SUBTERRANEA HATON OORE / R BLANEY feat. MARK E.SMITH

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SUBTERRANEA HATON OORE / R BLANEY feat. MARK E.SMITH
JAMES BATTY
DAKOTA SUITE|VAMPILLIA
The Sea Is Never Full
Karaoke Kalk
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S
U
B
T
E
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A
N
E
A
Il lato afasico e sperimentale di Dakota Suite torna a
manifestarsi sotto forma di una collaborazione con
l’ensemble Vampillia, nata durante un tour condotto
insieme in Giappone nel 2011. Proprio in quel periodo
si verificò l’incidente nucleare di Fukushima, evento
che non poté non colpire profondamente la sensibilità
di Chris Hooson e David Buxton. Quella traccia
concettuale ed emotiva è stata in seguito riversata
in The Sea Is Never Full, opera costituita da quattro
movimenti, due dei quali (quelli della title track) molto
lunghi, tanto da raggiungere i tre quarti d’ora di
durata complessiva. La formula unisce il compunto
camerismo di Dakota Suite con le destrutturazioni
rumorose dei Vampillia, “orchestra brutale” che ha già
lavorato con artisti quali Merzbow, Nadja e Lustmord.
I diversi retroterra dei protagonisti di The Sea Is Never
Full producono sinfonie dal tono elegiaco e fortemente
suggestivo, che muovono dalle armonie pianistiche o
dagli archi per poi implodere in imponenti crescendo
di rumore. L’interazione tra le due componenti del
lavoro resta comunque sua componente essenziale,
alternando apici drammatici percorsi da rumori e
distorsioni ai più limpidi scorci dei due brevi movimenti
finali; in questo modo The Sea Is Never Full trascende
di gran lunga la mera sommatoria di espressioni
diverse, traducendo il proprio carattere contemplativo
in UN EMPATICO INVITO ALLA RIFLESSIONE.
Sanctuary (Overtones and
Deviations)
Frozen Light
James Batty è un giovane
compositore inglese
all’esordio discografico
con l’album Sanctuary
(Overtones and Deviations).
Tre mesi di registrazione
per condensare un’estetica
legata solo formalmente
al mondo dell’accademia:
la scala a 16 toni anziché
quella occidentale con 12
toni; un pianoforte preparato
che si immerge spesso e
volentieri in un bagno di
elettronica per aprire le porte
di dimensioni sconosciute.
Batty suona frammenti di
melodie come gomitoli da
cui far srotolare fili di note
che si perdono dentro
spazi desolanti. Premi e
riconoscimenti (BBC e
SPNM) hanno già aperto
le porte di TV e Cinema al
talentuoso compositore
londinese.
DA DILUIRE NEL TEMPO.
Roberto Mandolini
Raffaello Russo
BADER MOTOR
Drei Drei Drei
LP Veals & Geek
Questo vinile dei franco
tedeschi Bader Motor
potrebbe girare all’infinito
poiché la sua proposta è
come quei cerchi concentrici
che ipnotizzano e lasciano
qualche strana sensazione al
risveglio. I tre Bader Motor
propongono un sound
ciclico e abbastanza sinistro,
decadente e sperimentale.
In una sola parola Eccitante.
Infatti la pubblicazione è di
quelle che hanno le classiche
sfumature negli angoli più
remoti della traccia, quel
suono che inquieta, con un
cantato insofferente che
rende l’intero disco teso
ma sempre dinamico. Drei
Drei Drei potrebbe essere
comparato ad un acido
andato di traverso; provate
a immaginare i Black Angels
che abbandonano in un
sol colpo la psichedelia
californiana per dedicarsi
allo studio delle più oscure
band del kraut teutonico.
AVVINCENTE.
Gianluca Polverari
CAMERA
Phantom Of Liberty
bureau b
Germania, Berlino, Kraut
Music? Troppo scontata
questa associazione?
Con i Camera si scade
nell’ovvio proprio perché
questi musicisti teutonici
provenienti dalla capitale
rispettano perfettamente
i canoni che partono dai
Neu! e La Düsseldorf, per
allargarsi però verso frontiere
britanniche, come la scuola
ipnotica dei bravissimi
Beak>. Non mancano
ulteriori suggestioni
cinematografiche e i
seguaci di John Carpenter
apprezzeranno per quella
vena di noir futuristico ben
presente in queste note.
Dunque tastiere synth in
evidenza, batteria con
groove in loop, chitarre
essenziali e ben calibrate
che disegnano il corpo
di Phantom Of Liberty,
potenziale colonna sonora
per un sequel di qualche
storico videogame anni ‘80.
RETROMANIA.
Gianluca Polverari
ANNE-JAMES CHATON
/ THURSTON MOORE /
ANDY MOOR
Heretics
Unsounds
Un primo plauso, doveroso,
va al catalogo sempre più
sfaccettato della Unsounds,
la boutique-label co-fondata
da Andy Moor, chitarrista
degli Ex. Questa nuova
uscita affianca Thurston
Moore dei Sonic Youth alla
poetessa francese AnneJames Chaton e Andy
Moor, coppia già rodata
da anni di collaborazioni,
in un inedito trio “eretico”
che gioca con destrezza le
carte della poesia e della
musica improvvisata, in un
percorso non accidentato tra
voci, chitarre ed elettronica.
Superfluo sarebbe
evidenziare uno o più brani
di una scaletta che deve
esser “vissuta” per intero,
dedicandole un ascolto
attento. La confezione
include un libro e un DVD col
“making of” del disco, diretto
dal regista Benoît Bourreau.
CONSIGLIATO.
Raffaele Zappalà
BLANEY feat. MARK
E.SMITH
Urban Nature
Yerrr Productions
Salford non è
semplicemente una zona
periferica di Manchester ma
un punto nevralgico della
cultura e del proletariato
di questa grande area. Da
qui venivano alcuni dei
Joy Division, gli Smiths si
fecero immortalare davanti
al Salford Lads Club nel
disco The Queen Is Dead
e qui si svolgeva la famosa
serie televisiva britannica
Coronation Street. Insomma
Salford con le sue storie,
i suoi contrasti, le sue
violenze, la sua passione,
tutti elementi raccontati
da un cittadino doc come
Blaney, già in passato attivo
nei The Fall, la cult band
di Mark E. Smith che ha
saputo cantare gli umori
di questa terra con piglio
operaio e post punk. E
proprio lo storico leader dei
Fall supporta il suo amico in
Urban Nature, partecipando
in numerosi brani, tutti
interpretati con il classico
accento mancuniano che
ricorda le funamboliche
evoluzioni canore di
Shaun Ryder degli Happy
Mondays, un altro eroe
locale. Urban Nature vive
di asprezze garage, umori
psichedelici sconclusionati
dall’andamento ubriaco e
dal mood puro e sincero,
irresistibile per chi ama
ciò che viene realizzato
discograficamente da quelle
parti. Le canzoni sono
veramente ben costruite,
melodiche al punto giusto e
distorte con altrettanta forza.
TANTO CUORE.
Gianluca Polverari
LEIGHTON CRAIG
Green Coronet
MC A Guide To Saints
Green Coronet è il secondo
album di Leighton Craig,
musicista di Brisbane attivo
in mille diversi progetti
musicali, che spaziano dal
rock (The Lost Domain)
al dream-pop (Primitive
Motion). Già dalle prime
note della sognante
Green Shroud, che apre
la scaletta della sua ultima
musicassetta, si respira
l’atmosfera di un omaggio
all’arte evanescente di
Harold Budd e alla sua
sognante ambient music.
Il musicista australiano
sa come ammaliare con
melodie che sembrano
scomparire nella nebbia. Il
suono è ovattato e ricoperto
di una bruma mattutina:
merito degli amplificatori
vintage Coronet Phase
2 utilizzati da Craig per
registrare l’intero album. Per
gli appassionati del suono
Kranky di Windy & Carl,
Jessica Bailiff e Stars Of The
Lid.
AMMALIANTE.
Roberto Mandolini
FRAGMENT
Nothing Ever Will Be The
Same
Atypeek
Ci sono artisti che creano
un genere, uno stile. Ci
sono altri che rimangono
così influenzati dai propri
maestri che perdono
qualsiasi spunto di creatività
personale. Thierry Arnal da
Lione, in arte Fragment,
deve aver consumato i
dischi realizzati da Justin
Broadrick, soprattutto con
l’incarnazione Jesu piuttosto
che quella di Godflesh, ed
è rimasto così sotto ipnosi
da realizzare in tutto e per
tutto una copia di quel
progetto inglese. L’album
potrebbe essere infatti un
disco di inediti dei Jesu
con le sue dinamiche
post metal shoegaze
narcolettiche e abrasive,
pure nel cantato soffuso
ed effettato che, create
dal suo ideatore hanno un
senso, reinterpretate così
pedissequamente lasciano
più di una perplessità pur
risultando scorrevole.
QUASI UN PLAGIO.
Gianluca Polverari
DANIEL HIGGS
The Fool Sermon Pt.1
LP Ideologic Organ
I Lungfish sono stati una
bella meteora del post rock
e dell’indie folk ipnotico
americano degli anni 90.
Daniel Higgs era il loro
frontman, ora invece è
un solitario oratore che
sussurra i propri testi
con voce profonda e che
tratta il tema di un pianeta
devastato con la natura
che cerca di ribellarsi e di
difendersi. Intorno a queste
sue riflessioni penetranti, ma
che richiedono attenzione
e conoscenza della lingua,
gravitano minimali interventi
di piano, chitarra acustica e
qualche drone. Due lunghe
tracce che potrebbero fare
al caso di Resonance Fm,
la prestigiosa emittente
londinese dai suoni ricercati.
UN DISCO DI NICCHIA.
Gianluca Polverari
KUBA KAPSA ENSEMBLE
Vantdraught 4
Denovali
Kuba Kapsa divide la
sua attività di pianista
tra il cinema, il teatro
e la passione per il
jazz (Contemporary
Noise Quintet e Sextet).
Vantdraught 4 segue
un precedente capitolo
(Vantdraught 10 - vol1), in cui
dieci musicisti si dividevano
violini, viola, violoncello,
vibrafono, marimba e
pianoforte. Per il nuovo
lavoro violino e pianoforte
sono accompagnati da
clarinetti e trombone: questi
i timbri del quartetto con cui
il pianista polacco disegna
le arie melanconiche delle
sue composizioni. Melodie
cariche di romanticismo
che sembrano nate per
raccontare le immagini mute
di vecchi film in bianco e
nero.
DA GUARDARE CON LE ORECCHIE.
Roberto Mandolini
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