Slavina Labirinto Valanga Dedalo
I latini avevano LABES caduta e LABARE scivolare già LABI scorrere, di rad LAB, cui Làbile “che cade”, cui Labilità, e
vrs Làbe snm di Macchia dal lat LABEM, eppoi Làsso da LAPSUS scorrimento cui il sempre corrente lemma Lapsus “errore
involontario” e le locuzioni ancora in auge Lapsus freudiano – questo attraverso il franc FREUDIEN relativo allo psicanalista
storico S. Freud (1856/1939) cui Freudìsmo - con le lat Lapsus calami “errore nello scrivere” con CALAMUS “canna-penna
per scrivere” e Lapsus linguae “errore nel parlare”. Il termine Relàsso o Relàpso, poi, per accezione con valore di “ricaduto
nel peccato” è dal lat RELAPSUM Ppass di RELABI ricadere col pref reiuteratuivo RE.
In percorso, Làva per accezione “massa magmatica che scivola-cade dal cratere e che poi si pietrifica” da un’attestazione
napoletana, con Làvico, eppoi Lavìna “che scivola” per accezione in riferimento alla neve e Slavìna con pref S durativo; il
termine Lavàgna, deriva dal toponimo Lavagna, in Liguria, una composizione con l’etnonimo LAEVI e il suff collettivo
AGNA, vrs connesso con LABES per le cave della particolare pietra metamorfica qui esistenti, cui Lavagnìno e Lavagnòso,
questi ormai obsoleti. In questo contesto, è difficile assicurare l’origine all’onomastico Lavinia, di accertata genesi lat.
Slavina (questo adottato dal 1934) è snm di Valànga (già in uso dal 1803) è un termine ristretto e lenito dal franc
AVALANCHE, corrispondente all’alpino prelatino VALANCA, il quale altro non è che la metatesi di LAVANCA ossia
LAVA col suff med ANCA. (Ved Cubo...) già lat LABINA; la coincidenza vuole che Valanga da LAB(ES) caduta di
partenza prelatina ed il secondo da LAB(YRINTHOS) labirinto di partenza preellenica (analizzato più avanti), non dissolve
certamente la percezione di un abbrivo comune.
Nel percorso di LABES LABARE si conta sorprendentemente Lavòro con Lavoràre (LABOR-LABORARE), che in origine
vale sacrifìcio, fatica (LABOR), cui il duplice percorso, l’uno fedele all’ital cui Lavoràbile con Lavorabilità, i frequentativi
Lavoracchiàre, Lavoricchiàre e Lavorucchiàre, il Ppres sostantivato Lavorànte, Lavoràta, Lavoratìvo, Lavoràto, Lavoratòre,
Lavoratòrio snm di Laboratorio, Lavoratùra, Lavoraziòne, Lavorètto, Lavorièro, Lavorìo, il giuridico Lavorìsta, e il fedele al
lat con Laboratòrio snm di Lavoratorio, Laboriòso, Laburìsmo, Laburìsta (dal partito dei lavoratori inglesi LABOUR PARTY
78
e col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO in omn col suff ISTA di collegamento ad un mestiere).
\ La Festa del 1° maggio o Festa del Lavoro non è affatto prerogativa della sinistra lavoratrice; il nazismo l’aveva adottata organizzando
delle solenni parate. \
I prefissati Collaboràre (CUM associativo) cui Collaborativo, Collaboratòre, Collaboraziòne questo con Collaboraionìsmo e
Collaborazionìsta, l’ellittico Còlf che vale “collaboratrice familiare”, Elaboràre (EX fuori) cui Elaboratòre, Elaboraziòne nel
senso di “prima del lavoro”, insomma al di fuori della realizzazione pratica, con l’iterativo Rielaboràre cui Rielaboraziòne. Il
termine Lavoro è sovente in locuzione con Còttimo, Lavoro a cottimo, dal lat medv COTTIMUS quale? già class
QUOTUMUS svoltosi in sostantivo con valore quantitativo, cui Cottimàle e Cottimìsta (col suff ISTA di collegamento ad un
mestiere in omn col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO). Dall’ar DAR SINA’A casa del lavoro, il genovese ha
tratto il calco Dàrsena e il veneziano Arsenàle, termini adottati in ital, cui Arsenalòtto. L’ingl conta WORK lavoro cui i glb
Workaholic “maniaco del lavoro” col suff AHOLIC che si traduce nell’ital MANE di Mania, Workshop, Worksong da Work
song, Workstation “postazione di lavoro” con STATION postazione, Working poor “lavoratore a competenze basse” con
POOR povero, Work in progress “lavoro in corso-in progressione”, Work music
Labirìnto, con la variante Laberìnto, discende invece da un preellenico LABYRINTHOS, da tema med LABUR,
praticamente rimasto indenne durante i passaggi gr-lat-ital, cui Labirìntici “Ordine di pesci teleòstei”, Labirìntico,
Labirintifòrme, Labirintìte con i patologici Labirintopatìa o Labirintòsi (relativo al Labirinto organico in sede dell’orecchio),
ma appare vrs una relazione etim tra il tema med LABUR di Labirinto e la rad LAB di Lavoro, associando il termine alla
fatica per uscirne; tesi avvalorata dall’associare il termine LABUR a un etim che significherebbe “ascia”, questo strumento di
lavoro (LAB). Il perché di tale associazione deriverebbe dalla decorazioni parietali a forma d’ascia all’interno del labirinto
storico.
Snm di Labirinto è Dèdalo, termine che ricorda Dèdalo, il costruttore di un mitologico labirinto. Pertanto esistono in
complanare gli aggettivi Labirìnteo e Dedàleo.
\ Dèdalo, insieme al figlioletto Icaro, riuscì ad evadere dall’inestricabile labirinto di Creta, ivi rinchiuso dal committente re Minosse, perchè
non ne costruisse di simili. Dedalo è anche ricordato come il primo aviatore dell’umanità, per essere riuscito a decollare dal labirinto con ali
di cera da lui stesso ideate. Icaro, entusiasta dell’avventura, si avvicinò troppo al sole, nonostante gli avvertimenti paterni, e precipitò con le
ali liquefatte. La metaf del progresso degli uomini, che si consolida col sacrificio dei primi. Dedalo, però, era un inventore senza troppi
scrupoli: accontentò la regina Paifae follemente innamorata di un toro e le costruì una sagoma di similvacca con la quale lei si camuffò per
sedurre l’animale; dall’amplesso nacque il terrificante Minotauro, divoratore di fanciulli, che finì ucciso dall’eroico Teseo. L’allegoria della
lussuria e della corruzione in cui si ritrovano tutti i regimi alla loro decadenza.
Nel 1961, lo storico astronauta sovietico Yuri Gagarin fu soprannominato Icaro redivivo, appunto perché, diversamente dal personaggio
mitologico, tornò sano e salvo sulla terra “dopo essersi avvicinato al sole”. \\
\ Cultura eterogenea sinonimo d’italianità
Entro i confini nazionali sussistono minoranze alloglotte per lo più bilingui, in competizione con la lingua ufficiale italiana.
La Costituzione italiana, all’articolo 6 recita che la Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche. La Legge
482 del 1999 elenca le minoranze linguistiche degne di tutela.
Lingua tedesca È la lingua da Salorno al Brennero, di Luserna e dei Mòcheni 1 nel Trentino, di Val Canale, Sauris e Timau
(Udine), di Sappada (Belluno), di Gressoney, Issime e Gabi (Aosta), di Alagna, Rima San Giuseppe e Rimella (Vercelli), di
Macugnaga e della Val Formazza (Novara). Nella valle di Gressoney - a Gressoney-la-Trinité, Saint-Jean e a Issime sopravvive la particolare parlata alto-tedesca, irrigidita dal 1200, propria di popolazioni vallesane (walser), che s’erano
stanziate a sud del gruppo del Monte Rosa in epoca tardo-medievale, tradizionalmente dediti alla pastorizia ed artigianato.
C’è da sottolineare una specifica lingua-dialetto, quelle dei Cimbri, dal lat CIMBRUM, d’origine germanica dello Jutland,
parlata da alcune comunità nelle valli del Trentino, nell’altopiano di Asiago, tra i Monti Lessini e nel Veronese.
Lingua francese I dialetti locali sono di natura franc-prvz, e si parlano anche in Val Soana e nella Valle di Lanzo. I dialetti
valdostani sono simili ai dialetti transalpini della Savoia, del Delfinato, della regione di Lione e della Svizzera romanda con i
quali costituiscono appunto il raggruppamento franc-prvz. Dialetti o parlate prvz, che ritroviamo in Val Pellice ed in altre
località italiane - piemontesi - che transigono con quelle francesi. La lingua di cultura per i Valdostani è però il francese, che
il loro statuto autonomo ha parificato alla lingua italiana. A Faeto e a Celle San Vito (Foggia) si parla tuttora un dialetto di
tipo franc-prvz, derivato da un nucleo di circa 200 soldati stanziatosi al tempo di Carlo I d’Angiò; alcune tracce sopravvivono
nel circondario, ad Ariano Irpino, Montaguto, Monteleone di Puglia, a sud e a Castelluccio Valmaggiore, San Bartolomeo in
Galdo, Volturara Áppula. a nord.
Lingua slovena e serbo-croata Sopravvive in Val di Resia (Udine), nell’Alto Isonzo e nel Goriziano. Una contenuta comunità
di lingua serbo-croata si trova nel Molisano.
Lingua albanese detta Arbëresh Abruzzo, Molise, Calabria (Spezzano Albanese, Piana degli Albanesi) e Sicilia; tracce
sopravvivono nel nord della Capitanata e sui monti della Daunia; alcune colonie si trovano nel tarantino nei comuni di
Faggiano, Roccaforzata, Monteparano, San Giorgio Ionico e San Marzano.
Lingua greca detta Grìca Nel Salento da I Comuni dell’Unione della Grecia Salentina quali Calimera, Carpignano,
Castrignano, Corigliano, Cutrofiano, Martano, Martignano, Melpignano, Soleto, Sternatia, Zollino, eppoi in alcuni comuni in
provincia di Reggio di Calabria.
Lingua catalana Alghero in Sardegna.
Al Sud vivono 100mila Albanesi fin dal '500, cosiddetti Arbësh. In Sardegna, ad Alghero, 18mila Catalani dal 1354. Tra
Aosta e Torino, 90mila Franco-provenzali, la cui lingua discende da quella francese, ufficiale dei Savoia; gli Occitani (gli
eredi della lingua d’Oc) tra le valli del Piemonte ai confini con la Francia e la Liguria, sono 180mila e questi ultimi due dal
Medioevo. Sui confini con l’Ex Jugoslavia, circa 80mila Sloveni, in emigrazione fin dal VII sec. Nel Molise, 2600 Croati, dal
'400 a seguito dell’invasione turca. In Puglia e Calabria, 20mila Grecanici, che s’esprimono in grico e in romaico, i quali
hanno addirittura fondato alcuni paesi (Sternatia, Calimera...), giunti 2600 anni addietro. Nella Carnia, 39mila tra Carnici e
Carinziani. Fra Trentino e Veneto 55mila Ladini, i diretti discendenti di Roma fin dal 15 aC. E poi, 1000 carinziani nel Friuli,
2230 cimbri sull’altopiano d’Asiago e nel veronese dal XII sec, 10mila corsi alla Maddalena, 15mila ebrei a Roma dal 70 dC,
526mila i friulani tra Udine, Gorizia e Pordenone il cui idioma incominciò ad attestarsi con la dominazione romana da XVI
sec; in alcuni centri siciliani e della Basilicata s’incontrano i gallo-italici mentre in Puglia e in Calabria 340 gli occitani del
gruppo gallo-romanzo; ancora, 1900 mòcheni (tedesco medioevale) in Trentino, 8500 tabarchini in Sardegna (parlata ligure
ereditata dalla lingua di Nueva Tabarca in Spagna), 287mila tirolesi nell’Alto Adige, 2000 walser in Val d’Aosta e Piemonte
dal XII sec, infine, manush, turchi, armeni... tendenze artistiche e culturali, comportamenti tradizionali, abitudini sociali,
79
ereditati dai greci, dagli albanesi, dagli arabi, spagnoli, francesi, austriaci, e non è finita.
Oltre a questi popoli stanziatisi storicamente, il fenomeno di un biblico esodo di gente extracomunitaria (fuori della
comunità europea), rifugiatasi nella penisola per fame, per rivoluzioni intestine, per guerra, ha incrementato notevolmente la
presenza straniera. Nell'ultimo anno del II Millennio, si contano ancora Albanesi che vanno dagli 11728 in Puglia ai 465 del
Molise, Marocchini dai 27033 della Lombardia ai 275 del Molise, Tunisini dai 15306 della Sicilia ai 194 della Basilicata,
1441 Egiziani in Lombardia, 8760 Cinesi della Repubblica Popolare in Toscana, 10757 cittadini della Jugoslavia nel Veneto
e 5734 nel Friuli, dove ancora sono insediati 4547 Croati, 1559 Macedoni nelle Marche, tutti in aggiunta ai vari Polacchi,
Filippini, Nigeriani, Indiani... Dati indicativi storici in costante evoluzione e che non tengono conto di tantissimi soggiornanti
stranieri, i quali, da una elaborazione Caritas, a tutto il 2001 risulterebbero 1.362.630, in calo rispetto all’anno precedente
\1.388.153\ così distribuiti: [I dati del 2004, comunque, farebbero risalire la presenza dei soggiornanti intorno ai due milioni]
Nord 761.298 - Centro 422.483 - Sud 143.121 - Isole 61.251 e che vanno dai 158.094 marocchini ai 16.895 iraniani,
passando dai 46.494 tunisini, non considerando i clandestini. Gli sbarcati dagli USA, anche questi extracomunitari,
ammonterebbero a 43.650, più di pakistani e nigeriani messi insieme, ma nessuno si pone il problema dell’emigrazione
americana che sottrae lavoro agli italiani, visto come un libero scambio con i nostri espatriati oltreoceano.
All’1 gennaio 2009 il dato ufficiale degli stranieri residenti in Italia è di 3.891.295, il 13% in più rispetto al 2008 e 860mila
sono i minori alla fine del 2009. La statistica resa nota in aprile 2012, esito del censimento, segna invece 3.769.518 stranieri
residenti, i quali occupano l’Emilia Romagna con il 12,4 % della popolazione e la Lombardia con l’11,8 seguiti dal Veneto.
Da una statistica stilata dalla coalizione al governo, la mappa dei clandestini segna 20.455 presenze nel 2007 con un
decremento del 7% rispetto all’anno prima, 36.951 nel 2008 con un incremento dell’81%, 9.573 nel 2009 con un calo del
74%. Nel biennio 2008-209 sono stati rimpatriati 42.595 clandestini.
1
Mòcheni deriva dal ted MACHEN fare, poiché il termine pare sia stato storicamente assegnato a coloni, lavoratori. radunati dai feudatari
di Pergine nel XIII secolo, per popolare e rendere produttiva una regione scarsamente antropizzata.
\ Illiri
Illiri, popolazione di lingua indeuropea stanziatasi nel versante adriatico della penisola balcanica, cui Illiria, introdottasi in
Grecia e in Italia. Nel contesto, Adriàtico è dal lat HADRIATICUS della città di Adria, cui Adrìaco, Adriàno, l’onomastico
Adriano.
Secondo fonti mitologiche, fu Dauno che, alla guida di un esercito illirico, assieme ai fratelli Iapige e Peucezio, sbarcò sulle
coste garganiche, invase l’attuale Puglia, toponimo regionale da APULIA il territorio degli Apuli-àpuli, e la divise in tre
regni, Daunia, Messapia (popolazione preesistente e in subordine) e Peucezia, ribattezzando il territorio Paese degli Iapigi, in
memoria o al merito di Iapigio, il quarto fratello che aveva già toccato queste terre. Dauno è considerato il padre di quel
Turno che sarebbe accorso in appoggio al re Latino aggredito dal brigantaggio dei troiani capeggiati da Enea; insomma è
un’ennesima allegoria della colonizzazione e delle tappe di una genesi linguistica indoeur.
Stando a fonti meno fantasiose, i Messapi, il popolo che occupava la penisola salentina protesa nel mare Ionio, avrebbero
imposto (indipendentemente dall’origine dei suoi abitanti) il nome di Peucezia, da una rad indoeur PEUKOS pino o abete, al
territorio cisofantino, vale a dire che, dai confini nord-occidentali delle loro contrade, si estendeva sino a specchiarsi sulla
destra Ofanto (AUFIDUS), il cui corso discende dagli Appennini per sfociare in Adriatico tra le attuali cittadine di
Margherita di Savoia e Barletta, transitando in agro Canosa. Margherita, con le sue saline, è l’omologa moderna dell’antica
Salapia (Salpi), di ceppo illirico SAL APA acqua salsa (per rad AP, Ved Acqua Vino in Obiettivo…). Alla piana
transofantina sormontata dal Gargano, avevano altresì assegnato il nome di Daunia, omologandolo dall’ant lemma messapico
DAUNUS lupo, vrs dalla presenza di questi animali sul promontorio. La Daunia e la Peucezia costituivano l’Apulia, oggi
Pùglia ma che si sarebbe estesa sino a comprendere tutto il territorio degli antichi messapi, la penisola salentina.
La verità storica, come sempre, sta nel bel mezzo delle versioni.
\ Guardare Vedere
Dal progenitore rad WEG, cui il franc ant WARDON stare in guardia, l’ital ha coniato una serie di omologismi, quali
Guardàre dal significato originale ancora semant attuale stare attento a… cui Guàrdia o Guàrda, Guardàbile, Guardamènto,
Guardàta e Guardatùra “sguardo”, Guardatòre o Guardiàno dal got WARDIAN accr di WARD cui ancora Guardianàto,
Guardanìa, Guardìna dalla locuzione Posto di guardia, Guardiòla “casotto per le guardie”, Guardìngo 1, Guàrdo “sguardo”,
Guardòlo “termine da calzatura”, il pervertito Guardòn; i composti, talvolta in complanare con GUARDA e GUARDIA quali
Guardabarrière, Guardabòschi con Guardia campestre e Guardapàrco o Guardiapàrco eppoi Guardacòste con Guardapèsca e
Guardapòrto (anche “galleggiante”) tutti indicati con l’ipocoristico Guàrdia, Guardabuòi, Guardacàccia o Guardiacàccia, il
termine meccanico Guardacànapo, Guardacàvo, Guardacènere, Guardaciùrma, Guardacòrpo, Guardadìghe, Guardafìli,
Guardafuòco, il navale Guardalàto, Guardalìnee o Guardalìnee, Guardamàcchine, il termine meccanico Guardamàno,
Guardanìdo o Guardanìdio snm di Nidiàndolo e Endice, la manopola Guardapàlma, i protettivi Guardapètto e Guardarèni
questo “parte dell’armatura”, Guardapìnna “sorta di crostaceo” dei Decapodi, Guardapòrta con Guardaportòne, i cuscinetti
nautici Guardareggitòri, Guardaròba con Guradarobière, Guardasàla, il ferroviario Guardascàmbi, Guardasigìlli già snm di
Cancelliere ed oggi dell’ital Ministro di Grazia e Giustizia, Guardiaspàlle snm di Guardia del corpo o fig “Gorilla”,
Guardaspiàggia, il marinaresco Guardastìva, Guardatèsta “sorta di rete”, Guardatràma “nel telaio”, Guardavìa “barriera di
sicurezza nelle strade in costruzione”, eppoi Guardiamarìna (il primo grado gerarchico della Marina Militare), il termine da
calzolaio Guàrdolo “ un particolare a protezione delle suole”, la locuzione glb ingl Guard rail “protezione ai bordi delle
strade” con RAIL barra, il limnonimo Lago di Garda cui il relativo Gardesàno (da WARDA sbarramento di guardia –
connesso con il franc GARDO luogo chiuso) questo indicato con Lago Benaco in tempi latini cui il relativo Benacènse da
BENACUS già BENNACUS ricco di promontori di genesi celtica; il lat BENNAM, infatti, indica una carretta a quattro ruote
del tipo gallico, utilizzata su strade montuose cui il termine Bènna diffuso oggi in Toscana.
Il percorso prosegue con i prefissati Ragguardàre (pref RAD) con Ragguardamènto, Riguardàre (pref RI iterativo) con
Riguardamènto, Riguardànte, Riguardàta, Riguardàto, Riguardatòre, Ragguardèvole e Ragguardevolèzza, Riguàrdo,
Riguardòso con Riguardosità, Salvaguardàre, Sguardàre con Sguardàta e il corrente Sguàrdo con Risguardàre
(sovrapposizione di Riguardare e Sguardo) con Risguardèvole e Risguàrdo, Sogguardàre (pref SOB da SUB), Traguardàre
con Traguàrdo (pref TRA attraverso). Traguardo è sportivamente il limite, questo in ingl GOAL cui l’omologismo adattato
Gòl; dallo sp GOL si contano Goleàda o Goleàta, Goleàre e il glb Goleador su calco di Toreador, snm di Cannoniere e
Marcatore.
Nulla a che vedere con Gollìsta o Gaullìsta, questo con riferimento al generale francese Ch. De Gaulle (1890/1970) primo
80
presidente della Quinta Repubblica.
Ancora in percorso, il lemma Guarnìre, col prefissato in negativo Sguarnìre o Sguernìre, attestatosi fig nel generico
preparare dal franc WARNJAN avvertire il pericolo e tenersi pronti, con Guarnàcca e Guarnèllo (questo un inc GuarnaccaGonnella, era l’indumento cinquecentesco della donna incinta) attraverso il prvz GUARNACHA, Guarnitòre, Guarnitùra,
Guarnigiòne e Guarniziòne. In connessione si ha infine Guarìre, o un desueto Guerìre, questo dal long-franc WARJAN tenere
lontano- mettere riparo-difendere, in got WARJA difesa, cui Guaribilità, Guarigiòne, i desueti Guerigiòne con Guarimènto e
Guerimènto, ancora Guaritòre e, nell’onomastica, Alvaro che col pref got ALA del tutto e WARJA sta per che si difende da
tutti (i nemici).
Snm di Guarnire, l’ital conta l’omologismo prefissato Addobbàre con Addòbbo e Raddobbàre con Raddòbbo in senso fig e
sempre dal franc ADOBER armare questo svoltosi da un ant DUBBAN colpire sulla spalla (quale investitura).
Dal rad WEID, cui il gr IDEIN vedere e il lat VIDERE, l’ital conta Vedère con Vedènte, Vedètta “luogo eminente-in risalto”
poi estesosi nell’individuo posto in vedetta, questo inc col ptg VELETA, il glb franc Vedette nel senso di “messo in risalto”,
Veditòre “spettatore”, Vedùta con Vedutìsmo e Vedutìsta (relativo all’arte pittorica di edifici e paesaggi), il Pp aggettivato
Vedùto con un ant Vìso, il percorso dell’astratto VISUS aspetto da VIDERE cui Vìso “faccia” con i dim Visètto e Visùccio,
eppoi Visìvo, Visìbile e Invisìbile (IN privativo) da VISIBILIS un aggettivato dal passivo di VIDERE, Visibìlio questo dal
lat eccl VISIBILIUM OMNIUM ET INVISIBILIUM tutte le cose visibili ed invisibili, Visièra questo esot dal franc VISIERE
da VIS viso, Visiòne “osservazione accurata” dal nome d’azione VISIO derivato dal Pp VISUS cui Visionàre, Visionarietà e
Visionàrio, Visòre con il composto Retrovisòre, Visuàle, il glb ingl Visualizer “visualizzatore”, Visualizzàre con
Visualizzàbile, Visualizzatòre e Visualizzaziòne, Visùra e l’inv dal lat Vìsus (termine medico); da VISITARE iterativo di
VISERE, a sua volta desiderativo di VIDERE, l’ital conta Vìsita, Visitàre, Visitatòre, Visitaziòne. Il percorso continua con
Vìsta col Pp e sostantivo Vìsto (omn di Visto da Vivere) cui Vistàre, il glb ingl Vistavìsion “tecnica cinematografica”,
Vistòso dal Pp volg VISITUS con Vistosamènte e Vistosità, e Svìsta (S sottrattivo) che nella locuzione Prendere una svista
sta per “avere frainteso l’informazione”. Nella verità semant, spesso erroneamente tradotto quale snm di Guardare, Vedere
sta per avere imparato da, insomma indica un’immagine dalla quale si trae un’informazione: “ho visto uno spettacolo
straordinario”; il “non vedente”, pertanto, è colui che non può trarre informazioni mediante il senso della vista. Il percorso
continua con i prefissati quali Avvedère e Avvedùto (pref AD), Evidènte con Evidènza o Evidènzia, Evidenziàre con
Evidenziàbile, Evidenziatòre (pref EX), Improvvìso da IMPROVISUM (IN privativo e Pp PROVISUS di VIDERE) col
denm Improvvisàre cui Improvvisàta fem di Improvvisàto, Improvvisatòre, Improvvisaziòne o Improvvisamènto,
Improvvisamènte, Intervìsta ed Intervistàre e Intervistatòre su calco del franc ENTREVUE cui l’ingl INTERVIEW colloquio
dal vivo (nel vedersi), Intravedère con Intravìsto. Invidò-ìnvido, cui Invìdia (Ved Gelo…), Invidiòso e Invìso dal lat
INVISUS odioso (IN illativo). Prevedère (PRAE prima VIDERE) con Prevedìbile, Previsiòne, Prevìsto ed Imprevìsto (IN
privativo). Provedère o meglio Provvedère (PRO a favore VIDERE) con Provvedigiòne, Provvedimènto o Provedimènto,
Provveditòre o Proveditòre con Provveditoràto, Provveditorìa, Provvedùto o Provedàùto, Provvidènte o Providènte (Pp
PROVIDENS) con Provvidènza o Provedènza con Providènza, Providènzia, Provvedènza e Provvidènzia con Provvidenziàle,
Provvidenzialìsmo con Provvidenzialìsta e Provvidenzialità, eppoi Pròvvido o Pròvido da PROVIDUS e Impròvvido,
Provvigiòne o Provigiòne Provisiòne o ancora Provvisiòne con Provvisionàle da PRIVISIO PROVISIONIS, Provvisòre o
Provisòre, Provvisòrio dal medv PROVISORIUS con Provvisorièta svoltosi in “provigione temporanea”, infine Provvìsta e
Provvìsto con un Improvvìsto (IN negativo) snm di Sprovveduto, Sprovvedere (S sottrattivo) con Sprovvedùto. Prudènte
questo dalla contrazione del Ppres PROVIDENS in PRUDENS 2 cui PRUDENTIA tradotto in Prudènza, con Prudenziàle e il
prefissato in opposizioone (IN negativo) Imprudènte con Imprudènza, da non equivocare con il percorso di Prudere da
PRURIRE; dalla composizione franc PREUDEFEMME donna prudente, l’tal adotta il glb Prude “puritano” con Pruderie in
connessione con Prode. Ravvedère e Ravvedimènto (RI moto inverso e Avvedere). Revisiòne con Revisionàre,
Revisionìsmo, Revisionìsta, Revisionìstico e Revisòre, eppoi Rivedère con Rivedìbile e Rivedibilità, Rivedùta e Rivedùto,
Rivìsto e Rivìsta (RE RI iterativo). Revisione e Riveduta, Revisionare e Rivedere, sono etim snm, ma il primo sottintende
nello specifico “tornare a controllare-esaminare-visitare” ai fini di una efficienza e di un giusto procedimento, a scanso di
errori, per un buon adattamento… il secondo genericamente “tornare a vedere”.
Col pref TRANS adattato, infine, Travisamènto e Travisàre con un intensivo Stravisàre, Travedère con Intravedere o
Intravvedère, Stravedère (STRA superlativo).Travisare, composto con Viso “faccia-capo”, vale “alterare il viso” pertanto può
essere considerata una forzatura, una non purezza linguistica, ove utilizzato col valore di “travestirsi”; il termine però ha
assunto via via il valore di “vista, sguardo, aspetto…”
Vidimàre, infine, è tratto dalla formula verbale VIDIMUS abbiamo visto, un’annotazione di cancelleria sui documenti già
esaminati, donde Vidimaziòne. La locuzione DEJA VU è l’esot dal franc che vale Già visto, ma in dimensione psicologica
ove non addirittura parapsicologica.
Eppoi Antivedère (pref ANTI “prima”), Divedère (prefisso DI intensivo) esclusivamente nella locuzione Dare a divedere, la
composizione Belvedère con Controbelvedère.
Attraverso il franc VOIR vedere, connesso alla rad indoeur WEID, si conta il glb (morboso) Voyeur con gli omologismi
Voyeurìsmo da VOYEURISME e Voyeurìstico.
Da IDEIN vedere, sempre di rad WEID, il gr conta EIDOS quadro-aspetto nel senso di ampia composizione (a tutto campo),
donde EIDYLLION, il lat IDILLIUM e l’ital Idìllio con Idillìaco o Idìllico, connesso con EIDOLON simulacro in ital Idoloìdolo.
Dal tema IDEIN vedere, il gr conta ancora IDEA svoltosi inv in ital Idèa cui il denm Ideàre con Ideàle cui Idealità, Idealìsmo,
Idealeggiàre, Idealìsta, Idealìstico, Idealizzàre cui Idealizzaziòne, Idealmènte, il composto di terminologia sociologica
Idealtìpo attraverso il ted IDEALTYPUS, eppoi Ideatìvo, Ideatòrio, Ideatòre, Ideatòrio, Ideaziòne; il pref IDEO per
composizioni quali Ideocrazìa con Ideocratìsmo, Ideòforo, Ideografìa con Ideogràfico, Ideogràmma (scrittura che non ha
valore di fonemi, ma di idee, d’immagini) cui Ideogrammàtico, Ideologìa con Ideològico, Ideologìsmo, Ideologìsta,
Ideologizzàre, Ideologizzàto, Ideologizzaziòne e Ideòlogo.Fuori percorso Idèo questo relativo all’oronimo Ida a Creta.
Ideofobìa indica paura delle idee (altrui).
Dalla rad WEID vedere connessa più anticamente con la rad SEK cui il lat SECERE-SECARE tagliare nel senso di
distinguere (Ved Roncare… in Inciso…), il passaggio all’interpretazione di sapere e conoscere non può essere stato affatto
macchinoso, donde il lat SCIRE sapere svoltosi nel percorso ital Scìre “sapere” con Scìbile da SCIBILIS, Sciènte dal
sostantivo SCIENS SCIENTIS, Scientìfico, Sciènza e Scienziàto da SCIENTIA; eppoi Scitamìnee (Ordine botanico)
81
attraverso il lat SCITAMENTA leccornie.
la locuzione glb ing WFS vale l’acronimo di WORLD FEDERATION OF SCIENTISTS “Federazione mondiale degli
scienziati” nel cui convegno del 24 agosto 2008 a Erice in Sicilia, di 120 scienziati, presieduto dal fisico ital Antonino
Zichichi (Trapani 1929), sono stati trattati la crisi energetica, le malattie climatiche, la climatologia e il controllo del pianeta.
Il percorso prosegue con i prefissati Ascitìzio da AD SCITICIUS tratto da ADSCITUM Pp di ADSCISCERE, questo
incoativo del prefissato ADSCIRE adottare da SCIRE sapere con pref SCI intensivo; ancora Insciènte con Insciènza da
INSCIENS e Inscio-ìnscio da INSCIUS che col pref IN negativo valgono “ non sapere”, così come Nèsci e Nèscio tratto
dalla terza persona sing del presente indicativo lat NESCIT del verbo NESCIRE non sapere letteralmente NE non SCIRE
sapere, cui Nesciènte dal Ppres con Nesciènza, infine Prescìre da PRAESCIRE cui Presciènza da PRAESCIENTIA. Il
percorso prefissato conta ancora Metasciènza (suff gr META dopo), Neurosciènza (col gr NEURON nervo) “relativo al
sistema nervoso”, Pseudosciènza (col gr PSEUDES falso) con Pseudoscientìfico. Il lemma Scientologìa “ricerca o studio
della conoscenza” è dall’ingl SCIENTOLOGY il quale termine s’è ormai glb, sostituendosi al primo, e indica un movimento
religioso fondato negli anni ’40 da L. Ron Hubbard, scrittore di fantasciènza.
1
Da non equivocare con l’omn Gardìngo “dignitario di corte” omologismo adattato da voce franc GARDO luogo chiuso in connessione con
Giardino.
Il suff aggettivante INGO è d’origine long, come in Solìngo da Solo, questo dal lat SOLUS termine aggettivato dal pref separativo SE
svoltosi in SO. L’ital conta un secondo, omn, suff INGO aggettivante per sostantivi, vrs tratto dal primo, per termini quale Ramingo da
Ramo, ma anche sostantivante per aggettivi come Casalingo da un Casalino “di casa”.
Il termine numero-articolo Uno-ùno, con il tronco *Un, dal lat UNUM, della locuzione Uno solo, invece, ha una propria rad in OINO, cui
Niùno con la variante Ignùno e l’aferetico Gnùno dal lat NE UNUS, *No da *NON già lat NOENUM da NE OINOM non uno. Uno lo si
ritrova in composizioni quali Alcùno dal lat ALICUNUM già ALIQUIS UNUS dove ALIQUIS nasce da ALIUS altro, questo già gr ALLOS
altro, e in composizione Alcunché; Alcuno quale pronome è solo variabile nel genere al plur “Alcuni vennero…Alcune andarono”, al sing è
sostituito da Qualcuno “Qualcuno venne… Qualcuno andò…) e nelle frasi negative è da sostituire con Nessuno “ Non venne nessuno…”.
Ancora, in Certùno con Certo dal lat CERTUS, Ciaschedùno o l’ellittico Ciascùno dal lat volg CISQUE (class QUISQUE) UNUS, Cadaùno
o l’ellittico Catùno col pref rafforzativo CA da CATA (gr KATA), Nessùno o Nissùno ellittico dal lat NE IPSE UNO neppure uno, il quale
(così come Niente e Nulla) dovrà essere preceduto dalla negazione “Non” se segue il verbo, ad esempio “Non amo nessuno”, ove invece lo
preceda non occorre la negazione come in “Nessuno mi vuole”. Eppoi Qualchedùno o l’ellittico Qualcùno da Quale che (sia) uno.
In connessione indoeur rintracciamo la rad OINO nell’ingl ONE, franc UN, ted EINER; in area glb, dall’ingl, si ha in locuzione One man
band “banda con un solo musicista” ossia “solista a più strumenti” e One man show “spettacolo con un solo artista”..
2
Frase tipo “Il provvidente deve essere prudente” è pertanto etim pleonastico, se non scorretto, ma l’attestazione semantica l’ha resa del tutto
regolare; anzi, Provvidente e Prudente si ritroverebbero in odore d’enantiosemia.
OBLIO OBLITERARE OBLIQUO
OBLIO
Oblìo o Obblìo è il devb da Obliàre o Obbliàre (ob-liare), attraverso il franc OBLIER, d’origine lat volg
OBLITARE già class OBLIVISCI dimenticare cui il Pp OBLITUS, prefissato OB (pref OB Ved Obiettivo...),
cui Obliàbile e Obliànza. La traduzione originaria è allora raschiare via, pertanto, semant dimenticare (raschiare
via dalla memoria). L’aggettivo è Obliòso o Obbliòso, poeticamente Oblìto, e le forme Obliviòne o Obbliviòne e
Obliviòso o Obbliviòso.
Il progenitore di -liare è la rad LEI fregare che ricompare nel lat in LEVIS liscio, metaf Liève, con un desueto
Lève donde Levèzza e Levità, da LEVEM, cui Linimènto l’ungere da LINIMEN unguento e Levigàre inv dal lat
LEVIGARE con Levigatèzza, Levigatòre, Levigatùra, Levigaziòne; il percorso prosegue col prefissato Alleviàre
cui Alleviamènto e Alleviatòre, inv dal lat ALLEVIARE con una variante in Allibàre dal lat tardo ALIBIARE
cui Allìbo questo con l’aferetico Lìbo snm di Alleggio cui Libàre omn di Libare “versare”.
Fuori percorso Leviatàn italianizzato Leviatàno, dal lat LEVIATHAN già ebr LIWYATHAN animale sinuoso, il
cui termine ital vale fig “macchina per sgrassare la lana”.
Snm di Levigare (adottato dal XVIII sec) è Smerigliàre (già dal XVI sec) con Smerigliatùra ispirato al termine
Smerìglio “minerale granulare” dal gbz SMERILION già class SMIRYS. Termini omonimi, Smerìglio dal franc
ant ESMERIL un falco e Smerìglio dal gr SMARIS uno squalo; vrs intreccio di connessioni fig.
Levigare è ancora un snm di Raspàre (questo ancora prima, dal XIV sec) denm di Ràspa “attrezzo” (omn di
Raspa “ballo”) omologismo dal long RASPON con Raspatòio, Raspatùra, Raspìno, Raspìo “il relativo rumore”,
Raspòso “ruvido”, il fig Ràspo (grappolo privo di acini) con Raspòllo, Raspollamènto, Raspollàre e
Raspollatùra, l’ancora fig Rasperèlla (botanica) snm di Equiseto. Raspo ha un snm in Ràppa sempre da
RASPON ma attraverso il franc RAPE in riferimento però a cime di finocchio, rosmarino e altre piante. Rappa,
infine ha un desueto omn Rappa inv dal got RAPPA con valore di Ruga, cui un Rappèlla.
Tornando alle composizioni di OB verso, con LATUS (Pp lat di FERRE portare) è nato Oblàto (Pp di Offrire),
semant assunto in seno alla chiesa quale uomo che si offre, che dedica la sua vita a Dio cui i derivati Oblatìvo,
Oblàto, Oblatòre (chi fa un’offerta), Oblatòrio, Oblaziòne (l’offerta) con Oblazionàre, Oblazionàbile,
Oblazionàrio.
Obolo-òbolo, dal lat OBULUS - attinto al gr OBOLOS moneta ateniese - è oggi un’offerta quasi dovuta in
denaro, per lo più sempre formale o simbolica.
Termini fuori percorso Oblò, che è l’omologismo dal franc riscritto assonante alla loro pron di HUBLOT questo
fig da un precedente HUVELOT di HUVE berretto (tondo come un basco); eppoi Oblomovìsmo, termine
antropologico adottato dal 1931 che indica una istintiva tendenza dell’individuo alla remissività dopo secoli di
schiavitù della gleba, relativo al nome del protagonista Oblomov dell’omn romanzo del russo I. A. Goncarov
(1812/1891). Il termine indica anche tutti quegli scrittori russi della seconda metà dell’Ottocento, che nutrivano
sentimenti indolenti verso la piccola borghesia
\ Un certo Oblomovismo antropologico di casa italiana può essere identificato tra i veneti attraverso il loro “comandi!”, che riemerge da un
passato di estrema miseria dedito al servizio di padroni, oggi in via d’estinzione merito di un’encomiabile riconquista della dignità sociale,
82
culturale ed economica, attraverso le sofferenze emigratorie. /
OBLITERARE
Obliteràre, dal lat OBLITERARE, composto con OB e LITTERA, pertanto togliere la lettera. Oggi, invece di
togliere, tramite lo sforacchiare o lo strappare per annullare la validità, si aggiungono altre lettere (data)
mediante il marchingegno automatico ed è un esempio di come un lemma, pur mantenendo la propria etim, si sia
svolto in contrapposizione al significato originale (fenomeno dell’Enantiosemìa). Obliterare vale semant
annullare o cancellare, suoi derivati Obliterànte, Obliteratòre e Obliteratrìce, Obliteraziòne.
\ Allitterazione Cancellazione
Allitteràre con Allitteraziòne, col pref AD dal lat AD LITTERAM lettera aggiunta, se non fosse oggi semant un termine
linguistico-musicale, sarebbe forse il più appropriato a sostituire il desueto Obliterare con Obliterazione.
L’Allitterazione retorica accade quando gli stessi fonemi si ripetono all’inizio o in seno a due o più parole non
essenzialmente affiancate, ma per sottolineandone il rapporto, talvolta ai fini di un’armonia imitativa dei suoni naturali \...\
sibilante e passata la saetta \...\ (SA)
Cancellàre o il volg Scancellòre cui Cacellàbile e Scancellàbile, Cancellerìa o Cancellarìa, Cancellamènto, Cancellatòre,
Cancellatàùra, Cancellaziòne, il dim Cancellìno snm di Cassìno, dal lat CANCELLARE, intendeva effettivamente coprire
con una graticciata; la metaforizzazione poi si è attestata semant, cui Cancellière o Cancellàrio (che era il custode dei
cancelli) con Cancellieràto e i relativi Cancellerèsca e Cancellerèsco, eppoi Cancellàta e Cancellètto da Cancèllo,
quest'ultimo dal lat CANCELLI (solo plur) dim di CANCRI graticci assimilato a CANCER granchio-cancro, cui la forma
CARCER pigione in origine le sbarre del circo, cui Càrcere col denm Carceràre, Carceràrio, Carceraziòne, Carcerière, il fig
chimico Carcerànte, i prefissati Incarceràre (IN illativo), Decarceràre che col pref DE di negazione s’è svolto “imporre una
pena alternativa”, Scarceràre (S sottrattivo) con Scarceramènto e Scarceraziòne.
Snm di Cancellare è Abolìre dal lat ABOLERE cui Abolitìvo, Abolitòre, Aboliziòne con Abolizionìsmo, Abolizionìsta e
Abolizionìstico, vrs connesso con la rad BELO(M) forza nel significato di “valenza”.
OBLIQUO
Dal lat OBLIQUUS indiretto, il termine Oblìquo (già Obblìquo) è la composizione OB-LIQ, presumibilmente,
quest’ultimo, da LINQUERE tralasciare, con rad LEIK lasciare cui il gr LEIPO io lascio. Pochi i derivati:
Obliquàre, Obliquamènte, Obliquità. Letteralmente, allora, contro lasciare ovvero obliquare. Altro derivato è
Bièco, snm di Torvo, una sorta d’ellittico da OBLIQUUS, cui il pref Sbièco (S intensivo) con Sbiecàre e la
locuzione Di sbieco o Per sbieco. Il lat conta uno specifico LIMULUM obliquo cui Limùlo questo un artropode
marino dei Merostomi.
Attraverso il franc BIAIS obliquo, dalla locuzione TAILLER EN BISEAU tagliare in obliquo, l’ital conta un
desueto omologismo Beziòli “occhiali per strabici”.
Il verbo LINQUERE è l’origine del termine Lìmpido lasciato sedimentare, questo inc con un indoeur LUMPA
acqua, cui il lat LYMPHA svoltosi nell’ital Lìnfa con Linfàtico, Linfòma.
Il lat tardo aveva tratto SCLIMBUS obliquo dal got SLIMBS, svoltosi nell’ital Sghèmbo con Sghimbèscio,
questo un inc con Sghembo e Rovescio.
Tornando al percorso LINQUERE, l’ital conta Derelìtto, Dereliziòne (doppio pref DE sottrattivo e RE
d’inversione con LINQUERE) e Relìtto Pp di RE LINQUERE. Il Mar Caspio è fig indicato con Lago Relitto.
Con il pref DE sottrattivo, ci ha portato Delinquènza, Delinquenziàle, Delìnquere, Delinquènte che si sottrae al
dovere, alle leggi, Delìtto questo dal Pp DELICTUM, Delìquio… e DELIQUIUM SOLIS ovvero Eclisse.
\ Nel 2007, in Italia, i delitti sono aumentati dell’8% pari a 2.933.000, incudendo estorsioni, sequestri di persona, truffe e frodi informatiche,
cristallizzando l’entità degli omicidi e dei suicidi.\
Una connessione dovrebbe esserci col gr LOXOS obliquo, cui Lossàrtro, Lossodromìa o Lossòdromia (linea che
collega due punti terrestri tagliando i meridiani con lo stesso angolo, pratica utilizzata nelle rotte aeree e navali),
Lossopsìa.
Esiste la forma verbale poetica Relìnquere tralasciare, abbandonare adottata da Dante, già lat RELINQUERE
col pref RE senso inverso, stesso significato, cui Relìquia.
\ ROMA RELINQUENDA EST Roma è da abbandonare è stato il patetico pianto di Ovidio Nasone Publio, nato a Sulmona il 43 aC,
costretto in esilio a Tomi (Costanza) sul Mar Nero, dove sarebbe deceduto (data incerta dall’8 al 17 dC) mentre i suoi libri erano mandati al
rogo come immorali. Sposato per tre volte, conduceva vita mondana alla corte di Augusto, ma ebbe il tempo di scrivere opere rimaste
immortali: Arte Amatoria, Metamorfosi, Fasti...
Sodale del circolo letterario di Messalla Corvino, in breve tempo primeggiò negli ambienti intellettuali e si conquistò una fama popolare, più
che altro per un espressionismo erotico. La ragione del suo irreversibile esilio, o meglio la natura dello scandalo di corte (di regime), è
rimasta ignota. Ovidio è un esempio universale di poeta, artista in senso esteso, osannato dalla critica e dal pubblico contemporanei, grazie ad
una “divinizzazione” sponsorizzata, ieri dal mecenatismo di corte, oggi da una fazione politica o consumistica. Sono rari questi artisti che
riemergono nei posteri, esclusivamente perché ancora considerati di valore; altrimenti, ove accada, è perché riesumati per meri interessi di
parte. Ovidio insegna che il mecenatismo, il partitismo, il consumismo, come innalzerebbero un artista alle glorie, così lo trascinerebbero
all’oblìo (esilio metaforico). Durante il viaggio per Tomi, dolorosamente nel salpare da Brindisi, il capolinea della via consolare Appia,
avrebbe composto i TRISTIA, cinque libri con cinquanta elegie, dove appare l’immortale lamento d’addio a Roma ed alla costa italica \...\
Roma relinquenda est: utraque iusta mora est \...\
Dal gr ELLEIPO, composto da EN e il verbo LEIPO io lascio, l’ital conta il termine geometrico Ellìsse, quello
grammaticale Ellìssi, cui Ellìttico, che vale “sintesi”, e i composti quali Elissògrafo, Elissoidàle, Elissòide, tutti
dal lat ELLIPSIS già gr ELLEIPSIS mancanza. Col cambio del pref gr EK, si ha infine EK LEIPO abbandono
cui Eclìsse o Eclìssi con Eclìttica 1, Eclitticàle e Eclìttico, le locuzioni Eclisse solare, Eclisse lunare, entrambi
Eclisse parziale e Eclisse totale, la forma antiquata Ecclìsse o Ecclìssi con Ecclìttica ed Ecclìttico.
1
L’Eclittica, dalla locuzione gr KYKLOS EKLEIPTKOS cerchio dell’eclissi indica in origine la traettoria circolare compiuta dal sole
intorno alla terra; logicamente è puramente virtuale, d’ant eredità quando si credeva che fosse il sole a ruotare intorno al nostro pianeta. Oggi
il termine Eclittica, giusto il piano dove avvengono le eclissi, è omologato nel definire correttamente il piano dell’orbita terrestre intorno al
sole.
83
\ Radicale LEIK
Dalla rad LEIK s’è avviato un secondo percorso in LIQUERE-LIQUARE, cui Prolissità e Prolìsso da PROLIQUERE colare
avanti, tutti dal Pp LIXUS, eppoi Liquàme (suff AME per collettivi) col composto Spandiliquàme, Liquàre, Liquefaziòne,
Liquidàre, Liquidità, Lìquido, l’anatomico Lìquor con Liquoràle, Liquòre o il poetico Licòre dal lat LIQUOR con Liquorerìa,
Liquorièro, Liquorìno, Liquorìsta, Liquorìstica e Liquoròso, la cui rad LEIK s’è svolta in LYK-LIQ, e, con i pref, Colliquàre
e Colliquaziòne (Cum associativo), Dileguàre e Dilèguo con lenizione della q in g da DE LIQUARE.
Liquirìzia, dell’Ordine delle Leguminose, con le varianti Liquerìzia o Liquorìzia, è dal gr GLYKYRRYHIZA composto da
KLYKYS dolce e RHIZA radice, svoltosi nel lat LIQUIRITIA questo sovrapposto a LIQUOR; considerata afrodisiaca.
Lisciva e Liscìvia dal lat LIXIVA o LIXIVIA da LIXA acqua bollita (per il bucato) con la variante Lascìvia, cui Lascivànza,
Lascivèzza, Lasciviàre, Lascìvio o meglio Lascìvo, Lasciviòso, Lascivìre, Lascività, però attestatosi fig in “atto impudico”, è
nel percorso di Lessàre da ELIXARE con Lessàta, Lessatùra e Lèsso da ELIXUS (pref EX), Lisciàre conl prefissato
Allisciàre (AD allativo) cui Allisciatòio e Lìscio, questo anche fig “sorta di ballo”, cui la locuzione Ballo liscio (per lo
strusciare dei piedi), dal lat LIXIARE levigare già gr LISSOS liscio connesso co LEIKSAI aoristo di LEIKHO lambiscolecco, cui Leccàre con Leccàrda e Leccàrdo “goloso” (suff ARDO), Leccàta snm di Linguata, Leccatùra, Lècco, Leccòne e
Lecconerìa, Leccornìa questo un inc col tal volg GUTTURNIA, la locuzione Lecca lecca, i composti fig Leccapiàtti e
Leccapièdi; eppoi, il lat LICHEN LICHENIS lichene, già gr LEIKHEN LEIKHENOS da LEILHO lambisco, e il percorso
ital Lichène cui Lìchen “alterazione citanea”, Lichèni, Lichenificaziòne, Lichenìna, Lichenografìa, Lichenòide (suff OIDE
“simile”), Lichenologìa, Lichenòso. In associazione rad appare Lecanòra (col gr HORA grazia) “sorta di Lichene” cui
Lecanoràcee (la Famiglia botanica) connessi con il gr LEKANE bacino-catino cui il dim LEKANION tradotto nell’ital
Lecànio donde i composti Lecanomanzìa con Lecanomànte “divinizzare osservando il fondo del catino contenente acqua ed
olio con alcuni piccoli oggetti preziosi consideratri magici”.
Sorta di Licheni è Oricèllo dal lat URCEOLARIS inc con il lat AURUM oro.
Direttamente dal gr LISSOS liscio l’ital conta Lìssa (omn di Lissa “muggine” e del termine medico Lìssa “rabbia” dal gr
LYSSA rabbia) e il pref LISSO per composizioni quali Lissencèfalo “sorta di mammifero”.Con un suff italianizzato LEIO
liscio l’ital conta il composto Leiomiosarcàma col gr MYS MYOS muscolo e Sarcoma.
Connesso con il rad LEIK, attraverso il franc ALIS liscio, l’ital conta gli omologismi Alesàggio, Alesàre, Alesatòio,
Alesatòre, Alesatùra e il composto Alesàmetro.
Fuori percorso i termini Leibnizianèsimo e Leibniziàno relativi al filosofo GF. W Leibniz (1646/1716), Leishmanìa
“protozoo parassita tropicale” cui la patologia Leishmaniòsi (suff medico OSI).
\ Suffisso IERE
D’età carolingia (Franchi), il suff IERE indicante il mestiere si ritrova in molti termini, quali Armière, Carrettière, Mulattière,
Panettière (franc PANETIER).
ROSA ROSA ROSARIO
ROSA
Nel suo genere fem, Ròsa è il nome di un fiore, ereditato immutato dal lat ROSA d’origine preindoeur; lemma
dunque d’area med, risalente al tema WRODYA stabilizzatasi nell’area gr - WRHODON, RHODON, RHODEA
- e iran, dilagando in Armenia. RHODEA isola greca e Rodi cittadina garganica, la prima abitata dai Rodièsi, la
seconda dai Rodiàni. Dal tema ROSA, derivati, Rosàcee (la Famiglia) alla quale appartiene il Nèspolo con il
frutto Nèspola dal lat MESPILUS cui il volg NESOPILUS già gr MESPILLON; eppoi Rosàcea e Rosàceo,
Rosàcee (la Famiglia), Rosàio, Rosèto (corretta accentazione roséto), la locuzione Acqua di rose, i fig Ròsa
“cerchia ristretta” cui la locuzione, una tra tante, Rosa dei vincitori, eppoi i marinareschi Rosa della bussola,
Rosa dei venti, Rosolàccio (papavero), Rosòne che indica la monofora circolare e radiale, visibile sulle facciate
di chiese in stile romanico o got, e Rosètta che può indicare un gioiello, un panino, una rondella, una
disposizione figurativa. Infine l’onomastico fem Rosa con Rosanna questo in composizione con Anna, che nulla
ha del suo assonate Rossana, questo un onomastico tratto dal persiano ROSHEN lucente occidentalizzato tramite
il lat ROXANES cui anche Rossella.
Il conflitto tra le due famiglie York e Lancaster è passato nella storia come Guerra delle due rose, poiché
entrambi avevano questo fiore quale marchio.
Fuori percorso Rosolàre, questo dal long ROSA crosta, cui Rosolàta, Rosolatùra, Ròsolo; dal franc SAUTER
saltare nel senso di rosolare, l’ital ha adottato l’esot Sautè (corretto Sauté) con Sauternes.
Dal tema rad RHODEA, sono derivati Ròdio (composto chimico che assume colore rosa) cui Rodiàre e
Rodiatùra, Rodìte (insetto dei rosai), e le composizioni col gr RHODON rosa adattato foneticamente quali
Rodoficèe (Classe di alghe, col gr PHYKOS alga), Rododèndro (con il gr DENDRON albero), Rodopsìna (col
gr OPSIS vista e il suff chimico INA), Rodotàmno (composto con il lat TAMNUS vite selvatica).
Nel suo genere mas, invece, Ròsa è il nome di un colore, che per la sua omocromia col fiore n’è divenuto
l’omografo. Fuori percorso l’oronimo Monte Rosa poiché in questo caso non è il colore naturale della roccia o la
tonalità che essa assume al crepuscolo, ma un esito di ant voce indigena che sta per “schiacciato”.
Tornando al colore Rosa, particolare straordinario è che raddoppiando il fonema S, se ne accentua il colore (Rosa
rosa - Rosa rossa). Nella gamma del colore rosso, si conta il lemma Rossokìni, che dovrebbe indicare un Bikìni,
o l’omologismo Bichìni, di color rosso, il costume da mare “a due pezzi” coniato negli anni 40, metaf esplosivo
dall’omn toponimo dell’atollo del Pacifico, dove fu sperimentata la Bomba atomica 1, una stravagante
composizione italo-esotica, cui Monokìni “ad un solo pezzo” e Trikìni “a tre pezzi”; termini di composizione
forzata poiché la prima sillaba BI del modello di partenza è volutamente intesa quale pref BI “due” correlativo di
MONO “uno” e di TRI “tre”.
Derivati del Rosa, Rosatèllo, Rosàto, il glb Rosè (accento corretto é) per la locuzione Vino rosé, Rosèola (lesione
cutanea), Rosolìa con la variante Rosalìa, il prefissato Arrosàre, il composto sportivo Rosanèro dalla forma
84
Rosa-nero “dalla maglia della squadra di calcio”, Rosanilìna (con Anilina), e un Enrosadìra, che, atrraverso il
Ladino, indica il colore rosa sfuggevole verso il viola, delle Dolomiti al tramonto.
Dal gr DENDRON albero, l’ital conta Dendrìte (suff ITE in biologia) con Dendrìtico, l’omn-snm Dendrìte (in
anatomia, col suff medico ITE), Dendròide (suff gr EIDOS a forma), il pref DENDRO per composizioni quali
Dendrìmero (col suff del tema gr MERO parte), Dendroclimatologìa “studio del clima attraverso gli alberi”,
Dendrocronologìa “studio di passati fenomeni meteorologici attraverso la crescita degli alberi fossili o secolari in
relazione a fattori climatici”, Dendrofobìa “avversione pergli alberi”, il rituale Dendròforo “che porta un
ramoscello”(col suff del tema gr PHERO io porto), Dendrografìa, Dendrologìa con Dendrològico, Dendrometrìa
con Dendromètrico, Dendromorfìsmo,
1
Nella nostra epoca, l’esperimento nucleare sull’atollo di Bikini ha ispirato Bikinizzàre “distruggere con bombardamento atomico” e sarebbe
pertanto un pleonastico l’uso dell'espressione “bikinizzare con un lancio nucleare”. Il percorso semantico di questo lemma era apparso
veloce, tant’è che sarebbe stato richiamato per evidenziare formose bellezze femminili (le atomiche degli anni 50).
\ Garofano Geranio Giglio Viola
Garòfano, con un desueto Gheròfano, è dal gr KARYOPHYLLON, dalla composizione KARYON frutto e PHYLEN foglia,
pertanto sta per ”frutto con involucro”, cui una variante in Gheròfano e i derivati Cariofillàcee, Cariofillàta e i leniti
Garofonàia, Garofonàto. La locuzione Chiodi di garofano, con le varianti Bottoni di garofano o Teste di garofano, indica i
boccioli di una pianta delle Mirtacee usate come spezie.
Gerànio o Girànio dal lar GERANIUM, dal gr GERANION, connesso fig a GERANOS gru (zoologia) per l’associazione
“becco simile a quello della gru”, cui la Famiglia Geraniàcee, l’Ordine Geraniàli, i chimici suffissati Gerànico, Geranìle,
Geraniàle (snm di Citrale) e Geraniòlo, il composto divinatorio Geranomanzìa, il toponimo Gerano. Esiste un ricorrente
errore di mutare Geranio e il proprio plur Gerani in Geraneo e Geranei forse modellando su Roseo da Rosa.
Gìglio, dal tema med LILIO, svoltosi nel volg JILJUM già LILIUM, d’origine onomatopeica L L con dissimilazione in G L,
cui Liliàcee (Famiglia botanica) che include il Dente di cane, Liliàceo, Liliàle, l’onomastico Liliana con le varianti Liana e
Lilia, la varietà Giglio marino altrimenti detto Fiore di Pancrazio. L’onomastico Liana appare però in concorrenza con Liàna
ispirato a LIANE d’origine franc delle Antille vrs dal lat LIGAMEN legamento, cui l’aggettivo Lianòso, grazie ai film su
Tarzan, che indica una pianta sarmentosa il cui fusto s’attorciglia o pende come funi, tra le quali si muoveva atleticamente
l’eroe della Giungla emanando il suo grido di presenza. In franc Giglio è LIS cui la locuzione FLEUR DE LIS fiore di giglio,
tradotto in ital Fiordalìso.
Una particolare Liana brasiliana delle Sapindacee è detta Guaràna, attraverso lo sp GUARANA (guaranà) di genesi tupi
WARANA (waranà), da cui si ricava l’omn droga.
Fuori persorso Lilangeni, unità monetaria dello Swaziland, di voce locale siswati il cui plur è EMALANGENI; popolazione
Swazi di ceppo linguistico Nguni appartenenti al Bantu.
Viòla, cui Violàceo, termine med VIOLA, svoltosi nel gr WION e nel lat VIOLA, questo tradotto inv in ital, cui Violàcee
(la famiglia), l’aggettivo Violàceo con il sostantivo Violètto (per accezione il colore delle radiazioni elettromagnetiche di
lunghezza compresa tra 455 e 395 nm), il composto Violacciòcca o Violacciòcco o ancora Violaciòcca (con il lat CLOCCA
campana) l’onomastico Viola e Violetta. In gr ION vale viola cui IODES violaceo, pertanto il percorso ital del minerale
Iòdio (simbolo chimico I) o Iòdo per il colore del suo vapore cui Iodàto, Iòdico, Iodìdrico, Iodìsmo, Iodòso, Iodùro (suff
chimico URO) con Ioduràre e Ioduraziòne, le composizioni Iodìfero, Iodobenzène, Idofòrmio, Iodometrìa, Iodoterapìa. Lo
Iòdio è rintracciabile nel pesce, nei frutti di mare, nelle uova e nei vegetali.
L’onomastico Iolanda, con il suo ipocoristico Iole, vale “color di viola” dal lat YOLANTIS attraverso il franc ant YOLANT,
ma è in concorrenza con Iolanda dal ger JODHLINT giovane guerriera composto da JODH ragazza e LINT scudo.
ROSA
Ròsa (corretta accentazione rósa, ben diversa n’è l’origine, quale Pp Ròso e Pr Ròsi (corretta accentazione róso rósi) al fem di Ròdere (ródere), questo immutato dal lat class RODERE, trae le sue rad da una remota
onomatopea R D, attestatasi nel sct RADATI gratta e nel lat RADERE radere, cui i prefissati Eròdere con
Erosiòne ed Eròso, Corròdere con Corrosiòne e Corròso, il primo col pref EX estrattivo (asportazione di parti
dovuta al rodimento) ed il secondo con il pref COM che potrebbe essere tradotto sia associativo (partecipare al
rodimento) sia intensificativo (più che rodere).
Il termine prefissato Corrasiòne è dal lat CORRASUS Pp di CORRADERE radere via.
Per cui, tramite i percorsi semantici, sono giunti Ràdere, cui Raditùra e Ràdula (adottato in zoologia) questo inv
dal lat RADULA raschiatoio, eppoi Ràlla questo dal lat RALLUM “strumento per nettare il vomero” omn di
Ralla “morchia”, Rodàre con Rodàggio, Rodatòre, Rodatùra, Rodenticìda (vale Topicida dal Ppres Rodente),
Rodimènto questo utilizzabile metaf quale tormento, Rodìo, Roditòre, Roditòri (l’Ordine), Roditrìce, Rosicàre
immutato dal lat volg ROSICARE da RODERE con Rosicànti (altro nome per l’Ordine dei Roditori),
Rosicatùra, Rosicchiàre (con suff verbale dim-spregiativo da ACCHIO) con Rosicchiamènto e Rosichìo o
Rosìcchiolo, eppoi Ròstro, nome di strumento da RODERE, cui Rostràle e Rostràto dal lat ROSTRUM, che sta
per becco, cui Recurviròstridi la Famiglia di uccelli, con il lat RECURVUS ricurvo quindi “dal becco ricurvo”,
alla quale appartiene l’Avocètta questo d’etimo non rintracciato altrimenti detta Recurvirostra avosetta; Ròstro,
è fig la tribuna, il podio, donde un politico presiede un comizio. La definizione nasce dal fatto che a Roma si
usava arringare il popolo dall’alto di una tribuna ornata di rostri, i trofei di guerra strappati alle galere catturate.
Il Rostro era un congegno metallico, prorompente, situato avanti in prora per speronare (rodere) le navi nemiche;
sarebbe stato soricamente adottato da Temistocle durante la guerra con i Persiani (Serse).
Sovente è confuso con il fig Còrvo, che invece consisteva di un ponte d’abbordaggio ed era un’innovazione
romana nelle battaglie navali. I Romani, con i Corvi, trasferirono sul mare la loro vincente perizia di guerrieri di
terra.
Da RASTRUM, invece, nome di strumento da RADERE, cui il volg RASTRELLUM l’ital ha coniato Rastrèllo
e Ràstro. Il lemma lat RADERE s’è svolto nel suo intensivo volg RASARE, cui Rasàre questo sia “tagliare” sia
85
“rendere regolare-liscio”, con Rasamènto, il Pp aggettivato Rasàto e il sostantivo Rasàto “sorta di tessuto” con
Rasatèllo, Rasatòre, Rasatrìce, Rasatùra, Rasènte questo con Radente sovrapposto a Raso cui Rasentàre, Rasièra
“sorta di attrezzo per rasare o levigare” con Rasieràre attraverso il franc RASIER, il Pp aggettivato Ràso
“spianato-liscio” ma anche col valore di “rasente” cui Rasùra “cancellatura” e il sostantivo Ràso “armatura
tessile”, Rasòio (quello elettrico è datato 1928) con Rasoiàta, il composto Rasotèrra dalla locuzione Raso terra
“sfiorando la superficie”.
\ L’enunciato filosofico “È inutile fare con più ciò che si può fare con meno” è definito Rasoio di Ockham con riferimento a Guglielmo di
Ockham (1280/1349), poiché questi affermava che “ogni ipotesi su cui fondare la filosofia dovrà essere eliminata (rasata) se non suffragata
da esperienze”.\
Il lat conta in connessione RALLUS rasato cui Ràllidi (Famiglia d’uccelli Gruiformi) e Ràllo snm di
Porciglione.
RADERE s’è infine svolto in RASCULARE denm da RASCULUM strumento per radere, cui Raschiàre con
Raschiàbile, Raschiamènto, Raschiàta, Raschiatòio, Raschiatòre, Raschiatùra, i dim Raschiètto e Raschìno
“utensili” con Raschiettàre, il sostantivo Ràschio che sta per “raschiamento” e fig per “rumore “ o “fastidio alla
gola”, il composto Raschiaòlio ed il lemma Raschèra “sorta di formaggio prodotto nel cuneese, attraverso il prvz
RASCAR raschiare.
ROSARIO
Rosàrio, dal lat ROSARIUM rosaio, nel ‘200 entrò nella simbologia mistica (la metaf della corona di rose quali
preghiere per la Madonna) e non più abbandonato. N’è derivato, fatto salvo Rosa dal fiore e dal colore,
l’onomastico sia al fem sia al mas, Rosaria e Rosario, con Rosalia attraverso il prvz ROCELIN “fatto di rose”.
\ Madonna Signora
Madònna è il risultato ellittico di “Mia Donna” senza accento sulla i del possessivo, cui Madonnàro, artista di strada (on the
road) come Bruno Fabriani, e la bruttissima espressione Madòsca! simile a Perdìo! con le più mascherate Pediàna! e
Perdìnci! questa estesa in Perdindirindìna, che stanno “per Dio”, tanto per non voler peccare di bestemmiare apertamente
Madonna e Dio.
Dall’ipoicoristico del lat volg MEA DONNA “Mia donna”, è pervenuto Mònna (da MEADONNA) che sta per signora e,
con la caduta di una consonante n, il fig volg alterato Monàtta con il risvolto mas Monàtto attraverso il lombardo Monatt, i
dim Monèlla con Monèllo cui Monellàta, Monellerìa e Monellèsco, vrs il volg veneto Mona, l’onomastico Monaca in
concorrenza con Monica da MONOS; tuttavia, l’epiteto veneto Mona potrebbe essere connesso, o sovrapposto, con il lat volg
MONACULA cornacchia o addirittura con lo sp MONA che sta per scimmia. Fuori percorso Monèl, questo “lega di nichelrame” in onore di A. Monell presidente storico della società produttrice nel 1917.
Signòra, col dim-vezzeggiativo Signorìna o Segnorìna (deformazione attestatasi attraverso le truppe americane
d’occupazione), è il fem di Signòre, questo con la variante Segnòre ; attraverso l’ingl si conta il glb Lady “signora” cui la
locuzione politico-diplomatica First lady, quale fem di GENTLEMAN “gentile uomo” corrispondente all’ital Gentiluomo,
cui First gentleman (ove la moglie è la titolare) con i vari Gentleman driver “autista” dove DRIVER si traduce in guidatore
(pron draiver), utilizzato in terminologia informatica cui Key driver (con KEY chiave), Gentleman rider “fantino” con TO
RIDE cavalcare, (pron raid) cui i glb Rendigote abito maschile per cavalcare e Rider in terminologia sportiva per surf e
snowboard, Gentleman’s agreement “patto fra signori” dove AGREEMENT sta per accordo e la s finale saldata al nome da
una sorta di virgoletta vale genitivo (sassone) corrispondente alla preposizione ital di, eppoi l’omologismo Gentrificaziòne
dall’ingl GENTRIFICATION dal verbo TO GENTRIFY rendere signorile in riferimnento alla ristrutturazione qualificata di
quartieri popolari. Ancora, attraverso l’ellittico ingl MISS “signora non sposata” (corrispondente all’ital Signorina questo in
via di desuefazione) di MISTRESS signora, già franc ant MAISTRESSE e corrente MAITRESSE, l’ital conta Miss
utilizzato in concorsi femminili.
Signore è dal lat SENIOR comparativo di SENEX vecchio, cui Senàto col composto Senatoconsùlto, Senatoràto, Senatoriàle,
Senatòrio, il botanico Senècio o Seneciòne (fig per la peluria, snm di Calderugia o Sollecciola), Senescènte con Senescènza,
Senìle, Senilìsmo, Senilità, Seniòre, gli obsoleti Sène snm di Vecchio, Senètta con Senettùte o Senettù o ancora Senettùdine
snm di Vecchiaia; Siniscàlco o Seniscàlco, questo un lemma composto attraverso il franc SINISKALK servo anziano… il
franc SKALK è inv dal got SKALK servo cui l’omologismo ital Scàlco con il fig Scalcàre e Scalcherìa. Da SENIOR il franc
ant ha tratto Sìre quale appellativo regale, cosi adottato in ital attestandosi via via in un’appellativo di autorità più estesa,
incluso il padre.
In persorso si ha, ricorrenti e desueti, Signoràggio, Signorànza dal prvz SENHORANZA da SENHOR signore (da evitare a
causa di una voluta sovrapposizione d’ironia con il termine Ignoranza), Signoreggiàre, Signoreggiamènto, Signoreggiàtòre,
Signorèsco con Signorescamènte, Signorèvole o Signorèvile con Signorevolmènte, Signorìa con il prefissato di riverenza
Vossignorìa questo ipocoristico della locuzione Vostra signoria e ancora ridotto volg in Vossìa, in complanare con Voscènza
questo in volg siciliano dalla locuzione Vostra eccellenza ricalcato dallo sp VUECENCIA ipocoristico della locuzione
VUESTRA EXCELENCIA.
Signorìle con Signorilmènte, Signorilità, Signorìno, Signornò o Signòrno o l’aferetico Gnornò dalla locuzione Signor no o in
aferetico Gnor no, Signorsì con l’aferetico Gnorsì dalla locuzione militaresca Signor sì, Signoròne, Signoròtto, Signòrso “suo
signore” (enclitico dal lat SUUM suo) con Signòrto “tuo signore” (enclitico dal lat TUUM tuo), la variante Segnòre cui
Segnorànza, Segnoreggiàre, Segnorìa, Segnòrso “suo signore”.
Signoria vale Potere ed entrambi hanno il snm in Dinastìa dal gr DYNASTEIA, cui Dinàsta “signore” e il relativo Dinàstico;
in percorso ancora Dinastìni (Sottofamiglia di Coleotteri Scarabeidi) dal lat scientifico Dynastinai termine introdotto nell
prima metà del XX sec.
In ind, SAHIB vale signore, per accezione rivolto all’europeo, termine di genesi ar. Dal turco AGA signore, l’ital conta
l’omologismo Aga-àga o Agha-àgha.
L’area mediterranea prelatina contava il tema PRUTAN-PURSTAN che valeva signore, presunta origine etrusca,
sopravvissuto nell’ital Pritàno dal lat PRYTANEUM dal gr PRYTANIS signore, che pare si rispecchi nell’onomastica
relativo al mitico Porsenna, con i derivati Pritàna “periodo di tempo” e Pritàneo “edificio in cui si custodiva il fuoco sacro” e
questo potrebbe far pensare ad una connessione o sovrapposizione con PYR fuoco.
86
Ancora, in aramaico, la lingua di Gesù, MARTA sta per signora, cui l’onomastico Marta e un disusato Màrta per “signora”.
Marta possiede il suo dim in Martina, cui vrs il risvolto mas Martino, da questo il percorso di derivazione con Martinàccio,
Martinèlla (da S. Martino, una campana fiorentina del palazzo comunale), Martinèllo o Martinètto “il piviere dorato”, l’omn
Martinètto un snm di Cric o Crìcco (entrambi dal XVI sec), e Martinìcca (in meccanica), il milanese Martinìtt nome dato agli
orfani dell’istituto S. Martino, lo zoologico Martin pescatore “sorta di uccello degli Alcedinidi)
Fuori percorso, gli omologismi Martingàla, questo calco del franc MARTINGALE dal toponimo Martigue in Provenza (i cui
abitanti eran noti per un abbigliamento risibile, così visto dalla presunzione di abitante della città), e Martagòne calco dello sp
MARTAGON e questo dal turco MARTAGAN una specie di turbante; ancora, Màrtora dal lat volg inv MARTORA attinto
al ted MARTHR già got MARTHUS.
\ Felino Gatto
Il lat conta lo specifico FELES per Martora “gatto selvatico”, cui Felìno e Fèlidi. Felino d’eccezione, già divinizzato
nell’antichità, è il Gàtto, la cui vita media è di 17 anni, dal lat CATTUM rintracciabile nell’ingl CAT, donde una nutrita
teoria di lemmi espliciti e composti, in percorso reale e fig, quali Gattabùia che vale “gattaia buia”, Gattàia, Gattaiòla con
Sgattaiolàre, Gattamòrta, Gatteggiamènto con Gatteggiànte e Gatteggiàre dal suo sguardo iridescente, Gattèllo questo un
sostegno o mensola a forma di gatto, Gattèsco, Gàttice snm di Albogatto, Gattòfilo, Gattomammòne, Gattonàre col pref
Aggattonàre, Gattòni questo un avverbio, Gattopàrdo (con il lat PARDUS già gr PARDOS pantera) che svoltosi nel franc
GUEPARD è ritornato in ital con Ghepàrdo (conterrebbe un prefisso che indicherebbe “vespa” fig per il suo colore),
Gattùccio questo sia uno squalo col snm fig Gattopàrdo sia una specie di sega, eppoi Pescegàtto che i giapponesi chiamano
NAMAZU poiché nei loro miti provoca i terremoti.
Pare che l’antenato del Gatto sia nato 130mila anni fa nella regione oggi Iraq e che sia diventato un “casalingo” circa 10mila
anni fa.
Felinofobìa è l’avversione per i gatti, per i felini in genere.
Tra i gatti si contano, oltre al Gatto d’Angora che appare altrove nel testo, le locuzioni, Gatto Persiano e Gatto Siberiano
questo l’unico a non provocare allergie all’uomo, grazie a una particolare proteina della sua saliva.
Fuori percorso l’omologismo Gatò o il brutto Gattò ricalcati sul franc GATEAU 1, plur GATEAUX, focaccia, torta farcita
già ant WASTIL.
Dal verso del Gatto si ha un percorso onomatopeico con Mìcio cui Miciòne e Micètto, Miagolàre e Miagolìo con
Miagolamènto, Miagolàta e Miàgolo, le voci imitative Miào e Mào, della serie M UL cui il lat MIAULARE e allo stesso
percorso appartiene il termine Moìna meglio Moìne; termini alieni Maòna questo omologismo dall’ar MA’UN vaso svoltosi
fig in “galleggiante-galeazza” e l’omn Maòna snm o variante di Magona dall’ar MAUNA appoggio-aiuto per sorreggere”
vrs in connessione rad col primo; infine, Maònia “sorta di arbusto” è il termine in onore dello studioso botanico B. Mac
Mahon (1775/1816). Miao s’è svolto nell’onomatopeico Gnào o Gnàu cui un fig Gnaulàre con Gnaulòne snm di Lamentarsi e
Lamentone.
La struttura di Miagolare con Miagolio è analoga a quella di Pigolàre con Pigolìo, questi dalla serie P UL cui il lat PIULARE,
con Pigolamènto e Pigolòne.
Pigolare ha il suo snm in Pipilàre inv dal lat PIPILARE svoltosi nel volg PIPIRE dalla serie onomatopeica PI O PI O cui
Pippiòne dal lat PIPIO svoltosi nel volg PIPJO cui Picciòne con il fig Piccionàia, il dim Piccioncìno, la locuzione Piccione
viaggiatore; il verso del Picionne è l’onomatopeico Grugàre dalla serie GRU GRU.
Pigolàre, ancora, ha il snm in Pipiàre cui il fig Pipinàra o Pipinàro “gruppo di ragazzi rumorosi”; in percorso ancora da
PIPIRE il lat PIPA cui Pìva snm di Cornamusa, Pivètta il fig Pivèllo con Pivellìno, la locuzione Tornare con le pive nel sacco
ovvero “a mani vuote” . Da non equivocare con Pipìno o Pippìno questo relativo al Partito Popolare di Don Sturzo (1919).
\ Per tradizione araba, il gatto casca sempre ammortizzandosi sulle quattro zampe, salvandosi la vita, per grazia che riceve da Maometto.\
Tra i Felidi c’è la Lìnce dal lat LYNX LYNCIS già gr LYNKS LYNKOS cui Lìnceo o Lincèo, Lònza attraverso il volg
LUNCJA; dal gr KARAKULAK orecchio nero, l’ital conta l’omologismo Caracàl o Caràcal, sorta di lince africana e
asiatica.
L’omn Lònza è dal lat LUMBEA aggettivo di LUMBUS attraverso il franc LONGE, cui Lòmbo che sta per “massa
muscolare” con Lombàggine, Lombàre, Lombàta con Lombatìna, i composti Lombosacràle in riferimento all’osso sacro,
Lombalgìa, il prefissato fig Allombàto “animale domestico ben pasciuto”. Esiste un Lònzo che sta metaf per “snervato”.
C’è ancora il Pùma omologismo di voce quechua detto anche Coguàro omologismo dal franc COUGUAR a sua volta dal
portoghese CUCUARANA che aveva corrotto la grafia dal guarinì SUSUARANA.
1
Dalla cucina francese l’ital ha ancora adottato l’omologismo Ragù (dal XVII sec), cui Ragutièra, da RAGOUT di RAGOUTER provocarestuzzicare appettito e Supplì (dal 1846) attraverso SURPRISE sorpresa poiché questo contiene tradizionalmente un ripieno a piacere.
Sartù (1959) “sformato di riso” riccamente farcito, della cucina napoletana, che sembrerebbe franc, è vrs un derivato dal lat SATUR saturo, e
se così fosse sarebbe un risvolto metatetico.
LACUNA LAGUNA LACRIMA
LACUNA
Lacùna è dal lat LACUNA mancanza derivato da LACUS, cui Lacuàle, Lacunàre, Lacunosità, Lacunòso,
Lacùstre. Esiste, inoltre, in lat tardo LACCUS fossa, cisterna - cui Làcco avvallamento del terreno ma anche
Làcca con Laccolìte - che con il gr LAKKOS fossa, da tema med LAKKA forma di terreno, si richiamano al rad
LAK, che avrebbe viepiù condotto al tema med LAMA piano paludoso cui inv il lat LAMA e l’ital Làma
pantano con Allamàre “impantanare” cui Allamàto, Slamàre”smottare” omn di Slamare da Amo; da includere il
toponimo Lecco.
Evidente la connessione tra LACUS lacuna e LACCUS fossa. Lacùna è fig Assènza, questo dal lat AB ESSE
essere lontano... cui Assentàre, meglio Assentàrsi da ABSENTARE, Assènte dal Pp ABSENS con Assenteìsmo,
Assenteìsta, Assenteìstico e la congiunzione-preposizione Sènza o il desueto Sànza, con i composti Senzacàsa,
Senzadìo, Senzalavòro, Senzapartìto, Senzapàtria, Senzatètto “privo di casa-barbone”, sostantivati da precedenti
locuzioni.
Tornando alla rad LAK, questa ha prodotto una discendenza straordinaria, cui l’omn Làcca tumore alle gambe
delle bestie da tiro, vrs svoltosi nel senso fig da Lacca relativo al terreno, ancora, Laceràre-Làcero da LACER
87
stracciato con Laceràbile cui Lacerabilità, eppoi Laceramènto, Lacerànte, Laceratòre e Laceraziòne, Lacèrna inv
da LACERNA mantello a cappuccio (nel cappuccio c’è il vuoto, fig “fossa”), Lacèrto da LACERTUS
brandello, frammento, anche fig muscolo cui Lacertòso e un pesce questo con la variante sett Lanzàrdo,
Lucèrtola da LACERTULA con Lucèrtolo, Lucertolàre e Lucertilòne, le cui misure possono raggiungere i due
metri; LUCERTOLA è il dim lat di LACERTA mancante di vertebre ovvero muscolo cui Laceèrtidi (Famiglia),
Lacertifòrme, eppoi Lacìnia inv da LACINIA brandello, Laciniàto questo sta per ridurre carta, stoffa... in lacinie.
Il termine Lancinàre, col Ppres Lancinànte, è da una variante LANCINARE attestatasi per Lacerare.
Lacònico “sobrio, mancante di retorica” è fuori percorso poiché è dal gr LAKONIKOS da LAKOS spartanodella Laconia, fig per il suo modo “spartano” di condurre la propria esistenza; un suo snm è infatti Spartàno, con
Spartanamènte, da Sparta, la città greca, rivale di Atene, dove fin da giovani si veniva educato all’austerità, alla
severità ed alla sobrietà.
L’ital conta ancora l’om Làcca gomma cui il composto Laccìfero, dal lat medv LACCA con rad indostana
LAKH e, infine, vrs in connessione con questo, un ulteriore omn Làcca omologismo dall’ar LAKK di genesi sct
LAKSA col valore di migliaia, cui il colorante vegetale Làcca con Laccàre, Laccatòre e Laccatùra, il composto
Laccamùffa; il riferimento è fig poiché la sostanza viene prodotta da migliaia di insetti. Il termine si rintraccia
nel ted LAKMUS, nell’ol LAKMOES.
Riappare sempre il rad LAK; se ne può dedurre che al primo contatto della lacca, gli uomini l’abbiano
immediatamente identificata inconsistente-mancante di solidità, e chissà se la fonte ispiratoria per il percorso
semantico LAK-LAKH-LACCUS non sia stata giusto quest’immediata sensazione.
Termine collaterale a LACCUS, dal lat FOVEA fossa, tana, in connessione col gr PHOLAS, l’ital conta Fòggia
col snm-omn Fòggia svoltosi in “aspetto” con Foggiàre, Foggiatùra, e Sfoggiàre e Sfòggio (pref S intensivo),
Folàde “che sta in tana (mollusco)” con Folàdidi (la Famiglia), il toponimo della città di Foggia; dal verbo
FODERE scavare, sono giunti il friulano Fòiba da FOVEA, Fòssa da FOSSA e Fòsso da FOSSUS con Fossàto e
Fossòre (questo vale Becchino o Beccamorto), i prefissati Effossòrio dal Pp lat EFFOSUS scavato fuori (EX
d’estrazione) cui la locuzione Macchina effossoria snm di Scavatrice, Rifòsso (con RI iterativo vale “fosso di
rinforzo al fosso di difesa”) eppoi Fòssile dal lat FOSSILIS “che si recupera scavando” con Fossilizzàre,
Fossilizzaziòne, la locuzione Fossa del grano, il composto Fossilìfero e, con i pref, Affossàre-Infossàre, tutti in
connessione rad con il lemma Fogna.
In persorso anora il termine Fiòsso “la parte stretta della scarpa tra il tacco e la pianta” da FIOSSUM derivato da
Fossa.
Dal gr BOTHROS fossa, sono giunti, inoltre, l’espicito Bòtro e Borràna (questo omn di Borrana “pianta
erbacea”), Bòrro e Burròne questo accr del primo col snm Burrato omn di Burrato “imburrato”. Dal tema med
GAVA fossato, l’ital ha coniato Gavòne, Gavònchio “pesciolino dei fossati” e vrs le connessionifig con Gavètta
e Gavitèllo.
Nel termine Gaviàle, dal lat GAVIALIS coccodrillo e dal franc GAVIAL, si potrebbe alludere ad una
connessione col tema med GAVA, poiché questo grosso rettile vive nei fossi, ma l’etim lo vuole derivato
dall’indostano GHARIYAL; nulla toglie, tuttavia, ad un’ipotetica parentela d’area indoeur.
\ Fossa del grano
Nel bacino mediterraneo, sin dall’antichità, era in uso la pratica delle “Fosse del grano”, ossia degli appositi granai
sotterranei per la conservazione del grano, cereali in genere.
Queste erano scavate comunemente per otto metri, di forma ovoidale o a campana, e le pareti erano rese impermeabili con un
sistema il cui materiale primo era la paglia.
Le imboccature, a livello del suolo, erano sigillate con ammasso di terra su copertura di tavole, al centro della quale era
praticato il foro dove si conficcava un cono sempre di paglia e che fungeva da tappo.
La scelta delle fosse, anziché i silos innalzati sui campi, garantiva la sicurezza dai cedimenti delle pareti e dalle possibili
autocombustioni proprie delle granaglie.
Vi erano quindi custodite le quantità derivanti dalle raccolte di avena, fave, grano e orzo.
Intorno alle istituzioni delle fosse operavano i sensali governativi e locali, quest’ultimi con lo strascico degli acquirenti, e poi
gli immancabili caporali, questi conduttori della forza-lavoro quali facchini, carrettieri e mulattieri, e infine gli addetti alle
registrazioni cartacee, tutti ben vigilati dai massari.
Gli esperti incaricati al recupero delle granaglie sarebbero stati chiamati “Carlentini” a partire dal medioevo, almeno nel
foggiano; il loro ruolo era di misuratori e sfossatori.
Un termine, carlentino, che si è attestato grazie all’influsso linguistico delle genie nordeuropee, poiché pare un omologismo
etimologico connesso con il nordico KERLING abitacolo (figurativamente considerato quale incavo) e che avrebbe dato alla
nostra lingua anche Carlinga nel XX secolo con l’avvento dell’aviazione.
Insomma, per carlentino leggasi “l’addetto al kerling”.
Per dovere di chiarezza etimologica, il toponimo siciliano Carlentini non ha nulla di quanto detto; la cittadina fondata nel
XVI secolo in prossimità di Lentini, vale invece in ipocoristico la “Lentini di Carlo V”.
Sulle fosse, durante le carestie, si accalcavano frotte di affamati alla ricerca di una manciata e le cronache descrivono
cadaveri ammucchiati di gente d’ogni età, morti di fame o trucidati dalle milizie incaricate alla vigilanza.
Fosse del grano, oggi monumenti storici, sono ancora visibili in un popoloso quartiere di Foggia, già antica area, appunto
identificata con “Piano delle fosse”.
Una coincidenza vuole la città di Foggia e “Fossa del grano” legate da una radice comune.
Il percorso dal latino FOVEA cavità-buca, infatti, l’italiano conta Fossa, Fossòre (becchino), il toponimo Foggia e altri
derivati.
\ Regno delle Due Sicilie 1818.
A che cosa sarebbe servito il contenuto delle fosse, se non ad alleviare la fame del popolo in tempi di carestia, almeno per anziani, mamme e
88
bimbi.
I signori, però, erano più preoccupati per i loro stomaci.
- Signora mia bella – interloquì un carbonaro alla donna che aveva innanzi, aspirante giardiniera (carbonara) – il popolo muore affamato
sulla pietra che chiude i granai sotterranei…
Una metafora, oggi, 2012, dei caveau…\
\ Galassia Latte Caffè Tè Cioccolata
Il termine lat LAC d’origine indoeur sta per Làtte, questo coniato dal genitivo LACTIS; la forma arcaica pare fosse stata
GLAC GLACTIS, donde il gr GALA GALAKTOS latte ed il pref ital GALA o GALATTO per Latte, cui Galalìte “pietra
latte” (col suff ITE per minerali), Galàssia latteità (fig termine astronomico), Galattagògo (Lattagogo) questo termine
medico, col suff gr AGOGOS che conduce, Galattàno, Galàttico, Galattìte, Galattòfago, Galattòforo, Galattògeno,
Galattòmetro, Galattopoièsi (col gr POIESIS formazione), Galattorrèa (suff dal gr RHEO scorro), Galattosìde composto con
Lattosio col suff chimico IDE, questo, con il plur IDI, adottato in chimica ad indicare composti organici e, meno frequente,
inorganici; in antropologia a designare l’appartenenza ad un ceppo, omologato storicamente per evidenziare una discendenza
dinastica. Il percorso continua con Galattòsio (Lattosio), Galattourònico (suff dal gr URON urina) e il prefissato Agalassìa o
Agalattìa (A privativo) vale “privo di secrezione lattea”; termine alieno Galànga “rizoma” inv dal lat GALANGA ma già ar
KHALANGAN.
Galèga, snm di Capraggine, sorta d’erba delle Leguminose, è la composizione ellittica del gr GALA latte con AIGOS capra
(genitivo di AIX)
Dalla forma più moderna lat, si contano termini, sovente in complanare, quali Lattagògo (Galattagogo) o Lactagògo, Lattàio,
Lattaiòlo, Lattànte, Lattànza, Lattàre con Allattàre e Slattàre, Lattarìna con Lattarìno o Latterìno, Lattàrio, Lattàta e Lattàto,
Lattatrìce, Lattaziòne, Làttea e Làtteo da LACTEUS cui una variazione in Làzzo “sapore acidulo del latte” e fig “stridulo”
(omn di Lazzo da Laccio), Latteggiàre, Latterìa (suff sostantivante ERIA che qui vale “vendita di (latte)”, Lattescènte con
Lattescènza dall’incoativo LACTESCERE diventar latte, eppoi Làttice o Lattìccio dal lat LATEX LATICIS liquido-succo
lattiginoso, sovrapposto a Latte; nel percorso di LATEX l’ital conta Làtice e Laticìfero. Il percoso ital dal lat LACTIS latte
continua con Latticìno o il corrente Latticìni, Làttico, Lattìme cui un Lattùme, Lattìmo, Làttide (Lattico con suff chimico
IDE), Lattièra con Lattièro, Lattìzio, Lattòne, Lattònzo e Lattònzolo (inc con Lonzo), Lattòsio (Galattosio), Lattòso, Lattùga
o Lattùca dal lat LACTUCA (per l’umore lattiginoso) con Lattughèlla e Lattugòne dall’aggettivo LACTUCUS cui Lattucàrio
da LACTUCARIUM più esplicito rispetto al lat; la Lattuga selvatica è anche chiamata Erba bussola per la caratteristica delle
foglie di orientarsi verso il sole. Eppoi, l’ital conta i composti Lattalbumìna o Lattoalbumìna, Lattàme o Lattammìde (con
Ammide), Lattemièle, Latticemìa (col gr HAIMA sangue), Lattivèndolo (suff VENDOLO), Lattìfero, Lattìfugo, Lattìgeno
con Lattiginòso o Latticinòso, Lattobacìllo con Lattobacillàcee, Lattodensìmetro (con Densità e Metro vale “misuratore della
densità”), Lattodòtto, Lattofermentatòre, Lattoflavìna, Lattogènesi con Lattogenètico e Lattògeno, Lattoscòpio, Lattòsio (suff
chimico OSIO che indica “carboidrato”) cui Lattàsi (suff chimico ASI), la locuzione fig astronomica Via lattea. Il termine
Pluriverso, al tempo di Kant, era riferibile all’insieme delle galassie, dato che fu questi ad intuirne l’esistenza di altre di là
della Via lattea.
In associazione a Latte, si elencano Caffè, Tè e Cioccolata.
Caffè è l’omologismo dall’ar QAHWA cui il turco KAHVE svoltosi nell’ital Caffè, cui il fig Caffeàno “vomito dal colore di
caffè”, gli aggettivi Caffeàrio e Caffèico, l’adattamento Caffeàus dal ted KAFFEEHAUS rivendita del caffè, Caffeìna (suff
chimico INA), Caffeìsmo, Caffetterìa, Caffettièra e Caffettière su ricalco del franc CAFETIERE e CAFETIER, i composti il
fig Ammazzacaffè “amaro digestivo”, Caffeìcolo, Caffeìfero, Caffeologìa o Caffeomanzìa (suff MANZIA “divinazione”) con
Caffedomanzìa che che sta pe “esame dei fondi di caffè” Caffettière e i composti Caffelàtte o Caffellàte, Cafòrzo (caffè ed
orzo) questo coniato dai futuristi, Dosacaffè, Macinacaffè, Tostacaffè, il prefissato Decaffeinàre attraverso il franc
DECAFEINER (pref DE sottrattivo e che vale “togliere la caffeina”) con Decaffeinàto il cui ellittico è Decaffè, eppoi
Decaffèinaziòne, Decaffeinizzàre, Decaffeinizzaziòne.Il termine ricorrente Nescafè è tratto dalla locuzione NESTLE CAFE
(Nestlé café) dove il primo termine è un noto marchio registrato svizzero e il secondo è in franc. Fuori percorso
l’omologismo Caffetàno o Caffettàno o ancora Caftàn e Caftàno, ricalcato dall’ar QAFTAN già persiano KHAFTAN. Il
Caffè è il primo prodotto d’esportazione mondiale dopo il petrolio.
\ Quale prova della genuinità del caffè in polvere, è controllare se una discreta quantità (il contenuto di un cucchiaino) resta a galla in una
tazza o bicchiere d’acqua; se tutta o in parte affonda è certezza di misture. \
Tè, un omologismo, è dal cinese T’E transitato dal franc THE connesso all’ingl TEA, cui Tèa (varietà delle rose colorate
come il tè), Teàcee (la Famiglia), Teièra, Teicoltùra, Teìna (alcaloide chimicamente “caffeina”) cui il prefissato Deteinàre
con Deteinàto (DE sottrattivo); fuori percorso il lemma Teatìno, questo identifica l’abitante di Chieti, appunto l’antica Teate.
Alla Famiglie delle Teacee appartiene la Camèlia, nome imposto dedicato al suo importatore dal Giappone J. Kamel
(1661\1706), da non associare a Camelina (Ved Lino da LINON). La pianta dalla quale si ricava il Tè è indicata con il lat
scientifico CAMELIA SINENSIS “Camelia cinese”.
Il Màte o Matè, invece, indicato anche come Tè del Parguay, è una bevanda ottenuta con foglie dell’omonima pianta delle
Celastracee, d’etim peruviana.
\ Un antico proverbio cinese recita che “se vuoi essere felice tutta vita coltiva le camelie”.\
Dal franc CABARET servizio da tè, è sorto fig il termine CABARET per locale non proprio signorile, questo meglio
attestatosi, cui l’ol CABRET, il piccardo CAMBRETTE piccola camera, l’omologismo ital Cabarè, che vale l’uno o per
l’altro, cui Cabarettìsta (col suff ISTA di collegamento ad un mestiere in omn col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in
ISMO), Cabarettìstico.
Cioccolàta è un omologismo dall’azteco CHOCOLATL transitato dallo sp CHOCOLATE, cui Cioccolàto, Cioccolatìèra. Gli
Aztechi occupavano l’attuale Messico al tempo dell’invasione spagnola, ma essi si chiamavano MEXICA cui l’attuale
toponimo nazionale Mèssico con Messicàno e quello della capitale Città del Messico.
Nelle Filippine, l’oronimo Colline di cioccolato hanno la loro leggenda: sarebbero sorte dalle lacrime di un gigante, triste per
la perdita della sua compagna.
Durante il fascismo, l’autarchia suggeriva di consumare Carcadè, Zabaione, Chinotto, Idromele. Carcadè è l’omologismo
dall’eritreo KARKADÈ, una bevanda acidula di colore rosso ottenuta con l’infuso di petali e sepali di una pianta delle
Malvacee. Lo Zabaiòne, o Zabagliòne (attestazione errata), ovvero il tuorlo d’uovo sbattuto, è dal lat SABAIA specie di
bevanda che per il suo colore ricorda la birra, termine d’origine illirica. Il termine Chinòtto da China 1, questo l’antico nome
della Cina erroneamente pronunciato, è la bibita aromatizzata con un estratto dall’omonima pianta delle Rutacee. Idromèle,
89
infine, dal lat HYDROMELI, inv dal gr, è la composizione di HYDOR acqua e MELI miele.
1
Cìna prende il nome dal suo imperatore storico Qin Shi Huangdi, ideatore della Grande Muraglia Cinese e sepolto in un imponente
mausoleo, circondato dall’Esercito di terracotta. Il nome è pervenuto in occidente attraverso il ptg CHINA (pron scina) già lat SINAE dal gr
SINAI cui Chìna (inchiostro di Cina), Chinèse e Cinèse; Chineserìa e Cineserìa dal franc CHINOISERIE, da tardo 1800, è il termine che va
ad indicare ninnoli e suppellettili di costruzione o d’imitazione cinese; ma è sfociato ad indicare tutta una banale oggettistica (kitsch). Eppoi,
Cinesìno, Cinesizzàre, il glb composto ingl Chinatown “quartiere cinese” con TOWN città, i glb franc Chinè “striato” e Chinois “passino a
forma di cappellino cinese capovolto”, il pref SINO per composizioni quali Sinologìa con Sinològico e Sinòlogo, Sinotibetàno che indica il
cinese del Tibet e da questo Tibetàno. Tra le lingue parlate in Cina si distinguono il Tibetano, il Mancese e il Mongolo. Per Mancèse
s’intende la lingua dei Manciù, popolazione di etnia tungusa (di ceppo mongolo, gruppo appartenente alla famiglia altaica) oggi in parte
stanziatasi nella Manciuria, da qui il relativo Manciuriàno.
In associazione a Tibet si ha Sherpa quale glb dal tibetano SHAR PA uomo dell’est ossia appartenente agli SHARPA, questa la tribù
himalaiana che vive lungo le pendici meridionali dell’Everest; i cui uomini, gli Sherpa, sono noti per essere utilizzati come guide e portatori sulle loro montagne.
Tornando ai derivati “cinesi”, il lessico politico si è appropriato di Cineseria, Cinèse, Cinesìsmo, Cinesizzànte, per intendere, metaf o
effettivamente, atteggiamenti e comportamenti speculari della Cina comunista. Fedele al gr-lat si conta il lemma Sinàntropo (lat SINA e gr
ANTHROPOS) che indica l’ominide fossile scoperto nei pressi di Pechino corrispondente all’Homo erectus.
Nel 2008, da un recente censimento, la popolazione cinese sarebbe di 1 miliardo e 300 milioni.
Il più noto dei cinesi contemporanei è Mao Tse tung (1893/1976) cui gli omologismi Maoìsmo e Maoìstico.
Dalla capitale Pechino, cui il demotico Pechinese, l’ital conta Pechinèse quale razza di cane snm di Spaniel.
LAGUNA
Lagùna è il lat LACUNA con lenizione veneziana di c in g. Sono i discendenti del ramo g i termini Làgo,
Lagòne, un composto Lagostàgno, Lagunàggio e Lagunàre (quest’ultimo per accezione “della laguna” a
Venezia. Il Lago Garibaldi, diversamente da quanto si possa credere, è geograficamente posto in Canada.
\ Il MOSE (semi)acronimo di Modulo Sperimentale Elettromeccanico è l’invenzione che dovrebbe risolvere sensibilmente il drammatico
fenomeno dell’acqua alta a Venezia. Alcuni di questi marchingegni dovrebbero essere posti di fronte alla millenaria città, barattando una
relativa tranquillità dalle maree con la definitiva deturpazione ambientale. Da un’indagine giornalistica proposta da due quotidiani veneziani,
al dicembre del 1998, l’orientamento popolare pare orientato favorevolmente alla sua istallazione: per Nuova Venezia, il 43% di Sì contro il
32% di No ed il 25% d’astenuti; per il Gazzettino, sono 942 i favorevoli tra 982 intervistati.\
Esiste un pref LAGO che non ha nulla di questo percorso, poiché è dal gr LAGOS lepre cui Lagocefàlidi (col gr
KEPHALE testa, Famiglia di pesci), Lagoftàlmo (col gr OFTALMO vale “malformazione palpebrale” ovvero
Occhio di lepre), Lagomòrfi (Ordine di mammiferi), Lagòstoma (col gr STOMA bocca altrimenti detto Labbro
leporino).
Lagòtrice o Lagòtriche dal lat LAGOTHRIX (col gr THRIX TRICHOS pelo) è un Genere di scimmie, altrimenti
dette Scimmie lanose, fig per il pelo che ricorda quello delle lepri, suddivise in LAGOTHRICHA questa dal
grigio-giallastro al marrone-nero, in FLAVICAUDO questa di colore mogano, con il lat FLAVERE colore oro e
CAUDA coda poiché l maschio ha un ciuffo di peli gialli sui genitali.
Il pendio di un lago montano è detto Pentìma, termine introvabile da inv tema med PENTIMA; azzardata
connessione col termine Pentèlico dal gr PENTELIKOS monte, marmo bianco greco.
Sinomini di Lago si contano Gòra, da un tema med GAURA dal lat medv GAURUS canale, e Bacìle con
Bacìno, Bacinèlla, dal gallo-romanzo BACCINUM dal lat BACA cosa gonfia e quindi anche Bàcca, questo già
dal tema med BAKKA frutto cui Bàgola dal dim lat BACULA con Bagolàro “albero delle Ulmacee” e fig
Bàgola con Bagolòne questi snm di Chiacchiera e Chiacchierone’, i composti Baccìfero, Baccifòrne e vrs
Bàccara (sorta di pianta, adottato dal XVI sec) dal lat BACCAR già gr BAKKARIS snm di Asaro-àsaro (già dal
XIV sec) questo dal lat ASAUM già gr ASARON, con il dim Baccarìna o Baccherìna (sorta di pianta erbacea)
snm di Conìza questo dal gr-lat CONYZA, da non includere Conizzazione questo da Cono. Bacinètto fig “elmo”
è dovuto al transito dal franc ant BACINET, moderno BASSINET da BACIN cui vrs Bassìna “recipiente di
rame” con Bassinatòre, sovrapposto al termine Basso. Cinèlli è un termine antiquato che sta per piatti,
abbreviazione di (Ba)cinelli. L’ital conterebbe ancora in questo percorso un Baciàsca, che vale “piletta di rame”
(per lavre i bicchieri) nelle cantine e taverne.
Bacìno, snm di Pelvi dal lat PELVIS catino, è anche anatomico ed il gr conta lo specifico PYELOS cui
Pielografìa, Pielogràmma e Pielonefrìte questo composto col gr NEPHROS rene (adottati dal XX sec). Il gr
conta ancora EILEOS “osso del bacino, porzione dell’intestino, arresto intestinale” cui il lat ILIA fianchi e l’ital
Ileo-ìleo o Ilio-ìlio con gli aggettivi Ileàle e Ilìaco (questo omn di Iliaco dal toponimo Ilio altrimenti Troia), il
patologico Ileìte (suff medico ITE) o Ileopatìa, ancora i composti Ileocecàle (da intestino cieco), Ileostomìa (suff
dal gr STOMA bocca); termine alieno Ilidi-ìlidi (Famiglia di Anfibi Anuri) dal gr YLAO abbaiare connesso col
tema med LA lamento.
Stàgno, omn del metallo, è dal lat STAGNUM palude, come il primo forse d’origine celt, rintracciabile infatti
nel franc ETANG, cui Stagnamènto, Stagnànte, Stagnàre (omn di Stagnare “rivestire di stagno), Stagnìcola,
Stagnicoltùra, e fig Ristàgno, Stagnàrsi, Stagnaziòne, cui ancora il prefissato Ristagnàre con Ristàgno; però, vrs
il termine Stagno “acquitrino” può essere stato ispirato fig allo stagnamento dello stagno metallo allo stato
liquido. Nel percorso, l’omologismo ellittico Stagflaziòne, in ambito d’economia, attraverso l’ingl
STAGNATION stagnazione e INFLATION inflazione.
Altri termini, talvolta resi snm, Pòzza, Pozzètta e Pozzètto, Pòzzo, cui un prefissato Contrappòzzo e la locuzione
Pozzo di luce, dal lat volg PUTJUS erede del class PUTEUS, cui Puteàle, Puteolàno (demotico di Pozzuoli),
Pozzolàna con Pozzolànico dalla locuzione lat PUTEOLANUM POLVEREM “sorta di tufo”, Pozzànghera,
questo adattato da un sett POCCIANGHERA o POCIACHERA inc con Fango, Soppozzàre questo col pref SUB,
da SUBPUTJARE, vale immergersi nel pozzo svoltosi nel napoletano Sommozzàre cui l’ital Sommozzatòre;
Pùzza o Spùzza (pref S intensivo) e Pùzzo dal lat volg PUTJUM, connesso con PUTJUS di Pozzo in
associazione all’odore sprigionato, cui Puzzàre o Spuzzàre da PUTERE puzzare, con Puzzachiàre o Puzzichiàre
90
(suff attenuativo ICCHIARE), Pùzzola (mammifero dei Mustelidi) cui Formica puzzola (sorta di formica che
emana odore sgradevole), Puzzolènte o Puzzolènto con Puzzolentemènte, Puzzonàta da Puzzòne, Puzzòre e
Puzzòso, il prefissato Appuzzàre (pref AD) anche fig “corrompere”.
\ La Grande puzza è quel periodo londinese del 1858 quando calò una straordinaria ondata di caldo umido che provocò il ristagnamento
d’ogni odore, specialmente nel Tamigi. \
Dal tema med DRAUSIA-TRAUSIA, sovrapposto al long TRAUSAN precipitare, è pervenuto Tròscia (adottato
dalla seconda metà del XIII sec), con il snm Pozzanghera questo già ricorrente nel 1306.
L’ar conta AL GIUBB pozzo tradotto nello sp ALJIVE, cui la locuzione BOVEDA DE ALJIVE arco di cisterna,
passato fig nel franc OGIVE e da questo l’ital ha tratto l’omologismo Ogìva “arco acuto” con Ogivàle, termini
utilizzati nell’architettura gotica.
\ Secchia
Nel pozzo si cala la Sècchia o il Sècchio, con Secchiàio, Secchiàta, Secchièllo e il fig Secchiòne “sgobbone”, dal lat
SITULA-SITULUS, con normale caduta della vocale u e normale passaggio del gruppo tl in cl, attestatosi via via in SITLA,
SICLIA, SICCHIA, SECCHIA. Sìtula è il sopravvissuto termine archeologico per ricordare i secchi artigianali di alcuni
popoli antichi, quali i veneti, meglio venetici, questi attestatisi dal VIII sec aC nella regione compresa tra il lago di Garda, il
fiume Tagliamento, i monti del Cadore e il Po, e che contavano Este e Padova tra i loro centri principali ; furono romanizzati
tra il II ed il I sec aC. L’origine etim potrebbe essere connesso, almeno per inerenza, con la rad GWHYTIS siccità, che
avrebbe portato al lat SITIS e all’ital Sete (Ved Fame Sete in Noto…). Il termine fig Secchione “sgobbone” ha un suo snm
glb dall’ ingl in Geek questo però relativo all’uso dell’Internet.
Dal normanno ant BIDHA secchio, il franc conta BIDON cui l’omologismo Bidòne 1 con i derivati e fig quali Bidè, o il glb
Bidet, dal dim franc BIDET, Bidonàre, Bidonàro, Bidonàta, Bidonatòre, Bidonìsta (col suff ISTA di collegamento ai
sostantivi in ISMO, qui un Bidonismo sottinteso non linguistico). Il composto inv dal franc Bidonville questo agglomerato di
baracche utilizzate come abitazioni, fig bidoni.
1
Bidòne vale anche quale Truffa o Imbroglio, vrs dal fatto che dopo l’incauto acquisto, l’acquirente lo scopre completamentre vuoto del
contenuto pattuito; pertanto ne ricava unicamente un bidone.
\ Fonte Pollone
Fònte (omn di Fonte “fusione”), con i derivati Fontàle, Fontàna, Fontanàzzo, Fontanèlla, Fontanière, Fontanile, Fintanòne,
Fontìcolo, dall’accusativo lat FONS FONTIS connesso al sct DHANAYATI scorre; Pòlla (vena d’acqua sorgiva) con l’accr
Pollòne “germoglio” cui Pollonèto “vivaio”, meritano una particolare descrizione: termine devb da un raro Pollàre dal lat
PULLARE germogliare, questo denm da PULLUS piccolo nato cui Pòllo in percorso con Pollàio, Pollaiòlo, Pollàme (suff
AME per collettivi), Pollàstra e Pollàstro (suff ASTRO) e Pollerìa; Pollo comprende sia il gallo sia la gallina ma il termine
s’è attestato nell’indicare l’animale maschio.
In ingl CHICKEN vale pollo cui la locuzione glb Chick lit “lettaratura adatta per le ragazze (pollastrelle)”.
Il percorso conta ancora Pollìna “lo sterco”, l’aggettivo Pollìno da PULLINUS, eppoi Poiàna dal volg PULLIANA col snm
Bozzàgo o Buzzàgo e Bozzàgro o Buzzàgro attraverso il prvz BUSAC dal lat BUTEO BUTEONIS specifico per poiana; da
BUTEO con il pref SUB (con valore di simile) si ha il termine Subbùteo “gioco del calcio da tavolo” nome imposto
dall’ornitologo P. Adolph nel 1947, ispiratosi al Falco subbuteo snm di Falco lodolaio “che caccia le allodole”.
Il percorso conta ancora Pollànca dal napoletano Pullanca, eppoi Pulèdro o Polèdro o ancora Pollèdro da PULLETRUM,
Pulcìno da PULLICINUM cui il fiabesco Pollicino, Pullulàre mettere al mondo dei piccoli, termine questo semant in essere
gremito cui Pullulamènto, Pullulaziòne, e i vari personaggi quali Pollicino, Pulcinella questo dal napoletano Polecenella dim
di Polecino (Pulcino) vrs ispirati o sovrapposti al lat PULICELLAM pulzella. In percorso il prefissato Appoiallàrsi con
Appollaiàto, i composti Pollicultùra o Polliciltùra con Pollicultòre o Pollicoltòre, Pollivèndolo. Dalla locuzione lat RAMI
PULLUM pollone del ramo è nato il termine Rampòllo, questo attestatosi fig nel valore di “diretto discendente di una
famiglia”, cui Rampollàre, Rampollamènto e Rampollàto.
Sorta di grosso pollo, uccello sudamericano, l’ital conta l’omologismo Caimìchi di voce caribica.
Dall’Ottocento, s’è attestato il snm Clòne attraverso il gr KLON rampollo-germoglio cui Clonàre con Clonàggio, Clonàle e
Clonaziòne; ma anche Clòno, cui Clonìa e Clònico, attraverso KLONOS agitazione, in connessione col primo (s’immagini
l’agitazione di una polla d’acqua).
Pollino, oltre al relativo di Pollo da PULLUS, sta per scuro, nero, questa volta dall’omn PULLUS connesso col verbo
PALLERE apparire di colore grigio, cui un obsoleto Pp Pallènte (già nel XIV sec) snm di Pàllido (già nel XIII sec),
Pallidàstro, Pallidèzza col snm Pallòre (già nel XIII sec), Pallidìccio, Pallidità, Pallidòre, Pallidùme col prefissato
Impallidìre, l’oronimo Pollino, Pòlline con Pollinòsi (suff medico OSI), e il prefissato Impollinàre e Impollinaziòne; infine,
da rad POL variante di PEL pulire cui il lat PULVIS polvere, il percorso ital Polènta o Polènda o ancora Pulènda dal lat inv
POLENTA, che stava per farina d’orzo poiché il mais è conosciuto dalla scoperta dell’America, cui Polentàio, Polentièra e
Polentìna.
In Valtellina è comune la locuzione Polenta taragna dove Taragna è l’apposito bastone per mescolarla, un termine questo
che appare d’origine onomatopeica da affiancare al composto Tarabùsto “sorta di ant cannone a canna corta”.
Màis è l’omologismo dallo sp MAIZ ricopiato da MAHIZ di genesi arawak, cui Maizena “farina di mais” e poi Maiscoltùra o
Maiscultùra con Maiscoltòre o Maiscultòre, ma anche Maìdico, Maidìcolo e Maidìsmo dal lat scientifico MAYS MAYDIS
ricordando che il mais non era conosciuto dai latini e pertanto tale declinazione è una modernizzazione del XX sec. Il gr,
però, da una rad indoeur, conta MAZA pasta d'orzo e l’assonanza appare straordinaria, tale da confermare storicamente il
mito che i progenitori di questo gruppo linguistico dell’America centromeridionale, assieme al Tupi e il Guaranì, abbiano
attraversato lo Stretto di Bering (dall’Europa all’America) 50mila anni fa, ancora remoti i tempi rispetto all’invasione Kurgan
in Europa (4400 anno fa) foriera della lingua, della cultura indoeuropea, rispetto alle escursioni vichinghe nel nuovo
continente e alla di questo riscoperta colombiana.
Fuori percorso il termine ippico Maiden, un glb ingl che sta per “vergine” in riferimento fig ad un cavallo che scende in pista
per la prima volta o che non ha mai vinto.
Dal tema rad PEL POL l’ital conta ancora Pùla (dal XIV sec), cui Spulàre e Spulatùra (pref S sottrattivo), d’inv tema med
PULA pulviscolo- cascame di trebbiatura, snm di Crusca o Lolla. Dal gergo franc POULE pula, l’ital ha adottato l’esot volg
Pùla per “polizia”. Il percorso prosegue con Pòlta o Pùlte dal lat PULS PULTIS, cui Poltìglia, con Poltigliòso, transitato dal
91
franc POLTILLE, Pòlvere cui Polveràccio o Polverùme, Polveràio, Polveràre, Polveratrìce e la locuzione Polvere cosmica,
eppoi Polverièra e Polverifìcio associati alla locuzione Polvere da sparo o Polvere esplosiva, detta polvere scoperta dagli
alchimisti cinesi nel 900 dC, accostando per caso alle fiamme una miscela di Carbone di legna, Salnitro e Zolfo.
Polverìna (farmaceutica) snm di Droga, Polverìno (sabbia o carbone), Polverìo, Polverizzàre con Polverizzàbile,
Polverizzamènto, Poloverizzàto, Polverizzatòre e Polverizzaziòne, Polveròne, Polveròso con Polverosità, Polverulènto o
Pulverulènto, Polvìglio, questo un esot poiché transitato dallo sp POLVILLO dim di POLVO, e il dim Polvìscolo o
Pulvìscolo.
Nel percorso prefissato e composto si contano Antipòlvere, Aspirapòlvere, Baciapòlvere, Battipòlvere, Battispòlvere o
Battispòlvero, Depolverizzàre con Depolverizzatòre e Depolverizzaziòne, Impolveràre, Spolveràre con Spolveràta,
Spolveratùra e Rispolveràre, Spolverìno “piumino o soprabito”, il sostantivo Spòlvero.
L’inglesismo Pullman non ha nulla della rad, bensì è tratto dal suo inventore G. M. Pullman (1831-1897), termine coniato
come Battista (tela), Bachelite, Dolomite, Sax e Spinetta (vedi) e come Ghigliottìna, dal suo inventore il medico J. Guilotin
(1738 – 1814).
\ L’utilizzo storico della Ghlgliottina in Francia è datato 25 aprile 1792 mentre l’ultima esecuzione risale al 10 settembre 1977 \
Dall’ar RAHG AL-GHAR polvere di caverna e attraverso il franc REALGAR, l’ital conta l’omologismo Realogàr “minerale
di solfuro di arsenico e monoclino” di colore rosso, cui il prefissato Pararealgàr.
\ Polentone e Terrone
Diversamente da Terrone, il termine Polentòne o Pulendòne era già in uso alla fine del ‘600, nel significato di persona lenta e
pigra. La spiegazione è storica e viene dal fatto che la sintomatologia della pellagra, la terribile malattia propria di quelle
regioni dove il mais era l’alimento più unico che principale, s’innescava appunto con tali prodromi. La semantica l’ha
trasformato nell’epiteto popolare mangiatore di polenta, in risposta all’offensivo Terròne, mangiatore di terra, coniata
dall’arroganza di gente che ha dimenticato i propri trascorsi di peggior miseria e mali. (da “La pulzella delle specchie” SA
Piazza Editore 2001)
\ Poltrona
Da un ampliamento di PULLUS piccolo nato in PULLITRUS passato nel volg PULLITER, è stato coniato, oltre a Puledro
(PULLETRUS), il termine Pòltro “puledro”; da Poltro, quale animale da trasporto, il termine è passato fig al significato di
stare comodo, quindi a letto, cui Poltrìre, Poltròna, il fig Poltròne “pigro” con il prefissato Impoltronìre.
\ Cipria Talco
Cìpria vale Polvere dell’isola di Cipro, cui il prefissato Incipriàre con Incipriàto (IN illativo), un parasnm di Cùpreo che però
vale Rame poiché è l’ellittico di AES CUPRIUM Rame di Cipro, cui Copparòsa o Cuperòsa “solfato metallico” quale
mutazione dal lat CUPRI ROSA grazie al passaggio dal franc COUPEROSE rosa di rame questo da GOUTTE ROSE goccia
rosa cui l’esot Couperose “maccdhie rossastre della pelle”. Nel percorso di Cipria, si ha Ciprièra, termine che però è da
distinguere rispetto allo specifico percorso di Cipro che conta Ciprìgno con Inciprignìre (IN illativo) in riferimento fig
all’aspro vino locale, Cìprio “di Cipro” ma anche “piede metrico classico” e Cipriòta. Eppoi il distinto percorso “divino” con
Cìpride (attributo della dea Venere-Afrodite nata a Cipro) dal lat CYPRIS già gr KYPRIS cui Ciprèa, il fig Cipripèdio (il
piede di Venere col suff PEDIS) che sta per “sorta di pianta delle Orchidee”.
Le composizioni Cypridofobìa o Cyprifobìa e Cyprianofobìa o Cyprinofobìa indicano avversione psicologica per
le prostitute e delle malattie veneree.
Un snm di Cipria (questo in corso dal 1802 nel senso di Polvere cipria) è Borotàlco (dal 1941) questo omologismo composto
con Bòro estratto da Boràce dall’ar BURAQ d’origine persiana, in percorso con Boràto, Bòrico, e Tàlco (adottato dal sec
XVI sec) questo ancora dall’ar TALQ, cui Talcoscìsto, Talcòsi e Talcòso.
LACRIMA
Làcrima, dal lat LACRIMA, dall’ant LACRUMA, è un lemma ampliato da LACRU della famiglia rad di
DAKRU. Corrispondenza nel gr DAKRY-DAKRION lacrima e nel ted TRANE. Dal gr utilizziamo il pref
DACRIO in termini medici quali Dacrioadenìte (col gr ADEN ghiandola e suff ITE per malatta acuta) e
Dacriocìsti, Dacriòlito, Dacriòma. La mutazione di D(Dakru) in L(Lacru) si è imposta per l’acquisizione del
modello sabino tra i latini. Ritorna il progenitore comune LAK di lacuna-laguna che semant ci ha condotto a
Làcrima “piccolissima cisterna d’acqua” ovvero “una goccia dall’imo” (dal profondo intimo).
Lacrima è l’equivalente di Làgrima con lenizione di c in g, com’è accaduto per Lacuna-Laguna, cui il percorso
complanare Lacrimàbile e Lagrimàbile, Lacrimàle e Lagrimàle, Lacrimàre e Lagrimàre col prefissato
Collacrimàre (CUM associativo), Lacrimàto e Lagrimàto, Lacrimatòio e Lacrimatòrio con Lagrimatòio o
Lagrimatòrio, Lacrimaziòne e Lagrimaziòne, Lacrimèvole e Lagrimèvole questi con suff ital di aggettivo verbale
attivo EVOLE, Lacrimògeno e Lagrimògeno, Lacrimòso e Lagrimòso.
Gòccia, devb da Gocciàre e questo dal lat GUTTIARE denm da GUTTA goccia cui il dim Gòcciola o Gòccio o
Gocciòlo e Gocciolàre con Gocciolòtti, vrs il lemma Guttùrnio “sorta di vino”; il termine sembra attestatosi dal
toscano Gocciare dopo aver attraversato il sett Gozzàre.
Da Gùtta, sono sopravvissuti i termini Gottàre “togliere acqua dalla barca” con Sgottàre (pref S intensivo) e
Gottàzza o Gotàzza snm di Sassola che è lo strumento per farlo, Guttaziòne, i composti Guttiferàcee o Guttìfere
(Famiglia botanica, con il lat FERRE portare) snm di Ipericacee; alle Guttiferacee appartiene la Garcinia
Mangostana (Genere di piante dal nome del botanico L. Garcin). Nel Veneto è diffuso il termine Gotto per
indicare fig (in metonimia) “un bicchiere” o “un po’-una goccia - (di vino)”. Zinzìno, infine, che vale “sorsetto”
è la composizione lemmatica di un onomatopeico Z NZ, quale fonosimbolismo per piccolo, ancora diminuito
con Zinzolìno. Dal gr STALAGMA goccia, deriva Stalagmìte (suff ITE per minerali) o, raro, Stalammìte
“goccia sorgiva” donde Stalagmìtico con Stalagmometrìa con Stalagmòmetro, e da STALAZO gòcciolo
STALAKTOS cui Stalattìte “goccia pendente” con Stalattìtico. La forza di una goccia insistente è tramandata
dal detto poipolare La goccia scava la roccia
\ Nelle Grotte di Castellana, in Puglia, ritrovate nel 1948, si possono ammirare suggestivi spettacoli di stalattiti e stalagmiti. In esse il
ricercatore Franco Anelli scoprì un singolare minerale di fosfato acido, che in suo onore è indicato con Francoanellìte; lo scienziato apparve
92
in RAITV per una lunga intervista nel 1960. \
Nulla in comune col ted STALAG campo base, questo un ipocoristico di STAMMLAGER, semant attestatosi
quale Campo di prigionia o Campo di concentramento o Campo di correzione. Termine alieno è ancora il
termine Staliniàno, snm di Intransigente, cui Stalinìsmo, Stalinìsta e Stalinizzàre, relativo allo statista sovietico J.
V. Dugavili, noto con lo pseudonimo di Stalin “Il piccolo padre del popolo russo”, ma la coincidenza vuole che
abbia fatto grande uso dei campi di concentramento per i suoi avversari politici, indicati con il glb Gùlag questo
acronimo del russo GLAVNOE UPRAVLENIE ISPRAVITEL’NO-TRUDOVYCH LAGEREJ Direzione
generale dei campi di lavoro di correzione.
Dal long ZAHHAR liquido gocciolante, ancora, l’ital conta l’omologismo Zàcchera o Zàccaro con Zaccheròne,
Zaccheròso e il prefissato Inzaccheràre con Inzaccheràto.
\ In agosto del 2008, in una dacia fuori Misca, s’è spento a 89 anni lo scrittore dissidente russo A. Solgenitsin, condannato nel 1945 dal
regime staliniano ad 8 anni di Lager più 3 di confino. Fu rilasciato nel 1956 e successivamente riabilitato merito della mutata situazione
politica. Autore del capolavoro Arcipelago Giulag e Premio Nobel per la letteratura nel 1970; eppure, alla caduta dello stato sovietico,
avrebbe detto “ La Russia ha smarrito la propria anima con l’occidentalizzazione e la globalizzazione…” (parafrasi di SA) /
\ Emanare Stranguria
Di derivazione celt, il lat aveva adottato MANARE per gocciolare, cui il percorso Emanàre, Emanaziòne, Promanàre.
Dal gr STRANX goccia, genitivo STRANGOS, l’ital conta Strangùria o Strangurìa già lat STRANGURIAM, questo dal gr
STRANGOURIA in composizione col suff OURIA (ital URIA) dal gr AUREIN orinare.
\ Valle Volt Ampere Fascino
La Valle di lacrime è la metaf che sta per Terra, Mondo, in cui la sofferenza è comune. L’idea della “valle” viene
dall’immagine della terra in subordine alle montagne (il cielo).
Il termine Vàlle è dal lat VALLIS, d’appartenenza a VOLVERE da rad in WEL volgere, cui Vallàta, Valligiàno (in
correlazione con Alpigiano e Pianigiano, il composto Vallicoltùra o Vallicultùra, i coronimi composti quali Valsesiàno da
Valsesia, Valpolicella…
Vàllo da VALLUM semantizzatosi “costruzione a difesa” snm di Baluardo cui Vallàre (aggettivo e verbo), la locuzione
storica romana Vallo di Adriano (tra la Britannia e la Caledonia) e Vallo atlantico durante il secondo conflitto mondiale,
eppoi Vallìvo, Vallòne questro omn Vallòne “proprio della popolazione belga di lingua franc Valloni”.
Il percorso prosegue con Vàlva questo dal lat VALVAE battenti, imposte con Valvàre; dall’inc di VALVAE con l’ant
VULBA utero il lat ha coniato VULVA inv in ital Vùlva (dal XIV sec), con un snm in Potta (già dal XIII sec), il composto
Vulvavaginàle con il patologico Vulvavaginìte, Vulvìte (suff medico ITE per “infiammazione”), con la variante botanica
Vòlva cui Volvàre, Volvària (sorta di pianta delle Cheniopodiacee), Volvavariàcee (Famiglia di funghi)
Termine alieno Vallonèa o Valonèa oppora Vallonìa o Valònìa e addirittura in metaplasmo Gallonèa “sorta di quercia” dal gr
BALANOS ghianda.
Il percorso WEL prosegue con Vilòcchio da VOLUCUM (botanica) cui Vilùcchio “fusto rampicante” con Vilucchiòne delle
Convolvulacee, Vilùppo questo attraverso il franc ENVELOPER intrecciare inc col tema med FALOPPA paglia cui Lòppa
“scoria”, Vòlgere con Volgìbile e Volgimènto, Vòlgolo, Vòlta dal volg VOLVITA (anche “soffitto curvato” attestatosi
genericamente in “soffitto semplice”, eppoi “sorta di danza” e “periodo metrico” di una strofa petrarchesca) con Voltàre,
Volteggio e Volteggiàre, Vòlto, Voltolàre e il devb Voltolìno (uccello), Voltùra, Volùbile con Volubilità. Il termine Vòlta
indica ancora “momento temporale” cui la locuzione C’era una volta, la locuzione avverbiale Questa volta o l’ipocoristico
Stavòlta; termine che dal volg VOLVITA ha seguito l’evoluzione differenziandosi nel volg mer VICATA attraverso un
VICIS che il franc aveva adottato creando il proprio ant omologismo FIEE (corretta accentazione fiée) rientrando in Fiàta
diffondendosi nel meridione d’Italia dal Duecento con l’arrivo degli angioini. Attraverso lo sp, si conta il glb Vuelta che sta
per “giro” in termini sportivi (ciclismo), pertanto La vuelta a España ha il suo omologo nel Giro d’Italia questo storicamente
dal 1905 seguito nel 1909 dal Giro di Lombardia.
Il gr conta TREPEIN volgere cui il termine composto Treponèma (col gr NEMA filo) “sorta di organismo unicellulare” cui la
locuzione Treponema pallido “agente della sifilide” col snm Spirocheta pallida.
Il persorso WEL continua con Volùme dal lat VOLUMEN “rotolo” con il desueto Vilùme (suff UME collettivizzante, nel
senso di libro “tante pagine da voltare”) cui Volùmico, Voluminòso con Voluminosità, e i composti Volumenòmetro,
Volumetrìa e Volumètrico, Voluminizzàre e Voluminizaiòne; eppoi Volùta, Volutàbro o Voluttàbro “pantano in cui si
rivoltano i maiali”, Vòlvere, Volvocàcee (Famiglia di alghe), Vòlvolo (termine medico), il termine composto Voltagabbàna
(1918) con Voltagabbanìsmo, questo neologismo del XXI sec, dalla locuzione fig Voltar (o Mutar) gabbana con
l’omologismo Gabbàna o Gabbàno “sorta di mantello” dall’ar QABA tunica attraverso il franc CABAN cui il dim
Gabbanèlla; Làmia (adottato dal XIV sec) è inv dal tardo gr TA LAMIA e vale “copertura a volta (profonda)” peculiare delle
abitazioni rustiche del meridione italiano dove Lamia partecipa al dialetto, fig connesso con l’omn Làmia o Làmmia “mostro
femminile mitologico”dal gr LAMYROS vorace, talvolta snm di Strega o Megera e addirittura di benefica Ninfa; vrs dal
fatto che una costruzione col soffitto a volta è molto più capiente (vorace) di quelle a soffitto piano.
Il percorso WEL conta i prefissati Avvallàre e Avvàllo, Avviluppàre, Avvòlgere con Avvolgimènto, Avvòlto e Avvoltolàre,
eppoi Avvoltòio con i desueti Avoltòio e Avoltòre da VULTURIUM con il snm Vùlture o Vultòre da VULTUR VULTURIS
attraverso la divintà etrusca Vul della stessa rad, l’oronimo Vulture e l’idronimo Volturno; ancora, Coinvòlgere con
Coinvolgènte, Coinvolgimènto e Coinvòlto, Convòlgere con Convòlto e Convolùto, Convòlvolo e Convolvulàcee (Famiglia
di piante) alla quale appartiene la Gialàppa - o Scialàppa o Sciaràppa – sorta di radice così indicata dal toponimo messicano
Jalapa (Xalapa) e vale RAIZ DE JALAPA radice di Jalapa.
Devòlvere con il glb ingl Devolution, Devolutìvo e Devoluziòne, Disvòlgere e Disvòlto, Evòlvere con Evolvènte ed Evolùto
cui Evoluziòne con Evoluìre attraverso il franc EVOLUER con Evolutìvo da EVOLUTIF, Evoluzionàrio, Evoluzionìsmo,
Evoluzionìsta ed Evoluzionìstico, Inviluppàre con Inviluppamènto, Inviluppàto e Invilùppo, Invòlgere con Involgimènto,
Involtàre con Involtàta, Involtatùra, Involtìno ed Invòlto, Involtùra, Invòlucro (connesso col lat VOLUCRA rampicante da
VOLVERE), Invòlvere con Involùto, Involutìvo, Involutòrio e Involuziòne, Rivolgère con Rivolgimènto, Rivolgitòre,
Rivòlta, Rivòlto, Rivoltòso, Rivoltamènto, Rivoltànte, Rivoltàre, Rivoltàta, Rivoltàto, Rivoltatùra, l’iterativo Rivoltolàre,
Rivoltolamènto, Rivoltolìo, Rivoltùra, Rivoluziòne, Rivoluzionàre, Rivoluzionamènto, Rivoluzionàrio, Rivoluzionarìsmo e
Rivòlvere. Il percorso conta i composti Voltafàccia, Voltafièno.
93
\ A parte la Rivoluzione industriale questa a carattere sociale, tra le più recenti rivoluzioni sovvertitrici dell’ordine costituito, in ordine
cronologico si contano la Rivoluzione americana (seconda metà del ‘700) seguita dalla Rivoluzione francese (fine ‘700), eppoi la Rivoluzione
Russa o Rivoluzione bolscevica 1 agli inizi del XX sec, che ha generato la Rivoluzione cinese e la Rivoluzione cubana; questa alla fine degli
anni ’50, il cui promotore Fidel Castro, Lider maximo, ha lasciato il potere a suo fratello Raul per motivi di salute solo nel XXI sec
(2007/2008), ad onta di vari tentativi esterni politici e militari d’opposizione. Negli anni sessanta, infatti, la Crisi cubana portò il mondo
sull’orlo di un terzo conflitto, rientrata grazie al buon senso delle due potenze egemoniche. Raul Castro, in un suo pronunciamento nel luglio
del 2008, ha promesso di instaurare a Cuba un sorta di Socialismo realistico rispetto alla politica di Socialismo reale del fratello, ossia di
sostenere l’acquisizione dei redditi più alti.
Da includere la Rivoluzione del Sessantotto (1968), per opera di studenti ed operai, via via implicando (o aizzata da) la borghesia e i ceti
medio-alti, comunemente indicata con Sessantòtto, cui Sessantottìno, Sessantottèsco, Sessantottìsmo, Sessantottìsta… in correlazione storica
con il 1848 cui Quarantottàta, Quarantottèsco e la locuzione Fare un quarantotto.
Da includere Il movimento democratico delle Forze Armate negli anni Settanta del XX sec, che avrebbe condotto a una democratizzazione
nelle caserme e alla stesura parlamentare di una Legge dei Principi, la carta costituzionale per i militari sino allora in balia delle norme stilate
dalle gerarchie e non dall’assemblea legislativa. Da qui il Movimento degli uomini radar che accompagnò la categoria alla smilitarizzazione
del Servizio di controllo del traffico aereo in Italia nel 1979, questo ancora gestito dall’Aeronautica Militare, l’unico in Europa.
1
Bolscèvico o Bolscevìco conj Bolscevìsmo, Bolscevizzàre, Bolscevizzaziòne e Bolshefobìa “paura dei bolscevichi” è dal russo BOL
SEVIK uno della maggioranza.
Il percorso continua con Sconvòlgere (da Convolgere e il doppio pref S intensivo) con Sconvolgimènto, Sconvolgitòre e
Sconvòlto, Svòlgere con un poetico Svòlvere, Svolgimènto, Svòlta, Svoltamènto, Svoltàre (S sottrattivo vale “disfare un
avvolgimento”), Svoltàre “effettuare una svolta”, Svoltàta, Svoltatùra, Svoltìsta, Svòlto con Risvòlto (RI ripetitivo) e
l’iterativo Svoltolàre, Sviluppàre da un Viluppare di Viluppo con S sottrattivo, Sviluppàto, Sviluppatòre, Sviluppatrìce e
Svilùppo, Travòlgere con un poetico Travòlvere, Travolgènte, Travolgimènto e Travòlto.
Il gr conta ELYTRON involucro, cui la voce dotta Elitra-èlitra, utilizzato in zoologia, da non equivocare col termine
Elitrasportàre questo composto con l’ellittico di Elicottero ed il verbo Trasportare perrtanto sta per “trasportare via
elicottero”.
Dal volg ital Ammalloppà inviluppare è sorto Mallòppo (adottato dal XIX sec), in snm con Bottino (già dal XIV sec) e con
l’omologismo Rififì, che appare in desuetudine, a seguito di un noto film francese “Rififi” del 1955 e della sua colonna
sonora “Le rififi” cantata da Magali Nöel, il cui termine è vrs connesso con il long HRAFFON strappare via di Arraffare.
Malloppo e Rififi sono in concorrenza con un secondo omologismo franc Grisbi (adottato dal 1963) questo vrs fig da GRIS
grigio, il colore della moneta.
Il termine alieno Vòlta è l’unità di misura di tensione elettrica, meglio Vòlt, cui Voltàggio, Voltàico col composto
Fotovoltàico, Voltaìsmo e Voltìmetro o Voltòmetro o Vòltmetro, dal nome dello scienziato A. Volta (1745 \ 1827); simile
all’associata misura di corrente elettrica Ampère dal contemporaneo M. Ampere (1775 \ 1836), cui Amperàggio,
Amperometrìa con Amperomètrico e Amperòmetro, Amperòra e Ampersecòndo rispettivamente composti con Ora e
Secondo e valgono “quantità di ampere in un’ora \ in un secondo” cui lo strumento Amperoràmetro, Amperspìra (energia
generata da una spira percorsa da corrente). Ampersecondo vale anche Coulòmb, questo da Ch. A, de Coulomb (1736\1806)
cui Coulombomètro.
Tornando nel percorso WEL, Vàlico, invece, pur presumibilmente connesso con la rad di Valle, è il devb dal lat VARICARE
allargare le gambe, cui Valicàre con il prefissato Travalicàre – con un ant Travarcàre - cui Travalicamènto, Varcàre, Vàrco,
Varicàre con il prefissato Divaricàre (pref DIS) cui Divaricàbile, Divaricamènto, Divaricàta, Divaricàto, Divaricatòre,
Divaricaiòne, eppoi Varàre con Vàro (termine marinaresco e fig “mettere in opera”) dal lat inv VARARE, questo il denm da
VARA, il primitivo congegno per avviare in mare le imbarcazioni, cui Varamènto, Varàta, Varatòio.
Vàlgo è dal lat VALGUS “storto in fuori”, attestatosi in riferimento a qualsiasi arto o parte d’esso spostato patologicamente
dal proprio asse, cui Valgìsmo “angolo ottuso formato da due segmenti ossei aperto all’esterno” e pertanto il termine pare
composto con un ellittico suff GONON angolo-articolazione; il contrario è Varìsmo dal lat VARUS storto in dentro cui Vàro
questo nel tema di VARA sostegno biforcuto da VARARE, cui il fig Vàro in senso marinaresco con Varàre.
Esiste una seconda rad, WERT, che avrebbe condotto al lat class VERTERE volgere, cui Vèrtere, Vertènte, il fig Vertènza
con Vertenziàle e Vertenzialità, Vertìbile da un Vertìre, eppoi Vertècchio da VERTICULUM e la variante Bertòccio, che si
sarebbe semant consolidato nell’indicare “volgersi verso l’alto” cui Verticàle, Verticalìsmo, Verticalizzàre con
Verticalizzaziòne, Verticalmènte, Vèrtice, Verticìllo con Verticillàto, Verticìsmo con Verticìsta e Verticìstico, subendo una
enantiosemìa nell’invertirsi in “volgersi verso il basso” con Vòrtice e Vorticòso, nell’includere addirittura “tutto attorno” con
Vertìgine e Vertiginòso; eppoi Bertuèllo o Bertovèllo “rete illegale da pesca o caccia” quale corruzione del dim lat
VERTIBELLUM (nome di strumento).
Il ted conta STRUDEL per vortice, cui il corrispondente omologismo in ital con la locuzione gastronomica Strudel trentino il
cui ingrediente principale è la Mela renetta. Il percorso ital prefissato prosegue con i pref, Avvertènza, Avvertimènto,
Avvertìre. Convertìre e Convertìbile con Convertibilità, Conversiòne, Convèrso o Convertìto cui il fem Convèrsa “suora
laica” con un omn-snm Convèrsa “raccolta delle acque”, Convertìsta, Convertitòre e Convertitrìce.
Diversiòne, Divèrso, Divertìcolo, Diversiòne. Divertimènto e Divertìre. Divorziàre e Divòrzio che meritano un breve esame:
dal lat DIVORTIUM di un arcaico lat DIVORTERE che vale biforcare le strade (bilaterale), diverso da REPUDIUM ripudio
che vale in senso unilaterale (da parte del marito), cui Divorzìsta (avvocato).
\ Stando alle statistiche, in Italia nel 2007 i divorzi sono aumentati del 2,3% pari a 50.669.\
Introvertìre (pref lat INTRO dentro) o Introvèrtere con Introvertìto, Introversiòne, Introvèrso correlativo di Estrovèrtere ( pref
lat EXTRA fuori) con Estrovertìto, Estroversiòne ed Estrovèrso. Invertìre (col pref RE di movimento inverso) con Invertìre,
Invertìbile e Invertibilità, Invertìto, Invertitòre, Inversiòne, Invèrso, la locuzione glb ingl Inverted coaster “Ottovolante
appeso” (non sul binario).
Pervertìre (pref PER con valore di superlativo “eccessivo”) con Pervertimènto, il Pp Pervertìto, Pervertitòre, Pervèrso dal Pp
lat PERVERSUS di PERVERTERE cui Perversiòne, Perversità e il composto Imperversàre (doppio pref IN illativo).
Sovvertìre da SUBVERTERE cui Sovversiòne con Sovversìvo questo transitato dal franc SUBVERSIF.
L’intensivo di VERTERE è VERSARE, passato poi nel volg VERSIARE, attestatosi anche in VERSARI trovarsi, cui
Versàre con Versamènto, Versànte, Versàtile con Versatilità, Versàto, Versìcolo con un’attestazione dal sett Verzìcola,
Versùto da VERSUTUS con valore di “svelto”, un marinaresco Vèrta “parte di rete” dal lat AVERTA con valore fig di
“bisaccia”, eppoi Vèrso questo sia sostantivo da VERSUS rigo con l’aggettivo Vèrso unicamente nella locuzione Pollice
verso sia ancora preposizione Vèrso da VERSUM poeticamente Ver o Ver’ col fedele al lat Vèrsus attraverso l’ingl, tutti dal
94
Pp di VERTERE, donde i poetico-letterari Verseggiàre con Verseggiatòre e Verseggiatùra, i composti Versificàre con
Versificatòre e un Versaiòlo, i dim Versètto e Versìcolo, Versiòne, un accr di scherno Versàccio, Versoliberìsta dalla
locuzione Verso libero; eppoi Versòio (parte dell’aratro), Versòre (termine matematico-fisico), i prefissati Avversàre da
ADVERSARI quale frequentativo di ADVERTERE (AD allativo) “volgere verso”, con Avversàrio, Avversatìvo,
Avversiòne, Avversità, l’aggettivo Avvèrso da ADVERSUS “posto al cospetto” con la preposizione Avvèrso da
ADVERSUM contro, eppoi un curioso Versièra “moglie del diavolo” già Avversièra. Conversàre (COM associativo)
“trovarsi insieme” con Conversaziòne. Infine i composti Versicolòre “che muta (volge) colore”, Versipèlle “che muta pelle”.
Termine alieno Vèrsta omologismo inv dal russo VERSTA “misura di lunghezza in età imperiale” pari a 1066,781 mt.
Attraverso l’ingl TO CHAT (pron ciat) chiacchierare-conversare, vrs di genesi onomatopeica dal tema di CIA C cui l’ital
Ciarlare, l’ital ha adottato nel linguaggio glb dei computer (Internet) i glb Chat “conversazione” e Chatter “utente” con le
licuzioni Chat-line “in linea con più computer”, Chat room “conversazione ristretta” fig con ROOM stanza-camera dal verbo
TO ROOM alloggiare, e l’omologismo Chattàre (pron ciattàre); il termine ingl ROOM si rintraccia in ambito glb nei termini
composti Tearoom, Showroom questo dalla locuzione Show room “sala d’esposizione” con SHOW mostra dal verbo TO
SHOW mostrare-presentare, ancora in locuzione glb Dark room “stanza in penombra” con DARK buio per particolari
incontri in locali notturni, Dealing room che nella finanza vale “locale per compra-vendita con DEALING negoziazione cui
Dealer negoziatore dal verbo TO DEAL dare svoltosi in negoziare-amministrare con il glb New Deal “nuova
amministrazione” (di storica memoria il new deal di J. F. Kennedy) e rintracciabile nel borsistico NASDAQ acronimo di
NATIONAL ASSOCIATION OF SECURITIES DEALERS AUTOMATED QUOTATION Associazione nazionale operatori
(dealers) titoli a quotazioni automatizzate, ovvero un sistema telematico per contrattazioni ed è Indice di borsa. Il percoso glb
ROOM continua con Living room “soggiorno” o l’ellittico Living dal verbo TO LIVE vivere, eppoi Rooming in questo in
riferimento ospedaliero per i neonati che sono sistemati in camera con la madre e non nell’apposito Nido, l’alberghiera Room
service “servizio in camera”.
Il percorso ital dal lat VERSARE prosegue con i prefissati Riversàre con Rivèrso, Rovesciàre variato dal precedente
Rivesciàre dal volg REVERSIARE o REVERSARE riversare cui Rovesciàta, Rovesciàto, Rovescìna o Reversìna “la parte
del lenzuolo piegata sulla coperta”, Rivescìno o Reversìno (termine da sarto), Rovèscio e Rovesciòne (anche in rif alla
pioggia), l’avverbio Rovesciòni cui la locuzione Cadere rovescioni (supino), e con i correlativi di un doppio prefissato
Arrovesciàre, l’ingl REVERSE rovescio cui il semiomologismo Autoreverse. Sversàre con Sversamènto e Sversàto o Svèrso
(S intensivo). Traversàre (pref TRANS) con Traversamènto Traversàta, Travèrsa cui Traversìna e Traversòne, Travèrso cui
Traversàle o Trasversàle, Traversìa “sorta di vento” e Traversìno attraverso il franc TRAVERSIN, e Attravèrso dalla
locuzione A traverso, eppoi Attraversàre (doppio pref AD allativo) con Attraversamènto, Attraversànte, Attraversàta,
Attravèrso dalla locuzione A traverso. Intraversàre dalla locuzione In traverso. Malversàre attraverso il franc MALVERSER
dalla locuzione lat dalla locuzione MALE VERSARI, il composto Traversàgno che sta per “due pezzi di legno posti di
traverso, a croce”.
La traversa della nave è indicata con Bìtta un omnologismo dallo scandinavo BITI attraverso il franc BITTE cui Bittàre,
l’accr Bittòne, Bittatùra e il prefissato Abbittàre. Bìtto, invece, è un tipico formaggio della Valtellina.
La rad WERT è ancora il capostipite di Vèrtebra e Vertebràle, Vertebràti (Sottotipo di Cordati), Vertebràto, il composto
Vèrtebro-basilare, con i prefissati Invertebràti (tutti i non appartenenti ai Vertebrati), Invertebràto; dal gr KYPHOSIS
curvatura, l’anomalia della Colonna vertebrale, che nei casi più gravi è definita Gobba, è indicata con Cifòsi cui Cifòtico, i
composti Cifoscoliòsi questo con Scoliòsi (suff patologico OSI) dal gr SKOLIOS storto cui ancora Scoliòtico, eppoi
Cifoplàstica “intervento alle vertebre” e Kyphofobìa “paura di abbassarsi”.
Il Pp VERSUS di VERTERE, in composizione con il pref UNI unico - questo logicamente da UNUS uno, ha dato Univèrso
con Universàle e Universalità, Università con Universitàrio; da C.U.S. Da Centro Universitario Sportivo è nato il termine
Cussìno “studente appartenente a tale centro sportivo”.
\ Tra le prime università al mondo si ricorda l’Accademia fondata da Platone nel 385 aC; tra le più antiche sopravvissute si contano quella
italiana di Bologna, la marocchina Qarawiyn di Fes e l’egiziana Al-Azhar del Cairo. \
Termine particolare è Giùso cui la variante corrente *Giù, dal lat volg DJUSUM già DEOSUM dal class DEORSUM, una
forma irrigidita da VERSUM rovescio col pref DE di DE VERTERE; in percorso Colaggiù dala locuzione Colà giù, Ingiù
da In giù, , Laggiù da Là giù e Quaggiù da Qua giù, Suppergiù dalla locuzione Su per giù.
Avvolgere è anche Fasciàre, questo dal lat FASCIS involto, cui i derivati e prefissati Fàscia, Fasciàle, Fasciàme, Fasciànte,
Fasciàta, Fasciàto, Fasciatòio, Fasciatòre, Fasciatùra, Fascìcolo con Fascicolàre, Fascicolàto, Fascicolatòre, Fascicolatrìce,
Fascicolaziòne, Fascìna con Fascinàia, Fascinàme, Fascinàre, Fascinàta con Affascinare “fare, raccogliere fascine” o. Il
percorso conta ancora Fàscio, Fasciòne, Fascìte (pref ITE, termine medico), Fascitèllo dal dim Fascitèllo di Fascio, Fasciòla
dal dim FASCIOLA cui Fasciolàridi “Famiglia di molluschi” e Fasciòlidi “Famiglia di Platelminti, i prefissati Affasciàre con
Affasciatùra, Sfasciàre (S sottrattivo) questo sia da Fascia “togliere la fascia” cui Sfasciato e Sfasciatùra con i composti
Fasciacòda e Fasciapiède sia da Fascio “rompere” cui Sfasciàto, Sfasciamènto, Sfàscio, Sfascìsmo con Sfascìsta e Sfasciùme
e i composti Sfasciacarròzze e Sfasciavetrìne.
Certamente in connessione con FASCIS involto-avvolto s’articola il percorso fig di FASCINUM maleficio (l’essere avvolto
di seduzione) cui Fàscino con i derivati Fascinàre, Fascinatòre, Fascinatòrio, Fascinaziòne, Fascinòso, il prefissato
Affascinàre cui Affascinamènto e Affascinànte; Affascinare e Fascinare, infatti, li ritroviamo in omn in entrambi i percorsi,
semant e fig. Il termine Sfacèlo, fuori percorso, è dal gr SPHAKELOS cancrena.
Il celt conta KEN fascino inv nell’onomastica con Ken; azzardato credere in una connesione fig col gr KHEN oca cui
Chenìsco da KHENISKOS ornamento navale (a forma di oca), Chènopo “sorta di mollusco (col gr POUS PODOS piede) con
Chenopòdio (svoltosi in botanica quale genere di piante erbacee o arbustive) e Cheniopodiàcee (la Famiglia).
Dal gr KILINDO avvolgo, il lat ha tratto CYLINDRUS, cui Cilìndro e i vari derivati quali Cilindraàia, Cilindràre, Cilindràta,
Cilindratòio, Cilindratùra, Cilìndrico, Cilindròide, il composto scientifico Cilindràsse (snm di Assone o Neurite).
La fascia ad armacollo è definita Ciàrpa, omologismo dal franc ECHARPE già SKERPA bisaccia a bandoliera (già paniere
di giunco), cui Ciarpàme o Ciarpùme con Ciarpàre, e i prefissati Acciarpàre (AD allativo) questo attestatosi nel snm di
Abborracciare, con Acciarpamènto, Acciarpatòre, Acciarpatùra, Acciarpìo e Acciarpòne questo snm di Abborraccione, eppoi
ancora Sciàrpa con Sciarpàta. Esiste il termine Ciarmòtta che vale “barcone da carico” vrs una corruzione volg connesso fig
col significato di “bisaccia”.
\ Tropo Ridda
95
Dal gr TROPOS direzione-volgimento (verso direzione diversa) cui TROPE io volgo, è derivato il termine Tròpo snm di
Traslato, svolto nel lat TROPUS da TROPARE questo poi lenito in Trovare. In percorso, Tropèa “vento turbinoso” fig
“ubriacatura” dal lat volg TROPAEA dalla locuzione gr TROPAIA PNOE vento che si volge dal mare alla terra; eppoi
Tròpico “circolo di rivolgimento”, Tròpico e Tropicàle, Tropìsmo questo utilizzato anche in suff TROPISMO con TROPIA
TROPIO nelle composizioni quali Idrotropìsmo, Enantiotropìa “passaggio reversibile di una sostanza cristallina ad un’altra
forma”, Zootròpio “sorta di giocattolo ottico del XIX sec)”; eppoi il pref TROPO nelle composizioni quali Tropologìa
(linguaggio metaforico, figurato) con Tropològico, Troposfèra con Troposfèrico col gr-lat SPHAERA-SPHAIRA sfera e
Tropopàusa questo col gr PAUSIS cessazione da PAUSAI fermati! questo aoristo di PAUO mi fermo cui il lat PAUSARE e
l’ital Pàusa con Pausàre, Pausàto, il glb ingl Pause “tasto di pausa”, svoltosi in Posàre con mutazione del gruppo vocalico au
in o cui Pòsa, Posàta con Posaterìa, Posàto con Posatèzza, Posatòio, Posatòre, Posatùra, il prefissato Riposàre cui Riposànte,
Riposànza, Riposàta, Riposàto, Riposìno, Ripòso, il composto Posatùbi.
In chimica si conta Tropòne quale composto organico aromatico cui il derivato Tropolòne.
Il long contava WRIDAN per svolgere-voltare, cui l’omologismo ital Rìddàre e il suo devb Rìdda “antico ballo” fig
“confusione”..
\ Fascismo Nazismo Comunismo
Dal lat FASCIS è nato il politico Fàscio e Fascìsmo questo fig “forze fasciate per un unico fine (collettivo)” cui Fascìsta,
Fascìstico, Fascistizzàre, Fascistizzaziòne, Fascistòide. Il logo del fascismo è stato del tutto omologato dalla simbologia
etrusca.
Nazìsmo, questo per accezione il regime di Hitler, in complanare con Fascismo, è l’ipocoristico di Nazionalsocialìsta, con
Nazìsta, Nazìstico, eppoi ancora un breve Nàzi cui Nazificàre, la composizione unificatrice quale Nazifascìsmo con
Nazifascìsta, la composizione glb Naziskìn con l’altrettanto glb Skinhaed pelle visibile in testa nel senso di rapato con SKIN
pelle e HAED testa. Straordinaria la disgraziata coincidenza lemmatica col termine ebr NAZIR separato cui Nazirèo
“consacrato a Dio” e Nazireàto” consacrazione a Dio” attraverso il gr NAZIRAIOS; vrs la connessione rad col termine ar
NAZIR questo attestatosi nel senso di opposto. Nel 1941 nacque un personaggio dei fumetti Capitan America, il quale
combatteva contro Hitler.
In contrapposizione politica al Nazifascismo, dal tema rad MOI-N-MOI-R autorità, si conta Comunìsmo dal lat CUM
MUNIS “sottoposti insieme ad unica autorità” (vedi il percorso rad in suff GLIA-GLIE in Camino…), transitato dal franc
COMMUNISME da COMMUNE cui Comunàrdo da COMMUNARD (principi giacobini), però con la mutata semantica del
termine base dell’aggettivo Comune svoltosi nel sostantivo dal valore di bene di tutti (e repubblica), cui Comunìsta. Il
termine Vietcong diffuso dal 1973 durante la Guerra del Viet Nnam, è l’ellittico della composizione VIET NAM CONG
SAN comunisti del Viet Nam.
\ Fascisti e Comunisti, dunque, affratellati semanticamente, anche socialmente poiché entrambi gli attori raffigurano la borghesia della
nazione, ma tra i quali la differenza, manifestatasi in maniera cruenta, è unicamente in relazione ad una egoistica presa del potere e quindi
interesse di ceto.
Nel senso di unico fine per il bene collettivo, fascismo e comunismo sarebbero sinonimi, ma purtroppo sia dell’una che dell’altra parte lo
spirito è tragicamente tradito. C’è da aggiungere, tuttavia, che il comunismo e, più in là, i movimenti partigiani, con i loro eccessi, non
sarebbero sorti se non fosse stato imposto un egoistico e minaccioso capitalismo, in aggiunta al colonialismo esclusivamente a beneficio di
questo, e sovente protetto da un delittuoso fascismo.\
\ Suffisso GINE
Il suff GINE è virtuale, perché i termini sono stati coniati con il loro genitivo lat CALIGINIS, FERRUGINIS, FULIGINIS,
LANUGINIS, ORIGINIS, AERUGINIS. Esiste una grande varietà di lemmi terminanti in GINE, qualcuno attestatosi con la
doppia G, cui Calìgine, Caliginàre con Caliginòso e i desueti Calìgo, Caligàre”con Caligamènto1, eppoi Calùgine - questo
dall’inc di Caligine con Lanùgine (da Lana) - tutti dal lat CALUS scuro, che avrebbe condotto anche a Calùnnia, cui
Calunniòso. Calunnia, dal lat CALUMNIA, con pref S intensivo si svolge nella corruzione Scalògna “malasorte”; il suo omn
Scalògna, meglio Scalògno (vegetale), è sintesi della locuzione ASCALONIA CEPA ovvero “la cipolla di Ascalonia”
(Palestina). Dal franc ant CHALENGE calunniare dal lat CALUMNIA, svoltosi nell’ingl TO CHALLENGE sfidare s’è
attestato il glb ingl Challenge “gara sportiva” cui Challenger “sfidante”.
Fulìggine o Filìggine con Fuligginòso da rad DHULI polvere la cui variante DHUMO vale fumo- spirito. Rùggine con il fig
Rugginìna (sorta di felce), Rugginìre o Ruginìre, Rugginòso e Rugginosità, con i prefissati Arrugginìre con Arrugginimènto e
Arrugginìto (AD allativo), Irrugginìre (IN illativo), Srugginìre (S sottrattivo), dal lat AERUGO ricavato dal lat AES AERIS
denaro di rad AYES rame-bronzo cui Eràrio moneta-tesoro (pubblico) dal lat AERARIUM con Erariale e Suberàto “moneta
di poco valore”. L’erario era custodito nel tempio di Saturno assieme al Fisco.
1
In vrs connessione fig Calìga inv dal lat CALIGA “sorta di sandalo del soldato romano” cui Caligàio“calzolaio” poiché la calzatura copriva
(oscurava) il piede; ma altra ipotesi lo farebbe derivare da un vocabolo barbaro non identificato. Da qui il soprannome Caligola assegnato
all’Imperatore Caio Giulio Cesare Germanico poiché indossava una simile piccola calzatura.
\ Aferesi
Caduta di una vocale o di una sillaba all’inizio della parola, come Rabèsco e Rabescàre con Rabescatùra invece di Arabèsco
e Arabescàre con Arabescatùra. Afèresi, che vale “sottrazione”, è dal lat tardo APHAERESIS, già gr APHAIRESIS,
composto di APO da e HAIREIN prendere cui l’aggettivo Aferètico “sottoposto all’aferesi”. Come in in esercizio linguistico,
prendendo ad esempio il termine Inverno, il fenomeno dell’aferesi si ottiene sottraendone la sillaba iniziale In riducendolo al
poetico Vèrno; ma se al termine puramente etim lat HIBERNUS vi inseriamo dopo la vocale I la consonante n si ha Inverno,
ossia il fenomeno della Epentesi.
\ Prefisso *APO
APO
È il pref ricopiato immutato dal gr APO da, che vale separazione-allontanamento-differenziazione- esaltazione... cui Apogèo
(col gr GEION da GE terra) il punto orbitale più lontano dalla Terra, fig è il culmine della notorietà, della fama, con il snm
Auge-àuge questo omologismo dall’ar AUG altezza, da non equivocare con Augìte (suff ITE per minerali) questo dal gr
AUGE luce in vrs connessione con ARG brillare.
Il percorso prefissato APO prosegue con Apocalìsse o Apocalìssi cui il sostantivo Apocalìttica “categoria di testi ebraici” e
l’aggettivo Apocalìttico, dal gr APOKALYPSIS nome d’azione del verbo APOKALYPTO io svelo, passato nel significato
biblico di “catastrofe finale del mondo”.
La visione descritta dall’apostolo Giovanni ricordata come I cavalieri dell’Apocalisse è l’allegoria di Peste, Guerra, Fame e
96
Morte.
Eppoi, Apocìno “che allontana i cani perché nocivo” (sorta di pianta, col gr KYON cane) con Apocinàcee (Famiglia e Classe
delle Dicotilèdoni, cui Pervica e Oleandro). Il botanico Apocìzio (col gr KYTOS cibo). Apòcrifo col gr KRYPHOS occulto,
segreto “non contemporaneo dell’autore cui è attribuito, falso, eretico” quindi, allontanato e tenuto nascosto. Apofàntico
“assertivo (vero o falso)” col gr da PHAINO io mostro. L’anatomico Apòfisi dal gr APOPHYSIS escrescenza col gr PHYSIS
natura, cui Apofisiàrio, adottato anche in geologia e astronomia quale “corpo minore”. Il botanico Apòfita “pianta
spontanea” (col gr PHYTON pianta). Apògrafo col gr GRAPHO scrivo “trascrizione, copia”. Apomòrfo che in biologia sta
per carettere differenziatosi. Apotropàico col gr TREPO volgo-allontano “che allontana il malocchio” relativo agli scongiuri.
Individuato il significato di APO, risulta comprensibile il percorso semantico di termini quali Apòstolo col gr APOSTOLOS
da STELLO spedisco-mando “che s’allontana per diffondere un credo”; nel percorso di STELLO l’ital conta Stuòlo dal lat
STOLUM già gr STOLOS spedizione militare.
Il percorso prefissato APO prosegue in Apostasìa, Apòstata e Apostatàre col gr STASIS stabilità “chi si allontana”
differenziandosi dal credo, Apoteòsi con Apoteòtico col gr THEOS Dio varrebbe deificazione attestatosi fig in “esaltazione,
glorificazione, celebrazione”. La retorica è ricca di termini composti con APO: Apòcope con Apocopàre (snm di
Troncamento) col gr KOPE taglio è la caduta di uno o più fonemi in coda ad una parola \ al cuor mio \ Apòdosi con DOSIS
conseguenza, in un periodo ipotetico è la proposizione principale conseguente ad una Pròtasi (questa col gr TEINEIN tendere
prefissato mPRO) \ se nevica (protasi) vado a sciare (apodosi). Apologìa con LOGIA è parlare in difesa con esaltazione, cui
Apologèta, Apologètico, Apòlogo. Apoplessìa con Apoplèttico da APOPLEKSIA abbattimento col gr PLEKSIA il piegarsi.
Apoptòsi “frammentazione cellulare-morte cellullare” col gr PTOSIS caduta. Aporèma “sillogismo dubitativo” dal gr
APOREO sono incerto, con Aporìtica e Aporètico, in connessione col gr RHEIN scorrere nel senso del pensiero che scorre
per rendere di uguale dignità due tesi in contrapposizione. Apòstrofe e Apostrofàre con STROPHE mi rivolgo, che in retorica
vale il rivolgere con eccitazione la parola ad una persona o cosa personificata.
Termine alieno nel percorso APO è Apòlide “senza cittadinanza”, che può favorire un equivoco etim; in realtà, è composto
dal pref A (ALFA) privativo e da gr POLIS città. Così per il termine Apice-àpice, il quale è un derivato del lat APERE
attaccare da rad EP attestata in aree itt e ind, cui Apicàle e Apicectomìa (odontoiatria). Il termine Apice, il cui contrario è
Pedice, è pervenuto seguendo un percorso simile a quello di Vèrtice derivato dal lat VERTERE.
\ Gnosticismo Eresia
Un vangelo apocrifo è considerato gnostico o eretico. Gli Gnostici erano gli adepti dello Gnosticismo (per etim Ved Folla…),
filosofia alla quale appartenevano quei gruppi che, pur riconoscendo il cristianesimo, consideravano lo spirito quale
manifestazione positiva, rispetto al corpo drasticamente del tutto in negativa. Il termine Eretico merita una buona analisi etim.
Eresìa è dal gr-lat HAERESIS scelta (dottrinale), che il cristianesimo ha voluto attestare in scelta ostile, cui Eresiàrca capo
eretico, Eresiologìa con Eresiòlogo, ed il relativo Erètico cui Ereticàle, Ereticàre, Ereticaziòne; in percorso la locuzione
Eresia monofisita (unica natura divina in Cristo), Eresia cristologica, Eresia trinitaria (degli ariani), Eresia monotelitica (una
sola volontà in Cristo, ovvero natura divina e umana)
Esistono tuttavia i termini Eretìsmo ed Eretìstico dal gr ERETHEIN con valore di eccitare, irritare, il primo sta per “crisi
d’irritabilità”, sovente con valore di eccitazione in riferimento alla sessualità, ed il secondo è il suo relativo, quindi entrambi
fuori percorso da Eresia, ma ricorrente fonte d’equivoco semantico.
\ Rete Rito Rata
L’ital ha ereditato Irretìre, con IN illativo, che sta per “condurre nella rete”, dal lat RETE RETIS, questo presunto
discendente della rad ERE separare, cui Ràro dal lat RARUS “separato dai molti” e il percorso esplicito Rète questo snm di
Gol in terminologia sportiva, il dim Reticèlla, l’accr Retàccia con Retàzza o Redàzza (voce padana), i composti Retifòrme e il
fig Maxiretàta (termine di polizia), i dim Reticèlla e Retìcolo con Reticolàre questo aggettivo e verbo cui Reticolàto,
Reticolatùra, Reticolaziòne, il biologico composto Reticolocìta o Reticolocìto eppoi Reticoloendotèlio con
Reticoloendoteliàle, l’oculare Rètina cui Retìnico, Retinìte, i composti Retinogràmma, Retinopatìa, Retinoscopìa, eppoi
Retìna, Retìno con Retinàre, Retinàto e Retinatùra, Retinòlo (derivato da Retina col suff chimico OLO, forma attiva della
Vitamina A individuabile nel fegato, uova, verdure gialle e verdi) cui Retinàle o Retinène e Retinòide, Retìre, tutti con valore
di separazione. Fuori percorso Aretìno, questo il demotico di Arezzo già lat Arretium.
Dal plur RETIA reti l’ital conta infine Rèzza, Rezzàglio o Rizzàgio e Reziàrio da RETIARIUS questo il gladiatore fornito di
rete. Eppoi il lemma Raro, cui Raramènte, Rarèzza o Rarità da RARITAS, i composti Rarefàre o Rarificàre (con il lat
FACERE fare) con Rarefàbile, Rarefacimènto, Rarefàtto con Rarefattìbile, Rarefattìvo e Rarefaziòne, la locuzione inv dal lat
Rara avis che dal significato letterale “uccello raro” è passata fig a indicare “persona rara-eccezionale”; lemma questo Raro
che s’è svolto in Ràdo con dissimilazione della seconda r in d, vrs per una preferenza locale, cui Radèzza o Radùme, Radità,
Radùra, il prefissato Diradàre con Diradamènto e Diradatrìce. Il Ritrècine “sorta di rete” già Rotècine, è un lemma inc con il
lat ROTA.In vrs connessione il prefissato moderno Epèira (dal 1892) “sorta di grosso ragno” con un lessema gr del valore di
“intreccio-rete” col pref EPI. Il gr conta lo specifico DYKTION rete, cui lo scientifico Dictiosòma o Dittiosòma.
L’ital ha viepiù ereditato Irritàre cui Irritabilità e Irritamènto che, con IN negativo, vale “contro i riti”, dal lat RITUS, già sct
vedico RTA, cui Rìto e Rituàle, da rad ARE adattare donde ARITHMOS numero che ha dato Aritmètica con Aritmètico e
Arithmofobìa “paura dei numeri; eppoi Logarìtmo, con Logarìtmico, questo fig composto con LOGOS discorso. Matemàtica,
con Matemàtico e Matematìsmo, è invece l’ellissi dalla locuzione lat MATHEMATICA ARS arte già gr MATHEMATIKE
TEKHNE tecnica e vale “(arte) tecnica d’insegnamento” dal gr MANTHANANEIN imparare, cui Matèsi da MATHESIS
apprendimento e Matètico attraverso l’ingl MATHETIC.
\ Il sct conta RITA, da RTA, che vale concatenamento ovvero l’ordine cosmico, termine che pare in connessione rad con Rete e Rito, nel
significato di un’immane rete addattata ovvero un ordine reticolare concatenato.\
Infine, come se non bastasse, l’ital conta Irrito-ìrrito, che non è nel percorso di Irritare (omn della prima persona sing
presente indicativo “irrito”), poiché è dal lat IRRITUS che conta, composto col pref IN illativo e RATUS, questo Pp di RERI
contare dalla rad RE, cui Ragiòne da RATIO con Ragionàre, Ràta dalla locuzione RATA PARS parte stabilita (contata) cui
Rateàle e la locuzione Pagamento a rate o Pagamento rateale coin gli acronimi associati TAN Tasso Annuale Nominale e
TAEG Tasso Annuo Effettivo Globale. Ancora, Ràto “ratificato” e Raziocinàre, Raziocinatìvo, Raziocìnio, Razionàle,
Razionalità, Raziòne.
RUOTA ROTTA ROTTAME
97
RUOTA
La Ruota appare storicamente in un pittogramma del 3500 aC in Mesopotamia.
Ruòta, con un letterario Ròta, dal lat ROTA con epentesi della u, nome d’azione di uno sperduto RETERE, cui
RETUNDUM e l’ital Rotònda, Rotondàre dal lat ROTUNDARE con Rotòndo, Rotondeggiàre e Rotondeggiànte,
il dim Rotondètto, Rotondèzza e Rotondità, Rotòne (fisica, sovrapposto a Fotone), il glb ingl Rotooffset
“macchina di stampa” (con OFFSET 1 riporto), Rotòre con Rotòrico, l’estratto Tòndo con Tondàre (omn di
Tondare “tosare”), Tondeggiàre con Tondeggiamènto e Tondeggiànte, Tondèllo, Tondèzza, Tondìno e Tondòne;
i prefissati Arrotondàre con Arrotondamènto e Arrotondàto, Stondàre (S intensivo). La locuzione Tondo di
Paestum indica una sorta di carciofo prodotto in quell’agro.
I derivati di ROTA-Ruota, che appare implicitamente connesso con il gr TROKHOS ruota, sono molteplici, con
e senza epentesi, derivati e composti: un volg fig Ròta di recente conio “crisi di astinenza”, Rotàia, Rotàle questo
relativo alla Sacra Rota ossia al Tribunale della Sacra Romana Rota, Rotàre e Ruotàre con Rotàbile, Rotatìva
con Rotativìsta, Rotatìvo, il Pp Rotàto, Rotatòria, Rotatòre, Rotatòrio, Rotamènto o Rotaziòne con Rotazionàle e
il prefissato Irrotazionàle (fisica, pref IN negativo), Roteàre questo denm da ROTEUS aggettivo di ROTA ma
anche Roteggiàre con il devb Rotèggio, Rotèlla con Rotellìsta, Rotìno o Ruotìno con Rotìsmo o Ruotìsmo,
Rotòide e Rotoidàle (suff OIDE “simile”) il sostantivo Ruòto, i composti Rotàmetro, Rotavìrus, Rotìferi “sorta di
invertebrati”, Rotobàlla, Rotocàlco con Rotocalcografìa, Rotocalcogràfico e Rotocalcògrafo, Rotocompressòre, i
prefissati Arrotàre (AD allativo) con Arrotamènto, Arrotàto, Arrotatrìce, Arrotatùra, Arrotìno (suff INO di
mestiere), Arrotolàre con Arrotolamènto, Arrotolatòre, Arrotolatrìce, e Srotolàre (S sottrattivo).
Dal lat volg ROTOJOLARE e dal parlato ROTEOLARE, da ROTEUM di ruota, sono derivati Rùzzola,
Ruzzolàre, e da questo un Druzzolàre con pref rafforzativo DI simile all’obsoleto Drusciolàre snm di
Sdrucciolare, eppoi Ruzzolòni (avverbio), Ruzzolòne, inc con Ruzzànte, Ruzzàre e Rùzza o Rùzzo dalla serie
onomatopeica R Z.
Nel volg emiliano si conta Rozel e Ruzel “gioco infantile”. Nel volg mer sopravvive il termine Rozz’la per
Ruota e, in ital, se e per quanto ancora, il gioco infantile della Rùzzola.
La Ruzzola, in verità, è un ant gioco competitivo per i grandi, già conosciuto tra gli etruschi, in cui si fa rotolare
– ruzzolare – una forma di cacio a mo’ di ruota.
La locuzione Avere la ruzza “idea che frulla, ruota nel cervello”, in semant volg, sovente adottata nella vita
quotidiana dalla romanesca attrice manierista Anna Magnani, sta per “sentire una voglia improvvisa di giocare,
divertirsi” in ossequio alla locuzione lat SEMEL IN ANNO LICET INSANIRE una volta all’anno è lecito far
pazzie (divertirsi).
In toscano Sèmel o Sèmelle sta per “panino” attraverso il ted SEMMEL già lat SIMILA semola cui Semellàio
“fornaio”.
\ Il gioco “passatempo” Yo-yo o l’omologismo Iò-iò, costituito da una rotellina intorno alla quale s’avvolge un filo è di genesi cinese, diffuso
dal 1929.Una variante è costituita da pallotta ed elastico. In Inghilterra era indicato con Bandilor quale corruzione di un termine orientale \
Ancora, Ròtolo o un ant Ruòtolo con Rotolàre, Rotolamènto, Rotolàta, Rotolìno, Rotolìo, Rotolòne e l’avverbio
Rotolòni, Ròtula con Rotùleo, Ruotìsmo. Ròtan o Ròtang “sorta di palme arrampicanti” è l’omologismo
attraverso il franc ROTANG ma di genesi malese, ma non può sfuggire una ipotetica connessione con l’indoeur
RETERE-ROTA immaginando “l’arrampicarsi ruotando”. Termine del tutto alieno nel percorso è invece
Rotenòne (suff chimico ONE) “composto chimico”, omologismo dal giapponese RHOTEN.
Eppoi, tornando al percorso i glb, sovente in omologismo, quali Rollè attrraverso il franc ROULER cui Roulètte,
Roulòtte coin Roulottìsta e Roulottòpoli, Ròund, Routìne con Routinàrio e Routinièro attraverso ROUTE strada,
eppoi Router e Routier attraverso l’ngl TO ROUTE instradare; l’esot Rodèo esot dallo sp RODEAR ruotare. In
tutti i casi, ogni derivato non ha mai tradito la propria origine RETUNDA. I termini Sdrùcciolo e Sdrucciolàre
sono i derivati della composizione lat volg EXDEROTJOLARE già EXDEROTEOLARE dall’aggettivo
ROTEUS, cui ancora Sdrucciolamènto, Sdrucciolèvole questo con suff ital di aggettivo verbale attivo EVOLE,
Sdrucciolevolèzza, Sdrucciolìo, Sdrucciolòne, l’avverbio Sdrucciolòni, Sdrucciolòso.
\ Il Ròtolo appartiene alle solennità del passato, poiché era la maniera più ovvia e protettiva per conservare i documenti, incluse le leggi del
dio. L’Arca del Tempio di Gerusalemme custodiva i Rotoli dei Comandamenti ricevuti da Mosè. Nelle grotte di Qumran sono stati ritrovati,
tra il 1947 ed il 1956 alcuni manoscritti, immediatamente chiamati Rotoli del Mar Morto (Palestina), che riportano frammenti dell’Antico
Testamento e la vita di una comunità religiosa collegata alla setta ebraica degli Esseni, che certamente ne sono gli autori. La descrizione è
bruscamente interrotta, vrs a causa della repressione romana perpetrata contro di loro nel 70 dC. I Rotoli del Mar Morto, manoscritti religiosi
scoperti nel XX sec, pare siano contemporanei dei Vangeli.\
La genesi di ROTA è dal sct RATHAS, riportata in area indoiran con rad AT ruotare-svolgere e in quella bal
con RUOTA (sing) e CARRO (plur) (in verità, il carro ha più di una ruota ) cui il fig Carrièra, con Carrierìsmo,
Carrierìsta e Carrierìstico, tratto dalla locuzione Via Carraria già lat tardo VIA CARRAIA donde Carràia con la
locuzione Ponte alla Carraia (Firenze) e Carràio questo aggettivo con la locuzione Passo carraio o Passo
carrabile e sostantivo Carràio “carradore”; ancora, Càrica cui l’ant Carcàre, e Càrico (sostantivo e aggettivo) con
la variante Càrco, dal lat volg CARRICARE “lavorare col carro” con la variente CARCARE cui Carcàre,
Caricatùra nel senso fig di “gravare i tratti per deformarli”; i prefissati Discaricàre (DIS sottrattivo) con
Discàrico, Incaricàre (pref IN illativo) con Incàrico, Reincaricàre (doppio pref Ri iterativo) con Reincàrico,
Ricaricàre (RI iterativo) con Ricàrica, Ricaricàbile, Ricaricamènto, Ricàrica e Ricàrico e un glb ingl Refill
“ricarica” da TO FILL riempire, eppoi Scaricàre (pref S sottrattivo) con Scàrica e Scàrico inclusa la vaiante
Scàrco, Scaricàbile, Scaricamènto, Scaricatòio, Scaricatòre, Scaricatùra, i composti fig Scaricabarìle o
Scaricabarìli e Scaricalàsino dalla locuzione Scarica l’asino infine Sopraccaricàre con Sopraccàrico o
98
Sovraccaricàre con Sovraccàrico. Attraverso l’ingl TO DUMP scaricare, l’ital conta i glb Dumper “camion a
cassone ribaltabile” e Dumping “esportazione di materiale”.
Il percorso prosegue con Càrro dal lat CARRUS, diversificato da CURRUS cocchio, cui Carrarmàto dalla
locuzione Carro armato con il glb Tank e Carrìsta; l’idea di un veicolo bellico corazzato risale al XVIII sec e du
R. Edgewoirth che nel 1770 costruì il primo cingolato nel 1770 che chiamò fig Trattore catepillar in cui l’ingl
CATERPILLAR sta per bruco o nell’ital Trattore bruco. Nel 1899 apparve il Motor war car “veicolo da guerra
a motore” progettato da F. Simms. Snm di Carro è Plaùstro dal lat PLAUSTRUM “carro romano”, che stava a
indicare anche la costellazione dell’Orsa maggiore; l’etim è considerato sconosciuto ma qui lo si considera in
probabile connessione fig con PLAUTUS largo.
Il percorso continua in Carràta “quantità contenuta in un carro” con Carratèllo o Caratèllo “piccola botte per il
vin santo, che era portato su carri”, e i dim Carrèllo con Carrellàbile, Carrellàre, Carrellàta, Carrellàto e
Carrellìsta, Carrètta (questo anche in senso spregiativo come “carretta del mare”) e Carrètto con Carrettàio,
Carrettàta, Carrettèlla e Carrettière, Carrettìno con Carrettinìsta, l’accr Carrettòne con Carrettonàio, Carrettonàta
e il prefissato Accarratùra (voce adottata nel mer); ancora, Carriòla o Cariòla con Carriolànte o Cariolànte e i
prefissati Scarriolàre o Scariolàre con Scarriolànte, ancora Carrùcola e Carrucolàre con i prefissati Scarrucolàre,
Scarrucolamènto e Scarrucolìo, la locuzione glb ingl Car sharing “parco organizzato d’autovetture” (con
SHARING “compartecipazione”) infine, Carràbile, Carradòre o Carratòre con ilo volg veneto Carador,
Carrarèccia e Carrarèccio, Carreggiàre con Carreggiàbile, Carreggiamènto, Carreggiàta e Carrèggio, Carriàggio
o Cariaggio esot attraverso il franc CHARIAGE, eppoi Carròccia con Carrocciàre, Scarrocciàre e Scarròccio,
Carròccio dal lat CARRUCA cui l’attestazione toscana Carròzza, col dim Carrozzètta, e da questo Carrozzàbile
con Scarrozzàre, Scarrozzàta e Scarrozzìo, l’esot Garròccio attraverso lo sp GARRUCHA carrucola; termini
alieni l’omologismo Carràsco “sorta di macchia delle savane” inv dal ptg CARRASCO arbusto e il glb
Carrageen “alga delle Rodoficee” con l’omologismo Carragenìna (suff chimico INA) dal toponimo irlandese
Carragheen.
La modernità ha portato i termini composti Motocarrèllo, Motocarriòla, Motocàrro e Motocarrìsta,
Motocarrozzètta tutti col pref MOTO abbreviaziomne di Motore; eppoi Autocàrro attraverso il franc
AUTOCAR, attestatosi nell’omologismo glb dal franc Càmion con gli italianizzati Camionàbile o Camionàle,
Camionàta, Camioncìno, Camionètta, Camionìsta e Camionìstico; Camionetta è a sua volta snm
dell’omologismo glb dall’ingl Jeep che sta per la pron dell’acronimo GP di GENERAL PURPOSE uso generico.
Dalla locuzione franc CAROSSE COUPE carrozza tagliata, è sorto il termine glb Coupè, da COUPER tagliare,
riferito alle auto a due sportelli e quattro posti, in percorso con Cupòne omologismo dal franc glb Coupon
“cedola (tagliata)” con l’ingl Couponing; sempre da voce franc, si ha il glb Cabriolet o Cabriolè “auto
decapottabile” da CABRIOLER fare capriole, cui gli esot Cabràre, Cabràta in terminologia d’aviazione, fig dal
franc SE CABRER rizzarsi come le capre, connesso con il lat CAPER capro.
Carrùgio o Carùgio e Carùggio “vicolo” attraverso il genovese e Carròbio “quadrivio” attraverso il lombardo,
derivano dal lat QUADRUVIUM quadrìvio, termini vrs inc fig con la rumorosità dei carri in transito.
Dal lat CARPENTUM carro d’origine celt, il prvz ha tratto CARPENTIER ricalcato dall’ital in Carpentière con
Carpenterìa; l’ital mantiene esplicito dal celt-lat il lemma storico Carpènto “carro” o in metonimia “il suo
carico”.
In corrispondenza ai nostri Ruota e Carro il rad indoeur AT ruotare ha generato il lat ANNUM Anno-ànno, ossia
la ruota del tempo, cui Anniversàrio (composto col suff dal verbo lat VERTERE vale ”che ritorna (riguarda)
annualmente”), Annàle, meglio Annàli con Annalìsta, questo snm di Cronografo, Annalìstica e Annalìstico,
Annòso con Annosità, Annuàle con un snm Annovàle e Annualità, l’avverbio Annualmènte, Annuàrio, la
locuzione avverbiale Quest’anno, la locuzione di misura astronomica Anno luce, (simbolo a.l.) già adottata nel
1955, che vale 9460,5 miliardi di chilometri percorsi in un anno dalle radiazioni luminose o elettromagnetiche
nello spazio, la locuzione avverbiale glb D’antan “tempo passato” attraverso il franc, ma dal prefissato lat
ANTANNUM anno precedente (con ANTE prima).
Particolare il termine Annonàrio da Annòna, questo inv dal lat ANNONA che era la dea delle biade annuali,
indirettamente però derivato da ANNUS come le dee Pomona da POMUS e Bellona da BELLUM.
Altro lemma particolare è Avannòtto “sorta di pesce giovane nd’acqua dolce” quale dim di Avànno questo
attraverso il lat volg AB ANNO di quest’anno di contro alla forma regolare Uguànno o Unguànno dal lat HOC
ANNO.
Infine, c’è da contare il termine Annùtolo “bufalo o bovino dai tredici mesi a due-tre anni” anche in genere fem.
Il gr conta AION “vita terrena” assunto dal cristianesimo in contrapposizione alla Vita eterna che l’ha tradotto in
lat adottando SAECULUM con esito di Cento anni via via transitando dal significato di “generazione” e “lungo
spazio temporale”; il percoso ital conta Sècolo (dal XIII sec) con Secolàre questo aggettivo sia riferito alla durata
di cento anni sia (da parte della Chiesa) all’appartenenza allo stato laico o civile contrapposto a Ecclesiastico e
Religioso, ossia sacerdoti non formalmente conventuali come il Clero regolare, cui Secolarizzàre,
Secolarizzatòre, Secolarizzaziòne e Secolarmènte; il percorso semant dei “cento anni” conta Secolarèsco e
Secolarità, il prefissato fig Trasecolàre “uscire fuori senno” (dal XV sec).
Nell’area ger, AT-RATHAS riappare in RAD e dilaga in quelle celt e lat. Il lat RETUNDUS, infatti, dopo aver
attraversato l’Europa, ritorna negli esot Rònda, Rondàre, Rondèlla e Rondèllo dallo sp RONDA-RONDAR e dal
franc RONDE-RONDEL cui i glb Rondeau (pron rondò) italianizzato Rondò e Randonnèe (pron randonnè);
Rondìsmo e Rondìsta sono indirettamente nel percorso, poiché derivati dalla rivista letteraria La Ronda (Roma
99
dal 1919 al 1923).
Il termine Ròndine, con Rondìcchio, Rondinètta, Rondinèlla, Rondinìno, Rondòne e Irundìnidi (la Famiglia), dal
lat HIRUNDINEM, farebbe pensare in connessione col verbo Rondare, invece è l’ipocoristico del lat
HIRUNDO discendente dalla serie onomatopeica GH R, come il lat HIRRIRE da il latrare del cane. Prògne è il
nome poetico di Rondine, ispirato al gr Prokne, il mitico personaggio tramutato in tale volatile, Salangàna è
l’omologismo snm di Rondone, di genesi malese SARANG nido attraverso il franc SALANGANE. I verso
generico della rondine è il Garrire, ma è definibile anche Zinzilulàre inv dal lat ZINZILURARE cinguettare di
origine onomatopeica ossia imitativa. Sorta di rondinella è il Topìno, così fig indicato.
\ Nel Medioevo era diffusa la credenza che le rondini, d’inverno, andassero in letargo nel fondo degli stagni.\
Il gr conta LOBOS rotondeggiante cui Lobàre, Lobàti, Lobàto con il prefissato Polilobàto, Lòbo, Lobìte,
Lobodònte, Lobopòdio, Lobòsi, Lobotomìa con Lobotomozzàre, il dim Lòbulo con Lobulàre e Lobulàto; fuori
percorso i termini botanici Lobèlia con Lobeliàcee e Lobelìna (l’alcoloide ricavato) dal nome dello studioso M.
Lobelio del XVI sec.
In ambito glb si conta l’ingl Slob o Slobbing per “zoticone” vrs un prefissato peggiorativo fig dal gr LOBOS cui
l’ital Lobo quale parte minore architettonica che partecipa all’armonia complesiva.
Contùndere e Contundènte non hanno nulla di tondo, bensì, dal significato di non tagliente, discendono dalla rad
TEUD battere, cui il lat TUDES martello e il prefissato CUM TUNDERE percuotere, contundere. In percorso,
l’ital enumera Ottùndere con Ottundimènto, Ottùso (smussato, ovvero punta percossa per renderla meno
appuntita, col fig “stupido”), ed ancora i prefissati Contusiòne e Contùso (CON d’intensificazione), Rintuzzàre,
cui Rintuzzamènto, dalla forma lat intensiva TUDITIARE col doppio pref RI di movimento inverso e IN illativo,
Stuzzicàre, con Stuzzicamènto, Stuzzicànte, Stuzzicatòre, Stuzzichìno, il composto Stuzzicadènti, dalla forma
TUDITARE denm da TUDES sovrapposto al long STUZZJAN troncare, mozzare cui Stòzzo “tronco-maglio”,
eppoi Tozzàre “rompere” (inc di Toccare con Mozzare) con Stozzàre, Stozzatòre, Stozzatrìce e Stozzatùra, eppoi
Tòzzo questo sia “ammaccato” (relativo al percuotere) e fig ”goffo”, sia “pezzo” (relativo a mozzato) cui la
locuzione Tozzo di pane che in franc vale BIRBE, donde l’omologismo Bìrba o Bìrbo con i derivati Birbàta,
Birberìa, Birbèsco, l’accr Birbòne con Birbonàggine, Birbonàia, Birbonàio, Birbonàta, Birboneggiàre,
Birbonerìa, Birbonèsco, infine
Birbànte con Birbantàggine, Birbantàre, Birbanteggiàre, Birbanterìa,
Birbantèsco. Il percorso prosegue ancora nel fig Tòsse o il desueto Tòssa, con Tossicàre, Tossicchiàre e Tossìre,
eppoi Tossicolòso e Tossilàggine, che non deriva, come si può credere, dal percorso di Tossina, la sostanza
batteriologica, ma dal lat TUSSIS nome d’azione di TUNDERE percuotere, cui ancora Pertòsse col pref IPER
(aferesi della I) e Tossìfugo. Lo specifico termine gr per Tosse è BECHOS, dal gr BECHIKOS svoltosi nel lat
BECHICUM rimedio per la tosse cui Bèchico (adottato dal XVI sec). Dall’ingl CROUP “tosse canina” l’ital
conta Crup o Grup o l’omologismo Grùppe cui il relativo Crupàle o Cruppàle.
Snm di Ruotare è Giràre dal lat GYRARE, già gr GYROS cui Gìro, con Giràta, Giratàrio, Giràto, Giratòre,
Giratòrio, Giraziòne, Girèlla con Girellàre, Girellìo e Girèllo, Girellòne con Girellonàre, la locuzione av verbile
A girellòni, Girètto, Girèvole, Girìnidi (Famiglia di coleotteri), Girìno da GYRINUS (larva di anfibi), Girìo con
l’iterativo Rigirìo, l’accr Giròne con le locuzioni la dantesca Girone infernale e le sportive Girone di andata e
Girone di ritorno, eppoi Gironzàre con l’iterativo Gironzolàre da un Girònzolo, Giròtta “strumento indicatore
della direzione eolica” attraverso il franc GIROUETTE Gìta quale Pp fem con Gitànte, i prefissati Aggiràre (pref
AD allativo) con Aggiramènto, Aggiràta e Aggiratòre, Raggiràre (doppio pref RI iterativo) con Raggiratòre e
Raggìro.
Da Girare il pref GIRA-GIRO usato in composizione come in Giradìschi, Giramòndo, Girandolàre o Girondolàre
(col verbo Andare e col suff iterativo OLARE adattato) con Giràndola, Girarròsto snm di Menarrosto, il fiore
Girasòle snm di Mirasole, Giratùbi, Girautensìli, Giravìte, Giravòlta o Giravòltola con Giravoltàre, Girigògolo
con Girigogolàre (con Arzigogolo), Girobùssola, Girocòllo, Girocònto, Girodirezionàle, Giromagnètico,
Giromànica, Giromìtra (Genere di funghi, col gr MITRA benda), Giropilòta, Giroplàstica, Girorizzònte,
Giroscòpio con Giroscòpico, Girostabilizzatore (con Giroscopio), Giròstato con Girostàtico, Girotòndo con
Girotondìno o Girotondìsta (questo, grazie al regista Moretti, l’ideatore, vale “chi partecipa d un girotondo di
protesta politica”, col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO, qui da un sottinteso Girotondismo non
linguistico), Giròvago con Girovagàre, Girovìta, Destrogìro, Sinistrogìro o Levogìro questo dal lat LAEVUS già
gr LAIWOS sinistro; altro snm è Prillàre con il suo complanare Brillàre “ruotare intorno a se stesso” (omn di
Brillare “emanare luce”), come la ruota della macina, da un onomatopeico R LL, cui Prìllo e vrs Birìllo.
Ghirònda è l’inc di Giro con Rotonda cui successivamente Girònda da Ghironda inc con Girare; pseudoetim
Girondìno dal franc GIRONDIN relativo al dipartimento della Gironda.
Il lat aveva ROTULARE che, espatriato in Francia, ivi diventato ROLE-ROULER comunque dall’onomatopeico
FR, è ritornato in forma d’esot in Ruòlo dal franc ROLE già lat ROTULUS, con Ruolìno, Ruolizzàre, Ruolizzàto
e Ruolizzaziòne, il prefissato Arruolàre con Arruolamènto da ENROLER con cambio di pref da EN (dal lat IN
illativo) in AD allativo; eppoi i glb Roulette e Roulotte questo con gli omologismi Roulottìsta (col suff ISTA di
collegamento ai sostantivi in ISMO, qui da un sottinteso Roulottismo non linguistico), Roulottòpoli (fig col gr
POLIS città) e Autoroulòtte snm di Camper, ed ancora in Rollàre, Rollàta, Rollatrìce, Rollatùra, Rollè, Rùllo
(questo snm di Tombolo nella filatura) con Rullètta, Rullètto, Rullìno o Rollìno, Rullàre con Rullàggio,
Rullamènto, Rullànte e Rullìo, la composizione Rullòmetro; eppoi, attraverso l’ingl, l’ital conta i glb Round
“giro, turno”, Router con Routier “instradare” e “corridore”, i glb ingl il composto Rollerblade “sorta di pattino”
con TO ROLL rotolare e BLADE lamina” e in locuzione Roll ball “palla rotolante”, Roll bar “barra tubolare”,
100