"Aspetti geotecnici nell`interpretazione del danneggiamento, nella
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"Aspetti geotecnici nell`interpretazione del danneggiamento, nella
"La lezione del terremoto de l’Aquila" "Aspetti geotecnici nell'interpretazione del danneggiamento, nella gestione dell'emergenza e nella ricostruzione" Francesco Silvestri DIGA – Università di Napoli “Federico II” 1. Gli aspetti geotecnici evidenziati dal danneggiamento 2. La caratterizzazione geotecnica dei siti del Progetto C.A.S.E. 3. Gli studi di risposta sismica locale per la Microzonazione Sismica Effetti macrosismici vs. schema sismogenetico Area sismogenetica ver. DISS3 (www.ingv.it/DISS) La distribuzione dei danni principali sembra allineata verso SE (direttività sorgente) I danni potrebbero essere stati in parte influenzati dalle repliche più forti Inquadramento geologico generale della valle dell’Aterno • Larghezza della valle (affioramento-affioramento) tra 1-2km e 5-6km • Profondità bedrock circa 1/10 larghezza della valle • Spesso terreni a grana grossa sovrastanti terreni fluvio-lacustri fini ( inversioni di velocità) - circa 30 centri edificati lungo versanti di breccia e ghiaia - circa 10 su bedrock rigido (marna, calcare) - solo 4 su morfologia pseudo-piatta (Onna, Bazzano, Coppito, parte de l’Aquila) Santo et al, 2009 La spedizione GEER Missione GEER con la collaborazione di AGI-ReLuis http://research.eerc.berkeley.edu/projects/GEER/ Web GEER GEER report Criteri di valutazione del danno Classi di danno per edifici (adattato da Bray & Stewart, 2000) Livello di danno Descrizione Colore D0 Nessun danno D1 Fessurazione di elementi non strutturali, come muri a secco, rivestimenti esterni in mattoni o intonaci D2 Danno significativo a elementi non strutturali, come collasso di interi pannelli di tamponatura; danno minore a elementi strutturali portanti D3 Danno significativo a elementi strutturali, ma non collasso D4 Collasso strutturale portante (intero solaio o parte di edificio) D5 Collasso totale Classi di danno per fenomeni deformativi del terreno Danni alle strutture Danni alle infrastrutture Livello Legg & Slosson (1984) D (cm) Idriss (1985) D (cm) Trascurabile < 0.5 Modesto Silvestri et al. (2006) Livello D (cm) <3 Trascurabile <2 0.5 - 5 15 Riparabile 2 – 10 Elevato/Moderato 5 - 50 30 Interruzione 10 – 50 Severo/Forte 50 - 500 90 Catastrofico > 500 300 Collasso > 50 Ricognizione sui danni agli edifici intorno L’Aquila (IMCS = 88-9) Zona Sud-Est: danni concentrati nei depositi olocenici nelle incisioni dei terrazzi alluvionali Pleistocenici Zona Nord-Ovest: rilievi di dettaglio sui danni agli edifici in prossimità della traccia della faglia di Pettino Zona (a): prevalenza D3, alcuni D5 Zona (b): danno minore, livello ≤ D2 Zona (c): livello di danno tende a D3 Zona (d): danno non uniforme (D2-D5), anche su costruzioni simili Danno disuniforme a edifici in c.a. identici (Pettino) D3 D1 3 8 2 1 5 Meccanismi di piano soffice 6 7 4 Meccanismi di piano soffice D5 D5 Stazioni sismiche RAN e assetto geologico AQV AQK AQG Evidenze di effetti di sito da rapporti spettrali H/V: stazioni valle Aterno AQA AQG AQK AQV Evidenze di effetti di sito da confronti tra spettri di risposta: AQV vs. AQG Evento 6 apr 2009 Mw=6.3 2 2 comp. NS 1.5 Sa (g) Sa (g) 1.5 1 0.5 AQG (cat. A) AQV (cat. B) 1 0 0 1 2 Periodo (s) 3 0 1 2 3 Periodo (s) Evento 9 apr 2009 00.53 Mw=5.4 0.5 0.5 comp. NS comp. EW = 5% 0.4 0.4 0.3 0.3 Sa (g) Sa (g) = 5% 0.5 0 0.2 0.1 = 5% AQG (cat. A) AQV (cat. B) 0.2 0.1 0 0 0 1 2 3 0 1 2 3 Evento 9 apr 2009 19.38 Mw=5.3 Periodo (s) Periodo (s) 0.5 0.5 comp. NS comp. EW = 5% 0.4 0.4 0.3 0.3 Sa (g) Sa (g) comp. EW = 5% 0.2 0.1 = 5% AQG (cat. A) AQV (cat. B) 0.2 0.1 0 0 0 1 2 Periodo (s) 3 0 1 2 Periodo (s) 3 Evidenze di effetti di sito non lineari: AQV vs. AQG 6 7 9 9 apr apr apr apr 2009 M =6.3 w 2009 17:48 Mw=5.6 2009 00.53 Mw=5.4 2009 19.38 M =5.3 w VS (m/s) 0 5 1000 1500 5 4 AR ghiaia calcarea 10 in matrice limosa/argillosa 15 3.5 Profondità (m) Sa(AQV)/Sa(AQG) 500 argilla limosa 4.5 3 2.5 2 FL 1.5 1 0.5 0.1 600 m/s 20 25 30 alternanza di sabbie 35 limose, limi sabbiosi 40 e ghiaie calcaree 45 calcari 0 0.01 0 1250 m/s 50 1 Periodo (s) Comportamento non lineare del terreno diminuzione di amplificazione e frequenza naturale Evidenze di effetti di sito da confronti tra spettri di risposta: AQK Mainshock Evento 6 apr 2009 Mw =6.3 1.2 1.2 comp. NS 1 1 T = 0.7 s = 5% T = 0.7 s 0.8 Sa (g) 0.8 Sa (g) comp. EW = 5% 0.6 T = 1.67 s 0.6 0.4 0.4 0.2 0.2 0 0 0 1 2 3 0 Periodo (s) 1 2 3 Periodo (s) Aftershocks Repliche 0.4 0.4 comp. NS T 0.7 s 0.2 0.2 T = 1.67 s 0.1 0.1 0 0 0 1 2 Periodo (s) 3 = 5% 7 apr 2009 17:48 Mw=5.6 9 apr 2009 00.53 Mw=5.4 9 apr 2009 19.38 Mw=5.3 0.3 Sa (g) 0.3 Sa (g) comp. EW = 5% 0 1 2 Periodo (s) 3 Evidenze di effetti di sito da dati attuali e precedenti: AQK 4 3.5 f = 0.6 Hz = 5% Sa/PGA 3 T = 1.67 s 2.5 2 1.5 1 0.5 0 0 1 2 3 Periodo (s) (De Luca et al., 2001) Danni nei centri abitati lungo la valle dell’ Aterno (SE de l’Aquila) IMCS 6 7 7-8 8 8-9 9 9-10 ulteriori sopralluoghi Danni interinter-centro: Monticchio - Onna 9-10 6 Distanza epicentrale 12 km Danni a Monticchio (IMCS = 6) Danno minore o trascurabile per edifici di ogni tipologia D0 D1 Formazione calcarea Giurassica affiorante a SW del centro = bedrock sismico dell’intera area. Il bedrock è ricoperto da breccia calcarea continentale di età Pleistocenica, profonda più di 100 m (clasti eterometrici debolmente cementati) Danni a Onna (IMCS = 99-10) Circa l’80% degli edifici in muratura interessati da danno D5, soprattutto intorno la piazza e la via principali. D1 D4 Sottosuolo: depositi alluvionali recenti (Olocene), costituiti in prevalenza da ghiaie calcaree in matrice sabbiosa, alternate con livelli limo-argillosi spessi più di 5 m. ‘Nella villa di Onda né tampoco restò casa impiedi’ (Anton Ludovico Antinori, XVIII secolo, sul terremoto del 1461) D5 D2 Monitoraggio aftershocks a Onna (INGV Mi) e Monticchio (AMRA(AMRA-CIMA) IMCS = IX-X IMCS = VI Marzorati et al. (2009) Interpretazione repliche per valutazione effetto di sito HVSR (H/V) su 12 terremoti con ML ≥3 Polarigramma degli H/H medi Onna SSR (H/H Onna/Monticchio), ML ≥3 Monticchio Marzorati et al. (2009) Danni intraintra-centro: Castelnuovo Distanza epicentrale 25 km Il villaggio è fondato su un colle di ‘creta bianca’ (formazione di S. Nicandro) Prima… … e dopo il terremoto Alluvial and colluvial sediments (Holocene) Gravel and conglomerates interbedded with cemented sands (medium Pleistocene) Carbonate silts with thin sand lenses (lower Pleistocene) Come Onna, il centro fu già distrutto (I = X) dal terremoto storico del 1461 Danni a Castelnuovo (IMCS = 99-10) Il danno osservato tende a diminuire (D5 – D2) lungo il versante del colle Rete mobile installata da UniBas & GFZ Potsdam per registrare aftershocks e microtremori Evidenze di effetti di sito a Castelnuovo HVSR da microtremori (registrazioni UniBas) Aftershock 09.VI.2009 h 00:51, M=5.1 (registrazione GFZ) Aftershocks e microtremori mostrano picchi di risonanza tra 1 Hz (stazioni in cresta) e 2 Hz (piede versante) 1. Gli aspetti geotecnici evidenziati dal danneggiamento 2. La caratterizzazione geotecnica dei siti del Progetto C.A.S.E. 3. Gli studi di risposta sismica locale per la Microzonazione Sismica Il Progetto C.A.S.E. C.A.S.E. = Complessi Antisismici Sostenibili Ecocompatibili 119 edifici da 2-3 piani costruiti a secco su piastre in c.a. isolate alla base. Il programma ha previsto la consegna di circa 300 abitazioni a settimana, completati entro fine anno, cioè meno di 9 mesi dopo il terremoto (6 mesi dopo l’apertura dei cantieri). Danno alloggio a circa 13.000 senzatetto nell’emergenza, e poi forse agli studenti... I siti (originari) del Progetto C.A.S.E. Comportamento degli edifici isolati e risposta dinamica del sottosuolo Requisito di progetto: T > 3-4 s Sottosuolo con frequenza naturale fS > 0.5 Hz Determinazione della risposta in frequenza del sito componente hz, vx (mm/s) 0.15 via empirica: 0.1 0.05 0 -0.05 -0.1 0.05 0.04 0.03 6 0.02 5 0.01 0 -0.15 0 5 10 15 20 0 25 tempo, t (s) componente V (mm/s) (mm/s) componente vert, vz 0.1 0.05 0 -0.05 -0.1 -0.15 10 20 5 10 15 20 frequenza, f (Hz) 0.15 0 funzione trasferimento HVSR 30 40 tempo, t (s) 0.05 amplificazione, A componente H (mm/s) rapporto spettri componenti H/V 4 3 2 1 0.04 0 0.03 0 0.02 5 10 15 20 frequenza, f (Hz) 0.01 0 0 5 10 15 20 confronto frequenza, f (Hz) velocità onde S, VS (m/s) 200 400 via razionale: 6 1 ... i ... 5 10 profondità, z (m) 600 5 hi, i, VSi, Di 15 amplificazione, A 0 0 4 3 2 1 20 0 n 25 0 r, VSr 30 35 misura VS definizione modello geotecnico 5 10 15 frequenza, f (Hz) calcolo funzione di trasferimemto 20 Attività sperimentale AGIAGI-ReLuis nei siti C.A.S.E. SITO Frequenza di vibrazione MASW Aftershocks Microtremori Attive S. Antonio INGV Milano UniNa - UniMol Il Moro 1 INGV Roma PoliTo Cese di Preturo INGV Milano INGV Milano DH Geotrivel Polo Geologico Geotrivel Polo Geologico TecnoSoil Polo Geologico Geotrivel Polo Geologico SDMT Lab UnivAq UniNa + AMRA PoliTo Pagliare di Sassa S. Giacomo Sondaggi Passive UniNa - UniMol Tempera1 ISMGEO UniFi ISMGEO UniRoma1 Polo Geologico Bazzano INGV Milano UniNa - UniMol Sant'Elia1 INGV Milano Polo Geologico Sant'Elia2 INGV Milano Polo Geologico Roio Piano INGV Roma PoliTo Sassa-NSI INGV Milano Paganica Nord INGV Milano Monticchio INGV Roma/Milano Pianola INGV Roma Camarda INGV Milano PoliTo PoliTo PoliTo UnivAq Tecnosoil Polo Geologico TecnoSoil Polo Geologico ISMGEO Geo (Taddei) Polo Geologico UniNa+AMRA Geo (Taddei) Polo Geologico UnivAq Polo Geologico Prove in situ (SWM) Attività AGI-ReLuis UniFi UniRc UniRoma1 UniCt PoliTo UniNa+AMRA Prove di lab (7 lab x 10 apparecchiature) Prove in situ + lab UniRoma1 PoliTo Un sito con bedrock superficiale: BAZZANO Prove MASW eseguite da UniNa-UniMol UniBas MASW Im po ssi MASW Im po ssi Alluvioni incoerenti Unità arenaceo-pelitico-marnosa Cavuoto & Moscatelli (2009) BAZZANO - Prove MASW UniNaUniNa-UniMol (aprile 2009) Curva di dispersione teorica vs sperimentale Funzioni di amplificazione da MASW HVSR da microtremori (UniBas) Inversione con metodo Monte Carlo Boiero et al. (2009) Un sito con bedrock profondo: ROIO PIANO Substrato calcareo Depositi colluviali + sabbie DH SDMT Depositi colluviali + alt. sabbie e limi SWM Detrito di falda + alt. sabbie e limi Prove SWM eseguite da PoliTo (tecnica attiva e passiva) S1 S2 G1 G 24 G 48 X -1 SWM Tallini et al. (2009) 2m Δx =1..5 m 72.5 m 75.5 m ROIO PIANO - Prove attive + passive PoliTo (aprile 2009) Curve di dispersione teorica vs sperimentale Inversione con metodo Monte Carlo Profili con il minimo scarto ROIO PIANO – Sondaggio e prove DH - SDMT (maggio 2009) Velocità delle onde di taglio, Vs (m/s) 0 200 400 600 800 1000 0 5 10 MASW ( 1 ) Limo argilloso MASW ( 2 ) DH SDMT Alt. limo argilloso e sabbia 15 20 Profondità, z (m) 25 Limo argilloso con livelli sabbiosi consistente 30 35 40 Limo argilloso con livelli marnosi 45 50 55 60 65 70 ROIO PIANO - Risposta in frequenza per via empirica e analitica HVSR da aftershocks (INGV Roma) Funzione di amplificazione da SWM Considerazioni riassuntive sui siti esaminati Sito frec (Hz) zmax SWM (m) zmax DH (m) Profondità bedrock (m) Note BAZZANO 8.3 7.5 - 7.5 Assenza sondaggio e DH 25 24 5 (SWM) 10 (DH) > 25 VS SWM-DH < 800 m/s SANT’ANTONIO 9.5 (1) 5.6 25 33 70 40 (sond. 50) SAN GIACOMO (abbandonato) ROIO PIANO (abbandonato) PIANOLA 1.5 1.0 50 30 12 (DH) VS SWM < 800 m/s VS DH > 800 m/s (ghiaie) > 40 (80?) Sondaggio non intercetta strato rigido VS DH < 800 m/s VS SWM > 800 m/s > 50 (100?) Sondaggio non intercetta strato rigido VS DH < 800 m/s VS SWM > 800 m/s Superficiale bedrock Inversione impedenza nelle ghiaie? Incerto Profondo 1. Gli aspetti geotecnici evidenziati dal danneggiamento 2. La caratterizzazione geotecnica dei siti del Progetto C.A.S.E. 3. Gli studi di risposta sismica locale per la Microzonazione Sismica La microzonazione sismica della Macroarea 4 Cosa Chi Rilievi geologici modello geologico, carte livello 1 RER-SGSS Monitoraggi strumentali (terremoti e microtremori) UniBas-DiSGG, CNR-IMAA Pz, GFZ Potsdam, INGV Mi-Pv Indagini geoelettriche CNR-IMAA Pz Sondaggi GEO s.a.s. (AQ) Prove Down-Hole CNR-IAMC Na Prove MASW UniNa-UniMol CONGEO Prove lab UniNa, UniRoma1 CGG (BO) Caratterizzazione geotecnica Analisi numeriche RSL AGI-ReLuis (UniNA “Federico II”-DIGA, UniRoma “La Sapienza”-DISG, UniFi-DICEA, UniCal-DDS, UniMol-SAVA, UniSannio-DIng) La Macroarea 4 Comuni interessati: Poggio Picenze Barisciano S. Pio delle Camere (CarG 50.000 F. 359 L’Aquila APAT, 2005) Relazioni tra intensità macrosismiche e condizioni locali IMCS=VI =VI--VII IMCS=VI IMCS=VIII =VIII--IX Castelnuovo IMCS=IX =IX--X IMCS=V =V--VI SS17 CarG 50.000 F. 359 L’Aquila (APAT, 2005) Schema dei rapporti stratigrafici (Regione Emilia Romagna) SW brecce alluvioni recenti + detrito superficiale conglomerati alluvioni limi brecce? substrato carbonatico N.B.: spessori non in scala NE Carte di microzonazione di livello I (Regione Emilia Romagna) Castelnuovo S. Pio delle Camere Poggio Picenze Sezioni individuate per le analisi di RSL di livello III Petogna Picenze Barisciano Poggio Picenze Castelnuovo S. Pio delle Camere Schematizzazione geometrica e scelta dei modelli d’analisi Stratigrafia e topografia regolari Modelli monodimensionali Stratigrafia e/o topografia irregolari Modelli bidimensionali ‘Lottizzazione’ analisi RSL (AGI-ReLuis): Petogna – Picenze – Poggio Picenze – San Martino UniFi (QUAD4M) UniRoma1 (QUAD4M, ProSHAKE) UniRoma1 (QUAD4M) UniSannio (EERA) UniNa (EERA, QUAD4M/QUAKE) ‘Lottizzazione’ analisi RSL (AGI-ReLuis): Barisciano – Castelnuovo – San Pio delle Camere UniMol (EERA) UniNa (EERA, QUAD4M/QUAKE) UniCal (FLAC5.0) Moto sismico di riferimento 0.4 0.4 0.3 0.3 0.3 0.2 0.2 0.2 0.1 0.1 0.1 0.0 a (g) 0.4 a (g) a (g) Approccio deterministico 3 accelerogrammi (0.35-0.40g) 0.0 0.0 -0.1 -0.1 -0.1 -0.2 -0.2 -0.2 -0.3 -0.3 -0.3 -0.4 -0.4 10 t (s) Approccio probabilistico 0.32g 15 -0.4 0 20 5 10 t (s) 15 0.4 0.4 0.3 0.3 0.2 0.2 0.1 0.1 a (g) 5 a (g) 0 0.0 -0.1 -0.2 -0.2 -0.3 -0.3 0 5 10 t (s) 15 10 t (s) 15 20 Compatibile con NTC 0.23g 0 120 determ1 determ2 100 determ3 prob. LADE 0.80 5 -0.4 20 1.20 1.00 0 0.0 -0.1 -0.4 20 80 5 10 t (s) 15 20 determ1 determ2 determ3 prob. LADE comp. NTC 2008 Sv (cm/s) Sa (g) comp. NTC 2008 NTC SLV 0.60 NTC SLC 60 0.40 40 0.20 20 0.00 0.00 0.50 1.00 1.50 T (s) 2.00 2.50 0 0.00 0.50 1.00 1.50 T (s) 2.00 2.50 Modello geotecnico di sottosuolo 400 Vs (m/s) 600 800 1000 1200 1400 0 50 z (m) 100 150 0.8 16 0.6 0.4 d b3 a3-dt brp cglp (affioranti) cglp (sepolti) L (stepwise) L (linear) bb bedrock Castelnuovo Poggio Picenze 1 Poggio Picenze 2 Castelnuovo Poggio Picenze 1 Poggio Picenze 2 12 8 0.2 0 0.0001 4 0 0.001 0.01 0.1 1 deformazione tangenziale, (%) Curve di non-linearità assunte nelle analisi 1 20 0.8 G/G0 0.6 200 20 0.4 16 d / a3 b3 / dt cglp-w / brp-w cglp-c / brp-c cglp-s / bb L(Poggio Picenze) L(Castelnuovo) 12 8 0.2 250 0 0.0001 4 0 0.001 0.01 (%) 0.1 1 D (%) 200 modulo di taglio normalizzato, G/G0 0 1 fattore di smorzamento, D (%) Prove di laboratorio sui limi bianchi Profili di velocità da (6) prove Down-Hole Parametri geotecnici del modello d detrito superficiale limo-clasti dromocrone DH11-DH14 0-15m 3 (kN/m ) 18 0.39 2.32 VP (m/s) 580 15-40m 18 350 0.38 2.26 790 a3 detrito di falda limo-clasti analogia con dt qualsiasi 18 300 0.38 2.29 687 dt detrito torrentizio limo-clasti analogia con dt qualsiasi 18 300 0.38 2.29 687 limi, sabbie, ciottoli dromocrone DH12-DH13 Denominazione b3 alluvioni terrazzate cglp conglomerati Litologia ciottoli in matrice sabbio-limosa, spesso cementati interpretazione dromocrone DH10-DH14 DH CASE CH INGV brp brecce di versante L limi bianchi bb transizione limi-bedrock bedrock calcari clasti poco arrotondati in matrice sabbiosa DH CASE limi bianchi e argille chiare, con lenti sabbia/ghiaia dromocrone DH9-DH10-DH11DH12-DH13 brecce e conglomerati caratteristiche intermedie tra limi e bedrock calcareniti, calciruditi con livelli di marne, calcari CH AQV SDMT UnivAq spessori VS (m/s) 250 G()/G0 D() ghiaie (Anh Dan et al., 2001), media fuso Rollins et al. (1998) ghiaie (Anh Dan et al., 2001), media fuso Rollins et al. (1998) prove RC PoliTo su Camarda (progetto CASE) con D0 ridotto; detriti-colluvioni Benevento (Marcellini et al., 1995) 0-5 18 200 0.38 2.27 455 5-10 m 18 300 0.36 2.14 641 > 10 m cglp-w: alterati (0-10 m) cglp-c: cementati (10-25m) cglp-c: cementati (>25m) cglp-s: se sepolti sotto detriti brp-w: alterate (0-10m) brp-c: cementate (>10m) 0-50 m 18 400 0.37 2.22 890 prove RC PoliTo su Camarda (progetto CASE) con D0 ridotto; detriti-colluvioni Benevento (Marcellini et al., 1995) 20 400 0.39 2.35 942 ghiaie addensate (Modoni & Gazzellone, 2010) 21 1000 0.33 2.01 2008 conglomerati cementati (Benevento: Marcellini et al., 1995; Gerace: Costanzo, 2007) 22 1250 0.33 2.01 2509 conglomerati cementati (Benevento: Marcellini et al., 1995; Gerace: Costanzo, 2007) 21 700 0.36 2.13 1488 curva intermedia tra cglp-w e cglp-c 20 800 0.39 2.35 1884 stesse curve per cglp-w 22 1250 0.33 2.01 2509 stesse curve per cglp-c 18 300+3.6z 50-90 m 18 480+2.5(z-50) 0.38 2.27 V S >90m 18 580+0.2(z-90) da prove CTS laboratorio UniNa, curve differenziate per Castelnuovo - San Pio e Poggio Picenze - Petogna - Barisciano 5m 21 800 0.36 2.13 1701 stesse curve per cglp-s 22 1250 0.33 2.01 2509 lineare (D0= 0.5%) BARISCIANO Sezioni 4-9-10 – Modelli analisi 1D (EERA) e 2D (QUAD4M, QUAKE) 4J2 4A2 4A3 4A1 Sezione 4 4B 4D 4C 4E 4D2 4F 4G 4F2 Sezione 9 1050 4I2 4I 4H brp 1000 brp SW 950 bedrock a3 d b3 cglp 900 850 bedrock bedrock bedrock limi 800 limi Sezione 10 1100 1050 S4 a3 SW 1000 950 limi bedrock b3 bedrock bedrock bedrock 900 brp a3 bedrock 4J BARISCIANO Sezioni 4-9-10 – Validazione del modello BAR01 (noise) MI03 (terremoti) 7 6 5 4 3 2 1 0 0.1 1 10 Frequency (Hz) 100 10 9 8 BAR05 BAR04 (noise) 10 Frequency (Hz) sez. 9 7 6 5 4 3 2 1 0 10 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0 BAR04 0.1 1 10 0.1 100 Frequency (Hz) BAR08 BAR01 MI03 BAR02 BAR08 (noise) 100 sez. 10 . 0.1 1 Amplification Ratio 2 1 0 BAR05 (noise) . 7 6 5 4 3 10 9 8 Amplification Ratio Amplification Ratio 10 9 8 Amplification Ratio Amplification Ratio . sez. 4 1 10 100 Frequency (Hz) 10 9 8 BAR02 (noise) 7 6 5 4 3 2 1 0 0.1 1 10 Frequency (Hz) 100 . BARISCIANO Sezione 4 - Analisi 1D (EERA) 4.0 FPGA PGA(sup erficie) PGA( bedrock) Amplificazione 3.0 2.0 1.0 FPGA(NTC) 250 500 750 4.0 1000 1250 I (sup erficie) FH H I H (bedrock) 3.0 Amplificazione FPGA(det2) FPGA(det3) FPGA(prob) 0.0 0 . FPGA(det1) 1500 1750 2000 2250 2500 2750 0.5 I S dT V H 0 .1 2.0 1.0 FH(NTC) FH(det1) FH(det2) FH(det3) FH(prob) 0.0 0 250 500 750 1000 1250 1500 1750 2000 FH(0.1-0.5) meno sensibile al segnale di input rispetto a FPGA (SS) 2250 2500 2750 Amplificazione . Amplificazione . BARISCIANO Sezione 9 - ANALISI 1D vs 2D (Input Sismico: NTC) 4.0 3.0 2.0 QUAD4 più cautelativo 1.0 FH EERA (NTC) FH QUAD (NTC) FH QUAKE (NTC) 0.0 4.0 QUAKE sovrastima gli effetti di bordo 3.0 2.0 1.0 FA 1D EERA (NTC) FA 2D QUAD (NTC) FA 2D QUAKE (NTC) 0.0 brp 1000 brp SW 950 a3 d bedrock b3 cglp 900 850 bedrock bedrock bedrock limi 800 limi BARISCIANO Sezione 10 – Suddivisione in microzone 1.5 – 1.8 Amplificazione . 1.7 – 2.8 2.0 – 3.0 4.0 1.5 – 2.5 1.0 – 1.5 2.7 – 3.4 3.0 1.0 – 1.7 1.0 2.0 1.0 FH medio FH max/min +/- dev.standard 0.0 0 200 400 600 800 1000 1200 1400 Amplificazione significativa nei terreni fluvio-lacustri 1100 brp 1050 SW a3 S4 a3 limi bedrock b3 1000 950 bedrock bedrock bedrock 900 850 bedrock Barisciano: Carta di microzonazione sismica Castelnuovo limi bianchi CASTELNUOVO Sezioni 5 e 6 – Modelli analisi e validazione 5 6 CTNV05 CTNV01 CTNV09 CTNV06 CTNV10 CTNV02 CTNV07 CTNV05 CTNV01 ERT3 CTNV03 8 CTNV04 S1 Lineare-2D-Sez.5 7 CTNV05 Lineare-2D-Sez.6 6 Lineare-1D 5 ERT22 SSR CTNV09 4 3 2 1 f (HVSR > 2) 0 0.1 1 Frequenza [Hz] 10 CASTELNUOVO Sezione 5 - Versione estesa vs. ridotta Amplificazione, FA 4 3 2 1 0 0 300 600 900 1200 1500 1800 2100 2400 2700 3000 3300 3600 3900 4200 Amplificazione, FH Amplificazione, FH 0.75-1.25s conferma amplificazione sperimentale a 1 Hz sul rilievo 4 3 2 1 0 0 300 600 900 1200 1500 Sez. 5 - estesa 1800 2100 2400 2700 3000 3300 3600 Sez. 5 3900 4200 Amplificazione, FH 0.1-0.5s 4 2.5 -3.0 4.0 -4.8 3.5 -4.0 3.0 -3.5 5 3.5-4.0 6 3.0-3.5 Amplificazione, FH 0.7-1.3s CASTELNUOVO Sezione 6 - Suddivisione in microzone 2.9 -3.3 3.3 -3.7 3 2 amplificazione topografica evidente a basse frequenze (< 2 Hz) 1 0 4 3 1.9 -2.2 2.0 -2.2 1.7 -2.0 2 1 0 0 100 200 300 400 500 600 700 800 900 1000 1100 1200 1300 1400 SAN PIO delle CAMERE Sezione 7 – Amplificazione da analisi non lineari 3 2 1 40 3 2.4 2.0 -2.4 1.8 -2.0 2 1.5 - 1.9 1.1 - 1.5 amplificazione sui detriti maggiore che sul deposito fluvio-lacustre (b3 su L) 1.9 - 2.4 Amplificazione, FH 0.1-0.5s Amplificazione 4 0.9 -1.1 1 0 0 100 200 300 400 500 600 700 800 900 1000 Castelnuovo - S. Pio delle Camere: Carta di microzonazione sismica In conclusione… L’intenso danneggiamento nei piccoli centri anche a distanze epicentrali elevate è stato diverse volte caratterizzato da effetti di sito, sito, registrati da dati strumentali e interpretabili in base alle condizioni stratigrafiche e morfologiche locali del sottosuolo Le indagini in sito e le prove di laboratorio hanno confermato in genere l’idoneità della scelta (o dell’abbandono) dei siti C.A.S.E. e rappresentano un’utile base di conoscenza sulle proprietà dei terreni per le analisi di risposta sismica locale ( studi di MS) L’esperienza in corso di maturazione negli studi di MS in Abruzzo indica che un’interazione un’ interazione virtuosa tra diverse competenze (sismologia, geologia, geofisica, ingegneria geotecnica e strutturale, urbanistica) può fornire risultati di estrema qualità ed affidabilità. I parametri di riferimento per le carte di MS di III livello sono ancora però oggetto di discussione con il DPC