HUS DEI NAVAJOS
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HUS DEI NAVAJOS
News Primavera 2008 HUS DEI NAVAJOS 04/03/1995 – 14/02/2007 Mi sembra ieri quando, dopo averti sognato e aspettato a lungo, sei finalmente entrato nella mia vita. Eri un piccolo panda dolce, furbo e vivacissimo. Sei cresciuto in fretta, abbiamo iniziato a partecipare alle esposizioni, abbiamo fatto lunghissime passeggiate, ma la cosa che adoravi era la bicicletta. Quante corse abbiamo fatto, veloci come il vento e tu non eri mai stanco. Quando ci fermavamo la gente si chiedeva cosa avevi da urlare così, tu volevi correre, non esisteva la parola fermarsi. E quella volta con il bob, quando ci siamo fermati a salutare alcune persone, tu urlavi, volevi ripartire, loro dicevano che gridavi perché stavi male, che non dovevo farti correre con il bob dietro, ma loro non sapevano cosa significava per te, cane nordico, tutta quella neve, un bob da trainare con il cuginetto sopra che si divertiva come un matto! Quello era il tuo mondo! Eri così buffo quando volevi far credere al gattino appena arrivato a casa di essere un gatto anche tu. Lui ti scalava, quasi fossi una montagna, tu lo lasciavi fare, lo lasciavi giocare con la tua coda e facevi sempre l’indifferente perché se ti giravi a guardarlo o ad annusarlo ti prendevi una bella soffiata e unghiata sul naso. Tutti ridevano quando cercavi di farti piccolo come lui, a terra, strisciando sulle zampe in modo da essere quasi alto uguale così che non prendesse paura vedendoti grande. Eri quasi umano, a te spesso non occorreva dire niente, bastava un mio sguardo o un mio gesto e tu sapevi cosa fare. Quando ti ho portato a casa molte persone dicevano che me ne sarei pentita, per loro appartenevi ad una razza stupida, che non ubbidisce mai, che scappa, ma poi chi ti ha conosciuto bene si è ricreduto. Eri la mia ombra, un passo io, un passo tu. A casa ti chiamavano “il robottino” perché quando eri con me facevi qualsiasi cosa ti dicevo e se ti volevo insegnare qualcosa di nuovo eri sempre attento e imparavi così in fretta da non crederci. Quanto mi divertivo quando qualcuno vole- va farti fare i giochetti che facevi con me e tu facevi quell’aria annoiata, non gli mostravi niente, guardavi me e sembravi proprio prenderti gioco di loro. Anche nei tuoi ultimi mesi, quando ormai faticavi anche a camminare, non appena vedevi la bicicletta pronta per i tuoi compagni, sembrava quasi che avessi la forza di fare l’ultima corsa e mi guardavi implorante, ma ti dovevi accontentare del solito giro dell’ isolato a piedi. Quella sera in cui ti ho dovuto lasciar andare, il tuo branco non ti vedeva, ma sapeva cosa stava accadendo. Si è alzato un coro di ululati, non i soliti ululati brevi, festosi, ma ululati lunghi, tristi, di dolore che sembravano non finire mai. Mentre i tuoi compagni piangevano, ho rivissuto tutti gli splendidi momenti passati insieme, quasi 12 anni volati come il vento … Ora starai correndo felice sulla neve senza sentire più nessun dolore … Grazie di tutto Hus, non ti dimenticherò mai! ~ 42 ~ Marta