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RASSEGNA WEB
KEY4BIZ.IT
Data pubblicazione: 30/09/2015
Cybersecurity, cresce del 3,5% il mercato italiano del
software
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Le tecnologie dell’informazione e della comunicazione rappresentano una risorsa essenziale per il
funzionamento e la competitività dell’economia contemporanea: alla base dei sistemi complessi che
fanno funzionare la finanza, la sanità, l’energia e i trasporti, tali tecnologie stanno pervadendo
gradualmente anche gli altri settori economici, in particolare attraverso l’utilizzo di internet e delle sue
applicazioni.
Il convegno di stamane organizzato a Roma da Nomisma e ITway, “L’industria della cyber security
per la competitività del sistema imprenditoriale italiano”, ha mostrato vantaggi e vulnerabilità di
questo ecosistema digitale sempre più diffuso, con un mercato di soluzioni per la cyber security che
nel 2020 varrà in tutto il mondo più di 170 miliardi di dollari.
Per quanto riguarda l’Europa, il mercato dei servizi di sicurezza informatica e digitale varrà circa 35
miliardi di dollari già nel 2019, mentre per l’Italia parliamo di poco meno di 800 milioni di euro (dati
Assinform per il 2013).
Nomisma, ad esempio, ha recentemente realizzato per il Dipartimento delle Informazioni per la
Sicurezza una ricerca che è scaturita da una considerazione di fondo: gli utenti dei sistemi di
informazione e ICT non percepiscono compiutamente le minacce incombenti in campo cyber e il loro
possibile impatto economico.
Stando allo studio presentato, in Italia, considerando i singoli segmenti, quello del software è la
componente che ha evidenziato l’andamento più vivace (+3,5%), ma in crescita è anche il segmento
dei servizi che segna un +1,6%.
Nel 2014 l’unico segmento in contrazione è stato quello dell’hardware, in flessione dell’1%. Ma
nonostante crescano gli attacchi informatici, non tutti i dati hanno segno positivo. Negativa infatti,
evidenziano gli analisti, è la dinamica degli investimenti digitali nella pubblica amministrazione italiana.
Nel caso delle amministrazioni pubbliche, infatti, si è rilevato un calo della spesa del 2,6% (contro il 11,6% del 2013), imputabile prevalentemente alle componenti di servizi Ict, mentre per quelle locali la
dinamica negativa ha fatto registrare un calo del 2,1% per un valore complessivo dei mercato pari a
1.237 milioni di euro.
Il settore delle imprese che offrono tecnologie e servizi avanzati nel settore Ict, emerge ancora dallo
studio, “è di assoluto rilievo” e conta in Italia più di 75.000 imprese e 456 mila addetti, concentrati
principalmente nell’ambito dei servizi (circa il 70%), nel software (23%), telecomunicazioni (5%),
produzione hardware (1,5%).
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Data pubblicazione: 30/09/2015
L’indagine, infine, condotta su un campione di 87 società di capitali, ha messo in evidenza come la
maggior parte delle imprese monitorate sia di piccole e medie dimensioni – il 73% di esse presentava
nel 2013 un valore di ricavi al di sotto dei 5 milioni – e piuttosto giovane, costituita a partire dall’anno
2000.