l`audioprotesista

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l`audioprotesista
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L’AUDIOPROTESISTA
L’AUDIOPROTESISTA
R I V I S T A
T E C N I C O - S C I E N T I F I C A
D E L L ’ U D I T O
ANNO X – N. 23 – FEBBRAIO 2011– TRIMESTRALE – Poste Italiane S.p.A. - Sped. in abb. post. - D.L. 353/2003 (conv. in L 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, Pescara Aut. N. 114/2008
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Primo piano: Fia e Cochlear Italia
insieme per la formazione
Intervista: un contributo alla qualità
del Sistema sanitario nazionale
Sanità: i fondi sanitari integrativi,
la via italiana al secondo pilastro
Professione: riflessioni sulla Mappa
delle competenze dell’audioprotesista
I nuovi protagonisti: la protesizzazione
acustica nella malattia otosclerotica
Curiosità dal “mondo dei suoni”
ORGANO UFFICIALE DEGLI AUDIOPROTESISTI ITALIANI E
DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE AUDIOPROTESISTI
PROFESSIONALI, MEMBRO DELL’ASSOCIAZIONE EUROPEA
DEGLI AUDIOPROTESISTI
L’AUDIOPROTESISTA
sommario
Anno X n.23 febbraio 2011
Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale
D.L. 353/2003 (conv. in L 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1,
Pescara Aut. N. 114/2008
RIVISTA TECNICO-SCIENTIFICA
DELL’UDITO
www.audioprotesista.it
Direttore editoriale
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EDITORIALE GUARDIAMO IL FUTURO.
COGLIENDO I SEGNALI DEL PRESENTE
Gianni Gruppioni
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PRIMO PIANO FIA E COCHLEAR ITALIA
INSIEME PER LA FORMAZIONE
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INTERVISTA UN CONTRIBUTO ALLA QUALITÀ
DEL SISTEMA SANITARIO NAZIONALE
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PRIMO PIANO UN OTTIMO PASSO AVANTI
PER L’AUDIOPROTESI
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ATTUALITÀ QUANTO CONTA L’ESPERIENZA
27
ANAP - via Val d’Intelvi, 3
20152 MILANO
Tel. 02.47996053 Fax 02.47995538
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FORMAZIONE LA CERTIFICAZIONE DELLE
COMPETENZE
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SANITÀ I FONDI SANITARI INTEGRATIVI,
LA VIA ITALIANA AL SECONDO PILASTRO
Edito da:
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DIRITTO SANITARIO LA LEGGE BERSANI
NON SEMPRE VALE PER LA PUBBLICITÀ
DEI PROFESSIONISTI
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PROFESSIONE RIFLESSIONI SULLA MAPPA
DELLE COMPETENZE DELL’AUDIOPROTESISTA
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PROFESSIONE UNI EN 15927: RICONOSCE
E PREMIA IL NOSTRO IMPEGNO IN EUROPA
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I NUOVI PROTAGONISTI LA PROTESIZZAZIONE
ACUSTICA NELLA MALATTIA OTOSCLEROTICA
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SALUTE IMPORTANTE INDAGINE SUGLI
AUSILI PER L’UDITO NELLA ASL DI MANTOVA
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SCIENZA IL CONSENSO INFORMATO
AI MINORI
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RUBRICA DAL MONDO DEI SUONI
Mauro Menzietti
Direttore responsabile
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SCHEDE PRODOTTO
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RUBRICA NEWS
TIRATURA 14.000 COPIE
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SPAZIO AZIENDA
IL PUNTO
L’AUDIOPROTESISTA
IL
PUN
In questi tempi di discussioni furiose sui costi della spesa pubblica, a cominciare da quella sanitaria, diventa centrale il discorso sul significato dell’efficienza e della professionalità.
Sul primo punto possiamo ricordare che da anni siamo impegnati a diffondere a sviluppare una
vera e propria cultura della prevenzione.
Nonostante infatti molteplici e noti fattori stiano trasformando quello della sordità in un problema sociale a tutti gli effetti, non si è ancora ben compresa l’importanza di agire per tempo di fronte alla possibilità di sviluppare un deficit uditivo.
Eppure la prevenzione è una delle strade fondamentali per ridurre i costi del sistema sanitario.
Un discorso, questo, che va di pari passo con la nostra crescita professionale, che ci vede sempre
più figure sanitarie di riferimento, che, di fronte a pazienti oggi più che mai consapevoli, devono
garantire preparazione e competenza.
Anche in questo numero perciò i riflettori sono tutti puntati sulla formazione e sulla sua importanza. Del resto lo vediamo ogni giorno, sfogliando i giornali, osservando la società: il dibattito
sulla meritocrazia, o meglio sulla sua mancanza, intesa in senso lato, sta investendo ogni settore
della nostra vita.
Dimostriamo perciò che è sbagliato fare di tutta l’erba un fascio e ogni giorno, con la voglia e con la
passione, vinciamo la nostra personale sfida: essere professionisti attenti e competenti, desiderosi di
migliorare e, soprattutto, di meritare il riconoscimento che abbiamo conquistato in ambito medico.
In questo numero in particolare, annunciamo con orgoglio l’accordo siglato con un’importante
azienda, avente ad oggetto proprio la formazione e l’aggiornamento.
E uno spunto significativo per riflettere su questi temi è dato da un paragone paradossale, che per
sottolineare l’importanza dell’esperienza, racconta cosa fanno gli stambecchi della valle
d’Antrona.
Invito tutti i colleghi, inoltre, a leggere con attenzione il contributo della dottoressa Labate, che
traccia un quadro obiettivo sulla situazione della spesa sanitaria in Italia. Per capire, tra l’altro,
che al di là dei catastrofismi, bisogna rimboccarsi le maniche.
Sempre più ricca, inoltre, la sezione riservata alle aziende, che ci accompagnano nel nostro cammino e ci forniscono un contributo insostituibile per la nostra crescita professionale.
Insomma, anche in questo numero “vivono” e prendono forma le trasformazioni della nostra professione. Avendo sempre come punto di partenza e nello stesso tempo di arrivo, le persone, con le
loro esigenze e le loro peculiarità.
Lo sottolinea bene il nostro presidente, nel bellissimo editoriale che come di consueto, introduce e
orienta la nostra lettura. Ascoltiamo, guardiamo, capiamo, riportiamo: disegnamo così il nostro
agire professionale. E sosteniamo il lavoro della nostra associazione, prezioso e costruttivo.
Riflettiamo di più su quanti risultati, restando uniti, abbiamo raggiunto.
E quanti ancora sono a portata di mano. Pensiamoci. Senza dare nulla per scontato.
Un nuovo anno è appena iniziato. Diamoci un obiettivo: ognuno di noi, migliorando, lo farà per tutti.
Buona lettura.
TO
Mauro Menzietti
Direttore editoriale
EDITORIALE
L’AUDIOPROTESISTA
> I nuovi modelli di Welfare e riforma delle professioni
sanitarie richiedono di non perdere di vista i principî
fondamentali: ascoltare, guardare, capire, riportare.
E il nostro agire dal “centro” <
Guardiamo
il futuro.
Si assiste in Italia a un’impetuosa crescita della spesa
sanitaria imputabile, principalmente, a tre fattori: progressivo invecchiamento demografico, che provoca un
aumento di quella parte della popolazione che maggiormente richiede prestazioni sanitarie; introduzione di
nuove tecnologie di diagnosi e cura (pensiamo nel
nostro settore alla rivoluzione apportata dalla tecnologia digitale) generalmente più efficaci ma anche più
costose; crescita delle aspettative della popolazione, con
un livellamento verso l’alto dello standard di vita.
L’effetto di ciascuno di questi fattori tende a rafforzarsi
interagendo con gli altri. Accanto a una grande crescita
di risorse per la gestione della sanità si è verificato il
progressivo ingenerarsi di una stagnazione dell’economia. La coincidenza di queste due contrapposte realtà
impone una maggiore attenzione da parte delle istituzioni e del Governo in carica all’uso delle risorse e a cercare nuovi sentieri. Serve, ci viene detto, puntare all’efficienza che risana i conti e migliora le performance.
Come tutti i soggetti sociali, economici, professionali
tutti noi siamo chiamati a capire il futuro e a fare le scelte necessarie. Ho letto che è meglio per chi lavora e produce se diventa il “Marchionne” di se stesso, per non
scoprirsi tardivamente in fuorigioco. E, siccome cambiano le regole di gioco più di quanto si percepisce,
meglio provare a conoscerle per tempo.
Cogliendo i segnali
del presente
di Gianni Gruppioni
Presidente ANAP
cambiamenti estensibili al resto del Paese. Sarà meglio
di ora come vorrebbero le migliori intenzioni, ma certamente cambia l’era del SSN introdotta dalla L.833/78
che abolì quelle Casse Mutue che, rivisitate in chiave
moderna, ora si apprestano a ritornare.
In attesa delle nuove Mutue, tra i temi centrali del nuovo
anno c’è senza dubbio l’obiettivo in sanità di un sistema di
finanziamento fondato sui costi standard e dunque sul metodo del benchmarking. Si tratta di una scelta importante, da
leggere non tanto in chiave economicistica o ragionieristica,
quanto piuttosto come un nuovo modello di governance,
visto che oltre alla comparazione dei costi si farà benchmarking attraverso una complessa batteria di indicatori,
che mettono a confronto molti aspetti del sistema, dall’epidemiologia dei territori ai modelli organizzativi.
Attraverso questa comparazione tra Regioni, ma anche tra
Aziende ospedaliere o territoriali che siano, si vuole costruire una cultura del confronto che induce ad imparare da chi
sa fare meglio, da chi ha mostrato di riuscire ad ottenere i
migliori risultati. Insomma, in altri termini, si tratta di rendere le best practice il vero modello di riferimento del sistema sanitario italiano, superando una vecchia logica che
confondeva l’aziendalizzazione con la creazione di realtà
tra loro separate, autocentrate e progressivamente distanti
Privati, Istituzioni, Terzo settore insieme:
prove per migliorare la “sostenibilità”
economica
Senza la presunzione di sapere o di raccontare tutto, ma
con l’intento di alzare il grado di attenzione affinché
ciascuno diventi la sentinella di se stesso riportiamo, in
quanto utile conoscenza, che diverse Regioni, in testa la
Lombardia, collaborano mettendo in comune il knowhow della componente privata con quella istituzionale
e il terzo settore per un obiettivo unico dichiarato:
migliorare la qualità e, con essa, la sostenibilità, cioè i
conti economici del sistema. Per fare questo si intende
sperimentare nuovi modelli nei quali si riconosca la
centralità dei pazienti, ma con “risparmi” o definiamoli
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EDITORIALE
L’AUDIOPROTESISTA
sistema sociosanitario viene
pertanto chiamato a rispondere
in maniera adeguata a questi
mutamenti nell’assetto demografico della popolazione”.
Per chiudere questo cerchio,
com’è nell’intenzioni, deve
essere garantito alla Persona
un modello di accesso al
sistema di welfare chiaro e
definito indipendentemente
dall’età e dalle cause che ha
generato la condizione di
disabilità, nonché una totale
partecipazione alla valutazione e alla definizione del progetto individualizzato e individuale. Da “pazienti” di
fronte al sanitario che
dispensava le sue cure, siamo
soggetti attivi, coinvolti e
informati, certamente non
più passivi. I risultati di ogni
approccio puntano ad un
sistema assolutamente innovativo e che - con la “quadra”
imprescindibile dei conti economici- sono destinati a
produrre altri cambiamenti che vanno seguiti, per non
essere colti di sorpresa.
dalla mission comune di ogni servizio pubblico: utilizzare al
meglio le risorse disponibili per offrire servizi ai cittadini.
Non a caso questa metodologia, fondata su benchmarking e
best practice, diffusa nel mondo per la gestione dei sistemi
complessi, nello specifico giunge proprio nel nostro sistema
sanitario. Perché, è un aspetto da non sottovalutare, è attraverso il confronto che si vuole costruire un modello capace di
abbattere le differenze gestionali fuori controllo.
“See and treat”, vedi e tratta
E scoppia la polemica
Le riforme investono anche le Professioni sanitarie che
a loro volta, cambiano. E qualche volta entrano in rotta
di collisione come, in questo momento, infermieri e
medici. Sotto accusa è la delibera della Regione
Toscana sul “See and Treat” che, basandosi su modelli
anglo-americani, abilita gli infermieri a trattare i casi
non urgenti, eliminando così inutili liste d’attesa, ma
invadendo il campo medico. La delibera toscana sul
“vedi e tratta il paziente” è pronta al via. I nuovi infermieri opereranno in base a precisi protocolli approvati
dal Consiglio sanitario Regionale, con un’indubbia
Molteplici altre direttrici di sviluppo del sistema di welfare del nostro Paese pongono (o vorrebbero) come criterio chiave dell’intervento sulla Persona la certezza dei
diritti e l’universalismo nell’accesso a benefici e servizi.
Come sottolinea il ministro della Salute: “All’avanzare dell’età si collega il concetto di fragilità che, a sua volta, richiama le condizioni di disabilità, comorbilità e polipatologia. Il
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EDITORIALE
L’AUDIOPROTESISTA
ritorio a fianco, ma senza sovrapporsi, ai laboratori di
analisi e agli ambulatori. Secondo Mandelli, Presidente
del Fofi (Federazione ordini farmacisti italiani), è un
cambiamento ritenuto importante da tutti gli appartenenti all’Ordine dei Farmacisti. Ma, a quanto pare, non
è un traguardo finale. Questo è ciò che temono i “laboratoristi” e i medici di medicina generale, tutti allertati. Intanto per le farmacie, che in linea di principio
hanno un modello unico sul territorio nazionale, ora si
prospetta la necessità di sviluppare una sorta di nuova
specializzazione, in funzione della necessità della
Sanità locale. Pur considerando che dispensare i medicinali è e sarà sempre la prima missione, allo stesso
tempo le farmacie, dovranno accelerare la spinta all’associazionismo, perché le Regioni saranno incentivate
ad avviare le convenzioni soltanto se si presenteranno
numerose all’appuntamento. Ma non si tratta solo di
questo. Alla svolta del ruolo delle farmacie di comunità
dovranno prepararsi i farmacisti, cambiando sia individualmente sia attraverso l’impegno della rappresentanza della professione, per mettere a punto linee guida e
buone pratiche per l’erogazione dei nuovi servizi a
fianco di quelli storici.
La fase che si apre è ritenuta cruciale per tutte le imprese farmaceutiche, per garantire la tutela della salute in
una società sempre più anziana nella quale occorre ottimizzare l’uso delle risorse ma (e riporto testualmente le
parole del Presidente Fofi che hanno un forte richiamo
anche per noi) occorre anche assicurare lo sviluppo futuro del servizio farmaceutico e mantenere i farmacisti al
centro del processo di cura: un compito che vede e vedrà la
federazione in prima linea.
Per spiegare meglio cosa ruota attorno a questo concetto riporto l’ultima querelle scoppiata nel pianeta delle
pillole dopo l’annuncio dell’accordo siglato tra l’amministratore delegato di Poste Italiane e il presidente di
Farmindustria, per consentire agli ospedali di servirsi
delle Poste per recapitare a casa dei pazienti cronici i
cicli di terapia per il trattamento a domicilio e non essere costretti a ritirarli presso le farmacie. Per
Farmindustria: “Un servizio al cittadino”. Per i farmacisti: “Dubbi di legittimità”.
Fra le novità della L. 69/2009 una ci riguarda visto che
abolisce gli effetti di un noto Regio decreto del 1929
valorizzazione della professione infermieristica, ma
soprattutto destinerà il personale medico ad altre, vere
emergenze.
Guardiamoci negli occhi e pensiamo cosa potrebbe significare se si incominciasse a ragionare alla stessa maniera nei
confronti di tutte le professioni sanitarie. Infatti, con la riforma del Titolo V della Costituzione, sono state date alle
Regioni, soprattutto in termini di Bilancio, le competenze
organizzative in ambito sanitario. Ora, ci si trova a fare i
conti con leggi finanziarie che da un lato tagliano risorse e
dall’altro chiedono un aumento di produttività e così, come
nel gioco dell’oca, siamo tornati al vero punto di partenza:
riconoscere e modificare le professionalità esistenti alla luce
della decennale evoluzione professionale che vi è stata, in
ambito normativo, internazionale e accademico. Anche se al
momento molto controversa, la responsabilizzazione e la
valorizzazione dei laureati sanitari, si dice, non può arrecare danno ad alcuno ma solo portare valore aggiunto ai
pazienti, soprattutto in una epoca di limitazione di risorse.
Di qui la proposta di istituire “ambulatori infermieristici” di
base e gli “infermieri di famiglia”, progetti sino a poco fa
impensabili eppure già dietro l’angolo.
La riforma delle farmacie:
una strada in chiaro-scuro
Anche su un versante ritenuto poco mutabile come
quello delle farmacie, grandi cambiamenti, qui accettati e condivisi, sono in arrivo. Il recente parere favorevole ai decreti applicativi della Legge 69/2009, rilasciato
dalla Conferenza Stato-Regioni, segna un passaggio fondamentale sul futuro di questa professione. I decreti
attuativi hanno subito alcune modificazioni di dettaglio
che rafforzano la caratteristica principale della farmacia
dei “servizi”.
Visto che, come nelle farmacie, nei Centri di audioprotesi si erogano servizi e si vendono prodotti solo tramite figure sanitarie preposte, anzi, nei C.A. si scelgono,
adattano e si vendono -in piena autonomia e responsabilità- dispositivi che richiedono atti ben più complessi della scelta di un farmaco su prescrizione, noi tutti
siamo particolarmente interessati a comprendere quello che succede con i presidi farmacologici chiamati a
supportare in modo nuovo la tutela della salute sul ter-
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EDITORIALE
L’AUDIOPROTESISTA
ne, è sempre tardiva (all’incirca a 10-12 anni dall’insorgenza del problema) e quindi più onerosa economicamente noi sosteniamo che deve essere compito dei
nuovi Fondi favorire l’acquisto di ausili per sentire: perché ciò avvenga e/o venga favorita la spesa, questo costo
deve essere incluso - al pari di ciò che è stato previsto
per favorire le cure odontoiatriche - nella quota “vincolata del 20%“.
Attualmente, c’è il Ssn che interviene, ma solo quando
il cittadino subentra nella condizione di “avente diritto”. Tale condizione è subordinata ad una forte degenerazione dell’udito, generalmente maturata in età avanzata, quando il soggetto, pensionato, è più debole
anche economicamente e, quindi, grava sulla spesa
sanitaria pubblica. O, ancora peggio, non contrastando
la rinuncia ad udire e al “bene-essere” dettata da motivi economici e/o stigma culturali, si finisce per aumentare la categoria dei disabili e dei non-autosufficienti,
con conseguenze sociali ben più onerose di qualsiasi
prevenzione/rimediazione (vedere a tal proposito la
classificazione internazionale ICF sulla salute e stati ad
essa correlati).
che, sin’ora, inibiva l’accesso nelle farmacie alle figure
mediche e sanitarie per possibile conflitto d’interesse.
Ebbene, abolito per legge il conflitto –, previo accordo
con il titolare della farmacia – tutte le professioni, noi
compreso, potranno entrare dalla porta principale, professionalmente parlando si intende.
Sulla via del secondo pilastro in sanità:
la posizione di Anap
Includo in questa nota lo stato della Normativa che
regola l’Assistenza Sanitaria Integrativa, che seppur
recentissima e non ancora completata, avanza sullo scenario del nuovo welfare.
Di fondi integrativi abbiamo parlato molto al recente
Forum Risk Management in Sanità, indetto dal
Consiglio Superiore di Sanità. Anap ha partecipato ai
lavori e avanzato le proprie proposte. Da tempo siamo
impegnati in prima linea a contribuire alla realizzazione
di una legislazione organica che introduce cambiamenti, molti dei quali ritenuti non rinviabili, che riguardano anche il nostro settore di competenza.
Allo stato attuale, affiancati da Federsalute, noi sosteniamo la mancanza di una regolamentazione generale
che, senza soffocare la capacità di iniziativa dei Fondi
(all’incirca 284 che in questo momento nemmeno si
conoscono e, quindi, ancora c’è dialogo) definisca
meglio i ruoli, le competenze, gli interventi del secondo
pilastro della sanità, da farsi possibilmente attraverso
un Authority che faciliti le iniziative orientate a massimizzare l’efficienza delle prestazioni.
Il lavoro dell’Authority deve utilmente rapportarsi con
un tavolo permanente costituito con gli Enti che sono
portatori di competenze preziose. Un esempio è
Federsalute, che con le associazioni federate esprime al
più alto livello nel campo sanitario quelle tecniche-professionali e assistenziali.
Con tutti coloro che hanno a cuore i Fondi, Anap ritiene che sia necessario un forte impegno sulla prevenzione sia con campagne di screening periodiche che per
obiettivi specifici come, nel nostro caso, l’ipoacusia. Ma
ciò, proprio nel nostro caso, non basta.
Tenuto conto che sono ben il 13% gli italiani colpiti
nell’udito, di cui la metà non ha mai fatto un semplice
controllo dell’udito e la “rimediazione”, quando avvie-
Ascoltare, guardare, capire, riportare
e agire dal “centro”
Non serve dilungarsi oltre. Abbiamo appena iniziato
l’anno e a complemento di quanto riportato non nuoce
ricordare che l’ esperienza acquisita - che non è poca ci suggerisce, in primis, di porre la nostra massima
attenzione ai c.d fondamentali: ascoltare, guardare, capire, riportare e agire dal “centro”. Sono questi i buoni
compiti di ogni associazione di rappresentanza.
In quanto a ciò che abbiamo voluto riportare, semplicemente per dare ulteriore consapevolezza che Fia, in
prima linea, svolge il proprio incarico sullo scenario
politico, governativo, regionale, sindacale, associativo e
di rappresentanza. Naturalmente stando al centro, che
è l’unico e solido modello di riferimento e crocevia
del nostro agire.
Concludiamo con un giudizio sul bilancio dell’anno
appena finito che è positivo in generale. E, in particolare, lo è stato per coloro che esprimono valori professionali alti e che registrano, in un anno difficile, incrementi importanti anche a due cifre! ■
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M AT E R I A L E I N DOTA ZI ON E
R I S E R VAT O I N E S CLU S I VA
A GL I A DE R E N T I :
M A N I F E S T I 50X 70;
CA R T E L L I DA B A N CO 30X 40;
V E T R OFA N I E 20X 13;
DE P L I A N T S F OR M AT O A 4.
Le aspettative dei cittadini utenti nei confronti della
qualità delle prestazioni sanitarie erogate nelle strutture pubbliche e private si sono considerevolmente
evolute. Ogni fruitore è sempre più sensibile al comportamento etico, degli operatori e della struttura
sanitaria.
tivi e che sottendono ai comportamenti professionali
nei confronti del cittadino.
- Valorizzazione e riconoscimento delle competenze
professionali.
- Lotta all’abusivismo professionale.
La finalità del progetto “Carta Etica e dei Valori” è
proprio di identificare, promuovere, diffondere e
valorizzare le strutture e i professionisti che praticano i migliori valori etici e professionali, già presenti
nei codici deontologici di ogni professione.
I codici condivisi le regole professionali sono trascritte all’interno della “Carta Etica e dei Valori”.
Quest’ultima, esposta in modo visibile all’interno dei
Centri, rappresenta la garanzia, per i cittadini, che in
quella struttura la relazione professionale e la prestazione, riflettono i contenuti della Carta.
La redazione e il rispetto del patto non sono regolati a livello normativo, avendo carattere volontaristico
e rappresentando la “summa” delle etiche comportamentali degli operatori interessati che senza imposizioni vi aderiscono. Ciò rappresenta una vera garanzia per il cittadino
- Promozione della “Carta Etica e dei Valori” come
garanzia, per i cittadini, di ricevere prestazioni eticamente certificate dagli stessi operatori che le erogano. In questo senso la Carta rappresenterà un patto
tra gli operatori, in quanto professionisti ed i cittadini, in quanto utenti.
- Esposizione della “Carta Etica e dei Valori” nei
Centri in modo da facilitarne la visione, specie nel
momento dell’accesso nella struttura sanitaria, per
consentire di confrontare ciò che viene erogato con
ciò che è trascritto.
Per gli interessati alla sottoscrizione va precisato che
l’adesione è sottoposta al rinnovo annuale: la competenza e l’etica, infatti vanno esercitate e verificate
continuamente. Il progetto gode anche dell’alto
patrocinio del ministero della Salute.
Il progetto persegue le seguenti finalità:
- Individuazione, promozione, sviluppo e diffusione dei
principi e dei valori etici all’interno dei contesti lavora-
L’elenco degli aderenti verrà pubblicato e aggiornato
sulla rivista L’Audioprotesista e sul sito:
w w w.a u d iop rot e sist a .it
P e r a d e rire :
Segreteria FIA,
Tel. 02.47996053 r.a.,
Fax 02.47995538
f n a a i@f n a a i.it
PRIMO PIANO
L’AUDIOPROTESISTA
> Alberto Golinelli, amministratore delegato
di Cochlear Italia, e i presidenti Ana e Anap illustrano
i contenuti di questo importante accordo <
Fia e Cochlear
Italia insieme
per la
formazione
È stato siglato fra l’Associazione Nazionale Audioprotesisti
e la sede italiana della multinazionale Cochlear, leader
mondiale per gli impianti acustici noti anche come “orecchio
bionico”, un accordo di formazione e collaborazione unico
nel suo genere.
Chiediamo ad Alberto Golinelli, amministratore delegato di
Cochlear Italia che ha sede a Bologna, i termini di questo
“storico” accordo.
Dottor Golinelli, cosa prevede l’accordo appena
siglato fra Ana, Anap e Cochlear?
L’accordo è unico nel suo genere perché è la prima volta
che il mondo dell’implatologia e quello delle protesi
acustiche si incontrano.
Si tratta in pratica di corsi di formazione fatti da
Cochlear agli audioprotesisti affinché imparino le dinamiche dei nostri prodotti impiantabili. Nello specifico
parliamo del sistema Baha BP100 e il nuovo sistema
impianto cocleare Hybrid, dotato di processore elettroacustico, ovvero di un sistema che riunisce in sè una protesi acustica digitale ed un impianto cocleare così da
ottenere entrambe le stimolazioni: acustica ed elettrica.
Per il Baha BP 100, ovvero la protesi per via ossea
osteointegrata nella mastoide, insegneremo il funzionamento e la regolazione, mentre per l’Hybrid, che è un
impianto di nuova generazione ed è composto sia da
protesi acustica che da impianto cocleare, faremo formazione per la parte di personalizzazione e regolazione
fisica della parte acustica. Tutto questo non può che
giovare al bene del paziente.
Dal momento che abbiamo lanciato questi due nuovi
sistemi (il Baha BP 100 e l’Hybrid) che servono a pazienti con diversi tipologie di sordità, da profonda a media,
compresa la monolaterale è importante assicurare loro
la certezza dell’udito e del perfetto funzionamento dei
dispositivi. L’obiettivo della formazione è proprio quello
di far conoscere il funzionamento e la regolazione del
BAHA BP100 e per l’Hybrid di rilevare l’impronta e l’
adattamento della chiocciola oltre che la regolazione fisica della stessa nel canale, in quanto parte acustica esterna dell’impianto cocleare Hybrid. Inoltre sarà importante per i pazienti, sempre e solo in accordo con le cliniche competenti, di attivare la stimolazione bimodale
(ovvero il mantenimento della protesi acustica da un lato
Si tratta quindi di un accordo privato?
Assolutamente no: di solito il fitting dei nostri sistemi
sui paziente viene effettuata dalle cliniche dove questi
vengono operati. Spesso i dipartimenti ospedalieri sono
oberati di lavoro e può accadere che il paziente debba
attendere anche settimane per l’ottimizzazione del suo
processore.
Con questo accordo invece, dopo la formazione necessaria, l’attività di regolazione può essere di competenza dei soggetti Ana e Anap.
Da sinistra: Alberto Golinelli, ad Cochlear Italia; Franco Gandolfo,
presidente Ana; Gianni Gruppioni, presidente Anap;
Simone Desmarchelier, console generale d’Australia.
13
PRIMO PIANO
L’AUDIOPROTESISTA
Da sinistra: Salvatore Regalbuto, vicepresidente Anap; Gianni Gruppioni, presidente Anap; Alberto Golinelli, ad Cochlear Italia;
Simone Desmarchelier, console generale d’Australia; Enza Forno, testimonial; Sara Covino, development manager di House Trade;
Corrado Canovi, segretario Ana-Anap; Franco Gandolfo, presidente Ana; Lorenzo Gaddoni, Cochlear Italia.
Come avviene questa formazione?
Si tratta di un corso in cui Cochlear formerà dei soggetti
Ana che a loro volta formeranno altri loro iscritti.
Cochlear fornisce tutte le informazioni teoriche e poi cliniche dei prodotti che ho descritto in modo che poi i soggetti Ana possano effettuare i controlli. Controlli su
pazienti che le stesse cliniche ospedaliere invieranno loro.
pazienti utilizzano il Sistema Baha, mentre i numeri
dell’Hybrid sono decisamente inferiori poiché si tratta
di un prodotto molto nuovo.
Il passo successivo è la perfetta personalizzazione di
questi dispositivi ed ora la tecnologia permette che
ognuno di questi sistemi uditivi possa adattarsi al singolo paziente. È come se si decidesse di andare dal sarto
invece che in un negozio di abiti per vestirsi.
Poter supportare più pazienti possibili con rigore e
scientificità, obiettivi che ci accomunano all’Ana, è per
noi di Cochlear un target molto importante.
In cosa consiste questa unicità dell’accordo?
Perché si tratta della prima volta. Ci auguriamo che
questo diventi un accordo pilota anche per il resto
dell’Europa.
È una collaborazione estremamente trasparente basata
su comuni interessi clinici. Siamo in completa sintonia
con l’Associazione Nazionale Audioprotesisti sugli
obiettivi dell’accordo. E uno degli obiettivi primari è
certamente quello del benessere del paziente. I nostri
pazienti, desidero ricordarlo, purtroppo hanno perso
del tutto o quasi completamente l’udito. Una condizione molto difficile da sopportare nella società moderna.
Cochlear è una azienda giovane, che ha realizzato dei
dispositivi impiantabili che hanno restituito completamente l’udito già a 230 mila persone. Altri 75 mila
Quando partiranno i primi corsi?
Il primo corso di formatori partirà verso la fine di
marzo. Saranno formati non più di quindici rappresentanti Ana, i quali a loro volta, diventeranno formatori
dei loro colleghi. Questo accordo dipende molto dal
grado di capillarità con cui poi verranno effettuate le
ore formative in accordo con le volontà delle varie cliniche sparse nella nostra penisola.
Prevedo un anno molto intenso, con scambi continui di
professionalità e novità scientifiche.
I nostri corsi infatti sono realizzati secondo i canoni
della Cochlear Academy, che è il centro di formazione
europeo che si trova in Belgio a Mechelen: un centro di
ricerca estremamente avanzato, equiparato a quello di
Sydney dove risiede la casa madre. ■
e l’impianto nell’altro) quale soluzione per quelli con
sordità grave o profonda bilaterale ma con residui uditivi, per quanto relativo alla stimolazione acustica.
15
INTERVISTA
L’AUDIOPROTESISTA
> Intervista al presidente dell’Anap, Gianni Gruppioni,
che sottolinea il valore dell’accordo sottoscritto con Cochlear <
Un contributo
alla qualità
del Sistema
sanitario
nazionale
della gran parte dell’innovazione tecnologica audioprotesica, che avviene nei loro Centri Studi & Ricerche,
deve essere riconosciuto, come abbiamo sostenuto con
varie memorie scritte e particolarmente nell’ultima
audizione al cospetto della Commissione nazionale
Ecm di giugno scorso (si veda pag. 3 della rivista
L’Audioprotesista n. 22: “Sulle nuove regole Ecm la posizione Anap al tavolo della Comitato di presidenza Ecm). Di
più, il loro intervento deve essere visto come un’opportunità di arricchimento inderogabile della nostra esperienza e competenza. La continua evoluzione fa sì che
il trasferimento di conoscenze e competenze dalle
aziende agli operatori della sanità sia non solo necessario, ma richieda una maggiore, diversa frequenza
rispetto al passato, tanto che in alcuni settori vi è la
necessità di affiancare ai medici i tecnici specializzati,
nel nostro caso degli audioprotesisti opportunamente
preparati. Da qui ne discende il protocollo d’intesa sottoscritto da Ana-Anap e Cochlear Italia, che prevede
eventi formativi per gli audioprotesisti con la formazione mirata alla conoscenza e all’utilizzo di prodotti e di
tecniche specifiche.
Presidente Gruppioni, quali sono i motivi alla base
dell’accordo Fia-Cochlear e qual è la sua opinione?
Ogni azione volta al passaggio di conoscenze tecniche
evolute è sempre opportuna e fa parte della nostra mission associativa. La tecnologia protesica impiantabile e
non, frutto di una ricerca molto attiva, evolvono rapidamente e ogni audioprotesista ha la necessità, non seconda al proprio dovere professionale, di aggiornarsi e
bene. Ma, e sottolineo il ma, in questo caso c’è molto di
più. Non sfuggirà a chi ha una minima conoscenza delle
regole ECM, che la formazione prevista d’intesa con
Cochlear, può incorrere nella norma che definisce il
“conflitto di interesse” quando si è in presenza dell’industria e di finanziamenti nell’ambito della formazione.
Questo accordo usufruisce dell’apertura delle norme
Ecm?
In questo senso l’intervento degli specialisti delle
Aziende nella nostra formazione rappresenta un
momento alto di conoscenza, di crescita professionale
e di confronto senza il quale sarebbe difficile garantire
ai nostri pazienti la tecnologia più aggiornata ed
appropriata e, dunque, il miglior trattamento possibile per ogni specifico utente. Con la nostra azione possiamo ben dire che abbiamo aperto una breccia e che
vi sono novità sulle nuove regole su sponsor e conflitto d’interessi in Ecm. Sono novità che vanno nella
direzione di quanto sosteniamo e dei valori dell’accordo sottoscritto con Cochlear. Questa evoluzione è
senz’altro benvenuta, tenuto conto che nel documento ufficiale sopra citato chiudevo le nostre richieste
così: “senza un atto di consapevole coraggio per forzare a
fin di bene le regole, noi faremo ugualmente la nostra formazione e l’aggiornamento, li faremo come siamo adusi
fare e bene da sempre anche fuori dall’Ecm se quella che ci
serve non ci viene riconosciuta..”.
Può definire meglio questo passaggio?
Il ruolo giocato dalle aziende del nostro settore con gli
audioprotesisti, non può essere letto solo in chiave economica o di interessi poco leciti. Anap - che non intende disconoscere o ignorare abusi possibili e che con la
norma sul “conflitto” si vogliono impedire - è da tempo
in prima linea su questo fronte dialogando con le
Istituzioni affinché sia rivista la norma e si tenga conto
delle nostre prerogative e delle peculiarità del settore.
Gli audioprotesisti operano nel mercato privato della
salute e, nel nostro sistema di aggiornamento professionale più adeguato, il ruolo delle aziende, detentrici
18
INTERVISTA
L’AUDIOPROTESISTA
Dunque ciò significa per gli audioprotesisti un’apertura di credito, una formazione più vicina e confacente
alle reali esigenze rivendicate?
Ovviamente distinguendo con rigore tutto ciò che faremo insieme dai vari workshop di prodotto finalizzati
alla promozione che ricade nell’attività commerciale di
ogni azienda. Con questa apertura - basata su una chiara e trasparente collaborazione - ci muoveremo con
meno paletti e più collaborazione puntando tutto sulla
trasparenza e non sui divieti, per evitare che per aggirare le regole si sviluppino nuovi comportamenti illeciti.
l’autoregolamentazione annoveriamo la “Carta etica e
dei valori” che ha ottenuto l’alto Patrocinio del Ministero
della Salute e il riconoscimento di importanti associazioni di consumatori. A seguire, l’impegno di puntare ad
assicurare la soddisfazione dell’utente e garantirgli tutti
gli elementi essenziali di un servizio riconosciuto e
comune in tutta Europa. Il risultato è la norma europea
UNI EN 15927 elaborata con il Comitato tecnico europeo CEN/TC 380 “Project Committee – Hearing aid
specialist services”, che specifica i requisiti del processo
di fornitura degli apparecchi acustici a partire dal primo
contatto con l’utente fino al rapporto a lungo termine.
Non è solo questo. Abbiamo coscienza dell’importanza
di trasmettere l’agire con correttezza e trasparenza e
favorendo la diffusione dell’etica e della responsabilità
dell’intero comparto audioprotesico. Abbiamo costruito
un indicatore della credibilità, immagine, trasparenza,
sobrietà della nostra professione. E concludo sostenendo questo accordo, con cui noi di Fia e Cochlear intendiamo portare il nostro contributo alla “qualità” del
sistema sanitario nazionale. ■
Come siete giunti a questo risultato?
Nessun vantaggio, solo il merito di non sottovalutare
certe credenziali che fanno la differenza in alcuni
ambienti. Nel 2006 con un apposito DM della Salute
diventammo ufficialmente l’associazione rappresentativa
degli audioprotesisti con compiti di ausiliarietà per la
promozione della formazione, dell’appropriatezza professionale, dei diritti dei cittadini, della lotta all’abusivismo. Fra i nostri recenti punti di merito sul versante del-
19
Un gioiello per i vostri piccoli gioielli
Date ai vostri bambini la possibilità di migliorare di oltre il 25% la comprensione del discorso
in ambienti rumorosi grazie al nuovo Cochlear™ Baha® BP100.
1, 2
I bambini con perdita dell’udito devono poter contare sulla migliore
percezione del discorso in ogni momento. I dati clinici dimostrano le
migliori prestazioni acustiche di Cochlear Baha BP100 rispetto agli altri
processori a conduzione ossea diretta. Sottoposto al test HINT (Hearing In
Noise Test), metodo riconosciuto a livello internazionale per la misurazione
acustica in ambienti rumorosi, Baha BP100 ha fornito un incremento del
rapporto segnale/rumore (SNR) di 2,6 dB rispetto ai processori precedenti 1.
Dal punto di vista clinico, ciò corrisponde a un miglioramento di oltre il
25% nella comprensione del discorso in ambienti rumorosi 2.
I bambini beneficeranno di prestazioni acustiche nettamente superiori
rispetto a quella che si può considerare la più avanzata soluzione acustica
impiantabile a conduzione ossea finora presente sul mercato. Cochlear
Baha BP100 rappresenta perciò una scelta essenziale e di chiarezza
cristallina per i bambini con perdita dell’udito trasmissiva, mista
o sordità neurosensoriale monolaterale (SSD).
Per ulteriori informazioni visitare il sito
www.cochlear.com
1
2
Flynn, M., Sadeghi, A. & Halvarsson, G. Results of the first clinical evaluation of Cochlear Baha BP100 white paper.
Cochlear Bone Anchored Solutions, 2009.
17.9%/ dB, come riportato nello studio di Hällgren M, Larsby B, Arlinger S. A Swedish version of the Hearing In
Noise Test (HINT) for measurement of speech recognition. International Journal of Audiology 2006;45:227-37.
L’impianto Baha è approvato dalla FDA per i bambini di età superiore a 5 anni.
Baha, Baha Divino, Baha Intenso and Vistafix are trademarks of Cochlear Bone Anchored Solutions.
Cochlear and the elliptical logo are trademarks of Cochlear Limited. © 2009 Cochlear Bone Anchored Solutions.
E81707
Migliore comprensione del discorso
Progettato per i bambini
Strumenti per il fitting pediatrico
PRIMO PIANO
L’AUDIOPROTESISTA
> Positivo l’accordo siglato tra
Cochlear Italia, Ana e Anap <
Un ottimo
passo avanti per
l’audioprotesi
di Franco Gandolfo
Presidente ANA
Questo accordo, che implica una ulteriore crescita professionale degli audioprotesisti, permetterà una maggiore efficienza nel follow up delle persone con apparecchi acustici impiantati, consentendo in molti casi l’utilizzo ottimale di un eventuale apparecchio controlaterale, in modo da ottimizzare la discriminazione, la soddisfazione ed il gradimento del paziente.
Chi potrà fare le regolazioni? Chiunque voglia dedicarsi a questo, ed abbia l’esperienza necessaria. La conoscenza, come evidenziato nell’accordo, si avrà tramite
corsi Fia-Cochlear. Non ci saranno esclusive, e questo
mi sembra un notevole passo avanti, in senso professionale, è ovvio che oltre ai corsi saranno poi l’impegno e
la capacità professionale le discriminanti per avere successo anche con gli apparecchi impiantabili.
Si parte con i corsi per i formatori (ossia audioprotesisti con esperienza disposti ad assumersi poi l’onere e
l’onore di trasferire le conoscenze ai colleghi). Ciascun
formatore, una volta superato il corso diventerà quindi
docente, oltre all’ovvia abilitazione per l’applicazione e
adattamento degli apparecchi impiantabili.
Da sottolineare il fatto che le abilitazioni non sono una
tantum, ma sono soggette a verifiche e controlli oltre agli
ovvi aggiornamenti dovuti ai miglioramenti tecnologici.
Questo è uno stimolo in più, se mai ce ne fosse bisogno,
a lavorare al meglio delle nostre capacità. ■
Finalmente viene ufficializzato un punto importante
per le protesi impiantabili. Finora, a parte qualche isolato caso (casuale e su basi “volontaristiche”) la regolazione delle protesi impiantabili non era per gli audioprotesisti una possibilità professionale.
Si favoleggiava di colleghi esteri che avevano questa
opportunità, e ad onor del vero ai congressi esteri venivano svolti corsi di preparazione/aggiornamento sul
tema. Per gli audioprotesisti italiani il percorso sembrava sbarrato da retaggi che pesa(va)no come macigni;
incomprensioni tra le parti, ed il considerare gli apparecchi acustici impiantabili concorrenti degli apparecchi acustici tradizionali.
La maggiore preparazione culturale dell’audioprotesista, lo sforzo di aggiornamento messo in campo, i semi
di reciproca conoscenza messi a dimora nei vari corsi
(Ecm e non), piano piano hanno portato le varie parti
a conoscersi meglio, a discutere dei problemi del
paziente senza timori; si è superata la logica della concorrenza e si è posto al centro di tutto il paziente.
Conseguenza quasi automatica: il diritto del paziente
ad avere un servizio a livello di quello dato per le protesi acustiche tradizionali. Come sottolineato dal dottor Golinelli, le strutture che fanno impianti hanno
tempi piuttosto lunghi, da qui l’idea di avvalersi di
audioprotesisti.
21
ATTUALITÀ
L’AUDIOPROTESISTA
> Come sul lago Cingino gli stambecchi si procurano il salnitro <
Quanto conta
l’esperienza
I miracoli della
selezione: in
verticale sul muro.
Stambecchi
acrobati,
scalano la diga
inseguendo il sale
di Danilo Mainardi
Giornalista del Corriere della Sera
L’articolo che segue sugli stambecchi acrobati a prima
vista può sembrare un riempitivo per mancanza di argomenti, invece è stato appositamente scelto come seguito
naturale dell’articolo di Giorgio Cozzi pubblicato a pag.
43 della nostra rivista scorsa per illustrare il learning by
following, un termine che tradotto significa semplicemente “apprendere seguendo”. Se il “sapere” si apprende studiando, il “saper fare” si apprende, appunto, seguendo. È
risaputo che si può diventare avvocati, notai, anche ingegneri, ecc., solo studiando, ma vi sono professioni e
mestieri, medico, chirurgo, elettricista, idraulico, ecc. che
per essere utili come tali debbono studiare e completare
l’apprendimento seguendo l’esempio pratico.
Veniamo al punto: il percorso di formazione universitario delle nuove leve, gli studenti che frequentano i Cdl in
Tecniche Audioprotesiche, ha un grave vulnus che non
trova alcun riscontro nemmeno fra gli stambecchi della
valle d’Antrona, i quali stambecchi adulti trasmettono ai
giovani le migliori abilità e conoscenze per arrampicarsi
sulle rocce verticali e non soccombere. Per i giovani aspi-
24
ranti audioprotesisti, invece, non ci sono docenti audioprotesisti selezionati fra quelli migliori ad insegnare loro,
ma solo pochi volontari a cui comunque bisogna essere
grati. È però vero che, come razza, con questo sistema gli
stambecchi sarebbero già scomparsi da un pezzo.
Ebbene, è una voce ricorrente nel mondo audioprotesico
quella che la generazione dei nuovi audioprotesisti, per
di più dottori, salvo rare eccezioni che confermano la
regola, escono dall’università che sanno fare poco o nulla.
Eppure anche se il learning by following che obbliga gli
studenti presso i Centri Acustici per la metà delle 4600
ore, tanta e la durata del CdL in TA, è correttamente normato, evidentemente è ignorato e, comunque e ovunque,
mal praticato. Gli stambecchi della valle d’Antrona, invece, è dalla notte dei tempi che hanno imparato come si fa
a trasmettere per via sociale da un individuo all’altro il
proprio know how. E gli audioprotesisti che aspettano o
giocano a “Risiko” con la sopravvivenza della specie?
Il Barone Rampante
ATTUALITÀ
L’AUDIOPROTESISTA
A vederli, quegli stambecchi abbarbicati al muro della
diga del lago Cingino, nella valle piemontese di
Antrona, viene da chiedersi dove l’hanno trovato un
simile equilibrio, un simile coraggio. E forse anche,
mettendoci un poco nella loro pelle (il nostro maledetto vizio dell’antropomorfizzazione), per suggestione ci
sentiamo persino girare un po’ la testa.
Eppure gli stambecchi a stare saldati lassù ce la fanno
ottimamente, e il segreto che sta alla base di tutto ciò
l’aveva già capito Charles Darwin e si chiama selezione
naturale. Il che, semplicemente, significa che o ce la fai
o te lo scordi di fare l’animale adattato a vivere tra i picchi. E per farcela servono sia le doti fisiche, come
soprattutto quegli zoccoli così larghi e insieme così elastici, perfetti cioè per muoversi lassù, sia quelle comportamentali, come il non soffrire mai di vertigini.
La selezione infatti non scherza perché ha l’ottima regola del collaudo diretto: chi non ce la fa precipita sfracellandosi di sotto e, di conseguenza, non lascia traccia
genetica nella futura generazione. E, ricordiamocelo, per
gli stambecchi, perfetti per vivere la vita spericolata dell’alta quota, gli esami non finiscono mai, ma è appunto
così che le specializzazioni si raffinano, compresa l’incredibile abilità, fisica ed attitudinale, di questi che
fanno gli acrobati su un muro verticale per guadagnarsi
la paga d’un poco di sale, che trovano tra le pietre sotto
forma di salnitro e che per loro è, oltre che un importan-
25
te integratore della dieta, anche una leccornia. E fin qui
ho parlato dei singoli, ma c’è dell’altro, ed è un fatto, nel
suo piccolo, culturale, se per cultura si intende la capacità di trasmettere, da un individuo all’altro, da una
generazione all’altra, ciò che si è appreso. E questa speciale forma di trasmissione culturale viene, in inglese,
definita learning by following, che in italiano significa
semplicemente «apprendere seguendo». Ed è appunto
quello che fanno i giovani, che forse senza l’esempio
pratico dei genitori nemmeno ce la farebbero a muoversi con disinvoltura sul muro. E così, accanto a un fenomeno di selezione naturale che li fabbrica strutturalmente adatti, ce n’è un altro di selezione culturale, perché
anche l’abilità appresa e trasmessa di generazione in
generazione provando e riprovando s’affina. È probabile, pertanto, che gli stambecchi della valle Antrona si
passino, per via di apprendimento sociale, un know how
(la terminologia inglese non manca mai) che altri stambecchi, che mai bazzicano dighe, nemmeno s’immaginano. Una tradizione tutta loro, probabilmente.
Una curiosità: apprendere seguendo è per la nostra specie un fenomeno piuttosto raro, noi in genere facciamo
uso di altre forme di trasmissione culturale. Il learning
by following a ogni modo esiste anche per noi, ed è facile ammirarlo sui campi da sci, quando un gruppetto di
sciatori in erba impara a sciare seguendo il maestro, e
imitandone le mosse. ■
ANTIFORMA
in collaborazione con FIA A.N.A. A.N.A.P.
PRESENTA IL PIANO FORMATIVO 2011
CORSI E.C.M. PER TECNICI AUDIOPROTESISTI
“Parlare in pubblico e con gli altri”
Come entrare in empatia con gli altri, ascoltare e proporre le proprie idee?
Il corso tratterà le competenze e le metodologie per migliorare le proprie capacità
relazionali. In particolare ci si soffermerà sullo sviluppo e sul potenziamento delle
capacità di esprimersi di fronte a un pubblico, sia esso composto da un uditorio che da
singoli interlocutori, come ad esempio medici o colleghi.
Sedi e date:
Milano, 18 e 19 Marzo
Sesto Fiorentino, 20 e 21 Maggio
Rimini, 15 e 16 Aprile
Padova, 10 e 11 Giugno
Roma, 25 e 26 Giugno
ECM: in fase di accreditamento per Tecnici Audioprotesisti
“Lavorare per obiettivi:
una competenza chiave per il professionista Tecnico Audioprotesista”
Il panorama del moderno management ci pone di fronte a due tematiche centrali: se da
un lato l’evoluzione delle tecniche di moderna gestione aziendale ha condotto a disporre
di strumenti sempre più sofisticati, dall’altro si è resa necessaria una ri-taratura dei
comportamenti orientati alla misurazione dei processi. Il corso potenzia le capacità di
lavorare in modo progettuale per obiettivi.
Sedi e date:
Padova, 25 e 26 Marzo
Genova, 8 e 9 Aprile
Torino, 1 e 2 Aprile
Bari, 13 e 14 Maggio
Bologna, 10 e 11 Giugno
Milano, 27 e 28 Maggio
Napoli, 17 e 18 Giugno
ECM: in fase di accreditamento per Tecnici Audioprotesisti
Per in forma zioni e iscrizioni: A N T I F O R M A V i a M ar c o A u r el i o , 5 5 2 0 12 7 M il a n o
T el : 02 2 89 7 02 4 9 F ax : 0 2 2 6 11 1 97 6 a n ti f o r m a @ a n t i f or m a .i t w w w . a n ti f o r m a .i t
FORMAZIONE
L’AUDIOPROTESISTA
> Dal portfolio al dossier formativo:
un nuovo orizzonte per il modello Ecm <
La certificazione
delle competenze
di A. Pignatto
Direttore scientifico di Antiforma s.r.l. Milano,
esperto di metodologia cognitiva e comportamenti organizzativi, professore di Management sanitario presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia
dell’Università degli studi di Milano
P. Tiberi
Ricercatore e membro della direzione scientifica
Antiforma s.r.l. Milano
La grande sfida alla quale il sistema di Educazione
Continua in Medicina tenta di dare una risposta consiste nella volontà di collegare gli obiettivi di formazione
individuali dei professionisti con quelli assistenziali
delle organizzazioni che operano nel mondo della salute ed infine con i macro obiettivi del sistema nazionale
e di quelli regionali volti alla tutela dell’assistito.
Affinché il sistema cresca nel suo insieme infatti è
necessario che siano i singoli professionisti a garantire
livelli di performance di qualità sempre maggiore. Così
come le organizzazioni devono rendere possibile tutto
questo offrendo risorse e strumenti sia per riflettere
sulle criticità dell’operare clinico ed assistenziale, sia
spendendosi in prima persona misurando l’efficacia
della formazione continua dei professionisti coinvolti
sui comportamenti osservabili. Le organizzazioni di
FORMAZIONE
L’AUDIOPROTESISTA
salute, in particolare, devono costruire contesti motivazionali adeguati per valorizzare le risorse umane integrando per esempio meccanismi di governace e sistemi
premianti. È necessario cioè che tutti gli attori del sistema siano orientati verso il miglioramento il quale può
realizzarsi anche grazie alla formazione Ecm.
All’interno di questa prospettiva lo scorso ottobre presso la villa Erba di Cernobbio (Como) è stato presentato il Dossier Formativo (DF) quale strumento innovativo volto a favorire lo sviluppo di quegli asset fondamentali al miglioramento della qualità del sistema sanitario. Già la conferenza Stato-Regioni del 1 agosto
2007 definiva il DF come “..lo strumento di programmazione e valutazione del percorso formativo del singolo operatore (individuale) o del gruppo di cui fa parte (equipe o
network professionale). Non è, quindi, un portafoglio delle
competenze, ma può essere considerato come un precursore ed è comunque correlato al profilo professionale ed alla
posizione organizzativa”. Il principale riferimento culturale sotteso al DF riguarda la forte responsabilizzazione del singolo individuo. Ad esso è assegnata l’importante funzione di dirigere in modo autonomo un passo
essenziale dell’intero processo: la definizione dei biso-
28
gni formativi e una prima fase di valutazione degli stessi. La formazione continua non può coincidere semplicemente con la partecipazione accidentale ad eventi tradizionali, quali
i congressi o le conferenze, per
molteplici motivi. In primo luogo
perché l’apprendimento è favorito
in situazioni che coinvolgono un
minor numero di partecipanti, in
secondo luogo spesso tali eventi
sono condizionati da sponsor commerciali ed hanno finalità di altra
natura. Classicamente le fasi della
formazione vengono elencate in analisi dei fabbisogni, progettazione, erogazione e valutazione. Maggiore autonomia
e responsabilità per il singolo nella definizione di due importanti passaggi significa concretamente che verranno riconosciuti sempre più
le capacità del singolo professionista di attuare quella
sinergia di cui si è accennato sopra. Il DF cioè ha l’obiettivo di programmare l’attività formativa, attraverso
la valorizzazione dei bisogni formativi individuali stabiliti dallo stesso professionista, così da individuare gli
obiettivi da raggiungere ed evitare una partecipazione
non finalizzata ad eventi congressuali.
La formulazione a monte di fabbisogni (individuali o di
gruppo), da colmare attraverso l’attività formativa, permette quindi una programmazione dell’attività da svolgere nel periodo successivo. Aspetto, questo, essenziale
ai fini dell’efficacia della formazione continua e della
sua stessa valutazione. In particolare il DF non può
considerarsi come una semplice raccolta delle competenze possedute dal singolo individuo o dal gruppo nel
quale si trova, Non è cioè un portfolio nel quale vengono raccolte ordinatamente e stabilmente le documentazioni più significative del percorso formativo in oggetto, ma deve costituirsi come uno strumento di accompagnamento del professionista in grado di esplicitare e
rendere così visibile i passaggi che orientano il proprio
percorso formativo ed al tempo stesso di valutare la pertinenza e la rilevanza delle azioni formative erogate e
frequentate in rapporto al proprio lavoro. Il DF permet-
FORMAZIONE
L’AUDIOPROTESISTA
te al professionista impegnato nel sistema sanitario di
monitorare il proprio percorso formativo in relazione
agli obiettivi che si pone e a quelli di fatto raggiunti,
inerenti cioè il piano formativo che programma, esercitando la propria professionalità in modo più appropriato e riconducibile ai bisogni sanitari dell’individuo.
La fase più delicata risulta essere quella di individuazione dei propri bisogni formativi (o quelli del gruppo per
il quale il DF è predisposto), di modo che essi risultino
coerenti con quelli del contesto di lavoro nel quale ci si
trova e con i bisogni di salute espressi dai cittadini. Le
capacità richieste prevedono infatti che il professionista
riesca innanzitutto a fissare i propri fabbisogni formativi integrandoli e coniugandoli contemporaneamente
con quelli di sistema.
In questo l’azienda stessa dovrà saper essere utile supporto dell’operatore sanitario utilizzando al tempo
29
stesso il DF quale strumento per orientare efficacemente le scelte formative, valorizzare i singoli professionisti, realizzare una puntuale analisi del fabbisogno formativo e monitorare le attività formative. Il DF, formulato ogni tre anni, risulterà dunque quale ambiente di
progettazione rispetto allo sviluppo professionale in
grado di collegare i bisogni individuali, mission del
gruppo e attese dell’organizzazione, permettendo quella fondamentale pianificazione dell’attività formativa di
cui si è parlato.
Concludendo possiamo identificare nella formulazione
del DF una vera e propria frontiera della formazione
continua ed al tempo stesso una sfida per l’operatore
del mondo sanitario al quale spetterà il compito di elaborare un piano individuale nel quale far confluire
tanto le proprie esigenze di sviluppo professionale tanto
quelle implicate nel sistema nel quale opera. ■
SANITÀ
L’AUDIOPROTESISTA
Analisi di contesto
La spesa pubblica effettiva a consuntivo del SSN nel
2009 è stata di 109 miliardi e 669 milioni di euro. Il rapporto della spesa sanitaria sul PIL è stato pari al 7,2%. La
spesa media pro capite è stata di 1826 euro con forti
variabilità regionali. Da un minimo di 1671 euro della
Sicilia al massimo di Bolzano con 2170 euro ai 2089
della Val d’Aosta, ai 2080 di Trento, Liguria e Molise.*
*Fonte: Relazione generale sulla situazione economica del paese
(RGE 24/6/2010)
La spesa complessiva sanitaria mostra una incidenza
della spesa pubblica pari al 77,3% e di quella privata
pari al 22,7%. Accanto ai 109 miliardi e 669milioni di
euro per il 2009 di spesa pubblica le più recenti stime*
indicano in circa 25 miliardi di euro il costo sostenuto
in spesa privata dalle famiglie italiane.
*Fonte: RGE, andamento della spesa delle famiglie italiane studio Banca d’italia, Censis, Ania (ns. elaborazione
Analizzando la composizione della spesa privata, recenti studi indicano che: ancora molto elevata è la spesa
out of pocket, pari circa all’82,4%; il 13,9% circa è
coperto da fondi sanitari, casse e mutualità sanitaria, il
3,7% da assicurazioni ramo malattia*.
*Fonte: ns. elaborazione su dati Censis, Eurostat, Banca d’Italia,
Ania, Fondi sanitari, SMS
In considerazione della crisi economico finanziaria
esplosa nel 2008, le famiglie italiane si sono impoverite
a causa del sostenimento di spese sanitarie e sociali.
• 338 nuclei familiari, pari ad oltre 1 milione di persone, hanno visto il loro budget alleggerirsi di circa 1/3
per spese sanitarie e sociali, soprattutto legate alla
non autosufficienza. 992.000 famiglie pari a 3 milioni di persone hanno sostenuto spese per la sanità
molto elevate rispetto ai propri redditi. In 2.600.000
famiglie, infine almeno un componente ha dovuto
rinunciare a sostenere spese sanitarie per l’incidenza
economica che avrebbero comportato sui relativi
budgets.
• In sostanza circa il 6% delle famiglie italiane si impoverisce a causa di spese sanitarie, di cui il 4,1% sostiene spese sanitarie elevate, cosiddette catastrofiche,
che superano il 40% della capacity to pay.
Farmaceutica, specialistica e cure odontoiatriche sono
le voci di spesa privata maggiori, mentre la probabilità di impoverirsi è legata alla disabilità e alla non
autosufficienza.
33
I fondi sanitari
integrativi,
la via italiana
al secondo pilastro
di G. Labate*
Ricercatore in economia sanitaria
Direttore generale Istituto Superiore di Sanità
*Già sottosegretario al ministero della Salute
nel primo governo Prodi, ha svolto
un ruolo determinante nel riconoscimento
dell’equipollenza dei titoli per la categoria
degli audioprotesisti
La spesa sanitaria crescerà?
La dinamica e la composizione della spesa sanitaria
nazionale a confronto con gli altri paesi Ocse ed in
ambito europeo, conferma di essere inferiore, attestandosi per il 2009 intorno all’8,9% del Pil, meno di quanto speso da Francia e Germania, entrambe quasi intorno all’11% del Pil e naturalmente meno degli Usa,
attualmente intorno al 16% del Pil.
Tutte le più recenti analisi concordano nell’affermare che
nei prossimi decenni i paesi sviluppati dovranno fronteggiare costi per la sanità crescenti, con trend potenziali di lungo periodo, fino al 2050, che potrebbero giungere a raddoppiare l’incidenza della componente pubblica sui Pil. Di qui la necessità per i sistemi di Welfare di
affrontare ristrutturazioni profonde dei rispettivi sistemi
sanitari e sociali, per raggiungere un assetto in cui il
trade-off tra copertura dei costi e sostenibilità della spesa
sia governato in un’ottica di efficienza e di equità e di un
migliore mix del rapporto pubblico-privato.
Ne sono riprova i provvedimenti adottati in Francia per
la riorganizzazione del sistema ospedaliero e per il contenimento della spesa farmaceutica; in Germania il maggior
controllo da parte dei Lander della spesa sanitaria e del
Fondo obbligatorio per la non autosufficienza, con lo
spostamento delle attuali risorse dai Voucher verso le
cure domiciliari; in Inghilterra con il provvedimento del-
SANITÀ
L’AUDIOPROTESISTA
l’attuale governo, Equity and Excellence, per abbattere i
costi della burocrazia e dare piena responsabilità delle
risorse finanziarie ai consorzi di Gps in rapporto con le
comunità locali. La ricerca presentata il 20 ottobre, da
Intesa S.Paolo in collaborazione con la Fondazione
Cerm, nel convegno: “Il mondo della salute tra governance federale e fabbisogni infrastrutturali”, afferma che in
Italia, i costi per la sanità potrebbero giungere a raddoppiare l’incidenza della componente pubblica sul Pil,
attraverso una analisi di lungo periodo fino al 2050. Il
peso della spesa sanitaria si avvicinerebbe a quello della
spesa pensionistica, ponendosi per la sanità un problema
analogo a quello riscontrato in campo pensionistico oltre
15 anni fa, ovvero il disegno e lo sviluppo di un sistema
di finanziamento multipilastro.
Lo studio realizzato dal Censis per il Forum AniaConsumatori, presentato il 5 ottobre 2010 durante il
convegno: “Gli scenari del Welfare, tra nuovi bisogni e
voglia di futuro” evidenzia che la prima paura degli italiani, più sentita della criminalità e della disoccupazione, è il problema della non autosufficienza (85,7%) e
l’impossibilità di pagare le spese mediche (82,5%).
• Lo studio fa emergere il problema delle ingenti spese
per il sostentamento di familiari in condizioni critiche, per lo scarso apporto del sistema di welfare, sia
per quel che riguarda la necessità di assistere malati
terminali o portatori di handycap o non autosufficienti, sia per l’improvvisa perdita di reddito a seguito dell’insorgere della cassa integrazione o della disoccupazione di un proprio congiunto.
• Tra le richieste avanzate dalla maggioranza degli italiani si pone quella di un welfare più efficiente e
modulato sui nuovi bisogni di protezione, eliminando sprechi e, fermo restando un ruolo prevalente e di
garanzia del sistema pubblico, un maggior coinvolgimento del privato per realizzare un welfare mix in
grado di rispondere di più e meglio alla domanda
sociale di protezione.
Il rapporto sulla non autosufficienza in Italia presentato a
luglio dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali,
rileva come in Italia, al pari dei paesi industrializzati, la
spesa sanitaria e socio sanitaria siano destinate ad aumentare quale risultante di ben note interrelazioni tra fattori
demografici, economici, tecnologici, socioculturali.
Inoltre la transizione epidemiologica evidenzia il carico
delle patologie croniche e degenerative soprattutto sulla
popolazione over 65, con impennate per quel che riguarda la fascia 75/85 ed oltre. In questo senso si affronta la
possibilità del secondo pilastro del SSN, che va inteso
34
come uno strumento non antitetico o in contrasto con le
finalità di tutela universalistica della salute, ma al contrario come una risorsa che possa supportare il Ssn, attraverso un riorientamento ed una gestione più appropriati e
strutturati delle risorse private. Una strada innovativa ed
italiana per un efficace mix tra pubblico e privato è stato
il principio ispiratore dei decreti Turco del marzo 2008 e
del decreto Sacconi dell’ottobre 2009. I decreti, infatti,
vincolano il 20% delle prestazioni erogate dai fondi sanitari, dalle casse e dalle sms, alla copertura di prestazioni
per non autosufficienza ed odontoiatria, al fine di godere
del beneficio fiscale armonizzato previsto dalla legge
finanziaria 2008 nella misura di 3615.20 euro.
Dunque, certo ci troviamo di fronte a scenari di probabile crescita, ma attenzione ad effettuare proiezioni di crescita esponenziale della spesa pubblica nel lungo periodo, poiché è un esercizio molto complesso che deriva
dalla limitatezza della disponibilità di dati confrontabili,
dalla metodologia utilizzata per le proiezioni che prendono in considerazione diversi paesi in modo statico non
riflettendo i contesti istituzionali dell’erogazione dei servizi sanitari di ciascuno Stato. Basti pensare ciò che sta
avvenendo negli ultimi 2 anni nel contesto europeo in
termini di razionalizzazione dei sistemi contro inefficienze, sprechi, valutazioni di appropriatezza, spostamenti di
risorse dall’ospedale al territorio, implementazione
dell’Ict, della telemedicina, delle reti formali ed informali per l’assistenza sociosanitaria. Vale anche per noi attraverso il patto per la salute, i piani di rientro dal deficit di
alcune Regioni, la messa a punto dei nuovi Lea e dei Lep
a seguito del processo di federalismo fiscale che intendiamo costruire, nonché la necessità di approntare il sistema
dei Liveas al fine di decidere il livello di assistenza sociale, che possiamo permetterci dentro un quadro di razionale revisione delle diverse provvidenze in campo sociale a partire dagli assegni di accompagnamento dentro un
quadro di incertezza ormai annuale del Fondo per le
politiche sociali per non parlare di quello sulla non autosufficienza che appare e scompare anche se con minime
dotazioni di anno in anno.
A questo ci invita il Rapporto di politica economica
dell’Unione Europea sul tema: “L’impatto dell’invecchiamento demografico sulla spesa pubblica”.
La spesa crescerà, ma niente catastrofismi
Una sfida particolare del rapporto è stata quella di inserire altri fattori, oltre quelli demografici, della spesa sia sul
versante della domanda sia su quello dell’offerta. Uno
scenario prudente che tiene conto degli effetti combinati
SANITÀ
L’AUDIOPROTESISTA
dell’invecchiamento demografico, dello stato di salute dei
cittadini anziani e dell’elasticità della domanda di cure
sanitarie rispetto al reddito, nonchè dei processi di razionalizzazione e di efficientamento in atto. Si perviene così
ad una previsione che porta ad aumenti di spesa pubblica degli stati membri più contenuti intorno ad un
aumento di 1,5- 2 punti percentuali di PIL al 2050.
• Se l’aspettativa di vita sana (dovuta ad una riduzione
dei tassi di morbilità) evolvesse in linea con la valutazione dell’aspettativa di vita specifica per età (ipotesi di
costruzione propria dei modelli dinamici), allora il previsto aumento della spesa sanitaria correlato all’invecchiamento demografico risulterebbe quasi dimezzato.
• Così come l’adozione di misure volte a ridurre le disabilità o a favorire le prestazioni di assistenza formale
a domicilio, piuttosto che negli istituti, può avere un
notevole impatto di minore incidenza sulla spesa
pubblica.
• L’Europa sociale e l’Europa della moneta unica suggeriscono prudenza nelle valutazioni, impegnati come
siamo a combattere una crisi economica e finanziaria
che non è ancora finita in cui i vari tassi di crescita dei
diversi paesi dell’Unione consigliano di non aggiungere problemi di esclusione sociale o di superamento
dei vari sistemi di Welfare, ma di coniugare al meglio
razionalizzazioni, diritti e doveri, uso dei Mix più efficaci per fronteggiare l’attuale fase di bassa crescita.
La via italiana al secondo pilastro
Assistiamo ad un trend di crescita dei fondi sanitari e
delle Sms. I dati che avevamo raccolto nel gruppo tecnico presso il ministero della Salute fino al marzo 2008
ci indicavano in 416 i fondi, le casse e le sms esistenti
con una platea di 5.983.000 iscritti e 10.341.210 beneficiari. Nel 2009 si sono conclusi 23 rinnovi contrattuali con accordi di sanità integrativa che hanno dato luogo
alla costituzione di fondi: fasifiat, asdepp, fasiv, cadiproff, fontour, easi, fasie, ipa, farmacie private, cooper
salute aster, dipendenti della regione Toscana, fasiopen,
vigilanza privata, dipendenti centri elaborazione dati,
grandi catene alberghiere, alimentaristi. Entro il 2010 si
dovrebbero conoscere i dati applicativi degli accordi in
termini di iscritti e beneficiari. Nel 2010 si sono conclusi rinnovi contrattuali che hanno chiuso accordi di sanità
integrativa alla Ducati, Granarolo, Gucci, Siemens,
Finmeccanica, Sky, Campari, Mediaset, Luxottica e per le
colf e badanti con regolare contratto.
Dal primo luglio è operativa la cassa Colf in ottemperanza da quanto sottoscritto dalle organizzazioni sinda-
35
cali Fisascat Cisl, Filcams Cgil, Uiltucs Uil e dalle associazioni datoriali Fidaldo, Domina e Federcolf. Nel
2011 si dovrebbero conoscere i dati in termini di iscritti e beneficiari. Posso solo avanzare delle stime nell’ipotesi che tutti i dipendenti sottoscrivano l’adesione al
fondo sanitario integrativo. Dai rinnovi 2009 e 2010,
nel 2011 potremmo stimare un numero di iscritti intorno ai 7.000.000 milioni e ad un probabile numero di
beneficiari che potrebbe aggirarsi intorno agli
11.000.000. Se si tiene conto che gli alimentaristi sono
circa 400.000, colf e badanti con contratto regolare
circa 1.200.000 e si aggiungono tutte le altre categorie,
la stima è prossima ad un possibile dato reale.
La normativa di riferimento
• Art. 51 e art. 10 DPR n. 917/86
(Testo Unico Imposte sul Reddito).
• Art. 9 d.lgs. N. 502/92 e successive modificazioni art. 3 septies
e 9 d.lgs. N.229/99.
• Art. 26 legge N. 328/2000.
• Art. 1 comma 197, legge N. 244/2007 legge finanziaria 2008.
• D.M. Salute 30/3/2008 (c.d. decreto Turco).
• D.M. Welfare 27/10/2009 (c.d. decreto Sacconi).
• Risposta Min. Salute del 12/4/2010 ad Assoprevidenza Fimiv.
• Risposta Min. Salute dell’1/4/2010 all’ABI.
Le lettere del ministero della Salute
chiariscono le modalità di calcolo
della soglia del 20%
• Fondi autogestiti: criterio di competenza, ma sulle
erogazioni effettuate (criterio ex post).
• Fondi convenzionati: il premio/contributo versato al
soggetto gestore è riconosciuto ai fini del calcolo, previa dichiarazione del gestore circa l’imputazione del
premio/contributo alle c.d. prestazioni vincolate, (criterio ex ante basato sul rischio).
• Fondi pluriaccordo e SMS, è nella facoltà di tali fondi
presentare un’unica certificazione o certificazione
distinta per ogni accordo.
• Pluralità di copertura in capo ad un unico rapporto di
lavoro (per es. caso LTC comparto bancario e assicurativo), tutte le coperture possono essere considerate
congiuntamente.
• Fondi sanitari aperti: la disciplina normativa per la
costituzione dei fondi sanitari integrativi aperti alla collettività o destinati ai lavoratori autonomi e liberi professionisti, resta incompleta per la parte inerente la loro
regolamentazione. La Fimiv ha sostenuto presso il
ministero della Salute la possibilità che le società di
mutuo soccorso, per le prestazioni esclusivamente inte-
SANITÀ
L’AUDIOPROTESISTA
grative del Ssn, possano deliberare di costituirsi in
Fondi sanitari aperti ai sensi del d.lgs. N.502/1992 e
succesive modificazioni e in assenza di un regolamento
generale, possano adottare modalità gestionali e organizzative previste dal proprio ordinamento di settore.In
attesa di un chiarimento si sono iscritte all’Anagrafe
solo le Sms istitutive di fondi negoziali. Le altre Sms e
sono la maggioranza, oltre 140 al momento conferiscono ai contributi associativi la detrazione d’imposta del
19% per un importo non superiore a 1291.14 euro ai
sensi dell’art.13 del d.lgs. N. 460/1997.
Anagrafe dei fondi sanitari
Il trattamento fiscale agevolato (deducibilità) è riconosciuto unicamente ai fondi sanitari iscritti all’anagrafe,
istituita presso Min. Salute-Dg Programmazione sanitaria al fine di attuare il censimento ed il monitoraggio dei
Fondi sanitari. La verifica del rispetto della soglia del
20% delle risorse vincolate dai fondi ex art. 51 Tuir
viene fatta dal Min. Salute e dall’Agenzia delle entrate.
Per l’anno 2010 l’iscrizione era dal 1 febbraio al 30 aprile mediante trasmissione della documentazione richiesta
dal decreto istitutivo; è stato attuato un prolungamento
dei termini, dall’11 ottobre al 15 novembre, in via straordinaria per tutti coloro che avessero inviato documentazione erronea o incompleta. Per l’anno 2011 e successivi
la registrazione e l’iscrizione/rinnovo avverranno a decorrere dal 1 gennaio al 31 luglio di ciascun anno.
L’attestazione dell’avvenuta iscrizione all’Anagrafe sarà
rilasciata ai fondi sanitari dall’ufficio V della Direzione
generale della programmazione del Min. Salute per email, per l’anno 2010 dal 1 maggio dell’anno in corso;
per il 2011 e successivi dal 1 agosto di ogni anno.
• Attualmente risultano iscritti all’anagrafe 279 fondi,
di cui 224 negoziali e 55 Sms.
• 100 in Lombardia, 29 in Piemonte, 7 Friuli Venezia
Giulia, 14 Veneto, 6 Trento, 4 Bolzano, 9 Liguria, 18
Emilia Romagna, 14 Toscana, 69 Lazio, 1 Umbria, 3
Marche, 1 Sicilia.
• Occorre verificare alla fine del reperimento dell’iter
documentale la reale consistenza.
Fondi sanitari integrativi
Completare la governance del sistema è fondamentale se
si vuole un ancoraggio chiaro di regole e comportamenti per affermare il secondo pilastro integrativo del Ssn.
I decreti Turco, Sacconi, costituiscono un primo tassello per la costruzione del secondo pilastro, attraverso la
sanità integrativa. Occorre contestualizzarlo, alla luce
dei nuovi Lea, del federalismo che si intende costruire,
37
dei nuovi criteri quantiqualitativi di accreditamento
delle strutture sanitarie pubbliche e private, del prolungamento del regime di libera professione intramoenia
che si profila. Inoltre definire un sistema di governance
vuol dire tenere altresì conto dei diversi modi gestionali con cui fondi, casse, Sms, enti, operano per fornire
prestazioni o sostegni economici verso i propri iscritti e
individuare un reticolo di regole e comportamenti
comuni, vigilanza e controlli, condivisi, capaci di superare logiche contrappositive.
Si contribuisce, anche per questa via, alla soddisfazione
dei bisogni dei cittadini, riducendo gli attuali costi per le
famiglie, integrandosi con un Ssn a base universalistica,
che sempre più dovrà connotarsi per la qualità delle sue
cure primarie, per l’eccellenza delle cure ospedaliere, per
ricerca ed innovazione, misurandosi ed interagendo con
le forme di sussidiarietà verticale ed orizzontale, previste
dall’attuale ordinamento nazionale e regionale.
Ciò che occorre fare subito è costituire un tavolo tecnico presso il ministero della Salute che potrebbe costituire il supporto per le proposte da costruire con successivi decreti, che l’attuale ordinamento prevede per l’affidamento in gestione a soggetti diversi da fondi, casse
e mutue. Il regolamento, che potrebbe contenere tutta
una serie di maggiori puntualizzazioni, inerenti la
necessità di omogeneizzare non solo terminologie, ma
anche i contenuti di regolamenti, nomenclatori, bilanci,
accantonamenti e riserve, schemi di adesione individuali e collettivi nonché la costruzione di un
Organismo di vigilanza che potrebbe essere costituito
come sezione speciale alla Covip.
Infine molte sono le proposte che avanzano in diverse
occasioni di approfondimento: dall’immettere dentro le
nuove relazioni industriali, con l’accordo delle parti
sociali, l’obbligatorietà della sanità integrativa, fino
all’accantonamento di quote dei contributi versati per
affrontare sempre più prestazioni e servizi legati alla non
autosufficienza, che possano costituire la base per futuri
fondi specifici per la Ltc, la stipula di accordi quadro
con le Regioni per offrire pacchetti di prestazioni sempre
più rivolti alle cure domiciliari per la non autosufficienza e l’inabilità, la possibilità di costruire fondi unici di
previdenza complementare e sanità integrativa.
Insomma idee e proposte non mancano, hanno bisogno
di trovare sedi e forme di rappresentanza del variegato
mondo dei fondi, delle casse e delle Sms che in un proficuo rapporto con le istituzioni nazionali e regionali
possano intrapendere il cammino del consolidamento
del secondo pilastro in sanità. ■
DIRITTO SANITARIO
L’AUDIOPROTESISTA
> Per la Cassazione, gli Ordini possono sanzionare se giudicano
la pubblicità troppo “suggestiva ” <
La legge
Bersani
non sempre
vale per la
pubblicità dei
professionisti
Chiariamo subito che il fatto su cui si è espressa la
Suprema Corte di Cassazione Civile con la sentenza
23287 del 18 novembre 2010 si riferisce ad un avvocato, ma si può estendere a tutti i liberi professionisti, in
particolare se in un ruolo sanitario. Il professionista
veniva sanzionato dal Consiglio dell’Ordine degli avvocati per una pubblicità giudicata troppo suggestiva; in
particolare si contestavano questi due slogan: “assistenza legale per tutti”, “prima consulenza gratuita”.
Tra i vari aspetti su cui basava il suo ricorso in Cassazione, l’avvocato faceva riferimento all’art. 2 della l. n. 248/2006 (la
Bersani), secondo cui “sono state abrogate
le disposizioni legislative e regolamentari
che disponevano divieti, anche parziali, di
pubblicità informativa relativa ad attività
liberoprofessionale”.
La Cassazione, rigettando il ricorso, indica
che “è vero che l’art. 2 del d.l. n. 223/2006,
conv. con l. n. 248/2006, ha abrogato le disposizioni legislative che prevedevano, per le
attività libero-professionali, divieti anche
parziali di svolgere pubblicità informativa”.
“Sennonché - continua la Suprema Cortediversa questione dal diritto a poter fare
pubblicità informativa della propria attiv-
38
ità professionale è quella che le modalità ed il contenuto di tale pubblicità non possono ledere la dignità e il
decoro professionale, in quanto i fatti lesivi di tali valori integrano l’illecito disciplinare di cui all’art. 38, c.
1, r.d.l. n. 1578/1933. Lo stesso art. 17 del regolamento deontologico forense dispone che sussiste la libertà
di informazione da parte dell’avvocato sulla propria
attività professionale, ma che tale informazione, quanto alla forma ed alle modalità deve “rispettare la dignità
ed il decoro della professione” e non deve assumere i
connotati della pubblicità ingannevole, elogiativa,
comparativa”. L’art. 17 bis del codice deontologico stabilisce le modalità specifiche dell’informazione e l’art.
19 fa divieto di acquisizione della clientela con “modi
non conformi alla correttezza e al decoro”. Ne consegue che sotto il profilo delle lamentate violazioni di
legge, esse non sussistono poiché non è illegittimo per
l’organo professionale procedente individuare una
forma di illecito disciplinare (non certamente nella
pubblicità in sé perfettamente legittima nel suo aspetto informativo) ma nelle modalità e nel contenuto
della pubblicità stessa, in quanto lesivi del decoro e
della dignità della professione, e non nell’attività di
acquisizione di clientela in sé, ma negli strumenti
usati, allorché essi siano non conformi alla correttezza
e al decoro professionale”. ■
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PROFESSIONE
L’AUDIOPROTESISTA
Riflessioni
La mappatura delle competenze serve all’audioprotesista
quale percorso di analisi dei processi, delle attività e delle
abilità necessarie per singola area organizzativa.
L’audioprotesista, attraverso questo processo, può realizzare
una fotografia oggettiva delle competenze possedute, garantire il proprio sviluppo e la crescita collettiva della categoria.
L’obiettivo principale della mappa è finalizzato a capire
come sviluppare e valorizzare le competenze nell’ambito
della valutazione personale di ogni singolo professionista sia
esso un neofita, un veterano o un docente di corso di laurea
in Tecniche Audioprotesistiche.
sulla Mappa
delle competenze
dell’audioprotesista
di Alberto Pisetta
Audioprotesista
Quali sono le motivazioni che possono spingere un
audioprotesista, come il sottoscritto, “un professionista
della salute”, ad investire tempo, energie e risorse volte
allo studio delle Competenze assegnate all’audioprotesista? Forse molti si domanderanno, cosa siano queste
competenze.
La mappa delle competenze dell’audioprotesista porta a
modificare il sistema in cui è inserito il “professionista”
perché implica l’analisi di diverse coordinate:
• valorizzazione dell’esperienza;
• centralità del soggetto;
• centralità dell’apprendere ad imparare;
• formazione intesa come processo continuo.
Sono intese come le conoscenze, le capacità, le abilità e
i comportamenti che sono i veri valori aggiunti del
“professionista audioprotesista” e che vengono messi in
atto in un speciale contesto per raggiungere un determinato scopo.
Ci sono dei passaggi obbligatori che vanno dall’insegnamento, inteso come trasferimento di conoscenze dove
la figura centrale è il docente, all’apprendimento, inteso
come un processo che comporta un cambiamento stabile e duraturo nel modo di pensare, sentire ed agire,
quindi all’esercizio di nuove capacità, e modifica l’immagine di sé e del proprio ruolo nei confronti delle altre
figure professionali, ma soprattutto dei pazienti.
In questo contesto anche l’audioprotesista, “professionista della salute”, godrà di maggiori garanzie sul riconoscimento della propria professionalità e avrà la possibilità di autovalutare le proprie competenze per inserirsi
in percorsi formativi e professionalizzanti.
I cittadini saranno ampiamente tutelati sulle competenze delle figure professionali sanitarie ed in particolare
sul valore della professionalità di noi audioprotesisti.
Tutto questo ha come obiettivo principale la garanzia
della qualità dei servizi sanitari centrati sulla professionalità delle risorse umane.
41
PROFESSIONE
L’AUDIOPROTESISTA
A cosa serve l’analisi delle competenze?
La mappa delle competenze deriva da uno studio elaborato preso a modello e segue il metodo delle UFC
(Unità Formative Capitalizzabili).
La scelta di questo metodo, che è uno dei tanti approcci alle competenze, deriva dal fatto che l’ISFOL
(Istituto per lo Sviluppo della Formazione
Professionale dei Lavoratori) opera in collaborazione
con il Ministero del Lavoro, con altre Amministrazioni
dello Stato e con le Regioni per lo sviluppo della formazione professionale. Si è scelto di adottare un protocollo standard che consente il confronto con altre
realtà a livello nazionale ed europeo in modo da poter
riconoscere e salvaguardare il patrimonio culturale
acquisito dal “professionista” lungo tutto l’arco della
propria vita professionale e personale.
Le “competenze” prese in considerazione per determinare questi parametri possono essere sintetizzate in:
42
• COMPETENZE DI BASE: sono le capacità che tutti i
professionisti devono possedere all’ingresso nel
mondo del lavoro;
• COMPETENZE TRASVERSALI: sono le capacità comunicative e relazionali che ogni professionista dovrebbe
possedere in qualunque settore professionale;
• COMPETENZE TECNICO PROFESSIONALI sono le
capacità distintive della figura professionale;
• COMPETENZE TECNICO PROFESSIONALI TRASVERSALI AL SETTORE SANITARIO: dimostrano la
simultaneità del modello nell’ambito sanitario, identificando le aree di attività/funzioni caratterizzanti che
descrivono le competenze tipiche di ogni professionista, laureato triennale, che opera in questo settore.
Il valore di un’opera, dipende da come viene valutata.
Come per tutti i grandi progetti, anche per questo si
pone il problema di come verificare tutto quello che si
è detto, al fine di garantirne la validità, la corretta ese-
PROFESSIONE
L’AUDIOPROTESISTA
cuzione e l’autenticità. Il rischio di perdere energie e
risorse investite in un progetto che sulla carta meravigliava, non può terminarsi con un nulla di fatto o finire
dimenticato tra l’indifferenza generale.
Questa fase deve esigere che si presti la massima attenzione e serietà nella determinazione delle basi e dei soggetti atti ad accompagnare il percorso di competenza in
questa delicata fase istruttoria.
Dalla valutazione sono emersi diversi modelli:
• la definizione di un MODELLO OMOGENEO di
competenze condiviso;
• la definizione di un SISTEMA CHE RICONOSCA
DEGLI STANDARD di unità formative capitalizzabili;
• la costruzione di un SISTEMA NAZIONALE OMOGENEO di certificazione;
• la realizzazione di un SISTEMA DI RICONOSCIMENTO di crediti.
Gli standard definiscono la competenza e misurano il
grado di applicazione della stessa ed inoltre gli obiettivi verso cui deve arrivare l’apprendimento e lo sviluppo
delle nuove abilità.
La valutazione delle competenze dei “professionisti
della salute” è sicuramente un fattore strategico per
l’eccellenza del sistema sanitario nazionale. quindi noi
audioprotesisti non dobbiamo rischiare di perdere
questa opportunità offerta dall’eccellenza della nostra
professione.
È opportuno ricordare che l’audioprotesista quale
“Professionista della Salute” è un attore fra tanti altri e
la sua azione s’intreccia, a volte si scontra con quella
della scuola, della famiglia, della comunità locale e dei
mezzi di comunicazione.
All’audioprotesista non basta possedere valide competenze tecnico-scientifiche, per poter gestire processi
multidisciplinari che tengano conto della centralità
della persona. Inoltre occorre avere la padronanza di
linguaggio che permetta un’efficace comunicazione
oltre alla conoscenza di modelli di progettazione dell’attività. Infine è importante la valutazione finalizzata al
miglioramento continuo della qualità dell’assistenza
orientata ad un reale guadagno di salute del cittadino.
43
Far coincidere i bisogni di salute del cittadino con il
bisogno del singolo professionista che deve sentirsi
sempre adeguato e preparato ad affrontare e risolvere
ogni problema.
Nel nostro ordinamento giuridico e professionale non
sono presenti concetti di sistematicità e periodicità nella
valutazione del professionista che, una volta in possesso dei requisiti formali richiesti per l’esercizio della relativa professione (diploma abilitante e iscrizione all’albo
professionale), mantiene per tutta la vita professionale
la condizione di “esperto” dell’area di competenza e di
esclusività professionale.
L’insieme della mappa delle competenze unito alla
formazione continua in ambito medico Ecm possono
divenire uno strumento cardine al fine di garantire
quella formazione continua, finalizzata a migliorare
le competenze e le abilità tecniche, cliniche e manageriali e a supportare i comportamenti degli operatori sanitari con l’obiettivo di assicurare efficienza,
appropriatezza, sicurezza ed efficacia; come sancito
dal D.Lgs. 502/92 e successive modificazioni.
Il sistema Ecm + Mappa delle Competenze riguarda
anche quei liberi professionisti (come noi), che possono trovare in esso un metodo di approfondimento
continuo e uno strumento di attestazione della propria costante riqualificazione professionale.
Per questo motivo, mi sento di sostenere che il nuovo
audioprotesista deve essere inserito in un percorso continuo di valutazione e riconoscimento dello stato di
mantenimento delle proprie competenze e la mappa
delle competenze è (uno) strumento di scopo. ■
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PROFESSIONE
L’AUDIOPROTESISTA
> Varate le norme europee sul controllo di qualità che uniformano
i servizi degli audioprotesisti e delle aziende degli Stati membri<
UNI EN 15927:
riconosce
e premia il
nostro impegno
in Europa
45
Assicurare la soddisfazione del cliente e garantirgli tutti
gli elementi essenziali del servizio in tutta Europa: questo l’obiettivo della nuova norma UNI EN 15927 “Servizi offerti dagli audioprotesisti”, relativa ai servizi
offerti alla maggioranza degli ipoacusici dagli audio
protesisti - o dottori in tecniche audioprotesiche - che si
occupano della correzione dei deficit uditivi tramite
interventi riabilitativi.
Elaborata dal Comitato tecnico europeo CEN/TC 380
“Project Committee - Hearing aid specialist services” e
recepita a livello nazionale dalla Commissione UNI
“Acustica e vibrazioni”, la UNI EN 15927-2010 si inserisce nella famiglia di norme sul controllo qualità, ma
non si sovrappone ad esse, bensì le integra, cercando di
dare una uniformità nei servizi offerti dagli audioprotesisti e relative aziende.
PROFESSIONE
L’AUDIOPROTESISTA
Nello specifico, la norma riguarda:
- gli aspetti gestionali/organizzativi (accoglienza e orari);
- quali sono i diritti del consumatore e come si applicano;
- le procedure applicative;
- la preparazione specifica di chi lavora nell’azienda
audioprotesica;
- le informazioni su chi può applicare gli apparecchi
acustici.
La norma europea specifica i requisiti del processo di
fornitura degli apparecchi acustici a partire dal primo
contatto con il cliente, ma anche nel rapporto a lungo
termine. Definisce inoltre i requisiti relativi all’istruzione, alle apparecchiature, al codice di condotta. Il
sistema di gestione per la qualità, con l’obiettivo di
assicurare la soddisfazione del cliente e di trattare in
modo esauriente gli elementi del servizio, è parte
essenziale dei requisiti.
La UNI EN 15927 riguarda i
servizi offerti alla maggioranza degli ipoacusici. Va
però considerato che esistono gruppi di persone, quali i
sordi e i bambini, come pure
persone con più disabilità associate e persone con apparecchi acustici impiantati, che hanno esigenze che
vanno oltre a quelle considerate nella norma. ■
IL COMMENTO
La norma Uni EN 15927- “Servizi
offerti dagli audioprotesisti”, è la
versione ufficiale italiana della norma europea EN15927 (edizione
agosto 2010) in lingua inglese. La
norma ha come obiettivo quello di
assicurare la soddisfazione del cliente e di garantirgli tutti gli elementi
essenziali del servizio in tutta Europa, in ossequio alla libera circolazione di persone, servizi e merci.
La norma è centrata sui servizi offerti alla maggioranza degli ipoacusici. Va notato che volutamente
non riguarda gruppi specifici di persone quali i sordi e i bambini, e le
persone con più disabilità associate o le persone con apparecchi acustici impiantati, che hanno esigenze che vanno oltre quelle basilari
qui considerate. La norma riguarda, invece, gli aspetti gestionali/or-
ganizzativi (accoglienza e orari) e
comunicativi dell’azienda audioprotesica; sottolinea i diritti del consumatore e come si applicano; le procedure applicative; la preparazione
specifica di chi lavora nell’azienda
audioprotesica; le informazioni su
chi ha titolo per applicare gli apparecchi acustici. È stata promossa da AEA: Associazione Europea
Audioprotesisti, ed ha coinvolto tutti gli Enti Normativi (EN) dell’Europa a 27 membri con conseguente
confronto di molti audioprotesisti e
metodologie/filosofie distributive esistenti nei vari Paesi, oltre alle rappresentanze delle associazioni degli ipoacusici e dei consumatori.
Dopo un percorso di oltre 3 anni
di dibattiti è stata prodotta la norma che permette agli ipoacusici e
agli audioprotesisti di conoscere
46
meglio quali siano i rispettivi diritti/doveri; permette inoltre di confrontare
con uno standard essenziale l’offerta commerciale ed unificare l’essenza delle professionalità per compararle/equiparale verso l’alto, nell’ottica di
una maggiore chiarezza verso il
cliente.
Franco Gandolfo
Pensato
P
ensato p
per
er un
un udito
udito di
di prima
pr ima cclasse
lasse
n
n
nn
n
nn
nn
MicroChip ppiù
MicroChip
iù ev
evoluto
oluto e ppotente
otente ddel
el m
mercato
ercato
metadati
IInterscambio
nterscambio bbinaurale
inaurale ddii ddati
ati e m
etadati
SStereoZoom
tereoZoo
o m bbinaurale
inaurale pe
perr ffocalizzare
ocalizzare llaa ssingola
ingola vvoce
oce ddii iinteresse
nteresse
per
aauto
uto ZZoomControl
o mControl bbinaurale
oo
inaurale pe
er ffocalizzare
ocalizzare llee vvoci
oci aanche
nche llaterali
aterali o pposteriori
oste
FFlexControl
lexControl per
per rispondere
rispondere alle
alle necessità
necessità d‘ascolto
d‘ascolto dell‘utente
dell‘utente
wireless
TTecnologia
ecnologia w
ireless per
per connessioni
connessioni audio-stereo
audio-stereo
Veramente
Ve
ramente binaurale.
binaurale. Intelligenza
Intelligenza adattiva.
adattivaa. ContourDesign.
ContourDesign.
www.phonakpro.it
PPhonak
honak A
Ambra
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Un design
desig n brillante
br illante sposa
sposa la
la tecnologia
tecnolog ia SSpice
pice
n
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MicroChip ppiù
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Audéo
Audéo S SSMART
MART
Tecnologia
T
ecnolog ia aavanzata
vanzata in
in perfetto
perfetto equilibrio
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nn
nn
n
nn
nn
Perfettoo equilibrio tra prestazio
Perfetto
prestazioni
oni e prezzo
Innovaz
ioni microfoniche direz
ionali con trasmissione dati real-audio
Innovazioni
direzionali
evoluto
mercato
Miicrochip
crochip ppiù
iù ev
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otente ddel
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Nuovo livello di gestione intel
lligente del controllo ddel
el volume
intelligente
TTecnologia
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ireless per
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audio-stereo
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Conveniienza, design all‘avangu
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nte del mercato
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alità di eccellenza nel segmento entry-level
Ampia gamma
g
di stili, modellii e colori
Tecnolo
gia wireless per conne
essioni audio-stereo
Tecnologia
connessioni
TTecnologia
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honak C
Cassia
a s s ia m
microM
icroM
I NUOVI PROTAGONISTI
L’AUDIOPROTESISTA
> Aspetti differenziali nel trattamento post-chirurgico <
La
protesizzazione
acustica nella
malattia
otosclerotica
In questo studio ho incentrato l’attenzione sul quadro
audiometrico otosclerotico di tipo misto, andando a valutare le differenze di approccio ed il conseguente recupero audioprotesico tra due classi di pazienti: il primo gruppo costituito da coloro che avevano intrapreso preventivamente un percorso di terapia chirurgica tramite stepedotomia e successivamente hanno deciso di sottoporsi
anche a protesizzazione acustica per insoddisfazione sul
recupero quantitativo/qualitativo del danno; il secondo
gruppo composto da pazienti che non si erano sottoposti
a intervento chirurgico ma che hanno intrapreso da subito un percorso di recupero uditivo protesico.
I soggetti sono stati divisi in due gruppi:
GRUPPO 1: pazienti otosclerotici con ipoacusia di tipo
misto non sottoposti ad intervento chirurgico;
GRUPPO 2 : pazienti otosclerotici con ipoacusia di tipo
misto sottoposti a pregresso trattamento chirurgico e
successiva protesizzazione acustica.
Il nostro obiettivo è stato quello di analizzare questi
diversi campioni in relazione al processo di protesizzazione eseguito.
Per questo lavoro sono stati arruolati un totale di dieci
pazienti con otosclerosi bilaterale suddivisi nel seguente modo: 5 pazienti con ipoacusia di tipo misto non sottoposti a trattamento chirurgico (GRUPPO 1) e 5
pazienti con ipoacusia mista sottoposti a pregressa stapedotomia (GRUPPO 2).
di Lorenzo Cortese
Il PTA medio pre-intervento era di circa 65-70 dB con
un’audiometria vocale compromessa. Le procedure chirurgiche hanno avuto esisto positivo in tutti i 5 casi. I
controlli post-operatori a 3 e a 6 mesi mostravano
miglioramenti audiometrici con un incremento della
soglia per via aerea di circa 25-30 dB rispetto al controllo pre-operatorio; si evidenziava inoltre un residuo
danno di percezione con caduta del tracciato audiometrico sulle medio-alte frequenze. Per tale motivo erano
stati tutti protesizzati con protesi di tipo digitale a tecnologia open per raggiungere una migliore equalizzazione a carico delle medio-alte frequenze ed ottenere
quindi un conseguente miglioramento a carico proprio
di quelle sonorità ritenute indispensabili per la discriminazione verbale.
Tutti i pazienti sono stati trattati con cicli di adattamento alla terapia protesica, seguendo quella che è la prassi e la tempistica delle prime protesizzazioni.
I pazienti del GRUPPO 1, ovvero coloro affetti da otosclerosi con ipoacusia di tipo misto non sottoposti ad
intervento chirurgico, hanno evidenziato una buona
capacità di recupero uditivo e di adattamento all’amplificazione sonora prodotta dalle protesi. Alla fine del
processo di centratura dei parametri psico-acustici,
questo campione di pazienti ha presentato un recupero
uditivo che va dall’85 al 90% per ciò che riguarda la
quantità ed il 70-75% per quanto concerne la qualità.
Tutti i soggetti appartenenti ai due gruppi sono stati sottoposti ad esame audiometrico tonale e vocale con e
senza protesi in campo libero come di seguito riportato:
GRUPPO 1: pazienti con otosclerosi mista non operati.
I 5 pazienti presi in esame sono stati sottoposti ad esami
di routine quali audiometria tonale, audiometria vocale
ed impedenzometria che hanno evidenziato i seguenti
dati: PTA medio intorno ai 65 dB con via ossea che
oscilla tra 30 e 35 dB, ed esame vocale che evidenzia
una curva più obliqua del normale con soglia di intellezione non raggiunta in un caso. Sono stati tutti protesizzati con protesi di tipo digitale.
GRUPPO 2: pazienti con otosclerosi mista sottoposti a
stapedotomia.
Tutti e 5 i pazienti erano stati precedentemente sottoposti ad intervento chirurgico di stapedotomia bilaterale.
51
I NUOVI PROTAGONISTI
L’AUDIOPROTESISTA
Il GRUPPO 2, composto da pazienti con quadro audiometrico di ipoacusia mista sottoposti ad intervento di
stapedotomia con esito positivo, ha mostrato recuperi
uditivi ottimi, nell’ordine del 95-100% di quantità e del
70-75% per quanto riguarda la qualità.
Dai dati risulta quindi che, a parità di ipoacusia, un
paziente sottoposto ad intervento chirurgico e successivamente a protesizzazione acustica, ha un recupero leggermente migliore di un paziente nelle medesime condizioni non operato. Questa differenza si esprime però solo
a livello di recupero quantitativo, in quanto gli aspetti
qualitativi sono espressione diretta della riserva cocleare
residua ugualmente compromessa nei due gruppi.
La differenza fondamentale evidenziata a livello di
gestione del fitting protesico consiste nel fatto che i
pazienti operati hanno raggiunto i risultati prefissati con
un minor impiego di amplificazione, sia per minor
necessità, sia per i rischi legati ad essa. Infatti un paziente sottoposto ad intervento non presenta più alcun tipo
di blocco stapedo-ovalare e quindi nessuna protezione
dai suoni forti, comportando notevoli rischi di esposizione traumatica. Tutto ciò significa che l’apparecchio
acustico deve lavorare con un rapporto di compressione
molto alto e non può erogare quantità di suono elevate.
Diversamente, i pazienti non operati conservano il bloc-
53
I NUOVI PROTAGONISTI
LORENZO CORTESE
Nato a Roma il 15 aprile
1987, ha conseguito il titolo
di dottore in Tecniche
Audioprotesiche presso
l’Università di Roma Tor
Vergata. Nei tre anni di studi
ha svolto attività di tirocinio
ospedaliero, coordinato dalla
dottoressa Maria Luisa Fanari,
presso il Policlinico di Tor
Vergata, l’Ospedale militare
Celio, l’Ospedale Bambino
Gesù di Roma e l’Ospedale
Gemelli. Il tirocinio
audioprotesico è stato
effettuato presso importanti
aziende nazionali.
co stapedo-ovalare che causa uno slittamento della
soglia UCL (unconfortable level), permettendo all’apparecchio acustico di lavorare anche ad intensità elevate
senza causare problemi o rischi per l’udito del paziente.
Per tale motivi quindi non si evidenzia una rilevante
differenza nel recupero qualitativo tra i pazienti del
GRUPPO 1 e quelli del GRUPPO 2. Un paziente con
una discriminazione vocale che non raggiunge il 100%,
non potrà mai migliorare con una maggiore amplificazione dei suoni, né tanto meno con un intervento chirurgico. Il paziente potrà semplicemente raggiungere il
massimo della sua capacità discriminativa ad una intensità sonora più bassa.
Da questo lavoro si evincono dunque dei dati interessanti: i pazienti di entrambi i gruppi analizzati si sono
rivelati ottimi candidati alla protesizzazione acustica,
ma con delle differenze tra di essi sia per quanto riguarda la strategia protesica da adottare, sia per quanto concerne l’entità del recupero garantito attraverso la protesizzazione acustica.
Lo studio riportato, sebbene troppo limitato per avere
valore statistico, evidenzia comunque i percorsi e le problematiche che si possono attendere nella procedura di
protesizzazione di un paziente affetto da otosclerosi. ■
Avete mai pensato a quante persone hanno
ritrovato il piacere di sentire meglio
grazie all’esperienza e alla tecnologia Maico?
Il MONDO MAICO
cresce e si rinnova
Dal 1937 non ci siamo mai fermati: una
continua evoluzione che ci porta oggi
a presentare il nostro nuovo
M a i c o : A p p a re c c h i A c u s t i c i d i q u a l i t à
SALUTE
L’AUDIOPROTESISTA
> È la prima e unica esperienza di questo genere <
Importante
indagine sugli
ausili per l’udito
nella Asl di
Mantova
I consumi di protesi acustiche
Le protesi fornite dall’Asl sono di differenti tipologie, i
cui consumi e le relative spese sono indicate nella
Tabella 1. La spesa relativa alla protesizzazione acustica
si concentra maggiormente sugli apparecchi (protesi
acustiche), ma si evidenzia un aumento molto forte per
la quantità d’impianti e la conseguente spesa per le parti
esterne di ricambio degli impianti cocleari, qui definite
esoprotesi. Nella Figura 1 si rappresenta la spesa divisa
per tipologia d’intervento.
Nella Tabella 2 e nella Tabella 3 si riporta la frequenza
assoluta e poi il tasso per 100.000 assistibili degli interventi di ogni tipologia, all’interno delle differenti classi
di età degli assistibili dell’Asl di Mantova, in totale
412.026 persone.
Da queste tavole emerge che i consumi in termini di
numero di assistiti si concentrano per tre quarti nelle
due classi di età più anziane, oltre i 65 anni, ma i tassi di
frequenza degli ultraottantenni superano di circa tre
volte quello della classe immediatamente inferiore.
Gli anziani ricorrono meno spesso alla riconducibilità, il
che li autorizza a richiedere al Ssn le riparazioni, che
non sono concesse per il riconducibile. Inoltre si può
ipotizzare che gli anziani siano meno abili nella gestione
dell’apparecchio ed abbiano maggior bisogno di riparazioni, la cui spesa resta molto ridotta rispetto al totale.
di Paola Chiericati
Laurea in Scienze dei Servizi Sociali e Sanitari e
Laurea Magistrale in Economia e Diritto per le
Imprese e le Pubbliche Amministrazioni
Introduzione
Nell’ambito del Ssn, sulla base del DM 332/99, è possibile erogare ausili protesici con oneri a carico delle Asl
di residenza dell’assistito. Il seguente lavoro analizza i
consumi di ausili per l’udito riferiti agli anni 2008, 2009
e 2010 (di cui gli ultimi tre mesi stimati) relativi all’Asl
lombarda di Mantova. I dati elaborati provengono dalla
banca dati della suddetta ASL e sono stati utilizzati per
una tesi di laurea. Le tabelle di seguito riportate presentano i dati relativi al numero di assistibili a cui sono stati
erogati ausili per l’udito e il relativo costo.
TABELLA 1 Distribuzione della spesa per tipologia di protesi
2008
assistiti
spesa €
Comunicatore
1
799,42
Sist. Trasm. Suono
2
2.603,48
Protesi Acustiche
449
559.809,46
Riparazioni e Aggiuntivi
137
27.817,29
Esoprotesi
2
21.840,00
Accessori Esoprotesi
8
968,69
Apparecchi acustici
Gli assistiti che hanno ricevuto un apparecchio o un
binaurale negli anni 2008, 2009 e 2010 sono stati
rispettivamente 449, 396 e 484 (quest’ultimo dato
comprende una stima per gli ultimi tre mesi sulla base
2009
assistiti
1
3
396
131
5
11
*di cui gli ultimi 3 mesi stimati su base media trimestrale
56
spesa €
799,42
6.959,69
489.863,50
23.291,81
47.150,48
3.281,20
2010*
assistiti
0
5
484
113
9
11
spesa €
0,00
11.888,28
596.114,19
21.331,40
83.778,24
8.801,17
SALUTE
L’AUDIOPROTESISTA
FIGURA 1 Distribuzione della spesa per tipologia di protesi
700.000
600.000
Protesi acustiche
Protesi acustiche
Protesi acustiche
500.000
400.000
Comunicatore
Sist. Trasm. Suono
Protesi acustiche
300.000
Esoprotesi
Accessori Esoprotesi
200.000
Esoprotesi
100.000
Esoprotesi
Esoprotesi
0
Spesa €
Anno 2008
Spesa €
Anno 2009
Spesa €
Anno 2010
TABELLA 2 Frequenza annua degli interventi di varie tipologie, per classi di età, nel triennio 2008-2010
Denominatori (Anagrafe Assistibili dicembre 2009)
0-14
15-49
50-64
65-79
>80
totale
55.787
188.865
78.069
61.699
27.606
412.026
2008 Assistiti mediante le varie tipologie di protesi e riparazioni
39
52
55
178
277
601
2009 Assistiti mediante le varie tipologie di protesi e riparazioni
38
55
45
181
229
548
2010 Assistiti mediante le varie tipologie di protesi e riparazioni
41
72
51
201
261
627
TABELLA 3 Tassi di assistiti mediante le varie tipologie (di protesi e riparazioni) per classi di età per 100.000 assistibili
Anno 2008 tasso su 100.000 assistibili
69,9
27,5
70,5
288,5
1003,4
145,9
Anno 2009
68,1
29,1
57,6
293,4
829,5
133,0
Anno 2010
74,1
38,1
64,9
326,3
946,7
152,1
della proporzione 9:12, in quanto l’andamento non
risente di stagionalità) su una popolazione totale di
412.026 assistibili con una percentuale così ripartita:
- 1,09 per mille anno 2008
- 0,96 per mille anno 2009
- 1,17 per mille anno 2010
Dalla spesa media per ogni persona si desume che il
rapporto fra apparecchi forniti e persone protesizzate
(coefficiente binaurale) è poco superiore a 1,6 confer-
57
mando il dato medio nazionale pari a 1,6 dichiarato
dalla categoria degli audio protesisti, Anap.
È significativo notare l’incidenza delle richieste relative
ad utenti ultra 65enni i quali, proprio in considerazione
dell’età, soffrono di ipoacusie neurosensoriali, fra le quali
le più frequenti sono la presbiacusia, nella quale il deficit
è dovuto all’invecchiamento ed alla progressiva diminuzione di cellule uditive e l’ipoacusia da rumore che si presenta negli ambienti di vita delle società industrializzate.
SALUTE
L’AUDIOPROTESISTA
TABELLA 4 Distribuzione per classi di età degli assistiti che hanno ricevuto apparecchi acustici ed esoprotesi
2008
2009
2010*
protesi acustiche
protesi acustiche
protesi acustiche
0-14
16
15
16
15-49
31
27
44
50-64
40
26
40
65-79
139
144
164
oltre 80
223
184
220
*di cui gli ultimi 3 mesi stimati
449
396
484
0-14
15-49
50-64
65-79
oltre 80
*di cui gli ultimi 3 mesi stimati
2008
esoprotesi
2
0
0
0
0
2
2009
esoprotesi
2
2
1
0
0
5
Nella Tabella 4 si esamina la distribuzione per classe di
età degli assistiti che hanno ricevuto uno o due apparecchi acustici. Anche nel caso degli apparecchi acustici il fattore età assume una rilevanza notevole, ancor più
importante del caso precedente, riferito a tutte le prestazioni e tipologie di protesi e di riparazioni.
Dalla Tabella 4 emerge che i protesizzati con apparecchi
acustici delle due classi di età al di sopra di 65 anni
sono nella media del triennio oltre 80% del totale degli
utenti. Al contrario per le esoprotesi, i bambini monopolizzavano questa prestazione nel 2008, che nel biennio successivo si è estesa anche agli adulti.
I dati della Tabella 4, riferiti esclusivamente alle persone che hanno usufruito di apparecchi acustici, sono evidenziati nella Figura 2.
La frequenza di assistiti che hanno ricevuto protesi acustiche si rileva dalla Tabella 5, dove si calcola la frequenza delle persone alle quali sono stati erogati uno o
due apparecchi acustici su 100.000 assistibili.
Fra coloro che ricevono apparecchi acustici, soltanto
meno del 10% ha un’età inferiore ai 65 anni.
2010*
esoprotesi
3
5
0
1
0
9
Questa assistenza si concentra in modo elevatissimo
sulle persone anziane, con un aumento esponenziale
rispetto al procedere dell’età. Resta tuttavia il fatto che
la fornitura pubblica e privata degli apparecchi acustici
nel nostro Paese è molto più bassa di quello registrato
nella media europea, nonostante l’invecchiamento maggiore della nostra popolazione. ■
FIGURA 2 Distribuzione per classi di età di assistiti che
hanno ricevuto apparecchi (protesi acustiche)
TABELLA 5 Distribuzione per classi di età degli assistiti che hanno ricevuto apparecchi acustici per 100.000 assistibili
CLASSI ETÀ
0-14
15-49
50-64
65-79
più di 80
2008
28,7
16,4
51,2
225,3
807,8
2009
26,9
14,3
33,3
233,4
666,5
2010
28,7
23,3
51,2
265,8
796,9
59
SCIENZA
L’AUDIOPROTESISTA
> ”Il bambino si costruisce un modello interno di se stesso
in base a come ci si è presi cura di lui”, J. Bowlby <
Il consenso
informato
ai minori:
INTRODUZIONE
Non è trascorso molto tempo da quando, nel nostro
Paese, si è diffuso il convincimento che i trattamenti
sanitari non possono essere attuati senza il consenso
informato del paziente. La letteratura al riguardo, ma
anche la giurisprudenza e, soprattutto, la pratica
medica ne forniscono ampia testimonianza. L’Italia
non costituisce un fenomeno isolato nel mondo occidentale, essendosi la regola del consenso informato
diffusa in tutta questa parte di mondo. Sono i percorsi che i diversi Paesi hanno seguito per addivenire a
tale regola che sono particolari e differenziati, in quanto hanno dovuto adattarsi al sistema ed alla cultura
giuridica propri di ognuno di essi. La particolare natura del diritto alla salute e del suo esercizio e, soprattutto, la connessione fortissima che lo correla al corpo
ed alla libertà della persona ha ben presto aperto la
questione del consenso informato anche riguardo ai
pazienti considerati incapaci di agire dal diritto
(pazienti privi temporaneamente o stabilmente di
coscienza e pazienti minorenni) e, quindi, ritenuti
incapaci di consentire. In generale, si tende a superare la questione, facendo ricorso all’istituto della rappresentanza legale, che autorizzerebbe, appunto, il
rappresentante legale a prestare il consenso in luogo e
per conto della persona incapace. Al di là dei suoi
significati etici il consenso informato rappresenta
ormai uno degli elementi fondamentali della “qualità
in sanità”, strada imboccata con decisione dal nostro
Servizio Sanitario Nazionale. Dopo la sua nascita nel
1978 è andata progressivamente emergendo l’esigenza
di una sua modifica; in particolare, si è delineata l’importanza che spetta alla promozione della qualità delle
attività sanitarie, attraverso la costante attenzione agli
effetti delle cure prestate e alla modalità di erogazione
delle stesse, nonché alla soddisfazione dell’utente. Per
poter valutare le diverse facce della qualità nei servizi
sanitari, oltre alla dimensione strettamente professionale, non può essere trascurata quella relazionale, che
poi è quella che generalmente viene meglio percepita
dal paziente. Non basta infatti verificare la qualità tecnica dell’esito di una procedura (l’efficacia), ma si deve
anche approfondire la natura e la qualità del rapporto
con il paziente e con la sua famiglia.
riflessioni sulla presa
in carico del
bambino nell’iter
riabilitativo
di M. Bellantoni
TNPEE, Scienze della Riabilitazione, Roma
A. Virgili
T.D.R., Roma
S. Mauriello
Medicina Legale. Università degli Studi
di Roma, Tor Vergata
Un esempio emblematico ci è dato appunto dal consenso informato: compito del sanitario sarà quello di evitare una deriva contrattualistica di questo concetto e favorire il recupero del suo significato più alto, che non sta
tanto nel “consenso” quanto nell’“informare”.
Oggi è possibile affermare che la Riabilitazione è il frutto di una cooperazione all’attività curativa che deve passare attraverso una fase conoscitiva, essenziale per
entrambi i protagonisti della cosiddetta alleanza terapeutica. Proprio prendendo atto dell’asimmetria del rapporto tra sanitario e paziente e di quella ovvia, naturale
situazione di inferiorità in cui si viene a trovare il secondo nei rapporti con il primo, il legislatore ha avuto il
principale compito di ridurre tale squilibrio, formulando le norme di comportamento a cui i sanitari si impegnano ad attenersi.
61
SCIENZA
L’AUDIOPROTESISTA
L’intento di questo lavoro vuole avere la prerogativa dunque di realizzare una riflessione sull’uso del consenso
informato ai minori, nell’ambito della Riabilitazione, sia
da parte dei Genitori che dei Neuropsichiatri infantili.
Abbiamo effettuato un’indagine finalizzata a valutare
non solo le modalità di informazione e di acquisizione
del consenso informato ma che sottolinei un confronto
tra i soggetti in questione per ricavarvi quali siano gli
effettivi esiti qualitativi, all’interno di una struttura clinico-riabilitativa nella presa in carico di un bambino e sulle
eventuali criticità che possono derivare dall’intraprendere un iter riabilitativo in cui l’informazione iniziale, realizzata appunto attraverso il Consenso, non sia stata
pienamente esauriente e non abbia avuto quei risvolti
esplicativi che invece ci si attende.
L’esperienza condotta, pertanto, offre interessanti dati
conoscitivi che, consentono di formulare alcune considerazioni, nel tentativo di ricondurre il tema dell’informazione e del consenso all’interno di un contesto di presa in carico che sia il più possibile soddisfacente per le famiglie dei pazienti in questione ed abbia
un riscontro positivo per il sanitario che è responsabile di un iter clinico-riabilitativo determinante per la
vita del bambino.
È stato proposto un questionario ad un campione di 100
genitori di utenti che afferiscono ad un centro di
Riabilitazione di Roma per effettuare un trattamento riabilitativo ed un questionano ad un campione di 15 NPI,
che operano all’interno di diverse strutture clinico-riabilitative distribuite sul territorio della Regione Lazio.
3. All’atto del consenso informato, che tipo di altre
informazioni avreste voluto avere riguardo l’iter clinicoriabilitativo di vostro figlio?
1. Maggiori informazioni sulla diagnosi
2. Maggiori informazioni sul tipo di trattamento clinico-riabilitativo
3. Maggiori informazioni sugli esiti del trattamento
4. Tutte e tre le opzioni
5. __________________________________________
4.Vi sono state prospettate delle soluzioni terapeutiche
alternative in termini d’integrazione dell’iter riabilitativo che avete intrapreso?
1. SI
2. NO
3. NON NE HO FATTO RICHIESTA
4. __________________________________________
5. Siete soddisfatti della presa in carico che vi è stata
proposta all’interno del Centro di Riabilitazione da voi
scelto?
1. SI
2. NO
3. IN PARTE
4. __________________________________________
6. Vi è coerenza con ciò che vi è stato prospettato al
momento del Consenso Informato, riguardo l’esito riabilitativo di vostro figlio?
1. SI
2. NO
3. NON SEMPRE
4. __________________________________________
LO STUDIO ATTRAVERSO IL SONDAGGIO
QUESTIONARIO SOMMINISTRATO AI GENITORI
1. Conoscete l’importanza del Consenso Informato che
vi viene consegnato in prima visita?
1. SI
2. NO
3. IN PARTE
4. __________________________________________
2. Il Neuropsichiatra che lo consegna vi dà informazioni esaustive al riguardo?
1. SI
2. NO
3. NON SEMPRE
4. __________________________________________
63
7. Proporreste eventuali iniziative volte a migliorare l’aspetto qualitativo dell’iter clinico-riabilirativo di vostro
figlio qualora ve ne fosse la possibilità?
1. SI
2. NO
3. SE SI, QUALI?
4.__________________________________________
QUESTIONARIO PER I NEUROPSICHIATRI INFANTILI
1. Nella vostra Unità Operativa è utilizzato un modulo
scritto di Consenso Informato ai minori?
1. SI
2. NO
3. NON SEMPRE
SCIENZA
L’AUDIOPROTESISTA
2. Nella vostra opinione cosa rappresentano i moduli di
Consenso Informato?
____________________________________________
3. Nella vostra opinione i moduli di Consenso
Informato sono necessari ai (mi di un esito riabilitativo
pii qualitativo?
1. SI
2. NO
3. NON NECESSARIAMENTE
4. Viene prefigurata la possibilità al paziente di chiedere in qualsiasi momento ulteriori spiegazioni?
1. SI
2: NO
3. NON SEMPRE
5. Oltre all’informazione generica sul trattamento riabilitativo che il bambino dovrà effettuare, vengono presentati anche dati sugli esiti?
1. SI, SEMPRE
2. NO, MAI
3. DIPENDE DALLE SINGOLE SITUAZIONI
6. Nella vostra Unità Operativa sono state intraprese
iniziative sperimentali sul Consenso Informato, più in
generale, sulla relazione medico-paziente?
1. SI
2. NO
7. A vostro parere l’utilizzo del modulo di Consenso
Informato garantisce un’informazione:
1. SUFFICIENTE
2. INSUFFICIENTE
3. ALTRO
SI
70%
NO
12%
NON SEMPRE
18%
Nel terzo quesito abbiamo voluto indagare su quali
altre reali informazioni il genitore avrebbe voluto
avere riguardo l’iter clinico-riabilitativo del proprio
figlio, non contenute invece nel consenso informato.
Ne risulta che il 26% vorrebbe saperne di più sugli
esiti che il trattamento riabilitativo comporta. Il 19%
vorrebbe avere più informazioni sulla tipologia del
trattamento ed il 17% vorrebbe avere più dettagli sulla
diagnosi del proprio bambino. I dati raccolti dalle
risposte a questo interrogativo sono significativi in
quanto ci danno l’idea della reale efficacia che l’atto
del Consenso Informato produce in prima visita. Il
Genitore, richiede esplicitamente di avere un’informazione che sia il più integrale ed esaustiva possibile sull’iter riabilitativo che farà intraprendere al proprio
figlio, vuole essere messo al corrente di tutti gli aspetti che questo lungo e determinante percorso che sta
per intraprendere comporta.
I risultati più significativi
Sondaggio Genitori
Il secondo quesito proposto ai genitori chiede se le informazioni ricevute dal Neuropsichiatra Infantile sono
esaustive rispetto a quanto emerge nel primo colloquio
di presa in carico. Il 70% risulta essere soddisfatto, il
18% sembra avere delle incertezze in merito.
64
Diagnosi
17%
Tipo trattamento
19%
Esiti
26%
Tutte
23%
Aperta
9%
Nessuna risp.
6%
SCIENZA
L’AUDIOPROTESISTA
Con il settimo quesito si richiedono quali eventuali iniziative volte a migliorare l’aspetto qualitativo dell’iter
clinico-riabilitativo del proprio figlio vorrebbero proporre qualora ve ne fosse la possibilità. Il 43% risulta
pienamente soddisfatto e non intende proporre alcun
tipo di iniziativa. Mentre un 57% proporrebbe la possibilità di avere una maggiore integrazione tra le figure
dell’equipe che ruotano attorno al bambino, terapista,
NPI, psicologo, pedagogista, scuola, famiglia, coinvolgendo a 360° tutti gli operatori, attivando così, maggiori strategie cliniche, terapeutiche, pedagogiche che possano favorire l’evoluzione della malattia in termini di
qualità di vita da garantire al piccolo paziente.
Contratto informativo
Tutela legale per la struttura
85%
Atto burocratico che sancisce formalmente la presa in carico 15%
Il settimo quesito valuta il parere dei NPI su1 tipo
d’informazione che effettivamente garantisce il
Consenso Informato utilizzato.
Per il 62% esso fornisce un’informazione sufficiente
all’iter riabilitativo, per il 19% risulta essere insufficiente e per un altro 19% deve garantire prevalente- niente
una continuità informativa nell’iter riabilitativo che
definisca per intero tutti gli elementi essenziali della
presa in carico.
SI
43%
NO
57%
Sufficiente
62%
Quali Più tempi di integrazione tra le figure
18%
Insufficiente
19%
Altro
19%
Continuità nell’iter riabilit.
Sondaggio NPI
La seconda domanda rivolta ai NPJ prevede una risposta aperta e centra l’attenzione sul significato che ha per
loro il Consenso Informato. Ne risulta che per l’85% di
essi il Consenso Informato rappresenta un contratto
informativo che prevede una tutela legale per la struttura nella quale operano. Per il 15% invece, il Consenso è
considerato un atto burocratico che sancisce formalmente la presa in carico del bambino.
65
Modalità informative
Singole situazioni
Conclusioni
L’importanza del coinvolgimento del minore nei processo di formazione del consenso informato ai trattamenti
sanitari che lo riguardano emerge anche dalla “Carta dei
diritti dei bambini in ospedale”, elaborata con l’intervento di quattro importanti ospedali pediatrici italiani e
ufficialmente presentata a Trieste nell’ambito di un convegno dedicato il 10 dicembre 2001.
La Carta stabilisce agli artt. 7 e 8 che “il bambino ha
diritto ad essere informato sulle proprie condizioni di
salute e sulle procedure a cui verrà sottoposto, con un
linguaggio comprensibile ed adeguato al suo sviluppo
e alla sua maturazione. Ha diritto a esprimere liberamente la sua opinione su ogni questione che lo interessa.
SCIENZA
L’AUDIOPROTESISTA
Le opinioni del bambino devono essere prese in considerazione tenendo conto della sua età e del grado di
“maturazione” e che “il bambino ha diritto a essere
coinvolto nel processo di espressione dell’assenso/dissenso alle pratiche sanitarie che 1o riguardano”.
L’importanza della ricerca dell’assenso/dissenso del
minore è determinata, oltre che da un’esigenza di carattere etico-giuridico dalla necessità di far comprendere al
minore stesso ciò che gli sta accadendo.
Sappiamo perfettamente che la presa in carico di un
paziente e nel nostro caso, di un minore, rappresenta
idealmente un luogo del pensiero, uno spazio di consultazione e di contenimento, di supporto e di sostegno, dove possano essere accolti e considerati i molti
problemi sofferti dal bambino e dalla sua famiglia, e
nel quale vengono individuati e proposti gli interventi più idonei per affrontarli e per renderli tollerabili.
Essa rappresenta l’elemento di continuità dell’intero
progetto rieducativo, poiché lo accompagna longitudinalmente dal momento del contratto terapeutico iniziale alla restituzione terminale e lo attraversa diametralmente interessandosi del soggetto, del suo nucleo
familiare, del contesto sociale (scuola ed altre comunità) e del possibile ambiente fisico di vita. Li presa in
carico rappresenta un processo diacrono del quale è
palese l’inizio (accoglienza), mentre non sempre
avviene altrettanto della conclusione (o congedo dal
servizio). Per la restante parte, che in termini di durata e di complessità può essere considerata almeno
quantitativamente la maggiore, la presa in carico, proprio per la sostanziale difficoltà dell’intervento terapeutico di risolvere radicalmente il problema del bambino, rappresenta un intervento di sostegno, tecnico e
terapeutico, il più possibile ampio ed adeguato (dall’accoglienza alla consulenza psicologica, dall’educazione all’assistenza ed all’accudimento) che accompagna il paziente per tutta la sua storia riabilitativa, allo
scopo di favorire uno sviluppo adattivo, interattivo e
reciproco in grado di estendersi “dall’educare il disabile” “all’educare al disabile”.
Ad una specifica figura, in genere al medico, viene
riconosciuta una funzione preminente, riconducibile
alla competenza progettuale dell’intero intervento rieducativo.
La presa in carico tuttavia, può essere intesa come un’interazione di funzioni all’interno della équipe riabilitativa, non essendo àmbito dell’agire di una singola figura
professionale (terapista della riabilitazione, fisiatra, neuropsichiatra infantile, psicologo, assistente sociale ecc.),
67
ma espressione di un processo messo in atto dal gruppo
nel suo insieme. E dunque all’interno di un valido lavoro d’equipe, d’interdisciplinarità che trova il suo vero
successo la presa in carico del bambino.
Nel lavoro effettuato abbiamo voluto riflettere su questi
aspetti, ponendoci dalla parte dei genitori che si trovano a dover affrontare il difficile e tortuoso percorso di
un iter riabilitativo che vedrà lentamente il dipanarsi
della patologia del proprio figlio e pertanto all’attuazione del contratto terapeutico avranno estrema necessità di
fidarsi ed affidarsi a coloro che li supporteranno per
lungo tempo. Contemporaneamente abbiamo sentito il
bisogno di prestare attenzione a coloro che in primis
sono i responsabili dell’inizio ditale importante percorso, i Neuropsichiatri infantili.
La riflessione che parte dalla considerazione del consenso informato, dal suo reale significato, ci ha portato ad
elaborare alcune stime al riguardo ponendo l’attenzione
sugli aspetti qualitativi di una presa in carico globale.
Ne deriva che il genitore, non sempre consapevole dell’importanza del consenso che firma in prima visita,
sente il bisogno di ricevere maggiori conoscenze sulla
patologia del proprio figlio all’atto del contratto.
Sembra emergere infatti un’insoddisfazione di base che
pone notevoli dubbi su quello che sarà il percorso riabilitativo da intraprendere, sugli esiti della patologia,
sul decorso clinico del trattamento. Ne scaturisce spesso un’incoerenza informativa su quanto viene definito
in sede di prima visita che non sembra soddisfare i
bisogni di un genitore, incapace di poter gestire e comprendere il disturbo del bambino e pertanto richiede la
massima disponibilità ed accoglienza del sanitario che
lo riceve e lo conduce ad iniziare il percorso clinicoriabilitativo.
Si delinea inoltre il bisogno di un maggiore lavoro
interdisciplinare che veda coinvolte tutte le figure professionali che ruotano attorno alla vita del bambino:
terapisti, neuropsichiatri, scuola, psicologi, pedagogisti
e famiglia. Un lavoro d’interscambio continuo e coerente che sappia non solo accogliere la patologia del
bambino ma diventi parte integrante di un cammino
lungo e faticoso all’interno del quale la qualità degli
interventi possa realizzare risultati efficaci e determinanti per il futuro del piccolo paziente. Considerando
invece come il Consenso informato viene percepito dai
Neuropsichiatri, sembra risultarne che tale contratto
rappresenti spesso, prevalentemente, un atto burocratico, necessario ai fini legali per la struttura nella quale
viene stipulato e vi si dà un significato informativo
SCIENZA
L’AUDIOPROTESISTA
relativamente agli aspetti formali della presa in carico
senza ribadire tutti quegli elementi chiarificatori che
un genitore necessita invece di sapere.
Non sempre il consenso informato fornisce infatti informazioni esaustive per soddisfare le esigenze del genitore ed il parere dei Neuropsichiatri in merito considera il
consenso uno strumento di sufficiente informazione
per poter intraprendere l’iter riabilitativo, consentendo
poi durante il percorso di ampliare e soddisfare le esigenze dei piccoli pazienti e dei loro genitori.
Da questa riflessione tratta dal significato che diamo in
prima visita al consenso informato è possibile rilevare
quanto il rapporto sanitario paziente possa basarsi ed
instaurarsi prevalentemente attraverso una relazione
basata su un valido modello comunicativo, stabilendo
pertanto un patto di alleanza normato e condiviso.
All’interno di una concezione cooperativa del rapporto
sanitario - genitore è possibile stabilire che cosa sia
meglio per il piccolo paziente, per il suo percorso riabilitativo e quanto un lavoro interdisciplinare possa
influire qualitativamente su tale cammino.
Di fronte alle esigenze di un genitore che affida il proprio figlio agli operatori sanitari si deve necessariamente instaurare un rapporto di fiducia che parta proprio
dal patto di alleanza che il consenso informato stabilisce per dispiegarsi poi per tutto il percorso riabilitativo.
È fondamentale che ci siano alcune abilità-capacità considerate essenziali per garantire questa alleanza:
- Capacità di comunicare ossia di sintonizzarsi a livello
emotivo con il paziente e con la sua famiglia;
- Capacità di praticare l’ascolto e quindi la capacità nell’apprendere, riassumere ciò che il genitore ha comunicato riguardo la malattia del bambino;
- Capacità di condurre il colloquio evitando i rischi di
induzione delle risposte e gli atteggiamenti di ostacolo e chiusura al dialogo;
- Capacità di autosservazione e di controllo del linguaggio
corporeo attraverso il quale vengono considerati gli
stati emotivi del genitore, delle sue apprensioni verso
la malattia del proprio figlio.
Ci rendiamo conto dunque come una valida iniziale
comunicazione all’interno di un ambiente che accoglie
il bambino disabile e la sua famiglia se non sufficientemente supportata può facilmente creare conseguenze irreversibili di incomprensione, insoddisfazione e
malcontenti e di conseguenza una difficile interpretazione del rapporto sanitari-operatori-pazienti-genitori
che dovranno convivere e condividere insieme gli esiti
della patologia. Capire e comprendere le dinamiche
soggettive del paziente e della sua famiglia significa
prendere in considerazione anche il lato emozionale
degli stessi. Pertanto nell’intraprendere la presa in carico si sottolinea la necessità di una specifica capacità e
sensibilità comunicativa di tutti gli operatori sanitari
che devono essere in grado di comprendere le paure, le
ansie, le speranze, la situazione ambientale di un genitore per poter calibrare, su tali basi, l’approccio più adeguato nell’informare e comunicare. In questo modo è
possibile centrare la presa in carico del bambino, il suo
progetto di cura, i suoi rischi, le sue aspettative e debolezze, misurando costantemente gli equilibri, i bisogni
con responsabilità e grande capacità comunicativa.
La presa in carico del bambino deve poter realizzarsi
all’interno di questi equilibri, per capire, sostenere e guidare tutte le esigenze, del bambino, della sua famiglia e
di tutto l’ambiente che lo circonda e che si prende cura
di lui, partendo e procedendo su un approccio comunicativo for-te e globale che si esplichi il più possibile nella
condivisione e partecipazione alla cura del bambino.
In questi termini, crediamo solo in questi termini, il
consenso informato acquista il suo valore più alto e
significativo. ■
Bibliografia
Cillo D.: Progetto di presa in carico della persona con disabilità. Educazione&Scuola. Tribunale di Lecce n. 662, 1997.
Conti A., Delbon P.: La volontà del minore ne/processo di formazione del consenso informato in alcuni trattamenti sanitari. Difesa Sociale - VoI LXXXII n. 6 (2004) pp. 10 1-116.
Di Biase S.: La rilevazione del/a qualità percepita nei servizi riabilitativi ambulatoriali, ICARE Anno 330 n. 4 OttobreDicembre 2008.
Imperiali M.: Il processo di presa in carico in età evolutiva - Comitato Tecnico ANFASS ONLUS.
D’Ivernois J.F., Gagnayre R.: Educare i/paziente - Un approccio pedagogico. Edizione italiana a cura di M. Albano e L.
Sasso.
68
SCIENZA
L’AUDIOPROTESISTA
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Todeschini N.: Consenso Informato: dal buio alla luce. Andata e... pericoloso ritorno? Avv. Gruppo di Ricerca in Scienze
Medico-legali dell’Università di Siena. Pratica Medica e Aspetti Legali 2008; 2 (3): 19:24.
Vicari S., M. Caselli: I disturbi dello sviluppo. Neuropsicologia clinica e Ipotesi riabilitative. Casa Editrice Il Mulino 2002.
Vinci P.: Aspetti medico-legali sul consenso informato - Avv. Patrocinante in Cassazione - Milano 2007.
Zuppiroli A. et al.; Modalità di informazione ed acquisizione del consenso informato. Indagine della Commissione Etica
dell’ANMCO. Management e qualità 2002.
Not a long time ago people in Italy have understood that
health treatments cannot abstract from the informed consent
of the patient. Italy is not an isolated phenomenon in the
Western World, where the informed consent is greatly widespread. The only things that vary among countries are the path
followed to accomplish this, due to the differences in law
systems. The right to health, affecting strongly the body and
the individual freedom of the patient, has extended the issue
of the informed consent also to patients of unsound mind (like
people with temporary loss of consciousness or children).
Informed consent for
under – 18 year old children
Reflections upon children’s clinical follow-up in
the rehabilitative process: a research made on
child psychiatrists and parents.
The issue of the informed consent is strictly connected to the
principle of “quality in health care”. The task of the health
professional is to avoid a conceptualistic drift of this matter
and to help the recovery of its proper meaning, which lies not
as much in the “consent” but more in the “informativity”.
The proposal of this research is to reflect upon the use of the
informed consent for under –18 years old children undergoing
a rehabilitation process, interviewing both parents and child
psychiatrists. This study not only evaluates the methods used
to receive the informed consent, but also compares parent’s and
child psychiatrist’s opinions as regards the quality of it. The
problems related to it have also been analysed, such as a not
exhaustive consent which can hurdle the rehabilitative process.
A questionnaire has been submitted to a sample of 100
parents of patients undergoing a rehabilitative process in the
Rehabilitative Centre in Rome and another questionnaire to a
sample of 15 child psychiatrists who work in different hospitals in Latium.
As regards the results for the parents, they are not always aware
of what the informed consent is, and want to know more about
69
their children’s disease when they sign the contract with the
hospital. Parents also hope for a greater interdisciplinary work
that involve all the health professionals participating to the clinical follow – up of the child: psychoanalysts, neuropsychiatrists, school teachers, pedagogues and family.
Child psychiatrist, on the contrary, consider the informed consent more like a bureaucratic act necessary to the hospital.
Starting from this reflections, it is possible to point out that
the relationship between the patient and the health professional has to be grounded on a valid communicative model, forming a strong (and regulated by law) alliance between them.
Important faculties are essential to accomplish this task, such
as: communicating, listening, holding a conversation, self –
watching and using the body language.
As regards the clinical follow – up, it is necessary that the
health professionals involved understand the fears, the preoccupations, the hopes and the social contest of the parents in
order to communicate with them in the correct way. The clinical follow – up of the child has to develop considering these
issues if health professionals want to understand children,
supporting and guiding them in every need they have with a
communicative approach that allows all the people involved
to participate to their treatment.
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La Competenza è la chiave
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La valutazione psicologica
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La vertigine parossistica posizionale
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cervico-facciale
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DAL MONDO DEI SUONI
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L’AUDIOPROTESISTA
QUANDO I DECIBEL
SONO PERICOLOSI
SORDITÀ E PROBLEMI DI CUORE:
CI PUÒ ESSERE UN NESSO
I rumori troppo forti possono avere un impatto negativo
sull’udito e possono portare alla perdita permanente
della capacità uditiva. Più forte è il rumore, più alto il
rischio del danno e minore è il
tempo in cui si può sopportare il
rumore, prima che l’apparato uditivo ne venga danneggiato. L’idea
che esporsi a rumori forti per
lungo tempo possa causare danni
è ormai nota; ma ciò che forse non
è così chiaro è il modo in cui i
suoni vengono misurati. I suoni si
misurano in decibels su una scala
logaritmica. Ciò significa che un decibel in più corrisponde a un livello di suono molto più alto. Il livello del
suono infatti, raddoppia ogni 3 decibels. Ciò significa
che anche pochi decibels in più abbreviano drammaticamente il tempo in cui si può ascoltare un suono senza
subire danni all’udito.
Una particolare mutazione genetica sarebbe in grado di
causare sordità congenita associata ad aritmie cardiache.
A sostenerlo sono gli studiosi del University Hospital di
Colonia sulle pagine della prestigiosa rivista Nature
Neuroscience, che hanno battezzato la nuova sindrome
con la sigla SANDD. I ricercatori di Colonia hanno condotto una serie di indagini sul patrimonio genetico di
una famiglia pakistana, i cui componenti erano nella
quasi totalità dei casi non udenti dalla nascita. L’analisi
del loro DNA ha portato all’identificazione di una mutazione in un gene, il CACNA1D, finora mai associato ad
alcuna forma di ipoacusia. La stessa mutazione era poi
stata riscontrata anche in un’altra famiglia, anch’essa con
sordità congenite. I ricercatori hanno perciò deciso di
effettuare un elettrocardiogramma: dai dati ottenuti è
risultato che tutti gli individui con la mutazione genetica, e con una già nota sordità congenita, presentavano
anche una marcata bradicardia, senza però alcuna variazione del tratto QT. Sarebbe quindi proprio l’anomalia
genetica ad alterare la normale funzionalità sia delle cellule uditive, sia di quelle cardiache.
Fonte: Corriere.it
GLI OMEGA-3 POSSONO
EVITARE I DEFICIT UDITIVI
L’aumentato consumo di acidi grassi omega-3, e il
pesce che li fornisce, possono ridurre il rischio di perdita dell’udito collegata all’età. A garantirlo è uno studio dell’Università di Sidney, che
ha stabilito che la perdita dell’udito è un difetto sensoriale
comune in molti paesi, ma
aumentando il consumo settimanale di acidi grassi omega-3, o il
pesce che li fornisce, si può
abbassare il rischio di perdita
dell’udito. Ricercatori australiani
hanno osservato che almeno due
portate di pesce alla settimana riducono del 42% il
rischio di perdita dell’udito negli ultracinquantenni,
paragonati con coloro che mangiano pesce meno di
una volta alla settimana. Paul Mitchell, uno degli autori della ricerca, ha analizzato i dati di 2.956 partecipanti, che includevano consumi dietetici di pesce e degli
omega-3 in esso contenuti, usando questionari sulla
frequenza dei cibi. I risultati hanno mostrato un’associazione inversa tra i consumi di omega-3 totali e
“long-chain” e la perdita dell’udito, mentre il consumo
crescente di pesce ha indicato una riduzione del
rischio di “presbiacusia”.
Fonte: American Journal of Clinical Nutrition
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MANGIATE LE PATATINE
E PERDETE L’UDITO
Le nuove buste delle patatine sono “buone” per l’ambiente, ma dannose per il vostro udito. Tali contenitori,
infatti, sono 128 volte più rumorose delle
normali buste per patatine. I produttori
americani delle patatine Sun Chips
hanno prodotto una bustina biodegradabile per le loro “chips”, ottima in materia di rispetto ambientale, ma non altrettanto valida per
la tutela delle nostre orecchie.
Heathaplexvision.com, infatti, ha
esaminato le nuove bustine riciclabili della Sun Chips e le ha paragonate a quelle normali, misurandole con una
scala decibel. Mentre le normali bustine sviluppano una pressione del suono di 75-77 dB, le nuove
bustine di circa 95-97 dB, quando le tocchiamo. Un
livello decibel decisamente più alto.
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SCHEDEPRODOTTO
L’AUDIOPROTESISTA
Arriva il nuovo Oticon Safari SP
Tutti i modelli della famiglia Oticon Safari si distinguono per le loro ridotte dimensioni, utile nell’adattamento pediatrico e per le straordinarie prestazioni. Nelle versioni Super Power, denominate
Safari SP 900-600-300, l’uscita massima e
l’amplificazione raggiungono i 143 db SPL e
gli 82 db. Tutti i modelli Oticon Safari sono
dotati di un esclusivo “Led Pediatrico” che
informa genitori ed insegnanti sul corretto funzionamento dell’apparecchio. Il controllo del volume è volutamente manuale (con la rotellina) così
da conoscere l’amplificazione erogata. Tutti i nuovi Oticon Safari si collegano -senza fili ad alta velocità- ai sistemi Fm e, via Bluetooth®, a qualunque dispositivo audio Bluetooth®: utile dai 6-7
anni in per collegarsi a computer, telefoni cellulari, tv, lettori musicali mP3. Brevettata dalla Oticon è la particolare modalità di elaborazione
della voce Speech Guard che beneficia della residua componente uditiva che fa uso delle variazioni temporali del segnale vocale, ben sapendo
che la discriminazione frequenziale è di fatto compromessa nelle sordità profonde. Ciò è possibile grazie
all’estrema “agilità” del sistema di elaborazione che, grazie alla velocità del nuovo Rise 2, riesce, in millesimi di
secondo, a mutare le sue funzioni da lineare, a non lineare, a nuovamente lineare e così via. Tutti i modelli sono disponibili in tre livelli di prestazioni/prezzo, cosa che
li rende accessibili a tutti. La Oticon, sui tre modelli Safari Super Power promuove una iniziativa speciale che
prevede uno sconto a favore della famiglia. In collaborazione con i Centri Audioprotesici che aderiscono all’iniziativa, offre un prezzo agevolato, scontato del 40%, per
ciascuno dei tre modelli di Super Potenza. Tale sconto si
somma all’agevolazione che si può ottenere attraverso la
procedura di riconducibilità.
LIFE, l’ultima innovazione da
Auricolari Auri
Il laboratorio Auricolari Auri di Gianluca Vico è conosciuto ed apprezzato per la costante ricerca di nuove
soluzioni innovative. La più recente è Life, la serie di
chiocciole open fitting dedicate, disponibile nelle versioni Life 1 e Life 2. Life 1 è un classico peduncolo completamente scavato che offre una sensazione di orecchio
libero inimitabile. Oltre a garantire un’ottima tenuta nel
condotto, Life 1 consente l’aggiunta di una staffa di tenuta
per condotti particolarmente
conici ed in discesa. Il foro
per il tubetto di dimensioni
minime - utilissimo per condotti molto piccoli e la foratura dritta permettono un agevole passaggio del filo per la
pulizia. La versione Life 2 si
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caratterizza per il foro tubetto più ampio e molto corto.
Life 2 permette il passaggio del tubicino open in un
tubetto classico, consentendo così una facile sostituzione e manutenzione. Molto utile nel caso di protesi con
curvetta dove sarà sufficiente montare un normale
tubetto.
Ceramica high-tech per i gusci
Phonak
Ancora una volta Phonak ribadisce il proprio ruolo di
azienda innovatrice, lanciando sul mercato gli elegantissimi gusci in ceramica high-tech ed anticipando di fatto
gusti e necessità di un utente sempre più esigente.
Grazie ai progressi conseguiti nelle tecnologie di ingegneria, questo innovativo materiale, estremamente solido, resistente ed antiabrasione, con ottime qualità
ipoallergeniche, è stato introdotto da Phonak nei
modelli Audèo S in ceramica, aggiungendo ulteriore
appeal estetico a performance eccellenti. La finitura
estremamente lucida, in nero brillante, che rende l’involucro morbido e piacevole al tatto, insieme all’alta
dermocompatibilità del materiale, che raggiunge rapidamente e mantiene la temperatura corporea, garantiscono
un comfort ed un’estetica
eccezionali. Per la prima volta
in assoluto, tutti i benefici
della ceramica High-tech per
un apparecchio acustico: solo
grazie a Phonak.
Onelaser, Bluetooth e U:Fit Crai,
un concentrato di tecnologia e
innovazione nel futuro degli
endoauricolari
La più avanzata tecnologia e il più alto livello di perfezione estetica e funzionale caratterizzano i nuovi
modelli endoauricolari Crai. Sia che si scelga un intracanale Itc o un intracanale ad inserzione profonda Cic,
in poco spazio è nascosta una grande tecnologia grazie
all’interfaccia wireless integrata del sistema Bluetooth
ed al nuovo software U:fit Crai. Le piccole dimensioni
degli endoauricolari Crai garantiscono come sempre
discrezione e portabilità, inoltre il nuovo procedimento di fabbricazione Onelaser tecnology, esclusivo e personalizzato, migliora significativamente la rifinitura,
l’estetica ed il comfort, ed innalza la qualità del prodotto, eliminando quasi del tutto il rischio di rifacimento
del guscio. Tra le funzionalità disponibili nei nuovi
endoauricolari Crai Latitude e Passport: SmartFocus,
facile controllo interattivo per il paziente; Sistema
Wireless Unifi, connettività, streaming e programmazione wireless con tecnologia bluetooth; AutoPro4, prestazione automatica superiore con transizioni veloci fra 4
destinazioni; Sistema anti-feedback perfezionato, mini-
SCHEDEPRODOTTO
L’AUDIOPROTESISTA
mizza il disturbo dei fischi; Antishock, riduce il disagio
dei rumori improvvisi.
Per maggiori informazioni: Crai spa 049.5386777.
Da Phonak la nuova soluzione
Cros per le perdite monolaterali
Grazie alla trasmissione audio a banda larga di dati e
metadati esclusiva di Phonak, e grazie al suo design
compatto, Phonak Cros è la soluzione ideale per coloro
che soffrono di perdite uditive monolaterali non protesizzabili con un normale apparecchio acustico. Phonak
Cros è incredibilmente versatile ed è composto da un
microfono trasmettitore, inserito nell’orecchio con per-
Generation. L’azienda conferma così il ruolo di leader nella tecnologia applicata al settore acustico
anche nei segmenti entrylevel e medio.
Velocità, memoria, binauralità e dimensioni ridotte sono le parole chiave grazie alle quali Spice ha
gettato le basi per una generazione completamente
nuova di apparecchi acustici.
Velocità e stabilità nelle connessioni wireless per tv e
cellulare e un range più ampio di scelte garantiscono
massima performance e semplicità d’uso. Infine, la
capacità e le dimensioni: oltre 200 milioni di operazioni al secondo e memoria raddoppiata, il nuovo approccio ContourDesign, grazie al quale i gusci risultano più
piccoli del 20-30% rispetto ai loro predecessori. Ma la
vera rivoluzione è rappresentata dalla possibilità di un
udito veramente naturale, grazie all’esclusiva direzionalità binaurale. In questo senso, StereoZoom ed auto
ZoomControl sono le innovazioni più importanti, che
garantiscono scambio di dati e metadati.
Cassia, Solana ed Ambra si arricchiscono inoltre del
modello Petite, il più piccolo retro auricolare al mondo
senza ricevitore esterno.
Widex presenta Baby440:
il primo apparecchio acustico
pensato per i più piccoli
dita uditiva, e da un micro apparecchio acustico ricevente, per l’orecchio che sente meglio. Prima d’ora, le soluzioni Cros/BiCros non offrivano i vantaggi delle funzionalità automatiche ed erano piuttosto ingombranti. Al
contrario, Phonak Cros beneficia di SoundFlow. Questo
sistema automatico multi-base adatta ed integra perfettamente il set corretto di parametri così da assicurare un
ascolto ottimale in qualsiasi ambiente.
Grazie a SoundFlow, Real Ear Sound e QuickSync questi soggetti saranno entusiasti del loro ascolto. Con la
tecnologia Spice, gli utenti di BiCros avranno accesso ad
una qualità e ad una intelligibilità del suono senza pari,
con un insieme di funzioni straordinarie che include,
oltre alle sopra citate, anche UltraZoom con Snr-Boost,
SoundRecover e FlexControl. Phonak Cros consente
alle persone di apprezzare il piacere dell’udito su
entrambi i lati, godendo così di un’esperienza d’ascolto
davvero gradevole.
Phonak Cassia e Phonak
Solana: il piacere dell’ascolto
della Spice Generation, per tutti
Dopo la recente introduzione di Ambra e AudeoS,
Phonak, con il lancio dei nuovi apparecchi Cassia e
Solana, completa la gamma dei prodotti della Spice
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Il grande impegno Widex in Ricerca & Sviluppo ormai è
noto. Tra le novità assolute ora c’è Widex Baby440, che
segue perfettamente la filosofia Widex: tracciare nuove
strade per affrontare i problemi di udito in modo più efficace. Widex Baby440 è un apparecchio “Rite”, in quanto
il doppio ricevitore ClearBand di cui è dotato - per offrire ai bambini ipoacusici la massima ampiezza di banda –
viene alloggiato nell’orecchio, non all’interno del condot-
to uditivo come negli apparecchi “Ric” (Passion).
Baby440 è una soluzione pensata e progettata per i piccoli ipoacusici che non possono indossare un apparecchio
troppo ingombrante e pesante, ma che hanno necessità di
ascoltare tutti i suoni che li circondano: fattore essenziale
per lo sviluppo completo del linguaggio. Inoltre, Widex
per questa nuova soluzione ha esteso le possibilità di
Fitting, realizzando una sezione in Compass denominata
“Child-Fit”, che permette all’Audioprotesista di ottimizzare la protesizzazione, massimizzarne la resa e monitorarne l’efficacia. Widex Baby440: l’inizio migliore.
news
L’AUDIOPROTESISTA
Arrivato al software di quinta generazione e con un indice di soddisfazione
degli utenti del 95% (ricerca condotta
negli Stati Uniti), il sistema di connettività globale Oticon consente di ottimizzare le prestazioni degli apparecchi
acustici in ogni circostanza. Con Oticon Streamer si ha il controllo su tutte
le sorgenti audio oltre al cambio dei
programmi e del volume degli apparecchi. Oticon ConnectLine è l’efficace dispositivo che con una sola interfaccia lo Streamer- gestisce, senza fili, tutte le
sorgenti di comunicazione; con una
straordinaria qualità. Per alcuni modelli è disponibile la versione Connect [+]
con il Power Bass che offre una riproduzione delle basse frequenze più ricca ed armonica, ed il Music Widening
che da all’utente una percezione realistica della profondità e fedeltà spaziale nell’ascolto della musica.
ConnectLine Mic per una conversazione a due tra la folla.
Novità Oticon, disponibile da Febbraio
2011, è il Nuovo ConnectLine Mic. L’esclusivo microfono ConnectLine Mic,
rende possibile la conversazione a due
anche in ambienti affollati o rumorosi.
Il piccolissimo microfono ConnectLine viene indossato dall’interlocutore
che dialoga con l’utente collegando entrambi, senza fili, attraverso lo Streamer e consentendo così di sentire la voce dell’altra persona direttamente nei
propri apparecchi acustici.
Oticon ConnectLine è disponibile per
un’ampia gamma di prodotti.
www.oticon.com – [email protected]
Starkey
protagonista al
Grand Visconti
Palace di Milano
Inizia sotto i migliori auspici l’anno
2011 per Starkey che con il patrocinio
di Anap ha organizzato il 28 gennaio
scorso, un evento che ha visto intervenire da tutta Italia oltre 200 addetti ai
lavori, e più di 80 aziende audioprotesiche. Nella mattinata si è svolto il
corso dal titolo “Altra comunicazione:
quando comunicare diventa una sfida”. Dopo una calorosa presentazione
da parte dell’Amministratore Delegato
Starkey Italy, Mirella Bistocchi, l’intervento del Vicepresidente International
Operations della Starkey Group, Mr.
Phil Lyons e un’esposizione di Marco
Cociglio, Formatore Starkey, hanno
trattato il tema in modo approfondito
dal punto di vista tecnologico e scientifico. Le prove pratiche del corso con
apparecchi Wireless di ultima generazione Starkey, Ric Wi S Series i100,
hanno raccolto grande interesse da parte di tutti i partecipanti. Nel pomeriggio si è tenuta la tavola rotonda: “Ipoacusie neonatali: Quando le protesi
acustiche? Quando l’impianto cocleare?”, che ha visto come relatori il prof.
Carlo Giordano, anche moderatore,
prof. Alessandro Martini, prof. Roberto Albera, dott.ssa Elena Piumetto,
dott.ssa Donatella Croatto, dott. Massimiliano Garzaro, dott. Corrado Canovi, dott. Claudio Mariuzzo e il dott.
Marco Cociglio. In occasione dell’evento sono stati annunciati altri incontri
Ecm che si svolgeranno in primavera.
Per informazioni www.starkey.it.
news
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Insediato il
nuovo Consiglio
superiore
di Sanità: Garaci
presidente,
Santoro e Scala
i due vice
Si è insediato il 16 dicembre scorso, alla presenza del Ministro della Salute
Ferruccio Fazio, il nuovo Consiglio Superiore di Sanità con all’ordine del giorno l’elezione del Presidente, dei due Vice Presidenti e dei Presidenti delle 5
Sezioni in cui è articolato il massimo
organo di consulenza in materia sanitaria del Governo. Enrico Garaci, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità,
Eugenio Santoro, direttore scientifico
del Centro trapianti Multiorgano dell’Ospedale San Camillo Forlanini di Roma e Antonio Emilio Scala professore
di Discipline Biochimiche della Facoltà
di Medicina e Chirurgia dell’Università
Vita Salute S. Raffaele di Milano, sono
stati eletti rispettivamente Presidente e
Vice Presidenti del Consiglio.
La Convenzione
e i diritti delle
persone con
disabilità uditiva
Anche le persone sorde e le loro famiglie attendono che il contenuto della
Convenzione Onu e i suoi princìpi, gli
news
L’AUDIOPROTESISTA
obblighi generali e la sua “ratio” diventino patrimonio condiviso in Italia, sia
da parte dei Cittadini che delle
Istituzioni, garantendo alle persone
sorde stesse i diritti umani e civili,
senza creare discriminazioni. La
Convenzione sui Diritti delle persone
con disabilità, approvata dall’Onu nel
dicembre del 2006, sottoscritta
dall’Italia nel marzo del 2007 e ratificata dal nostro Parlamento con la Legge
18/09, rappresenta senz’altro un’eccellente opportunità culturale e politica
per dare nuovo impulso all’inclusione
sociale di tutte le persone con disabilità, favorendone l’autonomia e l’indipendenza. Una spinta vigorosa, dunque, per l’affermazione di diritti comuni a tutti gli uomini, piuttosto che a
pochi appartenenti a categorie sociali
speciali o a comunità caratterizzate da
una determinata tipologia di disabilità,
ma anche - poiché la Convenzione fornisce una visione d’insieme della problematica - uno strumento giuridico di
notevole respiro e garanzia che ha
immediatamente catturato l’interesse
delle persone con disabilità uditiva, tra
le quali si è riaccesa la speranza di
poter colmare grazie ad essa le molte
lacune derivate proprio dalla mancata
creazione ed erogazione di quei servizi
indispensabili a perseguire gli obiettivi
della Convenzione stessa. Infatti,
nonostante la legislazione italiana sia
tra le più avanzate, esistono sul territorio nazionale vaste aree in cui le persone con disabilità uditiva e le loro famiglie soffrono per la mancanza o la
carenza di servizi adeguati, talvolta per
scarsa sensibilizzazione dell’opinione
pubblica.
Amplifon ottiene
la certificazione
B.S.I. per
l’applicazione
degli apparecchi
acustici
Amplifon ha conseguito un ulteriore
livello di certificazione da parte del
B.s.i. (British Standard Institution,
uno dei principali organismi mondia-
li del settore) per l’adattamento e la
personalizzazione degli apparecchi
acustici. Un riconoscimento significativo perchè segna una sostanziale differenza del modello applicativo
Amplifon (La Prova) rispetto ai metodi adottati delle aziende competitor.
Il cliente finale, ovvero la persona con
problemi di udito, rappresenta da
sempre il cuore dell’attività e dell’impegno di Amplifon, che da 60 anni
determina le proprie scelte aziendali
ed investe in progetti, tra cui le certificazioni, allo scopo di garantirne la
massima soddisfazione, attraverso trasparenza ed omogeneità applicativa.
Il percorso della Prova di Amplifon
inizia con la rilevazione delle esigenze
della persona e prosegue con la batteria dei test audio protesici. Segue la
scelta della soluzione più adatta alle
aspettative individuali, personalizzata
dall’Audioprotesista in base alle
necessità di ascolto e alle preferenze
estetiche della persona. Inizia quindi
un periodo di acclimatazione ai suoni.
Insieme all’Audioprotesista Amplifon,
a cadenza settimanale, la persona
verifica i progressi raggiunti, ottimizza
la personalizzazione della soluzione,
ridefinisce i nuovi obiettivi di ascolto.
Con questa certificazione il BSI garantisce che venga eseguito un protocollo
applicativo unico nel suo genere e
identico in tutti i centri Amplifon
d’Italia. Un’eccellenza applicativa
unica, certificata e garantita.
versità degli Studi di Padova e l’Università del Sud della Danimarca, ha
permesso ai partecipanti di prendere
contatto con le più recenti novità nel
campo dell’ audiologia pediatrica. A
rendere unico l’incontro, oltre l’elevato numero di personalità dell’audiologia pediatrica italiana, a partire dal prof.
Edoardo Arslan, impegnato anche in
veste di “coordinatore scientifico” del
corso, la cornice della nuova sede Widex, un edificio avveniristico per le soluzioni tecnologiche adottate, che lo
rendono 100% “Co2 Free” e, infine,
l’innovatività del prodotto presentato:
Widex Baby440.
Audika riprende
il suo sviluppo in
Italia con
l’acquisizione di
10 centri in
Veneto
Incontro
scientifico Widex Leader in Francia da oltre 30 anni, il
Audika è una presenza semItalia: “La Gruppo
pre più forte in Italia. Nel 2011,
protesizzazione riprende il suo sviluppo con l’acquisidi 10 centri nel Veneto. Paolo
infantile zione
Morandi, ex direttore commerciale di
Italia e fondatore di
nel primo anno GnResound
Dialogo nel 2005, porterà avanti il
di vita” progetto nella regione. “In pochi anni
Oltre 80 tra Medici Orl ed Audioprotesisti hanno partecipato al Corso “La
protesizzazione infantile nel primo anno di vita”, che si è tenuto in Danimarca, presso la nuova sede Widex, nello
scorso mese di novembre. L’evento, organizzato in collaborazione con l’Uni-
news
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il mio Gruppo è diventato leader nel
Veneto introducendo nuovi standard
qualitativi. La scelta di unire le nostre
forze con Audika ci permette di
aumentare ulteriormente la qualità
del nostro servizio per garantire una
soddisfazione maggiore ai clienti”.
I centri Audika sono noti per i servizi
di elevata qualità, mirati, personaliz-
news
L’AUDIOPROTESISTA
zati e riconosciuti dai clienti. Da qui
l’esigenza di un ampliamento del
Gruppo con l’ingresso del team di
Morandi, per accogliere i clienti in un
ambiente ancora più accogliente e
comodo da raggiungere. Il nuovo
direttore commerciale, Giovanni
Petronelli arrivato a settembre 2010 è
convinto dei benefici dell’espansione
di Audika. Ormai da quasi 4 anni in
Italia, Audika consolida la posizione
di challenger, con la presenza in 9
regioni e un team di professionisti
qualificati, aggiornati sulle nuove tecnologie. E non intende fermarsi qui!
Cinque anni di
carcere contro
l’esercizio
abusivo: in
Parlamento 4
proposte di legge
Pugno duro contro i falsi medici, sanitari, avvocati, contro chi, insomma,
esercita abusivamente una professione. A chiederlo è il Pdl, con quattro
proposte di legge. Le pene oggi previste dal codice penale, spiegano i firmatari delle iniziative legislative, sono
“irrisorie”: un massimo di 6 mesi di
carcere, che tra l’altro si possono evitare pagando un’ammenda di soli 516
euro. I danni causati dai ‘falsari della
professione, sostengono i parlamentari
del Pdl, possono essere ingenti, così
come gravi le conseguenze per chi si è
fidato di loro. Servono, quindi, sanzioni ben più severe: fino a cinque anni di
carcere e una multa salatissima, che
può arrivare fino a 50mila euro.
Visita alla nuova
sede della Phonak
in Svizzera
Sono ben due i gruppi di audioprotesisti e medici che nei mesi di novembre e dicembre hanno avuto la possibilità di visitare il nuovo “manufacturing
& technology center” della Phonak in
Svizzera.
Il nuovo centro dedicato alla produzione, che costituisce il terzo ampliamento della sede Phonak nella storia
dell’azienda, copre un’area di 6.000
mq di alta tecnologia e tecniche innovative di produzione. La visita fa parte
delle iniziative di Phonak Academy, il
fitto programma di corsi di formazione ed aggiornamento professionale di
Phonak. Molto interessanti, le iniziative formative hanno permesso di
approfondire tematiche connesse alla
piattaforma Spice Generation, lanciata
sul mercato a ottobre.
Immancabile, infine, la visita guidata
alla città di Zurigo, ancora più caratteristica nel periodo natalizio.
Per informazioni sul calendario corsi
Phonak Academy 2011:
[email protected]
I Take That
aderiscono alla
campagna Hear
the World di
Phonak
Il gruppo britannico, affiancando
oltre 40 celebrità, offre il proprio supporto a Hear the World, campagna
rivolta ad aumentare la consapevolezza sull’importanza dell’udito e sulle
conseguenze delle perdite uditive.
Con la formazione originale, recentemente riunita con il ritorno di Robbie
Williams, il gruppo pop di enorme suc-
news
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cesso è l’ultimo dei nomi che supportano Hear the World, l’iniziativa mondiale lanciata da Phonak, e si aggiunge
a star come Jude Law, Elle Macpherson,
Annie Lennox, Sting e Peter Gabriel.
Un fotografo d’eccezione, il grande musicista Bryan Adams, ha realizzato gli
scatti fotografici, riprendendo ogni celebrità nella posa Hear the World, con una
mano dietro l’orecchio, per richiamare
l’attenzione sui problemi dell’udito.
«L’udito è qualcosa su cui facciamo affidamento ogni giorno, ancor più essendo musicisti. Siamo davvero fieri di poter dare il nostro apporto a questa campagna
e riconoscenti di far parte di un’iniziativa che richiami consapevolezza sul tema delle perdite uditive» - dichiara Robbie Williams a nome della band.
Hear the World è oggi una delle più grandi campagne di comunicazione in tema
di salute, supportata da più di quaranta celebrità da tutto il mondo per aumentare la consapevolezza su un problema che affligge oltre 800 milioni di
persone nel mondo, numero che, secondo le previsioni degli esperti, è destinato ad aumentare a 1,1 miliardi nel 2015.
SPAZIO AZIENDA
L’AUDIOPROTESISTA
Phonak lancia la Spice Generation, una nuova
generazione di apparecchi acustici
Un’entrata di scena in grande stile per la sua nuova piattaforma tecnologica: Phonak ha scelto infatti l’elegante
atmosfera del Resort Abama di Tenerife per la presentazione della Spice Generation, confermando così il ruolo
di leader nella tecnologia applicata al settore acustico.
Nel corso della splendida serata di gala che Phonak ha
offerto ai suoi ospiti, sono state illustrate le grandi innovazioni in grado di rivoluzionare le prestazioni degli
apparecchi acustici di ultima generazione.
Velocità, memoria e dimensioni sono le tre parole chiave grazie alle quali Spice getta le basi per una generazione completamente nuova di apparecchi acustici, le linee
Ambra, Audéo S, Solana e Cassia.
Velocità e stabilità nelle connessioni wireless e un range
più ampio di scelte per il fitting senza fili garantiscono
massima performance e semplicità d’uso. La capacità di
memoria dei prodotti è più estesa con la possibilità di
combinare tra loro 200 milioni di operazioni al secondo. Infine, le dimensioni: grazie al nuovo approccio ContourDesign, i gusci risultano più piccoli e modellati sulla forma dell’orecchio.
Ma la vera rivoluzione è rappresentata dalla possibilità di
una comprensione veramente ottimale, grazie all’esclusiva direzionalità binaurale ed al rivoluzionario scambio di
dati e metadati tra i due apparecchi.
In questa direzione Stereo Zoom, Auto ZoomControl e DuoPhone sono le
innovazioni più importanti.
Stereo Zoom permette, grazie alla
trasmissione del segnale audio da
un apparecchio all’altro, maggior
ascolto in ambienti rumorosi difficili. Un network bidirezionale di 4
microfoni permette maggior focalizzazione frontale su una singola voce, sopprimendo i
suoni di interferenza.
Auto ZoomControl invece, sempre grazie alla trasmissione dati audio tra i due apparecchi, permette di ana-
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lizzare la maggior fonte del parlato e di selezionarla
automaticamente, a prescindere che sia di fronte, dietro
a destra o a sinistra.
La binauralità è completata da DuoPhone, che permette la comprensione ottimale del telefono in entrambe le
orecchie.
Da segnalare anche il nuovo e rivoluzionario comando
FlexControl. In combinazione con SoundFlow personalizza il volume, comprendendo le reali necessità
sonore dell’utente. Il primo passo verso l’autoregolazione da parte dell’utente.
Infine la forma: i nuovi prodotti della Spice Generation
oltre ad essere belli garantiscono anche facile maneggevolezza e confort. I nuovi retroauricolari sono più piccoli del 20-30%
dei loro predecessori, scompaiono
completamente dietro l’orecchio e
sono in assoluto i più piccoli della
loro categoria.
Una rivoluzione, dunque, quella
presentata da Phonak, soprattutto
perché centra l’obiettivo di migliorare la qualità della vita delle persone. Phonak si conferma così leader per l’innovazione
tecnologica e perché rappresenta un punto di riferimento. Ma soprattutto perché aiuta le persone a sentire e
capire, per vivere la vita in tutta la sua ricchezza.
SPAZIO AZIENDA
L’AUDIOPROTESISTA
La selezione e counselling del candidato Baha
Sin dal 1977 gli impianti osseointegrati hanno dato prova
della loro efficacia anche in ambito extra orale mediante
l’utilizzo di processori del suono fissati all’osso per la riabilitazione uditiva di determinati gruppi di pazienti.
L’installazione del Sistema Baha prevede l’inserimento
di una piccola vite in titanio dietro l’orecchio che, dopo
un breve periodo di guarigione, permette di collegare il
processore del suono. A sua volta il Processore capta i
suoni circostanti e li trasmette sottoforma di vibrazioni
all’orecchio interno sfruttando la via naturale dell’osso
senza coinvolgere il condotto uditivo esterno (CUE).
IDENTIFICAZIONE DEL CANDIDATO BAHA
Le tre principali indicazioni audiologiche per Baha sono:
1. perdita dell’udito trasmissiva
2. perdita dell’udito mista
3. Sordità neurosensoriale monolaterale (SSD™)
Esistono criteri specifici per la valutazione del candidato Baha in base al tipo di perdita dell’udito. Inoltre sussistono numerose indicazioni mediche che possono
identificare un individuo come candidato Baha.
Figura 1
Indicazioni mediche
Oltre al tipo e al grado di perdita dell’udito, sussistono
diverse indicazioni mediche che identificano un individuo come candidato per Baha. Tali indicazioni sono:
- Infiammazioni dell’orecchio medio:
Ai soggetti con infiammazioni croniche dell’orecchio
medio trattate chirurgicamente è precluso l’uso di protesi convenzionali per via aerea, perchè queste occludono il canale uditivo aggravando la condizione. Il
Sistema Baha lascia aperto il canale uditivo.
- Malformazioni congenite:
Alla maggior parte dei candidati con malformazioni
congenite dell’orecchio vengono proposte principalmente due soluzioni, la ricostruzione chirurgica o la
protesizzazione per via ossea convenzionale. Il Baha
presenta indubbi vantaggi sia in termini di guadagno
funzionale sia in termini di comfort a confronto con
le protesi per via ossea. Rispetto alla ricostruzione
chirurgica il Baha garantisce un risultato funzionale
predicibile e un rapporto costo/decibel guadagnato
molto più basso, oltre alla minore invasività della
chirurgia.
- Esiti di sordità monolaterale da rimozione di neurinoma del nervo acustico o da sordità improvvisa:
In questi casi il Baha rappresenta una soluzione uditiva efficace e comprovata per il ripristino della percezione dei suoni che provengono dal lato sordo.
Perdita dell’udito trasmissiva (Figura 1)
La maggior parte dei candidati con perdita trasmissiva
può trarre beneficio da Baha. Baha invia il suono direttamente alla coclea tramite conduzione ossea. Bypassando
efficacemente l’elemento trasmissivo della perdita dell’udito. Questo significa che è richiesta un’amplificazione
minima. Gli studi clinici dimostrano che i candidati con
gap tra conduzione aerea/ossea superiore a 30 dB (PTA)
riscontrano vantaggi significativi con Baha rispetto ad
una protesi acustica a conduzione aerea.
Perdita dell’udito mista (Figura 2)
Molti soggetti con perdita mista sono candidati idonei.
Baha invia il suono direttamente alla coclea tramite con-
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SPAZIO AZIENDA
L’AUDIOPROTESISTA
Figura 2
Figura 4
Figura 3
Motivazione del candidato
I pazienti affetti da SSD maturano aspettative specifiche
in relazione alla loro storia clinica. È importante che
queste aspettative siano realistiche così come la necessità di percepire i suoni dal lato sordo.
VALUTAZIONE DEL CANDIDATO BAHA
Oltre alle valutazioni audiologiche il candidato deve avere
l’opportunità di provare l’efficacia del Processore Baha. A
tal scopo i centri di impianto Baha sono dotati di processori test montati su archetti metallici o su fascie elastiche
(figura 5) che vengono applicati ai pazienti per brevi
periodi di tempo in modo da rendere il paziente consapevole della reale efficacia di Baha prima dell’intervento.
Infatti Baha risulta essere oggi l’unico sistema impiantabile che può essere provato prima dell’intervento.
I test audiometrici consigliati in fase di selezione del
candidato Baha sono i seguenti:
adulti:
- audiometria tonale (soglie di conduzione ossea medie
a 500, 1000, 2000, 4000 Hz)
- audiometria vocale
- test HINT
- test audiometrico
duzione ossea, bypassando l’elemento trasmissivo della
perdita uditiva e offrendo l’amplificazione per compensare l’elemento neurosensoriale. I processori Baha possono compensare fino a 65 dB di perdita neurosensoriale (Figura 4).
Sordità monolaterale neurosensoriale (SSD™)
Il sistema Baha è indicato per candidati affetti da SSD e
con udito normale nell’orecchio controlaterale (Figura 3).
Il processore del suono Baha percepisce il suono sul lato
sordo e lo trasmette per conduzione ossea alla coclea integra controlaterale eliminando l’effetto ombra della testa a
favore di un migliore riconoscimento vocale nel rumore e
una maggiore percezione dei suoni a 360°.
81
SPAZIO AZIENDA
L’AUDIOPROTESISTA
Figura 5
In caso di predisposizione alle infezioni:
- Baha riduce l’incidenza
- Lascia aperto il canale uditivo e ne riduce la secrezione
2. Processo di installazione di Baha
- Comunicare al candidato Baha le diverse valutazioni
audiologiche che verranno eseguite.
- Spiegare al candidato che verrà sottoposto ad intervento chirurgico.
- Nel pediatrico talvolta l’età del paziente non consente
l’intervento chirurgico pertanto si utilizza una softband temporanea fino a che non si raggiunge l’età
minima per l’intervento (3-5 anni).
- Spiegare che verrà posizionato un piccolo impianto in
titanio dietro l’orecchio a cui sarà collegato un pilastro
che permetterà di collegare il processore del suono.
- Spiegare che passerà un periodo di 6 settimane tra
l’intervento e il carico del processore per consentire
all’osso di integrarsi con l’impianto in titanio così
come succede per gli impianti dentali.
- Nel pediatrico i tempi sono di 3/6 mesi.
pediatrico:
- ABR
- ASSR
- Audiometria comportamentale
- Audiometria con rinforzo visivo
- Ascolto con softband
COUNSELLING
Occorre motivare, informare bene e fornire aspettative
realistiche al candidato prima del trattamento.
Punti principali:
1. benefici di Baha per il paziente
2. processo di installazione di Baha
3. aspettative
4. cura post operatoria
3. Aspettative
Test cappuccino & cornetto
Generalmente i pazienti devono provare il processore
Baha per qualche minuto in condizioni ambientali tipiche di vita quotidiana per saggiarne le reali potenzialità, pertanto si invitano a passare del tempo al bar con
un famigliare per simulare una situazione di ascolto
difficoltosa con Baha montato su archetto. Se il paziente è soddisfatto dopo questo test allora Baha sicuramente gioverà in tutte le altre condizioni di ascolto
quotidiano.
1. Benefici di Baha per il paziente
L’uso della conduzione ossea diretta ha diversi vantaggi
per il trattamento delle perdite trasmissive, miste e SSD:
Rispetto alle protesi acustiche convezionali:
- minore necessità di guadagno
- nessuna occlusione del condotto uditivo
- qualità del suono eccellente grazie all’amplificazione
minima richiesta.
Rispetto alla chirurgia dell’orecchio medio, Baha offre:
- un’alternativa sicura e affidabile per il ripristino dell’udito
- nessun rischio di recidive
- intervento reversibile
- possibilità di provare Baha prima dell’intervento.
4. Cura post operatoria
I candidati da soli, o con l’aiuto di qualcuno, devono
essere in grado di curare e pulire l’area intorno al pilastro.
In fase di selezione fare attenzione all’abilità/possibilità
del candidato di provvedere ad un’igiene adeguata.
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SPAZIO AZIENDA
L’AUDIOPROTESISTA
Ottobre 2010, nasce la collaborazione
tra Audiotecnica e Microson
In questo contesto sono stati presentati alle aziende
audioprotesiche i progetti presenti e futuri e il portafoglio prodotti Microson.
La giornata si è aperta con l’accoglienza dei nostri invitati che hanno reso la giornata speciale.
A seguire la presentazione aziendale da parte di Pietro
Corrao responsabile di Audiotecnica.
Un veloce excursus dal passato al presente in cui sono
state messe in evidenza le tappe fondamentali del per-
Venerdì 22 ottobre 2010: questa data segna l’inizio del
rapporto di collaborazione tra Audiotecnica s.r.l e
Microson s.a..
Audiotecnica s.r.l. ha scelto Giardini Naxos come
location in un contesto elegante come è stato l’Hilton
Hotel ed all’interno di una scenografia, cara ai siciliani, che ha da secoli rappresentato il punto di inizio di
proficui rapporti commerciali e di partenza verso lidi
lontani: il mare!
corso professionale di
Audiotecnica s.r.l..
Oggi, con le competenze
acquisite e con occhio
fisso alle necessità del
paziente ipoacusico, offre
prodotti ad alto rapporto
qualità/prezzo e garantisce un servizio celere e
qualitativamente elevato.
Come hanno ribadito i
titolari è infatti possibile evadere un ordine di costruzione in meno di tre giorni lavorativi: “in un mercato
altamente competitivo infatti, ciò che fa la differenza è
il servizio offerto al cliente audioprotesista, che deve
poter contare su una struttura aziendale solida e pronta
a rispondere alle proprie richieste e necessità con professionalità e cortesia”.
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SPAZIO AZIENDA
L’AUDIOPROTESISTA
prossima uscita evidenziandone le caratteristiche
salienti. Un ringraziamento particolare va a tutti i presenti per l’attenzione, la partecipazione attiva durante la
presentazione segno di una imprescindibile fiducia. «Lo
staff, dice Pietro Corrao, si impegna con tutte le possibilità a rispettare le attese, perchè solo con il vostro supporto oggi siamo Audiotecnica s.r.l.».
Il responsabile produzione di MICROSON Antonio Di
Lorenzo ha fatto conoscere la propria realtà lavorativa
mostrando l’alta professionalità e la attenzione posta
nella progettazione delle proprie protesi acustiche frutto
di anni di ricerca e sviluppo e nella realizzazione con un
processo produttivo moderno altamente specializzato.
Sono stati quindi presentati i prodotti presenti e in
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SPAZIO AZIENDA
L’AUDIOPROTESISTA
Gentile lettore,
Le sottoponiamo una serie di articoli, pubblicazioni, studi recenti che sono stati
condotti con la collaborazione dello Starkey Hearing Research Center di Barkeley CA.
Data la loro articolazione e lunghezza, in queste pagine pubblichiamo solo una sintesi
dei lavori. Qualora fosse interessato allo studio completo, in italiano, non esiti a contattarci.
Telefono: 02-9272181 o direttamente via email: [email protected]
News dalla R&D Starkey
VOICE IQ: UN SISTEMA EFFICACE PER LA
RIDUZIONE DIGITALE DEL RUMORE
Nell’ultimo numero di Hearing Review, i ricercatori
Starkey dimostrano che in situazioni di vita quotidiana
i pazienti preferiscono sensibilmente Voice IQ rispetto
ai tradizionali algoritmi di riduzione del rumore.
Come per numerosi algoritmi nei moderni apparecchi
acustici, la riduzione digitale del rumore (DNR - Digital
Noise Reduction1 può essere implementata attraverso
l’uso di costanti lente a veloci. La funzione degli algoritmi di DNR è di ridurre il guadagno prescritto in risposta ad alti livelli di rumore ambientale.
Le costanti temporali di questi sistemi controllano in che
misura il guadagno viene modificato in funzione dell’ambiente che circonda il paziente. I sistemi con costanti ad
azione lenta calcolano un rapporto segnale-rumore a
lungo termine e riducono il guadagno in modo graduale,
per millisecondi o secondi. È stato dimostrato che tale
metodo migliora la qualità del suono e il comfort.2 3
Al contrario, la riduzione digitale del rumore mediante
costanti ad azione rapida gestisce la riduzione e l’applicazione del guadagno molto velocemente, per millisecondi. Un DNR ben progettato deve essere in grado di
ridurre il guadagno quando necessario per poi riapplicarlo correttamente quando il parlato torna ad essere il
segnale dominante. Con sistemi di DNR ad azione lenta,
il sistema non deve essere attivo quando il parlato è il
segnale dominante, con lo svantaggio di non ridurre la
percezione del rumore.
Rendendosi conto dei limiti dei DNR ad azione lenta - e
della possibilità di superarli - lo Starkey Hearing
Research Center ha sviluppato Voice IQ, un algoritmo
DNR ultraveloce progettato per l’eliminazione del rumore in presenza di un rapporto segnale-rumore positivo o
neutro. Con questa intenzione, Voice IQ analizza e classifica il parlato e il rumore: quando il parlato è il segnale dominante, viene applicata la corretta amplificazione,
quando invece è il rumore a prevalere, questa viene
ridotta. Il punto focale è che l’analisi avviene ad un ritmo
che consente di ridurre momentaneamente il rumore tra
85
i segmenti di parlato, dando come
risultato la percezione di una riduzione del rumore ambientale e la
conservazione del segnale parlato.
Prima di implementare Voice IQ,
era importante stabilire l’efficacia
di un sofisticato algoritmo di
riduzione del rumore misurando
l’impressione soggettiva/impatto
percepito in situazioni di reale
vita quotidiana. Tale problematica
è stata esaminata effettuando uno
studio in cieco su un gruppo di
soggetti con ipoacusia lieve e media dotati di apparecchi acustici con sistemi di riduzione del rumore ad azione lenta e rapida.
“Il rumore in sottofondo era meno impegnativo [con
un DNR ad azione rapida].
“Dal sedile posteriore, le voci sembravano più chiare
rispetto al brusio del motore [con un DNR ad azione
rapida]“.
“Il traffico e il rumore del vento sono meno fastidiosi
[con un DNR ad azione rapida]“.
Questi commenti raccolti a margine dello studio uniti ai
dati empirici raccolti dai ricercatori, evidenziano una
netta predilezione di Voice IQ rispetto ai dispositivi ad
azione lenta. L’efficacia di questi risultati ha confermato
la decisione di portare questo algoritmo da una fase di
ricerca ad una di sviluppo. Tale processo di convalida
sistematica attraverso ricerche e sviluppo ha permesso
ad un nuovo algoritmo di riduzione digitale del rumore
di diventare Voice IQ, il sistema DNR ultraveloce di
Starkey attualmente disponibile per gli apparecchi acustici S Series IQ e Wi Series.
1. Riduzione Digitale del Rumore N.d.T
2. Bentler R, Chiou LK. Digital noise reduction: an overview.
Trends Amplif. 2006; 10(2): 67-82
3. Ricketts T, Hornsby B., Sound quality measures for speech in
noise through a commercial hearing aid implementing digital
noise reduction. J Am Acad Audiol. 2005; 16(5): 270 - 277
SPAZIO AZIENDA
L’AUDIOPROTESISTA
CONFRONTO TRA APPARECCHI ACUSTICI
CIC E RETROAURICOLARI NELLA
LOCALIZZAZIONE TRIDIMENSIONALE
DEL PARLATO
Uno studio recentemente pubblicato su “International journal of audiology” e realizzato in collaborazione
tra l’Università di Sydney e lo Starkey
Hearing Research Center, ha dimostrato che gli apparecchi acustici Cic,
rispetto ai dispositivi retroauricolari, consentono ai soggetti ipoacusici
di utilizzare l’orecchio esterno più
efficacemente e di localizzare meglio
il suono. Questo miglioramento per
quanto riguarda la localizzazione consente al soggetto dotato di apparecchio Cic di concentrare più facilmente la sua attenzione
sull’interlocutore in una situazione di vita quotidiana.
L’esperimento si è svolto prendendo in esame la localizzazione tridimensionale sonora del parlato in camera anecoica per undici persone con ipoacusia neurosensoriale.
Il soggetto si trovava su una piattaforma regolabile in
altezza provvista di un corrimano circolare per sostenersi
e la stanza era equipaggiata con un braccio meccanico che
permetteva di spostare un altoparlante (che emetteva stimoli vocali) in ogni posizione all’interno di una sfera virtuale avente un metro di raggio intorno al soggetto. Tale
metodo ha consentito di verificare le performance di localizzazione dei partecipanti con grande precisione e di for-
PSYCHOACUSTIC MECHANISM BEHIND
ACCETTABLE NOISE LEVEL THRESHOLDS
BRENT EDWARDS EUHA 2010
Durante il congresso Tedesco tenutosi dal 13 al 15 Ottobre 2010 ad
Hannover, Il prof. Edward del Starkey
Hearing Research Center di Barkeley
CA, ha presentato un recentissimo
studio in fase di pubblicazione dal
86
nire stimoli provenienti da più posizioni intorno al
paziente. I soggetti sono stati protesizzati binauralmente
con apparecchi Cic e retroauricolari Ric con la medesima
estensione di banda. Su questi apparecchi acustici, e’stato attivato solo un programma d’ascolto, e tutte le caratteristiche che avrebbero potuto influenzare la localizzazione del suono sono state disattivate per tutta la durata
dell’esperimento. Nello specifico, la direzionalità è stata
disabilitata, così come la gestione del livello di rumore e
la classificazione ambientale. L’eliminazione del feedback
è stata utilizzata solo se necessaria.
L’obiettivo era di determinare se le differenti posizioni
del microfono per queste due tipologie di apparecchi (i
Cic all’ingresso del condotto uditivo, i retroauricolari
sopra il padiglione auricolare) potessero influenzare la
disponibilità di riferimenti spettrali e da qui le performance di localizzazione del suono. Se la localizzazione
del parlato sulle incidenze laterali e polari non è stata
influenzata dal tipo di apparecchio, la percentuale di
inversioni fronte - retro è stata minore con gli apparecchi Cic. Questo schema è proseguito anche dopo l’acclimatazione ad ogni set di apparecchi per un periodo di
sei settimane, anche se la percentuale di inversioni a
questo punto subiva un certo declino.
Il risultato ottenuto ha pertanto confermato ciò che ci si
attendeva, cioè che la posizione del microfono degli
apparecchi Cic all’ingresso del condotto uditivo consente al paziente ipoacusico di ottenere riferimenti spettrali più naturali e di migliorare sensibilmente le sue
performance di localizzazione.
titolo “I meccanismi psicoacustici sulla soglia Anl - livello di rumore accettabile”.
L’Anl è un valore che determina il grado di tolleranza
al rumore di una persona, ed è importante in quanto
è l’unico parametro che è in grado di dare una previsione del successo o insuccesso protesico, più è basso
il valore dell’Anl più la persona tollera il rumore e di
conseguenza sarà un buon utilizzatore dell’apparecchio acustico.
SPAZIO AZIENDA
L’AUDIOPROTESISTA
APPLICAZIONI DELLA TELEASSISTENZA
IN AUDIOPROTESI
Teleassistenza. Questo termine richiama alla mente
immagini di una futuristica assistenza sanitaria fornita
in un ambiente di realtà virtuale, e sebbene questo
possa essere uno dei suoi componenti, la teleassistenza
esiste da molti anni: è la fornitura di servizi sanitari da
un luogo ad un altro mediante l’uso di mezzi di telecomunicazione come Internet, reti informatiche, telefoni
o tecnologie simili in varie modalità: in tempo reale e
cloud - based.(dipendente da altri servizi).
La teleassistenza in tempo reale è contemporanea e
interattiva. In questa modalità, medico e paziente sono
in costante contatto via Webcam, telefono, chat e altri
mezzi di comunicazione, e ogni domanda riceve
un’immediata risposta. Alcuni esempi sono la programmazione o regolazione fine degli apparecchi acustici, misurazioni in vivo o valutazioni audiometriche
in tempo reale.
Esiste anche un tipo di teleassistenza in cui i dati e le
informazioni sono trasmesse e immagazzinate per essere riviste o discusse successivamente, come test auto condotti, data log, screening e percorsi riabilitativi
autogestiti che devono essere rivisti o interpretati da
tecnici sanitari. Gli esiti possono essere inviati attraverso mail o altri mezzi. Tale modalità è detta cloud based. La teleassistenza rappresenta molte possibilità e
pochi rischi per l’assistenza audioprotesica e può inoltre risolvere il problema della cronica scarsezza di tecnici audioprotesisti.
In ultima analisi, ciò che è
buono per il paziente alla fine
vince: il ruolo dell’audioprotesista sarà determinato dalla nostra
abilità a far fronte alle criticità
senza perdere le opportunità
offerte dalla teleassistenza.
In generale, la teleassistenza fornisce un maggiore accesso
all’assistenza e ne facilita la continuità, oltre a ridurre i costi per
il paziente. Per quanto riguarda
la professione di audioprotesista, è applicabile con successo a
test diagnostici, misure di riconoscimento vocale, verifica dell’adattamento, mappatura degli impianti cocleari, otoscopia e counseling, come dimostrato da numerose ricerche.
Ultime, ma non meno importanti le regolazioni e le personalizzazioni dell’apparecchio acustico.
L’efficacia della teleassistenza nella modalità in tempo
reale, infatti, ha spinto Starkey a introdurre quest’anno
il T2 audiologico su tutta la linea di prodotti S Series e
S Series iQ.
Si tratta di applicare la teleassistenza per la regolazione
fine degli apparecchi acustici. Grazie alla tecnologia
DTMF (Dual Tone Multi Frequency), utilizzata da
decenni in telefonia, l’Audioprotesista è in grado di
regolare a distanza alcuni parametri essenziali dell’amplificazione dell’apparecchio acustico.
Scala valori Anl: <7 dB Anl Basso/Buono, tra 7 dB e 12
dB Anl Medio, > 12 dB Anl Alto/Scarso.
Lo studio poneva l’attenzione su diversi elementi quali il
livello di intensità e lo spettro del rumore presentato , ma
il punto fondamentale riguardava una domanda che la
ricerca da tempo si poneva: la tecnologia può modificare
il valore di Anl e di conseguenza far si che un valore di
Anl alto possa ridimensionarsi, passando da un potenziale insuccesso protesico ad un potenziale successo?
I risultati sono davvero sorprendenti, quello che si
poteva solo ipotizzare, ora è dimostrato.
Un algoritmo Dnr di nuova generazione, Voice iQ, è in
grado di modificare la sensazione soggettiva di rumore ambientale e rendere un successo protesico quello
che prima era un potenziale insuccesso.
Questo tipo di algoritmo ultraveloce é disponibile sulla
linea di apparecchi Acustici Starkey S Series iQ e Wi
Series.
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SPAZIO AZIENDA
L’AUDIOPROTESISTA
ReSound Alera e la nuova frontiera del Wireless
a cura di Mauro Pulga
Manager ReSound Training
Una vita che procede sempre più in velocità, circondati come siamo dalla tecnologia - che ci connette agli
altri, ci dà informazioni e facile accesso a tutto,
ReSound riconosce che le esigenze uditive di coloro che
utilizzano un apparecchio acustico vanno oltre alle conversazioni a tu per tu di ogni giorno o alle discussioni
di gruppo.
Le persone sentono il bisogno di ascoltare e interagire
bene con i telefoni cellulari, la tv e conoscere le novità
della giornata, avendo sempre il tempo per rilassarsi e
usufruire di apparecchi per l’ascolto, ad esempio, della
musica. La tecnologia wireless ha connesso gli apparecchi acustici a diversi accessori negli ultimi anni ma mai
in un pacchetto che offrisse la qualità eccellente del
suono combinata ad un segnale sicuro e forte. Ora
ReSound offre una tecnologia wireless, che dà entrambi
questi vantaggi: apparecchi ReSound Alera wireless e
accessori wireless ReSound Unite.
PERCHÉ IL WIRELESS - RICERCA DI MERCATO
Nello sviluppo di questo pacchetto tecnologico wireless,grandissima attenzione è stata posta verso le intuizioni comuni e le aspettative della tecnologia wireless tra
gli utenti finali e i professionisti nel campo dell’udito. Gli
studi sulle ricerche di mercato hanno rilevato punti di
vista interessati tra i due gruppi ed evidenziato i modi in
cui la tecnologia wireless possa migliorare in modo
significativo l’esperienza uditiva di chi utilizza un apparecchio acustico e la sua connessione con il mondo.
La prima serie di ricerche è stata condotta con interviste telefoniche approfondite e gruppi di interesse in
Francia, Germania e Stati Uniti, nel luglio del 2009. I
partecipanti hanno riferito difficoltà nell’ascoltare la tv
senza disturbare le altre persone che si trovano in quello stesso ambiente;hanno anche evidenziato che una
soluzione collegata alla tv dovrebbe anche permettere
88
loro di portare avanti contemporaneamente una conversazione con gli altri nella stanza. Gli interpellati
hanno riferito che l’uso del telefono continua ad essere
un problema, in quanto non risulta abbastanza facile
poter udire chiaramente senza feedback. Alcuni hanno
sostenuto che un telecomando sarebbe utile per il
monitoraggio dello stato e delle impostazioni correnti
(es. livello volume e selezione programma) in quanto
risulta difficile determinare la modalità predefinita
quando il dispositivo è posto dietro all’orecchio o sopra
di esso. Infine, molti interpellati hanno indicato che
preferirebbero avere il controllo su quello che ascoltano
e quindi sul dispositivo acustico; che vorrebbero poter
ascoltare in una modalità che sia la più naturale possibile - un’esperienza che non li isoli dagli altri o dai
telefoni, dalle tv e da altre fonti audio.
2.4 TECNOLOGIA GHZ WIRELESS
I vantaggi della tecnologia wireless ReSound Unite includono una connessione efficace, accessori facili da utilizzare e una connettività con il software di installazione e
gli accessori. Tali vantaggi sono resi possibili attraverso il
nuovo chip dell’apparecchio acustico ReSound RangeTM
e l’utilizzo di tecnologia wireless a 2,4GHz . In qualità di
unico produttore di apparecchi acustici che incorpora
questo tipo di tecnologia wireless nei nostri prodotti,
siamo in grado di trasmettere il segnale a distanze maggiori, fino a 7 metri. L’utilizzo di questa tecnologia limita l’interferenza da parte di
altri dispositivi e richiede un’antenna più
piccola. Infine, non è necessario munirsi
di un ingombrante dispositivo per collegare la protesi al software di installazione.
Tutto quello che si richiede è un accessorio, chiamato AirLink, da inserire in una
porta USB del computer (Figura 1).
FIG. 1 Airlink: l’accessorio wireless per il fitting senza fili
SPAZIO AZIENDA
L’AUDIOPROTESISTA
Questa tecnologia, sebbene nuova per le protesi, è stata
testata nell’industria dei video game e nell’uso delle
tastiere wireless. I vantaggi per l’utente di protesi acustiche prevedono una migliore chiarezza del suono trasmesso in wireless, una connessione wireless più affidabile, dispositivi più piccoli, eliminazione dell’eco e dei
problemi di sincronizzazione labiale mentre si guarda la
televisione o si ascoltano altri apparecchi audio.
LINEA ACCESSORI RESOUND UNITE
ReSound Unite è un pacchetto di accessori wireless che
ha un preciso obiettivo: collegare l’utilizzatore di protesi acustiche alla tecnologia che li circonda. L’audio può
essere diffuso direttamente dalla televisione, dal computer o dallo stereo alle protesi acustiche attraverso lo
Unite tv Streamer. La Unite Phone Clip si
collega al telefono cellulare. Il telecomando permette agli utenti di
accedere alla tecnologia che
scelgono, in modo semplice,
sempre monitorando lo stato
dei loro apparecchi acustici.
ne o altra fonte audio come un lettore DVD o un ricevitore stereo, non è necessario avere dispositivi intorno al
collo o da indossare. Gli utilizzatori di dispositivi acustici possono camminare liberamente nella stanza fino a
7 metri dalla televisione e trarre beneficio dai suoni
amplificati, direttamente attraverso l’apparecchi acustico. È ora possibile partecipare a conversazioni o ascoltare la tv semplicemente indossando ReSound Alera.
FIG. 3 ReSound Unite Phone Clip
Unite Phone Clip (Figura 3) è
un piccolissimo dispositivo che
collega il telefono cellulare ai
dispositivi attraverso la tecnologia
Bluetooth, standard per gli auricolari wireless dei telefoni cellulari. Della dimensione di una bustina di fiammiferi o di una spilla, Unite phone clip può essere fissato
ai vestiti o inserito in una tasca, eliminando la necessità
di un accessorio voluminoso da indossare vicino alla
testa. In alternativa, può essere agganciato al parasole
della macchina per un uso del telefonino a mani libere.
Gli utenti possono godersi un discorso chiaro al telefono con la connessione wireless all’apparecchio acustico
anche binauralmente.
FIG. 2 ReSound Unite TV
FIG. 4 Telecomando ReSound Unite
Lo Unite tv (Figura 2) è un piccolo dispositivo che si
inserisce sul retro di tv, computer, stereo o altri dispositivi. Permette la più veloce diffusione audio disponibile
sul mercato ad oggi. La ricerca ha mostrato che i ritardi
dell’audio in streaming che superano i 30 ms causeranno differenze evidenti tra il segnale in streaming e il
segnale diretto. Ritardi di almeno 80ms distorceranno
ulteriormente l’esperienza uditiva dell’utente, a causa di
uno sfasamento tra informazioni audio e quelle visive.
La velocità dell’Unite tv Streamer di 18ms garantisce
assenza di eco o problemi di sincronizzazione labiale
tali da distorcere o interrompere la visione per l’utente.
Poiché Unite tv si inserisce direttamente sulla televisio-
89
Il telecomando Unite Remote Control
(Figura 4) ottimizza la gestione dell’apparecchio acustico. La tastiera, facile
da utilizzare, permette all’utilizzatore
dell’apparecchio acustico di cambiare i
programmi o il volume sul dispositivo,
permettendo così un maggiore accesso
alla tecnologia dei piccoli apparecchi acustici a persone
con poca abilità manuale. Il display permette all’utente
di monitorare lo stato dell’apparecchio acustico e permette persino all’audioprotesista di scrivere direttamente i nomi dei programmi per facilitarne l’utilizzo.
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L’AUDIOPROTESISTA
SmartFocus© CRAI - L’approccio clinico
Il ruolo del controllo utente
nell’ottimizzazione delle prestazioni
dell’apparecchio acustico
L’apparecchio acustico deve soddisfare le esigenze di chi
lo porta in una varietà di situazioni di ascolto. Questa è
una sfida significativa per l’audioprotesista.
Nell’ambiente relativamente statico dello studio, l’audioprotesista effettua modifiche volte a soddisfare le esigenze degli utenti nel mondo reale. Un problema fondamentale per l’audioprotesista è la separazione tra il
momento in cui l’utente rileva che gli obiettivi di ascolto non sono stati raggiunti e il momento in cui l’apparecchio viene regolato.
La soluzione è fornire un controllo intuitivo smartFocus Crai - che consenta all’utente di modificare
le prestazioni dell’apparecchio in tempo reale, mantenendo allo stesso tempo una percezione naturale dell’ambiente.
SmartFocus, impara le preferenze dell’utente, riduce la
frequenza delle visite di controllo per modificare le
impostazioni dell’apparecchio e aumenta il grado di
soddisfazione del cliente.
Fig. 1
Mezzi
pubblici
Centro
commercial e
Jazz
Cl ub
Cena in
compagnia
Studio
medico
Comfort
Intelligibilità
L’obiettivo dell’amplificazione
Di solito le persone acquistano l’apparecchio acustico
per migliorare la comprensione delle conversazioni.
L’amplificazione fornita da un apparecchio acustico
correttamente regolato raggiungerà l’obiettivo in
ambienti tranquilli.
Tuttavia, l’amplificazione incide sull’intera esperienza
d’ascolto. Spesso vengono amplificati i rumori
ambientali e di sottofondo, anche quelli che potrebbero non interessare all’utente.
Nella figura 1 si può vedere un esempio di questo tipo
di esperienza.
Chiarezza
La figura 1 mostra come un cliente tipico potrebbe
desiderare che l’apparecchio acustico funzioni in cinque situazioni di ascolto comuni. Le situazioni dell’e-
Bassa
Alta
Importanza del parlato
90
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L’AUDIOPROTESISTA
ciascun utente si sposteranno continuamente da
comfort/consapevolezza a chiarezza/percezione del parlato, man mano che si passa da una situazione d’ascolto all’altra. Inoltre, persone diverse possono avere obiettivi molto diversi nella stessa situazione di ascolto.
Mentre una persona si reca in un jazz club solo per
ascoltare la musica, un’altra preferisce che la musica
faccia da sottofondo alla conversazione con gli amici.
Nonostante questi diversi obiettivi, se si chiedesse loro
in quali situazioni desiderano un ascolto migliore,
entrambi potrebbero rispondere: “Al jazz club”. Questo
porterà senza dubbio l’audioprotesista a impostare
entrambi gli apparecchi acustici allo stesso modo.
sempio variano, da sinistra a destra, in base alla necessità dell’individuo di comprendere la conversazione.
Per ciascuna situazione, il simbolo blu indica il relativo desiderio di percezione dei suoni e di comfort (in
basso) rispetto alla chiarezza del parlato. Si tratta forse
di una semplificazione un po’ eccessiva, dato che il
comfort e la chiarezza non si escludono necessariamente a vicenda. Tuttavia, in linea generale l’analogia
è corretta e può comunque essere applicata nelle
situazioni in cui comfort e chiarezza sono impostati al
massimo. Ad esempio, l’utente ha bisogno di essere
consapevole di ciò che lo circonda mentre si trova sull’autobus e l’amplificazione deve rimanere ad un livello confortevole. Se si trova sull’autobus da solo, non
ha bisogno di molta chiarezza del parlato. Al contrario, se si trova nello studio del medico, è fondamentale che comprenda chiaramente la diagnosi e le raccomandazioni. Quindi le situazioni rappresentate da
mezzi pubblici e studio medico si trovano alle estremità opposte della figura.
La figura 2 mostra come le preferenze di comfort e chiarezza possono cambiare da persona a persona in una
determinata situazione. Il secondo utente (simbolo
nero) ha una maggiore esigenza di chiarezza al jazz club
rispetto al primo (simbolo blu) perché è più interessato
all’interazione sociale che all’ascolto della musica.
Sebbene i due utenti rappresentati in questo diagramma frequentino le stesse situazioni di ascolto e possano
avere sordità simili, in molti casi i loro obiettivi sono
piuttosto diversi.
Obiettivi differenti possono
rappresentare una sfida
per l’audioprotesista
Il raggiungimento degli obiettivi desiderati dall’utente
in una gamma di situazioni di ascolto molto ampia è un
compito difficile per l’audioprotesista. Gli obiettivi di
Centro
commercial e
Jazz
Cl ub
Cena in
compagnia
Studio
medico
Comfort
Intelligibilità
Mezzi
pubblici
Chiarezza
Fig. 2
Il dilemma dell’audioprotesista
Prima che l’utente provi direttamente il suo nuovo
apparecchio acustico, è necessario preimpostare il
dispositivo in modo che raggiunga gli obiettivi nella
gamma di situazioni di ascolto più ampia possibile. Se
l’utente non è soddisfatto delle prestazioni dell’apparecchio nel mondo reale, deve tornare dall’audioprotesista, che regolerà una serie di parametri, come l’innalzamento del parlato, la riduzione del rumore o l’impostazione dei microfoni. Queste modifiche sono volte a
ottimizzare l’uscita dell’apparecchio per una situazione
che l’audioprotesista non ha mai sperimentato in prima
persona e che non può riprodurre nel suo studio. In
pratica questo significa che l’audioprotesista sta regolando i parametri in base all’intuito per ottenere l’obiettivo desiderato dall’utente. Tuttavia, l’audioprotesista
non ha la possibilità di valutare con la pratica l’efficacia delle modifiche. In altre parole, il cliente reclama
Bassa
Alta
Importanza del parlato
91
SPAZIO AZIENDA
L’AUDIOPROTESISTA
comfort, mantenendo allo stesso tempo una percezione naturale dell’ambiente circostante. Questo tipo
di controllo consente all’utente di raggiungere con
facilità il suo obiettivo spostandosi tra la chiarezza
massima e il comfort massimo.
4. L’utente dovrebbe essere in grado di ottimizzare il
controllo per raggiungere diversi obiettivi in ciascuno dei vari ambienti di ascolto. L’apparecchio acustico dovrebbe riconoscere i vari ambienti di ascolto e
apprendere le preferenze dell’utente per ciascuno di
essi. In questo modo, l’utente giunge rapidamente
alle impostazioni ottimali in un’ampia gamma di
ambienti di ascolto e si riduce nel tempo la necessità
di ripetute modifiche.
con l’audioprotesista, che regola l’apparecchio e dice al
cliente di tornare entro una settimana se il problema
non è risolto. Queste sono le basi del dilemma dell’audioprotesista.
Il modo migliore è il controllo
nelle mani dell’utente
Il punto cruciale della questione è la mancanza di collegamento fra il luogo e la circostanza in cui l’utente
verifica il mancato raggiungimento degli obiettivi e il
luogo e la circostanza in cui vengono apportate le modifiche per cercare di risolvere il problema. La soluzione
più ovvia è di regolare l’apparecchio nel luogo e nel
momento in cui si verifica il problema. Ad esempio, se
il problema si verifica al jazz club, perché non regolare
l’apparecchio acustico sul posto finché l’utente non è
soddisfatto?
Il modo migliore per superare la distanza luogo/tempo
è quello di dare all’utente maggiore controllo per poter
regolare l’apparecchio acustico autonomamente e in
tempo reale. Tuttavia, affinché il controllo utente sia
una soluzione possibile, devono verificarsi diverse condizioni; in caso contrario l’utente potrebbe rimanere
sommerso dalla complessità, e provare un senso di frustrazione e fallimento. Ecco i requisiti per rendere il
controllo utente un successo:
Un apparecchio acustico che soddisfi queste condizioni cambia in modo significativo lo schema della regolazione, a vantaggio sia dell’audioprotesista che del
cliente. L’audioprotesista regola ancora l’apparecchio
acustico in base all’utente, che non ha esperienza con
il nuovo dispositivo, ma ora l’utente può ottimizzare
in modo rapido e semplice le impostazioni di diversi
parametri nel contesto specifico delle varie situazioni
di ascolto.
L’apparecchio acustico impara le impostazioni corrette
necessarie al raggiungimento dell’obiettivo dell’utente
in ciascuna situazione. Ogni volta che l’utente torna in
quell’ambiente di ascolto, l’apparecchio passa automaticamente alle impostazioni apprese e ottimizzate.
Questo tipo di controllo offre i vantaggi di una regolazione efficace e personalizzata più rapidamente e in
tempo reale, fornendo un maggior senso di proprietà e
di connessione all’apparecchio acustico.
L’audioprotesista inoltre riceverà un minor numero di
visite di follow-up e riscontrerà una maggiore soddisfazione da parte del cliente.
1. Le modifiche devono essere importanti e immediate. Se l’effetto è troppo lieve è probabile che non sia
rilevante per il raggiungimento degli obiettivi dell’utente.
2. Il controllo per effettuare le modifiche deve essere di
facile utilizzo. Chi indossa un apparecchio acustico
non deve necessariamente comprendere la complessità dei dispositivi digitali. Un singolo controllo
dovrebbe regolare diverse funzionalità contemporaneamente perché l’utente possa raggiungere gli obiettivi con un semplice gesto.
3. L’effetto della modifica deve essere collegato direttamente agli obiettivi dell’utente. Il controllo ideale è
quello che consente all’utente di modificare le prestazioni dell’apparecchio acustico in tutto il continuum,
dalla massima chiarezza del parlato al massimo
Nel modo giusto
Di solito i produttori cercano di controllare i problemi
causati da conflitto tra diversi parametri limitando la
potenza e la regolabilità dei parametri stessi. La difficoltà di questo approccio è che l’audioprotesista non
può osservare direttamente gli effetti delle modifiche
92
SPAZIO AZIENDA
L’AUDIOPROTESISTA
minori a parametri multipli nell’ambiente di ascolto
reale in cui si verifica il problema.
Se il tradizionale metodo di risoluzione dei problemi
non è quello migliore, allora come si può ottenere un
controllo coordinato di diversi parametri? Il vantaggio
di fornire un singolo controllo utente per regolare allo
stesso tempo diverse funzionalità è che la gamma e la
direzione delle modifiche vengono accuratamente
coordinate per tutti questi parametri. Questo elimina le
interazioni impreviste fra i parametri che si verificano
quando essi sono regolabili in modo indipendente.
La figura 3 è un esempio di come il controllo coordinato di diversi parametri beneficia chi indossa l’apparecchio acustico. Esso aumenta la gamma e la gradualità
delle modifiche, in modo più mirato rispetto alla regolazione dell’audioprotesista.
Fig. 3
Centro
commercial e
Jazz
Cl ub
Cena in
compagnia
Studio
medico
Comfort
Intelligibilità
Mezzi
pubblici
Chiarezza
Nella parte alta della figura 3 sono riportate cinque
situazioni di ascolto: mezzi pubblici, centro commerciale, jazz club, cena in compagnia e studio medico.
I simboli blu di ciascuna colonna indicano le impostazioni dei parametri per ciascun ambiente di ascolto,
così come programmato dall’audioprotesista nella regolazione iniziale. I simboli neri indicano le impostazioni
preferite dall’utente nel mondo reale. I valori regolati e
i valori preferiti sono praticamente uguali nel centro
Bassa
Alta
Importanza del parlato
93
commerciale e nello studio medico. Tuttavia, c’è una
considerevole differenza fra i valori regolati e quelli preferiti per quanto riguarda i mezzi pubblici, il jazz club
e la cena in compagnia. Approfittando della gradualità
e dell’ampia gamma del controllo, l’utente può regolare
i parametri di base dell’apparecchio acustico in modo
da farli corrispondere perfettamente alle impostazioni
desiderate, raggiungendo così i suoi obiettivi personali
di amplificazione in ciascun ambiente di ascolto. Grazie
a questo controllo dei singoli parametri mediante una
regolazione coordinata, l’utente dispone di molta più
libertà di ottimizzare le impostazioni e di raggiungere i
suoi obiettivi.
Con smartfocus© più preferenze
di ascolto, meno numero di modifiche
L’apparecchio acustico deve fornire il corretto bilanciamento di comfort e chiarezza nella più ampia
gamma di situazioni di ascolto possibile. Ciò si può
ottenere ottimizzando il dispositivo in base a diversi
valori di comfort e chiarezza, per raggiungere gli
obiettivi specifici dell’utente in diverse situazioni di
ascolto. Spesso questo è un compito difficile per l’audioprotesista, che deve desumere i valori appropriati
per i diversi parametri in base alle preferenze dell’utente, senza la possibilità di convalidare le impostazioni nell’ambiente dell’utente.
La buona notizia è che si può trovare una soluzione al
problema fornendo all’utente un controllo più flessibile
rispetto a quelli normalmente disponibili. Il controllo
utente consente di ottimizzare con facilità le impostazioni per raggiungere gli obiettivi nelle varie situazioni
di ascolto. L’apparecchio impara le preferenze, migliorando l’ascolto senza necessità di un alto numero di
modifiche.
L’AUDIOPRO
RIVISTA TECNICO-SCIENTIFICA DELL’UDITO
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DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE AUDIOPROTESISTI
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Vuole dare risalto alle figure professionali coinvolte nella protesizzazione, agli apparecchi acustici e lo stato dell’arte della tecnologia, alle normative di riferimento e l’integrazione europea, agli
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con l’obiettivo di “reintegrare al meglio le facoltà uditive di chi si
rivolge all’Audioprotesista”, ponendo “il bene del soggetto ipoacusico come unico traguardo dell’Audioprotesista” (dall’ editoriale del numero 1, anno 1979).
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Via . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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Terza di copertina
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Inserto centrale a pag (multipli di 4 facciate)
Schede Prodotto
News
News per non inserzionisti
Inserto nella cellofanatura
Generale
Preferenziale
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1200
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1350
2950
2350
850
675
950
775
500
400
580
500
6000
4200
4750
3750
2500
2000
2600
2200
1200
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gratuite per gli inserzionisti
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55 cent cad
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550
700
350
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Il processo di miglioramento è sempre in evoluzione e la professione è attenta a cogliere le esigenze di una società
che cambia. L’audioprotesista oggi è sempre di più un “professionista della salute”, attento alla sua preparazione, consapevole del proprio ruolo e della propria responsabilità verso il paziente. Una professionalità rispettata ed autonoma,
protagonista a pieno titolo di una rivoluzione che lo chiama a dialogare con la figura del medico, con cui condivide l’obiettivo finale del benessere del paziente. Tutto questo è stato possibile perché gli audioprotesisti hanno saputo fare
squadra, confrontandosi ed aggiornandosi continuamente. AudioPro completa questa esigenza ed è il simbolo di questa rivoluzione.
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L’AUDIOPROTESISTA
L’AUDIOPROTESISTA
R I V I S T A
T E C N I C O - S C I E N T I F I C A
D E L L ’ U D I T O
ANNO X – N. 23 – FEBBRAIO 2011– TRIMESTRALE – Poste Italiane S.p.A. - Sped. in abb. post. - D.L. 353/2003 (conv. in L 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, Pescara Aut. N. 114/2008
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Primo piano: Fia e Cochlear Italia
insieme per la formazione
Intervista: un contributo alla qualità
del Sistema sanitario nazionale
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delle competenze dell’audioprotesista
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acustica nella malattia otosclerotica
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