La vulcanica Miss rosso Etna - Città Metropolitana di Catania
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La vulcanica Miss rosso Etna - Città Metropolitana di Catania
Società La vulcanica Miss rosso Etna Catania PROVINCIA Euromediterranea Chi era Miriam Leone prima di diventare la reginetta di Salsomaggiore. Marianna Di Martino la damigella 8 Una di noi. Una ragazza solare, semplice, senza grilli per la testa. Questa la sensazione di chi l’ha conosciuta (e intervistata) prima di Salsomaggiore. Un’intervista realizzata per “MediArte” (la fortunata trasmissione di Tele D1 Television e D2 Channel) e mandata in onda in quella stessa settimana in cui si svolgeva la finale dello show di Rai 1, lungo e un po’ noioso, condotto da un brillante Carlo Conti. E mentre andava in onda la mia intervista registrata, urla e lacrime sancivano l’acclamazione della nuova reginetta. Miss Italia è proprio lei: Miriam Leone, la “siciliana dai capelli rossi”. La nuova reginetta del concorso di bellezza conquista anche la fascia di Miss Cinema. Battuta in finale in un derby siciliano Marianna Di Martino De Cecco scelta come Miss Sasch Modella Domani e Miss Diva e Donna. E’ stato Francesco Laudani, (amico da sempre della neo Miss Italia), che mi ha presentato Miriam, chiedendomi un’intervista per il programma “MediArte”. Nessuno di noi poteva immaginare, anche se i presupposti c’erano, che quella ragazza, ventitreenne, alta 1,76, capelli lunghi e rossi, occhi verdi, segno zodiacale dell’Ariete, residente ad Acireale ma nata a Catania, iscritta a Lettere con indirizzo Arte e Spettacolo, seduta accanto a me in un divano, sarebbe diventata, alcune settimane dopo, Miss Italia 2008. “MediArte”, poco più di 20 minuti, tante pillole di cultura, ovvero, un concentrato di eventi, ideato dal direttore di Tele D1, Francesco Di Fazio, coordinato e condotto da me, con le riprese di Riccardo Greco (che cura anche il montaggio) e Carlo Litrico, con una squadra di tecnici validissimi come Marianna Di Martino, Miriam Leone e il presidente Castiglione Lorena Ventura ed Enrico Spanò ed infine con la supervisione di Valentina Spampinato, ha sicuramente portato fortuna a Miriam, come dichiarato da lei stessa. “Sto vivendo questa emozione con l’incoscienza dell’età – Miriam ai nostri microfoni - E’ tutto un insieme di curiosità. Questo è un inizio, una grande opportunità… Pensa, avrò la fortuna di conoscere persone importanti come Patrizia Mirigliani, che mi potranno insegnare molto a livello umano”. - Com’è nata questa avventura? “Sono stata eletta “Miss prima dell’Anno” a Roma. Mi ha aperto le porte per Salsomaggiore… Poi basterà aggiungere altre alle qualità importanti per il concorso come la bellezza e il portamento, un po’ di fortuna, e il gioco è fatto”. - Devi dire grazie a qualcuno? “Sicuramente a Salvo Gentile che mi ha permesso di arrivare fin qui, di trovarmi con te in questo divano per essere intervistata. E ancora, a Francesco Laudani che mi è stato sempre accanto, ai miei genitori che hanno creduto in me. Il messaggio che vorrei dare alle ragazze che intraprendono questa avventura è quello di credere alle proprie sensazioni, di aver un piz- zico di intuito e di non mollare mai…” Con questa intervista in esclusiva, “MediArte” ha avuto il suo quarto d’ora di celebrità: si è aggiudicato il primato di aver intervistato per prima la neo Miss. La sua è una vittoria incredibile se si pensa che era stata eliminata la prima sera e che poi è stata “ripescata” insieme ad altre nove dalla giuria tecnica per la fase finale. Le aspiranti Miss sono partite in trenta (più dieci ripescate). Nel corso dello show si sono ridotte a venti, dieci, poi a cinque - tra cui ben tre siciliane: Marianna Di Martino De Cecco, Ilaria Cusumano e Miriam Leone. Poi sono rimaste in tre, fra cui la terza classificata, Athina Covassi, Miss Friuli Venezia Giulia. E infine solo in due: Marianna e Miriam. Per il resto la serata è filata liscia con le scremature delle quaranta finaliste. In un’edizione che non ha brillato per vivacità. La mezzanotte era passata da ben 48 minuti, quando i due “presidentissimi” di giuria Giancarlo Giannini e Andy Garcia incoronano Miss Italia 2008, la numero 97. Il resto è… che “stella” sarà Miriam Leone? Lucio Di Mauro carsi attraverso dignitose autonomie economiche. Il tempo del viaggiatore è lento, lascia spazio ai pensieri mentre i compagni di viaggio stanno silenziosamente affondati tra le pagine dei giornali o si avventurano, incollati ai cellulari, in profonde disquisizioni che farebbero le felicità di Giorgio Stephenson… questo treno è troppo lento, saprei io come farlo andare più forte o la gioia di Pellegrino Artusi….mi mangiassi una parmigiana (si accontenterà degli arancini del bar della nave traghetto). Pochi sanno che il treno che corre abbarbicato al suo unico binario, magari sognando che gli si completi accanto, dopo quarant’anni, l’anima gemella, da sessant’anni viaggia sfidando il suo vecchio progenitore il rapido R 58 che da Catania a Roma impiegava quattordici ore. Lui, l’attuale Peloritano se la cava in nove ore e mezzo. Ora nel treno che risale il continente bordeggiando il Tirreno scintillante il viaggiatore, favorito dalla quiete dello scompartimento silenzioso si assopisce e sogna. Sogna una città, che forse è anche la sua, sfavillante di luci notturne, sogna una villa Bellini finalmente riconquistata dai cittadini desiderosi di respirare nel verde della natura, immagina strade pulite e auto ordinatamente in so- sta, pedoni riappropriati del diritto di calpestio dei marciapiedi, lungomari restituiti alle cure elioterapiche e salsoiodiche spazzando via medine e souk di falso medioriente, zone industriali pulsanti di attività e di progetti di sviluppo e poi folla nei siti archeologici, nelle gallerie d’arte, tra i monumenti, tra le pagine della storia di una terra di millenarie stagioni di primavera. Si sveglia quasi di soprassalto il viaggiatore e il treno è giunto nei pressi delle Colonne d’Ercole dell’alta velocità, dalle parti di Salerno. A quel punto il bolide che viene dal Nord dovrebbe fermate la sua corsa veloce. E il Sud, il resto? Al momento è noto…a Dio. Torna a sfogliare il giornale e fa quasi a tempo a rallegrarsi che la nuova Miss Italia e una bella ragazza di Acireale che rinnova i fasti di altre reginette catanesi. Tornerà il viaggiatore, tornerà nella terra dove il cedro fiorisce ma costa caro coltivarlo e più difficile venderlo, tornerà per le strade un tempo profumate di lavanda, tornerà inseguendo i sogni e le speranze di una città che sonnecchia distesa ai piedi di un massiccio arcigno e generoso, tornerà magari su un treno che in appena tre o quattro minuti coprirà la distanza tra Scilla e Cariddi e stavolta correrà veloce, molto veloce. Ma verso dove? Lino Serrano Una veduta di corso Sicilia, nel centro storico di Catania Catania PROVINCIA Euromediterranea Le prime ombre della sera incominciano ad avvolgere la città e già inizia lentamente la movida notturna nelle stradine e nelle piazze del centro storico animate dalle luci dei locali, dai giovani che affollano le birrerie e i pub, dai gruppi che si accalcano nelle pizzerie con tavoli in bilico sulle scogliere. L’estate gioca sul tavolo le ultime carte di una stagione dai risultati dignitosamente modesti. Il viaggiatore, il turista lascia la città riprende il suo cammino verso il nord magari scegliendo l’unico binario attempato delle ferrovie, imbarcandosi su uno dei pochi e dignitosamente vetusti traghetti rimasti in linea proprio per non rischiare lunghe attese aeroportuali, ricadute fatali delle agitate e convulse vicissitudini della ex gloriosa compagnia di bandiera. C’è tutto il tempo per meditare sui giorni di una vacanza catanese trascorsi tra luci ed ombre, chiarori di albe sfavillanti, di sole cocente, di afa che opprime, di acque dall’ azzurro intenso o spiagge nereggianti di rocce vulcaniche e notti di città rischiarate da radi lampioni fiochi e da volenterosi fari abbaglianti di auto incolonnate, tra termometri con picchi elevati, in lidi balneari che ormai smontano le cabine e la frescura della collina etnea. C’è tutto il tempo per ascoltare il palpito dell’anima della città, la sua voglia di crescere, il desiderio di riproporsi sempre con gli ottoni che vibrano dinanzi al “Massimo Bellini“ tempio della lirica in una piazza tornata gioiello splendente, con le marce dei giovani contro l’illegalità, il malcostume e la delinquenza, con le iniziative di solidarietà di “Rosso cuore” o con l’articolato programma della nuova stagione teatrale dello Stabile. Basta scorrere le pagine del quotidiano cittadino per rendersi conto della vivacità di un tessuto sociale sollecito a nuove e continue aggregazioni ma, al tempo stesso di carenze, di ritardi, di difficoltà che rallentano la crescita e si frappongono alle speranze dei giovani nella ricerca di occupazione, nella voglia di affran- Società Sogni di una sera di fine estate 9