Canon, Nikon, Sony e Panasonic presentano le loro neonate,Nikon
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Canon, Nikon, Sony e Panasonic presentano le loro neonate,Nikon
Continua la battaglia "video reflex": Canon, Nikon, Sony e Panasonic presentano le loro neonate Il momento è di quelli storici. Per la prima volta arrivano sul mercato delle reflex full frame con prezzi che non superano di molto i 2000 euro. A porgere il guanto di sfida è stata Nikon, che dopo mesi di attesa e immagini rubate ha presentato ufficialmente al Photokina di Colonia la nuova D600, equipaggiata con un sensore a pieno formato da 24 megapixel di risoluzione. Canon ha risposto immediatamente presentando la nuova 6D, che si posiziona nello stesso segmento di mercato occupato fin’ora dalla gloriosa 5D mark II, visto che la mark III costa ben 1500 euro in più, ma con una risoluzione di 20 megapixel sta a metà tra le due celeberrime full frame della casa. Entrambe le macchine sono ovviamente in grado di registrare video in FullHD a 24, 25 e 30 fps, mentre ancora una volta per i rallenty, a 50 o 60 fps a seconda dello standard selezionato, europeo o americano, bisogna scendere a 720p. Per quanto riguarda la D600vengono riproposte praticamente tutte le caratteristiche che erano già presenti sulla sorella maggiore D800: c’è la possibilità di registrare file non compressi su Hard Disk esterno tramite la porta HDMI integrata; c’è la possibilità di utilizzare sia il formato Fx che quello Dx ottenendo comunque filmati in FullHd, come a dire che si hanno a disposizione due lunghezze focali differenti per ogni obiettivo. La sensibilità ISO spazia da 100 a 6400, con la possibilità di estensione fino a 25.600. Molta attenzione è stata dedicata anche alle capacità di registrazioni audio, visto che sono presenti sia un’uscita jack per monitorare in tempo reale la qualità della registrazione sia una porta a cui collegare un eventuale microfono stereo esterno. La 6D punta invece su due differenti modalità di compressione in camera, introducendo come già sulla MK III la possibilità di registrare con un bitrate All – I, ben superiore a quello standard, pur senza bisogno di dispositivi esterni. La sensibilità ISO è variabile tra i 100 e i 25.600, espandibile fino a 102.400, e vista la risoluzione leggermente inferiore del sensore non è impossibile che nelle condizioni di poca luce si raggiungano dei risultati, anche migliori di quelli già molto buoni, ottenibili con la nuova 5D. Non è purtroppo presente un’uscita jack per monitorare la registrazione audio. Per chi utilizza la tecnica del time-lapse potrebbe risultare molto utile la presenza, su tutte e due le macchine, di una modalità che combina gli scatti già in camera, fornendoli direttamente in formato video. Molta attenzione è stata rivolta da entrambe le case alla connettività: sulla 6D è integrata la funzionalità Wi-Fi (oltre al GPS), mentre sulla D600 è necessario acquistare un accessorio a parte. Entrambe le camere registrano su schede SD, anche se la Nikon è fornita di due slot differenti, mentre la Canon di uno solo. La 6D è però dotata di un corpo macchina più leggero della D600, facendone la fotocamera a pieno formato più leggera mai prodotta, anche se la differenza è veramente minima: 690 grammi contro 760, senza contare le rispettive batterie. In entrambi i casi si tratta comunque di corpi macchina più compatti e leggeri delle sorelle maggiori. Anche Sony ha presentato la nuova Full frame, anche se in questo caso si tratta di una top di gamma con un prezzo superiore alle due giapponesi di cui abbiamo appena parlato, che si dovrebbe assestare attorno ai 2800 euro. Le caratteristiche, pur non trattandosi di una vera e propria reflex ma di una configurazione più vicina alle mirrorless, sono comunque simili, con un sensore da 24 megapixel, una sensibilità ISO che va da 100 a 25.600, possibilità di registrare filmati non compressi tramite l’uscita HDMI, eccetto che per due importanti particolarità. Innanzitutto è presente per la prima volta su questo genere di macchine un’entrata audio in formato XLR di qualità quindi altamente professionale. Inoltre si possono registrare rallenty in FullHd fino a 60 fps. Sulla carta insomma sembrerebbe avere tutte le carte in regola per soddisfare anche i videomaker più esigenti, anche se la presenza di un attacco per ottiche Minolta e la particolarità del sistema non permette di utilizzare adattatori di qualità per ottiche come Nikkor o Canon. A Colonia però è stata presentata anche un’altra macchina che, pur non essendo Full frame, potrebbe interpretare la parte del terzo incomodo, a partire dal prezzo decisamente competitivo di 1400 euro. Si tratta della Panasonic GH3, che va a sostituire l’apprezzata GH2. Non si tratta nemmeno in questo caso di reflex ma di una vera e propria mirrorless di fascia alta, pensata fin da subito anche per i videomaker. Con un sensore da 16 megapixel in formato Micro 4/3 è in grado di offrire caratteristiche molto interessanti che per alcuni versi superano addirittura le prestazioni video di quasi tutte le reflex presenti sul mercato. Innanzitutto è possibile registrare i filmati in camera con un ottimo bitrate di 72 mb/s All – I, superato solo dai 90 mb/s della 5d Mk III, oltre alla presenza di un’uscita HDMI come sulle più recenti Nikon; inoltre i rallenty sono disponibili in FullHD a 60p. Cosa ancora più interessante è che è possibile combinare questa modalità con la registrazione ad alto bitrate All – I, caratteristica che nessun’altro prodotto sul mercato per ora è in grado di offrire, nemmeno la nuova Sony. A completare un corredo decisamente di alto livello bisogna segnalare la presenza di un jack per le cuffie audio. Nikon lancia la nuova D4, ibrida per foto e video E’ notizia degli ultimi giorni che la Nital s.p.a. ha annunciato la nuova D4, destinata a diventare la nuova “ammiraglia” della principale concorrente di Canon. La nuova reflex di casa Nikon si presenta come la nuova concorrente della famosissima Canon 5D Mark II, essendo pensata, infatti, sia per l’applicazione professionale in ambito fotografico che video. La macchina monterà un sensore in formato FX da 16,2 megapixel con una gamma di sensibilità che varierà dai 100 ai 12.800 ISO. Una sensibilità incredibilmente alta che si presta all’utilizzo anche in condizioni di luminosità estreme. Il segnale generato viene elaborato a 14 bit, per permettere un’elevata riduzione del rumore. La parte che ci riguarda sono le funzionalità della modalità video. E, sulla carta, questa neonata di casa Nikon promette davvero bene: sebbene gli standard video siano gli stessi delle ormai pluri-diffuse Canon 5D e 7D (quindi Full HD 1080p, con possibilità di registrare al rallenty fino al doppio della velocità, in formato 720p) sono state aggiunte caratteristiche che vanno a chiudere le “falle” presenti nei modelli di casa Canon. Ad esempio, sono stati inseriti controlli avanzati sulla registrazione audio, prevedendo un ingresso per microfono esterno e anche un’uscita cuffie per il monitoraggio dell’audio in fase di ripresa. Tuttavia l’aspetto forse più interessante è la possibilità di inviare in uscita il segnale HD non compresso, così da poter collegare un monitor esterno o un registratore HD e acquisire il segnale generato in “non-compresso”, tramite un interfaccia HDMI. Vi sono, inoltre, alcune funzioni estremamente interessanti: il time-lapse, ovvero la possibilità di riprendere filmati accelerati fino a 36.000 volte il tempo reale corrispondente; l’HDR, ovvero la cattura della stessa immagine su due flussi distinti, con due differenti stop di esposizione (l’escursione massima impostabile arriva fino a 3 stop) al fine di ottenere diversi effetti, livelli di saturazione e gradazioni di tonalità, mentre l’uniformità dell’area d’intersezione dove le esposizioni si uniscono può essere regolata per una maggiore naturalezza. C’è da dire che, ad una prima lettura tecnica, Nikon D4 pare essere destinata a sostituire in tutto e per tutto le concorrenti di casa Canon. Ciononostante, la neonata di casa Nikon presenta alcuni dettagli scoraggianti: innanzitutto il solo corpo macchina avrà un costo di circa 6.000 euro. Ciò significa che la spesa non consentirà la costruzione di un kit operativo di base per realizzare video. Vi saranno da aggiungere, infatti, anche i costi di eventuali ottiche (a meno che non siate abbastanza fortunati da averne già a disposizione), schede di memoria, batterie aggiuntive e supporti a spalla con cannette per poter utilizzare follow-focus e mattebox. La spesa al fine di combinare adeguatamente una macchina fotografica per abilitarla all’uso del video; non si tratta di una vera e propria videocamera, insomma. E considerando che l’ormai nota Red sta rilasciando la Scarlet-X, macchina attesa da quasi tutti gli indipendenti da più di due anni, è normale pensare che ci stiamo addentrando sempre di più in uno stato di profonda “confusione tecnica“. Basti pensare che la Scarlet-X in configurazione minima ha un costo di circa 14.000 dollari (su per giù 11.000 euro) e che, a conti fatti, anche una Nikon D4 con un minimo di accessori arriva su quelle cifre. La differenza sostanziale, risiede, come al solito, nel mercato di utilizzo a cui le case madri mirano: la Scarlet cattura immagini a 4K (quindi a più del doppio della risoluzione del Full HD) e ciò la annovera senza ombra di dubbio per il settore cinema e video; non per un ibrido di foto-video-maker. Da un punto di vista tecnico personale, sebbene la Red sia un’azienda piena di contraddizioni e con una politica di mercato ampiamente discutibile, la Scarlet offre la garanzia di poter lavorare con una macchina progettata per scopi cinematografici. C’è chi, al contrario, potrebbe pensare che la maneggevolezza di una macchina fotografica con funzionalità ibride sia impagabile. Rimane fondamentale che ciascun acquirente valuti in relazione alle esigenze professionali e al tipo di utilizzo che prevede riservare alla macchina. E, a dover di cronaca, mi sembra giusto anche segnalare il video di lancio della Nikon 4D, nel quale è possibile apprezzare tutte le potenzialità di questa nuova macchina.