Programma ed Abstract del corso - ECM

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Programma ed Abstract del corso - ECM
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Viale A.Moro trav. IX n°15 - cap 89129 – Reggio Calabria
Tel/Fax 096552035 Email [email protected]
P.I. 01612120806
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Nell’uso corrente si parla di cefalea per indicare situazioni nelle quali il sintomo predominante, o
comunque rilevante, è rappresentato dal dolore cefalico.
Questo disturbo corrisponde a ciò che viene comunemente definito “mal di testa”, una condizione
fisica che non dà alcuna indicazione circa l’origine, i meccanismi fisiopatologici che la sottendono e
le eventuali strategie adottabili.
Il “mal di testa”costituisce uno dei motivi più spesso chiamati in causa nella richiesta di consulenza
medica.
Di fronte a questo disturbo soggettivo il primo passo da compiere è capire se si tratta di una entità
clinica a sé stante (cefalea primaria o essenziale) o, al contrario, è l’espressione di patologia
organico-anatomica dell’encefalo, ossia una forma secondaria o sintomatica.
Le cefalee ricorrenti colpiscono circa il 40% delle femmine ed il 20% dei maschi; i primi attacchi si
presentano di solito durante l’infanzia o l’adolescenza e proseguono fino alla mezza età ed oltre.
I pazienti cefalalgici possono talvolta soffrire anche di malattie psichiatriche, quali depressione,
ansia e attacchi di panico.
La qualità della vita di questi pazienti è notevolmente inferiore a quella della popolazione sana,
perché sono compromesse le normali attività quotidiane e sociali.
Per un primo corretto inquadramento delle cefalee è necessario conoscere la storia clinica e, per
quanto possibile, la personalità, il carattere ed i vissuti dell’individuo che manifesta questo tipo di
disturbo.
Il MMG è senza dubbio il soggetto più idoneo a svolgere questo compito, ad individuare quali
provvedimenti siano più adeguati alla specificità del caso, tenendo conto della multidisciplinarità
della cefalea.
Infatti, il MMG, in comunione con l’assistito, potrà meglio definire la frequenza degli episodi
cefalalgici, l’incidenza del sintomo, la necessità di un chiarimento diagnostico e il ricorso a
consulenze specialistiche adeguate.
Spetta al MMG rassicurare l’assistito e accompagnarlo verso la risoluzione del suo caso, facendo in
modo che questi non autogestisca il problema e ricorra a quella che comunemente è definita
automedicazione.
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Scopo del corso è quello di promuovere un confronto tra specialisti e MMG in merito al problema e
alle più recenti acquisizioni in tema di diagnosi e terapia delle cefalee.
Queste conoscenze permetteranno al MMG di migliorare la salute del proprio paziente e di evitare
inutili sprechi economici.
In particolare verrà approfondito:
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L’epidemiologia delle cefalee
La diagnosi differenziale
La terapia più adatta ad ogni paziente
L’impatto sulla vita del paziente
L’impatto sulla società
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Alla fine del corso i partecipanti saranno in grado di:
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Avere un corretto approccio diagnostico con le cefalee
Sapere fare una diagnosi differenziale
Classificare la tipologia di cefalea
Scegliere il trattamento più adatto ad ogni paziente tra le varie terapie disponibili
Indirizzare il paziente verso consulenze specialistiche mirate
Migliorare la qualità di vita del paziente
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Il corso è previsto per 80 MMG
Sarà presieduto dal 3URI8PEHUWR$JXJOLD
Avrà la durata di RUHH¶FRPSOHVVLYH
Sabato 08 Giugno 2002 dalle ore 09,00 alle ore 13,30
I docenti e i discenti si avvarranno di supporti multimediali
I discenti alla fine del corso dovranno compilare un questionario per la verifica
dell’apprendimento raggiunto.
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DEFINIZIONE ED EPIDEMIOLOGIA
La cefalea é un'esperienza dolorosa comune: circa il 78% dei soggetti di sesso femminile ed il 64%
di quelli di sesso maschile presenta almeno un episodio di cefalea in un anno. Numerosi eventi,
solitamente acuti, ma del tutto banali e transitori, possono provocare dolore al capo: sono le
cosiddette FHIDOHHRFFDVLRQDOL che non destano alcun interesse sul piano clinico. Differente è il caso
di dolori al cranio o alla faccia che tendono a persistere o a ricorrere nel tempo: studi recenti
indicano che circa il 40% delle femmine ed il 20% dei maschi soffrono di cefalee ricorrenti. Nella
maggior parte dei casi si tratta di cefalee non associate a patologie neurologiche, in cui la cefalea
rappresenta un disturbo isolato ("cefalea-malattia"): si tratta delle FHIDOHHHVVHQ]LDOLRLGLRSDWLFKH.
Non va tuttavia dimenticato che la cefalea può essere il segnale più appariscente di un processo
morboso più o meno localizzato, come accade per esempio in caso di sinusiti, meningiti, tumori
endocranici, etc...: è il caso delle FHIDOHH VHFRQGDULH. In tali circostanze il valore semiologico del
sintomo cefalea è rilevante al pari dei segni derivati dall'esame obiettivo che indirizzano con
maggiore precisione verso la diagnosi conclusiva.
L'attuale classificazione internazionale delle cefalee e delle nevralgie craniche e facciali proposta
da un comitato DG KRFdella ,QWHUQDWLRQDO+HDGDFKH6RFLHW\(IHS, 1988) prevede 13 tipi di disturbi
cefalalgici (tabella I), a loro volta suddivisi in sottotipi in base a criteri clinico-semeiologici. Nella
tabella II sono riportati i dati epidemiologici delle più comuni cefalalee. Ci soffermeremo sulla
diagnosi e la terapia delle principali cefalee essenziali.
QUADRO CLINICO
A) CEFALEE PRIMARIE
Sono tutte quelle cefalee in cui non sono dimostrabili lesioni strutturali responsabili della
sintomatologia dolorosa. Nei pazienti con cefalea primaria l'anamnesi, l'esame obiettivo generale e
neurologico non orientano verso una determinata causa oppure, in caso di dubbio, questa va esclusa
da appropriate indagini.
1.Emicrania.
Analizzeremo le caratteristiche cliniche delle forme più importanti.
1.1 Emicrania senza aura: è caratterizzata da attacchi di cefalea che, se non trattati, durano 4-72
ore (2-48 ore sotto i 15 anni di età). Una localizzazione strettamente unilaterale dell'attacco è
presente in poco meno della metà dei casi, mentre circa un terzo dei pazienti lamenta un dolore
bilaterale. La sede del dolore può variare da un attacco all'altro e nello stesso attacco. La sensazione
dolorosa è definita spesso di tipo pulsante, mentre l'intensità è frequentemente media o severa (con
grave inabilità o impossibilità a svolgere qualunque attività).
1.2 Emicrania con aura: gli attacchi di cefalea seguono la comparsa di manifestazioni neurologiche
reversibili (aura) con un intervallo libero inferiore a 60 min. In alcuni casi la cefalea può esordire
prima o contemporaneamente all'aura. Il dolore è controlaterale alla sede dell'aura in circa il 50%
dei casi e può essere omolaterale (30%) o anche bilaterale (20%) e, rispetto all'emicrania senza
aura, ha durata (4-12 ore) ed intensità inferiore ed è meno frequentemente associato a fotofobia,
fonofobia, nausea o vomito. L'emicrania con aura esordisce solitamente in età giovanile (nella
maggioranza dei casi prima dei 20 anni), per scomparire spontaneamente dopo i 30-35 anni. In
alcuni casi si può assistere ad una ricomparsa dell'emicrania o della sola aura senza cefalea dopo i
50 anni. L'emicrania con aura risente poco del ciclo mestruale, mentre costituisce motivo di
controindicazione all'uso di contraccettivi orali. Circa la metà delle donne affette da emicrania con
aura continua a soffrirne durante la gravidanza. Fra i fattori scatenanti vanno ricordati quelli
psicologici e lo sforzo fisico, mentre i fattori alimentari o farmacologici non sembrano rivestire la
stessa importanza che hanno invece per l'emicrania senza aura.
1.3 Emicrania oftalmoplegica: è caratterizzata da attacchi di cefalea concomitanti con paresi di uno
o più nervi oculomotori (III,IV,VI paia). Si manifesta più frequentemente nell'età infantile-giovanile
ed in pazienti con anamnesi personale positiva per emicrania con o senza aura. Il dolore spesso
precede di alcune ore o giorni l'instaurarsi dell'oftalmoplegia, è solitamente localizzato sulla regione
orbitaria omolaterale all' oftalmoplegia e dura una settimana o più. L'oftalmoplegia invece persiste
anche dopo la scomparsa del dolore, per risolversi completamente dopo molti giorni.
1.4 Emicrania retinica: in essa l'aura visiva (scotomi scintillanti o cecità) interessa un occhio e non
la metà del campo visivo. L' aura reverte entro 60 min. ed è seguita (più raramente preceduta) da
cefalea. In questi casi occorre sempre escludere, con appropriate indagini diagnostiche, la presenza
di patologia embolica retinica.
2. Cefalea di tipo tensivo.
La cefalea di tipo tensivo è la più frequente fra le cefalee primarie ed è più frequente nel sesso
femminile (tabella II). L' età media di insorgenza è intorno ai 30 anni, è infrequente nell' età
infantile e nella terza età. La cefalea di tipo tensivo è caratterizzata da dolore di tipo gravativocostrittivo bilaterale, "a casco" o a "fascia", di intensità lieve o media, non aggravato dalle attività
fisiche routinarie, in assenza di nausea o vomito e può essere associato a fono- e foto-fobia. La
durata del dolore è variabile da 30 min. a 7 giorni. La cefalea di tipo tensivo è stata distinta in due
varietà: episodica e cronica.
3. Cefalea a grappolo ed emicrania cronica parossistica.
La recente classificazione delle cefalee proposta dalla IHS ha tenuto a distinguere la cefalea a
grappolo dall'emicrania cronica parossistica. Si tratta di due cefalee idiopatiche non comuni (tabella
II): fra le due, la cefalea cronica parossistica è la più rara. Sono accomunate dalle seguenti
caratteristiche: unilateralità, severità e localizzazione del dolore, associazione con evidenti
fenomeni disautonomici, tipico pattern temporale degli attacchi. L'età media di insorgenza è intorno
ai 30 anni, con un picco fra 25 e 35 anni, per entrambe. La cefalea a grappolo predomina nel sesso
maschile, l'emicrania cronica parossistica in quello femminile.
4) Nevralgia idiopatica del trigemino
E' la nevralgia idiopatica più comune. Esordisce solitamente oltre i 50 anni, colpisce più spesso il
sesso femminile (rapporto 2:1). E' più frequentemente localizzata a destra (rapporto 2:1), mentre la
sede iniziale del dolore è, nell'ordine, la III, la II e la I branca. In alcuni casi il dolore coinvolge due
branche contemporaneamente (II e III), mentre solo di rado diventa bilaterale. In tutti i pazienti non
trattati il dolore è intenso e si manifesta con puntate parossistiche (inizio e fine bruschi), di
brevissima durata (10-15") che sono talora precedute da sensazioni parestesiche (tipo puntura) e
seguite da dolenzia. Gli accessi dolorosi si ripetono in raffiche ripetendosi con brevi intervalli di
tempo per minuti o ore e possono determinare la comparsa di contrazioni muscolari riflesse in
territorio faciale omolaterale (donde il nome di WLFGRXORXUHX[). Le raffiche dolorose si ripetono per
giorni o settimane e possono essere separate da intervalli liberi di mesi o anni.
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1. Emicrania
2. Cefalea di tipo tensivo
3. Cefalea a grappolo ed emicrania cronica parossistica
4. Altre cefalee non associate a lesioni strutturali
5. Cefalea associata a trauma cranico
6. Cefalea associata a patologie vascolari
7. Cefalea associata a patologie intracraniche non vascolari
8. Cefalea associata ad uso o sospensione di farmaci
9. Cefalea associata ad infezioni non cefaliche
10. Cefalea associata a patologie metaboliche
11. Cefalee o dolori facciali associati a patologie di cranio, collo,
occhio, orecchio, naso e seni paranasali, denti, bocca o altre
strutture facciali o craniche
12. Nevralgie craniche, nevriti e dolori da deafferentazione
13. Cefalee non classificabili
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Emicrania
Cefalea di
Cefalea a
Altri tipi di
tipo tensivo
grappolo
cefalea
Donne
12-14%
8-10%
0.0003-0.001%
8-11%
Uomini
4 - 6%
3- 5%
0.003 -0.01%
4 - 5%
Totale
7 -10%
5- 8%
0.003-0.01%
6 - 8%
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Il MMG riveste un ruolo fondamentale nella individuazione dei soggetti con patologia cefalalgica,
poiché per il corretto inquadramento bisogna conoscerne l astoria clinica, ma non solo.
Infatti è importante la conoscenza della personalità, del carattere e del vissuto quotidiano, che
hanno una notevole influenza nell’insorgenza delle cefalee.
Il ruolo del MMG non sta solo nella cura di coloro che a lui si rivolgono, ma è fondamentale nel
far emergere l’iceberg sommerso che c’è in tale patologia.
Da una statistica americana si evince che i soggetti che si rivolgono a lui sono una minoranza;
infatti il 72 per cento delle donne e l’85 per cento degli uomini non vi si rivolgono, ma si
autoprescrivono analgesici.
Non ultimo vi è il problema di chiare linee guida che aiutino il MMG a trattare in maniera
adeguata il proprio paziente, vista la grande diversità esistente nel “mal di testa”, nei pazienti stessi
e nelle diverse manifestazioni negli stessi pazienti.
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Le cefalee d’interesse neurochirurgico sono sintomatiche e spesso sono l’unico sintomo di
importanti patologie.
Possono essere divise in due grandi categorie, quelle secondarie ad ipertensione endocranica e
quelle conseguenti a emorragie intracraniche.
La scatola cranica può essere raffigurata come un recipiente chiuso nel cui interno vi sono tre
differenti comparti: parenchimale, liquorale ed ematico.
Ciascun comparto contribuisce a determinare la risultante finale che è la pressione intracranica.
L’aumento volumetrico di uno dei comparti produce un aumento della pressione intracranica.
Il dolore viene prodotto dallo stiramento delle meningi e quindi dalla stimolazione di alcuni
recettori algogeni.
La cefalea da ipertensione endocranica presenta spesso delle difficoltà di diagnostica differenziale
con altre forme di cefalee come quella vasomotoria.
La conoscenza di queste affezioni è pertanto indispensabile non soltanto in ambiente specialistico
ma anche nella medicina di base.
Tra le cefalee da emorragia quella più caratteristica è quella da emorragia subaracnoidea. In questa
il dolore ha due componenti: quella da ipertensione endocranica e quella irritativa generata dal
sangue che si diffonde negli spazi subaracnoidei. Anche in questo caso la diagnosi differenziale
non è facile; infatti spesso si accompagna a nausea e vomito ripetuto e la confusione con una
sintomatologia a genesi gastro-enterica è frequente.
La relazione verrà completata con l’esposizione esemplificativa di alcuni casi clinici.
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Come altre patologie caratterizzate dalla presenza di dolore cronico, le cefalee si collocano in
quell’area metaforica di confine in cui il mentale ed il biologico si intersecano. Per tale ragione
questi disturbi possono richiedere la collaborazione del medico di base con il neurologo e con lo
psichiatra. L’eterogeneità delle determinanti etiopatogenetiche impone uno screening di base nel
quale devono convergere competenza professionale, acume analitico e capacità di sintesi; la
raccolta accurata dei dati anamnestici rappresenta un buon punto di partenza poiché consente di
identificare le prime tappe di un diagramma di flusso che faciliterà l’orientamento diagnostico e
permetterà di distinguere i casi di pertinenza squisitamente psichiatrica, in cui il mal di testa “parla”
di altri problemi, da quelli tipicamente neurologici, ove la sofferenza psicologica è comunque
presente e da quelle situazioni cliniche in cui la cefalea si propone come uno degli items sintomatici
di più complesse patologie. La revisione delle tassonomie operata nel corso degli ultimi venti anni
aiuta significativamente a collocare nella giusta posizione diagnostica i singoli casi ed a progettare
criteri di intervento terapeutico razionali, economici ed efficaci.
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Si prendono in esame le procedure diagnostiche neuroradiologiche con le quali il medico di
famiglia deve confrontarsi in caso di cefalea.
Si pone poi l’accento in particolare sulla cefalea da E.S.A e su quella ortostatica.
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1.Emicrania. Occorre distinguere la terapia dell'attacco acuto (sintomatica) dalla profilassi
delle crisi (preventiva). Il trattamento dell'attacco acuto deve iniziare precocemente: nel corso dell'
aura o all'inizio del dolore. Nei pazienti che lamentano anche nausea e vomito, le vie di
somministrazione da preferire sono quella rettale, sottocutanea, nasale o intramuscolare. Studi
clinici controllati hanno dimostrato l'utilità di: ergotamina (1-2mg per os o via rettale, 0.25-0.5mg
per via sottocutanea), aspirina (0.5-1gr per os o via rettale, 0.5-1mg per via intramuscolare) e
naprossene di sodio (0.5-1gr per os o via rettale), sumatriptan (6mg sottocute) Fra i farmaci di prima
scelta per la terapia dell'attacco acuto, vanno citati i triptani. Questi nuovi farmaci, infatti, sono
rapidamente efficaci anche sui sintomi di accompagnamento dell'emicrania (nausea, vomito,
fonofobia, fotofobia) e sono ben tollerati. La terapia profilattica dell'emicrania va considerata
quando le crisi sono invalidanti e frequenti (più di 4/mese). La stabilizzazione farmacologica
dell'emicrania (ovvero il soddisfacente controllo delle crisi) deve protrarsi per 5-6 mesi: la terapia
deve essere successivamente interrotta in modo graduale. I farmaci di prima scelta per la profilassi
delle crisi emicraniche appartengono alla classe dei betabloccanti, degli antidepressivi, dei
calcioantagonisti e degli antiinfiammatori non steroidei.
Cefalea di tipo tensivo. Contrariamente all'emicrania, solo in rari casi la cefalea di tipo tensivo
necessita di una terapia sintomatica antidolorifica. D'altra parte, questa cefalea è spesso resistente ai
comuni analgesici. Studi controllati hanno mostrato, tuttavia, una moderata efficacia di alcuni
antiinfiammatori non steroidei quali aspirina (650-1000 mg per os), naprossene (500-600 mg per os)
ed ibuprofene (400-800 mg per os). La terapia preventiva può essere di tipo farmacologico
(amitriptilina: 50-75 mg/die per os) o non farmacologico (ELRIHHGEDFN ed altre tecniche di
rilassamento).
3. Cefalea a grappolo ed emicrania cronica parossistica. I farmaci di prima scelta per la terapia
dell' attacco acuto di cefalea a grappolo sono i triptani, somministrati sottocute o per via endonasale.
Nella maggior parte dei casi questi farmaci provocano un rapido (entro 15 min) sollievo.
Nell'emicrania cronica parossistica, invece, non esiste alternativa all' indometacina: 75-150mg in 3
somministrazioni/die, preferibilmente per via rettale. La stabilizzazione della cefalea a grappolo è
invece ottenuta con prednisone (30-40 mg/die), metisergide (2 mg ogni 6-8 ore), ergotamina (2mg
ogni 12 ore) o litio (600-900mg/die). Il litio, da solo o in associazione con ergotamina o prednisone,
è il farmaco di prima scelta nella cefalea a grappolo cronica. Nei casi resistenti alla terapia
farmacologica è stata recentemente proposta la gangliorizolisi trigeminale.
4. Nevralgia idiopatica del trigemino. La terapia della NIT può essere medica o chirurgica. I
farmaci utilizzati sono: carbamazepina (600-1200mg/die) e gabapentina (600-1200 mg/die).
Farmaci di seconda scelta sono pimozide e clonazepam. Circa il 70% dei pazienti trattati con
carbamazepina mostra un buon controllo delle crisi a breve termine: tale percentuale scende al 55%
dopo alcuni anni. In alcuni casi può risultare utile l'associazione di 2 farmaci (es. carbamazepina o
fenitoina + baclofene o pimozide). Nei casi farmacoresistenti è indicato l'intervento di
neurochirurgia funzionale. Le 3 metodiche più utilizzate sono: la termocoagulazione percutanea
delle radici trigeminali, l'iniezione retrogasseriana di glicerolo anidro (eseguite entrambe in
anestesia locale) e la decompressione microvascolare (intervento in anestesia generale, in fossa
cranica posteriore, indicato solo per le NIT bilaterali). La termocoagulazione percutanea garantisce i
migliori risultati (efficace nel 60-80% dei casi), benché sia gravata da un alto tasso di recidiva (3050% dei casi) dopo alcuni anni.
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Breve excursus sulle basi neurofisiologiche dell’agopuntura.
L’Autore disquisisce sui benefici indotti dall’agopuntura in alcuni tipi di cefalea come quella
muscolotensiva.
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2UH±&HIDOHHXQURPSLFDSRSHULOPHGLFRGLIDPLJOLD
Relatore: Prof. Umberto Aguglia
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Relatore: Dott. Domenico Catalano
2UH±/HFHIDOHHG¶LQWHUHVVHQHXURFKLUXUJLFR
Relatore: Prof.Giuseppe Gambardella
2UH±$VSHWWLSVLFRSDWRORJLFLGHOOHFHIDOHH
Relatore: Dott.Giovanni Malara
2UH±'LDJQRVWLFDSHULPPDJLQL
Relatore: Dott. Francesco Cafarelli
2UH±7HUDSLDGHOOHFHIDOHH
Relatore: Dott.ssa Gabriella Turano
2UH±3RVVLELOLWjGLWUDWWDPHQWRFRQDJRSXQWXUDLQDOFXQHIRUPHGLFHIDOHD
Relatore: Dott. Domenico Marciano
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Prof. Umberto Aguglia, nato a Reggio Cal. il 3 Luglio 1954. Residenza attuale: Via E. Cuzzocrea n.
13, 89128 Reggio Cal. E-mail:XDJXJOLD#WLQLW
Professore Associato Neurologia Gruppo discipline n. F11B (Neurologia), Dipartimento di Scienze
Mediche, Facoltà di Medicina e Chirurgia, Università Magna Graecia di Catanzaro. Direttore U.O.
Neurologia e Centro Regionale Epilessie, Azienda Ospedaliera BMM Reggio Cal. dal 28/09/1999.
Autore di 184 lavori scientifici di cui: 61 (33.3%) su riviste recensite su Current Contents/Life
Sciences, 68 (37%) pubblicati su riviste internazionali con peer reviewers (con Impact Factor
complessivo di 175,227), 15 (8%) su altre riviste o volumi internazionali, 22 (12,%), su riviste o
volumi nazionali, 30 (16,%) comunicazioni a congressi internazionali, 49 (27%) comunicazioni a
congressi nazionali.
Per quanto concerne il ruolo svolto nella realizzazione dei su riferiti lavori scientifici, si specifica
che il prof. Aguglia ha partecipato in qualità di: autore principale (1° autore) in 96 (52.5%); autore
corresponsabile (2° autore) in 26 (14.2%); coordinatore del gruppo di lavoro (ultimo autore) in 13
(7.1%); coautore in 47 (25.5%); partecipante ad uno studio multicentrico in 2 (1.1%).
5(/$725,
3URI*LXVHSSH*DPEDUGHOOD
Il Prof. Giuseppe Gambardella, nato il 25/05/1948, è Direttore dell’Unità Operativa di
Neurochirurgia dell’Azienda Ospedaliera Bianchi Melacrino Morelli di Reggio Calabria dal 1997.
E’ Professore Onorario di Neurochirurgia dell’Università di Bucarest e Docente di Chirurgia
Vertebrale nella Scuola di Specializzazione di Neurochirurgia dell’Università di Messina.
E’ autore di più di 200 pubblicazioni scientifiche su riviste nazionali ed internazionali.
E’ Specialista in Neurochirurgia, Neuropsichiatria infantile, Anestesia e Rianimazione.
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Dati anagrafici: Giovanni F. Malara, nato a Reggio Cal. il 07.02.1949. residente a Reggio Cal. in
via Livari Sup. 42.
Nel 1974 ha conseguito la Laurea in Medicina e Chirurgia presso la Università Cattolica del Sacro
Cuore di Roma con il massimo del punteggio e la lode; presso lo stesso Ateneo ha conseguito, con
lode, la specializzazione in Psichiatria nell’anno 1978. Già nel corso degli studi universitari ha
iniziato la sua formazione in ambito psicologico e psichiatrico in qualità di “interno” presso gli
Istituti di Psicolologia e di Neurologia e Psichiatria sotto la guida del Proff.ri Leonardo Ancona e
Giovanni Gandiglio partecipando a ricerche sulla field dependency, sul sonno, sulla ipocondria e sul
rapporto medico-paziente.
Dall’agosto 1974 al Settembre 1975 è stato Medico Assistente Volontario presso l’Ospedale
Neuropsichiatrico Provinciale di Reggio Cal. Dal 26.01.1977 al 30.7.1979 è stato Medico
Assistente di ruolo presso gli “Istituti Ospedalieri Riuniti P. Pisani di Palermo”; in data 26.7.1978
ha ricevuto il comando di organizzare il Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura presso l’ente
Ospedaliero “Ospedale Civico” di Partitico (PA).
Il 31.7.1979 essendo risultato vincitore di pubblico concorso, ha iniziato a lavorare con qualifica di
Medico Assistente presso l’Ospedale Neuropsichiatrico Provinciale di Reggio Cal. venendo
destinato, con pari qualifica, al Servizio Psichiatrico degli Ospedali Riuniti della stessa città; dal
05.07.1980 al 31.7.1980, è stato nominato Aiuto Incaricato in occasione della istituzione del
Servizio Psichiatrico di Taurianova (RC).
Dal 09.11.1989 al 09.6.1999 è stato Aiuto Corresponsabile preso il Servizio Psichiatrico di
Diagnosi e Cura degli Ospedali Riuniti di Reggio Cal; dal 10.6.1999 dirige la medesima Unità
Operativa.
E’ autore di numerose pubblicazioni scientifiche in tema di psichiatria clinica, psichiatria
transculturale, farmacosorveglianza, organizzazione dell’assistenza psichiatrica ed è sperimentatore
responsabile in diversi trials farmacoterapeutici policentrici .
Ha partecipato, più volte in qualità di tutor, a corsi di formazione/aggiornamento specialistici ed a
congressi scientifici nazionali ed internazionali; è stato docente presso scuole di formazione per
personale parasanitario nonché presso la Scuola di Servizio Sociale “E. De Amicis” di Reggio Cal.
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DATI
ANAGRAFICI
COGNOME E NOME
NAZIONALITA’
DATA DI NASCITA
LUOGO
RESIDENZA
VIA
CODICE FISCALE
TITOLI
ACCADEMICI
LAUREA
UNIVERSITÀ
IN DATA
ABILITAZIONE
SPECIALIZZAZIONE
UNIVERSITÀ
IN DATA
IDONEITA’
IN DATA
IDONEITÀ
IN DATA
DIPLOMA
DIPLOMA
DIPLOMA
MARCIANO DOMENICO
ITALIANA
20.02.1935
CATONA DI REGGIO CALABRIA
REGGIO CALABRIA
ASCHENEZ 2 / L
MRCDNC35B20C355D
MEDICINA E CHIRURGIA
MESSINA
08/03/1963
31/12/1963
ANESTESIOLOGIA
CATANIA
25/07/1966
NAZIONALE AD AIUTO
1970
NAZIONALE A PRIMARIO
1976
OZONOTERAPISTA UNIVERSITA’ DI NAPOLI
M AGOPUNTURA MESOTERAPIA AURICOLOERAPIA UNIVERSITA’ DI TORINO
TERAPIA IPERBARICA UNIVERSITA’ DI NAPOLI
ESPERIENZE
PROFESSIONALI
1 MEDICO OSPEDALIERO PRIMA COME ASSISTENTE, POI COME AIUTO
PRESSO IL SERVIZIO DI ANESTESIA E RIANIMAZIONE DEGLI OSPEDALI
RIUNITI DI REGGIO CALABRIA.
2 GIA’ MEDICO AIUTO ENTE FF.SS
3 GIA’ SPEC. AMB. U.S.L. 31 REGGIO CALABRIA
4 CONSULENTE TECNICO D’UFFICIO PRESSO IL TRIBUNALE DI REGGIO
CALABRIA
5 AUTORE DI NUMEROSE PUBBLICAZIONI INERENTI L’ANESTESIA E
RIANIMAZIONE
6 DAL 1995 RESPONSABILE DEL SERVIZIO DI ANESTESIA CASA DI CURA
VILLA AURORA DI RC
7 DAL 2002 RESPONSABILE DEL SERVIZIO DI TERAPIA INTENSIVA CASA
DI CURA VILLA AURORA DI RC
8 HA PARTECIPATO IN QUALITA’ DI RELATORE A NUMEROSI CONVEGNI
REGIONALI E NAZIONALI
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Dr.ssa Gabriella Turano, nata a Reggio Cal. il 19 Gennaio, 1960. Residenza attuale: Via
Trabocchetto 1, 89126 Reggio Cal. E-mail:JDEULHOODWXUDQR#QHXURUFLW
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1985, specializzazione in Neurologia nel 1990.
Frequenza presso “The Institute of Neurology”, University of London dal 1/1/87 al 28/02/92, con
conseguimento del PhD in Neurophysiology il 3/12/92.
Dirigente Medico I Livello U.O. Neurologia presso A.O. Mellino-Mellini, Chiari (BS) dal 1/10/97
al 09/12/99 e Centro Regionale Epilessie, Azienda Ospedaliera BMM Reggio Cal. dal 10/12/1999.
Autrice di 15 lavori su riviste internazionali con peer reviewers
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NOME E COGNOME
Cafarelli Francesco
LUOGO DI NASCITA
Reggio Calabria
DATA DI NASCITA
23/07/1952
POSIZIONE ATTUALE
RESIDENZA ATTUALE
DOMICILIO PROFESSIONALE
7,72/,',&$55,(5$
Direttore facente funzione di U.O. di Neuroradiologia,
Azienda Ospedaliera Bianchi-Melacrino-Morelli, Reggio
Calabria
via Ibico n°1/C
89131 Reggio Calabria
U.O. di U.O. di Neuroradiologia Via Melacrino
891OO Reggio Calabria.
Tel. (0965) 397466, fax: 0965 397463
Diploma di Maturità Scientifica
Laurea in Medicina e Chirurgia, Università degli Studi di
Messina (105/110)
1976
/04/1977
Abilitazione all' esercizio professionale
1977
Specializzazione in Radiologia e Scienza delle Immagini
presso l’Università di Siena, con tesi “Anomalie di migrazione
neuronale” (65/70).
1993
$77,9,7¬$66,67(1=,$/(
Espletato tirocinio pratico ospedaliero presso il Servizio
Autonomo di Neuroradiologia di , diretto dal Prof.
Ruggiero, riportando il giudizio di “ottimo”.
dal 06/03/1979 al 05/09/1979
In servizio come assistente incaricato presso la
Neuroradiologia dell’Azienda Ospedaliera “BianchiMelacrino-Morelli” di Reggio Calabria
dal 24/03/1980 al 13/10/1980
In servizio come Assistente di Ruolo presso la
Neuroradiologia dell’Azienda Ospedaliera “BianchiMelacrino-Morelli” di Reggio Calabria
dal 14/10/1980 al 13/12/1991
In servizio come Aiuto corresponsabile di ruolo presso
la Neuroradiologia dell’Azienda Ospedaliera “BianchiMelacrino-Morelli” di Reggio Calabria
dal 14/12/1991 al 04/12/2001
Incarico di sostituzione di Direttore della U.O. di
Neuroradiologia presso la Neuroradiologia dell’Azienda
Ospedaliera “Bianchi-Melacrino-Morelli” di Reggio
Calabria
dal 05/12/2001 a tutt’oggi
$77,9,7¬6&,(17,),&$
Partecipazione a numerosi convegni e corsi nazionali ed internazionali; autore di oltre 30 lavori
scientifici pubblicati su riviste specializzate nazionali ed internazionali.
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1. Membro della Società Italiana di Neuroradiologia
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Nato a Reggio Calabria il 09/01/1956 ed ivi residente in Via Gebbione 14.
Carriera Universitaria:
1982: Laurea in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Messina
1982: Abilitazione in Medicina e Chirurgia.
1988: Specializzazione in Ematologia presso l’Università degli Studi di Messina.
Attività clinica:
Dal Marzo 1984 Medico di Medicina Generale.
Attività scientifica:
Ha partecipato a pubblicazioni cliniche, corso di abilitazione a formatore di formazione, corsi di
sperimentatore di farmaci in fase III e IV, corsi di formazione anche in qualità di relatore, corso di
abilitazione per l’emergenza-urgenza.
Componente della Segreteria Scientifica dell’Associazione Professionale DIOGENE, contribuendo
alla preparazione di numerosi Corsi di aggiornamento per il MMG.
Società scientifiche di appartenenza:
Società Italiana di Medicina Generale
Associazione Professionale tra medici “DIOGENE”