1 U.N.P. 4 “UN GIOCO APPASSIONANTE” Matteo Delfino, studente

Transcript

1 U.N.P. 4 “UN GIOCO APPASSIONANTE” Matteo Delfino, studente
U.N.P. 4 “UN GIOCO APPASSIONANTE”
N.B. Presento qui il quarto episodio d’una serie di 8 racconti autonomi e auto conclusivi intitolati
U.N.P. Non occorre conoscere gli episodi precedenti per comprenderlo, né è necessario leggere questo
per affrontare il successivo. Tuttavia l’ordine degli episodi non è casuale. Se desideraste leggere gli
episodi già usciti, converrebbe farlo prima di affrontare l’odierna lettura, perché altrimenti vi
perdereste buona parte del mistero. Buona lettura a tutti.
Il massiccio cetaceo maschio con la bardatura e il maturo essere umano in
muta e maschera discorrevano nella sala comandi dell’astronave, una sfera
leggermente sporgente rispetto al corpo della nave e artificialmente
allagata con acqua sovra ossigenata.
Il vascello spaziale era ben nascosto nel fondo di un oceano alieno.
Il cetaceo, pur ricordando molto, nell’aspetto, un delfino, aveva
qualcosa di diverso da quegli allegri, intelligenti e famelici animali
marini terrestri.
Un cicalino suonò richiamando l’attenzione dei due esseri, che subito
interruppero la conversazione.
Il neodelfino galleggiava placidamente, in preda alle piacevoli correnti,
nel rassicurante liquido amniotico della plancia. Sullo schermo
secondario un tursiope di sesso femminile, a lui sottoposto, enunciò il
rapporto quotidiano con una curiosa parlata poetica, in versi. Fu quindi
il turno di un secondo neodelfino, il quale espose il proprio bollettino
per mezzo di una terminologia tecnica in una più normale forma di prosa.
L’uomo ascoltava interessato e interveniva saltuariamente per esprimere
qualche parere specialistico.
Quando anche il secondo rapporto fu concluso e lo schermo si spense, i
due mammiferi d’origine terrestre, il neodelfino e l’umano, ripresero a
parlare, poi l’uomo si allontanò a nuoto…
Matteo Delfino, studente fuori corso alla facoltà di filosofia da tempo immemorabile, alto, snello,
dinoccolato e dal naso ben pronunciato, rientrò a casa eccitato, nel tardo pomeriggio di venerdì, con
ancora vivida nella mente l’incredibile avventura vissuta la sera precedente e tratta da un famoso
romanzo fantascientifico. Chi l’avrebbe mai immaginato, solo una settimana prima, che un giorno
avrebbe provato la sensazione di vivere a bordo di un’astronave insieme a delfini autentici,
adattandosi al loro ambiente e rapportandosi con loro o, addirittura, di essere egli stesso un delfino,
non di cognome ma di fatto, con tanto di coda e pinne? Eppure per circa tre ore era stato davvero
convinto di galleggiare nelle tiepide correnti acquatiche, perfettamente ricreate.
Aveva sognato avventure subacquee per l’intera nottata successiva, come se il mare fosse stato il
suo elemento naturale! Matteo si era convinto che un neodelfino, se fosse davvero esistito, avrebbe
provato le medesime sensazioni da lui avvertite mentre si trovava nella simulazione.
Fattostà che dopo essersi immerso nelle spettacolari realtà virtuali del futuro cyber spazio, non stava
più nella pelle, ansioso com’era di riprovare il nuovo programma sperimentale portato due sere
prima dal fratello maggiore Aurelio, brillante scienziato informatico.
Finanziata da una holding cinese, la A.T.L. Informatica, l’azienda genovese per la quale Aurelio
Delfino lavorava, stava finalmente terminando di approntare il progetto a cui si dedicava da sette
anni. Erano stati approntati due prototipi e uno di questi adesso era installato proprio a casa loro.
Si trattava d’un avveniristico computer quantico basato sulla biologia molecolare. Più esattamente
era un ibrido tra chip elettronici e una componente biomolecolare e sfruttava le caratteristiche di
velocità degli scambi di elettroni per lo svolgimento delle proprie operazioni. Grazie a ciò aveva
potenza e capacità di memoria enormi. Le tecniche che ne avevano permesso la creazione erano
totalmente innovative, per cui il giorno del lancio ufficiale sarebbe stato più avanti di almeno dieci
anni rispetto a tutti gli elaboratori elettronici presenti in commercio. Il programma di realtà virtuale
narrativa era la prima applicazione pratica del progetto, ma ne sarebbero presto seguite altre.
1
Matteo salì le scale a due a due e aprì la porta d’ingresso. Si cambiò gli abiti arlecchineschi che
soleva indossare con totale mancanza di buon gusto e si piazzò davanti al computer.
Niente romanzi questa volta. Si sarebbe dedicato a qualche racconto. Per Matteo, lettore
appassionato o, per meglio dire, famelico divoratore di scritti d’ogni genere, su cartaceo così come
su e-book o direttamente sul web, la novità era troppo entusiasmante per pensare alla cena. Leggere
e commentare racconti di Neteditor e di altri siti analoghi era certamente piacevole, ma poterli
addirittura vivere come se lui stesso fosse stato uno dei personaggi era tutta un'altra cosa.
Si era appena accomodato, quando da una delle numerose stanze sbucò la sua fiamma del momento,
che da una quindicina di giorni gli si era installata in casa.
“Ciao amore, sei arrivato finalmente.” Lo salutò lei. Quindi gli si fece incontro, gli avvolse le
braccia intorno al collo e lo baciò.
Lui si sciolse in fretta dall’abbraccio con un distratto “Sì ciao ma ho da fare adesso, scusa” e tornò a
dedicarsi al pc. In quel momento aveva ben altro per la testa che dedicare le proprie attenzioni a una
donna del tutto estranea alla sua passione del momento. Tale comportamento provocò una breve
quanto vana discussione, quindi la giovane si allontanò imbronciata.
Appena rimasto solo, Matteo prese il raccoglitore di dvd per scegliere la nuova storia da vivere.
Non si trattava peraltro di comuni dvd. Prototipi anch’essi, avevano una capacità di memoria di
svariati terabyte. Tra loro e l’hard disk si sarebbe potuto ricostruire virtualmente il mondo intero!
Indossò quindi la tuta tattile e s’immerse felice in una nuova avventura immaginaria.
Eretto in sella al suo destriero, avanzava nell’acquitrino gelido e
scivoloso… Indossava un’armatura leggera a maglie strette… Un lampo
squarciò il cielo, la pioggia prese a cadere incessante… Le mura del
castello si stagliarono improvvise, oltre i tetti di paglia delle case,
ma la nebbia ne nascondeva la parte superiore…
Ora era un Vasuri, il cacciatore di draghi ideato da Scribak in <<Dragon>>, uno dei suoi racconti
preferiti tra quelli letti su Neteditor.
Trascorse quasi sei ore filate a navigare nel cyber spazio, imbracato al computer, ed era la terza
serata consecutiva cui vi si dedicava. Sentiva però il desiderio di condividere quell’entusiasmante
giocattolo con qualcuno. E quel qualcuno non poteva essere altri che i suoi due migliori amici, Ezio
Torregiani e Moreno Piacenza. D’altronde a suo fratello sarebbe tornato utile che altre persone
sperimentassero il funzionamento del programma e ne dessero un giudizio obbiettivo.
Così il giorno successivo Matteo e Aurelio Delfino ricevettero la visita di Ezio Torregiani e Moreno
Piacenza. Il primo era un impiegato trentaquattrenne con un passato da pugile dilettante, coniugato
e con un figlio. Il secondo invece era un insegnante trentatreenne appassionato d’immersioni e
ancora fidanzato. I due si conoscevano dall’infanzia e formavano una coppia inossidabile.
“l’A.T.L. ha inserito nella memoria del nuovo computer una serie di racconti e romanzi” – spiegò
Aurelio dopo averli fatti accomodare – “Ma non si tratta di banali sessioni di lettura sul video, si
può fare molto di più di questo. Approfittando della grande memoria disponibile e di una tecnica
rivoluzionaria per condensare e trasmettere informazioni, ogni singolo romanzo è stato ricostruito
visivamente, appunto attraverso le realtà virtuali.”
“Cioè, se ho capito bene, questo programma permetterebbe di rivivere trame di romanzi?”
“Proprio così, Ezio. Vedete queste specie di torrette piazzate sul pavimento intorno alla pedana?
Sono sensori che emettono impulsi di luce invisibili all’occhio umano. La faccenda funziona un po’
come il sonar dei pipistrelli, che permette loro di volare orientandosi nello spazio senza correre il
rischio di sbattere contro gli ostacoli. Esso emette ultrasuoni che si diffondono nell’ambiente
circostante e l’animale, ricevendo l’eco di ritorno, può determinare con esattezza la posizione degli
ostacoli incontrati. Il sonar è così preciso da permettere ai chirotteri di catturare insetti in volo.
Bene, qui il concetto è più o meno lo stesso, solo che in questo caso il sensore emette continui flash
di luce infrarossa, un numero elevatissimo ogni secondo, che fissano di momento in momento tutto
quanto accade. Noi la luce non la vediamo, ma è come se il computer ricevesse, in pratica, una serie
di fotografie che mostrano tutti i vostri movimenti, come accade con i fotogrammi di un film,
2
permettendogli di leggerli, interpretarli e riprodurli alla perfezione o rielaborarli all’interno della
simulazione. Vi basterà montare sulla pedana e collegarvi al computer. Quindi, indossando i visori
speciali a cristalli liquidi per vedere le immagini e alle cui stanghette sono collegate le cuffie per
udire i suoni, e infilando la tuta tattile per sentire gli oggetti virtuali toccati, avrete veramente
l’impressione di far parte dell’avventura. Vi sembrerà di essere presenti in carne e ossa,
camminando e agendo sul serio all’interno del paesaggio ricreato, in compagnia dei vari personaggi.
Vi garantisco che l’effetto è assolutamente realistico.”
“E l’azione non si svolgerà come un semplice film.” – Aggiunse l’entusiasta Matteo. – “Grazie alla
miriade di informazioni presenti nella stupefacente memoria del computer quantico e alla ancora
più impressionante velocità del processore, potrete interagire col racconto. Entrerete direttamente
nella storia come nuovi personaggi, rapportandovi con gli altri come se faceste parte di essa da
sempre o prendendo il posto dei vostri personaggi preferiti, sia seguendo la trama di momento in
momento sia apportando modifiche. È una figata pazzesca, ragazzi, ve lo giuro.”
“Sull’hard disk del pc quantico abbiamo inserito un’enorme quantità d’informazioni generali di
vario genere, mentre le trame vere e proprie sono ricreate sui dvd. Prendiamo un titolo a caso,
diciamo… toh, <<Una vita incredibile>>. È uno di quelli selezionati da te, no, Matteo?”
“Sì, è un racconto di Starsky che ho scovato in rete, uno dei suoi gioiellini, a mio parere, una
brillante, malinconica rivisitazione dell’Uomo ragno. Un racconto per nulla banale, per giunta.”
“Ebbene, tra hard disk e dvd abbiamo ricostruito non solo il testo originale, ma anche l’intera
metropoli newyorkese e innumerevoli informazioni sul personaggio tratte dai fumetti marvel. Così
interagendo con la trama si potrebbe visitare qualunque punto della città, anche se mai citato nel
racconto e affrontare uno qualsiasi dei supercriminali apparsi negli albi dell’Uomo ragno.”
Ma non solo, nel hard disk erano state inserite anche miriadi di informazioni in apparenza estranee e
tuttavia necessarie. Aurelio aveva ad esempio caricato una serie di foto di Torregiani e Piacenza,
necessarie per creare i loro avatar. Chi giocava indossava tuta e occhiali, tuttavia grazie alle
fotografie il programma sarebbe stato in grado di riconoscerli ugualmente e di visualizzarli col loro
aspetto autentico. Per giunta con una sufficiente quantità di immagini disponibili, il programma
poteva perfino estrapolare la mimica facciale d’un volto, ricostruendone l’espressività. Tutto ciò
naturalmente volendo apparire col proprio aspetto. Nulla però avrebbe impedito al visitatore di
assumere sembianze diverse, scegliendole tra le innumerevoli disponibili in memoria. Il software
era sufficientemente sofisticato per permetterlo.
A questo punto, sollecitati da Moreno, i padroni di casa caricarono uno dietro l’altro tutti i dvd,
ennesimo prodigio tecnologico reso possibile dalla A.T.L. Quindi mostrarono ai loro ospiti i
venticinque titoli disponibili fino a quel momento in catalogo, tra romanzi o serie di romanzi tratti
dal cartaceo e raccolte di racconti pescate da autori del web. Si trattava soltanto di sceglierne uno e
iniziare l’avventura.
Ezio e Moreno diedero una rapida scorsa all’elenco. C’erano grandi classici della letteratura
fantascientifica come, ad esempio, <<La mano sinistra delle tenebre>> di Ursula Le Guin” o
<<Neuromante>> di William Gibson, il geniale inventore del cyberpunk; capolavori della
letteratura mondiale del novecento, come l’introspettivo avventuroso <<Lord Jim>> di Joseph
Conrad o l’allucinante <<Il Processo>> di Franz Kafka; testi tra i più significativi della
letteratura italiana d’azione passata e contemporanea, come la quadrilogia poliziesca dedicata da
Giorgio Scerbanenco a <<Duca Lamberti>> o i primi tre volumi del ciclo del fantastico
<<L’inquisitore Eymerich>> di Valerio Evangelisti… Ce n’era insomma per tutti i gusti.
Infine Piacenza si offrì volontario per compiere, accompagnato da Matteo, il primo viaggio e scelse
<<Triste solitario y final>> di Osvaldo Soriano, una delle sue opere predilette.
Delfino junior allora l’aiutò a indossare il visore e la tuta tattile, da cui si dipartivano i sensori che
fornivano le stimolazioni elettriche necessarie per procurare la sensazione di sentire gli oggetti.
Infine i due s’imbracarono a sottili ma robusti cavi elastici pendenti dal soffitto, ingombranti e
tuttavia necessari per trattenere e indirizzare i visitatori all’interno dello spazio delimitato.
3
“Altrimenti – spiegò Matteo – “rischieremmo di finire fuori dalla pedana senza accorgercene. Così
invece avremo piena libertà di movimento. Considera, giusto per fare un esempio, che se nella
simulazione vedessimo delle sedie e volessimo accomodarci su di esse, ci verrebbe istintivo
muovere i muscoli delle gambe per compiere l’atto di sederci, ma non trovando nell’ambiente reale
nulla sotto di noi, cascheremmo a terra. Invece grazie ai cavi che ci sorreggono il problema è
risolto. Nella simulazione possiamo compiere l’atto di sederci senza accorgerci di nulla.”
“Beh, ma con tutto ‘sto ambaradam addosso non perderemo l’effetto di realismo?”
“No Moreno, ti assicuro che una volta entrati nella simulazione non sentirai la presenza né della
tuta, né del visore, né dei cavi. Ti dimenticherai addirittura di portarli. È un effetto psicologico che
noi abbiamo trovato la maniera di rafforzare. Uno di questi sensori serve a desensibilizzare e
ingannare il cervello. Per te sarà come essere nudo e quindi se una simulazione prevedesse ad
esempio l’uso di vestiti eleganti, il tuo cervello verrà indotto a credere che il corpo abbia davvero
indosso giacca e cravatta. Ma basta parlare, seleziona la storia e andiamo.”
L’incontro tra l’anziano e triste Stan Laurel e il disincantato e stanco Philip Marlowe. L’arrivo del
giornalista Soriano. Le mirabolanti avventure di Marlowe e Soriano (E Moreno e Matteo) sulle
tracce del passato di Laurel, come, ad esempio, la tragicomica folle corsa in taxi con il tassista quasi
cieco. Scazzottate, tentati omicidi, sequestri di persona.
Certo, nulla avrebbe potuto restituire la meravigliosa capacità di scrittura di cui era dotato un così
grande artista e che rende i suoi romanzi dei capolavori, ma ciononostante, rivivendo l’opera, i due
avevano ritrovato quell’impossibile fusione di comicità e malinconia che rende indimenticabile
<<Triste, solitario y final>>.
Usciti dalla simulazione, mr Piacenza si guardò intorno sbattendo gli occhi.
“Allora, che te ne pare?” Chiese Delfino senior, che osservava, con una sigaretta tra le labbra, da
una delle due poltrone in pelle sistemate all’angolo della stanza.
“Fantastico.” Rispose.
“L’effetto realtà è buono no? Anche facendo molta attenzione, potrebbe sfuggire che si tratta di
ricostruzioni computerizzate. È vero o no che una volta entrati dentro la simulazione non ci si
accorge più di indossare i vari interfaccia e la tuta, nonostante l’ingombro?”
“Assolutamente. Io ho sempre amato molto l’opera di Soriano e viverla in questa maniera è stata
un’esperienza meravigliosa. Credo che ricorderò sempre la scazzottata alla consegna dei premi
oscar, e il piacere di aver potuto dare anch’io un bel pugno a quei due fottuti eroi senza macchia del
cazzo, John Wayne e Charles Bronson, è stato impagabile.”
Fu quindi il turno di Torregiani che, sempre accompagnato da Matteo, visitò <<La mano sinistra
delle tenebre>>, una storia tanto fascinosa quanto profonda, sull’amicizia tra esseri alieni, nel corso
della quale venivano descritte insolite culture umanoidi e si affrontava una spaventosa impresa nel
gelido, terribile inverno del lontano pianeta.
Nel frattempo Moreno, mentre seguiva dal vivo e sullo schermo le evoluzioni degli amici, strappava
al maggiore dei Delfino la promessa di ripetere l’esperienza qualche sera dopo, provando le realtà
virtuali in coppia, svincolati dalla necessità di farsi accompagnare da uno degli anfitrioni. Infine i
due sodali si accomiatarono e tornarono a casa contenti della splendida serata trascorsa.
Fine episodio. Appuntamento a domenica prossima per il quinto.
P.S. Come avrete capito, i miei U.N.P. cioè Universi narrativi paralleli, vogliono principalmente essere un
omaggio alla letteratura in generale e ad alcuni dei miei romanzi (e racconti di autori del sito specializzato in
letteratura Neteditor) preferiti in particolare. “Triste, solitario y final” di Osvaldo Soriano e altri li ho qui
espressamente citati. Chissà se qualcuno ha riconosciuto i romanzi rivissuti nei tre precedenti episodi e
nell’incipit di questo? Saluti, Mas. Bi.
4