ilguaritore - Teatro di Messina

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ilguaritore - Teatro di Messina
produzione Teatro Minimo e Fondazione Pontedera Teatro
coproduzione Premio Riccione per il Teatro, Festival Internazionale Castel dei Mondi di Andria
in collaborazione con Bollenti Spiriti – REGIONE PUGLIA
Ass. alle Politiche Giovanili e alla Cittadinanza Sociale
l’Ass. alla Cultura del Comune di Bitonto
IL GUARITORE
di Michele Santeramo
testo vincitore 51° Premio Riccione per il Teatro
regia Leo Muscato
con (in o.a.) Vittorio Continelli, Simonetta Damato, Gianluca delle Fontane,
Paola Fresa, Michele Sinisi
scene e costumi Federica Parolini
direzione tecnica Alessandro Grasso
foto di scena Matteo Leonetti
segreteria Lidia Bucci
produzione e organizzazione
Luca Marengo per Teatro Minimo
Angela Colucci per Fondazione Pontedera Teatro
produzione Teatro Minimo e Fondazione Pontedera Teatro
coproduzione Riccione Teatro, Festival Internazionale Castel dei Mondi di Andria
in collaborazione con Bollenti Spiriti – Regione Puglia
Assessorato alle Politiche Giovanili e alla Cittadinanza Sociale
Assessorato alla Cultura del Comune di Bitonto
TEATRO MINIMO strada vicinale Cardellina s.n. 70038 Terlizzi (BA) – P.IVA 06060330724
www.teatrominimo.eu
Testo vincitore della 51° edizione del Premio Riccione per il Teatro, “Il Guaritore” testo
di Michele Santeramo, diretto da Leo Muscato, arriva al Teatro Valle Occupato, dal 14 al
19 gennaio 2013 (da martedì a sabato ore 21; domenica ore 18), interpretato da Vittorio
Continelli, Simonetta Damato, Gianluca delle Fontane, Paola Fresa, Michele Sinisi.
„Il Guaritore‟ mette in relazione le storie delle persone, per farle guarire. Ha un fratello che mal
sopporta. Gli arrivano in casa due donne con problemi opposti, e un ex pugile. Questa
guarigione non è cosa facile, serve leggerezza, disimpegno, distacco e grappa. É un personaggio
che prova a mettersi tra il malessere e la soluzione dei problemi. Ha il colletto della camicia
sporco, non ci vede quasi più ma riesce a guarire le persone. Non è un mago ne‟ un medico.
Vive sulla linea d'ombra tra realtà e fantasia, come ogni personaggio della scena.
“Cosa doveva guarire, questo mio Guaritore? Deve guarire le storie – scrive l‟autore – per dirla
meglio, deve guarire delle persone, partendo dal presupposto che per guarire una storia bisogna
metterla in relazione con un‟altra. La relazione, l‟idea di mettere al centro una generosità a cui
trovo sempre meno disposta la gente, come se condividere qualcosa sia diventato perderne il
senso”. Il Guaritore fa proprio questo: “mette le storie in relazione, per fare in modo che
guariscano prendendosi addosso interamente il peso di ogni sua responsabilità, tutto sommato
vuole essere la testimonianza di come non si esce dal silenzio gridando da soli”.
La Giuria del Premio Riccione, composta da Alessandro Gassman, Umberto Orsini, Fabrizio
Gifuni, Elio De Capitani, Fausto Paravidino e Isabella Ragonese, ha scritto: „Il testo di Michele
Santeramo è un testo vivo. È un testo teatrale, che non rinuncia mai all’efficacia scenica di
quello che rappresenta. Lo spettatore è condannato a chiedersi se è di fronte ad una narrazione
naif o elaborata, se è l’autore o se sono i personaggi o gli attori a condurre il gioco, un gioco
teatrale, un gioco antico, fatto di sketch, di porte che si aprono e che si chiudono, di battibecchi
bassi e di monologhi alti, e un gioco popolare e contemporaneo, che ci attira offrendoci la
riconoscibilità delle situazioni teatrali e ci piomba in un mondo che è il nostro, un mondo senza
certezze, un mondo liquido, dove per orizzontarsi non servono più le idee, né quelle vecchie né
quelle nuove, ma dove gli esseri umani – con tutti i loro difetti – non smettono mai di
aggrapparsi alla speranza che sia il confronto con un altro essere umano a salvarli.’
Estratti stampa
Rossella Battisti, l’Unità, gennaio 2014 – C’è un anelito in più nel Guaritore di Michele Santeramo: un desiderio interno che
si avverte andare oltre la semplice pièce. Esplorando la possibilità di una rigenerazione, di curare quelle ferite invisibili e
collettive che sentiamo dentro, sempre più pungenti. Santeramo dice di essere partito dalla storia di un contadino guaritore
delle sue parti per approdare allo strano personaggio protagonista del suo testo, un’ anziano stanco e stralunato che
rimette insieme i cocci esistenziali delle persone grazie a un diverso ordine di quel loro disastrato collage. Ma nello
spettacolo, grazie anche e soprattutto all’interpretazione ironica e struggente insieme di Michele Sinisi, si respira quel metapensiero di cui parlavamo. […] Prove sceniche di riconciliazione col mondo, si potrebbe definirle, per certe opere che
toccano nel profondo, facendo conquistare al Guaritore il Premio Riccione per il Teatro 2011. Santeramo qui fa un passo
alato nella sua scrittura. Il testo risuona di echi tridimensionali, non una trina di storie piuttosto una trama sommersa di
emozioni, amarezze, desideri che vi si mescolano.
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Andrea Pocosgnich, TeatroeCritica, gennaio 2014 - Ti scava dentro, ti si aggroviglia nello stomaco annaspando nel vuoto,
creando, intorno a sé, il vuoto. Il Guaritore di Michele Santeramo è sintesi amara e poetica di qualcosa che ci portiamo
dentro, con cui conviviamo ogni giorno, dello stare al mondo inutile, caparbio, avvilito nella solitudine quotidiana. Abbiamo il
coraggio di chiamarla infelicità? E allora ci aggrappiamo a qualche flebile speranza. Michele Sinisi, interprete sempre più
straordinario per capacità di porgere con grazia i sentimenti che costituiscono la fibra della parola, lo dice da subito nei
panni del vecchio guaritore: le storie non si incontrano più, non si incastrano, è per questo che siamo malati. […] Leo
Muscato, alla regia, si trova di fronte a un materiale poetico instabile e prezioso, forse il testo più profondo dell’autore
pugliese, che qui abbandona la durezza del quotidiano per congelare invece i momenti di transito, di silenzio. […]
Graziano Graziani, grazianograziani.wordpress.com, gennaio 2014 - […] E quello del guaritore è, di fatto, un vero e proprio
teatro – così come il testo di Santeramo è un omaggio all’arte della scena. […] Il guaritore è un personaggio vero e proprio,
non solo con una funzione ma con un proprio carisma letterari, come ormai se ne vedono pochissimi nella scrittura
drammaturgica odierna. Lo spettacolo scorre veloce e forse si vorrebbe stare nella stanza del guaritore un po’ di più. E la
carica della piéce, va sottolineato, è principalmente nella bravura di Michele Sinisi, che pure interpreta il personaggio più
fermo, quasi paralizzato, attorno a cui schizzano tutti gli altri. L’attore pugliese è qui in splendida forma e veste i panni di
una vecchiaia ringhiante e beffarda, ma anche stanca e a volte bonaria, davvero con grande maestria.
Caterina Matera, Dramma.it, gennaio 2014 - […] Nell’illusoria convinzione che un fragile uomo possa contenere in sé la
rivelazione, i personaggi di Santeramo diventano entità rumorose e goffe, incapaci di osservare ciò che è «altro da sé»,
inadatti a ricomporre le proprie esistenze. Il Guaritore è un complesso drammaturgico acuminato e sinuoso il cui fulcro è il
bravissimo Michele Sinisi. “Dai la voce”, dice il guaritore. Lʹesternalizzazione, la relazione, l’ascolto, la condivisione, si
rivelano come uniche soluzioni. Cos’è questo se non il gioco del teatro? Il Guaritore “mette in scena” un moto di memoria
esperienziale collettivo, varca le soglie fisiche del Teatro e s’insinua nelle coscienze.
Isabella Polimanti, SaltinAria, gennaio 2014 - […] La forza e il vigore dello spettacolo sono certamente racchiusi nel talento
e nelle ottime capacità interpretative dell'intero cast di attori. Tutti bravissimi. Paola Fresa restituisce con grande talento la
drammaticità chiusa del suo personaggio, allentando lentamente la compressione della sua diffidenza. Simonetta
Damato risulta assolutamente credibile nell’interpretazione di un personaggio dal carattere rabbioso e ostile. Bravissimo,
esilarante, divertente Vittorio Continelli nell’interpretazione del pugile, in cui fa emergere quel carattere stravagante che lo
contraddistingue, non senza sprazzi di lucida saggezza. Gianluca delle Fontane delinea abilmente il carattere vivace e
folcloristico del fratello del Guaritore. Infine la straordinaria interpretazione di Michele Sinisi che dà vita, in modo davvero
magistrale, ad un personaggio ai limiti tra la bizzarria e la saggezza.
Laura Novelli, Paneacqua Culture, gennaio 2014 - […] Il testo del quarantenne pugliese – fondatore, insieme con lo stesso
Sinisi, della compagnia Teatro Minimo di Terlizzi e autore di precedenti titoli quali, tra gli altri, “La rivincita”, “Le scarpe”,
“Sequestro all’italiana” – mira a confondere le acque, i registri, gli stili. Il bozzetto farsesco dell’incipit, con quel botta e
risposta “rissoso” che tanto evoca scenari da commedia dell’arte e passaggi dell’Eduardo più leggero, cede il passo poi a
un andamento quasi beckettiano. O meglio, ad una grottesca galleria di personaggi che ricordano vagamente Copi,
Ionesco, con però un afflato melodrammatico tutto italiano. Eccole le due donne disperate (le brave Paola Fresa e
Simonetta Damato) che il guaritore è chiamato a curare: una moglie vibrante di nervosa impazienza e una single ribellatasi
al suo stesso destino […].
Lorenzo Marziali, online-news.it, gennaio 2014 - […] E’ un testo maturo, Il Guaritore, che non perde mai di vista l’efficacia
scenica mentre si spiega e si rivela nella sua profondità, nascosta appena dietro un delicato velo naïf. L’interpretazione
degli attori diverte e al contempo fa riflettere lo spettatore, che non può che chiedersi continuamente dove e quando debba
finire il viaggio introspettivo che le battute del guaritore lo obbligano ad intraprendere. A questa poetica si allinea anche la
regia di Muscato, lineare e cullata da una tempistica vicina alla perfezione, così da non annoiare ma lasciare anche il
tempo di digerire quel che si vede e si sente. Il tipo di cura proposto da Santeramo porta a una guarigione, per così dire,
sociale ancor prima che psicologica […].
Serena Giorgi, Il Grido.Org, gennaio 2014 - […] Un testo contorto e insieme fluente quello de Il Guaritore, dove la regia
asciutta di Leo Muscato fa da guida agli attori capaci di armonizzarsi con i ruoli, non sempre immediati. Michele Sinisi,
straordinario nell’interpretazione, rafforza le caratteristiche del suo personaggio con un accento pugliese, mentre Paola
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Fresa nei panni della sposa, fa un monologo profondo sulla sua condizione, riuscendo ad essere goffa e drammatica allo
stesso modo. Così come Vittorio Continelli che interpreta il pugile, è ripetitivo e sciolto insieme […].
Andrea Porcheddu, linkiesta.it, novembre 2013 - […] questo breve minimo affresco è di angosciante attualità: si avverte
quel bisogno di cure, di guarigione, di chi – e siamo tanti – cerca ancora confusamente il senso del proprio stare al mondo;
il valore della propria identità, mortificata dalla povertà e dalla mancanza di prospettive; la voglia di fare i conti con il proprio
vissuto che non dà però alcuna serenità… c’è tutto, qui: sussurrato, suggerito, evocato. Con l’allusione e l’illusione che un
guaritore potrebbe salvare la vita.
Renato Palazzi, Il Sole 24 Ore, 29 settembre 2013 - […] E’ una bella commedia, questa di Santeramo. E’ l’opera di un
talento ormai maturo, che scrive benissimo senza perdere di vista le dinamiche della scena. Come autore, lui è cresciuto
all’interno della compagnia per la quale ha composto la maggioranza dei suoi testi, quel Teatro Minimo che ha fondato una
dozzina d’anni fa con l’altro Michele, il bravissimo Sinisi […]. Ma lo spettacolo vive soprattutto dell’eccellente interpretazione
collettiva: accanto a Sinisi, che tratteggia splendidamente quel vecchio profeta d’accatto attaccato a una flebo, ci sono
Gianluca delle Fontane nei pittoreschi panni del figlio-assistente che vorrebbe prenderne il posto, Vittorio Continelli in quelli
del pugile, l’ottima Paola Fresa e Simonetta Damato.
Nicola Viesti, Hystrio, ottobre/dicembre 2013 - […] il lavoro di Santeramo coniuga reale e astrazione catturando lo spettatore
con sottile inquietudine. E, soprattutto, riesce a disegnare una figura di protagonista degna di memoria a cui presta vita in
maniera esemplare Michele Sinisi, un attore, di solito efficace e bravo, qui in particolare stato di grazia. Concorre all’ottimo
risultato la regia di Muscato concentrata sui ritmi e sulle sospensioni risultando compatta, giustamente incardinata al
protagonista che ne regola quasi il respiro.
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