Sistemi di Elaborazione delle Informazioni
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Sistemi di Elaborazione delle Informazioni
Università degli Studi di Messina – Policlinico “G. Martino” - Sistemi di Elaborazione delle Informazioni A.A. 2006/2007 Università degli Studi di Messina – Policlinico “G. Martino” - Sistemi di Elaborazione delle Informazioni A.A. 2006/2007 Elaborazione delle Immagini Sistemi di Elaborazione delle Informazioni prof. Salvatore Siracusa [email protected] • Prima che fotografie e immagini possano essere elaborate sul computer, esse devono essere digitalizzate (espresse come sequenze di zeri ed uni) tramite processi chiamati campionamento, quantizzazione e codifica . 30/03/2007 Università degli Studi di Messina – Policlinico “G. Martino” - Sistemi di Elaborazione delle Informazioni A.A. 2006/2007 Università degli Studi di Messina – Policlinico “G. Martino” - Sistemi di Elaborazione delle Informazioni A.A. 2006/2007 Codifica delle immagini Codifica delle immagini Suddividiamo l’immagine mediante una griglia formata da righe orizzontali e verticali a distanza costante 30/03/2007 • Ogni quadratino derivante da tale suddivisione prende il nome di pixel (picture element) e può essere codificato in binario secondo la seguente convenzione: – Il simbolo “0” viene utilizzato per la codifica di un pixel corrispondente ad un quadratino in cui il bianco è predominante – Il simbolo “1” viene utilizzato per la codifica di un pixel corrispondente ad un quadratino in cui il nero è predominante 30/03/2007 Università degli Studi di Messina – Policlinico “G. Martino” - Sistemi di Elaborazione delle Informazioni A.A. 2006/2007 Università degli Studi di Messina – Policlinico “G. Martino” - Sistemi di Elaborazione delle Informazioni A.A. 2006/2007 Codifica delle immagini Codifica delle immagini 0 0 0 0 30/03/2007 0 0 0 0 0 1 1 0 1 1 1 0 0 1 1 0 0 0 1 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 1 0 1 1 1 0 0 1 1 0 0 0 1 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Poiché una sequenza di bit è lineare, è necessario definire convenzioni per ordinare la griglia dei pixel in una sequenza. Assumiamo che i pixel siano ordinati dal basso verso l’alto e da sinistra verso destra 0000000000 0011111000 0011100000 0001000000 30/03/2007 1 Università degli Studi di Messina – Policlinico “G. Martino” - Sistemi di Elaborazione delle Informazioni A.A. 2006/2007 Università degli Studi di Messina – Policlinico “G. Martino” - Sistemi di Elaborazione delle Informazioni A.A. 2006/2007 Codifica delle immagini Codifica delle immagini Non sempre il cortorno della figura coincide con le linee della griglia. Quella che si ottiene nella codifica è un’approssimazione della figura originaria Se riconvertiamo la sequenza di stringhe 0000000000 0011111000 0011100000 0001000000 in immagine otteniamo 30/03/2007 La rappresentazione sarà più fedele all’aumentare del numero di pixel, ossia al diminuire delle dimensioni dei quadratini della griglia in cui è suddivisa l’immagine 30/03/2007 Università degli Studi di Messina – Policlinico “G. Martino” - Sistemi di Elaborazione delle Informazioni A.A. 2006/2007 Università degli Studi di Messina – Policlinico “G. Martino” - Sistemi di Elaborazione delle Informazioni A.A. 2006/2007 Le immagini bitmap: caratteristiche Le immagini bitmap • Una immagine digitale bitmap è costituita da una matrice di punti detti picture elements (pixel), simili ai punti della retinatura nelle immagini a stampa 30/03/2007 30/03/2007 Università degli Studi di Messina – Policlinico “G. Martino” - Sistemi di Elaborazione delle Informazioni A.A. 2006/2007 Risoluzione 20 dpi 72 dpi 30/03/2007 • Ciascun punto rappresenta una porzione di immagine in un particolare colore o tono di grigio e viene codificato mediante uno o più bit • Il numero di punti in un data area determina la risoluzione dell’immagine • Il numero di colori o di toni di grigio che ciascun punto può rappresentare individua la profondità di colore 160 dpi • Il numero di pixel presenti sullo schermo (colonne x righe) prende il nome di risoluzione • La risoluzione spaziale è il più piccolo dettaglio distinguibile in una immagine: il rapporto tra dimensione dell’immagine e numero di punti che utilizziamo per descriverla si chiama risoluzione e si misura in dpi (dots per inch, punti per pollice). Università degli Studi di Messina – Policlinico “G. Martino” - Sistemi di Elaborazione delle Informazioni A.A. 2006/2007 Effetti della variazione di risoluzione spaziale Una stessa immagine può essere rappresentata con un numero differente di pixel, per esempio modificando le dimensioni dei pixel, a parità di dimensioni dell’immagine: 30/03/2007 2 Università degli Studi di Messina – Policlinico “G. Martino” - Sistemi di Elaborazione delle Informazioni A.A. 2006/2007 Università degli Studi di Messina – Policlinico “G. Martino” - Sistemi di Elaborazione delle Informazioni A.A. 2006/2007 Codifica delle immagini Effetti della variazione di risoluzione spaziale 2 Un altro esempio: • Assegnando un bit ad ogni pixel è possibile codificare solo immagini in bianco e nero • Per codificare le immagini con diversi livelli di grigio oppure a colori si usa la stessa tecnica: per ogni pixel viene assegnata una sequenza di bit 30/03/2007 30/03/2007 Università degli Studi di Messina – Policlinico “G. Martino” - Sistemi di Elaborazione delle Informazioni A.A. 2006/2007 Università degli Studi di Messina – Policlinico “G. Martino” - Sistemi di Elaborazione delle Informazioni A.A. 2006/2007 Codifica delle immagini La profondità di colore (grigio e colore) • La profondità di colore è determinata dal numero di bit utilizzato per rappresentare ciascun pixel – Una immagine in bianco e nero associa a ciascun punto un solo bit – Una immagine con 256 toni di colore o di grigio associa a ciascun pixel 8 bit (un byte) – Una immagine a 16 milioni di colori associa a ciascun pixel 16 bit – Una immagine a 16 milioni di colori associa a ciascun pixel 24 o 32 bit 30/03/2007 • Per memorizzare un pixel non è più sufficiente un solo bit – Per esempio, se utilizziamo quattro bit possiamo rappresentare 24 = 16 livelli di grigio o 16 colori diversi – Mentre con otto bit ne possiamo distinguere 28 = 256, ecc. 30/03/2007 Università degli Studi di Messina – Policlinico “G. Martino” - Sistemi di Elaborazione delle Informazioni A.A. 2006/2007 Università degli Studi di Messina – Policlinico “G. Martino” - Sistemi di Elaborazione delle Informazioni A.A. 2006/2007 L’uso del colore L’uso del colore • Il colore può essere generato componendo 3 colori: red, green, blue (RGB) • Ad ogni colore si associa una possibile sfumatura • Usando 2 bit per ogni colore si possono ottenere 4 sfumature per il rosso, 4 per il blue e 4 per il verde che, combinate insieme, danno origine a 64 colori diversi • Ogni pixel per essere memorizzato richiede 6 bit 30/03/2007 • Usando 8 bit per ogni colore si possono ottenere 256 sfumature per il rosso, 256 per il blu e 256 per il verde che, combinate insieme, danno origine a circa 16,7 milioni di colori diversi (precisamente 16777216 colori) • Ogni pixel per essere memorizzato richiede 3 byte 30/03/2007 3 Università degli Studi di Messina – Policlinico “G. Martino” - Sistemi di Elaborazione delle Informazioni A.A. 2006/2007 Università degli Studi di Messina – Policlinico “G. Martino” - Sistemi di Elaborazione delle Informazioni A.A. 2006/2007 COMBINAZIONI DI COLORI RGB I componenti fondamentali possono essere il Rosso, Verde e Blu (Red Green Blue) usati per produrre luminosità dalla cui massima combinazione deriva il bianco (usato, ad esempio, per produrre il colore su monitor) 30/03/2007 30/03/2007 Università degli Studi di Messina – Policlinico “G. Martino” - Sistemi di Elaborazione delle Informazioni A.A. 2006/2007 Università degli Studi di Messina – Policlinico “G. Martino” - Sistemi di Elaborazione delle Informazioni A.A. 2006/2007 RGB COMBINAZIONI DI COLORI Oppure i componenti fondamentali possono essere il ciano magenta e giallo (CMY) usati per sottrarre luminosità, come nel caso della combinazione CMY (Cyan Magenta Yellow), dalla cui massima Combinazione deriva il nero (usato, ad esempio, per produrre delle stampe su carta) 30/03/2007 30/03/2007 Università degli Studi di Messina – Policlinico “G. Martino” - Sistemi di Elaborazione delle Informazioni A.A. 2006/2007 B/N Grafica bitmap Scala di grigi 1 canale 1 canale 1 bit per canale 8 bit b/n 256 toni di grigio 81 kbyte 638 Kbyte CMYK Scala di colore 4 canali, 1 canale 8 bit per canale 8 bit 2490 Kb 256 colori 638 Kb 30/03/2007 Università degli Studi di Messina – Policlinico “G. Martino” - Sistemi di Elaborazione delle Informazioni A.A. 2006/2007 RGB 3 canali, 8 bit per canale (mil di col) 1870 Kb • Le immagini codificate pixel per pixel sono dette immagini in grafica bitmap – Le immagini bitmap occupano parecchio spazio • Esistono delle tecniche di compressione che permettono di ridurre le dimensioni – Ad esempio, se più punti vicini di un’immagine assumono lo stesso colore, si può memorizzare la codifica del colore una sola volta e poi ricordare per quante volte deve essere ripetuta • I formati come GIF e JPEG sono formati compressi 30/03/2007 4 Università degli Studi di Messina – Policlinico “G. Martino” - Sistemi di Elaborazione delle Informazioni A.A. 2006/2007 Università degli Studi di Messina – Policlinico “G. Martino” - Sistemi di Elaborazione delle Informazioni A.A. 2006/2007 Grafica vettoriale Codifica delle immagini • Se le immagini sono regolari si può usare una codifica di tipo vettoriale – In una codifica di tipo vettoriale non si specificano le informazioni di colore dei singoli pixel – Invece ogni elemento geometrico primitivo (per esempio linee, curve) viene specificato individualmente • Le immagini vengono costruite a partire dalla descrizione degli elementi che le compongono mediante un linguaggio testuale o delle formule geometriche • Spesso occupano meno spazio rispetto alle immagini bitmap • La grafica bitmap, invece, riesce a rendere con qualità maggiore immagini con un numero elevato di colori 30/03/2007 • Immagini complesse od irregolari: codifica bitmap (o raster) • Immagini regolari: codifica vettoriale • Codifiche ibride (raster/vettoriale) – Codifiche standard: Postscript, PDF 30/03/2007 Università degli Studi di Messina – Policlinico “G. Martino” - Sistemi di Elaborazione delle Informazioni A.A. 2006/2007 Università degli Studi di Messina – Policlinico “G. Martino” - Sistemi di Elaborazione delle Informazioni A.A. 2006/2007 La digitalizzazione delle immagini La digitalizzazione delle immagini • Le immagini digitali bitmap occupano tanto più • Esistono due tipi di immagini digitali: – raster (bitmap) in cui le immagini sono rappresentate sul supporto digitale come spazio di memoria quanto più aumenta la loro qualità – Una immagine di un pollice quadrato a 75 dpi una matrice di punti ciascuna e 256 toni di grigio occupa 75x75x256 = 43 Kbyte ca rappresentata da uno o più bit – vettoriali in cui le immagini sono – Una immagine di un pollice quadrato a 300 dpi e 16 milioni di colori occupa 300x300x24 rappresentate come funzioni vettoriali che = 2 Mbyte ca descrivono curve e poligoni 30/03/2007 Università degli Studi di Messina – Policlinico “G. Martino” - Sistemi di Elaborazione delle Informazioni A.A. 2006/2007 La memorizzazione delle immagini • Le immagini digitali sono memorizzate su file con diversi formati alternativi, ciascuno in grado di codificare un determinato numero di colori e dotato di caratteristiche peculiari • Alcuni di questi formati prevedono forme di compressione, cioè di riduzione dei bit dell’immagine in modo da ridurne l’occupazione di memoria 30/03/2007 30/03/2007 Università degli Studi di Messina – Policlinico “G. Martino” - Sistemi di Elaborazione delle Informazioni A.A. 2006/2007 La compressione delle immagini • Gli algoritmi di compressione si dividono in due categorie – Compressione senza perdita: la codifica avviene riducendo le aree di colore uguale in modo tale da poter ricostruire esattamente l’immagine originale; ha un rapporto medio di compressione di 2:1 – Compressione con perdita: la codifica avviene eliminando definitivamente alcune informazioni statisticamente meno rilevanti per la ricostruzione dell’immagine; permette rapporti di compressione fino a 100:1 30/03/2007 5 Università degli Studi di Messina – Policlinico “G. Martino” - Sistemi di Elaborazione delle Informazioni A.A. 2006/2007 Università degli Studi di Messina – Policlinico “G. Martino” - Sistemi di Elaborazione delle Informazioni A.A. 2006/2007 I formati di immagine digitale 1 I formati di immagine digitale 2 • Tra i formati di immagini digitali bitmap più diffusi ricordiamo: – BMP: supporta una profondità di colore fino a 24 bit e adotta la compressione senza perdita RLE – PCX: supporta una profondità di colore fino a 24 bit e adotta la compressione senza perdita RLE – TIFF: supporta profondità di colore fino a 24 bit e supporta la compressione senza perdita LZW 30/03/2007 – GIF: supporta una profondità di colore di 8 bit e adotta la compressione LZW; è lo standard sul Web – JIF o JPEG: supporta supporta una profondità di colore fino a 24 bit e adotta la compressione con perdita omonima, che consente di scegliere un rapporto di compressione variabile fino ad un massimo di 100:1 con una discreta intelligibilità dell’immagine; è il secondo standard per le immagini sul Web 30/03/2007 6