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OTTOBRE 2016
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Editoriale
7
PARTNER DI TERRENOSTRE
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O CHIAMA AL 075/8001868
di SILVIA
MARINI
TRUMPUSCONI
Basterà Roberto De Niro
che vuole prenderlo a pugni per scongiurare il pericolo?
Riuscirà a non fare diventare un rozzo, vanitoso,
furbo businessman, politico amatoriale e donnaiolo
professionista dal difficile rapporto con ego e capelli il Presidente della più
grande democrazia del
mondo?
In fondo noi dovremmo
avere esperienza pluriennale in miliardari di successo, portatori di una lingua estranea alla politica,
rottamatori dei vecchi cerimoniali, paladini della
classe media capaci di presentarsi come outsider
trionfanti.
La strategia antisistema è
forte, fare appello alle paure, usare le parole giuste,
anche se offensive piene di
retorica fa parte di un copione studiato per colpire
e affondare, convincere ed
affabulare. Se non fosse
che questa volta la posta
in gioco non è esattamente la vittoria in un reality
show. O forse in fondo sì?
La rivista non riceve alcun finanziamento pubblico
“IL FUTURO NON È PIÙ QUELLO DI UNA VOLTA”
Questa frase sempre di moda la si trova dappertutto, tra i graffiti che decorano i muri delle città, nei titoli di mostre d’arte, nei siti web,
nei convegni ed eventi di ogni genere. Viene citata nei discorsi degli uomini politici e compare in alcune canzoni. Spicca sulla
copertina di romanzi e trattati di scienze sociali. È un verso di una cupa lirica del poeta americano Mark Strand. È interpretata in senso
ora progressista e rivoluzionario, ora conservatore.
In realtà, la paternità della constatazione che “il futuro non è più quello di una volta” spetta al poeta e filosofo francese Paul Valéry.
Ma cosa significa esattamente questa frase? Se il futuro non è più quello di una volta il presente lo è?
Se invenzioni come la radio, la tv, il sommergibile o l’aereo, internet, lo smartphone e altro fanno parte di un progresso tecnologico
che ha trasformato il mondo è plausibile che presto la scienza produca come per magia macchine che obbediscano alla voce e allo
sguardo; e che tramonteranno concetti radicati nella nostra civiltà come l'antitesi fra spiritualità e materialismo. Quindi, se cambia il
presente cambia anche il futuro.
Riuscirà il genere umano ad adattarsi ad un futuro che non sarà mai più quello di una volta?
Soprattutto a Bastia questo concetto desterà qualche pensiero a tutti coloro che detengono i poteri forti della città senza necessariamente attendere, piangere o disperdere sul proprio status quo? Mai come in questo momento c’è bisogno di nuovi SOGNATORI.
PERIODICO
DELL’ASSOCIAZIONE
CULT. LIBERA VOX
FONDATO NEL 1998
da Francesco Brufani
Carlo Rosignoli
Marco Fabrizi
REG. TRIB. PERUGIA
N. 29 DEL 14/05/1999
Direttore Responsabile
FRANCESCO BRUFANI
Mail: [email protected]
SEDE E REDAZIONE:
P. Mazzini, 49/b - Bastia U.
Tel. e Fax 075.8010539
335.7362185
HANNO COLLABORATO
IN QUESTO NUMERO:
Studio legale Avv. Andrea
Ponti & Chiara Pettirossi
- Sonia Baldassarri
- Monia Betti - Marco Brufani
- Roberta Brunelli
- Giorgio Buini
- Gianfranco Burchielli
- Lamberto Caponi
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- Rino Casula - Mario
Cicogna - Vittorio Cimino
- Giorgio Croce - Pio De
Giuli - Antonio Del Moro
- Giuseppina Fiorucci
- Michela Freddio
- Giacomo Giulietti
- Silvia Marini - Paola Mela
- Mohammad Pesaran
- Giorgio Polticchia
- Michela Proietti
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- Carlo Rosignoli - Anna
Rita Rustici
- Sara Stangoni
VIGNETTE: Marco Bargagna,
Giorgio Croce, Fabio Rossi,
Giacomo Sargenti
IMMAGINE DI COPERTINA
David Ferracci
STAMPA Litoprint
PUBBLICITÀ Sede 075.8010539
Francesco Brufani 335.7362185
Marco Fabrizi 335.8243510
numero 7 - OTTOBRE 2016
Assisi 30 thirst for peace
“SETE DI PACE” E LA CITTÀ DI ASSISI
MONDIALE CON PAPA FRANCESCO
Dal 18 al 20 settembre si sono svolte le giornate mondiali di preghiera per la pace. Chiese cristiane e
storia, cultura e preghiera assumono un significato pregnante. Prestigiosa ma non casuale presenza
di ROSITA BRUFANI
Foto pag. 4 e 5 di FAP foto
Mons. Sorrentino: “Occorre andare avanti più speditamente
nella direzione del dialogo”
T
rent’anni fa ad Assisi l’incontro voluto da Giovanni Paolo
II che invitò i
rappresentanti di
tutte le religioni a vivere una
giornata di preghiera e digiuno
per la pace fu un evento inaudito, una novità assoluta nelle
relazioni tra i credenti di tutto
il mondo. In quella giornata ci
fu anche un’attenzione particolare affinché i cristiani delle diverse confessioni si presentassero uniti. E infatti pregarono
insieme, nello stesso luogo.
Passi avanti per il dialogo tra
le religioni e l’impegno comune per la pace nel mondo ne
sono stati fatti e anche significativi come l’incontro di Assisi, “Sete di Pace” del 18-20 settembre a cui ha partecipato anche Papa Francesco, “ma occorre fare molto di più e anda-
re più speditamente avanti. C’è
troppa lentezza ancora in tutta
la comunità cristiana rispetto
all’urgenza di camminare in
avanti in questa direzione". Lo
ha affermato monsignor Domenico Sorrentino, vescovo di
Assisi all’indomani della conclusione dell’evento - promosso dalla Diocesi di Assisi, dalle
Famiglie Francescane e dalla
Comunità di Sant’Egidio, in
collaborazione con altri movimenti e aggregazioni ecclesiali, con la Conferenza Episcopale Umbra, la Regione Umbria e il Comune di Assisi - che
ha richiamato nei nostri territori centinaia tra capi delle religioni e personalità della cultura, 6 Nobel per la pace, 29 panel. Alla cerimonia inaugurale
ha partecipato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, mentre nell’ultima giornata
è intervenuto il Santo Padre.
Nel suo discorso nella giornata conclusiva il Pontefice ha affermato che “non si è pregato
gli uni contro gli altri, come talvolta è purtroppo accaduto nella storia. Senza sincretismi e
senza relativismi, abbiamo invece pregato gli uni accanto
agli altri, gli uni per gli altri.
San Giovanni Paolo II in questo stesso luogo disse: «Forse
mai come ora nella storia dell’umanità è divenuto a tutti evidente il legame intrinseco tra
un atteggiamento autenticamente religioso e il grande bene
della pace» (Id., Discorso, Piazza inferiore della Basilica di
San Francesco, 27 ottobre
1986: l.c., 1268). Continuando
il cammino iniziato trent’anni
fa ad Assisi, dove è viva la memoria di quell’uomo di Dio e
di pace che fu San Francesco,
«ancora una volta noi, insieme
qui riuniti, affermiamo che chi
utilizza la religione per fomentare la violenza ne contraddice
l’ispirazione più autentica e
profonda» (Id., Discorso ai
Rappresentanti delle Religioni,
Assisi, 24 gennaio 2002: Insegnamenti XXV,1 [2002], 104),
che ogni forma di violenza non
rappresenta «la vera natura della religione. È invece il suo travisamento e contribuisce alla
sua distruzione» (Benedetto
XVI, Intervento alla Giornata
di riflessione, dialogo e preghiera per la pace e la giustizia
nel mondo, Assisi, 27 ottobre
2011: Insegnamenti VII, 2
[2011], 512). Non ci stanchiamo di ripetere che mai il nome
di Dio può giustificare la violenza. Solo la pace è santa. Solo
la pace è santa, non la guerra!
(Papa Francesco).
“Per tanto tempo “lo spirito di
Assisi” si è aggirato nelle comunità cristiane e tra molti responsabili della fede cattolica
come uno spauracchio – dice
ancora monsignor Sorrentino . Si temeva che fosse un avallare il sincretismo, confondendo le diversità tra religioni. Si
temeva per l’identità. Poi il
cammino della storia ha invece confermato la necessità di
accelerare il dialogo tra i credenti di ogni religione. Si è capito che il Dio resta unico sebbene venga chiamato con nomi
diversi e si percorrano vie dif-
ferenti per pregarlo e incontrarlo. Ma proprio questa capacità
di incontro ha cimentato la resistenza dei credenti di fronte
alla sfida del terrorismo, il pericolo maggiore sulla scena internazionale che si intreccia
con conflitti lunghi, sanguinosi e ricorrenti. Ad Assisi Papa
Francesco ha ribadito chiaramente che non esiste un Dio
della guerra pertanto i capi religiosi debbono diventare sempre
di più “ponti di dialogo e mediatori creativi di pace”. Anche
rispetto ai leader politici i capi
religiosi non debbono stancarsi
nello stimolarli a promuovere
vie di pace “guardando al di là
degli interessi di parte del momento”. Lo Spirito di Assisi non
si ferma, ma va alimentato. Per
questo la diocesi celebrerà l’effettivo anniversario che cade il
27 ottobre con due momenti,
uno di approfondimento sul dialogo interreligioso e uno di preghiera per la pace.
numero 7 - OTTOBRE 2016
“Lo Spirito di Assisi”
AGLI ONORI DELLA CRONACA
E SERGIO MATTARELLA
religioni diverse hanno celebrato la storica ricorrenza in cui attualità,
del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e di Papa Francesco
ATTUALITÀ
numero 7 - OTTOBRE 2016
PRIMO PIANO - Intervista all’ingegnere Simone Pellegrini
Viabilità strategiche:
LA FOLIGNO - CIVITANOVA MARCHE
Bastiolo d’adozione, l’ingegnere Simone Pellegrini
ha visto “nascere” la nuova viabilità che dal 28
luglio scorso unisce Foligno a Civitanova Marche:
35 chilometri di strada ad alte prestazioni
tecnologiche e ridotto impatto ambientale, che
avvicinano il mare all’Umbria
di Sara Stangoni
A
rrivare al mare non è stato mai così rapido. È quello che
hanno notato tutti coloro che da agosto si sono spostati
in auto verso Civitanova Marche. Merito della distanza
accorciata è della nuova SS 77 Val di Chienti, del progetto
Quadrilatero Marche-Umbria, inaugurata il 28 luglio
dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi. Per saperne di più abbiamo intervistato l’ingegnere Simone Pellegrini, bastiolo d’adozione,
che lavora con l’azienda che ha diretto i lavori, la RPA Srl.
Qual è stato il tuo ruolo, Simone? - Responsabile dell'ufficio tecnico direzione lavori e assistente al direttore lavori.
Quanto sono durati i lavori? - Sono iniziati a novembre 2009 e
terminati il 28 luglio 2016, giorno dell'inaugurazione.
Diamo qualche numero per descrivere la grandezza dei lavori. –
Il tratto interessato dai nostri lavori è di 35 km, di cui 17 in Umbria e
18 nelle Marche, con ben 17 km previsti in galleria. Questo, ovviamente, ha comportato grandi movimentazioni: 10 milioni i metri cubi
con smarino proveniente dagli scavi delle gallerie e 3 milioni i metri
cubi di calcestruzzo impiegati.
Il costo totale? - Tutto l'intervento circa 1 miliardo di euro.
ATTUALITÀ
numero 7 - OTTOBRE 2016
In quanti ci hanno lavorato? –
In alcuni periodi fino a 1500 operai contemporaneamente.
Cosa hai provato al taglio del nastro? – Questo progetto é diventato per me un altro figlio, perché già
nel 2003, appena laureato, mi occupai del progetto preliminare.
Vederlo ultimato è stata davvero
una grande soddisfazione; per
un’opera di questa entità 13 anni
non sono un tempo così lungo,
anzi! Il giorno dell’inaugurazione
ho provato un’emozione incredibile, non solo per la presenza di
personalità importanti come il presidente del Consiglio Matteo Renzi, ma soprattutto quando ho visto
le prime auto percorrere la strada.
Mi sono realmente commosso.
Quali tecnologie avete adottato?
– Nelle gallerie è stato apposto un
pavimento in calcestruzzo, che rende migliore la sicurezza. Se ad
esempio scoppiasse un incendio, il
fuoco rimarrebbe confinato in quel
punto, non bruciando l'asfalto e
quindi non provocando fumi, la cau-
sa principale di mortalità nelle
gallerie. È una nuova tecnologia per l'Italia, mentre all'estero
é più diffuso, ad esempio in Germania e Austria. La pavimentazione, inoltre, risulta più chiara: ciò provoca minore necessità di illuminazione, garantendo
un risparmio energetico.
La strada percorre un tratto
sensibile, come siete intervenuti per tutelare l’impatto
con il paesaggio? – È stato un
aspetto che ho studiato molto,
già nel progetto preliminare,
perché la viabilità ricade nel
Parco di Colfiorito. Abbiamo
avuto molti confronti con gli
Enti preposti e credo che il risultato sia davvero ottimale.
Cito ad esempio le dune in terra ai margini della strada ed i
pannelli in rame di rivestimento dei viadotti.
Quali sono gli Enti coinvolti
nel progetto? – Le regioni
Umbria e Marche, la Soprintendenza Belle Arti e Paesag-
gio, le province di Perugia e
Macerata, i comuni di Foligno,
Serravalle e Muccia.
C’è qualche storia particolare da raccontare? - Durante
gli scavi sono stati fatti molti
ritrovamenti archeologici, dalla civiltà neolitica a quella romana, da poco presentati alla
Camera in occasione della firma del protocollo di intesa sulla valorizzazione archeologica
siglato tra Anas, Ministero dei
Beni e delle Attività Culturali e
del Turismo e Ministero delle
Infrastrutture e dei Trasporti.
Quali sono i ritrovamenti più
importanti? - La tomba di
quella che oggi tutti chiamano
“la fanciulla di Plestia”, dal
nome dell'antica città romana,
rinvenuta nella zona di Colfiorito in un’area a destinazione
funeraria. Altro ritrovamento è
stata una grande villa romana
di 400 mq, abitata dal II secolo
a.C. al VI secolo d.C.
Hanno inciso sui lavori? - La
Soprintendenza ha condotto
una campagna di scavo per studiarne i dettagli. Per preservare la villa abbiamo dovuto
cambiare il progetto, realizzando un viadotto di 60 metri che
lasciasse l'ingombro libero.
Purtroppo questo ritrovamento ha allungato i tempi di lavoro di circa 15 mesi, ma ne è
valsa la pena.
I giorni scorsi c’è stata l’inaugurazione di un cippo importante. – È stato apposto sullo
svincolo di Colfiorito per rendere particolare omaggio all’impegno e al sacrifico degli
operai purtroppo deceduti in
cantiere.
Oggi sei specializzato in in-
frastrutture. Quali lavori stai
seguendo? – In particolare la
"Galleria Pavoncelli Bis", una
galleria alternativa all'esistente Galleria Pavoncelli realizzata agli inizi del 1900, oggi l'unica via d'acqua che alimenta tutto il fabbisogno idrico della
Puglia, circa due milioni di abitanti. È un intervento emergenziale necessario, in quanto l'attuale Galleria fu danneggiata
dal sisma dell'Irpinia ed ha continuato a subire cedimenti che
rischiano di provocare crolli.
Conciliare lavoro e famiglia,
quanto è difficile oggi? –
Come molti svolgo un lavoro
impegnativo in termini di ore
giornaliere e per conciliarlo
con l'essere papà mi piace portare nei mesi estivi i miei figli
in cantiere, così possono vedere quello che faccio.
SALUTE
numero 7 - OTTOBRE 2016
Intervista al Direttore della
PERUGIA UN’
La vista è un bene prezioso, un
di ALESSANDRO CIANETTI
O
ltre l’ottanta per cento delle informazioni che l’ambiente circostante invia al cervello, passa attraverso i nostri
occhi. E questo avviene a
tutte le età e anche se non dovessimo
avvertire alcun sintomo di malessere
alla nostra “vista”, è buona norma farsi
periodicamente vedere all’oculista. Si
sappia che alcune malattie oculari possono passare inosservate e se non si
corre ai ripari in tempo utile si rischiano danni irreparabili. Per avere indicazioni e consigli su alcuni aspetti che
riguardano la prevenzione delle malattie oculari e le terapie mediche mi sono
rivolto al Prof. Carlo Cagini, direttore
della clinica oculistica dell’Università
di Perugia.
Il Prof. Cagini è
Direttore della Clinica Oculistica
dell’Università degli Studi di Perugia
– Azienda Ospedaliera di Perugia. Al
suo attivo ha oltre
170 pubblicazioni, quattro premi scientifici nazionali ed uno internazionale, oltre
12.000 interventi chirurgici. La sua attività chirurgica e di ricerca scientifica è
rivolta soprattutto alle strutture del segmento anteriore dell’occhio: è particolarmente esperto nella diagnosi e nel trattamento delle malattie della cornea (crosslinking corneale, anelli intra stromali, trapianti di cornea lamellari ed a tutto spessore), e nella chirurgia della cataratta e
del glaucoma.
Quali consigli ritiene utile dare ai lettori, sulla prevenzione delle malattie
oculari, in generale? - Il consiglio più
semplice, ma anche più giusto, è quello
di eseguire regolarmente visite oculistiche. Il fatto che una persona veda bene o
sembri vedere bene (pensiamo ai bambini) non è sufficiente ad escludere una
malattia oculare. E questo vale per tutte
le fasce di età. Tutti i bambini devono
essere immediatamente visitati al primo
dubbio: non è vero che si deve aspettare
che il bambino cresca ed abbia qualche
mese di vita per poter essere visitato. Se i
genitori hanno un dubbio, e la mamma è
spesso la prima ad accorgersi del problema, il bambino deve essere visitato perché potrebbe avere anche un serio problema: cataratta congenita, importanti difetti di vista, malformazioni oculari ed altro ancora. Cosa deve mettere in allarme
i genitori: difficoltà visive, sospetto strabismo, incapacità di seguire gli oggetti,
riflesso pupillare anomalo, e poi devono
essere regolarmente controllati, anche in
assenza di apparenti difficoltà visive. La
diagnosi precoce di una patologia oculare è molto importante: da qualche anno
la Regione Umbria ha finanziato un progetto che è coordinato dalla Clinica oculistica di Perugia che si chiama Red Reflex. Esso ha lo scopo di sottoporre entro
i primi 3 giorni di vita tutti i nati di tutti
gli ospedali dell’Umbria ad un semplice
test (Red Reflex) che consiste nell’illuminare con uno strumento apposito gli
occhi del bambino. Questo test, molto
semplice e della durata di pochi minuti,
ha lo scopo di individuare precocemente
nel bambino eventuali gravi patologie.
Questo importante screening ha dato risultati positivi perché ogni anno qualche
neonato viene precocemente curato dopo
la individuazione di una patologia oculare grazie a questo test.
Il primo controllo va comunque eseguito
entro i 3 anni e mezzo, massimo 4. In questa età la visita è molto importante perché permette di escludere eventuali malformazioni congenite, ambliopia (occhio
pigro), piccoli strabismi o piccoli difetti
refrattivi poco sintomatici. Questi problemi se valutati in tempo possono essere
affrontati e spesso risolti in modo completo, mentre un trattamento tardivo può
risultare non efficace. In assenza di problemi la visita può essere ripetuta ogni 2
o 3 anni. Dopo l’adolescenza le visite possono essere eseguite ogni 5 anni circa, ma
dopo i 40 - 45 anni è molto importante essere
sottoposti a valutazioni periodiche, sempre
più frequenti con l’avanzare della età. Un fattore da considerare è la eventuale presenza
in famiglia di persone affette da malattie oculari che può predisporre il paziente alla stessa patologia. È importante ricordare che
molte gravi malattie oculari non sono sintomatiche, o lo sono molto poco, quindi la prevenzione è essenziale.
Un rilevante numero di traumi colpiscono
gli occhi di ragazzi sotto i sedici anni che
praticano sport rischiosi come: calcio e calcetto, tennis, pallavolo, basket ecc. Che
cosa consiglia prima e durante tali pratiche sportive? - Questo è un importante problema: è necessario che queste pratiche sportive siano eseguite nel rispetto della massima prudenza. Per esempio deve essere valutata con l’oculista la opportunità di indossare
o meno gli occhiali in rapporto al tipo ed all’entità del difetto refrattivo. Un trauma del
viso mentre si indossano gli occhiali può avere conseguenze importanti. Da valutare con
attenzione l’uso delle lenti a contatto nella
pratica sportiva. Le lenti a contatto sono un
presidio molto utile ed efficace. I pazienti,
soprattutto i giovani, vanno però ben informati sulla necessità di utilizzare le lenti in
modo corretto, rispettando in modo attentissimo le comuni norme igieniche. Altrimenti
l’uso delle lenti a contato può diventare molto pericoloso. Un altro settore dove è importante fare prevenzione è il mondo del lavoro,
dove semplici accorgimenti come l’uso di occhiali protettivi adeguati può evitare gravi
traumi agli occhi.
Che cosa fare perché il sole non diventi un
pericolo per la vista? Non ritiene che sia
buona norma farsi dire dall’oculista lo stato dei propri occhi, prima di sottoporli alla
cocente luce solare? - È senza dubbio molto
utile fare dei periodici controlli dell’apparato visivo, per molte ragioni, e ci tengo a ri-
numero 7 - OTTOBRE 2016
SALUTE
Clinica Oculistica di Perugia Carlo Cagini
’ECCELLENZA
’
EUROPEA
patrimonio inestimabile e va pertanto “tenuta d’occhio”
cordare che non è sufficiente “sapere di vedere bene” per escludere una malattia oculare. L’esposizione alla luce solare deve essere
accompagnata da una serie di misure protettive atte a ridurre la quantità di radiazioni che
raggiungono la retina. Se la pelle può avere
gravi danni in seguito alla esposizione alla
luce intensa e continua, così la esposizione
alla luce solare può indurre o accelerare l’insorgenza di malattie degenerative della retina, la più importante delle quali è la degenerazione maculare senile. Questa malattia spesso diventa evidente dopo i 65 / 70 anni, ma le
prime manifestazioni sono presenti spesso
molti anni prima. Quindi è importante che
tutti, bambini compresi, si proteggano con
lenti filtranti di buona qualità durante le ore
di più intensa irradiazione solare. Inoltre chi
ha una malattia degenerativa della retina deve
aumentare la protezione portando il cappello
ed evitando di esporsi nelle ore con maggiore intensità dei raggi solari.
Sempre stando nei limiti della specificità.
Oggi si fa largo uso delle lenti a contatto.
Cosa consiglia perché l’uso sia corretto? Le lenti a contatto sono un presidio utile ed
efficace. Però un loro uso non responsabile è
potenzialmente molto pericoloso. Una lente
a contatto può infatti provocare una serie di
problemi che vanno da una lieve irritazione
alla congiuntiva, congiuntivite cronica, abrasione corneale, cheratite, fino a gravi infezioni
corneali che possono richiedere il ricovero ed
in alcuni casi il trapianto di cornea. Si deve
considerare che la lente assorbe tutto quello
con cui viene a contato per cui nella loro manipolazione è necessaria la massima attenzione ed igiene. Si devono rispettare scrupolosamente le indicazioni di cambiarle periodicamente, sostituire frequentemente i contenitori e non indossare mai le lenti in presenza
di problemi oculari, bruciori, occhio rosso o
altro. Si deve sapere che è molto pericoloso
dormire con le lenti a contatto e che è buona
regola non indossarle per un numero eccessivo di ore e di toglierle un’ora prima di andare
a dormire. Inoltre sono da preferire quando
possibile le lenti a contatto giornaliere perché sono senza dubbio più pulite rispetto alle
altre.
Sono numerosissime le malattie che affliggono l’occhio. Le più gravi sono: Cataratta, Glaucoma, Degenerazione maculare senile, Retinopatia diabetica, Patologie vitreali, Cheratocono. Quali risposte diagnostiche e terapeutiche può dare la clinica da
Lei diretta? - Le malattie da lei indicate sono
fra le più diffuse e conosciute, e per queste ci
la Clinica Oculistica di Perugia è in grado di
offrire un servizio di alto livello. Infatti sono
da tempo attivi al suo interno percorsi dedicato ad alcune patologie oculari (cataratta, degenerazione maculare senile, retina chirurgica, oftalmologia pediatrica,
trombosi retinica) e centri specializzati
(cornea, refrattiva, glaucoma, oftalmoplastica, uveiti, ipovisione) che offrono un
percorso personalizzato al paziente. Questa organizzazione è a mio avviso molto
importante perché in grado di offrire al
paziente la migliore risposta possibile ad
un suo specifico problema. Ricordo il centro cornea dove oltre alla diagnostica vengono eseguiti trattamenti di tutte le malattie della cornea: cross-linking, anelli intra stromali, trapianti lamellari ed a tutto
spessore. Inoltre il centro di chirurgia refrattiva ed il centro glaucoma; il centro
oftalmoplastica dedicato alla terapia delle patologie delle palpebre e delle vie lacrimali, particolarmente esperto negli interventi di dacriocistorinostomia. Centro
uveiti: dedicato alla diagnosi e terapia di
malattie infiammatorie gravi e spesso di
difficile inquadramento. Centro ipovisione: è un servizio importantissimo perché
grazie ad esso pazienti ipovedenti possono sfruttare al massimo il loro residuo visivo e migliorare notevolmente la loro
qualità di vita. Infine abbiamo dei servizi
come quello dedicato alla trombosi venosa della retina: a questi pazienti offriamo un percorso diagnostico e terapeutico personalizzato effettuato in collaborazione con gli altri specialisti della struttura ospedaliera. Negli ultimi anni abbiamo visto aumentare notevolmente il nostro impegno per l’elevato numero di pazienti affetti da degenerazione maculare
senile, malattia che richiede un trattamento tempestivo e spesso ripetuto più volte
nell’arco di alcuni mesi. Per ottimizzare
il servizio presso la Clinica Oculistica è
attivo un servizio che autonomamente
prenota e chiama i pazienti comunicando
loro la data dell’intervento e dei successivi controlli, senza che essi debbano andare dal proprio medico curante o presso
gli sportelli del CUP per prenotarsi.
I soggetti più deboli della nostra società sono i bambini e gli anziani. Per
quanto ne sappia e mi perdoni se sbaglio, i malanni più frequenti dell’occhio
dei neonati e dei bambini sono: congiuntivite allergica, batterica, virale,
forme infettive ecc. Quali consigli può
dare ai genitori? - Il semplice arrossamento dell’occhio spesso non rappresenta una malattia e quindi non si deve correre dall’oculista immediatamente. Senza dubbio è necessaria una valutazione
specialistica se questo arrossamento perdura o è accompagnato da altri sintomi
come l’intenso dolore, il fastidio alla luce
o altro. Da evitare
senza dubbio l’uso
autonomo di colliri,
magari residui di precedenti terapie: questa auto-medicazione
può essere molto
pericolosa.La chirurgia oculare ha compiuto grandi progressi e la clinica da Lei diretta ha acquisito una rivoluzionaria tecnologia Laser per la correzione dei difetti
della vista (miopia, astigmatismo e ipermetropia). Cosa ci può dire al riguardo? - La
prima cosa che ci tengo a dire è che presso la
Clinica Oculistica di Perugia per affrontare i
difetti refrattivi abbiamo una tecnologia eccezionale, credo la migliore al mondo. Una
volta l’intervento era la “PRK”, mentre ora
si esegue di routine un intervento denominato LASIK dove si combinano due strumenti:
il laser a femtosecondi che taglia la cornea
creando un lembo di circa 100 micron, ed il
laser ad eccimeri che tratta il tessuto corneale al di sotto di questo sottilissimo lembo. La
LASIK consente un recupero visivo molto rapido e stabile, in assenza di fastidi o quasi.
Con questa tecnica si possono operare pazienti
con miopia fino a circa 7/8 diottrie. Una evoluzione della tecnica è costituita dalla SMILE della quale siamo particolarmente orgogliosi perché siamo fra i pochissimi a farla in
Italia: l’intervento viene eseguito esclusivamente con il laser a femtosecondi e consiste
nell’estrarre dalla cornea un piccolo lenticolo dello spessore di qualche decina di micron,
attraverso un piccolo taglio. Con la SMILE
si possono operare pazienti con miopia fino a
10 diottrie, ma presto potremmo affrontare
difetti anche più elevati. Inoltre il nostro laser ci consente anche di affrontare la presbiopia, ovvero è ora possibile eseguire un intervento per togliere gli occhiali da lettura: e
questo è un fatto veramente eccezionale. Se
il difetto refrattivo è particolarmente elevato,
per esempio oltre le 10 diottrie, il paziente
non può essere trattato con il laser; in questi
casi impiantiamo protesi artificiali dentro
l’occhio, un cristallino artificiale aggiuntivo
senza toccare quello naturale. Queste protesi
artificiali possono aiutare ad eliminare l’astigmatismo, l’ipermetropia e migliorare la visione da vicino e lontano.
Cosa ci può dire sullo stato generale della
sua clinica, sulla qualità della sua equipe,
sulla modernità delle strumentazioni clinico chirurgiche? - La Clinica ha fatto negli ultimi anni un enorme sforzo di organizzazione e modernizzazione. Questo è stato
ottenuto grazie al sostegno della direzione
generale ospedaliera, al contributo dell’università, ed al continuo impegno di tutto il
personale medico ed infermieristico. A tutti
va il mio sincero ringraziamento. Questo ha
permesso di migliorare molto la qualità del
servizio e di aumentare in modo importante
il numero delle prestazioni erogate. Alcuni
servizi sono senza dubbio dei punti di riferimento, attirano pazienti da tutta la Regione
ed anche da fuori. In particolare è molto aumentata l’attività chirurgica dove siamo in
grado di dare un servizio di alta qualità. Le
strumentazioni in nostro possesso sono tutte di ultimissima generazione e sono periodicamente aggiornate. Le protesi da noi utilizzate sono le migliori disponibili sul mercato. Inoltre è costante il nostro sforzo di
rimanere aggiornati: partecipiamo e siamo
invitati a congressi sia nazionali che internazionali, e regolarmente organizziamo a Perugia seminari e congressi invitando ospiti
illustri: questo ci permette un costante aggiornamento.
HISTORY
Il veterinario
numero 7 - OTTOBRE 2016
Fu comandante del 1º
SFATIAMO QUALCHE
FALSO MITO
di SILVIA ROSATELLI
N
ella mia esperienza di veterinario, ho potuto constatare che esistono alcune
convinzioni nei confronti degli animali talmente radicate nella mente
umana da diventare delle “credenze
popolari”. In alcuni casi sicuramente c’è un fondamento scientifico, ma
in altri assolutamente no, anzi è giusto che il proprietario si chiarisca le
idee ascoltando il parere di un esperto. Facciamo alcuni esempi:
• Il cane e l’osso. Nell’immaginario
comune, pensando al cane, viene subito in mente un bel cagnone con in
bocca un osso gigante. Non c’è nulla di strano se non il fatto che spesso
le ossa somministrate possono creare seri problemi di salute mettendo
in pericolo la vita stessa del nostro
beniamino. Le ossa di volatili, ad
esempio, vengono prontamente triturate dai denti del cane, ma essendo cave, tendono a scheggiarsi provocando gravi lesioni lungo l’apparato gastrointestinale. In altri casi le
ossa vengono consumate, abrase creando una sorta di farina che poi nell’intestino si compatta favorendo una
costipazione. Questo non vuol dire
che le ossa non debbano essere somministrate, bisogna fare però attenzione al tipo e alla quantità.
• Cagna e gatta vanno sterilizzate
solo dopo aver partorito. Vari studi
hanno dimostrato che la sterilizzazione precoce prima del primo calore o entro l’anno di età riduce tantissimo l’insorgenza dei tumori mammari, patologia complessa e molto
frequente.
• Pasta, pizza e tanto altro ancora
alle tartarughe di terra. Ogni volta
che sento queste cose mi domando:
“ma in natura trovano facilmente
questi alimenti?”. Le tartarughe terrestri che vivono nei nostri territori
sono strettamente erbivore, hanno
una dieta ricca di fibra; si possono
vedere mangiare una lumaca o un
lombrico ogni tanto ma assolutamente no a carboidrati e proteine animali in quanto provocano seri danni
evidenti a lungo termine.
• Afferrare il coniglietto per le orecchie. È una manualità molto dolorosa per il nostro piccolo amico. Nel
manipolare il coniglio si devono bloccare bene le zampe per evitare che
scalciando per divincolarsi, non graffi
e non si faccia male alla colonna vertebrale. Esistono svariate tecniche ma
il mio consiglio è prima di tutto socializzare bene con il coniglietto così
poi tutto sarà più semplice.
In caso di dubbi, anche apparentemente banali, parlatene sempre con
il veterinario di fiducia, questo infatti, saprà darvi delucidazioni in merito rassicurandovi.
.........................................................
Amb. Veterinario
“I PORTALI”
Dott.ssa Silvia Rosatelli
Via G. D’Annunzio, 21 - S.M. Angeli
Tel. 075.8040124 - Cell. 320 8650551
ORARI
lun, mar, gio, ven:
9.30-12.30/16.00-19.00
mer, sab: 9.30-12.30
ADRIANO VISCONTI
di MARIO CICOGNA
Testo di riferimento:
“Aviatori Italiani”
di Franco Pagliano
Q
uando, nell'estate 1943, il colonnello Aldo Remondino, comandante del 51º Stormo
Caccia, dové scegliere tra i suoi piloti un ufficiale al quale affidare
il comando della Squadriglia Aerofotografica di nuova costituzione, non ebbe bisogno di consultare i libretti personali dei suoi
dipendenti per far cadere la sua
scelta sul Capitano Adriano Visconti.
Questi aveva al suo attivo tre
anni di esperienza bellica, circa
mezzo migliaio di azioni, una
cinquantina di combattimenti e
diversi apparecchi abbattuti.
Era nato in Africa, a Tripoli, e
soprattutto in Africa aveva combattuto fin dal primo giorno di
guerra. Ora si trattava di tornare
laggiù per raggiungere con rischiosi voli isolati le basi avversarie, fotografarle, disimpegnarsi e rientrare. Era un lavoro difficile, ma adatto per un pilota
come Visconti che fin dallo
scoppio delle ostilità, per quanto fosse centrifugato in una squadriglia da presidio coloniale
avente compiti marginali, era
riuscito a farsi onore.
Per un giovane ufficiale proveniente dai corsi regolari dell'Accademia, quella che Visconti
aveva nel '40 non era certo una
destinazione ambìta. E infatti a
Bengasi lui era arrivato per raggiungere il 50º Stormo d'Assalto; ma aveva fatto una ragazzata
"Piuttosto morire per
che morire
bisticciandosi con qualcuno in
un locale pubblico e gliene era
derivato un immediato trasferimento a El Adem, perché il comandante del Settore Aeronautico era uno di quegli uomini che
non scherzano.
Però anche Visconti non scherzava: incassò il colpo e si mise a
lavorare con serietà per riconquistare il terreno perduto.
Proprio il primo giorno di guerra, mentre era in volo con un bimotorino da collegamento, s'era
visto piombare addosso tre Gloster che avrebbero fatto fuori
chiunque altro; ma lui giostrò,
si difese, si buttò a volo radente,
tentò di ubriacare gli altri con la
manovra, incassò raffiche da tutte le parti e, quando vide che l'aeroplano non ce la faceva più, riuscì ancora a portarlo all'atterraggio su un campo di manovra, salvando tutto l'equipaggio.
L'azione, unita ad altre dei giorni successivi, gli valse la concessione di una prima medaglia di
bronzo al valor militare e il rientro alla specialità di provenienza.
In tre anni ottenne altre cinque
decorazioni al valore, quattro
delle quali meritate "sul campo"
per fatti specifici e con motivazioni bellissime. Una di queste,
quella riguardante la medaglia
d'argento, meritata il 13 agosto
1942, dice testualmente: "Valoroso pilota da caccia, già distintosi in numerose azioni di guerra, durante un volo di scorta ad
un apparecchio da ricognizione
fotografica operante su
unità navali nemiche, attaccava da solo quattro
caccia avversari e, dopo
vivacissimo combattimento, ne abbatteva due
in fiamme e costringeva
gli altri alla fuga, permettendo al ricognitore di
svolgere regolarmente la
sua missione".
Anche le altre motivazioni non sono da meno
e c'è da rilevare che, pur
riferendosi agli episodi
più salienti dell'attività
bellica di Visconti, ne lasciano in ombra decine
d'altri. Tra tutti basta ricordare il suo rientro dalla Tunisia, effettuato
l'undici maggio 1943
con un monoposto da
caccia a bordo del quale era riuscito a far entrare anche il tenente Fioroni che, senza il suo provvidenziale intervento, sarebbe finito in un campo di prigionia.
Quando gli affidarono il comando della 310ª Squadriglia Aerofotografica , che era stata dotata
di apparecchi da caccia perché
con i ricognitori non c'era piú
possibilità di arrivare sulle basi
nemiche, Visconti sapeva che la
nostra situazione era disperata;
tuttavia seguitò ad operare con
continuità, sino a che la notizia
dell'armistizio non lo fermò sul
campo di Decimomannu, in Sardegna.
Tra i confusi ordini pervenutigli
mentre già i tedeschi avevano circondato l'aeroporto, c'era quello di
raggiungere il campo di Milis, ma
venne a sapere che ormai c'erano
reparti tedeschi anche lì.
L'idea di essere catturato da loro
non gli piaceva e quella di rivolgere contro di loro le armi gli piaceva
ancor meno.
Allora decise di raggiungere uno
dei campi della penisola e lo comunicò ai suoi dipendenti; questi
erano disposti a seguirlo anche in
numero 7 - OTTOBRE 2016
HISTORY
Gruppo Caccia "Asso di bastoni"
UN EROE DIMENTICATO
mantenere una parola,
da traditore"
capo al mondo, ma sapevano che il
reparto, per quanto ridotto ai minimi termini, era formato da undici
uomini e che gli aeroplani efficienti
erano soltanto tre monoposti da caccia Macchi 205.
Portar via tutti sembrava assolutamente impossibile; ma non lo fu per
Visconti che trovò il modo di non
abbandonare nemmeno un uomo:
via le macchine fotografiche, via le
corazze, via i serbatoi supplementari, i seggiolini e tutto quanto non
serviva per volare.
Una notte intera di lavoro febbrile,
di prove, di tentativi e di adattamenti e il giorno dopo Visconti decollava da Decimomannu con due specialisti sdraiati in fusoliera piedi
contro testa, un terzo sistemato al
posto di seggiolino e lui seduto sopra che pilotava. Dietro venivano
il sottotenente Saieva e il sergente
Laiolo che avevano a loro volta imbottito i loro monoposti uno con tre
e l'altro con quattro persone: un
exploit assolutamente unico nella
storia dell'aeronautica; un'impresa
che da sola basterebbe a giustificare un libro o un film, tanto più che
fu compiuta in circostanze drammatiche.
Volando con gli aeroplani imbottiti di uomini, un combattimento
avrebbe rappresentato la fine; quindi Visconti dové sfruttare tutta la
sua esperienza per guidare la pattuglietta verso Guidonia seguendo
una rotta che gli evitasse cattivi incontri, riuscendo a farla franca. Nel
blog a lui dedicato si legge:
"Visconti potrebbe benissimo identificarsi per audacia e comportamenti con Baracca, Ruffo di Calabria e Scaroni, Assi della 1ª guerra
mondiale - che meritarono ugualmente per il loro valore ricompense e medaglie, onori particolari, intestazioni di reparti e aeroporti, monumenti e strade cittadine con la
trascrizione onorifica del loro passato sui libri di storia e nei testi ufficiali dell'Aeronautica.
Adriano Visconti, combattente
della R.S.I., non ebbe niente di
tutto questo se non la voluta dimenticanza del suo nome e delle sue gesta da parte dei responsabili al vertice dell'aviazione
italiana, con l'accurata estromissione del suo passato da ogni ce-
lebrazione ufficiale.
L'ipocrita osservanza della politica manichea e la congiura
imbarazzata del silenzio evitavano rischi di carriera per chi allora comandava. E si consideri che
alcuni dei suoi assassini sono
assurti immeritatamente a rap-
presentanti del popolo.
Conosciuto e onorato all'estero,
negletto ed emarginato in patria
da una antistorica viltà, è visto
annualmente da milioni di visitatori stranieri, che ammirano gli
uomini più valorosi nella guerra
nei cieli".
ASSISI
numero 7 - OTTOBRE 2016
CENTO GIORNI DI GOVERNO
“Così ribalto l’eredità del passato”
Il neo sindaco Stefania Proietti in trincea tra società,
sanità, internazionalizzazione e legalità
di LORENZO CAPEZZALI
A
distanza di 100 giorni di governo dopo
il suo insediamento
a Palazzo dei Priori, il sindaco Stefania Proietti ci dichiara: «Assisi è
un gioiello, noi siamo qui per custodirlo, per valorizzarlo e per
farlo brillare sempre di più». È
la frase che fa da corollario nell’agenda del primo cittadino
della città serafica. Tre sono, secondo Lei, le criticità ereditate
dalla precedente amministrazione: il territorio abbandonato, il Puc e il Cst. - L’abbandono
del territorio lasciatoci è sotto gli
occhi di tutti. Dove abbiamo potuto siamo già intervenuti, ma di
fatto c’è l’abbandono dei territori periferici, delle frazioni, dei nostri bellissimi castelli e dei tanti
percorsi che sono lì che parlano.
Una stretta c’è stata sui servizi,
rifiuti, pulizia, taglio dell’erba,
ausilio dei servizi operativi con il
volontariato multiculturale, grazie alla convenzione con la Caritas, che gestisce l’accoglienza dei
rifugiati. Interverremo con una
programmazione di lunga gittata
che vedrà l’acquisizione di fondi
altri da quelli del bilancio comunale.
Sulla progettazione il sindaco
Proietti ha parole chiare: - Abbiamo affidato la progettazione per
strade vicinali, ad uso pubblico, interpoderali, anche comunali che
hanno bisogno di essere riqualificate totalmente. Fondi Europei arriveranno dalla regione Umbria al
comune di Assisi e ci permetteranno di prendere in carico queste strade a livello comunale.
Puc e Cst a che punto siamo? Il Puc e il Cst sono argomenti pesanti. Due macigni. Il Cst, il fallimento di quella che era l’eccellenza del centro studi sul turismo.
Stessa cosa con il Puc. Assisi è
un nome, è un immagine che va
tutelata. Ad ogni modo non ci
sono solo criticità ad Assisi ma
anche cose fatte in questi 100
giorni che sono già tante. Inoltre,
abbiamo trovato dei fondi, non
solo per la riqualificazione dei
tanti beni culturali della città, ma
anche per il tema del sociale. Per
quanto riguarda la pulizia del territorio e la gestione dei rifiuti, abbiamo ottenuto il raddoppio dei
servizi a costo zero da Ecocave.
Tra questi lo spazzamento del
centro storico della città e dei castelli storici. Ma anche il raddoppio delle zone sensibili dei passaggi giornalieri dei mezzi che
portano via i rifiuti. L’Amministrazione ha poi cominciato a lavorare su un nuovo regolamento
edilizio, su un nuovo piano della
rete urbana.
Sulla legalità e l’interdittiva
antimafia dell’Hotel Subasio il
sindaco afferma: - Grande è la
nostra attenzione alla legalità.
Una delle nostre prime azioni intraprese è stata quella della revoca della licenza al gestore dell’Hotel Subasio, situazione, purtroppo che non è la sola nel comune. Mi preme sottolineare che
sul piano delle relazioni internazionali la città ha trovato momenti
di alto consenso soprattutto nei
giorni della presenza di Sua Santità Papa Francesco e in quelli
della ricorrenza dell’iniziativa interconfessionale di Papa Giovanni Paolo II dove la presenza dei
capi religiosi e di autorità romane
a cominciare dalla dirigenza della Comunità di Sant’Egidio hanno fatto corona ad una presenza
di fedeli e di gente comune imponente. Sorprendente la sera dei
giorni francescani nella piazza comunale dove sono convenuti molte persone nel segno di un’agape
fraterna tra tutti i residenti. Anche
questo avvenimento - ha chiuso
il sindaco Proietti - ci ha riempito
di gioia e soddisfazione per la ricca partecipazione popolare alla
cena francescana che ha sempre
rappresentato un punto d’incontro del programma protocollare tra
il Comune e gli ospiti della Regione portatrice dell’olio per la
lampada votiva della Tomba del
Santo.
Successo per la Prima edizione della Serata di Amicizia
e Solidarietà con il Benin a Rivotorto d’Assisi
Il sogno europeo irrealizzabile
«Impossibile stare a lungo a guardare l’Africa svuotarsi e i suoi figli morire
a migliaia ogni giorno in cerca di un sogno europeo che come tutti
sappiamo è irrealizzabile», è l’appello accorato lanciato dal presidente
del Cedro, il Prof. Jean-Baptiste Sourou
L
’evento è stato una bellissima festa all’insegna della
musica internazionale. Sul palco sono saliti due gruppi
musicali: i Piano & Voices di Vicenza e il piccolo coro
degli Amici del Benin. Quest’ultimo è composto da sei cantanti: quattro Assisani e due Africani che hanno saputo con le
loro interpretazioni di canti africani con percussioni e chitarra riscaldare l’ambiente e coinvolgere il pubblico dai piccoli
ai grandi.
Nel mezzo della serata, il presidente del Cedro ha illustrato
la missione dell’associazione che consiste nel creare un ponte tra l’Europa e l’Africa, l’Italia e il Benin con lo scopo di
facilitare la mutua conoscenza, la stima e la solidarietà tra i
popoli. Per tale scopo il Cedro lavora su due fronti: in Italia e in Benin. «In Italia interviene nelle scuole o
istituzioni di formazione per presentare la vera identità dell’Africa, le sue ricchezze, culture, potenzialità e
problemi lontano dagli stereotipi, in modo scientifico e documentato. Organizza e partecipa a conferenze a
livello nazionale ed internazionale. «L’Africa non è soltanto guerre, problemi, miserie e migranti. È questo
che cerchiamo di spiegare», ha fortemente ribadito Sourou. Egli ha poi condiviso con il pubblico molto
interessato, la recente missione di sei settimane compiuta in Benin. Percorrendo circa 2 500 km, incontrando centinai di giovani, ha discusso con loro i rischi dell’immigrazione clandestina e il loro futuro in terra
africana. «Troppo spesso questi ragazzi sembrano non avere guide, modelli, persone capaci di aiutarli ad
affrontare i problemi seri della loro età perciò credono facilmente che l’avventura europea sia la soluzione
a tutti i loro problemi finanziari e professionali», ha ancora raccontato Sourou. Molti di loro sono delusi
dalla politica. Di fronte a questa situazione, il Cedro sta cercando di offrire ai ragazzi delle opportunità o
alternative serie all’immigrazione selvaggia. L’Associazione sta lavorando per creare un centro di educazione e formazione professionale per i giovani del Benin e dei paesi limitrofi. Costituito da aule di apprendimento di mestieri, il centro avrà una biblioteca, una sala conferenza, una foresteria e una mensa. «Ma più
che qualcosa di fisico deve nascere un movimento, bisogna rinforzare nei ragazzi la consapevolezza che è
possibile sognare ancora sulle loro terre e che l’Europa non è e non può essere la soluzione», sostiene con
forza Sourou.
Il diritto ad abitare la propria terra, è stato anche il cuore del breve intervento di Padre Stefano Albanesi,
vice parroco di S. Maria degli Angeli e responsabile della Caritas interparrocchiale in Assisi. Basandosi sul
suo vissuto da missionario in Congo, egli ha spiegato quanto il Progetto del
Cedro sia in legame profondo con le aspirazioni dei ragazzi africani: «rimanere e sognare sulla propria terra. Ma questo, noi Occidentali per primi,
glielo neghiamo con la nostra avidità e sete di impadronirci di tutto». Allora
i ragazzi fuggono e finiscono nella delusione, l’accattonaggio e la disperazione totale, perché l’Europa non può nemmeno offrire loro il miraggio che
fa vedere loro nei media. «Immigrare è un diritto come lo è rimanere nella
propria terra» ha concluso citando Papa Benedetto XVI.
«Indignarsi non basta più, bisogna avere il coraggio di offrire alternative ai
ragazzi e progetti come questo sono importanti. Il futuro dell’Africa è in
Africa», sostiene Sourou.
A conclusione è stata presentata l’edizione del calendario 2017 del Cedro, da
appendere al muro, con bellissime foto di animali che vivono in Africa.
L’evento è anche un bell’esempio di collaborazione tra realtà territoriali di
volontariato e fa già pensare ad una seconda edizione.
ASSISI/SATIRA
È
il simbolo della stronzianite, composto a base di
carbonio, ossigeno e stronzio. Quando la mia insegnante di chimica citò lo
stronzio a proposito di non ricordo
quale argomento, in aula rischiammo di farcela tutti addosso, anche
quelli, non io tra loro, per i quali il
fatto che dall’incontro fra due corpi gassosi potesse nascerne uno liquido, era la cosa più naturale del
mondo. A scatenare il riso fu l’assonanza con il nome di un rifiuto
organico che nessun liceale si sarebbe azzardato a nominare al cospetto di un insegnante, ricorrendovi semmai nelle dispute via via frequenti durante la ricreazione. Da
parte mia, inoltre, esisteva la certezza che, esclusa la possibilità di
futuri contatti con la chimica e i suoi
elementi, i rapporti con l’esserreciotré finivano lì, in quell’aula risonante di sghignazzi. Mi sbagliavo. Nascosto sotto le variegate maschere
del vezzo, l’esserreciotré è stato il
leit-motiv esistenziale con il quale
ho dovuto confrontarmi più spesso.
Lo riconoscevo nel furioso lampeggiare di un’auto nella corsia di sorpasso; nello squillo di un cellulare
in una sala cinematografica; nell’illecita avanzata del furbo in una fila;
nel parcheggio di un’auto a cavallo
della striscia; nell’aria spocchiosa
di un dirigente in carriera; nello
sguardo scocciato di un dipendente
pubblico; nel vociare altezzoso di
un improvvisato Balanzone; nel
commercio dei dottorati da parte
SrCO3
delle massonerie universitarie; nell’assoluzione di uno stupratore motivata dai jeans stretti della vittima,
troppo stretti per essere sfilati senza il suo consenso; nell’ordinanza
di rimozione del simbolo cristiano
dalle scuole, troppo cristiano per essere tollerato da chi cristiano non
è. La stronzianite stava lì, la sentivo spandere i suoi effluvi, condizionare i comportamenti, spingerli oltre la soglia del bon-ton e della logica, urtare le corde del mio
risentimento. Anche se,
devo dargliene
atto, mai che abbia varcato i confini della decenza, quasi temendo che
qualche collega fosfato, clorato o
borato ne scombinasse gli effetti.
Ma ora esagera, ora quei confini
non solo li varca ma li calpesta a
dimostrazione della forza acquisita
con gli anni. Si insinua nel podestà
armaiolo che, agitando il revolver
in diretta televisiva, propaganda una
giustizia alla Billy the Kid; insuffla
nell’inquisito ex governatore nordico che reagisce al
sequestro
numero 7 - OTTOBRE 2016
della villa smantellando non solo gli
arredi ma i lavandini e i cessi; si incarna nel dirigente scolastico inducendolo a vietare presepi e canti natalizi nelle aule dell’istituto; corrompe il funzionario comunale che,
immutandato, timbra il cartellino in
un trionfo di chiappe, lardelli e zebedei; spinge la caporiona di
un’Azienda statale a risucchiare
mazzette alla velocità di un aspirapolvere; rincretinisce il senatorscurrile che, ammorbato, mima la
fellatio all’indirizzo di una collega
senatrice; convince il politicante paesano a strombazzare la candidatura a sindaco attraverso t-shirt personalizzate; suggerisce ai guru dell’audience le formule idonee alla
spettacolarizzazione del dramma,
della sofferenza, del lutto; ingarbuglia i dati dell’economia reale per
pubblicizzare un benessere che reale non è; spaccia per democrazia
elettiva l’auto-insediamento di un
rampante a Palazzo Chigi; irrompe
nel web dove i benpensanti della
cristianità, dimentichi dei mutandoni balneari delle bisnonne, starnazzano scandalizzati alla vista del monopezzo islamico; trasforma una dichiarazione del Presidente della Repubblica da innocuo proclama di
stampo neo-risorgimentale in eroico sussulto contro l’ingerenza
yankee. Ma più ancora della forza,
a spaventarmi è la capacità che ha
lo stronzio di farsi apprezzare, di sapersi vendere, di riuscire a soppiantare il buon gusto. Lui che del buon
gusto rappresenta l’esatto contrario.
ECONOMIA/CULTURA
UMBRA CUSCINETTI
PUNTO EUROPA
REGIONE
UMBRIA:
ulteriori fondi
per le Start-up
Innovative
Dott. GIACOMO
GIULIETTI
Nell'ambito del programma
POR FESR 2014-2020 Asse I
Azione 1.3.1."Sostegno alla creazione e al consolidamento di
start-up innovative ad alta intensità di applicazione di conoscenza e alle iniziative di spin-off
della ricerca", la Regione Umbria ha stanziato ullteriori due
milioni di euro per sostenere la
creazione di start up innovative
ai fini della valorizzazione economica dei risultati della ricerca
e/o sullo sviluppo di nuovi prodotti, processi e servizi ad alto
contenuto innovativo, negli ambiti di specializzazione dove
maggiore appare il potenziale
competitivo identificati nell'ambito della Strategia di Ricerca e
Innovazione per la Specializzazione Intelligente.
Le PMI beneficiarie devono essere costituite sotto forma di società di capitali (comprese le srl
uni personali, le srl semplificate
e le imprese cooperative e quelle con mutualità prevalente) e
configurarsi in una delle seguenti
tipologie: start-up ad alto contenuto tecnologico; spin-off aziendali; spin-off accademici ad elevate competenze scientifiche.
L'ammontare complessivo delle
spese ammissibili non può essere inferiore ad ¤ 30.000,00 e né
superiore ad ¤ 500.000,00.
Il contributo concedibile consiste in un finanziamento a fondo
perduto (in conto impianti e/o in
conto esercizio) pari al 40% della
spesa ritenuta ammissibile. Le
domande possono essere presentate fino al al 30 dicembre 2016.
Giacomo Giulietti:
Tel. 347.9746924
[email protected]
numero 7 - OTTOBRE 2016
LA SALUTE AL PRIMO POSTO
Le politiche di welfare stanno guadagnando un posto di rilievo nelle strategie aziendali
perché sono in grado di generare benessere. UmbraGroup e UniSalute elaborano un piano
ad hoc per la salute dei dipendenti con copertura dei familiari fiscalmente a carico
N
egli ultimi anni
si parla sempre
più di piani di
welfare aziendale ovvero di
quelle iniziative ad incrementare il benessere del lavoratore e della sua famiglia.
Le politiche di welfare stanno guadagnando un posto di
rilievo nelle strategie aziendali perché sono in grado di
generare ricchezza attraverso obiettivi condivisi tra
azienda e dipendenti. L’offerta beni e servizi che consentono un miglior equilibrio
tra lavoro e famiglia si traduce in un tenore di vita più
sostenibile per i dipendenti e
i loro famigliari.
Dopo un’accurata indagine
interna, Umbra Cuscinetti
con l’aiuto di Uni Salute, ha
scelto di ampliare il pacchetto di welfare aziendale offerto alla totalità dei dipendenti.
Chiamati a scegliere tra nuovi strumenti di welfare
(come piano sanitario integrativo, rimborso delle spese scolastiche e orario flessibile) e potenziamento delle soluzioni già presenti in
Azienda (tra cui campus estivo e stage per i figli dei dipendenti), i lavoratori hanno
dichiarato che il piano sanitario integrativo è certamente la misura di welfare più
importante per la propria famiglia.
Il piano, studiato ad hoc da
UniSalute per le esigenze dei
dipendenti di UmbraGroup,
conferisce valore aggiunto al
clima aziendale, grazie alla
scelta dell’Azienda di includere nella copertura sia il lavoratore che i familiari fi-
scalmente a suo carico,
una scelta che pone particolare attenzione alle famiglie con un minore potere d’acquisto.
Le prestazioni incluse nel
piano sanitario oltre a essere le più frequenti e richieste, come visite mediche e diagnostica, sono
anche spesso le più care,
come le prestazioni odontoiatriche, o i servizi di
assistenza alla persona
connessi a grandi interventi chirurgici.
Umbra Cuscinetti S.p.A.,
nata nei primi anni 70, si è
sempre impegnata per sostenere il benessere e lo sviluppo dei suoi collaboratori dentro e fuori il contesto lavora-
tivo. Questo impegno in fatto di Responsabilità Sociale
d’Impresa, declinato nel rispetto costante della persona, della sua salute e sicurz-
za, dell’ambiente ha reso
l’Azienda un esempio di eccellenza non solo a livello
locale ma anche a livello nazionale e mondiale.
ARRIVA PAIDEIA centro
servizi alla persona
N
ei giorni scorsi è stato presentato PAIDEIA-centro servizi alla persona, con sede a Bastia Umbra in via Firenze 51b, organizzato e guidato
dall’ex dirigente scolastico già reggente della scuola media di Bastia
dal 2010 al 2013, Lucio Raspa. Il termine greco, il cui significato originario equivale a “educazione”, assume poi il valore di “formazione umana”, per arrivare infine ad indicare il contenuto di
detta formazione, la Cultura, nel senso più elevato e personale. Secondo il modello ispiratore
greco, il raggiungimento della Paideia è frutto di un processo continuo, mai compiuto, che impegna tutto l’uomo, ma attraverso cui egli realizza pienamente se stesso come soggetto autonomo,
consapevole di sé e in armonia con il mondo.
Nel logo del Centro il “pi greco” evidenzia la volontà di porsi come “numero fisso” e in quanto
tale come punto di riferimento nel territorio. I servizi che intende offrire il Centro spaziano dalle
forme di consulenza pedagogica e didattica e su tutti i processi organizzativi e gestionali relativi
all’intero sistema scolastico (dalla scuola dell’infanzia alla scuola secondaria superiore), a servizi
di natura psicologica (valutazione, consulenza, formazione e sostegno psicologico), fino ad interessare il recupero dei debiti e dell’insuccesso scolastico degli studenti in chiave non solo didattica ma soprattutto psicologica. Il Centro si avvale di personale qualificato quanto ad esperienza
ultraquarantennale nella scuola e di operatrici specializzate nel settore didattico e psicologico.
Il Centro intende porsi anche come struttura di formazione e di aggiornamento per il personale
della scuola, utile come certificazione ai fini dello sviluppo professionale individuale del docente.
Per ulteriori informazioni:
Bastia Umbra - Via Firenze, 51 [email protected] 340 3904856 - 333 2083656 - 3894381743
ATTUALITÀ
LA LEGGE IN PILLOLE
A cura dello studio legale
Andrea Ponti & Chiara Pettirossi
La Strada Pericolosa
e l'onere della prova
del proprietario
L'ente proprietario di una strada, anche nel caso in cui essa
sia dissestata e pertanto potenzialmente pericolosa nei confronti degli automobilisti che
la percorrono, non è responsabile per l'eventuale sinistro di
un veicolo se il suo conducente nella guida ha tenuto una
condotta “imprudente”. Il
comportamento poco diligente dell'automobilista potrebbe
escludere anche il “concorso di
colpa” tra esso e il proprietario della strada nel caso in cui
la sua condotta sia stata particolarmente sconsiderata e grave. Tuttavia con ordinanza del
5 settembre 2016 n. 17625 la
Corte di Cassazione ha chiarito che è l'ente pubblico proprietario della strada, nella sua qualifica di custode, a dover provare il concorso di colpa del
danneggiato o addirittura
l'esclusiva responsabilità di
questo ultimo. Nella sostanza
mentre l'art 2051 del c.c. stabilisce che il proprietario della
strada ha sempre una responsabilità di tipo “oggettivo” per
gli eventuali danni subiti dai
soggetti che la percorrono la
ordinanza citata afferma che in
ogni caso ogni automobilista
ha un generale dovere di cautela e prudenza ogni volta che
si mette alla guida ma che è
l'ente proprietario della strada
a dover provare la condotta del
danneggiato.
Pertanto quando le condizioni
di manutenzione della strada
non siano in grado di per se di
nuocere a colui che tiene una
guida attenta e diligente, l'amministrazione, proprietaria della stessa, non sarà responsabile dell'eventuale sinistro a condizione però che riesca a provare la colpa del danneggiato
o la sua imprudenza.
Avv Andrea Ponti & Avv
Chiara Pettirossi
numero 7 - OTTOBRE 2016
IL FUTURO E LA VELOCITÀ
Amazon e Manini prefabbricati rispondono
ognuna con le sue soluzioni
I
di ANNA RITA RUSTICI
l mondo che ci circonda
sta cambiando ad una
velocità enorme.
La “rivoluzione digitale”
sta espandendosi in tutti i
comparti produttivi ed è in grado
di cambiare, velocemente, la vita
delle persone. È una rivoluzione
in grado di cambiare gli stessi esseri umani , le loro abitudini e le
loro relazioni sociali. I Social
Network sono entrati talmente
nella nostra quotidianità, nella
vita di tutti i giorni, che hanno trasformato radicalmente il nostro
modo di porci in relazione con gli
altri. Anche le modalità di acquisto dei beni è mutata in maniera
considerevole.
L’e-commerce in Italia, nonostante un’economia che tarda a ripartire, cresce con un trend a doppia
cifra. Ma l’e-commerce, per avere successo, deve elaborare una
strategia di acquisto, spedizione
e consegna rapida ed efficiente.
Per questo motivo non può prescindere da un’evoluzione parallela della logistica, che sta sviluppandosi, negli ultimi anni, in maniera direttamente proporzionale
agli acquisti on-line. Mentre fino
a qualche tempo fa necessitavano grandi centri commerciali, con
ampi parcheggi adiacenti, per permettere al compratore di acquistare al dettaglio, con una vasta scelta
di esercizi commerciali, oggi il
mercato immobiliare si sposta su
grandi magazzini di stoccaggio da
dove vengono spedite, in tempi
velocissimi, ogni tipo di merci,
acquistate nell’ immensa vetrina
virtuale del web.
Amazon ed altri campioni dell’e.commerce sono diventati da
tempo dei colossi internazionali
ed hanno cominciato ad investire
anche nel nostro paese. Il motto
di questi operatori è “velocità”
non solo nell’acquisto e nella consegna della merce, che presto avverrà in poche ore, anche con
l’utilizzo di droni, ma anche nelle scelte aziendali e nella realizzazione dei loro progetti.
Amazon sta costruendo in Italia
un magazzino di stoccaggio imponente, di oltre mq 100.000 a Est
di Roma, lungo una arteria importante per il trasporto su strada ed
ha scelto come proprio fornitore,
per la realizzazione della struttura, la Manini Prefabbricati SpA.
La Manini è stata selezionata non
solo per la peculiarità delle proprie strutture prefabbricate ad alto
contenuto tecnologico ma perché,
nel panorama italiano, è stata
l’unica azienda a poter garantire
una straordinaria capacità produttiva, impegnando i due centri di
produzione di Bastia Umbra e
Aprilia per soddisfare le stringenti
tempistiche di consegna. Basti
pensare che la struttura dell’intero edificio sarà portata a termine
in soli 118 giorni.
Cantiere Amazon
Stiamo entrando nella fase
delle Aziende 4.0 con
competenze che variano a
ritmi sempre più serrati e
tecnologie sempre più centrate nella progettazione
organizzativa: solo chi sarà
in grado di saper riconoscere il cambiamento e
adattarsi ad esso velocemente continuerà a rispondere alle esigenze del mercato e ad essere competitivo.
La Manini Prefabbricati ha
accettato la sfida ed ha
posto in essere nuovi processi organizzativi rispondendo con competenza, sistematicità e soprattutto
con “velocità” alle richieste di un mercato in continua evoluzione.
Il cantiere Amazon con tutte le sue
prerogative ed i suoi tempi è un
banco di prova importante nei
confronti del quale l’azienda sta
rispondendo con tempestività e
precisione.
Gli stabilimenti produttivi Manini viaggiano con una produzione
giornaliera che è equivalente ad
un carico tale che, per essere trasportato richiede l’utilizzo di sessanta autotreni: trenta di questi
viaggiano ogni giorno in Direzione Roma Nord, verso il cantiere
Amazon. Per poter garantire
un’efficienza di questo tipo, mantenendo i livelli massimi di garanzia e qualità dei prodotti, occorre
un’organizzazione capillare ed
un’attenzione sempre massima.
Sono queste le sfide a cui ci chiama l’economia del futuro.
Dall’auto all’edilizia, dalla salute alla produzione di oggetti e poi
ancora lo sviluppo incessante dell’
e-commerce: la rivoluzione dell’economia 4.0 è iniziata e presto
ridisegnerà i rapporti di forza sui
mercati nazionali e globali.
Le alternative sono due: rendersene conto e investire sulle nuove
frontiere, oppure accorgersene
quando il vantaggio competitivo
altrui è ormai irraggiungibile.
Nel manifesto del Futurismo del
1909 Marinetti scriveva: "Noi affermiamo che la magnificenza del
mondo si è arricchita di una bellezza nuova: la bellezza della velocità”
Non sappiamo se davvero la velocità sia bella, se stia diventando davvero un valore, ma sappiamo con certezza che è il ritmo a
cui ci sta chiamando il futuro.
Noi ci siamo!
ECCELLENZE
numero 7 - OTTOBRE 2016
Intervista al Prof. Francesco Santucci
È TUTTA UN’ALTRA STORIA
Il Prof.Francesco Santucci, la voce più rappresentativa della storia locale assisana, ma conosciuto
e apprezzato anche in ambito nazionale, ha compiuto 80 anni. Terrenostre che lo ha avuto e spera
di riaverlo presto tra i suoi collaboratori, coglie l’occasione per tributargli un omaggio deferente e
affettuoso e, nel contempo, riflettere con lui sull’importanza, se ancora ne ha, della storia. Quella
piccola e quella grande di cui, nell’estate appena trascorsa, si è fatto un gran discorrere
di GIUSEPPINA FIORUCCI
F
rancesco, la tua è stata ed è
tuttora una vita dedicata
alla ricerca storica che ti ha
fatto conoscere e apprezzare non solo nell’ambito locale, ma anche nazionale. A quali studi ti
stai dedicando oggi? - Vorrei realizzare
il IV volume della collana intitolata Progetto S.Stefano, un lavoro che si propone
la pubblicazione dei testi documentari in
volgare assisano trecentesco della importante Confraternita dei Disciplinati di
S.Stefano di Assisi che risulta essere la più
documentata d’Italia e i cui documenti
sono conservati presso l’Archivio Capitolare di S.Rufino. Del III volume, che attende di essere stampato, ho fatto invece
la curatela insieme con altri autori e, in
maniera completamente autonoma, il glossario. Questi testi sono di straordinaria importanza linguistica tanto che da qualche
anno sono stati inseriti nel Tesoro della
Lingua Italiana delle origini, il Vocabolario storico dell’Italiano antico (OVI) pubblicato online, con un’iniziativa promossa a suo tempo dall’Accademia nazionale
della Crusca e oggi seguita dall’opera del
Vocabolario italiano istituito dal CNR. In
questa pubblicazione ci sono ben otto testi da me scoperti e pubblicati in precedenza.
Pubblicazioni di nicchia, destinate ad
una cerchia ristretta di persone! - Ristretta, ma molto interessante, se pensi che
in un testo si può leggere anche l’acquisto
di una “porchecta” al mercato “dell’isola” cioè a Bastia.
Convieni sul fatto che la storia locale
goda di più salute rispetto alla storia con
la s maiuscola, da tempo considerata un
po’ la cenerentola delle discipline? Concordo con quanto dici,
d’altra parte c’è un gran fiorire di testi di storia locale.
Mentre la nuova storia nata
in Francia, nel primo trentennio del Novecento, ha ridato
voce anche ad eventi e personaggi apparentemente secondari, oggi però si esagera
nel dare una lettura forse
troppo sociologica e particolaristica degli avvenimenti.
E alla critica di stare trop-
po attaccati al campanile, peccando un po’ di
provincialismo, cosa rispondi? - Personalmente
sono del parere che facendo la storia del proprio
campanile, si è in grado di
salirci per poi volgere lo
sguardo all’orizzonte e alla
grande storia. Questo mi è
stato confermato dalla mia
esperienza didattica. I ragazzi, inizialmente accostati allo studio con motivazioni che li riguardavano da vicino, hanno poi finito con l’interessarsi anche a fatti ed eventi più
lontani. Questa idea, a dire
il vero, adesso è parzialmente entrata in ambito
didattico tanto che molte
scolaresche visitano gli archivi.
La conoscenza della storia locale aiuta
soprattutto a non smarrire la propria
identità e le proprie radici in un tempo
troppo magro di memoria! I tuoi alunni quando insegnavi, si appassionavano molto alla storia? - Guarda ho cominciato come maestro e le scuole elementari
mi viziarono molto: rispetto, educazione,
riconoscimento del ruolo mi fecero sentire appagato, ma quando andai alle scuole
medie all’inizio questo finì e i primi anni
furono deludenti. Poi, invece, riuscii ad
esprimermi come avrei voluto e fu tutta
un’altra storia. Addirittura molti miei ex
alunni si sono laureati in storia od occupati del restauro e della conservazione di
monumenti.
Raccontami un aneddoto,
risalente a quegli anni. - Erano gli anni ’60, stavo spiegando la 2^ guerra punica. Alla
lavagna avevo disegnato lo
schema del passaggio di Annibale al lago Trasimeno con
i ben noti risultati drammatici
per i Romani. Stavo dicendo
che, dopo questi eventi, AnFrancesco Santucci durante
la festa di compleanno con
la moglie Anna Maria Rossi
IL PERSONAGGIO
Francesco
Santucci riceve
dal sindaco Ricci
l’onorificienza
di cittadino
benemerito di
Assisi nel 2008
(Foto Angelo
Lunghi)
nibale procedette verso la piana umbra e
dissi che, probabilmente, era passato anche ai piedi delle colline di Assisi che si
vedevano dalle finestre della scuola. A
questo punto un alunno si alzò in piedi di
scatto e portandosi le mani ai capelli, quasi gridando, esclamò: “mamma mia, si
c(i)arpassa n’altra volta!”.
Quando si dice il coinvolgimento! Il premio Educatore che ti hanno conferito a
S.Maria degli Angeli non poteva essere
più appropriato. - Io non me ne sento degno, ma ho dovuto cedere alle insistenze
dell’Associazione Barbara Micarelli che
me lo ha conferito.
Alla cerimonia c’erano molti tuoi ex
alunni. Dalla testimonianza di uno di
loro, riportiamo qualche passo. - “Il prof.
Santucci era per noi un mito, le sue lezioni
dei romanzi a puntate. Non si vedeva l’ora
di tornare il giorno dopo a scuola per capire come sarebbe finita. Era in grado di suscitare interesse, curiosità, di tenere alta la
tensione e renderci partecipi con un coinvolgimento totale della classe. A 12/13 anni
si vede lo studio come un impiccio, una noia
mortale. Io vi confesso che con lui era
un’ora di festa, di apprendimento, di goliardia per quella dolce autorevolezza che
segnava le sue lezioni sempre sul crinale
dell’ironia e della simpatia”.
FRANCESCO SANTUCCI, nato il
4 ottobre 1936 a Tordibetto d’ Assisi
da Antonio e Giulia Dionigi; marito
di Anna Maria Rossi; padre di Chiara, Grazia e Antonio; suocero di Nicolangelo D’Acunto e di Paolo Gulminelli; nonno di Tommaso, Riccardo e Livia, è stato docente di materie
letterarie nella scuola media dopo essersi laureato alla Sapienza di Roma.
Ha prestato servizio all’IRRSAE di
Perugia come formatore nel settore
Didattica della Storia. Negli anni ’70
aveva tenuto, per la stessa materia,
esercitazioni presso la Facoltà di Magistero di Perugia. E’ direttore responsabile dell’Archivio Capitolare di
S.Rufino e dell’Archivio Vescovile.
Pubblicista dall’età di 21 anni, ha collaborato con giornali regionali e nazionali. Socio dell’Accademia Properziana del Subasio, per l’Accademia è
direttore degli Atti e ne ha curato i
“Quaderni”. Ha diretto il trimestrale
“Subasio” ed è stato segretario del Comitato Scientifico del Centro Studi di
poesia latina in distici elegiaci. E’ socio ordinario della Deputazione di storia patria per l’Umbria della quale è
stato consigliere per un quadriennio.
Nell’ambito di essa è direttore responsabile del “Bollettino” e corresponsabile del Centro di ricerca sul movimento dei Disciplinati. Il 19 gennaio
2008 è stato insignito del prestigioso
titolo di Cittadino benemerito di Assisi “per essere uno degli storici più
importanti, conosciuto anche a livello nazionale, come dichiarò l’allora
sindaco Ricci, con una capacità di ricerca vera, attenta alla storia minore
e alle fonti...”. Francesco Santucci ha
all’attivo numerosissime pubblicazioni riguardanti, principalmente, la storia dei castelli, le fraternità dei Disciplinati nel Trecento, il movimento dei
Bianchi, il volgare trecentesco, il moderno dialetto, la toponomastica e il
Novecento in Assisi.
ECONOMIA
numero 7 - OTTOBRE 2016
LYRICK THEATRE - ASSEMBLEA CNA UMBRIA Un successo straordinario
La celebrazione della
manualità
Rinascimento Artigiano. Dai vecchi mestieri i nuovi lavori
Si è tenuta ad Assisi l’Assemblea della Cna Umbria per i festeggiamenti del 70° anniversario
dalla sua costituzione. Nell’era del dominio incontrastato della tecnologia saranno sempre
più le persone, con i loro talenti, a determinare il successo o l’insuccesso di imprese,
istituzioni, pubbliche amministrazioni, partiti, associazioni
di SARA STANGONI
U
n Lyrick Theatre tra
boccante oltre misura, come difficilmente si era visto per
eventi di tale argomento. Oltre 2000 artigiani e rappresentanti del mondo manifatturiero non sono voluti mancare
a questo appuntamento che ha
segnato un passo importante: la
forza della manualità e del saper
fare per il Made in Italy del futuro, anche tecnologico. Un vero
omaggio alle botteghe rinascimentali, ai saperi e alle abilità
nate in quelle fucine di creatività e tuttora patrimonio delle tante imprese artigiane italiane. “Rinascimento artigiano. Dai vecchi
mestieri i nuovi lavori” è il titolo dell’Assemblea della Cna tenutasi lo scorso 26 settembre ad
Assisi. È stata senza dubbio la
festa degli artigiani e degli imprenditori, di cui la Cna dell’Umbria ne associa circa 7000.
Nell’era del dominio incontrastato della tecnologia, emerge sempre più l’importanza del capitale
umano. A discuterne sul palco,
coordinati dal vice direttore del
Tg3 Giuliano Giubilei, sono stati
ospiti d’eccezione: lo storico dell’arte Philippe Daverio, il fotografo Oliviero Toscani, l’imprenditore del cachemire Brunello Cucinelli, la presidente della giunta
regionale dell’Umbria Catiuscia
Marini. A fare gli onori di casa il
presidente nazionale della Cna,
Daniele Vaccarino, e il presidente regionale Renato Cesca.
Tecnologia, contaminazione con
altre figure professionali e sinergie stanno marcando l’evoluzione di questi mestieri, cresciuti nei
numeri e nelle dimensioni anche
con un ritorno come scelta di vita.
Renato Cesca: “Con questa iniziativa la Cna dell’Umbria dà
l’avvio ai festeggiamenti per il
70° anniversario dalla sua costituzione. Riteniamo che questo
sia il momento di fare tutti insieme uno sforzo collettivo verso la
modernità. Ma senza dimenticare le nostre radici. Proponiamo
che accanto agli interventi per
“industria 4.0” ne vengano previsti altri su misura per un artigianato 4.0. Quando diciamo che
è necessario un cambio di prospettiva per costruire un nuovo
futuro abbiamo ben presente an-
che la necessità di costruire nuove opportunità a favore dei giovani”.
Philippe Daverio: “La piazza
universale di tutti i mestieri del
mondo oggi è internet, la rivoluzione digitale sta segnando il nostro tempo. Ma non dimentichiamo che le parole “artigianato” e
“digitale” derivano entrambe da
una radice legata alla manualità:
“arto” e “dita”. Di fronte alle
grandi rivoluzioni industriali c’è
sempre stata grande paura. Ma
affrontarla significa segnare la
storia”.
Oliviero Toscani: “Gli artigiani
hanno reso grande il nostro paese, grazie al loro saper far e alla
loro manualità. Non producono
mai due prodotti uguali, come
due persone non possono essere
identiche. La tecnologia oggi
può essere un limite, per cui i giovani devono usare l’immaginazione per costruire il loro
futuro. Per fare l’artigiano si deve avere una grande sensibilità verso la materia e la capacità, attraverso i cinque sensi, di
trasformarla. Possiamo
diventare una nazione
‘ricchissima’ se lavoriamo sull’umanità”.
Brunello Cucinelli: “Internet ha sicuramente ridisegnato la mappa del
lavoro. Il futuro avrà due
strade: i prodotti industriali a basso prezzo (nel
2015 ne sono stati realizzati 80 miliardi di pezzi),
distribuiti ovunque, e i
prodotti artigianali speciali. Il mondo da noi italiani vuole questa seconda produzione. Negli ultimi anni abbiamo tolto
all’artigianato la “dignità economica”, ora dobbiamo restituirla. Siamo
artigiani contemporanei”.
Catiuscia Marini: “Abbiamo bisogno di più manifattura anche in Umbria. Il 70% dei manufatti al mondo si produce in
dieci stati, l’Italia è il sesto. L’artigianato va potenziato, perché torni al
centro della produzione.
Come ridare questo valore nei giovani? Il lavora-
Foto
Mauro Berti
tore viaggerà sempre di più e si
rapporterà con i clienti del mondo, pur rimanendo “manuale” e
rivalutando se stesso. Credo molto nei progetti che si stanno portando avanti di alternanza scuola-lavoro: sono opportunità molto formative per conoscere, capire e cogliere esperienze di creatività e professionalità”.
Daniele Vaccarino: “Da 70
anni il Cna cerca di dire con for-
za che il tipo di industria che
abbiamo in Italia si basa su questo tipo di aziende. L’introduzione della forte componente
tecnologica rischia di far perdere la manualità, ma dobbiamo
combattere questo fenomeno
solo con la bellezza del pezzo
unico. Gli artigiani e le loro
imprese continuano a trasformarsi: oggi non siamo più un
mondo di serie B”.
SALUTE
numero 7 - OTTOBRE 2016
LUCIA PENNAFORTI
I benefici della fisioterapia
BENESSERE POSTURALE
LIBERI DAL DOLORE
“Come ti siedi?”. È la prima domanda che la fisioterapista Lucia Pennaforti fa a chi si rivolge a lei,
con l’obiettivo di fargli ritrovare la naturale flessibilità e un equilibrio psico-fisico ottimale.
“Migliorare la propria postura significa ritrovare la gioia di vivere”
di SARA STANGONI
D
a quanto tempo fai la fisioterapista? –
Da undici anni. Mi sto ulteriormente specializzando, sono al secondo anno della
laurea Magistrale di secondo livello. Ho
iniziato l’esperienza lavorativa all’Istituto Serafico di Assisi, ho collaborato all’Istituto per
Anziani Andrea Rossi, otto anni fa ho aperto uno studio a S.M. degli Angeli, poi quattro anni fa avendo
bisogno di uno spazio più grande mi sono trasferita
in un’altra sede sempre a S. M. degli Angeli.
In cosa sei specializzata? - In rieducazione posturale globale, terapia manuale, terapie fisiche (tecar,
laser, ultrasuoni, magnetoterapia, elettroterapia) e in
clinical pilates.
Sei sola nello studio? – Collabora con me la collega
Giulia Pietrella.
A chi sono indirizzate le tue cure? – Sia a bambini
che adulti con problemi fisioterapici.
Quali sono le richieste maggiori? – Patologie vertebrali e articolari, come problemi di spalle, mal di
schiena, difetti posturali, tendinite, infiammazioni,
oppure recupero funzionale post-operatorio e posttraumatico.
Cosa è importante per te? – La puntualità e l’attenzione al cliente. Ci tengo a creare per ognuno una
situazione di tranquillità e fiducia. Prima di tutto compilo un’attenta scheda di valutazione, per inquadrare il problema e capire se il cliente sia di mia pertinenza. L’obiettivo è trovare l’origine del problema e
la sua soluzione.
Il ciclo di sedute ha una durata. E dopo? – Insegno ai
miei pazienti l’importanza dell’autocorrezione e come
applicarla con semplici consigli pratici per recuperare il
benessere. Uno su tutti, come sedersi correttamente e
l’importanza del movimento.
Hai anche dei macchinari? – Quelli più usati nella fisioterapia, ma principalmente applico la terapia manuale, con un lavoro attento sul corpo e sulla persona per
correggere i diversi squilibri muscolari e far recuperare
l’elasticità persa. Ogni paziente ha esigenze mirate.
I tuoi clienti sono anche bambini. Quali problematiche riscontri di più? - La colonna vertebrale è fatta per
il movimento e tenerla ferma la danneggia. È fondamentale, quindi, che i bambini si muovano.
Oltre alle sedute di rieducazione posturale, cosa proponi? – Organizzo anche corsi di Clinical Pilates per
piccoli gruppi, mirati per tipologie e patologie.
La fisioterapia sta assumendo un ruolo significativo.
Quando è importante rivolgersi ad un esperto? – Il
dolore non va mai sottovalutato. Le problematiche vanno trattate alla "radice", andando cioè a risolvere la causa principale e non solo il sintomo. È fondamentale fare
prima di tutto una visita, con la quale si capisce il problema e poi si può predisporre il giusto ciclo di terapie.
Il mal di schiena, ad esempio, è una cosa seria: non si
tratta solo di eliminare il problema con una puntura, ma
di ridare funzionalità al corpo, evitando l’insorgenza di
possibili nuovi dolori causati dalla trascuratezza. Ho in
cuore, prima di tutto, la salute della persona che si rivolge a me. È un fatto di coscienza medica.
STUDIO DI FISIOTERAPIA
dott.ssa Lucia Pennaforti
Via San Bernardino
da Siena, n.41/B
Santa Maria degli Angeli - Assisi
Cell. 339 439 5694
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dott.ssa Lucia Pennaforti
Direttore sanitario dr.Roberto Sacco medico chirurgo specialista in odontostomatologia
Autorizzazione Regione Umbria n. 199
SISTEMA DI QUALITÀ UNI EN ISO 9001:2008
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RIMANE SEMPRE IL TUO BENESSERE
RINGRAZIAMO CHI HA DATO FIDUCIA
ALLA NOSTRA PROFESSIONALITA’
Periodico di informazione a cura dell’Ente Palio de San Michele | anno XXII n. 2 ottobre
di Bastia 2016
il Rionale
Ente Palio
de San Michele
BASTIA UMBRA
Moncioveta
conquista la vetta
15 Pali e primato assoluto
FAP FOTO
Via S. Lucia 16/a
L’ENTE PALIO
2
La 54° Edizione del Palio
Qual è stato il bilancio di quest’edizione?
Il bilancio della 54° edizione è stato senza dubbio
positivo, per questo ringrazio i 4 capitani e il Consiglio
Direttivo dell’Ente Palio, così come tutte le istituzioni
cittadine, la Parrocchia e le aziende che hanno
contribuito alla realizzazione di quest’evento. Merito
e un plauso speciale va a tutti quei ragazzi e a quelle
figure che si sono adoperate per la realizzazione della
prima edizione di PaliOpen. Nonostante le avversità
atmosferiche, che ne hanno condizionato in parte lo
svolgimento, ancora oggi rimane forte il ricordo di una
serata suggestiva, emozionante e coinvolgente.
A proposito di PaliOpen, le potenzialità di
quest’evento sono ancora impercettibili…
Si, ancora non si conoscono le reali potenzialità. Non
metto in dubbio che si poteva fare di più, ma i tempi non
hanno agevolato molto l’organizzazione. Considerando
che tutto è partito nel mese di giugno e con i tre
mesi estivi non è stato facile ritrovarsi a lavorare. Per
quest’evento, mi auspico critiche costruttive e positive
affinché si possa migliorare e crescere. Tra le cose più
rilevanti di PaliOpen c’è senza dubbio la cooperazione e
l’aggregazione di tutti i componenti dei 4 rioni. Non era
facile alla vigilia prevedere un’armonia simile. Questo
è stato senza dubbio l’elemento più sorprendente
e, ripartendo da queste basi, l’organizzazione può
mettersi in moto già da ora per realizzare un progetto
ancor più avvincente.
Al di là degli aspetti funzionali, ci sono state
anche durissime contestazioni sia nei Giochi
in Piazza che nella Lizza, provocando alcuni
disagi. Perché succede questo?
Problemi seri di ordine pubblico non ci sono mai stati,
questo lo tengo a precisare.
Alcuni rionali più “sanguigni” hanno reagito
calorosamente manifestando le proprie ragioni.
In piazza c’è un coordinatore e ci sono dei giudici
federali dove il loro giudizio risulta insindacabile.
Tuttavia, quest’alchimia quest’anno non ha funzionato
perfettamente. In primis per un regolamento,
comunque proposto e approvato dai rioni, che è
risultato ancora una volta mancante sotto alcuni
aspetti. In secondo luogo per una mancata
collaborazione tra i responsabili e il coordinatore stesso
(anch’esso comunque eletto dai rioni, ndr). Perciò,
più che alimentare le polemiche, invito i responsabili
di ogni rione a proporre migliorie fattive affinché non
si verifichino più certi disagi. Comunque non ricordo
un’edizione del Palio senza un acceso tifo e proteste,
soprattutto per la sera dei giochi e della lizza.
E, se proprio devo dirla tutta, sono convinto che un po’
ci piace…
INTERVISTA A MARCO GNAVOLINI, PRESIDENTE DELL’ENTE PALIO
Grande emozione invece per le parole espresse
dal Presidente di Giuria Daniela Giovanetti, che
con una lettera a cuore aperto, ha manifestato
l’orgoglio e il proprio amore per il Palio,
definendolo “un esempio culturale che affonda
le sue radici nel sociale come nessun altra
manifestazione italiana (da lei conosciuta)
è riuscita a fare, tanto da coinvolgere intere
generazioni”
A nome di tutti i bastioli e di tutti i rionali, non posso far
altro che accogliere con emozione e con grandissimo
orgoglio quanto da lei espresso. Quest’anno per
la prima volta la giuria era rappresentata da una
maggioranza femminile. Tutti i ruoli dei giurati sono
stato ricoperti con competenza e professionalità. Ecco
perché vi invito a leggere tutti i giudizi e i commenti
che saranno pubblicati a breve nei nostri canali di
informazione.
Dopo 54 anni di edizioni ed oltre 20 anni di
Ente Palio, quali sono le necessità primarie
per consentire una continuità orientata
verso un evoluzione di questa splendida
manifestazione? Alla luce dei traguardi raggiunti
è davvero ingiusto oggi dover parlare ancora di
certe problematiche. Come gli spazi rionali e le altre
problematiche con la pubblica amministrazione e
le istituzioni. Credo che si debba avere il massimo
rispetto per questa manifestazione che, in quanto
a creatività, originalità e innovazione non ha eguali
né in Umbria né in tutta Italia. Basta vedere soltanto
quanti spettacoli teatrali di animazione, di giochi di
piazza, abbiamo creato in 54 anni di storia.Il risultato
è strepitoso e degno di massimo rispetto, per il
contributo che abbiamo dato e diamo alla cultura e
a Bastia Umbra. Da non sottovalutare anche l’aspetto
didattico del Palio che, con il coinvolgimento delle
Scuole, vanta anche grandi meriti sociali. Quest’aspetto
è senz’altro da consolidare per favorire lo sviluppo delle
nuove generazioni, educandole ai valori che hanno
reso il Palio una scuola di vita per la maggior parte dei
bastioli.
Dove si può lavorare per migliorarci ancora? Senza
dubbio negli eventi correlati al Palio. Per questo chiedo
più partecipazione e sostegno da parte di tutti, affinché
il Palio diventi un punto di riferimento per tutto l’anno,
non solo a Settembre.
In conclusione…
Credo che quest’edizione appena conclusa sarà motivo
di riflessione da parte di tutti (addetti ai lavori e non).
Il punto di partenza per un tavolo programmatico e di
concertazione al fine di risolvere le problematiche che
tutti ben conosciamo.
Colgo l’occasione per ringraziare i capitani uscenti e
tutti i delegati per la fattiva collaborazione dimostrata.
FAP FOTO
FAP FOTO
GARA GASTRONOMICA
“MAGIE DEL GUSTO“ 2016
Il commento generale
Di seguito, la toccante lettera di Daniela Giovanetti,
Presidente di Giuria 2016, che, a nome di tutti gli altri
giurati, ha ringraziato Bastia Umbra e il Palio, con
parole a dir poco emozionanti.
“Carissimi bastioli, in questi ultimi anni è stato per
me un onore far parte della giuria delle Sfilate del
Palio de San Michele. Quest’anno esserne addirittura
il Presidente è stata per me un’emozione immensa.
Sono attrice, il teatro fa parte della mia vita, ho
affrontato ruoli belli e impegnativi di autori classici e
contemporanei, il pubblico è il mio interlocutore, il mio
amante, il mio amico-nemico, con lui vivo e condivido
il pezzetto di vita che ci regala il teatro. A Bastia, grazie
a voi, il mio ruolo è diventato un altro, sono stata
spettatrice con il compito difficilissimo, di giudicare,
di sottolineare le impressioni che voi suscitate e le
emozioni che voi regalate e di collaborare alla elezione
del vincitore. La mia attenzione si è concentrata tutta
su di voi e su ciò che avviene in quella piazza. In questi
anni vi ho ammirato in modo profondo e totale. La
sapienza che avete nella costruzioni delle scene, la
fantasia nella ideazione di quel che rappresentate, la
bravura nel recitare, nel danzare e nel cantare rende i
vostri spettacoli eccezionali. Il clima con cui riuscite a
rendere una città intera devota al Palio, i Rioni uniti e in
lotta per riuscire a vincere – con i grandi e i piccolissimi
che si sfidano, che giocano e si mettono in gioco – è
qualcosa di unico e preziosissimo. Il vostro Palio, pur
essendo nato non tanto tempo fa, ha il sapore delle
cose antiche, quelle che non devono finire mai. Vi
Vince San Rocco
porto spesso ad esempio, ogni città italiana dovrebbe
sapere cosa, dal 1961 a oggi, succede a Bastia, i fatti
come sempre contano più di ogni bella parola e voi,
con il vostro evento, date la certezza che insieme si
possono creare grandi cose per il bene della comunità.
Noi, come giuria, arriviamo solo a lavoro ultimato,
quando la Sfilata è pronta per il debutto, ma ho sempre
immaginato quanti saranno stati gli incontri, e, perché
no, gli scontri, le riflessioni, gli studi e approfondimenti,
le prove che avete affrontato per far crescere, maturare
e sbocciare la vostra creatura. Quel che portate sulla
piazza, sono spettacoli meravigliosi, imponenti,
unici. Ogni Rione partecipa con eguale competenza,
bravura e passione. L’amore è forse la parola chiave
della riuscita del Palio de San Michele, perché solo
un grande sentimento trasforma il sogno in realtà.
Il gioco ha delle regole tra cui la più forte è quella
di dichiarare il vincitore, e anche quest’anno è stato
così, vi abbiamo lasciato la nostra graduatoria, anche
se, avremmo desiderato premiarvi tutti, uno per uno.
Ci avete regalato giorni magnifici, abbiamo vissuto
insieme a voi momenti incredibilmente belli, pieni di
gioia, stupore e commozione. Abbiamo gustato i vostri
prelibatissimi piatti, i vini, i dolci. Noi giurati, seduti in
tavole apparecchiate con fantasia e sapienza, siamo
stati accolti nelle Taverne come se fossimo dei principi,
e noi, consapevoli di essere persone fortunate, ci siamo
arresi alle vostre attenzioni e coccole. Sono stati solo
cinque giorni ma bastanti per rendere la nostra vita più
bella.
Vi ringrazio con tutto il cuore, Daniela Giovanetti.”
LA GIURIA 2016
GIURIA TECNICA SFILATE 2016
Paolo Giubilei resp. cucina Rione San Rocco
In quest’edizione il gruppo cucina del rione San Rocco
è stato uno dei miglior gruppi in assoluto con la quale
ho avuto l’onore di lavorare. Circa 6/7 anni fa abbiamo
fatto un ricambio generazionale e, oltre le colonne
portanti rappresentate dalle figure storiche, si sono
inseriti tantissimi giovani ragazzi (30 anni in media)...
Che poi sono gli stessi che qualche anno fa servivano gli
ospiti a tavola ed ora sono passati in cucina. Abbiamo
un gruppo bracieri favoloso! Alle torte Gianfranco Rossi,
mio fratello Alessandro e Raffaella che riescono ad
amalgamare il gruppo. Il talento unico di Angelica che
ha gestito tutti gli antipasti. Tre cuochi nuovi che hanno
completamento soddisfatto le nostre esigenze. Dona
Bianconi e Alessandro Incontri che sono stati encomiabili
nella gestione della cucina come Isotta Ceccarelli lo è
stata nella gestione della sala. Io fungo da trait d’union,
essendo il responsabile dell’informatizzazione e del
coordinamento di tutti loro.
Secondo te, quali sono stati i vostri punti di forza
ai fini della vittoria?
Partendo dal presupposto che, secondo me, tutte le
cucine dei rioni sono equivalenti, sia come servizio
che come qualità, il nostro plus ultra è stato senz’altro
l’informatizzazione. Il nostro sistema ci permette di
servire il cliente senza tempi d’attesa, gestendo le
comande come fosse un ristorante. Poi quest’anno, con
i nuovi cuochi, abbiamo riproposto i piatti tradizionali
umbri. Tra le proposte più apprezzate ci sono senz’altro gli
arrosticini di pecora e un dolce fatto in casa: i mascarpotti!
Il tuo piatto preferito del Menu San Rocco?
Senza dubbio la tagliata proposta dal nostro Vittorio,
un ragazzo appassionato per il barbecue che, di fatto,
rappresenta una delle nostre eccellenze in cucina.
A chi dedichi questo successo?
Sembra scontato, ma è la vittoria di tutto il gruppo, di tutto
il Rione San Rocco. Un obiettivo raggiunto grazie anche al
Capitano che ha soddisfatto le nostre esigenze con spese
oculate. Un premio da condividere assolutamente con il
bar gestito da Claudio e Adele e il Bar Chiti, il gazebo che
ha deliziato il pubblico del dopo serata.
FAP FOTO
3
I PREMI
14° EDIZIONE PREMIO “DON LUIGI TOPPETTI“ 2016
Vince la sfilata del rione Sant’Angelo
FAP FOTO
Il Premio, indetto in ricordo del parroco che fu l’ideatore del “Palio de San Michele”,
assegna un riconoscimento alla Sfilata che più delle altre ha racchiuso i valori ispiratori
della manifestazione: la socializzazione, il confronto, l’accoglienza, l’integrazione sociale, il
rispetto della dignità umana, la pace, la promozione culturale e spirituale. La Giuria, dopo
un’attenta e difficile riflessione per la particolare bellezza e spessore delle quattro Sfilate
e dopo aver espresso un apprezzamento vivo e sincero per tutte le rappresentazioni, ha
ritenuto tuttavia di assegnare tale riconoscimento alla Sfilata del Rione Sant’Angelo
dal titolo “Indagine su quattro cittadini al di sopra di ogni sospetto”. Questa scelta viene
così motivata:
“Il Rione Sant’Angelo con la sua Sfilata ha messo in evidenza come la saggezza,
l’esperienza e la maturità degli anziani, acquisite nel confronto con le difficoltà della vita
e con le sue durezze, possono orientare e sostenere l’impatto delle nuove generazioni con
le proprie difficoltà sempre antiche e sempre nuove. Il Rione ha visivamente dimostrato il
valore dell’annuncio con il quale ha presentato la Sfilata: la fragilità dell’uomo nasconde
la sua vera forza.”
15° EDIZIONE PREMIO SPECIALE “MONICA PETRINI“ 2016
Rodolfo Mantovani è il vincitore
Il premio Monica Petrini è per me un riconoscimento meraviglioso, in primis perché
conoscevo Monica, una ragazza splendida che con la sua allegria e vitalità ha sempre
contagiato tutti. In secondo luogo per quello che rappresenta. Una sfida nella sfida per
tutti gli attori in scena. Lo dedico e lo condivido con tutti i rionali coinvolti nell’allestimento
della sfilata. Centinaia di persone che hanno partecipato fisicamente come la sartoria, i
carristi, gli scenografi, gli addetti alla parte elettrica, etc…
Per me poi ha un valore incredibile. Basti pensare che se non ci fosse stato il Palio
probabilmente oggi non farei neppure il mestiere dell’attore. Ed è proprio grazie a questa
splendida iniziativa che ho potuto prima conoscere e poi sperimentare gli aspetti di
questa professione. Quando vinsi il premio anni fa, feci un provino ed iniziai a lavorare
con Mediaset. Il mio auspicio è che, come in quel caso, questa vittoria mi porti fortuna.
A chi lo dedico? Vivo una vita solitaria, lontano da Bastia, a Roma. Quando è finita la
sfilata ho ricevuto un numero indefinito di complimenti da parte di tutti, rionali e non.
Questo mi ha letteralmente emozionato e ripagato di tutti gli enormi sacrifici che faccio
quotidianamente. Ecco perché vorrei dedicare questo premio a tutti coloro che hanno
colmato il mio cuore. Mi hanno fatto capire che ho intrapreso la strada giusta e mi hanno
spinto verso l’unica direzione, quella che non ti fa mollare mai: grazie a tutti, di cuore!
Rodolfo Mantovani, Rione San Rocco
I quattro interpreti nominati:
FAP FOTO
Rione Sant’Angelo
Marina Sozi
Rione Moncioveta
Lucia Betti
Rione Portella
Omar Tummarello
Rione San Rocco
Rodolfo Mantovani
FAP FOTO
3° EDIZIONE PREMIO SPECIALE “STELLA NASCENTE“ 2016
Bambini Lucciole del Rione Portella
I quattro interpreti nominati:
Rione Sant’Angelo
“Il bruco”
Rione Moncioveta
“Bambini fiocchi di neve”
Rione Portella
“Bambini lucciole”
4
FAP FOTO
Rione San Rocco
“Piratino”
LA SFILATA
GIURATI
Portella
San Rocco
DANIELA GIOVANETTI
presidente di giuria
2°
3 pt
1°
5 pt
3°
2 pt
4°
1 pt
MONICA GUAZZINI
2°
3 pt
1°
5 pt
3°
2 pt
4°
1 pt
NORINA ANGELINI
2°
3 pt
1°
5 pt
3°
2 pt
4°
1 pt
ANNALISA BUCCELLATO
2°
3 pt
1°
5 pt
3°
2 pt
4°
1 pt
SIMONE COLOMBARI
2°
3 pt
1°
5 pt
3°
2 pt
4°
1 pt
I GIOCHI
RIONI
PUZZLE
TIRO ALLA FUNE
Moncioveta
Portella
Sant’Angelo
San Rocco
3°
2°
1°
4°
pt. 2
pt. 3
pt. 5
pt. 1
1°
4°
3°
2°
CORSA CON IL SACCO
pt. 5
pt. 1
pt. 2
pt. 3
1°
2°
3°
4°
25 pt
10 pt
1°
15 pt
6 pt
2°
PUNTI CLASSIFICA
PUNTI PALIO
CLASSIFICA
Sant’Angelo
10 pt
4 pt
3°
CLASSIFICA
ALBERO DELLA CUCCAGNA
pt. 5
pt. 3
pt. 2
pt. 1
4°
1°
3°
2°
Moncioveta
1°
2°
3°
4°
pt. 1
pt. 5
pt. 2
pt. 3
RISULTATI 2015
FAP FOTO
5 pt
2 pt
4°
PUNTI PALIO
pt. 13
pt. 12
pt. 11
pt. 8
5
3
2
1
LA LIZZA
1° MONCIOVETA
3’ 35’’42
2° SANT’ANGELO
3’ 36’’95
3° PORTELLA
3’ 41’’26
4° SAN ROCCO
3’ 46’’37
Raffaele Cinquegrana
Giovanni Bianchi
Emanuele Sdringola
Giovanni Cinquegrana
0’56’’76
0’54’’02
0’52’’90
0’51’’58
Nicola Ciancabilla
Alessandro Rossi
Marco Degli Esposti
Davide Santucci
0’53’’83
0’55’’03
0’53’’88
0’53’’67
Pierluca Trecchiodi
Fabrizio Pantaleoni
Edoardo Lazzari
Davide Falcinelli
0’54’’45
0’56’’97
0’55’’20
0’53’’65
Marco Villanova
Lorenzo Ridolfi
Giacomo Gorietti
Mirko Susta
0’55’’95
0’53’’61
0’59’’00
0’57’’31
I tempi parziali dei singoli frazionisti sono forniti dal Prof. Lazzari Claudio, i tempi totali sono quelli ufficiali dei giudici di gara.
FAP FOTO
FAP FOTO
Il rionale di Bastia
Periodico dell’Ente Palio de San Michele
Via Sant’Angelo, 6 - 06083 Bastia U.
Reg. Tribunale Perugia 20/2001
Direttore responsabile Nicola Angione
Foto di copertina FAP Foto
Foto FAP Foto, Contrasti, Roberto Fausti
Responsabile pubblicità Marco Fabrizi
Impaginazione Ass. Cult. LIBERA VOX
PALIO 2016
RIONI
Moncioveta
San Rocco
Portella
Sant’Angelo
SFILATA
classifica
4°
1°
2°
3°
GIOCHI
punti
2
10
6
4
classifica
1°
4°
2°
3°
punti
5
1
3
2
LIZZA
classifica
1°
4°
3°
2°
punti
5
1
2
3
PUNTI
CLASSIFICA
12
12*
11
9
1°
2°
3°
4°
FOTO E DVD 54° EDIZIONE
Scopri tutte le FOTO ufficiali e
ritira la tua copia del DVD presso il
negozio FAP FOTO (Piazza Mazzini)
* A parità di punteggio finale, è stato considerato l’ordine di arrivo della lizza.
Concorso fotografico 2016
GIURIA TECNICA
PIERO PRINCIPI, NADIA CIANETTI, MICHELE MORELLI
1° classificato MELISSA MASSARA
Per l’effetto pittorico e per il mosso ben contrastato.
GIURIA POPOLARE PRO LOCO BASTIA
1° classificato MANUELA CAPITANUCCI
Sentimenti, tensioni emotive e spirituali all’interno della vita del Palio.
Momenti di amore e creatività.
5
I PROTAGONISTI
Intervista a GIOVANNI ROSCINI,
Responsabile Lizza di Moncioveta
Intervista al capitano del Rione Moncioveta
FEDERICA MORETTI
a cura di Nicola Angione
Siamo una grande famiglia, unita. Abbiamo saputo
rialzarci ed andare avanti con coesione e uno spirito
di aggregazione fuori dal comune. Questo ci ha
permesso di creare un gruppo vincente, in primis nei
valori e poi qui, in piazza. Due anni da capitano, due
anni sul gradino più alto… Il segreto? Non voglio
essere ripetitiva ma ho dei grandissimi rionali che
amo profondamente. Quest’anno abbiamo sfilato con
ben 298 persone e non era mai successo nella storia
del nostro rione. Con questa vittoria del Palio siamo
balzati in testa per la prima volta nell’albo d’oro della
manifestazione. Quindi ho una gioia immensa ma,
a cura di Nicola Angione
tuttavia, sono molto dispiaciuta per il comportamento
che hanno avuto gli altri rioni. Personalmente, mi
ritengo una persona sportiva, spero che a sangue
freddo ragionino meglio sulle accuse che ci hanno
rivolto. Tutti i rioni si impegnano dall’inizio alla fine. C’è
un lavoro allucinante da parte di tutti i rionali bastioli
coinvolti. Quindi per me, in realtà, siamo tutti vincenti.
Però in questo momento il palio l’abbiamo vinto noi
e non posso che esternare la mia felicità. La dedica?
(tra le lacrime di commozione, ndr) Questi due pali
consecutivi li dedico a tutti i miei rionali che si sono
impegnati con me.
È stata più che mai una Lizza sofferta e quanto mai
importante. La prima frazione ci aveva penalizzato in
modo eccessivo e, se non avessimo avuto Raffaele,
probabilmente non ce l’avremmo fatta. Non ha mai
mollato, ci ha creduto fino alla fine e ha guidato una
rimonta incredibile coincisa con la vittoria del Palio. È
stata la vittoria di tutto il gruppo, di tutto il Rione…
L’emozione è talmente tangibile che ancora oggi
risuona. Non posso far altro che ringraziare tutti gli
atleti e i rionali che ci hanno sopportato! Questa Lizza
vale doppio. Vale il Palio.
GIOVANNI CINQUEGRANA
FAP FOTO
6
(4° frazionista del rione Moncioveta)
Le emozioni a caldo fanno ancora più rumore.
Tutti ci davano come super favoriti, invece il Rione
Sant’Angelo ha dimostrato il suo grande valore. Si
sono allenati benissimo e il loro impegno non può
che essere applaudito. Faccio i complimenti anche
agli altri due rioni... Vincere non è stato semplice e, al
di là di come sia andata la gara, siamo tutti felicissimi
per aver raggiunto l’obiettivo. Ringrazio i nostri due
responsabili Giovanni Roscini e Stefano Bianchi che
sono stati impagabili. Un plauso speciale anche al
mio amico fraterno Michele Medici che non ha potuto
gareggiare per un problema fisico, ma che è rimasto
con noi fino alla fine, sopportandoci con tutta la sua
energia. Questa è la fotografia perfetta di un gruppo
solidissimo, unitissimo ed è questo uno dei segreti del
nostro successo. Vorrei ringraziare tutta la mia famiglia,
mio fratello, mia madre, mio padre ed Alessandra che
mi ha sopportato durante il mese di settembre. Una
dedica, un saluto speciale ad un amico che durante
questa festa mi è mancato tantissimo: Didò! Spero
che tu ci stia vedendo (intervista in diretta streaming,
ndr) e che ti sia gustato questa bellissima lizza. Tutti
noi sappiamo che ce la stai mettendo tutta. Spero di
vederti qui in questa piazza e di gioire con il tuo Rione.
Te lo auguro dal profondo del mio cuore! E infine,
vorrei dedicare questa lizza a mio Nonno che è venuto
a mancare lo scorso mese di marzo. So che da lassù
mi ha dato una spinta per correre più veloce del vento.
Mi sono tenuto tutto dentro, senza confidarlo a
nessuno e mi ero riproposto di dedicargli questa
possibile vittoria.
Ci siamo riusciti...
E questa Lizza è tutta per lui.”
differenti, tutte però con una caratteristica in comune,
credevano fortemente in questa storia. Ovviamente non
basta l’idea per vincere, come non basta la performance
di un singolo elemento. Ogni spunto, ogni scena, ogni
situazione è stata curata meticolosamente. L’impegno
massimo da parte di tutti i componenti ha messo in scena
una sfilata densa di valori. Nella storia portata in piazza
abbiamo voluto evidenziare come le differenze non sono
un ostacolo, bensì una accrescimento per ciascuno di noi;
crediamo che con questa sfilata abbiamo dimostrato
praticamente come un gruppo eterogeneo possa, con
impegno e dedizione in comune, raggiungere grandi
risultati… insieme! Tra i giurati c’erano attori, scenografi,
coreografi, registi, organizzatori teatrali e musicisti
quindi, essendo del settore, crediamo che abbiano voluto
premiare quest’alchimia d’insieme che siamo riusciti a
creare.”
A chi dedicate questo successo? In quanto gruppo
sfilata, non possiamo far altro che dedicare la vittoria a
tutto il Rione San Rocco e a tutti i suoi rionali. A chi c’ha
messo anima, cuore, impegno e lavoro. A chi non c’è
stato tutto l’anno ma ha sopperito con il proprio tempo,
ROBERTO FAUSTI
LA SFILATA
Com’è nata l’idea del soggetto della sfilata “100%
colore”? Partiamo da un presupposto: è stato fatto un
lavoro enorme che, per tutto l’anno, ha coinvolto l’intero
gruppo sfilata del rione San Rocco. L’idea è nata in una
delle primissime riunioni del gruppo, quando Francesca
Cleri ha posto un quesito che ci ha subito incuriosito:
“ragazzi, ho un dubbio che, secondo me, affligge tutti
quanti noi almeno una volta nella vita: che fine fanno i
calzini spaiati?”. La domanda catturò subito l’attenzione di
tutti e, tra tutte le proposte discusse, questa è stata quella
che ha prevalso. Piano piano ognuno di noi ha cominciato
a convogliare le proprie idee su questa storia, iniziando
così un vero e proprio lavoro di gruppo. Abbiamo creato
un’unica traccia che ci ha letteralmente appassionato,
trasformando quest’idea nella storia di tutti.
Una vittoria unanime: secondo voi, cos’è che l’ha fatta
prevalere nella scelta di tutti e 5 i giurati? Crediamo
che i giurati abbiano percepito la creazione del progetto
e intravisto un lavoro “collettivo”. La forza di questa sfilata
è racchiusa proprio qui! Il contributo a questa lavoro
è arrivato da tante persone con capacità e peculiarità
Ovviamente lo dedico anche a me. Vivo questo ruolo
con molta dedizione, impegno e grande passione. La
mia testa a settembre (e anche prima) è rivolta soltanto
a questo. È chiaro, non sono io a competere e chi c’ha
portato alla vittoria sono stati i nostri ragazzi. Però,
credo che il mio ruolo sia stato funzionale al risultato,
poiché è soltanto seguendoli giornalmente (non solo
a settembre) e credendo in loro, come io faccio dal
profondo del cuore, che si possono realizzare imprese
come questa.
Infine, considerazione personale. L’accanimento
con la quale difendi questo rione nelle sedi più
opportune è qualcosa di incredibile. Odiato da tutti
gli altri, ma al tempo stesso, forse, preso anche
come il miglior esempio da seguire...
Sembra retorica ma, quando si vince non si può essere
simpatici a tutti. Ognuno tira l’acqua al proprio mulino,
no? Poi... Quando prendo un impegno, non conosco
altro modo per portarlo a termine se non dare tutto
me stesso. In tutte le sedi, sia quelle diplomatiche
che quelle pratiche, sul campo. E finché avrò voglia e
tempo di farlo sarà così. Quando sentirò che l’interesse
e il tempo vengono meno, sarò il primo a fare un passo
indietro. Ora, con questa gioia immensa addosso, mi
auguro che quel tempo non arrivi mai.
I PROTAGONISTI
I GIOCHI Filippo Giuliani, responsabile dei giochi di
Moncioveta, per la terza volta consecutiva sul gradino
più alto del podio ha ancora l’adrenalina addosso
quando risponde alle nostre domande.
Filippo, ormai sta diventando una consuetudine:
per il terzo anno consecutivo ci ritroviamo insieme
la notte del 26 settembre a descrivere un’altra
vittoria, questa volta però al cardiopalma!
Già, è stata una gara molto più combattuta degli
anni precedenti. Abbiamo vinto solo per un punto di
distacco ma... Si dice che vincere è difficile, ripetersi lo
è ancora di più, ma vincere per la terza volta consecutiva
è sicuramente un’impresa. Quando ho cominciato
quest’avventura non mi sarei mai immaginato di
stare qui a celebrare questo triennio favoloso. Siamo
consapevoli della nostra forza ma gli avversari sono
forti, le variabili in ogni gioco sono tante e fare in modo
che alla fine il risultato ti sorrida non è assolutamente
scontato, anzi...
Senza entrare nelle polemiche che hanno
caratterizzato quest’edizione, entriamo nel merito
dei protagonisti, degli atleti che hanno compiuto
quest’impresa. Hai un gruppo eterogeneo. Un mix
di giovani e gloriosi rionali che da anni scendono
in piazza. Dopo le soddisfazioni che il gruppo giochi
mi ha regalato, non potevo che confermare le squadre
che sono scese con me in piazza negli ultimi anni.
Logicamente non sempre si ritrovano le stesse persone;
abbiamo dovuto sostituire le assenze con altrettanti
ragazzi bravi. Questa sera il gruppo giochi è stato spinto
dalla forza immensa del nostro Rione. Questa vittoria
non è soltanto merito degli atleti scesi in piazza, ma di
tutta la famiglia Moncioveta che ogni anno espande i
propri confini contagiando con entusiasmo l’intero
movimento.
A chi ti senti dedicare questo strepitoso successo?
Innanzitutto dedico questa vittoria a tutto il Rione. Poi
mi piace condividere questo premio con tutti gli atleti
scesi in piazza e tutti i collaboratori che hanno lavorato
alla realizzazione della squadra dei Giochi.
FILIPPO GIULIANI
Responsabile Giochi Moncioveta
FAP FOTO
la passione e tutta la dedizione. A chi ha preparato i giochi
e la lizza. Questa è una dedica positiva, di ringraziamento,
ma vuole fungere anche da stimolo. Possiamo senza
dubbio migliorare determinati aspetti, ma siamo un rione
che ha tante capacità, che non ha mai mollato e che crede
fortemente nel gruppo, nella condivisione, nel lavoro e nel
talento. Il nostro auspicio è che questa GREENTA venga
percepita anche da chi non ha ottenuto il massimo. Noi
non abbiamo mai mollato, anche quando i risultati non
arrivavano. Perciò... Bisogna essere fiduciosi rimboccarsi
le maniche e, soprattutto, crederci sempre!
A proposito... Ricominciamo?
Gruppo sfilata San Rocco
7
MINIPALIO
MINIPALIO
FAP FOTO
RIONI
Portella
Sant’Angelo
San Rocco
Moncioveta
TIRO ALLA FUNE
4°
1°
3°
2°
1
5
2
3
PUZZLE
CORSA CON IL SACCO
1°
2°
3°
4°
5
3
2
1
1°
4°
3°
2°
5
1
2
3
MINILIZZA
1°
2°
3°
4°
5
3
2
1
TOTALE PUNTI
CLASSIFICA
16
12
8*
8*
1°
2°
3°
4°
* A parità di punteggio finale, è stato considerato l’ordine di arrivo della lizza.
Portella domina il Mini Palio 2016
FAP FOTO
8
I ragazzi del rione Portella concedono il bis e, dopo la vittoria del 2015, si aggiudicano
anche il Mini Palio 2016, dipinto dalla giovanissima artista Francesca Bordi.
Entusiasmo alle stelle per l’edizione 2016 del Mini Palio che ha registrato ancora
una volta il sold out sulle tribune. La competizione dedicata ai piccoli rionali è stata
avvincente, nonostante il dominio dei ragazzi capitanati da Stefano Lombardi. Basti
pensare che il Rione Portella (16 punti) si è aggiudicato ben 3 giochi su 4. Al secondo
posto il Rione Sant’Angelo (12 punti), mentre chiudono ad ex aequo ad 8 punti San
Rocco e Moncioveta, con i verdi balzati al terzo posto grazie al miglior piazzamento sulla
Mini Lizza. Subito prima della consegna del Mini Palio realizzato da Francesca Bordi
(classe III° H della Scuola Secondaria di I° grado Colomba Antonietti di Bastia Umbra),
il pubblico ha riservato un applauso scrosciante in memoria di Fabio Lunedei, speaker
del Mini Palio nelle edizioni precedenti, prematuramente scomparso lo scorso anno. La
grande emozione di questo tributo ha lasciato spazio ai festeggiamenti dei ragazzi del
Rione Portella che, come da tradizione, durante la serata hanno festeggiato la vittoria del
Mini Palio sfilando, tra gli applausi, su tutte le taverne rionali.
BRICOLAGE
EDILIZIA
D
DECORAZIONE
AR
ARREDO BAGNO
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ARTE
numero 7 - OTTOBRE 2016
A Spello Ars captiva non est
Lo scultore Federico Della Bina dialoga
d'arte con gli spazi delle Torri di Properzio
La mostra d'installazioni si è chiusa il 2 ottobre
di GIORGIO CROCE
S
i è conclusa all'inizio
di ottobre Ars captiva
non est ovvero la mostra di sculture/instal
lazioni, dell'artista assisano Federico Della Bina, ubicata in una delle Torri di Properzio,
Torri che fanno parte di un complesso architettonico, insieme a
Porta Venere, gioiello, tra i tanti,
di Spello.
Gli affascinanti piani della Torre,
in questa operazione di raffinata
arte, hanno interagito direttamente con le opere esposte; l'artista,
infatti, ha collocato le sue installazioni colloquiando con gli spazi che andava occupando. Praticamente è il terzo appuntamento
che questo scultore ci regala (perché, per chi ama l'arte, d'importanti regali si tratta), dopo Ninfe e
Ninfee nel Chiostro delle Benedettine di Bastia Umbra e Viventes
inter su sustinent ad Assisi nel
Palazzo del Capitano del Popolo;
Della Bina fa questo tipo di “reinvenzione” artistica creando sempre nuove e diverse installazioni,
che interpretano i luoghi che le
ospitano, partendo da alcune sue
sculture. In questo caso la mostra,
curata in maniera impeccabile da
Giulio Proietti Bocchini e con il
valore aggiunto della creatività di
Massimiliano Ciofini, “artista floreale”, presenta, in tutto, otto installazioni. C'è da dire che questa
personale la si può leggere come
un unicum articolato in diverse
sorprese. L'artista intende omaggiare il genere femminile, quale
attore della creazione, quindi fautore di vita, rappresentato in queste installazioni da piccole sculture muliebri, in ceramica, anche lavorate con tecnica raku.
Entrando nella Torre ci si imbatte
nell' Autoritratto dell'artista: varie
parti del corpo in gesso (volto, piedi, mani) sono assemblate in un
pannello quadrato, illuminato dal
retro e arricchito, nell'ambiente, da
due composizioni ikebana.
Questo è l'inizio del percorso,
dove l'artista “riceve” i visitatori
e li introduce alle opere successive dislocate ai vari livelli della
Torre. Al primo piano una scultu-
EVENTI NEL
COMPRENSORIO
ARTE E FOLLIA
ANTONIO
LIGABUE
PIETRO
GHIZZARDI
Chiesa San
Francesco Gualdo Tadino - sino
al 30 ottobre
CERAMICA
UMBRA DEL
‘900
Palazzo
Frumentario Assisi sino al
30 ottobre
ra di donna è sistemata dietro una
“pioggia”di fili di lana, in prevalenza blu, che s'immergono in un
catino d'acqua. La “pioggia” imprigiona, qui e là, vecchie chiavi.
Il titolo è D'acqua. In questa installazione, come nelle altre che
seguiranno, vi è un'immagine fotografica, macro, che riproduce un
particolare cromatico della scultura stessa, e che è parte integrante dell'opera.
Al secondo piano ci accolgono
due installazioni: nella prima, intitolata Menade, la scultura di donna ha alle spalle una specie di pentagramma in verticale dove le note
sono rappresentate da piccoli rametti, e sotto di lei un vortice di
carbon coke e legni scuri, ricreano l'atmosfera della combustione
per la cottura della ceramica; nella seconda installazione, Donna
vento, la figura femminile lascia
dietro di sé una ragnatela, che
sembra in movimento, formata da
fili di lana e sottili bacchette ricurve, in ferro. Questa ragna, di leggerezza e fragilità, gioca con una
sinfonia di foglie secche.
Al terzo piano, in Terra madre, la
figura di donna, un virtuosismo in
bianco e nero, emerge da una “fontana” di calamo aromatico con
alla base una collinetta di terriccio, mentre SVelata è l'installazione che richiama le atmosfere
mistiche di certi altarini con una
simil Madonna, dalle vesti celeste e oro. Dietro, fanno da sfondo,
alcuni pannelli di organza, dai colori preziosamente decadenti, bluviola-oro. Arrivando al terrazzo,
(mozzafiato il panorama che la
Torre offre), sdraiata sul pavimento troviamo Terra, opera formata
da un cretto, con le orme lasciate
da piedi nudi, dipinte in oro, che
ci indirizza verso Spinte. Quest'ultima opera, appoggiata sopra il parapetto della torre, è una scultura
in gesso bianco, raffigurante un
corpo femminile che, quasi si libra nel vuoto e ci indica, abbracciandola simbolicamente dall'alto,
la città di Spello. Questo credo voglia essere il commiato, ai fruitori
della mostra, da parte dell'artista
che ribadisce, così, il suo omaggio alla vita e a chi la crea.
Come in tante altre occasioni il
Comune di Spello e Sistema Museo realizzano eventi di pregevole livello, ospitando, in magnifici
spazi, validi artisti che operano sul
territorio: questo modus operandi
è un esempio da imitare.
Brillante Laurea
di ANTONIA PRISCO
Brillante Laurea
di ILARIA CIPRIANI
Il 6 Luglio
2016, Antonia Prisco,
presso l’Università degli
Studi di Perugia, Dipartimento
di
Scienze Politiche ha brillantemente conseguito la Laurea con la votazione di 110 e lode, discutendo la tesi: “La penetrazione delle mafie in aree
non tradizionali e le politiche di contrasto”. Relatore
Prof. Roberto Segatori.
Alla neo dottoressa giungono gli auguri di tutta la famiglia, dei parenti e degli
amici per una carriera piena di successi.
Complimenti ad
Ilaria Cipriani che
p r e s s o
l’Università
degli Studi
di Perugia, il
10 Ottobre
2016, ha
brillantemente conseguito la
Laurea Magistrale in Giurisprudenza, discutendo la tesi in Diritto Processuale Penale dal titolo: “Il Giudizio Abbreviato tra
logica deflattiva e giusto processo”. Relatore prof. Carlo Fiorio.
Alla neo dottoressa giungono calorose congratulazioni da parte
di tutta la famiglia che ha vissuto insieme a lei un momento di
grande gioia e soddisfazione,
condivisa con i parenti e gli amici più cari. Auguri per una brillante carriera professionale.
.
DALL'OBLIO AL
RESTAURO DI
JACOPO NEGRETTI
DETTO PALMA IL
GIOVANE
Sala Mostre
Cappuccini
Via San Francesco,19 Assisi - sino al 30
ottobre
Chiuso il lunedì
TEX E
SPOLETO LE
FRONTIERE
DI ENRIQUE
BRECCIA
Rocca Albornoziana, Spoleto sino al 30 ottobre
OPERA
PR1MA
Mostra
diffusa nei
musei di
Amelia,
Bettona,
Bevagna, Cannara, Cascia,
Deruta, Marsciano,
Montefalco, Montone, Spello,
Trevi, Umbertide.
Info: www.umbriaterremusei.it
sino al 6 novembre
VIRGINIA RYANI WILL SHIELD
YOU
Complesso
Museale
S. Francesco,
Trevi
sino al 6 gennaio
2017
ALBERTO
BURRI: LO
SPAZIO DI
MATERIA
TRA
EUROPA E U.S.A.
Ex Essicatoi del Tabacco,
Città di Castello
sino al 6 gennaio 2017
numero 7 - OTTOBRE 2016
Losanna (Svizzera)
A LUIGI BALLERINI
IL “ROMANZO ITALIANO PER IL
Davanti ai libri di Carlo F. De Filippis e Andrea Fazioli.
A Fioly Bocca il Premio “Claudia Malizia”. L’edizione 2017 si terrà a
L
i nostri connazionali che vivono all’estero e la sensibilizzazione delle giovani generazioni
alla lettura. Erano presenti Antonino La Piana, Console Generale d’Italia a Ginevra, Grazia Tredanari, presidente Comites, i rappresentanti di molti sodalizi legati all’immigrazione e
Oscar Tosato, assessore del Comune di Losanna, quest’ultimo
assegnatario di un riconoscimento da parte della Direzione
del Premio Fenice-Europa per
la notevole attività sul fronte
degli immigrati.
Le schede dei tre romanzi sono
state rese note, e mirabilmente
interpretate, da Claudio Toscani, componente della giuria tecnica.
Durante il corso della serata
Luciano Sonno ha chiesto di osservare un minuto di silenzio per
le vittime del recente terremoto
di Lazio e Marche e ha proposto una raccolta fondi.
La serata è stata vivace e piacevole, intervallata da un serrato
dibattito tra pubblico e scrittori,
arricchita dalle proiezioni di bre-
vi contributi video inviati dai lettori della
Bielorussia, degli Stati Uniti e dell’Antartide.
Emozionante è stato il
momento dedicato
alla sezione “Claudia
-Malizia”, vinta da
Fioly Bocca, con il
romanzo Ovunque tu
sarai (Giunti), e presentata da Younis Tawfik che ha
intrattenuto la scrittrice con una
breve intervista. È seguita la
consegna del premio da parte di
Rizia Guarnieri, coordinatrice
della sezione stessa.
Questa XIX edizione, svoltasi a
Losanna - seconda uscita all’estero per i volontari dell’Associazione Culturale “Bastia
Umbra: città d’Europa” - si è rivelata ricca di spunti positivi, soprattutto sul fronte della parte-
GIOCHI - INDOVINELLI
di Moreno Gagliardoni
La rivolta degli schiavi
in America
Lo sfruttare di vite era frequente
in quel tempo di botte e costrizioni,
ma gradualmente avvenne un cambiamento
nascendo dai pestaggi
un gran fermento.
24-08-2016: un terremoto
spaventoso
Che botta! Con il letto che ballava
ce la siam fatta sotto, anche se è vero
che in rapporto a chi l’ha pagata cara
ad Amatrice è corso poi il pensiero
A lato capovolte
le soluzioni
1- La vendemmia
2 - La prostituta
a sala eventi del Circolo Italiano di Losanna (Svizzera), gremita di pubblico, ha
fatto da cornice alla
cerimonia finale della XIX edizione del Premio Letterario Fenice-Europa, ideato da Rizia
Guarnieri e Adriano Cioci di
Bastia Umbra.
Supervincitore è risultato Luigi
Ballerini, autore di Hanna non
chiude mai gli occhi (San Paolo), che ha totalizzato 212 preferenze; una bella storia di rapporti umani, un tentativo in gran
parte riuscito di arginare la deportazione di un folto gruppo di
ebrei di Salonicco. In seconda
posizione si è piazzato il romanzo giallo di Carlo F. De Filippis, Le molliche del commissario (Giunti), 133 voti, e in terza
un altro giallo, di Andrea Fazioli, L’arte del fallimento (Guanda), 111 voti.
I tre premi sono stati consegnati
da Raffaele Spinello, referente
del Circolo Italiano di Losanna,
Carlo Rosignoli, presidente dell’Ass. Culturale “Bastia Umbra:
città d’Europa” e Mario Cicchi
dell’Arulef di Losanna. Il premio al super-vincitore è stato
consegnato da Sonia Sonno, referente della giuria popolare di
Losanna.
Particolarmente significativo è
stato l’intervento di Luciano
Sonno, presidente della sezione
di Losanna dell’Associazione
Regionale Umbra Lavoratori
Emigrati e Famiglie, che ha sottolineato come la manifestazione letteraria abbia colto diversi
obiettivi, tra cui lo sforzo di valorizzare la lingua italiana, il
consolidamento dei rapporti con
numero 7 - OTTOBRE 2016
Lista “Bastia per te”
MONDO”
Pescina (L’Aquila)
cipazione: in sala, infatti, era
presente un foltissimo gruppo di
lettori popolari provenienti dall’Umbria (Assisi, Bastia, Massa Martana, Paciano, Terni), dalla Francia (Rouen), dalla Svizzera (Basilea), oltre (a sorpresa)
a un nutrito numero di rappresentanti della famiglia Merci
(uno dei protagonisti del libro di
Luigi Ballerini).
Con la prossima edizione (settembre 2017) si tornerà in Italia
per raggiungere Pescina (la patria
di Ignazio Silone), come ha annunciato Stefano Iulianella, sindaco della cittadina abruzzese.
Simona Carosati lascia il
Consiglio Comunale. Al suo
posto arriva Andrea Brozzi
La dott.ssa Simona Carosati dopo 2 anni da
Consigliere Comunale nella Lista “Bastia
per te” ha rassegnato le dimissioni. Comunicate durante la seduta Consiliare del 27
settembre 2016 ha colto di sorpresa la maggior parte dei colleghi della maggioranza e
minoranza. In una nota inviata la sera stessa
afferma: “Scrivo queste righe di getto, intendendo dare un saluto a tutti coloro i quali Simona Carosati
mi hanno sostenuto in questo percorso e anche a chi non lo ha fatto. Con una nota, formalizzo le mie dimissioni dalla carica di
consigliera comunale. Ho voluto darne diffusione personalmente durante la seduta del
consiglio perché, come pubblicamente ho
intrapreso questo percorso, era giusto che
pubblicamente fossi io a comunicarle ai cittadini e alle cittadine... ... Orgogliosa di aver
Andrea Brozzi
ricoperto una tale carica, faccio i miei auguri a chi prenderà il mio posto e a tutto il Consiglio per un fruttuoso lavoro per la nostra città... Vivo un momento della mia
vita particolarmente intenso in ambito familiare e lavorativo,
ma il mio impegno di cittadina non verrà meno e sarà sempre
rivolto a perseguire il bene comune… c’è ancora tanto da fare...
ma spetta a NOI CITTADINI SCEGLIERE”.
La nota che per motivi di spazio non abbiamo potuto pubblicare interamente è possibile leggerla nel nostro portale
www.terrenostre.info
Al posto di Simona Carosati entra a far parte nel Consiglio
Comunale Andrea Brozzi. Il geometra di Ospedalicchio aveva
raccolto con la lista Bastia per te - 114 preferenze giungendo
dietro a Stefania Segatori che ha rinunciato. Andrea Brozzi,
classe 1967 sposato padre di una figlia è stato investito nella
nomina durante il Consiglio del 6 ottobre 2016. Buon lavoro.
MONETIZZAZIONE
STANDARD
URBANISTICI
il C. Comunale
di Bastia adotta
nuovi criteri
Luigi
Errico
Il Consiglio Comunale di
martedì 27 settembre 2016
ha adottato con voto unanime una delibera in cui vengono rimodulati criteri e procedure relative alla monetizzazione delle dotazioni territoriali e funzionali, ovvero
gli standard delle opere di urbanizzazione relativi a parcheggi e verde pubblico.
“Con i nuovi criteri - rileva
il consigliere di maggioranza Luigi Errico - non solo
saranno incrementate le
entrate del Comune, grazie
alle monetizzazioni più accessibili, ma ne trarrà beneficio tutta la comunità
locale potendo ottenere interventi più razionali ed efficaci da parte del Comune
in materia di parcheggi e
verde pubblico”.
ATTUALITÀ
numero 7 - OTTOBRE 2016
COSTANO DI BASTIA UMBRA
Una stele di marmo ricorderà la
storia di San Rufino
Costituito un comitato di cittadini del luogo a sostegno dell’opera
ROBOT PER IL
CONDOMINIO
D
i recente è stato presentato il primo robot
per il Condominio. Un
portiere hi-tech con tanto di
cravattino come uniforme.
Può sorvegliare con efficienza il viavai all'ingresso dello
stabile. Oltre agli occhi rotondi e vivaci è dotato di un comodo vassoio. Consegna ai
condòmini posta, pacchi e anche la spesa. Si muove sulle
ruote.
Primo prototipo realizzato e
sperimentato in italia. E' stato
presentato a Pisa, nel convegno sulle tecnologie al servizio dell'ambiente in cui si vive,
organizzato dalla Scuola Superiore Sant'Anna. Obbiettivo
dei progettisti, un modello che
possa essere prodotto su scala
industriale a costi accessibili.
Sarà messo in commercio nel
2018. Sull'idea del robot per il
Condominio è stato realizzato
il prototipo del robot domestico. Una sorta di badante dall'aspetto molto simile a quello
del suo collega. Entrambi sono
figli del progetto Robot Era.
Tutti e due hanno un busto che
può essere modificato a seconda delle esigenze. Parlano e
obbediscono ai comandi vocali. Il robot domestico a differenza del fratello, ha un braccio e una mano con tre dita per
afferrare e porgere oggetti. E'
dotato anche di un maniglione che può essere utile a chi
non è in grado di camminare
in modo autonomo. I robot
sono realizzati con materiale
plastico economico e leggero.
I primi test sono stati condotti
con successo in Italia, nella
casa di cura San Lorenzo di Firenze, nell'ospedale INRCA di
Ancona e in Svezia in una clinica di Orebro. In strutture
come queste i robot potrebbero essere utilizzati per consegnare il cibo ai pazienti e aiutare gli infermieri a distribuire i farmaci. Sostenere le persone che non camminano in
modo autonomo e offrire una
supervisione utile per la sicurezza.
U
di ANTONIO MENCARELLI
na pergamena dell’anno
1038, custodita presso
l’archivio
della cattedrale di Assisi,
nel denominare il luogo
dove si svolse un atto pubblico, riporta il nome di
Costano, cioè un terreno
adiacente la riva o «costa»
del fiume Chiascio. La
carta precisa che detto luogo è chiamato «passo di
San Rufino», confermando un’antica tradizione
che indicava Costano
come teatro del martirio
del primo vescovo di Assisi e del ritrovamento del
suo corpo, gettato nelle acque con una pietra al collo dai persecutori romani
(III secolo d. C). I cristiani del luogo, una volta affiorata la salma, la recuperarono dandole degna sepoltura.
Passati alcuni secoli le autorità
religiose di Assisi trasferirono
la reliquia entro le mura della
città di Assisi (IX secolo). I costanesi, costruirono allora una
chiesina, diventata, nei tempi a
noi più vicini, la cappella del cimitero, lì volutamente edificata
per ricordare e santificare in perpetuo quell’avvenimento.
Vicino a tale chiesina, subito
dopo la sua erezione, si era andato formando un piccolo cimitero, per il desiderio dei devoti
di essere sepolti accanto al piccolo sacello eretto in onore del
santo martire. Durante alcuni
lavori di scavo, i resti di queste
persone vennero alla luce e
il parroco li fece raccogliere
e sotterrare poco più lontano. Nell’aprile del 1770 la
chiesina, volgarmente detta
di San Rufino, distante 632
passi dal paese, era distrutta
e sulle sue fondazioni in
quell’anno fu cavata una
grande quantità di pietra per
la costruzione della chiesa
parrocchiale. Un documento del 1829 indicava ancora
il toponimo di passo di San
Rufino un sentiero che, allontanandosi dalla strada
provinciale, si dirigeva verso il fiume.
Il 6 ottobre 1874, giorno
della Madonna del Rosario, avvenne l’inaugurazione della statua di San
Rufino, donata al parroco
don Crispolto Bianchini
dal penitenziere della cattedrale di Assisi, don Giuseppe Batori. L’opera fu
eseguita dall’artista assisano Francesco Rosignoli e donata da Alfonso
Alessandri. I parrocchiani, riuniti nella piazza del
paese, ricevettero dalle
mani del canonico l’effigie del santo, poi al canto
dell’Inno di San Rufino,
nel suono festoso delle
campane, i fedeli fecero il
loro ingresso nella chiesa
di San Giuseppe. Don Rufino Catanelli pronunciò
una lunga narrazione della vita e del martirio del
vescovo. Ricordò come, per volontà del parroco Bianchini, si
volle costruire il camposanto
nelle vicinanze del luogo dove
la tradizione afferma fosse avvenuto il ritrovamento del corpo senza vita del santo. La sera,
una immensa folla portò in processione la statua fino alla chiesina del cimitero. Qui fu posta
in apposita nicchia, perché vi restasse permanentemente.
Il 17 febbraio 2016 si è
costituito il Comitato San
Rufino con lo scopo di
realizzare una stele presso il
Cimitero di Costano in
ricordo del ritrovamento del
corpo di San Rufino Martire, primo Vescovo di Assisi.
Il Comitato è composto da:
Lunghi Carlo (presidente),
Caccinelli Paolo (vice
presidente), Mencarelli
Antonio (segretario),
Esposito Paolo (consigliere),
Lunghi Augusto (consigliere), Lunghi Giancarlo
(consigliere), Segatori
Stefania (consigliere).
Il comitato con sede in via
G. Brodolini, 8 è contattabile
all’indirizzo
comitatosanrufinomail.com
Chiunque avesse intenzione
di effettuare una donazione
per la realizzazione dell’opera, può farlo rivolgendosi ai
membri del comitato
all’indirizzo
[email protected]
oppure con bonifico presso
la banca di Credito Cooperativo di Spello e Bettona
(filiale di Costano)
IBAN IT 39 F 08871 38280
0000 0000 3073.
numero 7 - OTTOBRE 2016
ECCELLENZE
GIUSEPPE E MASSIMILIANO FILANGERI
Allenamenti mirati e personalizzati
per tutte le esigenze
NEW LIFE CENTRO PERSONAL
TRAINER
Competenza, Professionalità ed Esperienza per raggiungere il Benessere Fisico
di ROSITA BRUFANI
N
ew Life Centro Personal Trainer non
è una palestra tradizionalmente intesa, ma un luogo in cui viene proposto il tipico rapporto di trainer con il
cliente e cioè allenamenti mirati, in
cui si è seguiti in maniera esclusiva ed attenta con
obiettivi finali da raggiungere che possono andare
dal dimagrimento al rafforzamento della massa muscolare, o al semplice sentirsi in forma per stare
bene con il proprio corpo in una società in cui la
sedentarietà è sempre più diffusa. Questa è la mission del “New Life Centro Personal Trainer” condotta dai Fratelli Filangeri, Giuseppe (Pino) e Massimiliano, situato al primo piano del Polo commerciale Giontella. Le parole d’ordine sono:
• Competenza, professionalità ed esperienza per raggiungere il benessere fisico che permette di vivere bene e in armonia con il proprio corpo. Gli allenamenti pertanto saranno personalizzati e
mirati ad obiettivi specifici;
• Estetica, benessere o performance agonistiche. Si comincia con l’ascoltare l’esigenza del cliente e quali sono i risultati
che si attende. Quindi si esegue un’analisi antropometrica (la misurazione dei
tessuti attivi tramite Bia e plicometro) in modo da
avere a disposizione dati tangibili e poter vedere
nel corso dell’allenamento i miglioramenti prodotti
attraverso test periodici. Questi dati permetteranno di migliorare il percorso attraverso lo studio
sul mesociclo di allenamento.
“In questo centro – ci dice Massimiliano Filangeri – abbiamo posto particolare attenzione alla qualità, intesa nei suoi molteplici aspetti: dalla scelta
dei macchinari, come le macchine cardio Matrix
di colore a seconda del tipo di attività che si sta
svolgendo.
I fratelli Filangeri ci mettono tanto lavoro e passione nel gestire il centro. Al riguardo Massimiliano ci dice ancora: - “Siamo molto soddisfatti
dell’andamento del centro. Molta della nostra
clientela già si allenava con personal trainer, quindi già conosce i metodi ed apprezza l’empatia che
si crea con l’allenatore”.
In effetti il luogo è frequentatissimo anche da donne e la professionalità dei due gestori/allenatori la
si evince anche dai loro curriculum.
GIUSEPPE FILANGERI (Pino)
Laureato in Scienze Motorie, Personal Trainer
3° Livello FIPE-CONI, Istruttore NBBF,
Preparatore Atletico FIF, Operatore di
fitness metabolico, Personal Trainer
ISSA, praticante di cultura fisica dall'età
di 15 anni.
MASSIMILIANO FILANGERI
Diploma Istruttore Natural Body Building
federation 2005, Diploma preparatore Atletico FIF 2008, Diploma di Personal Trainer 1° livello FIPE 2015, praticante di cultura fisica dall'età di 15 anni.
(con video ad alta definizione che simulano immagini e suoni di una corsa in montagna o una
passeggiata nel centro di New York), la panca piana Magnum, azienda americana all’avanguardia
nello studio della biomeccanica articolare, che
grazie ad un movimento basculante in avanti permette la contrazione dei pettorali sollecitando il
meno possibile l’articolazione della spalla. Non
abbiamo trascurato la scelta dei materiali, come
vero parquet di rovere, luci della sala che variano
CONTATTI:
“New Life Centro Personal Trainer”,
Via della Piscina Eden Rock, 2
Bastia U. (Polo Giontella).
Massimiliano Filangeri 339/8915373
Giuseppe Filangeri: 345/1194718
Pagina Facebook: New Life Studio Personal Trainer
Mail: [email protected]
Orario di apertura: Lunedì-sabato 7,30/22,00
(le lezioni sono su appuntamento)
“Metodologie di allenamento
per lo sviluppo della forza”
4° CONVENTION NAZIONALE FIBE
Roma - 7/8/9 ottobre 2016
SALUTE
ODONTOIATRIA
Dr. Pesaran Mohammad
e Dr.ssa Alipanah Rashin
In ricordo di una persona...
unica e particolare...
“IL MAESTRO” LUIGI TRAVAGLIA
GRAVIDANZA
E SALUTE ORALE
D
urante la gravidanza si
possono verificare compromissioni della salute
orale? - Durante questo periodo, la
donna va incontro a cambiamenti fisiologici complessi dell'organismo
che possono incidere negativamente sulla salute orale. Quali sono le
malattie orali che più frequentemente possono insorgere durante
la gravidanza? - Gengivite (infiammazione dei tessuti gengivali), Parodontite (nota anche come piorrea)
, epulide (neoformazioni localizzate dei tessuti gengivali), erosione
dello smalto (perdita progressiva per
dissoluzione chimica), carie dentale. Quali sono i fattori di rischio e
le cause di queste condizioni patologiche? - Modificazioni della
dieta e dell'igiene orale, l'iperemesi
gravidica mattutina (nausea e vomito), la malattia da reflusso esofageo,
le modificazioni ormonali, vascolari e immunologiche. La presenza e
l’aggravamento delle malattie
gengivali nella gestante può contribuire agli esiti avversi della gravidanza quali aborto, parto pretermine, ritardo di accrescimento intrauterino? - Prove scientifiche emergenti mostrano l'associazione tra infezione parodontale ed
esiti negativi della gravidanza, come
il parto pretermine e il basso peso
alla nascita. La presenza di malattie dentali nella gestante può aumentare il rischio di carie dentale
del bambino? - Quanto più è elevata la presenza di carie dentale attiva e di batteri cariogeni nel biofilm orale materno, tanto maggiore
è il rischio di trasmissione verticale
e la conseguente colonizzazione
delle superfici orali del bambino. La
prevenzione orale e le cure dentoparodontali prima e/o durante la
gravidanza sono in grado di diminuire il rischio di eventi avversi
della gravidanza e il rischio di malattie dentali nel nascituro? - Il
controllo delle malattie orali può migliorare significativamente la qualità di vita della gestante e ha il potenziale di ridurre la trasmissione dei
batteri orali da madre a figlio. Quali cure odontoiatriche sono eseguibili con sicurezza durante la gravidanza? - Le terapie odontoiatriche sono sicure ed essenziali per il
mantenimento della salute orale durante la gravidanza e non bisogna
rinviare cure odontoiatriche di routine o il trattamento di condizioni
acute o necessarie. Qual è il periodo più sicuro per eseguire il trattamento odontoiatrico? - Il secondo trimestre (dalla 14a alla 20a settimana di gestazione).
Lo conobbi durante le scorse vacanze natalizie quando fui chiamata dalla famiglia per una
giornata di assistenza e relazione d’aiuto. Rimasi subito coinvolta nella sua semplicità, nobiltà e bontà d’animo dal suo saluto accompagnato dalla stretta di mano unita ad un sorriso.
Quella piacevole impressione fu confermata nelle ore a seguire osservandolo nel pettinarsi,
nel radersi, nel sistemarsi il nodo della cravatta... con una “ritualità” che implicava una cura ed
un rispetto di se stesso per andare incontro agli altri che contraccambiavano questa sua attenzione con un saluto non comune nel sorriso e nella gestualità del “buongiorno Mae..”
Quel sostantivo “maestro” accompagnò il mio modo di relazionarmi con Lui nei mesi seguenti in quanto il nostro “stare insieme” era per me un continuo insegnamento di vita oltre al
mettermi in gioco per la mia professione nella relazione di aiuto.
Sarei stata ore ad ascoltarlo parlare con un tono di voce pacato e chiaro di quanto aveva fatto
nella vita, la sua passione per il canto, per la cultura, per la poesia, per la politica e per la gente
che gli era accanto e che lo conosceva ma era veramente una bella sensazione stargli vicino e
vivere la sua fede ed il suo credo come testimonianza di vita. Allora la chiesetta di S. Rocco e
l’appuntamento alle 19 con la Messa quotidiana incontrava la sua umiltà, la sua devozione, il
suo piacere di stare in mezzo agli altri, scambiare il segno della pace con la mano e con lo
sguardo a tutti i presenti.
In Lui il passare degli anni e l’avanzare dell’età hanno fatto (ri)scoprire quella innocenza del
bambino che anche nella malattia non Lo ha privato della spontaneità permettendogli di
superare gli ostacoli della sofferenza con una dignità non comune.
Grazie Mae per quello che mi ha trasmesso e per avermi insegnato ad amare l’Umbria semplicemente un po’ di piu’ conoscendola meglio!!!!
Buon cammino Luigi!
(di Daniela Quaglia)
CLEMENTINA ANGELINI
E LUCIANO SANTONI
hanno festeggiato i 50
anni di matrimonio
Clementina Angelini e Luciano Santoni,
il 25 settembre
2016, hanno festeggiato il 50° anniversario di matrimonio. Ai coniugi giungano gli auguri affettuosi dei figli Andrea e Paola, della
nuora Simona, del genero Andrea, del
nipote Jacopo, dei parenti e degli amici
tutti per il bel traguardo raggiunto.
ANTONIA STANGONI
ha compiuto 95 anni
Lo scorso 3 settembre 2016, Antonia
Stangoni (al centro della foto) ha compiuto 95 anni. Le figlie Eugenia, Adonella, Stellina, i generi, i nipoti e i pronipoti augurano alla longeva mamma,
nonna e bisnonna i migliori auguri per
il traguardo raggiunto.
numero 7 - OTTOBRE 2016
Saluto all’Artista
DANIELA CASULA
Con profonda tristezza ci ha lasciato
Daniela. Di lei ricorderemo sempre i
modi delicati, gentili, premurosi, materni. Aveva anche una bella personalità,
forte, che però utilizzava soprattutto
quando doveva combattere a favore della giustizia e dell’onestà. L’ultima volta
che l’ho vista, per darle forza, le ho ricordato goliardicamente che “è de la
Bastia”. Ora appartiene all’umanità tutta e vive abbracciata nella luce che ama.
Come artista era un’artista affermata,
laureata all’Accademia delle Belle Arti,
completa. Ha partecipato a tante manifestazioni ottenendo molti successi anche importanti (presente sempre anche
al Premio Quacquarini). Nelle sue opere troviamo un immenso desiderio di
cercare, plasmare, percorrere spazi e
tempi inesplorati con l’interesse primario di suscitare sempre nuove sensazioni, suggestioni e incanti.
Grazie Daniela! Ciao!
Marco Giacchetti
Presidente dell’Associazione “Amici
dell’Arte Bastia Umbra”
MARIO CRISTOFANI
E ROSELLA GIULIETTI
festeggiano i 50 anni
di matrimonio
Mario Cristofani e
Rosella
Giulietti di
Bastia
Umbra il
30 ottobre
2016 festeggiano il 50° anniversario di matrimonio. Ai coniugi giungono gli
auguri delle figlie Simona e Maria
Rita, del genero Stefano e dei nipoti Daniele e Nicolò.
ECONOMIA
ITALIA, UN PAESE
IN DECLINO:
teorie per “dire”,
proposte per “fare”
di PAOLA MELA
N
Presidente (Bastia/Bettona)
onostante lo scenario economico produttivo nazionale indichi che le piccole e micro imprese sono quelle che
“foraggiano” l’economia del territorio, le istituzioni continuano a sostenere le grandi imprese che rappresentano solo il 2%
scarso. La situazione italiana è oltremodo seria per
giocare ai “piccoli Napoleone”.
Al momento l’offerta politica non sembra affatto adeguata a compiere le scelte - indubbiamente necessarie - che tutti auspicano. Gli italiani che lavorano e
producono stanno dicendo a gran voce che non credono e non hanno alcuna fiducia nei partiti né tantomeno nei loro rappresentanti, portatori sani di vuota
retorica priva di fatti. Per fermare quello che sembra
essere un inevitabile declino è, perciò, essenziale che
venga a crearsi una forza completamente diversa, che
sia espressione di nuove spinte sociali e produttive.
Il declino non si arresta con biblici “uomini della
provvidenza” o ciceroniani “salvatori della patria”,
ma favorendo professionisti esperti e competenti, dall’artigiano, all’imprenditore, dallo scienziato al medico, dal giornalista all’avvocato, all’agricoltore.
Fermare il declino significa, perciò, rilegittimare la
politica dal basso, rompere le logiche che hanno dato
origine al vuoto in cui ci troviamo, puntando su persone prestate alle istituzioni per cambiarle davvero,
che scelgano in maniera concreta e condivisa. Ciò
che si deve ricercare è un organismo che parli a tutti
da vicino: operatori economici e milioni di italiani giovani e donne - che, col declino in corso, vengono
privati della possibilità di partecipare attivamente alla
vita economica.
Ed ecco che ci troviamo oggi di fronte agli stessi,
identici problemi di sempre, solo tutti acuiti: la scarsa crescita è diventata crescita nulla; il debito alto è
diventato ancor più alto; le alte tasse son cresciute
ancor più; la corruzione e l’immoralità sono aumentate; la giustizia è ancor più inefficiente e meno giusta. Con anni di impegno e solo mettendo merito e
concorrenza, lavoro e professionalità al centro dell’agenda nazionale, restituendo a scuola e università
il ruolo - ormai abbandonato - di ascensore sociale,
sostenendo il reddito di chi ha perso il lavoro, facilitando la creazione di nuove imprese e la formazione
di figure professionali che stanno scomparendo, sarà
possibile tornare a scalare le posizioni che l’Italia ha
perso.
Non si dovrà più guardare alla nostra bella Italia come
ad un enorme punto interrogativo, intriso di incapacità e di instabilità politica ed economica in perenne
rischio di default, ma condurla ad un sentiero di crescita e prosperità. A cominciare da oggi, da subito,
perché - volendo citare Walt Disney “L’unico modo
per iniziare a fare qualcosa è smettere di parlare e
iniziare a fare.”
numero 7 - OTTOBRE 2016
Nasce una nuova associazione:
API UMBRIA
Una casa comune per artigiani, commercianti, professionisti del
comparto turistico, dei servizi e comunque dei piccoli imprenditori.
Autonoma, indipendente, apartitica, senza scopo di lucro per
valorizzare e difendere il sistema economico locale
A
PI UMBRIA Associazione per le Imprese dell’Umbria nasce, nel nostro
territorio, per unire e non per dividere, riaffermando i valori della nostra
tradizione fondati sul lavoro, la creatività, lo spirito di sacrificio, il gusto
per il buono e per il bello praticando, nello stesso tempo, innovazione nelle
proposte e nella politica. Per questo abbiamo deciso di mettere insieme
lavoratori, professionisti, imprenditori, per dare vita ad un luogo ideale di ascolto
diffuso e soprattutto di proposta. Un confronto, a partire dai temi prioritari: lavoro,
diritti, sicurezza, ambiente, sviluppo, salute, formazione, credito, previdenza.
Perché una nuova associazione? Da un lato la consapevolezza che l’attuale scenario economico - sempre
più competitivo, duro e difficile - chiede alle Associazioni di Categoria di dare risposte più
forti e autorevoli, ma soprattutto esige
presenza concreta nel territorio. Dall’altro lato, queste nuove sfide dell’economia globale rendono imprescindibile,
per le Aziende, poter attingere a tutta
una serie di competenze e servizi in grado di rappresentarle al meglio, di dare loro
voce nei confronti delle Istituzioni e, non ultimo, risposte concrete e veloci per la
soluzione dei loro problemi. Pertanto, dopo aver maturato significative esperienze,
ognuno nel proprio settore di competenza, abbiamo deciso di creare una associazione
in grado di offrire consulenze e servizi, un’associazione che vuole essere uno “spazio
aperto”, moderno, giovane, dove diverse competenze si incontrano per condividere la
propria esperienza e professionalità con il risultato di una più ampia visione delle
necessità dell’associato e delle possibili soluzioni. La flessibilità, l’approccio integrato e il continuo trasferimento di conoscenze e competenze costituiscono la base della
filosofia di API UMBRIA: garantire agli associati sempre la miglior risposta qualitativa alle proprie esigenze a fronte di una decisa compressione dei costi. A differenza del
passato, tutte le aziende del nostro territorio, di ogni settore produttivo, grazie a questa
nuova realtà si troveranno ad avere un nuovo e preparato organo di rappresentanza. Il
mondo è cambiato e continua a cambiare in modo brusco ed imprevedibile. È indispensabile superare per sempre le vecchie divisioni. Con questa nuova rappresentanza,
ci poniamo come esclusivo e prioritario obiettivo quello di aiutare le nostre imprese ad
affrontare e vincere le difficili competizioni a cui sono sottoposte quotidianamente e
riuscire, nel contempo, a generare ricadute virtuose su tutto il territorio locale.
Uno degli obiettivi della nuova Associazione è anche quello di avere più sedi sul
territorio, sia per poter svolgere al meglio la propria attivita di rappresentanza, sia per
essere fisicamente più vicina alle diverse aziende dislocate nella Regione.
API UMBRIA si inserisce in un contesto di profonda crisi economica per offrire una
sponda sicura, professionale e competente ai protagonisti dell’impresa locale, nessuno escluso, dall’artigianato al commercio, dal turismo fino all’agricoltura e all’enogastronomia. La difesa dell’economia è in questo senso intesa nelle finalità dell’associazione come azione essenziale per difendere il territorio e salvaguardare le imprese
nell’ambito delle loro identità storiche, culturali, ambientali e sociali.
API UMBRIA è un’associazione creata soprattutto pensando ai giovani, che intende
sfruttare i nuovi canali e linguaggi di comunicazione e che farà sentire e valere le
proprie ragioni e i propri diritti su tutti i tavoli istituzionali. L’associazione, che vuole
essere a carattere e respiro regionale, ha sede ad Assisi - S. M. degli Angeli in Viale
Gabriele D’Annunzio, 6 ed è già presente anche a Corciano, in seguito avrà referenti
in altre città della regione, al suo attivo conta già numerosi iscritti a meno di un mese
dalla sua nascita. Presidente dell’Associazione è il Signor Giorgio Buini e a formare il
primo Consiglio Direttivo oltre al Presidente ci sono i Signori Mauro Fischi, Roberto
Mazzoli, Enrico Montagnoli, Eolo Cicogna, Massimo Spadini, Spartaco Rossi, Roberto Passerini, Luca Gaspardi, Maria Angela Locchi, Max Bernacchia.
API UMBRIA, oltre alle funzioni di supporto e tutela delle imprese locali intende porsi
anche come tramite nei confronti delle istituzioni e come portavoce dei diritti delle
diverse categorie e come strumento efficace in difesa dell’associato. Caratteristica importante della nuova realtà associativa sarà il contatto costante con i propri iscritti. Attraverso i vari incontri organizzati per categoria o a livello generale, sarà possibile garantire uno scambio continuo e vivace di informazioni e opinioni tra tutti i membri
dell’associazione, base essenziale questa, per intraprendere insieme un agire comune.
Essere socio, per API UMBRIA ha il valore di una vera e propria scelta d’impresa.
Particolare importanza assume in questo contesto la difesa e la promozione del territorio: API UMBRIA vuole sentirsi e comportarsi da protagonista, assieme ai suoi associati, delle scelte in ambito sociale, economico, ambientale e turistico che verranno
intraprese a livello locale e regionale. L’associazione si propone anche come partner
nell’organizzazione di manifestazioni ed eventi locali e collaborerà attivamente per
animare la vita economica del territorio.
DI.CO. e DI.RI.
L
a Dichiarazione di Conformità degli impianti
(DI.CO.) è il documento
rilasciato da un'impresa abilitata, in seguito all’installazione o
modifica di un impianto. Nei casi
in cui la dichiarazione di conformità non sia stata prodotta o non
sia più reperibile è possibile sostituirla, per gli impianti eseguiti
prima dell'entrata in vigore del
D.M. 37/2008, con una Dichiarazione di Rispondenza (DI.RI.).
La DI.RI. è resa da un professionista iscritto all’albo almeno da
5 anni, per gli impianti con obbligo di progetto ai sensi dell’art.
5 comma 2 del D.M. 37/2008.
Invece per gli impianti non soggetti a progettazione la dichiarazione può essere rilasciata da un
responsabile tecnico d’impresa
che ricopre tale carica almeno da
5 anni. Naturalmente, prima del
rilascio della DI.RI., devono essere svolti degli accertamenti
(esami a vista, prove e misure)
così come previsti dalla normativa tecnica applicabile e suggeriti dall’esperienza professionale. L’impianto per il quale si richiede la DI.RI. potrebbe presentare carenze e non essere completamente conforme. In questi
casi è importante suddividere
l’impianto in parti distinte e identificabili con certezza, cioè quella a posto e quella non conforme. Si procede poi con la progettazione e realizzazione degli
interventi di adeguamento della
parte deficitaria. In seguito si acquisisce la DI.CO. per le opere
di adeguamento. Infine viene
prodotta la DI.RI. per l’intero impianto (parte conforme e parte
adeguata); la DI.RI. riporterà anche la DI.CO. e i relativi allegati
obbligatori quale documento integrativo. E’ bene ricordare che
la DI.CO. o la DI.RI. oltre a essere un documento di tutela per
l’utente, è necessario per allacciare nuove utenze (gas, luce,
acqua) e per ottenere il certificato di agibilità; mentre non è più
necessario allegarlo al rogito, ma
è opportuno specificare nell'atto
se l'impianto è "a norma" e se è
dotato della DI.CO. o della
DI.RI.
BASTIA/ECONOMIA
WORKSHOP
di
Vittorio
Cimino
"Controllo di gestione:
sai se la tua impresa
guadagna?"
I LUPI SOLITARI
Giovanni Pascoli, poeta per il quale ho molta ammirazione, in una famosa poesia, definì un fuori-legge
del primo 900: “Il passator cortese, re della strada, re della foresta”.
Quando ci penso provo meraviglia
per il fatto che il grande poeta non
si sia reso conto che aveva esaltato
un mascalzone, rivestendolo di poesia e aveva fornito un modello a
persone prive di scrupoli e di equilibrio mentale, inducendole a considerare un bandito quasi un eroe
romantico, degno di un trono regale. Nella storia gli errori umani
spesso si ripetono, magari con notevole intervallo e con caratteristiche diverse, ma si ripetono; potrei
fare esempi molto famosi. Nel presente basti pensare che al delinquente che ha fatto stuprare la propria ragazza da un branco di depravati come lui, è stato dato, dalla
stampa e dagli altri mezzi di comunicazione il titolo di “fidanzatino”.
Da un po’ di tempo qualche giornalista superficiale riveste di poesia autori di efferati delitti chiamandoli “lupi solitari”, conferendo, a
questi disgraziati, quasi un alone
romantico.
Ma perché non chiamiamo ogni
azione ed ogni persona con le parole giuste? I disgraziati che seminano dolore e morte, senza essere
in gruppi, sono assassini, poveri
squilibrati, squallidi e miserabili
indemoniati che fanno male pretendendo di farlo in nome di Dio.
Viene ignorata la suggestione che
certe parole e certe azioni esercitano su altre persone prive di equilibrio mentale. Noi vecchi abbiamo
il dovere, almeno di tentare il chiarimento, portando un po’ di luce
nelle tenebre del male.
Un raggio di luce è sole, anche se
non splende come il pieno sole.
Lupattelli: “L’incontro, totalmente gratuito, ha ottenuto
uno straordinario successo tra gli imprenditori bastioli”
U
di SAURO LUPATTELLI
no straordinario successo. Così possiamo definire il workshop sul tema
"Controllo di gestione: sai se la tua
impresa guadagna?"
L'incontro totalmente gratuito e
aperto a tutti i soci è stato organizzato in collaborazione con il Gruppo Giovani Impenditori di
Confcommercio Umbria ed è parte del programma “Crescimpresa”. L'obiettivo che si prefigge
tale programma è quello di fornire a tutti gli imprenditori, non solo giovani, gli strumenti per innovare le proprie imprese e stare
con successo sul mercato. Una scelta obbligata dai cambiamenti dei mercati stessi
e dei consumi. La formula snella che prevede incontri della durata di un'ora/un'ora
e mezza e l'orario comodo (nel primissimo pomeriggio) senza sacrificare il lavoro,
si è rivelata vincente e la grande partecipazione testimonia quanto sia forte il bisogno di informazione e formazione che le nostre imprese hanno soprattutto in questo
momento nel quale conoscere a fondo tutte le dinamiche del commercio è quanto
mai necessario.
Si è scelto di partire con le informazioni di base che possono consentire a tutti di
fare il punto sulla redditività della nostra azienda, formule crude e freddi numeri ma
che a volte sono in grado di mettere in chiaro se la direzione gestionale che abbiamo
intrapreso è quella giusta. Ma sono tanti altri gli argomenti che vogliamo approfondire nei prossimi incontri che stiamo programmando, dalle nuove tecnologie al commercio elettronico, dal ruolo dei social-media all'infinito mondo del web. E' anche
questo il ruolo che una grande e moderna associazione di categoria deve svolgere,
accompagnare le aziende non solo nel percorso delle norme e degli adempimenti ma
anche incontro al futuro,
mettendo a disposizione
tutti gli strumenti che
possono agevolare il lavoro, con la consapevolezza che chi si ferma è
perduto. Noi della Confcommercio di Bastia
Umbra ci siamo e il nostro impegno è quello di
essere sempre un punto di
riferimento serio e professionale per il mondo
del commercio.
numero 7 - OTTOBRE 2016
ANNI
A TASSO
ZERO
di MARCO BRUFANI
L
a politica della Bce di inondare lo stagnante mercato europeo con denaro a
basso costo ha causato, come effetto
collaterale, che i rendimenti dei titoli di stato e
tutte le attività di breve periodo, abbiano ripiegato verso lo zero, con conseguenze per tutti i
risparmiatori. Aspetto decisamente positivo per
la rata del mutuo che si è notevolmente abbassata, ma rovinoso per il conto corrente e la gestione dei risparmi nel breve periodo.
Solo qualche anno fa, con un conto corrente
ed un portafoglio in titoli di stato, la nostra liquidità non aveva difficoltà ad essere remunerata al 4/5% senza complicate ingegnerie finanziarie. Paradiso cancellato dal gelo dell’economia e dai tassi zero che hanno lasciato i risparmiatori disorientati e senza remunerazione su
questo importantissimo settore del proprio patrimonio. Incertezze che hanno determinato un
eccessivo aumento di liquidità sui conti correnti… in attesa di tempi migliori! La conseguenza di questo complesso periodo è la nuova
emissione di un Btp cinquantennale (scadenza
marzo 2067) al 2,80% lordo e Var , ossia un
livello di rischio del 24,64. Titolo prevalentemente destinato agli investitori Istituzionali ma
che ha riscosso un discreto successo anche tra i
risparmiatori, con richieste quattro volte superiori all’offerta. Se al posto del cinquantennale
acquistassi un Btp decennale (scadenza dicembre 2026) all’1,25% lordo con Var 9,45, quale
dei due investimenti risulterebbe più efficiente? Avrete già capito dove voglio andare a parare. Il consulente finanziario è più bravo, sa
tutto ed ha la ricetta giusta, ma soprattutto è più
furbo di tutti!? Oppure il consulente finanziario ha semplicemente gli strumenti e la preparazione necessari a rendere tutto più chiaro e
comprensibile, perché sa qual è l’equilibrio migliore tra rischio, rendimento e durata dell’investimento dei propri clienti?!
A questo punto vi faccio un’ultima domanda: conoscete il Var dei vostri patrimoni?
HISTORY
numero 7 - OTTOBRE 2016
ANNO
I ragazzi del Serafico nel
A cura di
RINO CASULA
G
rande spavento
all’interno dell’edificio dell’Istituto Serafico di Assisi dove
dormivano circa ottanta ragazzi, tutti con gravi difficoltà psico-fisiche, oltre al personale del
servizio notturno. Sembrava tutto finito quando al mattino prendevano servizio le educatrici, gli
educatori e tanti altri addetti ai
svariati servizi, che nei vari turni assommavano a circa centoventi persone. Ma alle ore 11,44
un enorme boato accompagnò
un’altra devastante scossa che
raggiunse il 9° grado; subito furono evidenti le gravi conseguenze per l’altissima nube di
polvere che saliva in cielo sopra
la Basilica di San Francesco.
Nube dovuta al crollo di una im-
Era venerdì e nel calendario si ricordavano i Santi Cosma e
del 7°/8° grado della scala Mercalli iniziava
portante superficie della volta
nella Chiesa Superiore, seppellendo quattro persone che stavano constatando i danni della notte: due Frati Conventuali e due
Geometri della Soprintendenza
ai Beni Architettonici dell’Umbria. Il naturale timore di eventuali altre scosse, però, aveva
fatto sì che le ragazze, le Educatrici, non si fidassero a prendere
servizio dentro le loro sezioni,
ma tenendo energicamente per
mano i loro singoli o duplici assistiti se ne andassero sul piazzale, quello recentemente intitolato a Giovanni Paolo 2° quando vi aveva atterrato con l’elicottero. Infatti alle 11,44 dentro
c’erano solo “gli eroi”, quelli dei
sopralluoghi, i dirigenti e il consigliere tecnico: alcuni di questi
si bloccarono sotto i robusti ar-
chitravi dei corridoi ed altri si misero a correre ricoprendosi di calcinacci e rimanendo imbiancati
per tutto il giorno. E’ inutile descrivere il caos interno, mentre
invece, passando vicino al cancello principale turisti giapponesi
passeggiavano tranquillamente e
guardando dentro sorridevano,
con fare di superiorità per la loro
abitudine a quegli eventi. Ripreso il sangue freddo i dirigenti dell’Istituto, appena i telefoni ricominciarono a funzionare, misero in moto velocemente le emergenze, tanto che prima che tramontasse il sole sul piazzale era
già sorta la tendopoli della Croce Rossa Italiana, con ben dodici tende, due gazebo e i servizi
igienici. I ragazzi del Serafico,
vedenti e non, sentivano che in
quel giorno era successo qualcosa di eccezionale, che non c’era
più la solita routine, che le loro
abitazioni erano improvvisamente diverse, tanto che dalla
bocca di uno di loro con gioia
usci questa esclamazione: “Evviva il terremoto... così possiamo stare sotto le tende!”.
Il 28 mattina il Vescovo Sergio
Goretti celebrò la Messa al Campo, come nell’esercito e fu un bel
momento suggestivo anche se
tanto diverso; questo provocò
una sensazione che tutto stava
cambiando. Anche gli assisani di
buona volontà assistevano dalla
balaustra stradale. Ma il sisma
non si stancava di farsi sentire:
alle 10,58 del 3 ottobre, dopo
tanti giorni di moti di assestamento, ecco una nuova scossa
tra il 7° e l’8°. Ma i tecnici già
stavano approntando la terza
ipotesi progettuale per un villaggio di emergenza da inviare alla
Regione. Alle ore 19 dello stesso giorno il Serafico venne totalmente evacuato e personalmente ebbi l’onere di verificare
che tutti fossero usciti e la responsabilità di chiudere a chiave il portone principale. Tutti i
ragazzi con i loro educatori furono fatti salire sui pulmini e via
verso Pinarella di Cervia. La direzione, non potendo trovare
altre soluzioni immediate, decise di portare gli assistiti al mare,
seppure fosse quasi inverno.
Venne occupata la colonia marina che ogni anno a luglio li vedeva arrivare tutti per godere
della vacanza estiva in spiaggia
e nell’acqua dell’Adriatico.
Andammo a fare loro una visita
una domenica e, oltre al temporale che ci accolse tra rami d’albero caduti, foglie e disordine,
tutti i locali pubblici e i servizi
erano chiusi, nemmeno un bar
aperto e le educatrici, che facevano turni di quindici giorni, erano desolate, soprattutto pensando ai loro cari e ai figli lasciati a
casa. Ma non per questo si era-
HISTORY
numero 7 - OTTOBRE 2016
1997
SISMA del 26 settembre
Damiano, quando alle ore 2,33 una prima scossa sismica
a devastare un’ampia zona dell’Umbria
no fermate, perché con la costante presenza organizzativa della
direzione e dei sanitari le attività procedevano quasi come nella sede di Assisi, in quanto i ragazzi dovevano essere tutti
ugualmente impegnati. Intanto il
Vescovo il giorno di San Francesco era entrato, scendendo in
processione da Assisi, sulla Piazza di Santa Maria degli Angeli
per celebrare la Messa solenne
all’aperto. Non appena il corteo
giunse all’altezza della Basilica
un fitto stormo di colombi improvvisamente sorvolò il gruppo con grande sbattere d’ali;
poco dopo, appena tutti furono
seduti per la celebrazione, una
nuova scossa fece addirittura ondeggiare l’altissima statua dorata della Madonna degli Angeli e
vibrare le centinaia di sedie con
conseguente paura e fuga dei più.
Riunioni, incontri tecnici, sopralluoghi si susseguivano ogni giorno. Intervennero pure gli uomini dell’Associazione Nazionale
Alpini di Bergamo che, muovendosi come i gatti sopra i 2900
metri quadrati di tetto, rimisero
in posizione tutte le tegole scivolate per le scosse.
La soluzione temporanea per poter riabitare non nell’edificio, ma
nella zona del Serafico, dopo un
lungo soggiorno nei locali dell’Hotel Cenacolo Francescano a
Santa Maria degli Angeli, ven-
ne dall’ENI, presieduta da Franco Bernabè. Il quale il 26 dicembre 1997 convocò tutto lo staff
dell’Istituto a Roma e, con una
conferenza stampa, comunicò
che l’Ente si sarebbe fatto carico dell’onere per la realizzazione del “Villaggio Emergenza Serafico” per la spesa di tre miliardi e mezzo di lire. Quel villaggio venne realizzato sul Piazzale Giovanni Paolo 2° in poco più
di tre mesi, con una organizzazione puntualissima e scrupolosa che permise a tutti i ragazzi
di vivere per vari anni in una
struttura della massima accoglienza. Questo fino a quando,
con un intervento costosissimo
e abbastanza lungo, l’edificio
venne consolidato, aggiornato
negli impianti, rinnovato in ogni
sua parte e finalmente rivissuto
da tutti i ragazzi.
Al centro - L’edificio dopo
il sisma
In alto - La statua di Padre
Principe coperta di polvere
e calcinacci
In basso - Il villaggio
costruito dall’ENI dall’allora
presidente Franco Bernabè
ATTUALITÀ
IL COMMERCIANTE E
GLI AMMORTIZZATORI
SOCIALI
di ANGELO CARENA
V
i siete mai chiesti cosa succede quando un negozio chiude? Semplice: il lavoratore
rimane senza lavoro ed il commerciante... pure! Per chi perde il lavoro
lo Stato mette in campo una serie di
soluzioni finanziarie che danno all'interessato il tempo e la possibilità di
potersi reinserire a livello lavorativo
vivendo dignitosamente oppure, se
vicino alla pensione, cerca di accompagnarlo fino al conseguimento della
stessa. Questo tipo di intervento viene definito Ammortizzatore Sociale.
Ed il Commerciante? Si stima che in
una situazione difficile come quella
di oggi, quasi il 50% delle nuove attività commerciali non dura più di 10
anni. Questo vuol dire che chi ha provato ad intraprendere e poi è costretto a chiudere, si trova letteralmente
sbattuto in mezzo alla strada senza
alcun aiuto nemmeno in termini pensionistici e vista l’esiguità dei contributi versati non riceve nemmeno
un minimo di pensione senza considerare che quei pochi contributi versati non saranno restituiti e quindi
sono soldi persi. Allora cosa succede, interviene lo Stato in diverso
modo? No! Nel modo più assoluto,
nessun ammortizzatore sociale, nessun prepensionamento, nè tanto
meno una pensione. Il commerciante che è stato costretto a chiudere, si
trova senza una Lira (Euro), con
qualche buon debito e con la Banca
che gli sta sul collo pronta ad effettuare un pignoramento se non paga.
Da una recente statistica, la maggior
parte dei commercianti che non riescono a portare avanti la propria attività, e quindi a dover chiudere anzitempo, sono per lo più giovani che
per poter accedere al credito bancario hanno bisogno di garanzie cui
puntualmente gli vengono offerte dai
genitori i quali si sacrificano pensando di sistemare i propri figli con qualche firma. Dopo qualche anno l'attività va male, la casetta tanto sospirata e pagata con un mutuo a vita,
viene regolarmente pignorata dalla
banca ed il giovane commerciante è
di nuovo a passeggio senza un minimo intervento dello Stato. Nessun
Ammortizzatore sociale appunto.
Morale: “È giusto che un commerciante o un piccolo imprenditore, che
si trova senza lavoro proprio come il
suo dipendente (se ce l'ha) non debba accedere ad un minimo di Ammortizzatore Sociale? AI POSTERI
L'ARDUA SENTENZA!!!
numero 7 - OTTOBRE 2016
ROMA - IL PATRON DELLA SIR AL COSPETTO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
E DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
RIO 2016 - GINO SIRCI riconsegna
il tricolore a SERGIO MATTARELLA
e MATTEO RENZI
I
l presidente Gino
Sirci ed il centrale
Simone Buti a
Roma al Quirinale
per la cerimonia di
riconsegna del tricolore al
Presidente della Repubblica Sergio Mattarella da parte della delegazione italiana che ha difeso i colori nazionali a Rio2016.
A rappresentare la pallavolo,
in un contesto che vedeva
presenti le più alte cariche
pallavolistiche, sportive ed
istituzionali italiane come il
Presidente Nazionale Fipav
Carlo Magri, il Presidente del
Coni Giovanni Malagò ed il
Presidente del Consiglio dei
Ministri Matteo Renzi, c’erano appunto il pilastro azzurro Buti ed il numero uno della Sir Safety Conad Perugia
che ha portato tre propri atleti alla selezione azzurra
grande protagonista alle Olimpiadi.
La cerimonia è stata anche l’occasione per premiare gli atleti azzurri di tutte le discipline protagonisti a Rio2016, con Simone
Buti che ha ricevuto a nome di
tutta la nazionale azzurra il riconoscimento “scortato” sul palco
proprio dal Presidente del Coni
Malagò e dal Presidente della Repubblica Mattarella e con il presidente Sirci visibilmente orgoglioso ed onorato di poter presenziare ad un evento di così grande
importanza (era presente anche
il Presidente Fipav Umbria Giuseppe Lomurno) che dimostra
una volta in più il sempre maggiore richiamo della pallavolo
maschile a Perugia, città che i
Block Devils rappresentano al
meglio in Italia ed in Europa.
E dopo l’incipit nel Salone
d’Onore di Palazzo Donini, sede
della Regione Umbria, per il saluto della Presidente della Regio-
ne Catiuscia Marini:
“Ci fa molto piacere
ospitarvi. Affidiamo
a questa squadra un
compito importante
perché credo che
l’Umbria e Perugia
si meritano di ambire al massimo. Ringrazio soprattutto
chi sostiene come il
presidente Sirci e
come tutti gli altri
sponsor che hanno
portato Perugia ai livelli altissimi e che ci
permettono di avere
una squadra che è
elemento di orgoglio
per Perugia e per
tutta la Regione.
Faccio un grande in
bocca al lupo ai ragazzi che hanno anche la responsabilità positiva di essere un punto di riferimento per i giovani che crescono con questo sport e che hanno
BCC Spello e Bettona
PRODOTTI SU MISURA
per i giovani soci
Per chi entra nel Club un pacchetto
di servizi dedicati e tante iniziative
N
el 2016 è nato il Club Giovani Soci Bcc di
Spello e Bettona, il primo del suo genere in
Umbria, che raccoglie gli oltre 100 soci under 35 della banca all’interno di una compagine sociale che ha superato le 2.100 adesioni.
Il Club ha l’obiettivo di condividere idee e favorire iniziative
culturali e sociali, finalizzate alla valorizzazione della promozione tra i giovani delle attività della banca e del territorio nel
quale essa opera. “Il Club - dichiara il giovane presidente, Walter
Bugiantella - si propone di favorire relazioni tra i propri membri
ed il Consiglio di amministrazione della banca, attraverso l’incontro, la discussione e la creazione di gruppi di lavoro in cui i
giovani si confrontano, cercando e ricevendo risposte concrete su
come avvicinare la banca alle esigenze delle nuove generazioni. In
quest’ottica, il Club Giovani Soci, d’intesa con il presidente del
Consiglio d’amministrazione, Massimo Meschini, si propone la creazione di un pacchetto commerciale young oriented dedicato ai
giovani soci e giovani neo soci. Prodotti con un tagli “smart”, ad
alto contenuto tecnologico e basso costo, proprio per venire incontro alle esigenze degli under 35”.
Il presidente Gino Sirci
insieme al Presidente
della Repubblica
Sergio Mattarella
intrapreso la pallavolo grazie anche
ai loro successi”. Intanto è cominciato il Campionato Italiano di Volley e puntuali stanno arrivando i primi successi dello squadrone SIR.
ATTUALITÀ
numero 7 - OTTOBRE 2016
IL PARQUET NEL
MERCATO MODERNO
di Monia Betti, consulente
d'interni a Bastia U. (PG)
La squadra della SIR con al centro il presidente Gino Sirci insieme al vice presidente Maurizio Sensi
Il centrale della SIR
Simone Buti, il presidente
del Consiglio Matteo Renzi
e Gino Sirci
FEDERICO MENCARELLI
campione italiano di Lancio
del Martello
D
omenica 9 ottobre, dopo il recente successo ottenuto
nel Campionato Regionale cadetti il giovane atleta
FEDERICO MENCARELLI ha superato concorrenti
agguerriti nelle gare del criterium nazionale FIDAL di Clès
(TN) , conquistando il titolo di campione italiano con un lancio di m.55,47 che ha distanziato di ben 37 cm. il diretto
contendente (il toscano favoritissimo Federico Moruzzi) giunto secondo.
Il gesto sportivo ha compensato l’impegno costante e metodico del giovane e del suo allenatore Claudio Lazzari creando
le premesse di ulteriori prevedibili successi. Con il plauso di
tutta l’atletica dell’Umbria, Bastia Umbra e la società sportiva Athlon di cui il giovane è elemento di spicco sono in festa,
come tutta la famiglia Mencarelli che comprende il fratello
maggiore Michele che in anni recenti nella stessa specialità
ha ottenuto una medaglia di bronzo. (Pio de Giuli)
Federico Mencarelli e il suo
allenatore Claudio Lazzari
Il mercato si è notevolmente evoluto
stabilendo norme precise che regolano gli scambi, le caratteristiche dei prodotti commercializzati e le informazioni che devono accompagnarli lungo la
filiera. Da ciò nasce una normativa specifica, la scheda prodotto.
Con il Decreto Legislativo n.206 del
2005 la scheda deve riportare la denominazione commerciale del prodotto,
eventuali lavorazioni eseguite, le modalità di posa, le informazioni d’uso
con eventuali precauzioni da osservare, informazioni per la manutenzione
e modalità di smaltimento. Tale scheda deve accompagnare il parquet in
tutti i passaggi della filiera fino al raggiungimento del consumatore finale.
Anche l’installatore è tenuto a fornire
al suo committente la scheda prodotto, nella quale vengono riportati i materiali utilizzati per la posa e le modalità di manutenzione, utilizzo e pulizia
del pavimento. La norma UNI 11265
ha lo scopo di definire le responsabilità delle varie parti chiamate in causa
nell’esecuzione di un pavimento in
legno. Grazie a questa norma e alla norma UNI 11368, criteri e metodi di valutazione della posa, è stato finalmente possibile fare chiarezza sulla qualità
che deve avere un’azienda specializzata
nella posa di un pavimento in legno e
di quali siano le sue competenze, al fine
di tutelare il consumatore finale e dare
riconoscimento alle aziende specializzate in questo settore.
Monia Betti
cell. 3342421748 - uff. 075/8011776
[email protected]
facebook: Esteta della casa
Comune di
numero 7 - Ottobre 2016
A colloquio con Don Jean-Claude Hazoumè
Una Comunità come famiglia
“La nostra comunità ha bisogno di essere più unita e quindi occorre lavorare
per creare più armonia e impegno nella preghiera”
D
di MICHELA PROIETTI
on Jean-Claude è
ormai passato un
anno dal suo arrivo nella nostra comunità. Che cosa ci può
dire a distanza di questo tempo? L'11 ottobre scorso ho fatto un anno di
permanenza in questa nuova famiglia
di Bettona e Passaggio di Bettona e
posso senz’altro dire che sono contento di lavorare in questa comunità. Un
anno di tempo per me non è ancora sufficiente per esprimere un opinione, continuo ad osservare e prendere appunti
per sapere come muovermi per il futuro. Diciamo che ancora mi trovo nella
fase dell'ascolto di tutti.
Ci sono delle problematiche che ha
trovato al suo arrivo nel nostro territorio? - Le problematiche come in tutte le parrocchie ci sono sempre. La nostra comunità ha bisogno di essere più
unita e quindi c’è bisogno di lavorare
per creare più armonia e impegno nella
preghiera.
Facendo un passo indietro nella sua
vita, quando ha avuto la vocazione a
intraprendere questa strada? - Vengo da una famiglia numerosa, dove molti dei miei familiari hanno intrapreso
questa strada
diventando a
loro volta preti o suore religiose. Anch’io
da piccolo
quando facevo il chierichetto ho sempre desiderato
di diventare sacerdote. Ricordo che all'inizio vi era un pò di opposizione a
questa mia scelta, ma con determinazione sono andato avanti. Inizialmente
ho fatto il monaco per dieci anni, una
vita di clausura. Poi siccome avevo
sempre nel cuore l'esperienza sacerdotale ho cambiato rotta e oggi sono qui.
Prima di venire nella nostra parrocchia quali sono state le sue esperienze? - Ne ho avute di numerose , ma
quelle che ricordo volentieri sono il mio
impegno nella cattedrale di San Rufino
dove ho ricoperto il ruolo di vice parroco, poi sono stato parroco a Petrignano
di Assisi. Contenporaneamente andavo
a dare una mano nelle altre parrocchie
affiancando gli altri sacerdoti e svolgendo incontri con i giovani. Durante il periodo del terremoto sono stato a Nocera Umbra per nove anni e mezzo. Finito quel periodo Mons. Domenico Sorrentino mi ha trasferito come parroco
moderatore a Fossato di Vico e Sigillo
per otto anni. Infine eccomi qua in questa famiglia a Bettona.
Per quanto riguarda il futuro ha
qualche progetto in particolare? - Il
futuro sta sempre nelle mani di Dio, ma
tutti noi sogniamo. Sogniamo di avere
una famiglia in gamba, capace di camminare insieme, una famiglia in grado
di vivere il messaggio di Cristo ed essere testimoni del suo messaggio. Ora,
affiancato da validi collaboratori, sto
cercando di coinvolgere in primis i giovani senza trascurare gli anziani. Poi
dopo aver conosciuto meglio la nostra
comunità cercherò di muovermi con più
solerzia.
IL TERREMOTO
SI PUÒ PREVENIRE
La forte scossa di terremoto che il 24 agosto
scorso ha colpito nuovamente il centro Italia,
ha messo a dura prova l’efficacia dei lavori
di miglioramento e adeguamento sismico,
evidenziando il divario tra teorie e realtà e
provocando polemiche e discussioni sul perché non si è potuto evitare tutto questo. Fermo restando il fatto che non è possibile prevedere in anticipo il verificarsi dell’evento sismico, è ormai appurato che gli episodi si ripresentano ad intervalli di tempo più o meno
lunghi a mettere a dura prova la validità degli interventi eseguiti sugli edifici. Di chi è la
colpa dei danni dovuti agli eventi sismici? E
giusto che della prevenzione se ne debbano
occupare i proprietari degli immobili o ci deve
pensare lo Stato? È vero che siamo abituati a
delegare allo Stato e agli enti pubblici in generale il compito di risolvere i nostri problemi, è anche vero che si spendono somme ingenti per le strategie di pianificazione, che di
frequente rimangono sulla carta, e poco si
investe per fare un’analisi sulle condizioni di
stabilità del patrimonio edilizio del nostro territorio. Non esiste infatti una mappatura sulla sicurezza dei fabbricati, del tipo di quella
in corso per la conta dei danni ad opera delle
squadre di tecnici volontari. Gli strumenti a
disposizione ci sono, c’è una normativa antisismica che si potrà sicuramente migliorare,
ma è già estremamente affidabile, ci sono i
dati dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, c’è la cosiddetta “microzonazione sismica” che individua le zone a diversa
pericolosità, il dubbio che sorge è quindi questo: non è forse il caso che ogni proprietario
di immobile, nel suo interesse, debba conoscere quante probabilità ha la propria casa di
resistere al terremoto che prima o poi starà
per arrivare, senza attendere che ci pensi lo
Stato a riparare i danni?
Disgregazione di una parete in pietra
per effetto del terremoto
(Testo e foto di L. Caponi)
Comune di
numero 7 - Ottobre 2016
Intervista a Elisabetta Galletti
Famiglia, lavoro, impegno civile
Il vicesindaco di Cannara nelle nostre colonne parla di istruzione,
politiche giovanili, immigrazione e del ruolo della donna nella società
È
di SONIA BALDASSARRI
da poco iniziata la scuola, quali iniziative
ha in campo l’amministrazione? - Oltre a
sostenere le istituzioni scolastiche con un
contributo che viene utilizzato per mettere
in atto progetti mirati e pianificati dall'inizio
dell'anno scolastico, operiamo in stretto contatto con il
dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo Francesca
Lepri e con la presidente degli IRRE Francesca Di Stefano per le varie problematiche che inevitabilmente si presentano durante l'anno scolastico. Ad esempio, lo scorso
anno, siamo intervenuti per contenere atteggiamenti di
bullismo organizzando diversi incontri con personale qualificato al fine di sostenere ragazzi in difficoltà che avevano bisogno di un aiuto che andasse oltre il normale
insegnamento. Insomma il nostro obiettivo è che nessuno resti indietro, che siano date pare opportunità a tutti.
C'è molto da fare e da investire nella scuola, ma bisogna
anche tener conto delle poche risorse che le amministrazioni hanno a disposizione; cerchiamo di darci delle priorità e navigare a vista.
Giovani e lavoro. Perché la grande maggioranza delle aziende non investe sulle nuove generazioni? Da
cosa dipende? - La crisi che sta mordendo da tempo le
aziende così come le attività in generale ha messo un
freno rispetto alle nuove assunzioni o quanto meno alla
stipula di contratti a tempo indeterminato. Va preso atto
che il mondo del lavoro ha subito una trasformazione, il
posto fisso è oramai un miraggio, ma sia giovani che
imprese possono far tesoro di nuove forme di inserimento nel mondo del lavoro. Mi riferisco a strumenti come
Garanzia Giovani, botteghe dei mestieri e altre azioni simili che anche nel nostro territorio hanno fatto sì che
diversi ragazzi si affacciassero al mondo del lavoro con
successo e che le aziende potessero formare e testare giovani senza sostenere costi almeno per un periodo di tempo legato ad un progetto predefinito. Un’opportunità per
giovani ed imprese affinché domanda e offerta possano
incontrarsi.
Politiche sociali e famiglia. Come concilia il suo ruolo
di donna tra carriera e mamma? Cosa consiglia a quelle donne che sono costrette a scegliere tra lavoro e
famiglia? - Non è proprio così facile far coincidere il
tutto: lavoro, ruolo amministrativo (come lo intendo io)
e famiglia richiedono una serie di incastri spesso complicati; personalmente non mi riesce di delegare e pago
pegno di ciò. Fortunatamente sono per natura molto atti-
va e “programmatrice”; la mia sveglia suona molto presto al mattino, così la giornata diventa più lunga; cerco
di farci stare dentro tutto provando a fare nel migliore
dei modi, con questo non dico che mi riesca tutto alla
perfezione, ci provo. La mia priorità è quella di esserci
sempre per i miei figli, loro sanno benissimo che al presentarsi di qualsivolgia evenienza la mamma risponde,
consiglia, impone (se serve) e risolve. Spero che l'impegno che loro vedono rispetto alla mia attività amministrativa possa essere da stimolo a credere e ad impegnarsi nel e per il bene comune; c'è tanto bisogno di sollecitare e risvegliare il senso civico tra i giovani. Donne costrette a scegliere? La donna non deve essere costretta a
scegliere tra lavoro e famiglia. La donna deve decidere
di non lavorare perché crede che quella sia la sua scelta
migliore e perché è quello che essa vuole; una donna
costretta a rinunciare al suo lavoro non potrà dare il meglio di sé neppure come madre.
Anche Cannara ha accolto gli immigrati offrendo loro
un tetto sotto il quale vivere. Quanti ne sono arrivati
e in che cosa consiste l’iniziativa che li vede impegnati in lavori di pubblica utilità? - La nostra comunità ha
accolto dieci immigrati dall'ottobre dello scorso anno che
risiedono in un’abitazione del centro storico messa a disposizione da un privato cittadino. Quando li abbiamo
ricevuti in sala giunta, insieme alle forze dell'ordine, ognuno di loro ha raccontato la sua storia. Sono tutti ragazzi
che nella loro terra avevano una buona posizione, una
professionalità, delle famiglie che sono stati costretti a
dover abbandonare per le cause a tutti note; i loro racconti sono stati a dir poco toccanti. I giovani svolgono
dei piccoli lavori di manutenzione e di pulizia in paese.
Si sono inseriti bene e sono entusiasti di poter rendersi
utili. Questo tipo di attività, che non ha alcun costo per la
nostra amministrazione, unita alle altre azioni messe in
campo, consentirà loro di integrarsi meglio nella vita cittadina per tutta la durata del programma del loro soggiorno nella nostra comunità.
La legge di stabilità ha limitato tutti i Comuni d’Italia. Il futuro sarà sempre con meno servizi o Cannara
farà eccezione? È noto che tutte le amministrazioni soffrano dei tagli imposti dal Governo; per quanto ci riguarda siamo riusciti a mantenere i servizi senza aver aumentato le tariffe; l'associazionismo, motore trainante di ogni
comunità, va sostenuto e noi lo stiamo facendo riconoscendo alle varie forme associative presenti a Cannara il
ruolo fondamentale di aggregazione, coinvolgimento e
animazione. Mi auguro che il Governo centrale comprenda che non potrà chiedere ulteriori sacrifici alle amministrazioni comunali riducendo ancora i trasferimenti che,
se così fosse, a lungo andare non potrà che ripercuotersi
sul cittadino.
C’è una cosa che avrebbe voluto fare per il suo comune e ancora non ci è riuscita? - Vorrei passare per strada e non vedere più rifiuti abbandonati in maniera selvaggia. Ci siamo dotati di tutti gli strumenti necessari
per differenziare, esiste un servizio gratuito per il ritiro
degli ingombranti al domicilio, un punto per il conferimento di potature e sfalci, ma ancora si vedono brutture
lungo le strade e nelle nostre bellissime campagne. Sono
state fatte diverse multe e si continua con questa linea
dura ma c'è ancora da lavorare. A mio avviso rispetto per
l'ambiente è rispetto per noi stessi, che viviamo ogni giorno il nostro territorio. Credo che vivere in un ambiente
dove il decoro e la pulizia la fanno da padrone sia un
vantaggio per tutti.
CANNARA
numero 7 - OTTOBRE 2016
Incontro con Roberto Damaschi
Aspettando l’edizione Winter
della Festa della Cipolla
Dopo il successo della 36esima edizione della Festa della Cipolla, il presidente
dell’Ente traccia il resoconto e sottolinea il fatto che la Festa continuando a
crescere è diventata una delle manifestazioni più importanti d’Italia. Dal 7
all’11 dicembre 2016 la Cipolla si vestirà invernale per l’edizione Winter
A
di SONIA BALDASSARRI
nche quest’anno
migliaia di persone hanno affollato le vie di Cannara con visitatori
giunti da ogni parte d’Italia
per degustare le specialità gastronomiche degli Stand. Ne
parliamo insieme al presidente dell’Ente Roberto Damaschi. - Rappresentare un movimento di seicento volontari che
si uniscono per il Paese è stata
una delle più significative esperienze tra quelle che ho fatto sin
qui. Abbiamo avuto riscontri da
tutta l’Italia a testimonianza del
fatto che questa Festa ha assunto un rilievo Nazionale. È vero
che la manifestazione ha un valore sociale, in quanto il ricavato è destinato a sostenere le attività sociali, sportive e culturali
del paese, ma è altrettanto vero
che la Festa deve servire a promuovere un prodotto che è l’immagine di Cannara: la Cipolla.
Pertanto ritengo che le somme
vadano tirate a trecentosessanta
gradi, non valutare soltanto la
quantità dei coperti in più o in
meno, ma quanto siamo stati
“bravi” a valorizzare la cipolla
ed il nostro territorio.
Damaschi ci anticipa la sua
idea di proporre che il termine Festa della Cipolla venga
sostituito con Festival della Cipolla. - Sì! Ritengo tale definizione maggiormente appropriata in quanto il Paese durante
l’evento si trasforma completamente, infatti, i visitatori dopo
aver cenato possono assistere a
spettacoli e concerti sia in Piazza San Matteo, sia in Piazza Corte Vecchia, e camminando per le
vie di Cannara ammirare le bancarelle della mostra mercato della cipolla e delle produzioni agricole tradizionali. Per ottenere
questo ringrazio tutti gli artisti
che hanno accettato il nostro invito, con particolare riferimento
al Prof. Ottaviano Turrioni e alla
sua equipe per aver dato vita ad
undici straordinarie serate di storia cannarese. Penso che siamo
riusciti a dare l’immagine di un
Paese vivo e bello.
La grande novità della 36esima edizione è stata l’elezione
PIANDARCA
DI CANNARA
Al via i lavori
per la realizzazione
del progetto
“Dal Bosco di San
Francesco a Piandarca
e il sentiero della
Predica agli Uccelli”
dello Stand dell’anno per le sue
offerte culinarie. - Non nascondo di aver ricevuto alcune critiche, ma credo sia un bene per le
cucine degli stand, perché se tutti
avessero accettato supinamente
il verdetto vorrebbe dire che non
c’è volontà di migliorarsi. Ho potuto contare sulla collaborazione di Bruno Petronilli, giornalista e critico enogastronomico di
grido.
La Festa della Cipolla non ha
dimenticato le vittime del terremoto che ha sconvolto il centro Italia. In tutti i menu sono
stati inseriti gli spaghetti all’amatriciana al costo di 5
euro, inoltre, con l’opzione
“aggiungi un euro al tuo
menu” si è potuto contribuire
alla medesima causa, oppure,
ad aiutare l’Associazione umbra per la lotta contro il cancro. - Vorrei consegnare personalmente l’incasso al Sindaco di
una delle città più colpite dal terremoto chiedendo che venga destinato ai giovani ed alle scuole.
Il presidente invita a non cullarsi sugli allori, ma cercare
ogni anno nuovi spunti di miglioramento. - Il fatto che la Festa riscuota un enorme successo
non ci deve indurre a rifugiarci
in una zona di comfort. Dobbiamo infatti cercare di uniformare
la qualità, ho chiesto alcuni giorni fa al Sindaco di rivedere il regolamento dell’Ente, credo sia
opportuno inserire l’obbligo di
tracciabilità delle cipolle utilizzate, certificare cioè che si usi il
prodotto cannarese. Penso poi al
Gemellaggio con Walla Walla, la
città statunitense famosa per la
produzione di Cipolla, deve far
nascere un importante scambio
culturale, bisogna fare in modo
che rappresenti una concreta possibilità di crescita. La Festa della Cipolla deve essere il traino
della promozione di Cannara.
Roberto Damaschi analizza
anche i punti deboli della manifestazione. - Sarei ipocrita se
dicessi che non ce ne sono. Il
nostro punto debole è in realtà
un lato positivo, il voler strafare
con il volontariato a volte non ci
fa marciare da esercito, ma andare a modificare questo aspetto
creerebbe problemi seri. C’è da
lavorare molto sull’informazione e sul coordinamento, ma pian
piano aggiusteremo tutto. Ci
sono delle persone che vorrei ringraziare, Monia Peri e Alessia
Sirci, abbiamo fatto squadra con
lo stesso Sindaco cercando di dividerci i compiti ed essere presenti in tutte le necessità.
L’Ente Festa è già a lavoro per
allestire l’edizione invernale
della Festa della Cipolla. - Ripartiamo da quanto di buono
concretizzato lo scorso anno. Bisogna investire nel collaterale, in
spettacoli, manifestazioni e mercatini. Stiamo cercando di creare un Natale cannarese in grado
di attirare visitatori. È confermata anche la festa della Vernaccia
che nella passata edizione ha riscosso un enorme successo. In
questa esperienza da presidente
dell’Ente Festa ho portato un pizzico di organizzazione calcistica, nel senso che il lavoro futuro
va programmato con largo anticipo. Chiudo ringraziando le Istituzioni che ci hanno supportato,
l’Assemblea regionale e la Camera di Commercio.
Il progetto sarà realizzato anche grazie al contributo di
12.000 euro stanziato dal FAI
e da Intesa Sanpaolo nell’ambito della settima edizione del
censimento nazionale “I Luoghi del Cuore” ed è stato presentato lo scorso 4 Ottobre,
giorno di San Francesco, presso l’Auditorium San Sebastiano di Cannara.
Hanno dunque preso il via i lavori per la realizzazione del
progetto ‘Dal Bosco di San
Francesco a Piandarca e il Sentiero della Predica agli Uccelli’, mirato alla valorizzazione
di Piandarca, teatro dell’episodio più celebre e poetico della
vita di San Francesco d’Assisi: la Predica agli Uccelli, fonte di ispirazione di pittori, poeti e musicisti dal genio universale come Giotto, Benozzo
Gozzoli, Franz Liszt.
Luogo di valore storico eccezionale, non contaminato dalla
mano dell’uomo e di straordinaria bellezza paesaggistica, al
suo interno si snoda un sentiero di circa due chilometri (c.d.
‘Sentiero Storico’) che gli storici di tutti i tempi ed una secolare tradizione indicano essere
quello percorso da San Francesco all’atto del celebre idillio
della “Predica agli Uccelli”.
L’unico elemento a memoria
dell’episodio è un masso scolpito posto lungo il sentiero. Nel
1926, la famiglia Preziotti di
Cannara ha fatto erigere per
grazia ricevuta l’Edicola di
Piandarca situata al termine del
sentiero. Nessun altro elemento è stato innalzato nei secoli a
perpetuare la memoria di un
fatto così straordinario.