La fragilità della Fabbrica 4.0 - Dipartimento di Ingegneria dell
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La fragilità della Fabbrica 4.0 - Dipartimento di Ingegneria dell
La fragilità della Fabbrica 4.0 La spinta all’automazione è molto energivora: parte la corsa al robot efficiente di Riccardo Oldani Le fabbriche del futuro, quelle digitali e smart che stanno già nascendo per effetto del la cosiddetta quarta rivoluzione industriale, avranno sen z’altro tanti aspetti innovativi, ma in una cosa di certo non cambieranno ri spetto al passato: per funzionare hanno biso gno di energia elettrica. Tanta energia elettri ca. «Secondo le stime di un gruppo di lavoro europeo, l’innovazione introdotta da Industry 4.0 porterà a un drastico incremento dei robot, ma anche nelle regioni europee più avanzate non ci sarà tutta l’energia elettrica necessaria a farli funzionare». A segnalarlo è Marcello Pellicciali, docente del Dipartimento di ingegneria Enzo Ferrari dell’Università di Modena e Reggio e responsabile scientifico del progetto europeo Areus, che si propone di sviluppare soluzioni per un’automazione e unaroboticasostenibili. Iniziatonel2oi3 e de stinato a concludersi quest’anno, il progetto è l’ennesimatestimonianzadell’eccellenzadella ricerca italiana. Tra i partner tecnici figura no grandi nom i dell’industria tedesca, come Daimler, il produttore di robot Kuka e Sie mens, chesviluppasistem iperunutilizzoefficiente dell’energia. Nel momento in cui si so no m essi a cercare un partner accademico per studiare come rendere sostenibile la fabbrica del futuro sono approdati a Modena e Reggio, per quanto in Germania non manchino centri di ricerca titolati per studi di questo tipo. Ma, spiega Pellicciali, «queste aziende sono molto efficienti nello scouting della ricerca e tra le tante opzioni che sicuramente avevano a di sposizione hanno deciso di venire da noi». Non mancano comunque anche partner ita liani, com e la Sir di Modena, sviluppatore di soluzioni industriali robotizzate. Con grande soddisfazione, a quanto pare, perché le soluzioni sviluppate dal gruppo di Pellicciali e dagli altri partner di Areus indica no com e si possa risparmiare fino al 30% sui consum i energetici delle fabbriche smart, mantenendo inalterate prestazioni e produt tività. «Il punto debole oggi - dice l’esperto non sono tanto i robot, che vengono sviluppati dagrandiproduttoriconunagrandeattenzio- ne all’efficienza e alla carbonfootprint, m al’integrazione dei robot con gli altri sistemi della fabbrica automatizzata. Nel progettare un ci clo integrato spesso si guarda soltanto all’effi cienza e alla velocità della produzione, senza curarsi del costo energetico». La soluzione su cui ha lavorato Pellicciati con il team di Intermedi Mo.Re., il centro in terdipartimentale per la ricerca nella mecca nica avanzata e nella motoristica dell’ateneo emiliano, è duplice: «Da una parte abbiamo messo apunto soluzioni software, tool intelligentiper gestire il sistema automatizzato e ot timizzarne i consumi, dall’altra abbiamo ri pensato l’architettura di fabbrica, replicando quella dei robot e applicandola all’intero im pianto, concepito come se fosse una smart grid». I primi risultati sono stati così promet tenti che i partner non hanno esitato a investi re anche oltre gli obiettivi iniziali. Che l’argomento sia attualissimo è dimo strato anche dalle novità che i grandi produt tori stanno sfornando a getto continuo sul fronte deiconsumi. Kukaha dapoco presenta to una nuova gamma di robot industriali più leggeri, e quindi più veloci ed efficienti, per i quali dichiara una riduzione dei consum i energetici, a parità di prestazioni, fino al 30% rispetto alla serie precedente. La capacità di raccolta ed elaborazione dati delle nuove fabbriche intelligenti, dissemina te di sensori e di punti di m isura, è anche un’opportunitàperindividuareleinefficienze e controllare i consumi. Siemens, nel suo im pianto modello di Arburg, in Germania, dove per prima ha applicato i criteri dell’Industry 4.0, afferma di aver raggiunto risparmi fino a 40.0 00 euro l’anno per l’illuminazione e fino a 50.000 euro l’anno solo gestendo in maniera automatizzata l’accensione e spegnimento dei macchinari. Un altro impianto modello, la SmartFactoryKL/2 realizzata a Kaiserslau tern da un consorzio di imprese, adotta un sistemadimonitoraggio, sviluppato dal gruppo Harting, che collega tutti i macchinari utiliz zati, anche di produttori diversi, con una rete Ethernet, in modo da gestire sia le singole macchine che rimpianto nella sua totalità con un unico sistema di energy management. Lenze, colosso tedesco dell’Industria 4.0, ha sviluppato un m odulo per recuperare l’energia cinetica sviluppata da sistemi di sollevamento e frenatura, tipici dimacchinari co me presse, riconvertendola in energia elettricariutilizzatanelcicloproduttivo.Altrenovità verranno sicuramente presentate alla prossi ma edizione di Automatica, la fiera per eccel lenza dell’automazione in program m a dal 21 al 24 giugno a Monaco di Baviera. Insomma, il mondo dell’Industry 4.0 si m uove rapida mente: non solo per produrre di più, m a anche per consumare di meno. c. RIPRODUZIONE RISERVATA