Il racconto del cucciolo Happy che grazie ad ANiFiT continua a vivere!

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Il racconto del cucciolo Happy che grazie ad ANiFiT continua a vivere!
Lieto fine
Il racconto del cucciolo
Happy che grazie ad
ANiFiT continua a vivere!
Happy, lo tenni sotto la mia felpa al caldo. Non avendo mai
avuto modo di nutrirsi correttamente con il latte materno,
gli diedi per la prima volta dei piccoli bocconcini di cibo umido per cani ANiFiT direttamente dalle mie dita; che leccò
timidamente.
Happy sin dalla nascita dovette affrontare una grave sfida,
la lotta per la sua sopravvivenza. La mamma, Coma, partorì nove cuccioli, Happy era il più piccolo e leggero di tutti
fratelli.
Il piccolo raramente arrivava ai capezzoli di Coma, nonostante i nostri sforzi per dare a lui la precedenza. Non riusciva a mettere su peso!
Oltre che ad essere il più minuto, Happy non aveva le
stesse abitudini dei suoi fratelli, non giocava come solitamente fanno i cuccioli della sua età. Mentre i fratelli intraprendevano le prime piccole escursioni ed arrampicate, i
primi tentativi giocosi come distruggere i lacci delle scarpe,
lui se ne stava in disparte, era stanco e non si dimostrava
interessato alla “vita da cucciolo”.
A quel punto ci siamo accorti che dovevamo proteggerlo,
lo isolammo dal branco, debole com’era rischiava di venire
travolto dai suoi fratelli e farsi male.
Tutta questa situazione ci diede motivo di preoccupazione,
così una domenica decisi di dedicare la giornata al piccolo
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Dopo due giorni presi un appuntamento dal veterinario il
quale pronunciò delle parole allarmanti ed aveva preso in
considerazione di praticare l’eutanasia! “La sua grandezza
non corrisponde di certo ad un cucciolo di quattro settimane, bensì ad un cucciolo di quattro giorni!” – disse il veterinario. Per poterlo pesare dovette servirsi della bilancia
che viene utilizzata per i criceti. Happy pesava 510 grammi,
era 1/3 del peso dei suoi fratelli. In lacrime e con il cuore in
gola capii subito che dovevo combattere per la vita di Happy.
Il veterinario mi diede due giorni di tempo, dicendomi: “Se
entro allora il suo peso non sarà aumentato, dovrò praticare
l’eutanasia a Happy, lui non può sopravvivere così piccolo
e magro.” Aveva stabilito giovedì il giorno del prossimo incontro. All’uscita dello studio veterinario mi resi conto che
Happy sarebbe stato la mia priorità in quei due giorni. Lo
presi in braccio e lasciai lo studio piena di ottimismo: “Ce
la faremo Happy!” – dissi io, avevo già in mente la strategia
da adottare: ANiFiT, la prima volta funzionò, doveva funzionare anche questa volta.
Al mio rientro a casa, subito i miei ragazzi capirono che
lui avrebbe avuto la precedenza su ogni cosa, mi affrettai
quindi a dargli da mangiare. È stato un momento toccante
e tutto il resto divenne secondario, di nuovo lui era lì che
leccava il cibo di ANiFiT dalle mie dita.
Nel pomeriggio lo portai con me in ufficio. Il mio capo si
dichiarò totalmente d’accordo con la mia strategia di cura.
Lui stesso pronunciò delle parole di incoraggiamento al
cucciolo.
Uno dei miei colleghi però, era totalmente negativo: “Tu
non ce la farai mai, Petra. Ma guarda questo povero cucciolo, un mucchietto di miseria.” Questa sua valutazione mi
diede ancora più motivazione, da quel momento in poi avrei
dato il 100% per Happy. Il primo giorno dormì molto, ogni
due o tre ore però lo svegliavo e lo alimentavo con piccole
quantità di cibo umido ANiFiT.
Quando rientrammo a casa il primo a salire sulla bilancia
fu lui: «Jupiiii!!!», esclamai a voce alta, la bilancia segnava
580 grammi. Il primo passo importante era stato fatto. Il
giorno dopo Happy era ancora traballante sulle gambe. Durante questo secondo giorno avrei fatto esattamente come
il primo, lo avrei nutrito ogni due o tre ore. La mia speranza
era che l’assimilazione del cibo fosse maggiore della digestione di Happy, vista la alta digeribilità dell’alimento ANiFiT.
pegno con Happy, durante tutto il giorno e per due giorni!
Il segreto? lo nutrivo unicamente con ANiFiT e costantemente accompagnato con il pensiero: «Vivi, Happy, vivi!»
Putroppo una settimana più tardi ecco un secondo spavento: tutto il branco, a parte papà Icaro, si infettò con i
persistenti rotavirus mettendoli stavolta tutti in pericolo
di vita. Il mio primo pensiero fù: come affronterà Happy
questa ennesima sfida? Ed ecco che accadde il secondo
miracolo e sia Happy che tutti i suoi fratelli superarono alla
grande questo brutto episodio.
Un mese dopo Happy era sì ancora il più piccolo di tutti i fratellini, ma la sua gioia di vivere era ora evidente e mostrava
tanta vitalità e cuoriosità per tutto come un vero cucciolo!
Ce l’abbiamo fatta Happy: Happy End!
Grazie ANiFiT, grazie al mio generoso capo e ai miei figli Daniel, Michael e Nico, che hanno contribuito notevolmente
nel prendersi cura di Happy.
Petra Kaldowski
Consulente ANiFiT
Giovedì: il giorno dell’ultimatum arrivò. In ufficio erano tutti
frenetici per la salute di Happy, divenne il beniamino di tutti,
egli godeva dell’affetto dei miei colleghi. E quando questo
piccolo cucciolo slacciò i lacci delle scarpe alla mia collega
di ufficio Lisa, avrebbe dovuto dire un forte NO!!! Invece
si espresse con un secondo «Jupiiii!». La gioia fu grande in
tutto l’ufficio, in soli due giorni Happy acquisì molta energia
vitale.
Il veterinario intuì dal mio viso raggiante che ero più che
felice, ecco la bilancia, la veterinaria non riusciva a crederci:
«Ma è fantastico è aumentato di 200 grammi di peso in
soli due giorni”
Era visibilmente emozionata e mi elogiò per il gran im-
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