maggio 2007

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maggio 2007
MAGGIO 2007
Oggi il GIS NEWS vorrebbe trasmettervi l’entusiasmo
al ‘cambiamento condiviso’!
Infatti questo foglio informativo esce in occasione della
giornata di studio del GIS Fisioterapia Pediatrica sulla
Classificazione Internazionale del Funzionamento della
Disabilità e della Salute, tema che vede coinvolti molti
paesi del mondo nella ricerca di modalità adeguate per
comprendere e di conseguenza agire nel percorso della
salute, con l’obiettivo di modificare in senso migliorativo
la qualità di vita delle persone. Per noi fisioterapisti,
(come per tutti i professionisti sanitari, socio-sanitari,
della scuola e chi si occupa delle politiche sociali,
sanitarie ed educative) questa tendenza culturale ci
impone di rivisitare la nostra disciplina nella pratica, dal
lavoro con il paziente alla gestione di un servizio di
fisioterapia, e nell’ iter formativo, dalla formazione di
base alle specializzazioni, attraverso lo studio e la
ricerca, supportati da
nuovi modelli che siano
universalmente riconosciuti e comparabili, che abbiano
alla base i problemi prioritari di salute della popolazione
da servire,
che promuovano la costruzione delle
competenze professionali utili alla risoluzione di quei
problemi, che permettano l’integrarsi delle diverse
competenze tra gli operatori, che considerino la persona
nella sua interezza, dalle sue caratteristiche individuali,
ai suoi bisogni, all’ambiente nel quale vive, che offrano la
possibilità di verificare l’efficacia di un intervento
terapeutico.
In questa ottica ormai da tempo l’AIFI è coinvolta in un
percorso di revisione del percorso formativo e del
profilo professionale del fisioterapista e in questo modo
ha avviato un importante processo di individuazione dell’
identità della professione, che si è espresso nella
realizzazione dei corsi di laurea di base e specialistica,
dei master di specializzazione e sul piano normativo nell’
acquisizione di responsabilità e autonomia. Nel 2003
l’AIFI pubblica un volume che presenta le linee guida per
la formazione del fisioterapista –core competence- in
conformità con le indicazioni dell’Organizzazione
Mondiale della Sanità e avendo come riferimento
normativo il profilo professionale del fisioterapista.
Questo è solo un traguardo del percorso di
elaborazione del ‘…core competence del
fisioterapista che inizia con la fase formativa
universitaria per continuare nella professione
avendo come obiettivo fondamentale quello di
essere fisioterapisti preparati a rispondere in
modo idoneo al bisogno di salute e di
riabilitazione della comunità’.
continua a pag.3
SOMMARIO
Un impegno da condividere PAG. 1
Il core curriculum dei corsi laurea in
Fisioterapia
PAG. 2
ICF:un’opportunità per il fisioterapista
anche in ambito pediatrico PAG. 3
Dalla cura della malattia all’aver cura
della salute
PAG. 6
Indirizzario GIS
PAG. 7
Avvisi
PAG. 8
all’interno inserto speciale ICF
- Pagina 2 – Maggio 2007
IL CORE CURRICULUM DEI CORSI
DI LAUREA IN FISIOTERAPIA
a che punto siamo
Lucia Bertozzi
Coord. Corso Teorico Pratico
Università degli Studi di Bologna
Nel 2003 viene elaborato il primo Core Curriculum dei corsi di
laurea in fisioterapia su richiesta della Conferenza Nazionale
Permanente dei Corsi di Laurea delle Professioni Sanitarie.
Viene elaborato da un gruppo ristretto di fisioterapisti con
l’idea di creare una base, una bozza dalla quale partire per poi
stimolare i docenti e tutti gli interessati alla formazione del
fisioterapista a dare il proprio contributo anche in termini
dialettici proponendo tutti i possibili miglioramenti, ma il testo
non crea nessun tipo di scambio di idee e riposa indisturbato
anche dopo la sua pubblicazione su Scienze Riabilitative nel
gennaio del 2005.
Nel dicembre del 2006 l’Ufficio Formazione dell’Associazione
Italiana Fisioterapisti promuove una revisione di quel primo
Core Curriculum. L’idea di riesaminare quell’ iniziale documento
nasce proprio dall’esigenza di creare un atto prodotto da una
condivisione più ampia di fisioterapisti e dalla necessità di
avere a disposizione uno strumento nuovo, che faciliti i corsi di
laurea in fisioterapia al raggiungimento degli obiettivi
formativi qualificanti in vista dell’applicazione del DM
270/2004 e quindi di nuovi ordinamenti.
Nella prima riunione promossa dall’Ufficio Formazione viene
impostato il metodo di lavoro, vengono individuati dei
responsabili di area (suddivisioni di attività formative) e
nominati due coordinatori ed un supporto per dirigere i lavori.
Vengono scelti come modelli di riferimento per questa
revisione:
- la definizione del Prof. Luciano Vettore che dice che “il core
curriculum è il complesso di contenuti essenziali (conoscenze,
competenze, abilità e comportamenti) che tutti i neo-laureati
debbono avere acquisito in modo completo e permanente per
l’esercizio iniziale della professione”;
- i Core Curriculum dei Corsi di Laurea delle Professioni
Sanitarie presenti nel sito della Conferenza Nazionale
Permanente dei Corsi di Laurea delle Professioni Sanitarie;
- il Core Curriculum del Corso di Laurea in Fisioterapia
elaborato nel 2003 e pubblicato su Scienze Riabilitative
- il Core Curriculum per i Corsi di Laurea Specialistica in
Medicina.
In base a questi modelli viene predisposto un format che viene
inviato ai responsabili, i quali per rispondere al mandato creano
reti più o meno fitte di esperti delle discipline contenute nella
loro area. Alcuni di questi si rivolgono ai Gruppi di Interesse
Specialistico dai quali ricevono preziosi contributi.
È questo il caso del G.I.S. Pediatrico. Infatti essendo un’intera
area dedicata alle attività formative che interessano l’infanzia,
si rende particolarmente utile il supporto del G.I.S. Pediatrico,
che la responsabile d’area, Luisa Montanari, coinvolge per
produrre le Unità Didattiche Elementari che corrispondono,
appunto, alle competenze che il neo-laureato deve avere al
termine del corso di studi, in area infantile.
Tutto il materiale prodotto dai responsabili e dai loro
collaboratori viene raccolto, assemblato e rimodellato
utilizzando un parametro temporale, ogni Unità Didattica
Elementare (unità di misura del core) deve corrispondere ad un
obiettivo di apprendimento/insegnamento di 2 ore.
Il testo così elaborato viene inviato ai presidenti e ai
coordinatori dei 38 corsi di laurea in fisioterapia italiani per
una validazione. Nasce una importante discussione a livello
nazionale che è tutt’ora in corso. Al meeting di primavera della
Conferenza Nazionale Permanente dei Corsi di Laurea delle
Professioni Sanitarie di Alghero, il 19 e 20 aprile 2007 viene
presentato il core curriculum come lavoro in corso.
Infatti il lavoro sul Core Curriculum deve continuare per
migliorarne la leggibilità e la fruibilità, per armonizzarne le
parti, per trasformarlo in una banca dati (da excel a access),
per completarlo, per integrarlo con il tirocinio, che è ancora
non è stato elaborato, per esplorarne le parti critiche e perché
nessun core curriculum è definitivo!
Bibliografia
Binetti l, Valente D. Tradizione e innovazione nella formazione
Universitaria delle professioni sanitarie: Il core curriculum, dal
core contens al core competence. Società editrice Universo,
Roma
Bertozzi L, Bielli S, Costi S, Pillastrini P. Il Core Curriculum del
Fisioterapista. Scienza Riabilitativa, Vol. 7.1, Gennaio 2005,
pag. 5-44 - CINAHL AN: 2009214965
Core Curriculum per i Corsi di Laurea Specialistica in Medicina
- disponibile sul sito:
http://www.presidentimedicina.unibo.it/sito_new/
Vettore L, Scandellari C. Come identificare le competenze
essenziali per conseguire la laurea in medicina? Una proposta di
metodo. Med.Chir. 15: 518-26, 2000
Tommasi A, Gaddi A, Vettore l. Core curriculum degli studi
medici. Med.Chir. 16: 566-74, 2001
Gaddi A, Vettore l, Tommasi A. Il Core curriculum degli studi
medici: proposta metodologica per una sua prima revisione.
Med.Chir. 22: 846-9, 2003
Vettore l, Gaddi A, Tommasi A. La revisione del Core
curriculum. Med.Chir. 29: 1103-05, 2005
Core Curriculum dei Corsi di Laurea delle Professioni Sanitarie
- disponibili sul sito:
http://www.med.univpm.it/ConferenzaPermanenteCLPS/
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ICF: UN’ OPPORTUNITÀ PER IL
FISIOTERAPISTA ANCHE IN AMBITO
PEDIATRICO
Luisa Roberti, dott.ssa in FT, ASL di Firenze
Dall’anno della sua pubblicazione, avvenuta nel 2001,
l’ICF, acronimo di International Classification
Functioning, Disability and Health,
si è diffusa
rapidamente nei diversi continenti ed è stata accolta
positivamente riconoscendo l’enorme sforzo dell’OMS
di trovare un linguaggio comune a livello mondiale.
Anche i fisioterapisti non sono rimasti insensibili a
questa sorta di appello dell’OMS sulla diffusione di
questo nuovo strumento.
Nel 2002 Scienza Riabilitativa gli dedicava un articolo
(Talarico F., Fera F., Mussari R., Manco D., Procopio
M., Dieni V., Mancuso S. ICF-Classificazione
internazionale del Funzionamento della disabilità e
della salute: Un nuovo modello tecnico-scientifico per
una rinnovata visione etico culturale. Scienza
Riabilitativa 2002; 5(4): 8-16); nel 2003 i Quaderni
AITR pubblicavano un articolo della dott.ssa M.
Leonardi, coordinatore scientifico e WHO liason del
progetto ICF in Italia, editor dell’edizione italiana
dell’ICF, co-chair del WHO-ICF children and youth
group, responsabile del Progetto Disabilità INN CB
(Leonardi M. ICF: Classificazione internazionale del
Funzionamento della disabilità e della salute
dell’Organizzazione mondiale della Sanità. Quaderni
AITR 2003; 39: 48-50)
Nel congresso WCPT del 2003 a Barcellona l’ICF
veniva presentata come una innovativa chiave di
lettura utile ai fisioterapisti nel processo di
management del paziente che, come già sottolineato
dall’APTA nella Guide to Physical Therapist Practice
è strutturato secondo un modello di disabilità,
sulla necessità di considerare i
fattori contestuali .
focalizzato
Nel 2006 l’AIFI del Veneto ha organizzato un
importante corso di formazione sull’uso della
classificazione introdotto dall’articolo di Luca
Marzola (L’ICF: grande opportunità per il
fisioterapista. Fisioterapisti 2006; 14: 34).
continua da pag. 1
Oggi l’AIFI è chiamata a revisionare il core curriculum dei corsi di laurea in fisioterapia riesaminando e ricostruendo gli
insegnamenti, perché i contenuti scientifici tecnici e pedagogici siano maggiormente aderenti alla disciplina fisioterapica e a
loro volta siano caratterizzanti per essa; per assolvere a questo compito l’AIFI può attingere contributi importanti dai
contenuti che in questi anni i Gruppi di Interesse Specialistico (anima culturale dell’ASSOCIAZIONE) hanno elaborato.
Ogni GIS dovrebbe riuscire a definire ciò che è essenziale sapere della propria specificità in una formazione di base per
gettare le fondamenta dei successivi approfondimenti.
Il nostro GIS è doppiamente specialistico, perché si occupa di un ampio settore - infanzia e adolescenza - ed è
caratterizzato al suo interno da diverse specializzazioni. Questa peculiarità richiede la capacità di fare i conti con molte
variabili, e alcuni principi fondamentali per tutta la scienza fisioterapica, divengono irrinunciabili per chi si occupa di età
pediatrica: l’approccio olistico, considerare l’aspetto evolutivo, inteso come capacità di previsione e anticipazione, e quindi
l’attenzione al processo di cura oltre che al risultato, la rilevanza dei fattori ambientali, e quindi la necessità di condividere
gli obiettivi con la famiglia, se si tratta del bambino, con il paziente stesso e/o con i suoi caregivers se adulto, e di
collaborare con gli altri operatori coinvolti nel processo riabilitativo.
Il GIS Pediatrico da sempre rivendica l’importanza di una preparazione fisioterapica sulla persona adulta in un dialogo
costante con la preparazione fisioterapica sul bambino, riconoscendo nella pratica le differenze qualitative e quantitative,
perché la formazione di base del fisioterapista riguardi la persona in tutte le fasi della vita e sia davvero completa
attraverso la l’integrazione delle conoscenze e non la somma.
Il GRUPPO DI STUDIO SULLA FORMAZIONE IN FISIOTERAPIA PEDIATRICA – referente la collega Maria
Assunta Battel del CdL dell’Università di Udine- [email protected] invita le colleghe e i colleghi fisioterapisti a
partecipare al dibattito sulla formazione, a essere informati e a portare riflessioni in merito.
Mariangela Marchettini
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In ambito pediatrico la letteratura si è
espressa favorevolmente con la pubblicazione di
numerosi lavori sulle più importanti riviste
internazionali
di
fisioterapia,
terapia
occupazionale e riabilitazione in generale ma
l’applicazione sul campo ha dovuto riconoscerne
alcuni limiti legati all’incapacità degli items di
catturare aspetti della dimensione evolutiva
dello sviluppo (Battaglia M, Russo E, Bolla A e al:
ICF in a cohort of children with cognitive,
motor, and complex disabilities. Dev Med and
Child Neurol 2004; 46: 98-106). Di conseguenza
un gruppo internazionale specifico sull’età
evolutiva ha lavorato per apportare all’ICF
modifiche capaci di superare questi limiti e alla
fine di ottobre 2006 l’OMS ha ufficialmente
annunciato l’approvazione e la pubblicazione
dell’ICF-Children and Youth.
“L’ICF-CY fornisce un linguaggio comune per la
definizione dei bisogni dei bambini e delle
barriere ambientali che essi incontrano,
consentendo di evidenziare il loro diritto a
ricevere protezione, accesso alle cure,
istruzione e servizi.
Sino ad oggi ogni Nazione applicava parametri
diversi anche per classificare le stesse
disabilità offrendo così risposte e soluzioni non
omogenee.
L’ICF-CY può essere utilizzata, insieme alla
Classificazione delle malattie ICD-10 e ad altre
classificazioni diagnostiche, per chiarire gli
aspetti funzionali di malattie croniche e
disabilità in neonati, bambini e adolescenti. A
questo
proposito,
i
risultati
della
sperimentazione sul campo e le applicazioni
della ricerca su ICF e bambini con disabilità,
hanno evidenziato la capacità di questa
classificazione di cogliere i molteplici aspetti
della crescita e dello sviluppo dei bambini nelle
varie età, nelle più diverse condizioni di salute e
nei Paesi più diversi.
Lo sviluppo dell’ICF-CY è avvenuto nell’arco di 5
anni di ricerche ed è stato organizzato e
coordinato da un gruppo di lavoro dell’OMS
composto da Rune J. Simeonsson, Matilde
Leonardi
(Fondazione
IRCCS
Istituto
Neurologico Besta, Milano), Eva Bijork Akesson,
Huib Ten Napel, Judith Hollenweger, Don Lollar
e Andrea Martinuzzi (IRCCS “E. Medea” - La
Nostra Famiglia, Polo Veneto), in collaborazione
con
professionisti,
genitori,
funzionari
governativi e ONG di 18 Paesi in tutti i
continenti (Australia, Brasile, Cina, Egitto,
Germania, Italia, Giappone, Kuwait, Macedonia,
Messico, Russia, Sudan, Sud Africa, Svizzera,
Svezia, Tailandia, USA e Zambia).
E’ rivoluzionario che Paesi con situazioni così
diverse siano riuscite a trovare un accordo che
mettesse il bambino con disabilità al centro di
una riflessione complessa.” (comunicato stampa
del 20 novembre 2006 da parte di La
Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Besta e
l’ IRCCS “E. Medea” - La Nostra Famiglia nel
coordinamento della ricerca mondiale).
E’ riconosciuto che l’ICF è coerente con le
prospettive
attuali
sul
controllo
e
apprendimento motorio, la teoria ecologica, il
pensiero sistemico e la teoria dei sistemi
complessi adattivi.
Come altri strumenti di misurazione della
disabilità l’ICF non è specifico per una
professione, può e deve essere utilizzato dai
componenti
dell’equipe
riabilitativa
che
dovrebbe prevedere operatori sanitari e sociali,
in modo da configurare un profilo sul
funzionamento del soggetto condiviso e utile al
progetto riabilitativo nell’individuare punti di
forza o risorse e punti critici o problemi
secondo il punto di vista sistemico
Secondo Rosembaum e Stewart (The Whorld
Health
Organization
International
Classification of Functioning, Disability and
Health: A Model to Guide Clinical Thinking,
Practice and Research in the Field of Cerebral
Palsy. Seminars in Pediatric Neurology 2004;
11(1): 5-10) il modello di funzionamento e
disabilità proposto dall’ICF ha catturato molto
presto
l’attenzione
delle
persone
essenzialmente per due elementi: 1. lo
spostamento del focus dalla malattia alla salute
e 2. l’inclusione dei fattori contestuali che
spostano il punto di vista sulla disabilità dalla
persona all’ambiente, riconoscendo che la
disabilità è una condizione che ogni persona può
potenzialmente sperimentare in situazioni
contestuali (personali e ambientali) sfavorevoli.
Come è noto l’ICF sostituisce la precedente
classificazione, l’International Classification
Impairments Disabilities and Handicaps del
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1980 (ICIDH), sviluppata dall’OMS per
classificare le “conseguenze della malattia”.
Nell’ICIDH l’OMS proponeva che il modello
medico - eziologia→patologia→manifestazione venisse esteso ad un nuovo modello - malattia/
lesione→menomazione→disabilità→handicap
secondo un processo assolutamente lineare.
Al contrario, il modello proposto dall’ICF ed
espresso nel noto diagramma prevede una
lettura bidirezionale delle diverse componenti
in gioco.
L’approccio alla salute che ne deriva è un
approccio
“biopsicosociale”.
Lo
stesso
cambiamento del linguaggio da menomazione a
funzioni e strutture corporee, da disabilità ad
attività nelle due accezioni di capacità e
performance, da handicap in partecipazione,
favorisce una lettura del funzionamento basata
su ciò che la persona sa fare e riesce a fare nel
suo ambiente di vita. Questa prospettiva nuova
che possiamo definire “abilitante” rispetto alla
precedente “disabilitante” (Goldstein D N,
Coster W: Enhancing Partecipation for Children
with Disabilities: Application of the ICF
Enablement Framework to Pediatric Physical
Therapist Practice. Pediatric Physical Therapy
2004; 16:114-120) richiama con forza il
concetto di diagnosi funzionale e sottolinea
l’importanza per il riabilitatore di passare dalla
diagnosi di lesione a quella di funzione, dalla
semeiotica del difetto alla semeiotica delle
risorse, essenziale per la prognosi sul recupero
e l’acquisizione di funzioni.
Lo spostamento del focus dell’intervento
fisioterapico da impairment-based a functionbased è stato oggetto di diversi lavori nelle
ultime due decadi. Ketelaar, Wermeer, Hart et
al. (Effects of Functional Therapy Program on
Motor Abilities of Children with Cerebral Palsy.
Physical Therapy 2001; 81(9):1534 ) forniscono
un buon esempio sull’effetto di programmi di
“terapia funzionale”.
L’approccio “functional therapy” ha molto a che
fare con i “fattori personali”, riconosciuti
dall’ICF come componenti del modello di
disabilità: il gruppo sperimentale di Ketelaar e
coll. ha lavorato su obiettivi autoselezionati dai
bambini e dalle loro famiglie dimostrando
semplicemente che se i bambini lavorano su
cose ritenute importanti per se stessi piuttosto
che su cose ritenute importanti da altri
ottengono risultati funzionali maggiori.
Questo approccio offre una buona base per
pianificare
programmi
individualizzati,
stressando l’importanza di sviluppare abilità che
siano significative per i bambini e i loro
genitori. In questo contesto il bambino diviene
un risolutore attivo di problemi e non un
recipiente passivo del trattamento (quando
ovviamente ciò è possibile), mentre la famiglia
aumentando il grado di partecipazione nelle
attività quotidiane dei propri figli sviluppa un
punto di vista più realistico e consapevole sul
funzionamento dei bambini stessi nella vita di
tutti i giorni (Ahi L E, Johansson E, Granat T
,Carlberg E B: Functional therapy for children
with cerebral palsy: an ecological approach.
Dev. Med and Child Neurol. 2005; 47:613-619).
Il modello ICF ci chiede di accettare la
variabilità e le differenze rinunciando ai modelli
di normalità, tipici dei metodi neuromotori degli
anni 60-70, frutto dell’illusione emendativa
sostenuta
dalla
allora
corrente
teoria
neuromaturazionista, così come si espresse e
sostenne a suo tempo Milani Comparetti nei
suoi scritti intorno agli anni 80, concetto
portato avanti e sostenuto oggi dalla maggior
parte dei riabilitatori infantili nel nostro paese.
E’ auspicabile che anche i fisioterapisti che
operano in ambito pediatrico utilizzino questo
strumento sia come cornice concettuale per il
ragionamento clinico, soprattutto in presenza di
patologie complesse, sia come strumento
operativo condiviso con altri professionisti per
pianificare obiettivi e strategie riabilitative.
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L’ ICF rappresenta una tappa importante di
un cammino iniziato molti anni fa….
Dalla cura della malattia all'aver cura della salute
Adriano Milani Comparetti
….ricordando
che
lo
slogan
dell'O.M.S. «From cure to care»
che definisce l'impegno innovativo
di passare dal curare la malattia,
all'aver cura della salute, è molto
di più che un elegante gioco di
parole, molto di più che un facile
slogan politico.
Il progetto implica, infatti, una
profonda rivoluzione culturale
nelle scienze umane ed impegna a
rivedere fondamentali aspetti
teorici, la maggior parte delle
metodologie operative come la
struttura dei servizi sanitari.
Una rivoluzione culturale che deve
essere il fondamento di una vera
coerente riforma di tutti gli
interventi sanitari preventivi curativi e riabilitativi.
Se vogliamo che la medicina della
salute sia una rivoluzione culturale
della medicina e non una
rivoluzione contro la medicina
dobbiamo impegnarci a qualificare
la differenza, rispetto alla
medicina tradizionale, dal punto di
vista professionale e non solo da
quello, ormai scontato, puramente
ideologico umanitario e sociale.
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REFERENTI REGIONALI G.I.S. FISIOTERAPIA PEDIATRICA
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ABRUZZO : Anna Rosita BIANCO
Tel. 087240399
[email protected]
BASILICATA : Fiorina STANTE
Tel. 0972642510
Fax 0972642215
CALABRIA : Dora MEGALE
Tel. 0966660461
Fax 0966661712
[email protected]
Speranza GIDARI
Tel. 0984681-829 o –831
[email protected]
CAMPANIA: Francesca GHEDUZZI
Tel.333 8662233
[email protected]
EMILIA ROMAGNA: Teresa TOSELLI
Tel. 0516838430
Fax 0516838122
[email protected]
FRIULI VENEZIA-GIULIA: Monica PITTIMO
Tel. 0433483494.
Fax 0433488316
[email protected]
LAZIO: Marco ZAZZA
Tel. 0668592456
Fax 0668592585
[email protected]
LIGURIA : M.Teresa COLAGROSSI
Tel. 0185305423 Fax 0185310114
[email protected]
LOMBARDIA : Patrizia SALA
Tel. 0392334708
[email protected]
MARCHE : Angela SETARO
Tel. 0732627871
[email protected]
MOLISE : Emilia De FILIPPIS
Tel. 087582373
Fax 0874614756
[email protected]
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PIEMONTE : Gabriella CARPANESE
Tel. 0321374327
[email protected]
PUGLIA : Giacinta PARISI
Tel. e fax 0833-505649
[email protected]
SARDEGNA : M.Concetta CONI
Tel. 0706096863
[email protected]
SICILIA: Giusi DAMIANI
Tel.3284218001
Fax 091 6666226
[email protected]
TOSCANA : Monica MARTINI
tel. 055/5662952 fax: 055/5662916
[email protected]
TRENTINO : Angela BERTI
Tel. 0464453281
UMBRIA : Simonetta GIOMMINI
Tel. 075843193
Fax 075841764
VENETO : Mirca ZANATA
Tel. 043981882
Fax 0439883683
[email protected]
COMITATO ESECUTIVO NAZIONALE
GIS Riabilitazione Pediatrica
Responsabile
FT Mariangela Marchettini
[email protected]
Consigliere
FT Adrienne Davidson [email protected]
Responsabile Tesoreria
FT Giacinta Parisi [email protected]
Responsabile Formazione e Banca Dati
FT Luisa Rossetti [email protected]
Responsabile Stampa e Relazioni Esterne
FT Fabio Turrini [email protected]
REDAZIONE GIS News
Responsabile Stampa e Relazioni esterne:
FT Fabio Turrini: [email protected]
COMITATO EDITORIALE
Referente editoriale FT Beatrice Ferrari:
[email protected]
FT Mariangela Marchettini:
[email protected]
FT Adrienne Davidson:
[email protected]
FT Luisa Roberti:
[email protected]
- Pagina 8 – Maggio 2007
Per i fisioterapisti che si
vogliono specializzare per
l’età evolutiva sono attivi
Master in Riabilitazione Infantile e
Metodologia della Ricerca
promosso dall’Università degli Studi di
Modena e Reggio Emilia
si propone di formare medici, fisioterapisti,
neuropsicomotricisti per l’area neurologica in
metodologia della riabilitazione infantile e
metodologia della ricerca.
Per informazioni contattare
dr.Ft Rita Conti, tel. 0522/ 522414,
e-mail: [email protected]
2 Master
di 1°livello
Master in fisioterapia pediatrica
promosso dall’Università degli Studi di
Firenze
si propone di formare fisioterapisti nella
specializzazione in ambito pediatrico per
le aree muscolo scheletrica,
cardiopolmonare e neurologica.
Per informazioni contattare
dr.Ft Adrienne Davidson,
tel. 055.5662953,
e-mail : [email protected]
Prossima RIUNIONE NAZIONALE
G.I.S. “Fisioterapia Pediatrica” A.I.FI
Febbraio 2008 sede: Azienda Ospedaliera
Meyer, Firenze
IL TORCICOLLO NEL LATTANTE
Diagnosi medica differenziale
Fisioterapia: inquadramento funzionale e
trattamento delle diverse forme
Continua il lavoro del Gruppo di Studio sulla
Misurazione dei Risultati in Fisioterapia Pediatrica
Referente : FT Emilia Maran [email protected]
INVITIAMO TUTTI I COLLEGHI A
COLLABORARE ALL’AGGIORNAMENTO
DELLA BANCA DATI SULLE TESI
IN FISIOTERAPIA PEDIATRICA
inviando per e-mail il nome del laureando, il
titolo della tesi, l’anno accademico ed un
recapito telefonico alla referente del
Gruppo Laboratorio TESI
FT Silvia Paoli [email protected]
Nel prossimo numero troverete news, spunti e
riflessioni dal Congresso Mondiale dei Fisioterapisti
che si terrà a Vancouver dal 1 al 7 giugno 2007
www.wcpt.og oppure www.physiotherapy.ca