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PICCOLE DONNE
DI L.M.ALCOTT (1868)
È un capolavoro della letteratura giovanile ed ho scelto questo classico per il valore
personale che la lettura di questo libro ha avuto nella ma storia di lettrice e di
persona. Ricordo, ancora, la prima volta che l’ho letto, mi ha appassionato molto
tanto da farmi leggere anche “Piccole Donne crescono”.e credo che a questo libro
lego il mio gusto e il piacere della lettura per altri libri e per altri autori.
Piccole Donne è un celebre romanzo sulla crescita e la maturazione di quattro sorelle
americane all’epoca della Guerra di Secessione nel freddo Massachussetts. Il loro
padre è in guerra e le ragazze insieme con la madre vivono un percorso di crescita, è
grazie all’unità, all’amicizia, alla laboriosità e la voglia di divertirsi a un certo
momento, però, si infrange: la malattia del padre al fronte, la partenza repentina della
madre, la malattia di Beth. Ma le protagoniste del libro lottando e tenendosi UNITE
riescono a superare qualsiasi avversità e problema.
LE PROTAGONISTE
1. MEG: è la sorella maggiore, la più assennata, molto bella, progetta una vita
tranquilla fatta di prole e focolare ed è quasi una sorta di seconda madre per le
ragazze.
2. JO: è il maschiaccio di casa, vuole diventare un giorno una scrittrice e vuole
scoprire le ricchezze del mondo attraverso viaggi. È una ragazza molto
generosa e spigliata, aggressiva e dolce al tempo stesso. È in un certo senso la
vera protagonista del libro e anche il personaggio più amato. Jo in realtà è una
figura altamente autobiografica; la Alcott, infatti, si ispira alle sue esperienze
giovanili per creare questo personaggio mentre per le altre figure prende
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spunto dalle sorelle.
3. BETH: è la più timida e delicata, molto tranquilla ed è molto amata da tutta la
famiglia che vedendola molto fragile la coccola. Dolce e generosa fino ad
essere considerata quasi una SANTA; infatti nel romanzo si ammala e rischia
di morire proprio per aiutare una famiglia in difficoltà.
4. AMY: è la piccola di casa e la più viziata della famiglia. Splendida ragazza,
cresce orientata verso la vita mondana, le mode e le frivolezze. Tuttavia non è
un personaggio negativo: infatti dietro al suo aspetto vanitoso c’è comunque
una ragazza decisa e sincera.
Quindi Meg, Jo, Amy e Beth sono quattro sorelle, ognuna con una personalità diversa
nelle quali almeno un po’ è possibile riconoscersi. A sorvegliare le quattro ragazze
c’è, inoltre, la figura della madre che da autentica educatrice lascia alla figlie la
possibilità di compiere delle esperienze, fornendo poi l’occasione di confronto e di
dialogo facendo in modo che esse acquistino una direzione ed un senso ben preciso.
Il messaggio più bello di cui il libro si fa portatore, secondo me, è quello relativo
all’EDUCAZIONE e alla CRESCITA; fondamentale da questo punto di vista è il
dialogo fra JO e la MADRE: un dialogo attraverso il quale la madre persuade Jo che
si può avere ragione del proprio carattere, che si può modificarlo divenendo delle
persone migliori, più amabili è più utili al prossimo. Ella si propone da vera
educatrice amando Jo per quella che è, riconoscendone i pregi e spingendola ad una
accettazione serena ed attiva dei propri difetti aiutandola a vigilare e a dominarli. In
questo modo il dialogo fra le due donne, a mio avviso, è l’occasione di comunicare
fra il libro e il lettore che si sente interpellato a fare i conti con la propria personalità.
Inoltre molto interessante è il modo di concepire la DONNA: Jo appare come
un’eroina che mette in discussione e cambia le rigide regole del suo tempo rispetto al
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suo ruolo di ragazza per il fatto di remare durante una gita al lago, anziché di restare
immobile a reggere l’ombrellino e parlare di niente. Inoltre ama leggere e trova
persino il coraggio per proporsi come scrittrice; taglia i suoi splendidi capelli per
aiutare il padre in difficoltà. Questo è un aspetto molto interessante perché aiuta le
ragazze di oggi a capire come era diversa la condizione delle donne in epoca passata.
È un testo che presenta un mondo ricco di UMANITA’ e valori importanti quali la
FEDELTA’ a se stessi, la COERENZA con i propri ideali, il senso di
RESPONSABILITA’, la SOLIDARIETA’ verso chi è meno fortunato, la
LABORIOSITA’ e l’impegno a vivere con SERIETA’ la propria vita.
È un testo molto educativo.
LETTURA E IMMAGINAZIONE
L’IMMAGINAZIONE è un’attività fondamentale per lo sviluppo dell’attività
mentale del bambino; è la capacità di riprodurre anche in assenza di un oggetto
sensibile la sua immagine nella nostra mente e di trasformarlo attribuendogli un altro
significato. Essa, quindi, si nutre dell’ESPERIENZA ed è strettamente legata alla
lettura. Infatti la LETTURA fatta al bambino che ancora non sa leggere, aiuta ad
alimentare la sua immaginazione e la sua fantasia che sono facoltà importantissime
per lo sviluppo della persona; invece le immagini dei film e dei cartoni tendono ad
uniformare l’immaginario. Con il libro al contrario ognuno immagina il racconto
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come vuole.
LA COMUNICAZIONE ORALE
Si impara a leggere attraverso l’ASCOLTO, quindi è molto importante l’educazione
all’ascolto per favorire poi atteggiamenti positivi nei confronti della lettura.
A questo riguardo BIANCA PITZORNO afferma che il bambino per provare piacere
nella lettura di un libro deve avere prima acquisito il gusto della parola parlata.
L’educazione all’ascolto inizia molto presto: infatti il bambino recepisce i suoni fin
dalla vita intrauterina; il bambino sa riconoscere la voce della madre da tutte le altre
che per lui rappresenta una fonte di sicurezza in quanto comunica e sottolinea la sua
presenza.
Quindi la capacità di ascolto è propedeutica alla lettura: il bambino ascoltando presta
ATTENZIONE e comincia a distinguere le parole, i suoni e i ritmi.
PENNAC parla dei genitori proprio come “libro vivente” ed è su questa relazione che
si fonda il piacere di leggere.
ASCOLTARE e LEGGERE sono intimamente legati tra loro: quando leggiamo un
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libro lo leggiamo con la nostra voce interiore ed è questa che ascoltiamo. Inoltre
l’ascolto di una storia muove l’immaginazione, infatti un ostacolo al gusto della
lettura è proprio la difficoltà ad immaginare ciò che si legge.
LA NINNA NANNA
E’ un canto lento caratterizzato da una semplice linea melodica monotona e da un
tratto verbale ripetitivo.
1. La principale finalità è fare addormentare i bambini attraverso i movimenti
ritmici che richiamano il movimento delle braccia che cingono il bambino; in
questo modo si tranquillizza, si calma e si addormenta: quindi ha un EFFETTO
IPNOTICO.
2. la seconda funzione è l’ACCULTURAZIONE LINGUISTICA e MUSICALE
del bambino: le ninna nanna sono il primo contatto con la musica e la realtà
che lo circondano attraverso la voce della madre.
3. un’altra funzione è quella di favorire il linguaggio attraverso le parole ripetute
e cantate:infatti con il passare dei mesi il bambino passa dalla fase dell’ascolto
a quella dell’imitazione dei fonemi.
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Le ninna nanna sono caratterizzate da una nota di malinconia, sono lamentose; molto
spesso rappresentano lo sfogo della madre che lamenta la propria condizione
all’interno della società arcaica; sono delle vere e proprie lamentele della donna nei
confronti del figlio. La lingua della ninna nanna è il DIALETTO perché rappresenta
alle origini un colloquio personale tra madre e figlio ed è una delle pratiche musicali
più antiche.
LA FIABA
È una breve narrazione in prosa o in versi, dove i protagonisti sono solitamente essere
umani alle prese con entità soprannaturali (streghe, fate, gnomi, orchi …) e oggetti
dotati di virtù magiche.
Ha un forte valore pedagogico perché risveglia il desiderio di sapere e forma un
atteggiamento positivo nei confronti del libro.
Questo valore educativo è stato messo in discussione da alcuni pedagogisti che
sostengono che la lettura dell’immaginario danneggia la formazione culturale del
bambino. Altri, invece, ritengono che alcune tipiche paure della prima infanzia sono
originate da questo mondo fantastico di streghe, orchi … : è tutto FALSO!
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La fiaba piace ai bambini perché soddisfa le sue esigenze conoscitive, affettive ed
emotive e perché usa un linguaggio comprensibile che si adatta alla sua realtà.
Il bambino attraverso la fiaba può proiettare i suoi vissuti interiori, i suoi desideri, le
sue paure nella storia.
Comunque la fiaba deve avere sempre un LIETO FINE proprio perché è rivolta ai
bambini : i buoni si salvano sempre e i cattivi muoiono.
Inoltre il bambino attraverso la sua lettura impara a differenziare i vari tipi
caratteriali: l’avaro, il prudente … e quindi lo aiuta a capire i fatti fondamentali della
vita e in questo modo prende coscienza della realtà.
Inoltre permette al genitore di comunicare con il figlio, rappresenta un modo per stare
insieme e uno stimolo per introdurre il piccolo alla lettura.
Per Tolkien i fattori importanti della fiaba sono: fantasia, recupero, fuga e
consolazione, soprattutto “consolazione” che sarebbe il lieto fine: la fiaba soddisfa il
bisogno del bambino e lo fanno sentire potente.
TIPI DI FIABE
• POPOLARE: è molto antica ed ha la caratteristica di essere stata tramandata
oralmente dalle madri, nonne … .ed è diventata fiaba scritta grazie ad alcuni
autori come i FRATELLI GRIMM .
• MODERNA: è una fiaba d’autore che inserisce nella sua narrazione
personaggi e fatti della vita attuale. Furono fiabe moderne al loro tempo il
Pinocchio di Collodi
e “GIP NEL TELEVISORE” di Rodari. La fiaba
moderna è più adatta ai bambini di età scolare.
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• FIABA CLASSICA: può essere sia popolare che moderna ed è cioè uella che
come ogni capolavoro ha superato l’usura del tempo.
Oggi ricordiamo la riscrittura di fiabe classiche da parte di ROBERTO PIUMINI con
“C’ERA UNA VOLTA”: in questa raccolta ripropone fiabe di autori classici per
bambini di 4 – 6 anni, senza alterare il senso e il significato del modello originale lo
adegua al destinatario e lo rende più leggibile e fruibile; lo scopo è riadattare la fiaba
classica ai nuovi gusti dei bambini del nostro tempo.
DIFFERENZA
FIABA
SAGA
Qui non ci sono riferimenti storici
ma è fantasiosa
è un racconto più moderno intorno a
una famiglia in un ambiente determinato
storicamente
LA FAVOLA
È una breve narrazione in prosa o in versi che ha come protagonisti immaginari,
piante o essere animati cui si attribuiscono vizi e virtù umani e i suoi contenuti hanno
intenti didascalici o morali.
È un racconto breve a scopo didattico che intende far distinguere il bene dal male,
avendo come protagonisti, invece, degli uomini gli animali e ad ogni animale è
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associato un carattere umano: è una satira sociale.
In questo modo il bambino apprende il concetto di SIMBOLISMO: il leone
rappresenta la regalità, la volpe è il simbolo dell’astuzia, il lupo è il simbolo
dell’ingordigia.
A differenza della fiaba, la favola non ha sempre un lieto fine ma termina sempre con
una MORALE (esplicita o implicita).
La sua origine è antichissima e tra le più antiche favole ricordiamo quelle del greco
ESOPO (VI sec.a.C.), poi ricordiamo FEDRO (I sec.d.C.): nel mondo antico erano un
mezzo per l’educazione dei bambini.
Rousseau ha negato, invece, il valore educativo della favola.
LA FILASTROCCA
È un componimento breve in rima o con un ritmo, per lo più priva di senso, nata
nell’ambito della cultura popolare.
Svolge diverse funzioni:
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1. FUNZIONE LUDICA: cioè di intrattenimento dei bambini: è un gioco basato
sulla parola allo scopo di divertire; spesso, infatti, vengono recitate dagli adulti
per far giocare i bambini; sono cantate o recitate e a volte fanno riferimento a
parti del corpo, il viso, le dita della mano.
2. FUNZIONE TERAPEUTICA: possono migliorare le prestazioni verbali
laddove si verificano difficoltà di linguaggio, di attenzione o di memoria
uditiva.
3. FUNZIONE DIDATTICA:possono insegnare le varie parti del corpo , i mesi,
le stagioni, i giorni, i momenti della giornata (il bambino apprende in maniera
giocosa)..
Le filastrocche sono le principali poesie del bambino e piacciono ai bambini sia
perché è un gioco sia perché sono ripetitive:
• Ai bambini piace la RIPETIZIONE perché gli dà tanta sicurezza;
• Piace la RIMA che risulta di facile memorizzazione e inoltre amano imparare
le cose a memoria.
ELEMENTI IN COMUNE CON LA NINNA NANNA: la rima, il ritmo e la
musicalità.
RACCONTO
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Nasce dalla necessità di dare forma ad un atto vissuto; infatti nel racconto prevale
l’elemento realistico mentre l’elemento immaginario può apparire ma ha un ruolo
solo marginale.
È molto utile in didattica per sviluppare il senso critico del ragazzo attraverso il
ragionamento e molto spesso si predilige l’utilizzo di racconti brevi soprattutto
quando si ha poco tempo a disposizione. Diversi tipi di racconto:personali, familiari,
storici, di viaggi.
BIOGRAFIA
Attraverso la biografia si delinea la vita dei personaggi famosi e illustri con uno stile
semplice e scorrevole; se è ben fatta toglie il personaggio dalla leggenda rendendolo
esemplare.
NOVELLA
si distingue dalla fiaba perché non ha elementi fantastici e dalla favola perché non ha
un intento didattico e moralistico. Il contenuto varia: drammatico, licenzioso …. Da
un punto di vista pedagogico la novella è più adatta per i ragazzi di 10-11 anni e per
l’adolescente in quanto si presta per la lettura in classe e per spunti di riflessione e
rielaborazione.
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DIFFERENZA
MITO
LEGGENDA
Ha carattere sacro e si colloca in un passato
si colloca invece in un passato recente,
remoto e i personaggi si ritengono realmente
i personaggi e i fatti traggono spunto dalla
esistiti; il mito tratta sempre di cose che esula-
realtà, ma è ricca anche di elementi non veri
no dall’ordinario e si pongono in un mondo fan-
e tende ad enfatizzarli.
tastico e soprannaturale;
-ha uno sfondo storico e proprio per questo è
-è una storia che avvince senza bisogno di ricor-
stata criticata perché poteva dare ai giovani
rere alla suspence;
false convinzioni.
-la storia vince l’usura del tempo;
-al contrario la leggenda può costituire un
-le storie sono sempre SERIE (tristi o gioiose) ma
primo passo verso una conoscenza storica,
mai comiche.
proprio perché è a metà strada tra fantasia e
realtà; es.: legenda di Romolo e Remo.
“PARTENOPE MAGICA – miti e leggende di Napoli antica” di Manacorda.
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IL GUSTO DELLA LETTURA
La lettura non è un dovere ma appartiene alla sfera del PIACERE , del GUSTO.
È una passione e quindi non può essere imposta altrimenti si ottiene l’effetto
contrario: non si può dire “DEVI LEGGERE!”, infatti come dice PENNAC il verbo
leggere non conosce l’imperativo.
Differenti sono i generi di libri a cui corrispondono forme di gusto e diversi interessi;
ogni persona sviluppa i propri gusti perché la lettura non coinvolge solo l’intelletto
ma anche la fantasia, le emozioni, i sentimenti.
La LETTURA è COMUNICAZIONE: è una forma particolare di comunicazione in
quanto uno dei due poli (lo scrittore) è fisso e immutabile (non è presente ma è
presente la sua opera); nella lettura, infatti, si stabilisce con l’autore un vero
DIALOGO in cui a parlare è l’autore, invece il lettore è nell’atteggiamento di un
ascolto recettivo. Il suo interesse è la conoscenza, capire cioè quello che l’altro va
dicendo. A volte può capitare che un libro letto in momenti diversi può essere
recepito differentemente dando luogo a diverse chiavi di lettura: in questi casi è la
personalità del lettore che si impone.
È importante educare il bambino al GUSTO (piacere) di LEGGERE e non solo al
DOVER LEGGERE; in che modo? Favorendo atteggiamenti positivi nei confronti
del libro:
• Per prima cosa è necessario che il bambino “familiarizzi” con il libro sin dalla
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più tenera età;
• Inoltre è importante non operare delle alternative come “o la TV o il libro”ma
essere aperti ad tegrare i diversi messaggi;
solo così si potrà trasmettere il gusto e il piacere di leggere che cresce e si forma con
il crescere della persona.
DUE TIPI DI LETTURA
LETTURA PASSIVA
LETTURA ATTIVA
Il libro viene subìto e la lettura viene
è il libro che viene letteralmente
fatta senza piacere in quanto lo scopo
aggredito, lo si vuole leggere senza
è un apprendimento finalizzato all’esame
alcuna forma d’ansia legata alla
e una volta sostenuto non rimane più nulla
memorizzazione
Quindi il binomio inscindibile è LETTURA COME GUSTO e STUDIO COME
DESIDERIO.
Per affermarsi la letteratura per l’infanzia ci sono volute alcune condizioni base:
• L’individuazione di un destinatario specifico: il bambino considerato dal punto
di vista psicologico;
• L’individuazione di obiettivi a carattere educativo e ludico;
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• La diffusione della stampa in modo da rendere il libro più accessibile;
• Un momento storico particolare: Europa post Riforma;
• L’istituzione di scuole;
• I viaggi e le scoperte e la diffusione di nuovi racconti
ORIGINI DELLA LETTERATURA PER L’INFANZIA
L’origine della letteratura per l’infanzia non è legata ad una certa data storica ma più
che altro al momento in cui una serie di autori hanno avuto l’intento di offrire
un’opera letteraria ai fanciulli non solo con la finalità educativa ma soprattutto per
farli divertire.
PERRAULT è stato il primo autore a scrivere libri concepiti esclusivamente per i
ragazzi con finalità, quindi, più ludiche che didattiche ed ha il merito di aver reso la
fiaba dalla tradizione orale a fiaba letteraria.
Ma il primo libro della letteratura per l’infanzia secondo il Fanciulli nacque in Italia
nel 1634 e fu il “Cunto de li cunti” del napoletano Basile: raccolta di novelle
popolari. Comunque si trattò di un caso sporadico le origini di una vera letteratura per
l’infanzia si ritrovano in Inghilterra e Germania tra la fine del XVIII e l’inizio del
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XIX secolo.
Un primo testo specifico per l’infanzia lo troviamo nel 1658 è di Comenio l’Orbis
sensualium pictus, scritto con intento pedagogico e didattico; alla fine del 600 de La
Fontaine presenta la sua opera di FABLES: raccolta di favole brevi con animali come
protagonisti che rappresentano difetti e debolezze umane con una loro morale.
Nel 1669 in Francia Fènelon scrive apposta per i ragazzi il Telemaco un libro che si
rifà all’Odissea ed ebbe un successo straordinario.
L’800 – XIX SECOLO
La letteratura per l’infanzia come genere a sé vede il suo massimo sviluppo proprio a
partire da questo secolo, in cui vengono scritte opere apposta per i bambini come
PINOCCHIO ed opere non pensate per loro (Fiabe di Andersen) ma comunque
apprezzate da loro.
L’Ottocento rappresenta un’epoca felice per la letteratura per l’infanzia proprio
perché è il secolo del Romanticismo, quel movimento che obbliga all’indagine
artistica del fanciullo e che giustifica una letteratura per l’infanzia.
Una caratteristica ricorrente è che nei libri l’aspetto ricreativo si fonde con quello
educativo che rispecchia i valori e gli obiettivi educativi dell’epoca;
Caratteristica dell’epoca è comunque il sorgere di una letteratura non legata al testo
scolastico ma improntata di pedagogismo.
In questo secolo proprio tenendo conto l’aspetto ricreativo del libro si vanno ad
affermare diversi generi letterari:
• Una letteratura lacrimosa che ha come protagonista un’infanzia infelicee
bistrattata come ad esempio il David Copperfield di Dickens;
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• Il filone dell’avventura che rappresenta il genere letterario più ricco in quanto
si sa che attira molto il gusto e la fantasia dei ragazzi; ricordiamo i libri di
Giulio Verne (il giro del mondo in 80 giorni – Ventimila leghe sotto i mari)
oppure il famoso Moby Dick di Stevenson o L’isola del Tesoro di Kipling.
• Il filone realistico come ad esempio i romanzi della Alcott (PICCOLE
DONNE) che hanno un impostazione realistica e pedagogica al tempo stesso;
in quanto i personaggi sono rappresentati nella loro umanità e con tutti i loro
tratti che li caratterizzano, errori esclusi.
In ITALIA due sono i libri che hanno segnato l’epoca in maniera però differente:
PINOCCHIO
CUORE
Nasce con l’intento di divertire pur
nasce, invece, con un preciso scopo
avendo una sua morale e si oppone
didattico, quello di formare i giovani
al Giannetto di Parravicini.
Italiani (Post Risorgimento).
CUORE
E. DE AMICIS
Può essere definito come il libro del RISORGIMENTO ITALIANO; era, infatti, il
libro giusto al momento giusto: il libro ebbe un gran successo ma non solo per le sue
qualità ma perché fu in un certo senso imposto da chi lo riteneva idoneo a “fare gli
ITALIANI”. I
I temi principali del libro sono:
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la PATRIA
la SCUOLA
il protagonista Enrico scrive un diario che è dedicato quasi tutto alla vita della scuola;
infatti Enrico racconta il suo anno scolastico che risulta in un certo senso dal punto di
vista del realismo atipico perché non viene menzionata nessun tipo di festività
religiosa come il NATALE.
REALTA’ STORICA: è l’anno 1886 e il problema di questo periodo storico era quello
che dopo aver fatto l’ITALIA occorreva fare gli ITALIANI cioè omologare dal punto
di vista culturale le diverse mentalità regionali.
CUORE rappresenta il clima culturale dell’epoca, il Romanticismo, che fa leva sul
sentimento e sul buonismo.
Dal punto di vista pedagogico nell’opera sono presenti tre generi letterari:
1. I DIARI scritto da Enrico;
2. Le LETTERE dei genitori di Enrico attraverso le quali educano il figlio;
3. I RACCONTI
letti dal maestro durante le lezioni (la piccola vedetta
lombarda).
PINOCCHIO
DI COLLODI
È una fiaba moderna d’autore divenuta poi classica in cui elementi reali e fantasia si
fondono in modo armonico. I temi principali sono quelli della casa, della scuola, della
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famiglia, della strada come luogo d’incontro, del bosco. Sono presenti molti
ANIMALI, ognuno con proprie caratteristiche, dal GRILLO parlante che fnge da
coscienza di Pinocchio, al Gatto e la volpe, al pescecane.
L’ambiente iniziale è molto povero!
Inoltre Pinocchio che si oppone come figura al Giannetto del Paravicini, è molto più
simile a un ragazzo di strada che a un bravo ragazzo; inoltre è spontaneo, dotato di un
buon umore, ingenuo, fiducioso, capriccioso ed egoista.
Per quanto riguarda la SCUOLA il Collodi non aveva molto fiducia, infatti ci
descrive ragazzi che non amano la scuola che vogliono essere liberi, senza obblighi e
vogliono solo divertirsi.
In Pinocchio troviamo un realismo di presentazione (è un realismo che fa vedere le
cose nei loro dettagli e colori e si differenzia dal realismo di contenuto) come ad
esempio la descrizione della fata turchina.
Nel suo libro il Collodi ci presenta il gusto dell’avventura: Pinocchio non trae
esperienza dalle sue disavventure, ma scampato ad una ne incorre subito in un’altra.
Il messaggio è che l’esperienza educa alla vitae che il cuore come motore umano
sembra
avere
il
dominio
sull’intelletto:
Pinocchio,
infatti,
imparerà
più
dall’esperienza che dai libri e cambierà il suo atteggiamento da “fannullone” quando
diventerà generoso per aiutare il suo babbo e la fatina malata.
IL FUMETTO
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Si può affermare che il fumetto sintetizza tutti i generi di letteratura per l’infanzia;
consiste in una sequenza di immagini, in modo che i formi una sorta di dinamismo
che lo rende simile al CINEMA.
Le parole sono rinchiuse nelle NUVOLETTE che sono comprese nell’immagine, in
questo modo il ragazzo più che leggere viene invitato a “VEDERE”. Questo spiega
perché gli adolescenti preferiscono il fumetto in quanto la sua struttura rende più
dinamica la parola scritta.
Nonostante ciò ci sono molti pregiudizi che sminuiscono il valore comunicativo,
educativo dei fumetti; infatti ci sono molti luoghi comuni come “il fumetto
pregiudica la lettura perché i bambini vedono solo le immagini, le figure senza
leggerle”. Questo, invece, non è affatto vero, anzi il fumetto può essere uno
strumento molto utile per il bambino che ancora non sa leggere il quale viene
stimolato moltissimo dalla sequenza di figure.
Inoltre le VIGNETTE favoriscono lo sviluppo dell’IMMAGINAZIONE del bambino
e lo aiutano a concentrarsi sulla storia con molta più facilità.
VANTAGGI DEL FUMETTO:
• I fumetti sono di grande aiuto nello sviluppo positivo dell’ immaginazione;
• Nel fumetto c’è una maggiore coincidenza del linguaggio scritto con quello
parlato;
• Con il fumetto il bambino la capacità d’interpretazione dei segni e dei simboli;
• Inoltre nei fumetti vengono descritti personaggi molto stereotipati, in questo
modo il bambino impara a comprendere le categorie morali.
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STRUTTURA DEL FUMETTO
La parola FUMETTO deriva da “FUMO” perché le nuvolette entro cui sono scritte le
parole assomigliano a boccate di fumo di una sigaretta.
Il fumetto ha lo scopo di raccontare una storia e questa narrazione avviene per mezzo
di tante VIGNETTE;
-La VIGNETTA usa il linguaggio delle immagini e quello verbale; ha una funzione
spazio-temporale, scandisce le sequenze. Se la sequenzialità è vicina le vignette si
compongono nella striscia senza interruzione, invece lo spazio bianco indica il tempo
che passa.
All’interno della vignetta troviamo la
-NUVOLETTA che contiene le parole dette o pensate da un personaggio; possono
avere vari tipi di code o contorni (es. più code se le parole vengono dette da più
persone contemporaneamente).
Il testo racchiuso all’interno della nuvoletta costituisce il corpo della trama,
l’intreccio, la storia.
DIFFERENZA
DIDASCALIA
Dà un’interpretazione dell’immagine
CARTIGLI
contiene messaggi più complessi di
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contenuta nella vignetta.
carattere storico; si trova generalmente
all’inizio del racconto o alla fine.
Inizialmente in Italia i primi fumetti comparsi sul Corriere dei Piccoli proposero la
DIDASCALIA al posto della nuvoletta. Durante il Fascismo la Didascalia fu
utilizzata come propaganda e poi dal secondo dopoguerra si ritorna alla nuvoletta
anche se ha ancora i caratteri didascalici.
METAFORA: le metafore sono dei disegnini che fanno capire lo stato d’animo di un
personaggio; esempio: le stelline (dolore) o i cuoricini (amore).
ONOMATOPEE: (“forma verbale acustica”) sono delle parole contenute nella
vignetta che indicano i rumori; la grandezza e la forma di queste vignette dipendono
dal tipo di rumore e dalla sua intensità.
Nella scuola i luoghi che possono avvicinare i ragazzi alla lettura sono:
BIBLIOTECA DI SCUOLA: molto spesso non è una vera e propria biblioteca ma
viene considerata come il locale dal quale prendere i libri per ricerche da far portare a
casa agli alunni. Tutto questo perché:
• Numero limitato di libri;
• Pochi generi di lettura;
• Ambiente non adatto;
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quindi il tutto contribuisce ad allontanare il bambino da tale luogo e in poche parole
dalla lettura in genere; per cui per avvicinare il ragazzo alla biblioteca occorre
innanzitutto includere un posto anche per il fumetto in modo d soddisfare la sua
naturale curiosità infantile.
BIBLIOTECA DI CLASSE: nella scuola, inoltre, dovrebbe essere prevista anche
una biblioteca di classe, più vicina al ragazzo perché presente nell’aula e più
facilmente consultabile e avvicinabile. In questo modo si pone come una struttura di
riferimento.
Il fumetto è qualcosa di personale che si può sfogliare senza paura di rovinarlo o
perderlo, che si può scambiare con gli amici o rivenderlo alle bancarelle dell’usato.
Il rapporto che il bambino ha con il fumetto è molto simile a quello instaurato con le
fiabe cioè un mezzo per demitizzare paure, angosce e in un certo senso cercare un
legame con il personaggio; il bambino trova più risposte in un racconto che in fatti
reali.
SCHEMA
- 3 / 6 ANNI: libri illustrati da colorare; il fumetto: LA PIMPA
- 6 / 8 ANNI: c’è il desiderio di leggere e scrivere ma il bambino si orienta
ancora verso fumetti molto colorati.
- 9 / 10 anni: inizia la “satira” e quindi fumetti spiritosi e più impegnati;
- 12 / 14 ANNI: fumetti d’azione a sfondo sociale. Es: DYLAN DOG.
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