Vele-d--epoca-di-Imperia-2010--Barche

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Vele-d--epoca-di-Imperia-2010--Barche
ASSONAUTICA IMPERIA
XVI EDIZIONE
VELE D’EPOCA DI IMPERIA
20 10
Panerai Classic Yachts Challenge
Alcune barche iscritte
1. BONA FIDE
Vintage yacht fore and aft cutter
1899 (110)
Cantiere Chales Sibbick & Co. (Cowes UK)
Naval architect Chales Sibbick
E’ tra le più antiche, antesignana di forme e soluzioni idrodinamiche sviluppate dopo
quasi un secolo, è stata disegnata nel 1899 Charles Sibbick, che sfidando resistenze e
pregiudizi la costruì nel suo cantiere di Cowes.
Il primo armatore fu Howard Taylor, proprietario di numerosi ed importanti yacht, ultimo
dei quali, nel periodo in esame, Bona, di oltre 25 metri, progettato da Watson, da lui
ceduto nel 1897 a Luigi di Savoia, Duca degli Abruzzi, ammiraglio, esploratore, yachtsman
e per lunghi decenni presidente del Reale Yacht Club Italiano.
Nei primi mesi del 1900 Bona Fide viene trasferita in Francia da Honfleur a Beaulieu, e le
prestigiose località della Costa tra Tolone e Monaco furono testimoni dei suoi successi.
Trasferita sulla Senna, vicino a Parigi, Bonafide nel maggio del 1900 ottiene la prima
vittoria olimpica della vela nella sua categoria.
Il suo proprietario la cedette all’italiano Giovanni Brambilla, abile armatore e timoniere,
che aveva avuto agio di apprezzarla nelle regate in Costa Azzurra alle quali era stato
presente.
Bona Fide fu trasferita definitivamente sul Lario per una quindicina di anni e continuò a
vincere nelle regate locali.
Dopo la prima guerra mondiale Brambilla la passò al nipote, il Conte Giovanni Lanza di
Mazzarino, che la trasferì sul lago Maggiore, utilizzandola per diporto.
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Solo nel 1937 la ritroviamo presente a qualche regata organizzata dal Regio Verbano
Yacht Club di Belgirate. Seguì un altro lungo periodo di abbandono ed inevitabilmente di
lento deperimento. Nel 1962 venne venduta ai fratelli Jacopo e Cesare Pellegrini e ritornò
sul lago di Como.
Altri tre anni ed ecco un nuovo proprietario, Gianluigi Gini che sul lago di Como é anche
armatore del 12 metri Victory. Di nuovo vennero effettuati alcuni lavori di ripristino in
vista di un restauro completo che però non avverrà.
Nel 1999 Giuseppe Giordano, notaio, appassionato velista, proprietario di un’altra bella
barca d’epoca, Cerida, cutter del 1938 di Laurent Giles, presente a molte regate, era alla
ricerca di un’altra barca, ne voleva una con piano velico aurico.
Insieme a Dug Peterson, progettista di successo e a Federico Nardi del Cantiere Navale
dell’Argentario, scoprirono Bona Fide abbandonato in un cantiere presso Como.
Lo scafo era in uno stato deplorevole ma rimasero incantati dalle linee ancora armoniose
nonostante il degrado.
Il restauro di Bonafide, affidato all’ architetto Dafne Vecchi, fu un processo molto lento
durato ben tre anni durante i quali lo scafo riacquistò l’assetto originale.
Tra gli interventi effettuati anche la quasi integrale sostituzione del fasciame in mogano e
di quasi trecento ordinate.
Il 19 giugno 2003 Bona Fide scende gloriosamente ad incontrarsi nuovamente con l’acqua
salata, dopo una assenza durata esattamente un secolo.
Tornata a competere Bona Fide ha ripreso a vincere, nel 2004 e di nuovo nel 2006 ha vinto
il Campionato Internazionale del Mediterraneo “Panerai Classic Yacht Challenge”.
2. CORSARO II
1960 (50 )
Classic yacht Marconi yawl
Cantiere Costaguta (GE)
Naval architect Sparkman & Stephens (New York USA)
Costruito nel 1960 dai famosi cantieri Costaguta, su progetto dello studio Sparkman &
Stephens, è nave scuola della Marina Militare Italiana; come tale ha partecipato a
moltissime regate oceaniche quali la Transpacific, Los Angeles Honolulu di oltre 2.000
miglia.
Il prima classe Rorc Corsaro II, come Artica II, Caroly , Chaplin, Saggitario, Capricia, Stella
Polare, appartiene al Naviglio della Marina Militare Italiana e viene adibito
all’addestramento degli allievi ufficiali dell’accademia Militare di Livorno.
Commissionato espressamente dalla Marina con al comando l’allora Capitano di fregata
Agostino Straulino si classificò al quarto posto della Transpac da Los Angeles a Honolulu
del 1961 e primo in tempo reale alla Honolulu-Isola di Kauai.
Nel 1962 prese parte alla Newport-Bermuda (quinto classificato) e vinse la TorbayRotterdam, nel 1963 giunse nono alla Annanapolis- Newport e secondo alla transatlantica
verso l’Europa.
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Innumerovoli le regate e le navigazioni: dalla Cowes Week al Fastnet, dalla Lisbona –
Bermude (vittoria di classe nel 1964) alla Buenos Aires – Rio de Janero e alla Sydney –
Hobart.
Ogni anno il Corsaro II parte per una crociera di istruzione estiva di tre mesi.
3. TUIGA
1909 (101)
Vintage yacht Fore and aft cutter
Cantiere William Fife III& Son (Fairlie _ Scotland)
Naval Architect William Fife III
Fu costruito per il duca di Medinaceli,, grande appassionato di caccia grossa chiamò il suo nuovo
racer Tuiga, che in swahili significa giraffa.
Tuiga insieme a Hispania, yacht appartenente al re di Spagna, sono state le due sistership
progettate da Fife III.
Il re aveva scelto la più competitiva delle grandi classi, quella dei 15 Metri S.I.
Tuiga fu varata il 20 maggio 1909, a Fairlie in Scozia, nel cantiere del suo architetto, William Fife
III, uno dei più famosi progettisti di yacht di tutti i tempi (Hispania, la sua gemella, era stata
costruita in Spagna per motivi nazionalistici).
Esse gareggiarono in seguito alla Settimana di Cowes. che fu vinta da Tuiga.
Nel 1911 furono più attive: Tuiga ottenne dei buoni risultati condotta dal grande skipper inglese
Robert Wringle. Il 24 giugno 1912 Tuiga vinse la Settimana Internazionale di Kiel.
Durante la dichiarazione di guerra del 1914 le barche spagnole vengono vendute in Norvegia.
Tuiga appartenne a un certo Jac Lundvig, che la ribattezza Betty IV.
Nel 1922 la barca si chiama Dorina ed è di stanza a Cowes, ha un armamento Marconi e serve
come banco di prova a Highfield che aveva inventato le leve per le volanti. (sistema kandar)
Nel 1934 Dorina diventa Kismet III e partecipa alle regate del Rorc con un armamento
bermudiano. In seguito Kismet III passa a una ereditiera del tabacco, che lo tiene per 32 anni. Lei lo
usa durante l’estate e lo ormeggia nei pressi del suo castello scozzese. La barca cambia di mano nel
1970, eredita l’albero del 12 Metri S.I. Sceptre e ha un nuovo nome: Nevada. Poi la vecchia barca
spagnola diventa greca. È ormai decrepita. La sua seconda vita si conclude, e rischia di essere
l’ultima.
Nel 1990, Tuiga, vecchia e inferma fu acquistata da Albert Obrist appassionato di barche,
progettate da Fife.
Con la fedeltà e le esigenze di uno storico, decise di riportare Tuiga alle condizioni originali del
1909.
Successivamente Tuiga venne acquistata dallo Yacht Club di Monaco, incoraggiato dal suo
Presidente, il principe Alberto.
Rientrata da protagonista da 14 anni nel circuito degli yacht classici, Tuiga inizia la sua terza vita
come porta-bandiera dello Yacht Club de Monaco, e la sua quarta vita come ultimo modello di
conservazione del patrimonio. Il 15 Metri S.I. che (ad eccezione della sua vittoria al Fastnet) aveva
conosciuto in passato una modesta carriera, è diventato, cent’anni dopo il suo varo, uno dei più
famosi velieri del mondo, l’archetipo di come deve essere fatto un restauro.
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4. MARIGOLD
Vintage yacht Fore and aft cutter
1892
Cantiere Camper & Nicholson (Gosport –UK)
Naval Architect Charles Nicholson (Gosport – UK)
Marigold è stato uno dei primi disegni Charles Nicholson, aveva solo 22 anni e lavorava presso
l'azienda di famiglia a Gosport da cinque anni.
A qualunque evento abbia partecipato, il cutter aurico Marigold si è sempre fatto ammirare per le
sue linee d’epoca Vittoriana, che gli sono valse premi e riconoscimenti.
Altro non poteva essere, per uno dei rari e ancora naviganti scafi ottocenteschi .
Nei primi anni del nuovo millenio, l’imbarcazione è stata sottoposta ad un restauro che le ha
permesso di partecipare a numerosi raduni di Vele d’Epoca e di entrare a fare parte della Belle
Classe, l’esclusivo club di armatori si scafi d’antan dello Yacht Club di Montecarlo
. 5. EILEAN
1937
Vintage Yacht Marconi Ketch
Cantiere Cantiere William Fife III& Son (Fairlie _ Scotland)
Naval Architect William Fife III
Eilean, il ketch bermudiano di 22 metri progettato e costruito nel 1936 nei leggendari cantieri
scozzesi Fife, è ritornata al suo splendore alla fine del 2009 dopo tre anni di meticoloso restauro
promosso da Officine Panerai, l’azienda italiana di alta orologeria già sponsor del Panerai Classic
Yachts Challenge, il più importante circuito internazionale di regate per yacht classici e d’epoca.
Il restauro di Eilean ha permesso di recuperare completamente la barca dallo stato di degrado in
cui versava quando, nel 2006, è stata ritrovata presso l’isola caraibica di Antigua e acquistata da
Officine Panerai. Riportata in Italia via cargo nel febbraio 2007, Eilean è stata oggetto di un
restauro integrale e filologico che ne ha mantenute intatte le forme e le caratteristiche, nonché gran
parte dei materiali originali. Il restauro ha impegnato per oltre due anni e mezzo una squadra di
artigiani del Cantiere Francesco Del Carlo di Viareggio, con l’ausilio tecnico di Enrico Zaccagni.
Caratterizzata da linee d’acqua le cui proporzioni ne esaltano la bellezza, Eilean ha l’armo velico a
ketch bermudiano - due alberi sui quali vengono issate due potenti rande – ed è realizzata in
composito: il fasciame in teak Burma è, infatti, trattenuto da un’ossatura in metallo ferro zincato.
Sobria ed essenziale nelle linee e nell’equipaggiamento, la barca mostra ancora oggi la propria
anima autentica, fatta di una grande eleganza che si coniuga perfettamente con la funzionalità dei
suoi dettagli, e nella sua lunga storia è già stata protagonista di 36 traversate atlantiche. Eilean ha
anche avuto una parentesi di visibilità mediatica nel 1982, quando fu scelta dal gruppo pop inglese
dei Duran Duran, all’apice della loro fama, come set per il video della canzone “Rio”.
Il ritorno in mare di Eilean è stato celebrato alla fine del 2009 presso la Sezione Velica della Marina
Militare Italiana a La Spezia, in virtù dello storico legame tra la Marina Militare e Officine Panerai.
L’azienda fiorentina di alta orologeria ha, infatti, prodotto nel 1936 – anno di nascita di Eilean - il
primo prototipo di orologio subacqueo per le incursioni del Comando del Primo Gruppo
Sommergibili della Regia Marina Italiana. In riconoscimento della propria storia, e dei molti
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parallelismi tra l’artigianalità che caratterizza lo yachting classico e l’alta orologeria, Officine
Panerai promuove da anni la cultura delle vele d’epoca tramite il Panerai Classic Yachts Challenge.
6. ROWDY
1916 (94)
Vintage yacht Marconi cutter
Cantiere Herreshoff Man.Co (Bristol – USA)
Naval Architect Nathaneal G. Herreshoff
Rowdy, numero velico NY 49 è stata costruita 10 anni prima della gemella Marilee (numero velico
NY 50) ed è uno dei quattro NY ancora naviganti sui 14 costruiti tra il 1916 e il 1926 su commessa
di un gruppo di soci del New York Yacht Club.
Queste imbarcazioni, definite i “Figthing Forties “ , tra il 1924 e il 1928 vinsero la Bermuda Race.
Varato per il senatore Americano Holland Sackett Duell, Rowdy aveva l’armo a cutter Marconi e
fu della stessa famiglia fino al 1941.
Nel 1998 fu sottoposto ad un importante restauro.
Acquistato dall’inglese Graham Walker, nel 2008 ha vinto nella propria categoria la regata Mahon
– Imperia e le Vele d’Epoca di Imperia, aggiudicandosi anche il Panerai Classic Yacht Challenge
(Categoria Vintage).
Nel 2009 è tornato a vincere les Voiles D’Antibes e alle Regatés Royales di Cannes.
7. EMILIA
1930 (80)
Vintage yacht marconi sloop
Cantiere Costaguta
Naval Architect Attilio Costaguta
Nel 1929 il Senatore Giovanni Agnelli ordinò un'imbarcazione da regata al Cantiere Costaguta di
Genova Voltri. Era la risposta all'amico/rivale il Marchese Spinola, la cui barca “ La Spina ” era
stata da poco varata. Ci sarebbero state ora in Italia due barche
della Classe dei 12m Stazza Internazionale! L'intenzione era di tenere alto l'onore del Paese nelle
regate contro gli inglesi, i francesi, i tedeschi. Il Senatore Agnelli intendeva farne dono al genero
Carlo Nasi ma poco prima del varo quest’ultimo dovette partire per l'America. Si presentò quindi
al Cantiere Costaguta - quando oramai all'imbarcazione non mancava che l'albero - il genovese
Attilio Bruzzone, il quale chiese di armare la barca a goletta Marconi, per un utilizzo misto
crociera-regata.
Lo scafo, fasciato in rame e armato a a goletta, scese in mare il 16 settembre 1930, con il nome di
“Emilia”. Questo splendido e veloce schooner di 28 tonnellate per molti anni prenderà parte alle
regate-crociera, molto in voga in quegli anni, battendosi con successo contro i più noti scafi italiani,
francesi ed inglesi, regatanti nel Mediterraneo. Nel 1988 è stata riportata agli antichi splendori con
un sapiente restauro presso i cantieri navali Beconcini a La Spezia.
Dieci anni dopo viene acquistata dall'attuale proprietario che la riporta all'armo originale, come
sloop della Stazza Internazionale, rispettandone l'originalità e lo spirito dell'epoca, senza scendere
a compromessi e senza badare ai costi, affidando la direzione dei lavori all'architetto navale
Jacques Fauroux, autorità riconosciuta di questa classe.
Nell'estate 2007, alla vigilia del Campionato del Mondo, viene rilasciato il Certificato di Stazza
12m. Di nuovo, Emilia, per la gioia di ritrovare, dopo settantasette anni di attesa, le proprie rivali
in competizione, contraccambia con una vittoria: la regata di Cannes (unica regata in mare
organizzata nel 2007 dalla Societé Nautique de Géneve, considerata come prologo al Campionato
del Mondo 12m S.I.). Quale migliore auspicio per il futuro agonistico di un ritrovato 12m S.I.?
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“Emilia” è il secondo 12m S.I. mai costruito in Italia, 53 anni prima del terzo, il prestigioso Azzurra
che tante emozioni ci ha regalato in Coppa America timonato da Mauro Pelaschier, che sarà al
comando di “Emilia” durante le Voiles de Saint Tropez nel 2007!
La barca è’ portabandiera dell’associazione monegasca The Yachting Heritage Society, che ha come
obbiettivo lo sviluppo della conoscenza dello Yachting e della sua storia attraverso molteplici
iniziative, incoraggia gli scambi e si pone come punto d’incontro di associazioni, circoli velici,
studiosi e appassionati di tutto il mondo.
Attualmente Emilia è ancorata nell’esclusivo porticciolo di Alassio (70 km da Monte Carlo), e in
regata è capitanata dallo skipper Claudio Betti con un equipaggio composto da membri dello
C.N.A.M. Alassio. Nel 2009 ha vinto la Portofino Rolex Cup e partecipa a Monaco Classic Week,
Cannes Regates Royales e Voiles de Saint Tropez.
L’equipaggio veste Armani!
8. CHAPLIN:
1974
Vintage yacht sloop bermudiano
Cantiere Sangermani
Naval Architect Carlo Sciarelli
Disegnato nel 1974 da Carlo Sciarrelli, è stato donato dall'armatore Giovanni Novi alla Marina
Militare nel 2009, nello stesso anno ha vinto il Panerai Classic Yachts Challenge.
Cutter in legno costruito presso i cantieri liguri Sangermani.
Costruzione numero 191 del Cantiere Sangermani, Chaplin fu disegnata nel 1973 da Carlo Sciarelli
per la famiglia Novi. Il nome fu scelto da GiovaNovi in una sorta di gioco di parole sul cognome
della moglie Nucci che si chiamava Cappellini. Con molte partecipazioni a prestigiose regate tra i
qua la vittoria con record della Giraglia nel 1988, Chaplin è sempre rimasto della Famiglia Novi
fino all'11 Gennaio 2008 quando fu donato alla Ma Militare Italiana. Oggi partecipa a tutti i
principali raduni per barche d'epoca.
Ha vinto il Campionato CIM nel 2009 sotto il comando del Capitano di vascello Bruno Puzone.
9 ORION:
1910 (100)
Vintage Yacht Fore and aft schooner
goletta aurica
Naval Architect Charles E. Nicholson
Cantiere: Camper & Nicholson, Gosport
Splendida goletta progettata 100 anni fa da Charles E. Nicholson, fu varata nel 1910 nei cantieri
Camper & Nicholson di Gosport, in Inghilterra. Nata con il nome di Sulvana, ha avuto una vita
molto travagliata, con molti cambi di armatore, di nome e di bandiera, passando da quella inglese
a quella francese, spagnola italiana, norvegese.
L'ultimo armatore è di nazionalità svizzera e ha riportato Orion all'antico splendore, con l'armo a
shooner aurico e gli interni fedeli ai disegni originali.
Commissionato originariamente dal re di Spagna, Alfonso XIII (1886-1931), cui vengono in seguito
negati i fondi, Orion viene varato a Gosport, in Gran Bretagna, nel 1910 con il nome di Sulvana: il
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suo primo armatore è il colonnello Courtney E. Morgan, un membro del Royal Yacht Squadron
(Cowes), il circolo più aristocratico ed esclusivo del mondo.
Lo yacht, una goletta ad armo aurico (ossia con rande di foggia trapezoidale, munite di picco nella
parte superiore), rimane nelle mani del militare per soli tre anni, fino a quando è acquistato dal
conte francese Jean de Polignac. A partire dal 1919 si succedono vari armatori e,
conseguentemente, alcuni cambi di nome: il quotidiano francese «Le Matin» ribattezza la barca
Pays de France; Cecil P. Slade la chiama Diane; l’argentino Raul C. Monsegur Vira. È solo a partire
dal 1930 che lo yacht, armato da Miguel de Pinillos, assume l’odierno nome di Orion, in omaggio
alla costellazione che prende a sua volta il nome dal figlio di Poseidone ed Euriale, figlia del re di
Creta Minosse.
Nel 1949 un altro passaggio di proprietà: la barca venne acquistata dalla società Fagesco, con base
a Barcellona..
Il 17 marzo 1966, durante un trasferimento nel Golfo del Leone, lo yacht rimane vittima di un
grave incidente presso capo Creus. Spira un forte vento di grecale, la barca procede velocemente di
bolina, circa sette nodi, sotto il comando dello skipper ponzese Gaetano Morlè: lo strallo del
trinchetto cede di schianto e con esso i due possenti alberi. Seguirono lavori importanti e un
ennesimo passaggio di proprietà: stavolta subentra una società panamense, la Lebo Enterprise
(1968), che tiene Orion nel porticciolo spezzino di Le Grazie. Quando lo yacht è sul punto di
lasciare l’Europa alla volta dell’Oriente, viene notato dalla famiglia Braghieri di Piacenza che lo
acquista, avviandolo a un radicale restauro presso il Cantiere Valdettaro. La novità di maggiore
importanza riguarda l’armo: dopo essere stata per alcuni decenni una goletta a strallo («staysail
schooner»), Orion ritorna all’assetto originario di goletta aurica con aste ridimensionate,
colombiere e alberetti. Anche gli interni, ampiamente ricostruiti, vengono improntati ai disegni
originali dello studio Camper & Nicholson di Gosport. Oltre a Valdettaro (1974 e 1978) è d’obbligo
segnalare il lavoro svolto da un altro studio e da un altro cantiere: Faggioni (1966 e 1999) e
Beconcini (1999), entrambi di La Spezia.
In virtù dei numerosi passaggi di proprietà, frequenti sono stati i cambi di bandiera dello yacht:
white ensign (la bandiera britannica dei soci del Royal Yacht Squadron), francese, spagnola,
panamense, italiana, norvegese. L’attuale armatore è un cittadino tedesco, ma Orion batte la red
ensign, il più comune drappo britannico usato nel diporto.
10. LULU
1897 (113)
Vintage Yacht Fore and aft schooner
Naval Architect Rabot Caillebotte (France)
Cantiere: Texier (France)
Lulu è una delle piccole imbarcazioni progettate dal pittore impressionista Caillebotte. Nel corso
della sua vita ha avuto diversi nomi, tra cui Rayon, Vert, Tangarda e Gunga Din.
Nel 1900 si è confrontata in regata alle Olimpiadi di Parigi contro Bona Fide, sfida vinta da
quest’ultima.
A Les Voilles d’Antibes del 2009 si è presa la rivincita in occasione di una regata, anche se poi Bona
Fide si è aggiudicata la vittoria di categoria, lasciando a Lulu l’onore della seconda posizione.
E’ il più datato yacht da diporto in Francia considerato di interesse storico nazionale.
Proprio per questo riceve dallo stato il 25% delle spese sostenute per la sua manutenzione.
Dal 1999 è diventata di proprietà del francese Alain Beaume, che l’ha fatta navigare
principalmente in Costa Azzurra.
Alle vele d’Epoca di Imperia del 2000 è arrivata terza di classe.
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11. SIRIUS
1937 (70)
Vintage Yacht Marconi sloop (NY32)
Naval Architect Olin Stephens (New York USA)
Cantiere: Henry B. Nevins (New York – USA)
Sirius, costruita in fasciame di mogano su ossatura in quercia, è la diciannovesima di 20
imbarcazioni costruite secondo i dettami di una gara d’appalto, formulata nel 1936 per la
realizzazione di una barca ufficiale per il New York Yacht Club. Lo studio Newyorchese Sparkman
& Sthephens vinse la commessa, dando vita alla classe NY32. Il numero indicava la lunghezza al
galleggiamento espressa in piedi (pari a 9,75 metri).
Nel 2004 fu acquistata dall’italiano Fabio Mangione, anche proprietario di Al Na’lr del 1964, che la
sottopose a un restauro effettuato sia presso il Cantiere Navale dell’Argentario di Porto Santo
Stefano.
Nel 2006 si piazzò terza di classe a Le Vele d’Epoca di Imperia.
Sirius è gemella di Ice Fire, di base in Adriatico.
12. MARISKA
1908 (102)
Vintage Yacht Fore and aft cutter
Cantiere William Fife III& Son (Fairlie _ Scotland)
Naval Architect William Fife III
Mariska, numero velico D1 è un 15 metri Stazza Internazionale, come il Tuiga del Principe Alberto
II di Monaco.
In occasione della Monaco Classic Week del 2009 è tornato in mare dopo un restauro integrale
durato oltre due anni eseguito presso i Charpentiers Réunis Mediterranée di La Ciotat, in Francia.
Il progetto del restauro è stato realizzato dal Groupe Fauroux di Cannes.
Costruita in fasciame di mogano acjou, iroko e teak, è un’imbarcazione caratterizzata da un basso
bordo libero, grandi slanci e un armo a cutter aurico.
La ricostruzione dell’alberatura è stata affidata al cantiere Gilbert Pasqui di Villefranche.
Oggi Mariska appartiene ad una famiglia di broker svizzeri, che in occasione delle regate
imbarcano una quindicina di membri di equipaggio.
Gli altri 15 Metri Stazza Internazionale gemelli di Mariska sono Hispania e the Lady Anne del
1912.
12. VISTONA
1937 (73)
Vintage Yacht Fore and aft cutter
Cantiere A.M.Dickie & Sons (UK)
Naval Architect McPherson Campbell (UK)
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Vistona, appartenuta a un ufficiale in pensione della Royal Navy e a una società di charter di
Cannes, dai primi anni settanta è diventata un’imbarcazione scuola al comando del Duca Gian
Marco Bora d’Olmo.
Fondatore del Centro Velico Altura e dei Venturieri di Chioggia, ha navigato a bordo del Vistona
dal 1967 fino alla sua scomparsa, avvenuta nel 1999 all’età di 78 anni.
Da quel momento i figli Giambattista e Ottavia si sono presi cura del Vistona che dal 2001 al 2004
è stata restaurata in Sardegna dal maestro d’ascia Marco Bonacina.
L’armo a ketch bermudiano è stato sostituito da quello originale a cutter aurico.
Vistona compie ogni anno circa 300 miglia di navigazione e ha sempre preso parte al Trofeo Bailli
de Suffren, la regata d’altura che collega St. Tropez a Malta, con tappa in Sardegna a Porto
Rotondo.
13. JALINA
Vintage Yacht cutter bermudiano
cantieri P.Jouet – Sartrouville
Naval Architect E.Cornu
Jalina,vinse le prime regate della Giraglia nel 53 e nel 54.
E un progetto del francese Eugene Cornù costruito dal cantiere francese Jouet per Jaques Barbou.
Il Restauro e stato eseguito da due maestri Elbani "Bonacina" che hanno recuperato fedelmente il
progetto di Cornù; l’ 80% del fasciame è originale mentre la coperta in teak e mogano sono nuovi.
L’albero, che originariamente era in alluminio è stato sostituito con uno in douglas rispettando il
progetto, in questo modo Jalina è ritornato alle origini.
Per maggiori informazioni, testi e foto www.veledepoca.com
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