allegato - liceo ginnasio statale “ugo foscolo”

Transcript

allegato - liceo ginnasio statale “ugo foscolo”
Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Ufficio Scolastico Regionale per il Lazio
LICEO GINNASIO STATALE UGO FOSCOLO
Distretto Scolastico n.42
Via San Francesco d'Assisi, 34 - 00041 Albano Laziale (Roma)
06.121128285 - 06.67663843
[email protected]; [email protected]
XVII EDIZIONE Premio Letterario «Ugo Foscolo»:
Tema del concorso: IL SILENZIO
“Ciao, oscurità, vecchia amica
sono qui per parlarti di nuovo
perché una visione arrivando dolcemente
ha lasciato i suoi semi mentre dormivo
e la visione
che si è fissata nella mia mente
rimane ancora
dentro il suono del silenzio…”
Paul Simon , “The Sounds of Silence”
Con queste parole, in un dipanarsi di emozioni incontenibili, ha inizio la fantasia potente e commovente del protagonista di una
delle canzoni più significative della storia della musica moderna.
Il messaggio principale lanciato da Paul Simon sembra essere la difficoltà dell’uomo a comunicare con i propri simili.
Il silenzio diventa mancanza di comunicazione tra gente che parla senza comunicare, sente senza ascoltare, è apatica nei confronti
degli altri.
La comunicazione è superficiale, nessuno osa raggiungere l’altro e disturbare il suono di quel silenzio assordante, di quel rumore di
parole vane lasciate fluire per abitudine, per riempire il vuoto di esistenze che non vogliono interagire con l’altro.
“Esiste qualcosa di più grande e più puro rispetto a ciò che la bocca pronuncia. Il silenzio illumina l’anima, sussurra ai cuori e li unisce.
Il silenzio ci porta lontano da noi stessi, ci fa veleggiare nel firmamento dello spirito, ci avvicina la cielo; ci fa sentire che il corpo è
nulla più che una prigione, e questo mondo è un luogo d’esilio”. (Khalil Gibran)
L’uomo ha sempre sentito l’esigenza di raccogliersi in se stesso e godere di momenti più o meno lunghi e intensi di silenzio.
Ritagliarsi degli spazi in cui poter restare soli con se stessi estraniandosi dalla dipendenza al rumore, alle parole e alle attività
quotidiane è oggi un atto rivoluzionario, bersagliati come siamo da rumori molesti che giungono da ogni parte.
Nella società contemporanea il rumore viene considerato un segnale positivo che si traduce in benessere economico.
“Presto il silenzio diventerà una leggenda. L’uomo ha voltato le spalle al silenzio. Giorno dopo giorno inventa nuove macchine e
marchingegni che accrescono il rumore e distraggono l’umanità dall’essenza della Vita, dalla contemplazione e dalla meditazione.
Suonare il clacson, urlare, strillare, rimbombare, frantumare, fischiettare, rettificare e trillare rafforza il nostro ego”. (Jean Arp)
Il rumore indica che l’industria funziona a meraviglia, le nostre macchine lavorano, i registratori di cassa segnalano incassi e quindi il
denaro si muove, l’assordante fragore dei martelli pneumatici ci stordisce, ma ci rammenta che stanno eseguendo dei lavori e quindi
l’economia gira, si continua a cementificare, con tutto ciò che ne consegue, e quindi si produce…si cresce.
Il silenzio è negativo e nella nostra visione del mondo è una metafora del malfunzionamento della società.
Ascoltare il silenzio non si traduce in assenza di suoni, ascoltare il silenzio ci aiuta invece a sentire i suoni del mondo e non i rumori.
“Ho sempre amato il deserto. Ci si siede su una duna di sabbia. Non si vede nulla. Non si sente nulla. E tuttavia qualche cosa
risplende nel silenzio”. (Antoine de Saint-Exupèry)
Abbiamo tutti bisogno di silenzio, di precipitare delicatamente nel vuoto in esso racchiuso, di chiudere gli occhi e ascoltare la nostra
anima.
“In un atteggiamento di silenzio l’anima trova il percorso in una luce più chiara, e ciò che è sfuggente e ingannevole si risolve in un
cristallo di chiarezza”. (Gandhi)
Ascoltare il suono meraviglioso della natura è diventato quasi un lusso, ma non smettiamo di cercarlo.
Il silenzio ci insegna a plasmare i nostri pensieri, a lasciar scivolare via quelli di poco conto, a lasciarci inebriare dalla bellezza.
Quella stessa bellezza che Winckelmann definiva come “edle Einfalt und stille Größe”: una nobile semplicità e una tranquilla
silenziosa grandezza.