nautor profumo di swan - Välkommen till Nautor`s Swan Sverige

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nautor profumo di swan - Välkommen till Nautor`s Swan Sverige
cantieri
di Roberto Franzoni
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NAUTOR
PROFUMO DI SWAN
Incontriamo Enrico Chieffi, Ceo di Nautor’s Swan, al boot di Düsseldorf, dove il cantiere finlandese esponeva nel padiglione 7a, quello dei megayacht senza barche, naturalmente, dove
si trovano Lürssen, Royal Huisman, Feadship, tra i molti, insomma la crème della crème della
cantieristica internazionale di grande dimensione. Tra un caffè tedesco/finlandese e un bonbon al cioccolato parliamo del presente e del futuro del più famoso e prestigioso cantiere di
imbarcazioni a vela di serie
Dove sta navigando Nautor’s Swan?
Stiamo navigando verso una crescita inarrestabile di dimensioni. Ma caparbiamente teniamo in produzione il 53, che ha una decina d’anni, ma è la barca perfetta per navigare senza
equipaggio. Ci puoi fare il giro del mondo, con l’eleganza e la qualità Swan. È una barca cara,
ma senza concorrenti, per dimensione, affidabilità, classe. Poi c’è lo Swan 60, di cui stiamo costruendo la decima per un cinese. Una barca elegantissima, minimalista, che piace a persone
giovani e sportive. Ha la possibilità della classe One Design per regatare in condizioni pari. In
Mediterraneo ci fai le vacanze a medio raggio. Naturalmente non è una barca oceanica, perché è una barca molto potente e sensibile. Quest’anno a Palma di Majorca durante la Copa
del Rey faremo una regata One Design.
Questa operazione One Design è riuscita solo a voi! E lo Swan
45 e poi lo Swan 42, ora il 60…
È vero… c’è tanto lavoro dietro, però è una magica combinazione che ti permette di partecipare a campionati ISAF, dato che almeno il 45 e il 60 lo sono, mentre per il 42 il New York
Yacht Club non ha voluto, e con cui la settimana dopo togli la randa da regata, issi quella steccata e vai in vacanza con moglie e bambini. Quest’anno abbiamo lanciato la versione crociera
del 60. I disegni contemporanei hanno il vantaggio di esser molto voluminosi. Una volta le
barche da regata avevano volumi molto contenuti. Oggi non essendo più così, anzi, l’opposto,
è possibile trasformare lo stesso scafo in un confortevole cruiser, ma con prestazioni ancora
entusiasmanti. Con l’avvento dei Transpac, dei Volvo Ocean Race le barche hanno guadagnato
un baglio massimo straordinario che si confà al meglio anche alla crociera.
Il disegno è sempre di Germán Frers? Il matrimonio con Nautor dura sempre?
Sì, il matrimonio dura. Da quando sono amministratore io, tre anni, ho rinforzato il rapporto
ancora di più. È un progettista speciale. La continuità è un valore fondamentale. Noi lavoriamo
sia col padre che col figlio. Con il secondo lavoriamo sulle barche più spinte, più performanti.
Con il primo lavoriamo ovviamente sulle barche più importanti più “Swan”, come il 115,
anche se proprio su questa ammiraglia in realtà hanno lavorato entrambi. Mani ha lavorato
sulle forme di scafo, realizzando uno scafo molto performante e aggressivo, mentre sulle linee
generali, la tuga, il profilo, ha lavorato la mano felice ed equilibrata di Germán.
Tornando all’ultimo nato, il 60 da crociera, che cosa vi ha spinto a modificare un racer puro e proporlo per un uso
crocieristico e famigliare?
Partiamo dalla considerazione che questi scafi, come osservavo prima, hanno
tantissimo volume. Prima da una barca da regata non potevi realizzare una
barca da crociera. È solo questione di arredarla, di riempirla, accettarne un
dislocamento maggiore.
Avete modificato anche la tuga, vero?
L’abbiamo alzata e abbiamo sollevato anche il piano paglioli del salone centrale,
per permettere di collocare serbatoi sia di acqua, sia di combustibile di maggiori dimensioni, banchi batterie più ampi e potenti. La barca ha in comune
con il 60 racer solo lo scafo. Il cruiser ha un piano velico più ridotto e più
gestibile anche da una coppia, un piano di deriva meno profondo e più facile.
Ciò che abbiamo però ottenuto è che i due modelli sono perfettamente
intercambiabili. Qualsiasi componente della barca da regata tu voglia montare sulla barca da crociera, lo puoi fare e viceversa. Puoi avere una barca
da crociera con chiglia profonda o albero più alto. È una barca “Lego” che
puoi personalizzare completamente per ottenere la “tua” barca. Il modello da crociera ha una cabina vera in più. Aver spostato diversi sistemi
sotto al pagliolato del salone ci ha permesso di ottenere un’altra cabina,
molto importante per la crociera.
Quali altri modelli costituiscono oggi il cuore
della flotta?
Sopra al 60 abbiamo il 66, una bellissima barca in due versioni, che
però ha avuto meno riscontri di mercato di quanto meriterebbe. Anche il 53 aveva avuto un rallentamento pesante qualche
hanno fa, tanto che pensavamo di smetterne la produzione.
Poi negli ultimi tre anni ha avuto un’improvvisa impennata e
ha incominciato a vendere tantissimo, forse perché come si
commentava prima, non ha concorrenti, per dimensione e
qualità, mentre il 66 ne ha di più.
Poi c’è l’80, che è un top seller ed esprime la stessa filosofia
del 60: ha una versione S, una flush deck e una Raised Salon. Ha una flessibilità di layout, con tre o quattro cabine.
Questi modelli oggi sono tre passi avanti alla generazione precedente, dagli impianti elettrici con bus
system alla domotica di controllo. Sono barche semplici e sempre funzionali, nonostante la complessità
impiantistica. Del 90, che è un altro top seller stiamo costruendo l’undicesima. Tra i nuovi prodotti,
il 105 andrà in acqua il prossimo giugno. Il primo
esemplare è un custom che l’armatore ha voluto realizzare con i suoi architetti, Beiderbeck
Designs di Brema, che gli hanno disegnato sia
l’interno che la sovrastruttura, sulla base del
nostro scafo. Ne è uscita una barca da crociera senza compromessi, non completamente alli-
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Nautor
profumo di Swan
neata al nostro Dna, ma sicuramente una gran bella barca. Siamo tutti curiosi di capire come
sarà percepita dal mercato. La presenteremo al Monaco Yacht Show e parteciperà alla Swan
Cup dall’8 al 14 settembre a Porto Cervo. Infine l’ammiraglia, il 115. Ne stiamo costruendo
due, entrambi venduti. Una è un S, una versione molto più crocieristica, e l’altra è un flush
deck, molto più corsaiola per un armatore seriale appassionatissimo di regate.
Nautor ha ancora molti armatori seriali?
Per Nautor sono ancora un patrimonio importantissimo. Alcuni li abbiamo persi perché sono
saliti così tanto di dimensione che sono usciti dalle nostre misure, entrando nel mitico Olimpo dei 50 metri. Altrimenti moltissimi rimangono con noi, cambiando misure, generi, stili, ma
restando, diciamo così, “in famiglia”.
Quanti sono gli armatori Nautor?
Abbiamo consegnato il duemillesimo scafo due anni fa. Oggi siamo a circa duemila venti. Ma
una volta costruivamo tante barche piccole. C’erano gli Swan 36, 37, 38, 39…
Oggi, a parte il 53, iniziamo da 18 metri e il cuore della flotta è sopra i 24 metri. Quindi di
numeri se ne fanno necessariamente pochi.
La Swan Cup a che edizione è arrivata?
È alla trentesima edizione, da noi a Porto Cervo, e si svolge negli anni pari. Mentre alle British
Virgin Islands ci siamo inventati il Rendez-Vous, presso la sede tropicale dello YCCS a Virgin
Gorda, negli anni dispari, quando organizziamo anche la Swan European Regata, che è la Swan
Cup del nord Europa, a Cowes, nell’isola di Wight, tempio inglese della vela, dove si trova la
sede del Royal Yacht Squadron e dove si è corsa per decenni l’Admiral’s Cup. Sempre negli
anni dispari organizziamo l’Invitational Cup per gli Swan 42 con il New York Yacht Club a
Newport, Rhode Island, patria originaria dell’America’s Cup. Il NYYC mette a disposizione
venti barche e invita i più importanti Yacht Club del mondo a regatare.
Con quali materiali vengono costruiti oggi gli Swan?
Impieghiamo solo pre-impregnati. Per le barche di produzione usiamo lo Sprint, un pre-impregnato derivato dalla tecnologia della ex SP System, oggi Gurit. Ha le stesse caratteristiche tecniche del pre-impregnato classico, umido, ma è secco. La resina è concentrata in un foglio, una
sorta di sandwich, che con il calore della post-cura si scioglie e si polimerizza, ma con il vantaggio
di svolgere l’operazione in una sola volta, a differenza del pre-impregnato umido che richiede
una post-cura strato per strato. Noi abbiamo un forno molto grande con la possibilità di un controllo termico perfetto e assoluto. I modelli che costruiamo con questo sistema sono il 60, l’80,
il 90 , il 105 e il 115. Il 53 e il 66 sono ancora laminati con il classico sistema Nautor del mezzo
stampo lavorato in orizzontale e poi saldato. Continuiamo a trattare gli interni con le tecniche di
protezione e di finitura di sempre, come ad esempio la gelcottatura della vetroresina all’interno,
che toglie tutto l’odore di stirene. Un cliente una volta comperò uno Swan 45 proprio grazie
a questo odore non-odore, forse profumo, che gli Swan emanano. Scese dalla barca che aveva
visitato e dichiarò che una sensazione olfattiva così non l’aveva mai sentita.
Nel corso del 2014 quindi scenderanno in acqua…
… il 105, due 60, un 90. Il 105 sarà a Montecarlo al Monaco Yacht Show, mentre il 60 sarà
alla Gazprom Swan 60 World Championship 2014 a Palma de Majorca, l’altro nostro partner,
insieme a Rolex, che sponsorizza da sempre la Swan Cup.
Per ulteriori informazioni www.nautorswan.com