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Intervista alla Preside
sulla base dei questionari compilati dalle classi IV e V
del Liceo Scientifico Elisabetta Renzi
Cosa pensa della moda dei piercing e dei tatuaggi?
Io amo i visi puliti e luminosi, che esprimono la propria interiorità. Mi piace
contemplare attraverso la “pulizia del corpo e dell’abbigliamento” la sacralità e
la dignità dell’essere, ricco e stupendo, così come è sorto dalle mani del
Creatore.
I piercing, a mio parere, spesso manifestano la non accettazione, da parte dei
ragazzi, di se stessi e in particolare del proprio corpo; significano anche la
valorizzazione eccessiva della propria immagine, dell’apparire quindi, piuttosto
che dell’essere. Ovviamente i ragazzi non sempre hanno consapevolezza di
tutto questo: compiono gesti e fanno scelte non sufficientemente motivati e
interiorizzati. Spesso si seguono mode che non sono state certamente iniziate
dai giovani, ma dagli adulti per ragioni economiche, come l’abbigliamento, le
discoteche, certe musiche …
La cosa che più mi spiace è che i ragazzi credono di contrastare, con le mode
che seguono, il mondo adulto e di essere liberi, in effetti sono manipolati dal
potere del mercato.
I ragazzi sono belli perché sono giovani, creativi, generosi … e non dovrebbero
camuffare il proprio corpo, dovrebbero far trasparire la grandezza del loro
cuore, la bellezza del loro spirito; dovrebbero apprezzare molto di più la
cultura, dovrebbero imparare a “pensare in proprio” e a sfuggire alla volontà
degli adulti di soggiogarli per far danaro.
Capita che i giovani si guardano dall’obbedire ai propri educatori e genitori e
poi obbediscono a persone senza scrupoli, che vogliono solamente sottrarre
loro danaro. Sarebbe bene che i giovani effettuassero una verifica circa chi
vuole loro bene, rispondendo alla semplice domanda: “Chi darebbe la vita per
me? I creatori di moda, i gestori delle discoteche, ecc.?”
Quali pensa siano oggi gli ideali dei ragazzi?
Tanti ragazzi oggi non hanno ideali grandi, perché il mondo degli adulti li
induce a non pensare alle cose meravigliose per cui ogni ragazzo è stato
desiderato da Dio e collocato nel mondo, ma i ragazzi che riescono a
conservare la capacità di riflettere e di restare liberi di fronte alla grande
truffatrice che è la televisione e alla terribile ingannatrice che è la moda,
costoro sono veramente ammirevoli: fanno volontariato, si preoccupano quindi
di chi non ha cibo, famiglia, casa …; fanno animazione in parrocchia, nei
movimenti; si impegnano ad acquisire una grande cultura per poi rinnovare la
società attraverso un impegno socio-politico; si formano con impegno grande
una famiglia fondata sui valori evangelici, sull’amore eterno, che è, in
definitiva, ciò di cui il cuore di ogni uomo ha bisogno.
Preside crede che, oggi, siano molto diffuse le malattie dovute ad una
alimentazione scarsamente equilibrata (anoressia e bulimia)?
Sì, non solo anoressie e bulimie sono molto diffuse, ma anche la depressione,
questo perché mancano i grandi ideali e valori, manca la capacità di guardare
lontano nel cuore di Dio, di confidare nella sua Parola, di rifugiarsi in Lui con la
fiducia di un bambino, come dice Madre Elisabetta. I motivi per cui i giovani si
ammalano sono tanti, spesso la malattia li aggredisce perché non hanno fede,
non hanno grandi obiettivi da conseguire, quindi ingrigiscono e soffocano nella
grande prigione della materialità. Le cose non possono soddisfare le esigenze
dell’animo umano.
Quali progetti ha attuato la scuola in merito a questi problemi?
La scuola si è impegnata, in collaborazione con i genitori del Consiglio
d’Istituto, nel progetto Educazione Alimentare; c’è un altro progetto in cantiere
per il prossimo anno intitolato: Diamo un nome al disagio giovanile, che tratta
proprio il problema dell’anoressie e delle bulimie, uso al plurale i termini,
perché vi sono tantissimi generi di anoressie e bulimie.
L’opera più grande la scuola la compie educando ai grandi valori, primo fra
tutti: la fede, per sconfiggere, per alcuni aspetti, alla radice il problema. La
nostra scuola, compiendo la mission che ci ha affidato Madre E. Renzi, vuol far
comprendere ad ogni persona che Dio è amore e che solo Lui può colmare la
sete di felicità che l’uomo porta in sé, e a partire da Lui si possono
comprendere e risolvere i problemi esistenziali e trovare le parole giuste per
una comunicazione autentica e liberante.
Crede che lo sport aiuti a crescere positivamente i ragazzi?
Se lo sport è vissuto correttamente, come momento di svago, di aggregazione,
di potenziamento di tutte le facoltà dell’uomo, senza voler valorizzare solo la
fisicità e senza l’ansia di competere costantemente con gli altri, certamente
esso aiuta ad essere sereni, equilibrati, ad essere … sani, ma questo modo di
concepire lo sport non è diffuso.
Quali progetti ha realizzato la scuola a questo proposito?
Le miniolimpiadi, celebrati ogni anno, da circa trent’anni dalla nostra scuola,
sono il segno dell’importanza che allo sport conferisce la nostra comunità
scolastica. Come si spiegherebbe il grande impegno dei genitori in questo
ambito?
La nostra scuola partecipa tutti gli anni al progetto De Coubertin, ma è con
l’educazione, che quotidianamente impartisce, che essa mira a valorizzare
l’uomo, tutto l’uomo, nel suo vivere terreno ed eterno.
Molti ragazzi posseggono mezzi di locomozione come “ piccole auto” o
motorini?
Sì, moltissimi. Questo non favorisce certo il camminare, il godere dei vari
aspetti della natura e/o della città, che per essere gustate hanno bisogno di
calma e di un contatto lento e non certo lo sfrecciare in motorino o in
macchina.
La ricchezza può essere un bene, ma può essere anche la tomba della felicità e
la morte del benessere; la ricchezza se non ben utilizzata può costruirci attorno
una gabbia, che può essere anche d’oro, ma non per questo cessa di essere
una gabbia.
Crede che il patentino li renda meno pericolosi?
La pericolosità dei ragazzi non sta tanto nel non avere il patentino, ma nel non
avere sviluppato convenientemente la responsabilità, il non aver capito che
ogni azione, ogni scelta non possono essere senza conseguenze positive o
negative.
Se il patentino dice conoscenza, consapevolezza, possibilità di acquisire
responsabilità ben venga il patentino. Certo la cosa più importante è essere
educati; a questo è chiamata la comunità scolastica e ancor prima la famiglia.
Crede che i ragazzi di oggi leggano meno degli studenti di qualche
anno fa?
Certamente, perché hanno altri svaghi e interessi e perché la scuola, gli adulti
in genere, forse, hanno smesso di educare alla piacevolezza della lettura.
Il libro porta a scendere nella propria interiorità, stimola al confronto con i
personaggi, porta il corpo a fermarsi e il pensiero a seguire altri ritmi, altri
tempi, altri sentieri rispetto a quelli odierni. La quantità del fare non sempre
dice qualità; i ragazzi stanno perdendo la possibilità del “vivere dentro” e non
certo per causa loro. E’ bello correre sulla spiaggia, ma è stupendo
contemplare le meraviglie dei fondali marini.
Crede che i ragazzi di oggi abbiano, mediamente, troppa libertà?
I ragazzi hanno spazi di libertà sproporzionata alla loro età, inoltre non
vengono da noi adulti accompagnati ad imparare a gestire gli spazi di libertà
data.
La libertà è consegnata loro troppo presto, così i ragazzi accumulano ansie,
paure, rabbie … E’ come se io ponessi un quintale sulle spalle di un bambino di
dieci anni, di contro gli lavassi il viso e gli mettessi le calze ai piedi. Ogni cosa
va data e richiesta a suo tempo e nel giusto modo.
Questo è un fatto positivo o negativo per la loro autonomia?
La vera autonomia è saper compiere ciò che si deve in quel contesto, in
rapporto alla propria età e alla propria condizione. Io adulto devo chiedere ad
ogni ragazzo quello che può darmi in quel momento e non devo sottrarlo ai
suoi impegni e alle sue responsabilità, equi per la sua condizione: non devo
sostituirmi alla sua persona, perché altrimenti ne faccio un menomato.
Cosa spera per il futuro dei suoi ragazzi ?
Che sviluppino cultura, volontà di bene, che si aprano ad accogliere il Signore
Gesù: perché è Lui la libertà e l’unica salvezza di ogni persona. Desidero che
cerchino e trovino la vera gioia che consiste nell’esprimere tutta la personale
ricchezza, mettendola a servizio degli altri, soprattutto dei “poveri”.
Cosa crede che possa fare la scuola per garantire loro un futuro
soddisfacente ?
Potenziare e migliorare quello che già sta facendo, in stretta collaborazione con
la famiglia. Se riusciremo a convincere i giovani che la loro vita va oltre le
barriere della vita terrena e della morte, e che ciascuno di noi è stato fatto per
godere eternamente dell’amore di Dio, avremo vinto ogni battaglia, perché si
mirerà, sia da parte dei giovani sia da parte di ogni uomo, ad avere sempre più
la bellezza della mente e del cuore e questa bellezza trasparirà nel volto e nelle
scelte delle singole persone, particolarmente in quello dei giovani, perché il
loro corpo è il più adatto a rivelare l’eterna giovinezza e tenerezza di Dio. Se i
giovani, che frequentano questa scuola, riusciranno a credere che noi vogliamo
loro il bene massimo e il bene vero e se noi docenti e genitori saremo in
ascolto vero e costante di Dio, allora “ascolteranno” e nei percorsi della verità,
indicati loro, troveranno la loro grandezza.
Bologna 15.05.2005
Sr Stefania Vitali
(Preside Istituto Maestre Pie)