29_Il terrorismo - Medusa Editrice
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MATTEO SPERADDIO, In Prima Pagina © Medusa Editrice 2016 – Seconda Edizione - Espansione on line 29 Approfondimento Il terrorismo Il terrorismo è l’uso della violenza per raggiungere degli obiettivi politici. In un’attività terroristica ci sono sempre: una o più azioni violente (attentato dinamitardo, assassinio, rapimento…) che provocano danni materiali e mettono in pericolo delle vite umane; la volontà di intimidire la popolazione civile; la volontà di influire sulla politica di un governo; l’obiettivo di richiamare l’attenzione dei media. Il terrorismo suicida usa delle persone disposte a morire, per colpire la popolazione civile o obiettivi militari. L’obiettivo non sono però le persone colpite o uccise, ma quelle costrette ad assistervi, cioè l’opinione pubblica. La finalità è sempre quella di ottenere un obiettivo politico (indipendenza, autonomia, liberazione di prigionieri politici..). L’attacco suicida è scelto generalmente dalla parte più debole in un conflitto, convinta di non poter raggiungere i suoi scopi con mezzi meno cruenti e non autolesionisti. A livello internazionale il ricorso al terrorismo è stato praticato negli ultimi decenni dall’organizzazione al Quaeda. Oltre ad al Quaeda, negli ultimi anni sono ricorsi agli attacchi suicidi i Ceceni e i Palestinesi. Ambedue i popoli sono impegnati in una lotta di liberazione nazionale, contro la Russia i Ceceni, contro Israele i Palestinesi. Il primo attacco suicida in Medio Oriente è stato quello contro l’ambasciata irachena di Beirut, nel 1981 (27 morti e oltre cento feriti). Kamikaze Il termine kamikaze usato sui mass-media è improprio, quando viene riferito agli attacchi suicidi ispirati dal fondamentalismo musulmano. Il termine più appropriato per designarli è “shahid”, cioè martire. 1 MATTEO SPERADDIO, In Prima Pagina © Medusa Editrice 2016 – Seconda Edizione - Espansione on line I kamikaze (“vento divino”) erano, invece, giovani piloti giapponesi che, nella fase finale della seconda guerra mondiale, si lanciavano volontariamente con i loro caccia pieni di carburante contro le navi statunitensi (battaglia di Okinawa, aprile 1945), provocando molte vittime e prolungando nel tempo una guerra ormai perduta. La reazione occidentale al terrorismo L’attentato più shoccante per l’opinione pubblica mondiale è stato l’attacco alla Torri gemelle dell’11 settembre 2001, shoccante per le modalità con cui è stato portato a termine e shoccante per il numero di vittime. I paesi più colpiti dal terrorismo sono però i paesi arabi e, più in generale, i paesi di religione islamica. In Europa, negli ultimi due anni il paese più colpito dal terrorismo islamico è stata la Francia. Il pericolo terrorista ha provocato un aumento delle misure di sicurezza e dei controlli soprattutto negli aeroporti e una limitazione delle garanzie democratiche e processuali negli Stati Uniti. La paura del terrorismo – accentuata dal problema dei profughi – ha portato anche a limitazioni della libertà personale in Francia e alla chiusura delle frontiere interne dell’Unione Europea (sospensione del Trattato di Shengen). Nel periodo immediatamente successivo all’11 settembre, ci sono state gravi ricadute economiche negative in tutti i paesi occidentali. Soprattutto il settore dei trasporti e quello turistico ne hanno sofferto molto. Polizia, magistratura e servizi segreti hanno alzato la guardia, aprendo molte inchieste e intensificando i controlli. Molti gli arresti, non solo negli Stati Uniti, ma anche in Europa e in Italia. L’attacco alle Torri gemelle ha influenzato i rapporti internazionali per un decennio. Gli Stati Uniti hanno subito lanciato l’allarme nei confronti degli Stati canaglia, cioè di quegli Stati accusati di favorire il terrorismo internazionale, con un atteggiamento di tolleranza o addirittura di complicità nei confronti del terrorismo. Dopo vari avvertimenti e dopo un invito a consegnare il capo riconosciuto di al Qaeda, Osama bin Laden, gli Stati Uniti hanno prima attaccato con l’aviazione e poi invaso l’Afghanistan. 2 MATTEO SPERADDIO, In Prima Pagina © Medusa Editrice 2016 – Seconda Edizione - Espansione on line Secondo gli Stati Uniti, non si sarebbe però trattato di una guerra tra due Stati, ma di un’operazione di polizia internazionale, tesa ad arrestare i terroristi. L’attacco americano ha provocato la caduta del regime dei talebani, ma bin Laden è stato catturato e ucciso solo dopo molti anni. Successivamente gli Stati Uniti hanno rivolto la loro attenzione a un altro Stato canaglia, l’Iraq, governato dal dittatore Saddam Hussein, accusato di essere complice del terrorismo internazionale e di disporre di armi distruzione di massa. Nonostante la contrarietà di gran parte dell’opinione pubblica internazionale e del mancato avallo dell’ONU, le truppe di Stati Uniti e Regno Unito hanno attaccato l’Iraq, hanno sconfitto le truppe di Saddam e arrestato lo stesso dittatore, che successivamente è stato condannato a morte e giustiziato. La gestione del dopoguerra si è rivelata però più difficile del previsto: i soldati americani ha subito continui attacchi e hanno pagato un pesante contributo di sangue, mentre l’Iraq è scivolato in un clima di guerra civile, diventando un ulteriore elemento di instabilità nel Medio Oriente. Il terrorismo frattanto ha continuato a spargere sangue in tutto il mondo. Gli sviluppi della situazione hanno dimostrato che rispondere con la guerra al terrorismo non è la strategia migliore, perché logora la situazione politica internazionale e allontana le possibilità di riportare la pace in Medio Oriente. Dopo la Primavera araba, nel 2010-2011, guerre civili sono scoppiate in Siria, nello Yemen e in Libia e tutto il Medio Oriente appare ora destabilizzato. Di questa situazione ha approfittato una nuovo gruppo terroristico – lo Stato Islamico – che ha occupato una parte della Siria e una parte dell’Iraq, proclamando la nascita del Califfato (vedi cap. 29). Lavoriamoci su 1. 2. 3. 4. Che cos’è il terrorismo? Da chi è praticato il terrorismo a livello internazionale? Che cosa si intende con l’espressione “Stato canaglia”? Quali sono le motivazioni statunitensi per gli interventi in Afghanistan e in Iraq? 5. Quali effetti ha avuto l’attacco alle Torri gemelle sugli USA e sugli altri Stati occidentali? 3