AMBITO 5 PALAU - LA MADDALENA

Transcript

AMBITO 5 PALAU - LA MADDALENA
AMBITO DI PAESAGGIO N. 5 PALAU ‐ LA MADDALENA L’AdP n. 5 PALAU ‐ LA MADDALENA si sviluppa per 90 Km2 e racchiude al suo interno l’intero territorio del Comune di La Maddalena, parte di quello di Palau (compreso il centro abitato) ed una limitata porzione del territorio di Arzachena. DESCRIZIONE DELL’AMBITO Assetto ambientale L’ambito è individuato dai paesaggi costieri prospicienti l’Arcipelago de la Maddalena e da gran parte dell’Arcipelago medesimo. I limiti dell’ambito nella porzione non ricadente nell’Arcipelago sono i seguenti: ¾ dal lato costiero da Punta Sardegna ad ovest e Punta Saline ad est; ¾ internamente il limite segue lo spartiacque del Riu Surrau ed è individuabile seguendo i rilievi elencati: Monte la Sarra (100 m), M.te Altura, M.te Olivastrone, M. Pulcheddu, (200 m), Punta Maltineddu (227 m), M.te della Lama (305 m), M.te Canu (395 m), M.te Longu (348 m), P.ta de Lu Casteddu, M.te Mazzolu (254 m), Monte Ruju (280 m), M.te Tuvulu Maiori (196 m), M.te Tiana (198 m), P.ta Li Palazzi (226 m), M.te Tundu (258 m), P.ta Martino (335 m), P.ta Muru Cugnatu (192 m), Sarra Lu Lioni, Monte di La Muvra (152 m). Per quanto riguarda la sua porzione insulare, l’AdP n.5 comprende le 7 isole maggiori dell’Arcipelago e si estende a Sud‐Est fino all’Isola delle Bisce compresa. Si può, pertanto, affermare che l’organizzazione territoriale dell’ambito si fonda sul sistema costiero, sul sistema dell’Arcipelago, sul sistema del Riu Surrau e della sua piana, sul sistema dei rilievi delle aree interne. Il sistema costiero che anche in questo tratto si caratterizza per una morfologia a rias, è dato da una successione di insenature (le principali sono date dalla Ria di Palau e dal Golfo delle Saline), di promontori rocciosi (tra cui ricordiamo la scogliera di P.ta Sardegna, di P.ta Palau, Capo d’Orso e P.ta le Saline), di spiagge (le principali delle quali sono costituite da Cala di Trana, dalla Rada di Mezzo Schifo, dalla Baia del Saraceno e dal Golfo delle Saline (con un’area umida retrostante il sistema dunare). Il principale fiume dell’ambito, come già detto è il Riu Surrau che si sviluppa secondo una valle di impostazione tettonica a sviluppo nord‐sud. Nasce ad Ovest di Punta li Palazzi, il suo bacino ha una superficie di 30.8 km2, contenuta in uno spartiacque di 21 km, scorre secondo una direzione Nord‐Sud per 11.9 km con un reticolo idrografico di tipo dendritico (con densità di 5.43 km/km2, frequenza di 10.96 aste per km, coefficiente di drenaggio di 0.18) sfocia stagionalmente nella spiaggia della Rada di Mezzo Schifo. Il fondovalle del Surrau comprende la valle in cui scorre il corso d’acqua principale e le valli dei corsi d’acqua che confluiscono nel Rio Surrau, con la colmata alluvionale recente, e la vegetazione riparia. Il fondovalle presenta un naturale collegamento con il bacino imbrifero e con il corpo idrico del Rio Surrau. La piana del Rio Surrau è un’area caratterizzata da paesaggi a morfologia da pianeggiante a ondulata. La pietrosità superficiale e la rocciosità affiorante sono scarse e localizzate, i suoli presentano una potenza variabile. I rischi di erosione sono moderati. Il reticolo idrografico del settore costiero (eccetto il Rio Surrau di cui si è già detto) ha uno sviluppo limitato e spesso i corsi d’acqua possono definirsi vere e proprie fiumare che ricevono apporti idrici solo in occasione delle piogge. Il settore compreso tra Cala di Trana e Capo d’Orso si caratterizza per la presenza di intrusioni legate al ciclo orogenico ercinico. Nel dettaglio sono presenti: Paleozoico Complesso Intrusivo della Gallura: 9 granodioriti microgranulari dell’Unità di Barrabisa; 9 leucograniti e monzograniti riferibili all’Unità Intrusiva di Arzachena e all’Unità Intrusiva delle bocche di Bonifacio; 9 brecce intrusive riferibili sempre all’Unità intrusiva delle Bocche di Bonifacio; Complesso Migmatitico 9 metatessiti indistinte (Precambriano ? Paleozoico?); 9 diatessiti indistinte (Precambriano ? Paleozoico); 9 orto gneiss di Golfo Aranci; Quaternario 9 calcareniti e arenarie (Pleistocene); 9 depositi di spiaggia antichi (Pleistocene) 9 sabbie eoliche e depositi di spiaggia (Olocene); 9 coltri eluvio colluviali (Olocene) 9 sedimenti alluvionali della piana del Riu Surrau (Olocene); 9 depositi palustri/lacustri (Golfo delle Saline) dell’Olocene. La continuità dei graniti è spesso interrotta dalla presenza di una notevole quantità di rocce filoniane tardo erciniche che hanno avuto una genesi magmatica essendosi originate durante i processi di messa in posto, circolazione di fluidi e raffreddamento dei magmi granitici. I filoni presentano diffusione, spessore e lunghezza fortemente variabile così come variabile (con chimismo variabile da acido a basico) è la loro composizione. Nel settore in esame sono presenti filoni di gabbro e basalto. L’Arcipelago della Maddalena dal punto di vista geologico si caratterizza per la presenza di litologie riferibili al: Paleozoico Complesso Granitoide della Gallura 9 leucograniti, monzograniti e monzogranodioriti (Unità Intrusiva delle Bocche di Bonifacio); 9 filoni e stocks di composizione variabile da riolitica a dacitica a alcariolitica (rocce filoniane tardo erciniche che hanno avuto una genesi magmatica originandosi durante i processi di messa in posto, circolazione di fluidi e raffreddamento dei magmi granitici); Complesso Migmatitico 9 diatessiti indistinte (Precambriano ? Paleozoico?); 9 gneiss migmatitici di Santa Maria (Precambriano? Paleozoico?); Quaternario 9 sabbie eoliche e depositi di spiaggia (Olocene); 9 coltri eluvio colluviali (Olocene) 9 depositi di spiaggia antichi (Pleistocene). Dal punto di vista geomorfologico le isole dell’Arcipelago si caratterizzano per la presenza di coste frastagliate date da una successione di promontori e baie di piccole dimensioni. I rilievi si presentano accidentati ma di altitudine modesta (Monte Puntiglione 143 m, Monte Triolone 212 m). La morfologia cambia significativamente nelle isole ed isolotti costituiti da rocce metamorfiche (isola di Santa Maria e di Corcelli). Un certo controllo sulla morfologia è esercitato dalla presenza di rocce filoniane ed in stock (formanti veri e propri dicchi). Per quanto riguarda il reticolo idrografico questo ha uno sviluppo limitato e spesso i corsi d’acqua in realtà sono fiumare i cui apporti giungono a mare solo in occasione degli eventi piovosi. Nell’Isola di la Maddalena gli elementi più rilevanti dal punto di vista geomorfologico sono dati dalle forme di erosione, dalla costa rocciosa, dalle spiagge emerse e sommerse, e dalle superfici di spianamento. Le principali spiagge sono: Cala Majore, (con un sistema dunale di retro spiaggia), Lo Strangolato, Abbatoggia e di Spalmatore. L’Isola di Caprera presenta versanti Nord‐orientali con coste alte a falesia, le principali spiagge presenti si rinvengono nel settore orientale (spiaggia di Cala Garibaldi, spiaggia di Punta Rossa, spiaggia di Porto Palma e spiaggia del golfo di Stagnali). Tra le calette presenti si ricordano, inoltre, Cala Caprarese, C. Napoletana, C. Brigantino, C. Portese, C. Bacca e C. Coticchio. L’Isola di Razzoli è caratterizzata da una notevole frastagliatura della costa e da scogliere granitiche. Nella porzione sud occidentale dell’isola si trova il promontorio di Cala Lunga con antistanti gli isolotti omonimi; tra le calette presenti si ricordano, inoltre, C. Ultima Cala, C. Bove Marino, C. Lunga, C. Calaccia, C. Gni, C. del Rosario, C. dell’Acqua, C. Dell’Orto, C. Prima, C. Seconda, C. della Noce, C. Cappello. L’Isola di Santa Maria, separata dall’isola di Razzoli, dal braccio di mare chiamato “Braccio degli Asinelli”, si caratterizza per un andamento sub pianeggiante con limitati rilievi che si impostano su litologie metamorfiche ed hanno modesta entità (50 m s.l.m.). Nell’isola è presente l’ampia spiaggia di Cala Santa Maria, con uno stagno retrodunare di estremo interesse scientifico. A nord dell’isola troviamo l’Isola La Presa, a sud i sistemi di isolotti di Paduleddi e Stramanari. Tra le cale presenti ricordiamo: C. di Fosso, C. Giorgio Marino, C. Aiacciolu, C. Muro, C. Colomabano. C. del Tufo e C. Macchione dei Bovi. L’isola di Budelli, presenta una costa rocciosa ad esclusione della Spiaggia Rosa, situata nel versante Sud‐
orientale, di colore rosato per la presenza di bioclasti derivanti dalla disgregazione di alcuni briozoi e foraminiferi, ed in particolare Miniacina miniacea. Ricordiamo, inoltre, tra le innumerevoli calette presenti: cala Piatto, cala Cisternone e cala di Trana. L’Isola di Santo Stefano è localizzata tra l’isola di La Maddalena e Palau, presenta una morfologia accidentata nonostante i modesti rilievi (Monte Guardia del Moro 91 m e Monte Zucchero 100 m), la princiaplae cala presente è quella di Vela Bianca. L’isola di Spargi presenta un perimetro costiero rotondeggiante, con rilievo piuttosto accentuato. La costa è quasi esclusivamente rocciosa con piccole baie sabbiose nella parte meridionale e orientale; tra le numerose calette presenti ricordiamo. Cala Corsara, Seraina, Piscioli, Grano, Pietranera, Bonifazzinca, Cannicio, Conneri e Granara. Presso la costa Nord occidentale troviamo gli isolotti di Spargiotto e Spargiottello. La costa è costituita da promontori rocciosi essendo presente un’unica spiaggia. Il corso d’acqua principale dell’ambito è dato dal Riu Surrau che nasce come Riu Concusu presso Punta Palazzi e sfocia nella Rada di Mezzo Schifo in corrispondenza del limite orientale della Spiaggia della Sciumara. Tra gli affluenti del Riu Surrau ricordiamo la Vena di Corrabine, la Vena di Giunnaddeu e la Vena di Concosu. Altro corso d’acqua che si trova nell’ambito è il Riu di Scopa che nasce alle pendici di P.ta Maltineddu e sfocia a Porto Pollo in località Padula Piatta. Il PAI perimetra quale area a rischio idralico (variabile da Hi1 a Hi4) la zona compresa tra la foce del Riu Surrau ed il bivio tra la S.S. n. 133 e la S.S. n. 125. Nell’Arcipelago viene perimetrata come a pericolosità idraulica variabile da Hi1 a Hi4 una vasta porzione del centro abitato di La Maddalena in corrispondenza di tre corsi d’acqua che attraversano lo stesso e che dal Piano di tutela delle Acque non sono denominati. L’AdP n.5 ospita gran parte dei territori compresi nel Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena, nel SIC ITB010008 “Arcipelago la Maddalena” e nella ZPS ITB01317 “Arcipelago la Maddalena”. Il SIC e la ZPS hanno una superficie, totalmente coincidente, di 20.956 ha; la superficie complessiva del Parco Nazionale è di 20.180 ha, di cui 15.046 ha costituita da territori marini e 5.134 ha da aree terrestri. Nell’AdP n.5 risultano comprese anche 10 Oasi Permanenti di Protezione Faunistica, individuate su altrettante isole ed isolotti dell’Arcipelago: Spargi (425 ha), Santo Stefano (305 ha), Santa Maria (185 ha), Budelli (171 ha), Bisce (30 ha), Corcelli (12 ha), Barrettini (10 ha), Pecora (7 ha), Porco (6 ha) e Monaci (1 ha). SIC ITB010008 “Arcipelago la Maddalena” ZPS ITB01317 “Arcipelago la Maddalena”. Inquadramento territoriale – F. 411 sez. II, F. 412 sez. III, Ff. 428, sezz. I, II e IV Il SIC, a differenza della ZPS, risulta dotato di un Piano di gestione. Il sistema estremamente articolato delle isole che compongono l’Arcipelago determina un ampio spettro di condizioni ambientali: nel sito risultano presenti 30 habitat di interesse comunitario, 6 dei quali prioritari ‐ dalle praterie di Posidonia Posidonia oceanica, particolarmente estese ed in buono stato di conservazione, alla vegetazione alofila e psammofila ‐ mentre 63 sono le specie floristiche classificate come importanti. Per quanto riguarda gli organismi marini, vengono sottolineate le concrezioni dell’alga rossa Lithophyllum lichenoides, i popolamenti di Patella gigante Patella ferruginea ‐ spesso associati in relazione alla loro ecologia legata ad ambienti non inquinati, ben ossigenati e ad elevato idrodinamismo ‐ e le biocenosi delle secche; Corallium rubrum, Pinna nobilis e la citata Patella ferruginea costituiscono specie tutelate ai sensi dell’Allegato II della Direttiva “Habitat” 92/43/CEE. Gli Invertebrati terrestri annoverano 400 specie di Insetti, di cui 2 tutelate dalla citata Direttiva: la farfalla Papilio hospiton (endemismo sardo‐corso) ed il raro Cerambice della quercia Cerambyx cerdo. Tra i Vertebrati (in parentesi è riportato il numero di specie in Direttiva Habitat) vengono registrate 90 specie di Pesci, 3 di Anfibi (1), 15 di Rettili (4). Delle 88 specie di Uccelli censite, 23 sono incluse nell’Allegato I della Direttiva “Uccelli” 2009/147/CE; particolarmente significativo è il contingente di Berta maggiore Calonectris diomedea, con effettivi stimati tra i 400 ed i 1.500 individui nidificanti nell’Arcipelago. Riguardo ai Mammiferi il Piano di Gestione fa menzione solo di 11 specie (2 delle quali protette dalla Direttiva Habitat): 5 appartengono alla mammalofauna terrestre, 2 ai Chirotteri e 4 ai Cetacei. Assetto insediativo L'analisi delle gravitazioni del 2001 conferma le strette relazioni tra i due Comuni di Palau e di Arzachena, entrambi poli attrattivi, mentre La Maddalena – autosufficiente ‐ risulta gravitare su un unico polo (Palau) per i collegamenti marittimi. Palau è situata in una delle più scenografiche ramificazioni della costa Nord Orientale della Sardegna, di fronte all'isola de La Maddalena. Fino al 1959 frazione di Tempio Pausania, oggi il centro ha importanza non solo per suoi collegamenti marittimi ma anche come centro turistico e di servizi, come dimostrano anche i trend demografici sempre positivi con un +27,59% nel periodo 2001‐2010. Il porto del paese costituisce l’unico collegamento con l'isola ed il suo Arcipelago e per lungo tempo ha avuto collegamenti anche con la penisola; dal punto di vista trasportistico rappresenta anche il terminale della linea ferroviaria a scartamento ridotto Sassari‐Tempio Pausania‐Palau che attende il riconoscimento da parte dell'Unesco e potrebbe essere rivitalizzata come mezzo di collegamento tra la parte occidentale e quella orientale del Nord Sardegna, oltre che per raggiungere i territori interni della Gallura. Palau restò disabitato fino alla fine del XVIII secolo per poi diventare sede di contadini e pescatori; lo sviluppo si ebbe successivamente all'Ottocento in funzione dei collegamenti marittimi grazie alla protezione dai venti provenienti da Ovest ‐ il suo nome pare risalire al XIV secolo, quando i pescatori del luogo indicavano col termine ''parago'', da cui ''Parao'', i punti della costa ritenuti più sicuri e ben riparati dal vento. Il promontorio palaese, come tutto l'Arcipelago della Maddalena, era noto fin dai tempi del geografo greco Tolomeo, che nelle sue cartografie soprannominava il sito ''Arcti Promunturium” (derivato dalla presenza della roccia dalla forma di orso). Il centro abitato è raggiungibile per mezzo della S.S. 125 e dalla successiva S.P. 123, oltre che dalla litoranea che attraversa Cannigione. Dal principale tessuto, originatosi ai lati della via Nazionale che collegava con i moli, l’attuale abitato si è esteso fino ad occupare porzioni a Nord, Sud ed Est. Complessivamente il Comune presenta un'alta densità abitativa: con 99 ab/km2 costituisce il terzo valore a livello provinciale; il tessuto residenziale compatto e denso è presente non solo nel centro urbano ma anche negli insediamenti turistici costieri. La trama insediativa presenta numerosi centri legati soprattutto ai flussi dei mesi estivi: Porto Rafael, Capo d'Orso, Villaggio Monte Altura, Punta Sardegna, Punta dello Stintino, Baia Saraceno. Proprio all'imbocco della S.P. 123 è sita l'area artigianale di Liscia Columba, che comprende alcune attività commerciali ed insediamenti residenziali, mentre l'uscita successiva conduce al centro turistico di Porto Rafael. Il villaggio deve il suo nome al fondatore, il conte spagnolo Rafael Neuville di Berlange, che nel 1962 costruì le prime ville; ora si presenta come meta esclusiva ed è particolarmente suggestivo soprattutto per gli edifici sulla piazza in stile andaluso. Poco prima del luogo di villeggiatura si incontra la fortezza militare sul monte Altura costruita nel 1884 dal Ministero della Marina per impedire che un nemico potesse occupare le colline prospicienti la base navale de La Maddalena. Dalla parte opposta, ma sempre sulla Punta Sardegna, si nota il complesso turistico di Costa Serena. Dalla litoranea dell'Isuledda è possibile osservare i nuclei turistici caratterizzati dalla vicina presenza della roccia dell'Orso. Le case sparse e la presenza degli stazzi caratterizzano soprattutto il paesaggio ai lati della S.S. 125 di collegamento con Arzachena. L'entroterra ospita numerosi fabbricati rurali. L'Arcipelago di La Maddalena – riunito in un unico Comune: La Maddalena ‐ è situato a Nord‐Est della Sardegna ed è costituito da sette isole principali: La Maddalena, Santo Stefano, Caprera, Spargi, Budelli, Razzoli e Santa Maria. I principali centri abitati del comune de La Maddalena sono oggi: Cala Francese, Guardia Vecchia, La Crocetta, Punta Villa, Sualeddu, Case dell' Abbatoggia, Porto Massimo, Villaggio Piras, Cala Santa Maria, Villaggio Turco, Stagnali. L'analisi delle carte mostra un territorio fortemente antropizzato soprattutto nella parte a Sud dell'isola principale con un tessuto compatto e denso che abbraccia tutto il fronte mare legato alla portualità. Un tessuto residenziale più rado si trova in altre parti dell'isola oltre alla presenza importante dell'area dell'ex arsenale, oramai riconvertita alla funzione urbana. Le macchie insediative nelle altre isole sono molto più rare e concentrate a Stagnali (Caprera) ed ai due lati opposti dell'isola di Santo Stefano. Nel periodo 2001/2010 ha guidato il gruppo dei Comuni con trend positivi seppur contenuti nei numeri (+ 4.68%) occupando, con 11.901 abitanti, la quarta posizione tra i Comuni della Provincia mentre con 246 ab/km2 è il territorio con la maggior densità abitativa. L’unica isola permanentemente abitata è l'isola maggiore, La Maddalena, che ha una superficie di 19.61 km2, una conformazione allungata da Punta Tegge a Moneta ed uno sviluppo costiero di 45 km ricco di insenature che offrono buoni approdi. Le altre isole dell'Arcipelago furono frequentate fin dall'epoca preistorica, come testimoniano ritrovamenti neolitici (IV millennio a.C.) a Santo Stefano; in epoca romana furono denominate “Cuniculariae” (dei conigli) e considerate punto strategico per le rotte del Tirreno. Nel XIII secolo, in occasione dei traffici dei Genovesi e dei Pisani, divennero le “isole dei Carugi”, per poi tornare disabitate fino al XVIII sec. quando si insediarono i pastori corsi. La loro posizione fra la Sardegna e la Corsica le fece denominare nel XVIII sec. “Isole Intermedie”. Nel 1767 l'isola maggiore divenne distaccamento militare ed iniziò il popolamento con famiglie sarde e corse. Il centro abitato di La Maddalena fu fondato nel 1770 intorno a Cala Gavetta, nell'area occupata da un borgo di pescatori. La città si è sviluppata in due fasi ‐ la prima con fulcro la Parrocchiale del 1779‐80, la seconda conseguente al 1887 con la base navale della Marina Italiana ‐assumendo il volto caratteristico che le conosciamo: successivamente alle antiche case dei pescatori, disposte in un reticolo di viuzze e piccole corti raccordate da scale, tra Cala Gavetta e piazza Umberto I l'edificato assume gli elementi distintivi di segno urbano, coi suoi palazzi umbertini ‐ in fila ordinata e decorati con balconi e ringhiere in ghisa ‐ con la pavimentazione di granito ed i suoi edifici pubblici (il mercato, il palazzo comunale, le scuole elementari). Grande importanza ebbe lo sviluppo delle cave di granito che fornirono materiale da pavimentazione e da costruzione ininterrottamente dal 1870 circa al 1940. L'infrastruttura principale è oggi costituita dal collegamento marittimo con Palau. La strada panoramica permette il raggiungimento dell'agglomerato di Porto Massimo, mentre altri insediamenti sono Sualeddu, Stazzo Villa, Villaggio Piras, Case dell'Abbatoggia. Le principali attività economiche sono attualmente il commercio, la pesca, le attività marinare e, da qualche decennio, il turismo. Fino al recente passato, però, il ruolo dell'Arcipelago è risultato legato alla presenza militare: basti pensare che la prima opera di difesa permanente fu eretta già nel 1773 nella parte a Sud dell’isola di S. Stefano. La sua posizione strategica fra la Sardegna e la penisola italiana attirò numerose attenzioni: i francesi, con Napoleone, nel 1793 tentarono invano di sbarcare sull'isola; gli inglesi, con l'ammiraglio Nelson, giunsero sull’isola nel 1804, l’anno prima della battaglia di Trafalgar. Non a caso la Maddalena è sede di numerose strutture militari costruite a partire dal XVIII secolo: il forte San Vittori ‐ soprannominato della Guardia Vecchia ‐, la batteria Balbiano, il forte Sant’Andrea, il forte Santa Teresa ‐ detto anche Sant’Elmo ‐, il forte Carlo Felice (o Camicia); a queste architetture si aggiungono i forti del cosiddetto Campo Trincerato e le batterie ottocentesche, quali l’Opera a Nido d’Aquila, l’Opera Punta Tegge e l’approdo di Punta Sardegna. Nel 1887 l'Arcipelago venne scelto dal governo italiano come base strategica per il rifornimento della flotta navale. Il 1882, data della morte di Garibaldi, segnò per altro verso il destino della Maddalena: l’Italia entrava a far parte della Triplice Alleanza a fianco degli Imperi Centrali e, rispolverando le teorie di Nelson sulla centralità dell’Arcipelago rispetto alle coste continentali europee, si decise di trasformarlo in una potente piazzaforte marittima il cui cuore pulsante divenne la Base Navale. A corona, intorno alla rada, furono costruite potenti fortificazioni, posti di vedetta, casermaggi, depositi di munizioni, e ‐ importante dal punto di vista urbanistico ‐ la zona dei servizi che, dalle palazzine del comando intorno alla piazza Umberto I, andava fino all’Arsenale con i suoi impianti produttivi, coi depositi di carbone, con i dissalatori. Fu un periodo di crescita notevole: la popolazione del Comune di La Maddalena passò dai 1.895 abitanti del 1881 agli 8.361 del 1901 divenendo, sin dalla metà del XIX secolo, secondo per abitanti solo a Tempio Pausania – posizione mantenuta fino al 1951, anno del sorpasso demografico da parte di Olbia. La prima e la seconda guerra mondiale non interessarono direttamente l'Arcipelago, anche se in seguito alla fine della guerra fu decretato lo smantellamento delle strutture militari, lasciando a La Maddalena il comando della Sardegna e gli edifici. In seguito al 1972, gli accordi fra Italia ed USA decisero la concessione di un approdo sulla costa orientale di Santo Stefano per le navi officina ed i sottomarini americani in servizio nel Mediterraneo, mentre un altro assetto insediativo si creava a terra con uffici amministrativi, alloggi per famiglie e scuole. La base americana è rimasta in attività fino al 2008. Nel frattempo, l’istituzione del Parco dell’Arcipelago de La Maddalena ‐ avvenuta nel 1996 – aveva riconosciuto la conservazione dell’ambiente naturale e della biodiversità dell’Arcipelago come priorità di importanza nazionale. Attualmente, in seguito alla riconversione dell'ex arsenale militare ed alle (ancora incomplete) bonifiche ambientali, l'isola necessita di iniziative atte al rilancio dell'economia basata sul turismo e su iniziative legate alla nautica per poter compensare la perdita occupazionale dovuta alla base americana. Un ponte collega La Maddalena a Caprera, seconda isola per estensione dell'Arcipelago con un'estensione di 15,75 km2 ed uno sviluppo costiero di 34 km. Caprera rimase disabitata fino ai primi del Settecento per poi essere utilizzata per la pastorizia a carattere stagionale. Giuseppe Garibaldi la acquistò nel 1855 ed in seguito fu occupata da due forti. La servitù militare si concluse solo nei primi anni '80; oggi assume particolare importanza per i suoi paesaggi selvaggi, restando come unici insediamenti il Compendio Garibaldino (con il museo nazionale e la casa bianca di Garibaldi), il complesso di Stagnali – sede del Museo Geo‐mineralogico Naturalistico –un villaggio turistico ed il centro velico della Lega Navale Italiana (questi ultimi occupati stagionalmente). L'isola di Santo Stefano è suddivisa in 2 parti: un’area di proprietà privata, sede di un villaggio turistico, e la zona nel versante orientale, in cui sono ubicati gli insediamenti militari della Marina Militare Italiana e, fino al 2008, l’approdo per le navi appoggio dei sommergibili nucleari americani. Altri elementi insediativi sono rappresentati dalla vecchia cava di granito abbandonata nella cala di Villamarina e dal forte di San Giorgio, edificato nel 1773. Uso del suolo L'uso del suolo mostra un valore di seminativi in aree non irrigue del 9% e di prati artificiali del 5% mentre la gariga ha un valore del 37% e la macchia mediterranea IL 14%. La somma dei valori relativi a superficie occupate da “tessuto residenziale compatto e denso” e da “tessuto residenziale rado” raggiunge un valore del 6%. Dall’analisi dell’aggregazione dei dati relativi all’uso del suolo si rileva che il 75% del territorio dell’ambito è occupato da “Territori boscati e ambienti seminaurali” , 15 % da “territori agricoli” e ben il 10% da “territori modellati artificilamente”. L’ambito 5 si colloca, pertanto, tra gli ambiti ad elevata naturalità. Assetto storico culturale L’insediamento in quest’area è rappresentato per lo più da singoli episodi, probabilmente propaggini di fenomeni insediativi sviluppatisi nel territorio di Palau. Nonostante l’esiguità degli elementi insediativi rinvenuti nell’area, nel complesso quest’ultima è comunque interessante, innanzitutto perché presenta testimonianze relative a quasi tutte le epoche fondamentali per l’insediamento nel territorio provinciale (resta esclusa solo l’età nuragica), ma anche per il fatto che al suo interno si trovano primi insediamenti umani noti nel territorio provinciale, risalenti al Neolitico Antico: i tafoni di Cala Corsara (Spargi) e Cala Villamarina (Santo Stefano). Questo primato è sicuramente legato alla presenza nell’Arcipelago di La Maddalena di cale riparate dai venti, che i naviganti, a partire dalla preistoria, hanno trovato utili alle proprie finalità. Relativamente alle epoche successive, nell’ambito si rileva la presenza di tombe di epoca romana sull’isola di La Maddalena e di una struttura di epoca medievale sull’isola di Budelli, la cui funzione non è certa, ma pare fosse quella di monastero. ANALISI DELLE CRITICITÀ 9 gestione del Riu Surrau, del bacino sotteso e del settore costiero sotteso; 9 crescente pressione antropica a carattere insediativo, specie turistico, sui sistemi costieri, che comporta una riduzione della capacità di rigenerazione delle risorse ambientali con conseguente progressivo depauperamento delle stesse e compromissione / trasformazione del paesaggio. Questa pressione interessa le zone a ridosso della fascia costiera e l’Isola de La Maddalena; 9 pressione antropica crescente esercitata sui sistemi di spiaggia dovuta alla eccessiva e non regolamentata fruizione turistica nel periodo estivo: questo problema assume particolare rilevanza nelle isole dell’arcipelago, per la specificità dello stesso; 9 problemi legati alla fruibilità e accessibilità degli spazi urbanizzati e delle risorse naturali in ambito costiero e nelle isole dell’Arcipelago (criticità che si acutizza per la Maddalena); 9 carente dotazione di servizi rivolti sia alla popolazione fluttuante che a quella residente anche a causa della mancata riqualificazione dei nuclei urbani, rurali, turistici; 9 necessità di favorire le condizioni per la residenzialità stabile ed il miglioramento della qualità della vita nei nuclei esistenti; 9 moltiplicarsi di insediamenti ed infrastrutture che di fatto sottraggono risorsa suolo; 9 assenza di strategie di sviluppo in seguito alla dismissione della base statunitense della Maddalena; 9 completamento della bonifica delle aree della ex base navale statunitense e dell’arsenale (in particolare dei tratti di mare ad esse antistanti); 9 valorizzazione ed utilizzo delle strutture a servizio del progettato Summit G8 del 2009. INDIRIZZI DI PIANIFICAZIONE Risorse ambientali. 9 Assicurare una gestione corretta della risorsa idrica superficiale considerando il bacino idrografico del Riu Surrau nella sua interezza, andando, pertanto, a “pianificare la gestione della stessa” in un’ottica sovra comunale. 9 Conservare la funzionalità ecologica del Riu Surrau attraverso interventi atti a ricostituire la naturalità dell’alveo fluviale, a mitigare le interferenze generate dalle infrastrutture (esistenti e previste) e a recuperare la percezione e le funzioni di connessione ecologica del corso d’acqua in relazione alla sua piana alluvionale. 9 Garantire la gestione integrata del bacino idrografico e dell’arco costiero sotteso, finalizzata al mantenimento e recupero degli equilibri tra usi e qualità delle risorse ambientali, tra esigenze della fruizione e conservazione delle relazioni funzionali tra processi fluviali, di drenaggio fluviale e dinamiche marino – litorali (evoluzione dalla spiagge emerse e sommerse, delle dune, delle zone umide). 9 Riqualificare il lido sabbioso ed il sistema dunale attraverso un progetto unitario che preveda interventi volti al ripristino delle condizioni di naturalità e della funzionalità ambientale del complesso sabbioso e vegetazionale, che organizzi e regolamenti la fruizione turistico ricreativa coerentemente con la sensibilità ambientale del sistema. 9 Conservare la naturalità e l’elevata valenza naturale e paesaggistica dell’Arcipelago. In particolare nell’Isola de La Maddalena occorre mantenere il corretto equilibrio tra la tutela e la fruizione della risorsa affinchè non si abbia un depauperamento della stessa. Inoltre, visto il particolare regime torrentizio (fiumare) e le peculiari caratteristiche delle cale dell’isola è importante evitare che interventi non adeguati o la fruizione non corretta vadano a interferire con l’equilibrio tra l’apporto solido fluviale, il regime delle correnti, l’erosione costiera e con i processi di alimentazione idrologica ed eolica a cui è legata la salvaguardia della qualità e sensibilità della stessa risorsa. 9 Rendere gli habitat delle aree umide e del bacino idrico artificiale fruibili per le specie dell’avifauna stanziale e migratrice, assicurando quei fattori ambientali che ne permettono il sostentamento, e quindi, la sopravvivenza. 9 Proteggere, durante la fase riproduttiva, i siti di nidificazione noti per le specie dell’avifauna marina tutelata, attraverso:
o azioni di sorveglianza da parte di operatori qualificati ed opportunamente formati; o attenta programmazione di attività escursionistiche, lavori forestali, birdwatching, arrampicata sportiva. In particolare è' necessario che siano tutelate, con grande attenzione, le aree di falesia in quanto rivestono una notevole importanza nella tutela di diverse specie di importanza comunitaria; si deve procedere ad un riconoscimento all'interno della pianificazione locale della necessità che qualsiasi attività prevista o prevedibile su queste aree sia attentamente valutata. 9 Tutelare la posidonia ed il benthos ‐ attualmente minacciati, soprattutto nel periodo estivo, dall’ormeggio incontrollato dei natanti ‐ mediante: o un’attività costante di monitoraggio dello stato di conservazione e della superficie coperta dalla specie; o la regolamentazione degli ancoraggi. 9 Sviluppare ed organizzare programmi di educazione e divulgazione ambientale in grado di diffondere, tra le popolazioni locali e le categorie produttive interessate (agricoltori, allevatori, operatori turistici), la conoscenza delle specie presenti nell’area SIC e la necessità di proteggerne gli habitat. Viabilità e mobilità. 9 Migliorare l'accessibilità e la fruizione alle risorse dell'ambito anche verso l'esterno di esso (l'Arcipelago de La Maddalena rappresenta meta privilegiata di flussi turistici giornalieri con la Corsica e con la Costa Smeralda) 9 Regolamentare gli accessi ai sistemi costieri in maniera da promuovere un utilizzo sostenibile dei beni soprattutto durante i periodi di maggior flusso turistico. 9 Migliorare l'accessibilità alla Maddalena per far si che il progetto del Porto Arsenale possa essere integrato con il resto del territorio anche dell'entroterra 9 Creare una rete di piste ciclabili che permetta di raggiungere le varie spiagge e calette ed una conoscenza sostenibile dei beni naturali e culturali 9 Promuovere una rete di trasporti pubblici locali Assetto insediativo. 9 Conservare l'integrità e la memoria derivante dal patrimonio militare presente sulle isole migliorandone la fruizione per fini turistici 9 Riqualificare gli insediamenti turistici attraverso la riconversione in strutture ricettive alberghiere o albergo diffuso 9 Procedere alla riqualificazione all'insieme del paesaggio urbano della Maddalena attraverso una progettazione unitaria 9 Promuovere utilizzi sostenibili delle risorse costiere evitando il depauperamento delle stesse e regolamentando appositamente l'uso anche durante i periodi non stagionali (smontando tutte le strutture mobili/stagionali) 9 Contenere il consumo del suolo al fine di preservarne l'utilizzo per fini agricoli o di salvaguardia ambientale ed evitare di creare nuove urbanizzazioni se non necessarie al fabbisogno abitativo delle persone residenti
9 Redigere un protocollo degli interventi di controllo finalizzati ad individuare la presenza di scarichi incontrollati nei corpi idrici ricettori; conseguentemente, intervenire per eliminare gli stessi 9 Pianificare e dimensionare la previsione di campi da golf e di attrezzature e servizi connessi agli stessi ad una scala sovracomunale al fine: o limitare il consumo di suolo (per la realizzazione delle infrastrutture/ servizi anche a uso ricettivo gravitanti intorno); o evitare di consumare suoli ad elevata propensione all’uso agricolo (classi I – II – III); o evitare di incrementare il rischio desertificazione nei territori interessati dalla realizzazione degli stessi; o evitare o rendere minime le variazioni morfologiche e ambientali del territorio; o garantire la sostenibilità dal punto di vista ambientale e economico; o creare sinergie tra strutture ricettive (gravitanti/potenzialmente gravitanti) ubicate/afferenti a Comuni contermini. 9 Dotare le aree di sosta, soprattutto per la fruizione delle spiagge, di servizi atti a migliorarne l'utilizzo e garantire la pulizia delle stesse. Beni storico culturali. 9 Verificare la perimetrazione dei siti archeologici negli strumenti urbanistici di La Maddalena. 9 Prevedere iniziative di valorizzazione dei beni, sia a fini culturali (rivolgendosi anche a coloro che vivono nel territorio dell’ambito) che turistici (adottando canali moderni e rapidi), valorizzandone le peculiarità, ed eventualmente inserendoli all’interno di iniziative e programmi turistici riguardanti le isole dell’Arcipelago di La Maddalena. 9 Promuovere interventi finalizzati al rinvenimento, al recupero e a favorire la fruibilità dei beni locali (es. migliorare le vie d’accesso e la cartellonistica).