fragola delle dolomiti bellunesi

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fragola delle dolomiti bellunesi
Atlante dei prodotti agroalimentari tradizionali del Veneto
PRODOTTI VEGETALI ALLO STATO NATURALE O TRASFORMATI
FRAGOLA DELLE DOLOMITI BELLUNESI
Eventuali sinonimi e termini dialettali
Fragola delle Dolomiti bellunesi, fragola della montagna bellunese.
La storia
Le fragole hanno da sempre suscitato l’interesse
del contadino e del montanaro che, potendone disporre senza sforzo o impegno per la loro coltivazione in quanto specie spontanee, ha imparato a
servirsene. Il suo consumo è testimoniato nell’area
dolomitica bellunese da innumerevoli ricette per
la produzione soprattutto di dolci, torte, crostate,
succhi e confetture.
Dagli anni sessanta l’attrazione per i piccoli frutti
in genere e per la fragola in particolare, arrivò anche nelle città, suscitando un brusco innalzamento
della domanda. Così nell’area bellunese, proprio
per soddisfare tale nuova richiesta di consumo,
furono fatti i primi tentativi di promozione della coltivazione della fragola in un’ottica di moderna frutticoltura. A favore dello sviluppo della coltura della
fragola c’erano poi anche altri motivazioni: l’amplissimo ambiente di adattamento e la locale grande
vocazionalità dell’habitat naturale, il reddito molto
alto a breve scadenza e la possibilità di inserimento in aziende agricole quale attività collaterale e di
integrazione al reddito. La locale realtà agricola non
mancò all’appuntamento e sorsero in quegli anni
nuove aziende agricole e cooperative di produttori
di fragole e piccoli frutti.
Descrizione del prodotto
La fragola diffusa in coltivazione nell’area delle
Dolomiti bellunesi, appartiene alla famiglia delle
Rosacee e la specie base è la Fragaria vesca L..
Le piante coltivate sono selezioni di varie specie
del genere Fragaria e talvolta ibridi. Accanto a queste selezioni, alcune aziende locali propongono la
fragolina di bosco, caratteristica varietà selezionata
molto simile per gusto e profumo alle “vicine” fragole spontanee del sottobosco, con cui dividono il
medesimo ambiente e clima. Proprio le caratteristiche montane dei siti di coltivazione e la loro elevata
naturalità, fanno sì che la “fragola della montagna
bellunese” presenti un buon livello qualitativo, facilmente riscontrabile dalle analisi sensoriali. Nella formazione delle caratteristiche organolettiche
(dolcezza, acidità, aroma, profumo) incide molto il
clima e in particolare le forti escursioni termiche
giornaliere. Al di là delle varietà utilizzate, interessante appare anche l’alto livello qualitativo del colore delle polpa e la giusta consistenza della stessa.
Predominante e tradizionale, è la coltivazione delle
fragole rifiorenti, semiprecoci e con frutti di pezzatura media.
Processo di produzione
Le aziende agricole che si dedicano alla coltivazione della fragola, sono in massima parte aziende
di piccole dimensioni, organizzate per la vendita
diretta e per l’agriturismo. La coltivazione avviene
per lo più in pieno campo, con tecniche a basso
impatto ambientale, in porche pacciamate e dotate
di impianti di irrigazione. La fragola è coltivata anche in coltura protetta, con tunnel coperti da film
di materiale plastico, steso su archi in metallo; nelle aziende specializzate è prodotta fuori suolo in
sacchetto.
La raccolta manuale avviene a più riprese nell’intera stagione estiva e autunnale, in funzione delle
varietà coltivate. Le fragole sono riposte in cestini,
sistemati poi in plateau all’ombra. Considerate le
piccole dimensioni aziendali dei produttori, il prodotto non è sottoposto ad alcun tipo di condizionamento.
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Usi
Destinata al consumo fresco, è utilizzata dalle locali pasticcerie e gelaterie ma anche per la trasformazione in confettura, per lo più curata da aziende artigiane, e ciò contribuisce alla sua valorizzazione.
Reperibilità
La “fragola delle Dolomiti bellunesi” è avviata al
consumo fresco e, dunque, alla vendita diretta
nelle aree di produzione nel periodo estivo-autunnale.
Territorio interessato alla produzione
Provincia di Belluno. Le aree di maggiore diffusione sono il Feltrino, l’Agordino e l’Alpago.
Atlante dei prodotti agroalimentari tradizionali del Veneto
PRODOTTI VEGETALI ALLO STATO NATURALE O TRASFORMATI
FRAGOLA DI VERONA
Eventuali sinonimi e termini dialettali
Fragola di Verona.
diverse più grosse e pregiate specie se ne coltiva negli orti e nei fragoleti delle ville prossime alla
città dove trapiantansi dal marzo alla fine di aprile
oppure è meglio forse, dal settembre all’ottobre,
riuscendo dovunque, ma di preferenza nelle terre
sciolte e profonde”.
Descrizione del prodotto
La fragola è un frutto acidulo della famiglia delle
Rosaceae. È caratterizzata da forma conica, globulosa o cuoriforme e cosparsa superficialmente da
numerosi acheni. La Fragola di Verona appartiene
alla specie Fragaria x Ananassa Duch. ed è adatta
sia alla produzione autunnale (settembre - primi di
dicembre), sia a quella primaverile (aprile - giugno)
in coltura protetta. È di dimensioni piuttosto grosse in quanto il calibro minimo dei frutti non deve
essere inferiore a 22 mm, presenta eccellenti e
tipiche caratteristiche di aroma, sapore e colore.
Risulta essere molto consistente e di conservazione piuttosto durevole.
La storia
La fragola era conosciuta e apprezzata fin da tempi
antichissimi. Sembra che in Italia crescesse spontanea già due secoli prima Cristo. Secondo testimonianze depositate presso l’Archivio di Stato di
Verona, datate 1796, la fragola era presente negli
orti cittadini veronesi ancor prima del XVII secolo.
La tradizione produttiva e il successo sui mercati
locali della fragola è ben descritta da A. Balladoro
nel suo volume sul “Folklore Veronese” del 1897.
Anche il Sormano Moretti nella monografia “La
provincia di Verona” del 1904 (vol. II, p. 46), ricorda che le fragole “cominciansi a cogliere in fin di
maggio e di cui, oltre alle piccole montanine (…)
Processo di produzione
Le fragole sono coltivate in tutta la provincia di Verona. Il loro normale periodo di maturazione va da
aprile a giugno. La fragola coltivata è una pianta
che ama i climi temperati e i terreni di medio impasto, leggeri, piuttosto acidi e ricchi di sostanza organica, ben lavorati, soffici e freschi. Richiede continue attenzioni per soddisfare le notevoli richieste
nutrizionali all’impianto e durante l’autunno. A primavera, nel periodo precedente la fruttificazione,
necessitano anche di concimazioni fogliari. Inoltre
abbisognano di acqua in quantità moderate ma costanti durante tutto il ciclo colturale. Vanno raccolte
manualmente quando sono mature, preferibilmente di sera.
Usi
La fragola è un frutto ricco di vitamina C. Può essere gustata fresca, tagliata a pezzi con l’aggiunta
di succo di limone e zucchero o con un po’ di vino,
oppure può essere trasformata in marmellata o
usata nella preparazione di dolci e gelati.
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Reperibilità
Reperibile nel periodo.
Territorio interessato alla produzione
Comuni di Bevilacqua, Bonavigo, Boschi S. Anna,
Bovolone, Buttapietra, Castel d’Azzano, Erbè, Isola
della Scala, Isola Rizza, Minerbe, Nogara, Oppeano,
Palù, Povegliano Veronese, Salizzole, S. Giovanni
Lupatoto, S. Martino Buonalbergo, S. Pietro di Morubio, Sorgà, Terrazzo, Verona, Vigasio, Villafranca
di Verona, Zevio, Mozzecane, Nogarole Rocca,
Trevenzuolo, Caldiero, Belfiore, Ronco all’Adige,
Veronella, Albaredo d’Adige, Roverchiara, Angiari
e parte del territorio dei comuni di Legnago, Lavagno, Colognola ai Colli, Gazzo Veronese, Sommacampagna e Valeggio sul Mincio, tutti in provincia
di Verona.