Vicinanza – Distanza – Limiti. Abusi sessuali nello

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Vicinanza – Distanza – Limiti. Abusi sessuali nello
Vicinanza – Distanza – Limiti
ABUSI SESSUALI NELLO SPORT
Assieme per un’attività sportiva salutare, rispettosa, leale e vincente.
I nove principi della Carta
etica nello sport
1
Adottare lo stesso comportamento nei confronti di ogni persona.
La nazionalità, l’età, il sesso, le preferenze sessuali, l’appartenenza sociale,
l’orientamento religioso e politico non sono elementi pregiudizievoli.
2
Armonizzare l’attività sportiva e la vita sociale.
Rendere compatibili le esigenze dell’allenamento e della competizione con
la formazione, il lavoro e la famiglia.
3
Rafforzare la responsabilità individuale e collettiva.
Le sportive e gli sportivi vengono coinvolti nelle decisioni che li riguardano.
4
Incoraggiare rispettosamente senza esagerare.
Le misure adottate per raggiungere gli obiettivi sportivi non ledono né l’integrità fisica né l’integrità morale delle sportive e degli sportivi.
5
Educare alla lealtà e al rispetto dell’ambiente.
Il rispetto contraddistingue la condotta da adottare nei confronti del prossimo
e della natura.
6
Opporsi alla violenza, allo sfruttamento e alle molestie sessuali.
La violenza psicofisica e qualsiasi forma di sfruttamento non vengono tollerate.
Sensibilizzare, vigilare e intervenire in maniera adeguata.
7
Rifiutare il doping e gli stupefacenti.
Informare efficacemente e intervenire senza esitare in caso di consumo,
somministrazione o diffusione.
8
Rinunciare al tabacco e all’alcool nella pratica sportiva.
Mostrare per tempo i rischi e gli effetti del consumo.
9
Contrastare ogni forma di corruzione.
Esigere e incentivare la trasparenza nelle decisioni e nei processi. Regola­
mentare l’approccio e la gestione di conflitti d’interesse, omaggi, dati
­finanziari e scommesse, e renderli sistematicamente pubblici.
Indice
Introduzione… ………………………………………
2
1. La dinamica degli abusi sessual…………
3
3
3
1.1
1.2
1.3
Il modo di procedere dell’autore potenziale … ……
Il profilo delle vittime… …………………………………
La prevenzione nella società sportiva
è affare di tutti… …………………………………………
1.4 Allenatori e fisicità… ……………………………………
1.5 Chi rompe il silenzio, spezza
il potere dell’autore………………………………………
1.6 Lo sport di prestazione: un caso a parte… …………
1.6.1 Vicinanza particolare fra allenatore e atleta…………
2.2.2
2.2.3
2.2.4
2.2.5
2.3
4
5
5
6
Confrontarsi con la propria fisicità nello sport……… 6
Numerose forme di contatti fisici……………………… 6
Molteplici discipline sportive,
molteplici contatti fisici ………………………………… 6
Dal gioco conforme alle regole
al fallo irregolare… ……………………………………… 6
I contatti fisici come rituale… ………………………… 6
Favorire e incoraggiare in modo mirato
i contatti fisici……………………………………………… 7
I contatti fisici che rientrano nelle mansioni
dell’insegnante… ………………………………………… 7
La differenza fra le situazioni della
vita quotidiana e lo sport… …………………………… 7
3. Sperimentare i contatti fisici positivi per prevenire gli abusi sessuali… ………………………………………………
3.1
3.2
3.3
5.1
5.2
5.3
4
4
2. Fisicità e contatti fisici: un tema onnipresente nello sport… …………………
2.1
2.2
2.2.1
5. Trovare la buona vicinanza e la buona distanza… ………………………… 14
Gestire le avance dei bambini… ……………………… 14
Accettare i limiti e imparare da soli
a fissarne nella società sportiva… …………………… 14
L’importanza del contatto fisico… …………………… 14
6. Giovani alla ricerca……………………………… 17
6.1
6.2
6.3
6.4
6.5
6.6
Nella pubertà «si scatena l’inferno»… ………………
Crescere in un corpo adulto… …………………………
I pari e i modelli… ………………………………………
«Eruzione» sessuale………………………………………
Sperimentare e testare i limiti… ………………………
Il ruolo dell’allenatore……………………………………
17
17
17
18
18
18
7. Potenziare il sensorio degli allenatori… ………………………………… 20
7.1
7.2
7.3
7.4
7.5
7.6
7.7
Il contributo della società sportiva… …………………
Gli allenatori sono degli specialisti……………………
Percepire le sensazioni……………………………………
Conoscere i bisogni nella sessualità……………………
Saper gestire le situazioni
apparentemente «delicate»… …………………………
Gli allenatori come «soggetti di proiezioni»…………
Come possono proteggersi gli allenatori
dalle accuse?… ……………………………………………
20
20
20
20
21
21
21
8. Esempi pratici… …………………………………… 23
Otto misure per ancorare la 0
prevenzione nella società…………………………… 3
9
Le esperienze fisiche positive
rendono più forti… ……………………………………… 9
Insegnare a percepire il proprio corpo… …………… 9
Imparare a distinguere… ……………………………… 9
4. Educazione sessuale nell’infanzia… ……………………………………… 12
4.1
4.2
4.3
La sessualità è innata… ………………………………… 12
S’impara anche a rispettare i limiti…………………… 12
Socializzazione e processo di eccitazione… ………… 12
Olympic Spirit for Kids M
1
Introduzione
Nello sport l’accento è posto sull’attività fisica e sul forte confronto con il proprio corpo. Soprattutto durante la pubertà, ai
giovani lo sport offre sostegno per affrontare i cambiamenti
fisici. E dato che dello sport fa parte anche il confronto con i
compagni e con gli avversari, i giovani possono fare esperienze
molto utili su temi importanti come i contatti fisici e il «toccare
l’altro».
Gli abusi sessuali nelle società sportive sono delle eccezioni, ma
sebbene il numero di allenatori che ne compiono sia ridotto,
ogni caso è un caso di troppo. Parallelamente, è importante
però tutelare anche gli allenatori contro le accuse ingiustificate.
È quindi nell’interesse delle federazioni e delle società sportive
vegliare affinché gli allenatori e le altre persone che assumono
delle responsabilità all’interno della federazione o della società
non abusino della loro posizione. Questo è possibile solo se i
contatti fisici nello sport sono vissuti nel rispetto reciproco e
dei limiti individuali e se ci si impegna per prevenire qualsiasi forma di trasgressione o per individuarla tempestivamente
e impedire che l’abuso sia compiuto.
2
Olympic Spirit for Kids M
1.La dinamica degli abusi sessuali
Ingrid Hülsmann
1.1 Il modo di procedere dell’autore potenziale
Chi commette degli abusi sessuali pianifica le sue azioni e vuole
soddisfare un bisogno. Questa persona, sia essa di sesso maschile o femminile, sa che queste azioni sono proibite. Perciò
gli abusi sono per lo più il frutto di un lungo processo (di preparazione).
2. Gli autori (potenziali) devono superare le loro inibizioni interne. Sono consapevoli che la realizzazione delle loro intenzioni è vietata e quindi le nascondono, spesso addirittura
anche a sé stessi. Si scaricano la coscienza con delle scuse e
trovano degli argomenti per giustificare gli abusi sessuali.
Le seguenti tappe contraddistinguono questo processo:
1. Gli autori (potenziali) sono motivati a compiere degli abusi
sessuali. Un piccolo gruppo di uomini e di donne abusa della
propria posizione di allenatore sportivo per soddisfare i propri bisogni. Per soddisfare i propri bisogni sessuali, emotivi
e sociali sfruttano la loro posizione di autorità e il loro potere, l’affetto che i bambini e i giovani dimostrano loro e
il rapporto di dipendenza che s’instaura. Equilibrano la loro
autostima o compensano dei deficit o dei conflitti relazionali
privati attraverso un controllo eccessivo, delle trasgressioni e
degli abusi sessuali. Il loro orientamento sessuale è rivolto
a bambini/giovani con cui cercano dei contatti sessuali. Le
persone che presentano tali caratteristiche s’insediano in
seno ad istituzioni in veste di allenatori, docenti di musica,
monitori giovanili, ecc., per avvicinarsi alle loro vittime.
Non esiste un profilo chiaro degli autori di abusi sessuali.
Visto e considerato che ogni persona è diversa, anche ogni
abuso sessuale si distingue dagli altri. Alcuni di questi individui sono palesemente aggressivi e violenti, altri invece
definiscono i loro abusi delle attenzioni intrise di empatia.
3. Gli autori (potenziali) devono anche superare delle inibizioni
esterne (ostacoli). Con un determinato approccio, il cosiddetto grooming (addescare, corteggiare, preparare l’abuso),
gli autori valutano in che modo l’entourage reagisce alle loro
giustificazioni. Gli individui che raggiungono spesso i loro
scopi sono in grado di screditare molto bene le percezioni
dell’entourage, svalutarle e dissipare sospetti emergenti.
Spesso si tratta di persone che godono di una certa stima,
ben integrate e che passano inosservate. Non di rado si tratta
di recidivi. Nella maggior parte dei casi, gli abusi sessuali
sono tenuti segreti. A volte gli autori riescono addirittura a
giustificarli come «comportamenti normali».
4.Con l’adescamento della vittima, gli autori (potenziali) superano la resistenza della stessa o indeboliscono la sua capacità di resistenza. Agiscono gradualmente affinché il rapporto
adulto-bambino si sessualizzi progressivamente e valutano
in che modo i bambini o i giovani reagiscono ai contatti fisici
e se si lasciano sedurre.
1.2 Il profilo delle vittime
Gli autori (potenziali) valutano chi potrebbe diventare una vittima e chi invece no. Si tratta soprattutto di bambini e giovani
che hanno bisogno di attenzioni, di molta considerazione e di
assistenza particolare. Durante la crescita, capita a molti bambini e a quasi tutti i giovani di attraversare periodi del genere. Il
rapporto con i genitori, durante l’adolescenza, di tanto in tanto
presenta delle difficoltà. Spesso i giovani si sentono incompresi
e molto limitati nella loro libertà, ciò che può far apparire le
trasgressioni dell’autore (potenziale) come delle avventure allettanti. Le crisi, le malattie, i divorzi, i decessi, ecc. appesantiscono
ulteriormente la vita di famiglia e a soffrirne sono in particolare
i bambini e i giovani. Anche i problemi con i coetanei, le delusioni d’amore, una fragile autostima, uno scarso rendimento
scolastico, i problemi con gli insegnanti, le trasgressioni o i reati
da loro commessi rendono i bambini e gli adolescenti vulnerabili
e «accostabili» per gli autori (potenziali) di abusi sessuali.
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1.3 La prevenzione nella società sportiva è affare di tutti
La società sportiva dovrebbe utilizzare le conoscenze sulle dinamiche degli abusi sessuali per attuare la prevenzione. In
questo modo né le persone che nutrono dei sospetti o che
hanno assistito ad un episodio concreto, né i membri della società che vivono degli abusi sessuali sulla loro pelle saranno
confrontati con ostacoli dissuasivi.
• Se una società fonda il proprio approccio sull’importanza
dell’integrità sessuale di tutti i suoi membri, gli autori (potenziali) hanno poche possibilità di raggiungere i loro fini.
• Una società che rispetta i contatti fisici fissa delle regole comprensibili e vincolanti per tutti. Questo permette di disporre
di un documento di riferimento. Una simile trasparenza e
apertura aiuta a prevenire gli abusi sessuali.
• Se i bambini e i giovani imparano a riconoscere e a dare un
nome ai contatti fisici e ai palpeggiamenti dietro cui si celano cattive intenzioni, gli autori non troveranno terreno fertile per compiere i loro abusi.
• In una società sportiva, in cui la dinamica d’intervento in
ambito di abusi sessuali è nota a tutti e viene presa seriamente in considerazione, gli autori (potenziali) sanno che le
loro intenzioni e le loro azioni saranno riconosciute tempestivamente.
Il fatto che gli abusi sessuali non siano compiuti spontaneamente ma che necessitano di una pianificazione aiuta a capire
perché la prevenzione riguarda tutti.
1.4 Allenatori e fisicità
Soprattutto nello sport, gli allenatori sono degli esempi e degli
esperti di contatti fisici adeguati. Inoltre conoscono il significato di vicinanza e di distanza. I bambini e i giovani orientano
il loro comportamento verso quello degli allenatori. Con degli
allenatori che gestiscono i contatti fisici nel rispetto dei limiti
dell’integrità sessuale ed emotiva, i bambini e i giovani imparano a riconoscere le intenzioni legate ai contatti fisici, rispettivamente a distinguerli in modo adeguato dagli abusi sessuali.
Per le vittime potenziali e per il loro entourage infatti non è
sempre facile capire se il contatto dell’allenatore sia una forma
di aiuto, se il colpetto sulla spalla o l’abbraccio esprima gioia e
orgoglio per un successo sportivo, se il gesto dopo una sconfitta
o un infortunio offra conforto oppure se sfrutti l’occasione per
avvicinarsi e toccare in modo molesto. Questi contatti si situano
in una zona grigia fra incoraggiamenti, conforto e «avvicinamento eccessivo».
Se i bambini e i giovani imparano a riconoscere in modo adeguato e senza ambiguità i contatti fisici classificabili nella categoria degli interventi pedagogici citati in precedenza (incoraggiamenti, lodi, gesti di conforto) affronteranno i contatti
che rappresentano degli abusi sessuali non solo percependo un
vago disagio ma respingendoli e parlandone. In questo modo
saranno maggiormente tutelati contro ogni tentativo di abuso.
Risulterà loro anche più facile cercare aiuto e sostegno dopo un
abuso sessuale.
La fisicità nello sport offre un grande potenziale per lo sviluppo
e la maturazione socio-emotiva. Perciò non va considerata unicamente come un fattore di rischio da escludere.
1.5 Chi rompe il silenzio, spezza il potere dell’autore
Se un bambino o un giovane accusa un allenatore di abusi
sessuali, l’accusa dovrebbe sempre essere presa sul serio e
controllata, anche se l’entourage non crede che la persona in
questione abbia potuto compiere tali abusi. Spetta alla società
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sportiva decidere in che modo raccogliere e analizzare i fatti,
senza arrecare pregiudizio all’accusato. Il silenzio protegge i
bugiardi.
1.6 Lo sport di prestazione: un caso a parte
Lo sport di prestazione è un ambito in cui vigono leggi speciali.
Nello sport amatoriale le prestazioni fisiche sono realizzate per
fornire una prestazione sportiva, idealmente anche per divertirsi, per ragioni di salute o per consolidare lo spirito di gruppo.
Lo sport orientato alle prestazioni di punta pone in primo piano il raggiungimento se non addirittura il superamento degli
obiettivi sportivi personali. Nella struttura dello sport di prestazione lo scopo è proprio quello di riuscire ad andare oltre i
limiti. Un contesto del genere è propizio per le violazioni sessuali, che spesso passano inosservate per lungo tempo.
1.6.1 Vicinanza particolare fra allenatore e atleta
Nello sport di punta, la relazione fra allenatore e atleta è particolarmente intensa. Gli atleti si fidano dei loro allenatori perché per fornire grandi prestazioni hanno bisogno di assistenza e
di incoraggiamento.
Gli sportivi cercano e scelgono accuratamente il loro allenatore prendendo in considerazione le particolari qualificazioni,
i successi ottenuti con altri atleti o la metodologia di allenamento utilizzata, vale a dire quella più adatta al loro profilo di
prestazione. Può capitare che gli atleti debbano compiere degli
sforzi particolari per potersi allenare con l’allenatore desiderato
o per poterselo permettere finanziariamente, come ad esempio
trasferirsi nel luogo in cui si svolgono gli allenamenti o cercare
degli sponsor. Gli allenatori sono indispensabili per gli sportivi
di punta. Insieme vivono delle emozioni intense, come le vittorie o le sconfitte, affrontano grandi sforzi e superano periodi
difficili, come ad esempio gli infortuni. L’obiettivo centrale rimane sempre quello di raggiungere o di superare i limiti della
capacità di prestazione grazie agli allenamenti. All’origine di
ogni sforzo profuso vi è la volontà di diventare più forti, veloci,
resistenti, agili e abili. E questo può diventare terreno fertile per
gli abusi sessuali.
Ambire a grandi prestazioni sportive favorisce alcune forme di
violenza sessuale caratterizzate da sottomissione o/e umiliazione. Solitamente nello sport di punta non sono le manifestazioni di violenza fisica o sessuale ad essere in primo piano.
Spesso la violenza si manifesta attraverso dei contatti sessuali
possessivi, dei gesti o delle osservazioni volgari. Compiendo
abusi sessuali, alcuni allenatori rafforzano il controllo in determinate circostanze e consolidano la gerarchia.
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2. Fisicità e contatti fisici: un tema onnipresente
nello sport Anton Lehmann
2.1 Confrontarsi con la propria fisicità nello sport
Sentirsi bene nel proprio corpo è possibile quando si conosce
e si accettano il proprio corpo, le sue caratteristiche, la propria
età, le proprie forme e i propri pregi e difetti. Per chi pratica
uno sport conoscere e accettare il proprio corpo non è tuttavia
un criterio sufficiente. Praticare uno sport offre un grande potenziale di opportunità e di sviluppo. Da un lato per gestire lo
stato (benessere) e dall’altro per compiere dei progressi a livello
di capacità di prestazione e di azioni. Gli obiettivi (di sviluppo)
a lungo termine possono ad esempio essere raggiunti o addirittura superati – nel senso di superamento positivo dei limiti
− attraverso l’esercitazione costante e l’allenamento. Pertanto il
confronto con la propria fisicità rappresenta una sfida che ogni
persona che pratica un’attività sportiva deve affrontare. Nello
sport il lavoro sul e con il corpo richiede un giusto dosaggio fra
sforzo e recupero.
2.2 Numerose forme di contatti fisici
Questa analisi sulla fisicità si basa sui contatti fisici. Essere toccati, tenuti e portati e – nella forma attiva – toccare, tenere e
portare sono esigenze umane di base. Vari aspetti del contatto
fisico sono onnipresenti nelle varie forme di relazione e di movimento, fanno parte dello sport e possono essere tematizzati
in modo pratico.
2.2.1 Molteplici discipline sportive, molteplici contatti fisici
Se si osservano le regole delle discipline sportive si nota innanzitutto quali sono le forme di contatto fisico autorizzate e
richieste, e quali azioni non conformi alle regole vengono sanzionate. Stando alle dichiarazioni di sportivi attivi è proprio
questa relazione con i compagni e gli avversari, regolamentata
in modo diverso a seconda della disciplina, a rendere affascinante la propria. Si opta per uno sport di squadra (calcio, pallamano, pallacanestro, rugby, pallavolo, hockey su ghiaccio), per
uno sport di rinvio (tennis, badminton, tennistavolo, squash),
per uno sport di duello (pugilato, karate, judo, lotta, lotta svizzera) o per uno sport individuale (nuoto, ginnastica, atletica
leggera, danza, sci alpino, snowboard) per i motivi più diversi.
Non da ultimo, in questa scelta giocano un ruolo importante
anche le direttive relative ai contatti fisici specifiche ad ogni
disciplina sportiva. Le forme di espressione concordate e regolamentate in questo modo hanno un effetto civilizzante e fanno
parte del patrimonio dello sport.
2.2.2 Dal gioco conforme alle regole al fallo irregolare A volte in determinate situazioni (di concorrenza), dove contano
molti aspetti come emozioni, onore, prestigio, valori materiali, ecc., non si rispettano le regole. Quando gli interventi sul
campo diventano più sgarbati e più fisici, quando gli scontri e i
falli offuscati si accumulano caricando di negatività l’atmosfera
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di gioco, si rischia l’escalation. In queste situazioni, ogni intervento o contatto fisico viene immediatamente analizzato e
interpretato dall’arbitro ma anche dagli avversari coinvolti direttamente. Il trambusto che ne deriva accresce il rischio che
anche gli interventi regolari vengano considerati delle azioni
aggressive e dunque ripagati con la stessa moneta. Per questa
ragione, quando si parla di prevenzione della violenza è molto
importante porsi la domanda seguente: come si fa a far regnare
il fairplay anche in situazioni di grande stress?
2.2.3 I contatti fisici come rituale
Oltre ai contatti fisici conformi alle direttive di gara, specifiche
ad ogni disciplina, esistono anche altre forme di contatti che
fanno parte della quotidianità sportiva. Chi pratica sport apprezza ad esempio i rituali che favoriscono la condivisione e
che solitamente non figurano in alcun regolamento. Parliamo
di rituali (originali) di saluto e di commiato, ma anche di quelli
che contribuiscono in modo significativo a formare un gruppo
compatto, come l’incoraggiante gesto «dammi il cinque» usato
molto spesso o i rituali che in situazioni di conflitto spingono
alla riconciliazione. Stringere la mano agli avversari guardandoli negli occhi e ringraziandoli dopo una gara carica di tensione emotiva è un’abitudine che rilassa tutte le persone coinvolte. Altri gruppi e società sportivi praticano ulteriori forme di
espressione e di linguaggio del corpo, che consentono di creare un’atmosfera piacevole caratterizzata da un sentimento di
appartenenza. I moti di trionfo e i festeggiamenti dopo una
vittoria sono occasioni in cui spesso ci si abbraccia, anche fra
persone di sesso maschile, e che esprimono ad esempio la gioia
del successo collettivo, mentre i rituali di consolazione in caso
di sconfitta infondono sollievo perché il «peso» del cattivo risultato viene simbolicamente condiviso. Infine durante eventi e
festeggiamenti avvengono delle interazioni sociali auspicabili,
che contribuiscono a formare lo spirito di squadra e permettono
ai membri di integrarsi meglio nella comunità.
2.2.4 Favorire e incoraggiare in modo mirato i contatti fisici Indipendentemente dai contenuti principali di una lezione di
educazione fisica, un insegnante o un allenatore ricorre volentieri anche a esercizi e giochi che favoriscono e incoraggiano i
contatti fisici naturali, anche fra ragazze e ragazzi. I giochi di
contatto come l’acchiappino o i giochi di coppia che stimolano
a lottare o ad azzuffarsi si prestano molto bene per essere introdotti nella fase di riscaldamento, proprio perché permettono di
sperimentare situazioni ludiche basate sui contatti fisici con e
contro gli altri. Un aspetto molto importante, questo, dal punto
di vista pedagogico. Nella parte finale di una lezione, che serve
invece a far ritornare la calma, per favorire il recupero e per instaurare la fiducia dovrebbero essere adottate soprattutto delle
misure come lo stretching di coppia, i giochi che prevedono il
trasporto di un compagno o la guida di un partner con gli occhi bendati, i massaggi o i «picchiettamenti» sulla schiena con
l’ausilio di una palla oppure semplici tecniche di massaggio, ecc.
2.2.5 I contatti fisici che rientrano nelle mansioni
dell’insegnante
In alcuni sport come la ginnastica agli attrezzi, il pattinaggio,
lo judo, ecc. fra l’insegnante e i bambini o i giovani avvengono
dei contatti fisici specifici alla disciplina. L’insegnante aiuta i
bambini ad acquisire le varie capacità spiegando l’immagine
e la sequenza del movimento oppure la tecnica di caduta o di
lancio negli sport da combattimento guidandoli in modo tattile. Questo perché, oltre alle informazioni visive e verbali, sono
necessari anche degli impulsi chinestetici. In molti casi, soprattutto nella ginnastica e in particolare nelle tecniche per attrezzi come parallele, sbarra, anelli e anche nel corpo libero,
l’insegnante aiuta per assicurare l’allievo ed evitare in modo
efficace le situazioni a rischio e le cadute, per lo meno quelle
pericolose. Il tema dell’assistenza tecnica e dei diversi modi di
assicurare è trattato durante le formazioni e i corsi di perfezionamento destinati agli insegnanti, i quali ricevono informazioni
anche sugli aspetti sensibili di questo tipo di interventi, che
richiedono un’attenzione particolare e una responsabilità pedagogica.
2.3 La differenza fra le situazioni della vita quotidiana e lo sport
L’analisi sistematica degli aspetti significativi dei contatti fisici
nello sport permette di distinguerli da quelli che avvengono
nella vita quotidiana, dove ogni persona per sentirsi a proprio
agio necessita di mantenere una certa distanza da chi le sta
di fronte: in media all’incirca la lunghezza di un avambraccio.
Nello sport, si afferma, toccare e essere toccati sono invece
azioni onnipresenti e naturali. Il contatto fisico è multifunzionale, ciò significa che può essere connesso alla funzione (parola chiave: regole sulle forme di aiuto volte ad assicurare), può
essere appropriato (parola chiave: capacità d’imporsi conforme
Sinossi
Il rapporto con la propria fisicità è una sfida con cui ogni persona che pratica sport è confrontata e che, nell’immediato ma
anche sul lungo termine, porta i suoi frutti. Questo include
anche il confronto con le diverse forme di contatti fisici nello
sport. Toccare ed essere toccati sono azioni che fanno parte
della quotidianità sportiva e che quindi sono onnipresenti
alle regole) e, solitamente, anche in grado di favorire lo spirito
di gruppo e l’amicizia (parola chiave: appartenenza). Le persone
che praticano sport, gli insegnanti e gli arbitri devono prestare
attenzione alle violazioni, che possono manifestarsi sotto forma
di interventi aggressivi e di sospetti di abusi sessuali. È a questa
dimensione che bisogna prestare particolare attenzione, perché
ad ogni contatto (sportivo) sorge il problema della vicinanza e
della distanza, vale a dire dove e come porre i limiti e rispettarli.
nelle molteplici forme di contatto e di movimento proprie allo
sport. Il significato e la funzione del contatto sono tuttavia diversi a seconda della disciplina sportiva praticata. Per gli attori
coinvolti, i contatti adeguati e attuati a fini sportivi, di regola,
influiscono positivamente sull’autovalutazione, sulla valutazione di terzi e sulla percezione del proprio corpo.
Bibliografia: Mehrwerte im Sport, Strategien zu präventivem Handeln und zur Gesundheitsförderung, Lehmann A., Schaub Reisle
M., Macolin, 2003
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«Gli abusi sono punibili.»
3.Sperimentare i contatti fisici positivi per prevenire gli abusi sessuali Monika Egli
I contatti fisici sono esperienze ed elementi estremamente importanti che risvegliano e sviluppano la percezione dei nostri
limiti fisici. Attraverso i contatti e la vicinanza fisica impariamo
a riconoscere cosa ci piace e cosa invece no.
3.1 Le esperienze fisiche positive rendono più forti
Per riuscire a respingere efficacemente una vicinanza eccessiva,
è importante sviluppare la percezione e le sensazioni suscitate
da «contatti fisici positivi». I contatti fisici, il «toccare», i contatti epidermici e la prossimità sono esperienze importanti e
necessarie che aiutano le persone a svilupparsi mentalmente,
fisicamente e emotivamente. I contatti fisici sono fondamentali
per i bambini, perché consentono loro di scoprire e sviluppare
le capacità di attaccamento e di relazionarsi. Saper percepire
i contatti significa anche riuscire a catalogare, classificare, va-
lutare o sentire quali regalano sensazioni «piacevoli» e quali
invece no. Fra questi due poli si situano numerose categorie o
gradi di percezione dei contatti. I bambini imparano a conoscere i contatti in ambienti protetti: all’interno della famiglia
con i genitori, i fratelli e le sorelle, i nonni, gli zii, gli amici di
famiglia, i padrini e le madrine e i vicini. Più tardi, durante la
crescita, sono confrontati anche con i contatti con i coetanei,
ad esempio al preasilo o alla scuola materna oppure giocando
all’aperto con altri bambini.
3.2 Insegnare a percepire il proprio corpo
Già nei primi anni di vita, i contatti possono essere considerati
sgradevoli. Ad esempio i contatti fisici che avvengono durante
i trattamenti medici procurano dolore. Pensiamo ad esempio
alle vaccinazioni. I bambini, in questo contesto, vivono la vicinanza e il contatto fisico come un’esperienza dolorosa. Da una
persona, il medico, in cui hanno risposto fiducia e si lasciano
toccare, non si aspettano nulla di spiacevole. E proprio questa
persona di fiducia provoca loro un dolore fisico. Questa esperienza può essere molto importante per i bambini e avere delle
ripercussioni inquietanti durature.
Ma torniamo ai contatti piacevoli, alla capacità di distinguerli
e alla percezione dei contatti fisici. Se i bambini hanno la possibilità di sviluppare la loro opinione sui contatti, sull’essere
toccati e sul toccare, di esprimere tale opinione e, ad esempio, di non apprezzare ogni tipo di contatto, allora imparano a
prendere sul serio le loro percezioni personali. «Kein Küsschen
auf Kommando» (Nessun bacio su comando) era il motto di una
campagna di prevenzione che si prefiggeva di sensibilizzare in
tal senso.
Con il passare degli anni e un maggior orientamento verso
l’esterno, in gruppi, a scuola, nelle attività del tempo libero e in società, per i bambini e i giovani è importante farsi
un’immagine propria, un’opinione, al fine di assumere una posizione sulla regolamentazione della vicinanza e della distanza.
Nei primi anni di vita, invece, spesso sono ancora i genitori a
vegliare sull’incolumità dei figli.
3.3 Imparare a distinguere
Se i bambini e i giovani acquisiscono nella loro vita la capacità
di percepire la qualità dei contatti fisici, riusciranno meglio ad
attuare una percezione differenziata.
Da questo punto di vista lo sport può assumere un ruolo e una
funzione centrali, soprattutto in ambiti extrafamigliari come le
strutture di preasilo, di accoglienza diurna o le scuole. I bambini e i giovani scoprono che esistono contatti fisici, compiuti
da adulti che non fanno parte della cerchia famigliare, che sono
legittimi. Contatti che hanno una loro funzione, che avvengono
ad esempio mentre si esegue un esercizio alla parallela o alla
sbarra. Questi contatti fisici di regola provengono dagli allenatori. Contatti che i bambini non hanno richiesto e che probabilmente in un primo momento li irritano perché non sono preceduti da spiegazioni. Se questi contatti e questo tipo di aiuto
avvengono in modo imparziale, per sostenere, e non per sfruttare o addirittura per scopi sessuali, allora i bambini e i giovani hanno l’opportunità di imparare e di scoprire l’esistenza
di contatti legittimi, anche al di fuori della famiglia. Ci sono
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contatti fisici che sono addirittura necessari e che non violano
la sfera intima, sebbene si spingano oltre i limiti conosciuti fino
a quel momento.
Un mondo sessualizzato
In un mondo in cui i mezzi d’informazione straripano di forme
diverse di contenuti e di immagini a carattere sessuale è possibile che bambini e giovani si sentano insicuri nei loro atteggiamenti e che credano a questa diffusione mediale. Ciò che, fra
le altre cose, permette agli autori di abusi sessuali di avvicinarsi
più facilmente ai bambini e ai giovani. La nudità, ad esempio, diventa normale, mentre fissare dei limiti e il concetto di
pudore diventano un’eccezione. Un mondo sessualizzato riduce
tendenzialmente le inibizioni sessuali, in ogni forma e modo, e
fa parte di una cultura che favorisce gli abusi.
Lo sport è importante e affina la percezione
I contatti fisici nello sport servono anche a esprimere delle
emozioni: la gioia di una vittoria collettiva, lo spirito di squadra
e l’appartenenza oppure il conforto. I contatti servono ad esprimere sentimenti e emozioni.
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Olympic Spirit for Kids M
Con l’aiuto dello sport, i bambini e i giovani possono così affinare la loro percezione in tal senso, ma anche ampliarla, differenziarla o (ri)costruirla se in passato è stata violata o non
rispettata. I contatti fisici nello sport assumono un’importante
funzione preventiva, perché permettono di affinare la percezione nei confronti di quanto accade fisicamente fra le persone.
Tutti questi «contatti fisici positivi», tutti questi contatti piacevoli e compiuti con buone intenzioni, senza secondi fini, sono
utili e necessari per lo sviluppo dei giovani.
In quest’ottica, lo sport assume un ulteriore ruolo importante
e carico di responsabilità. Lo sport è in grado di attuare una
prevenzione e una sensibilizzazione uniche nel loro genere e
rendere i bambini e i giovani più forti, perché insegna loro concretamente a fare la differenza fra contatti graditi e sgradevoli,
a distinguerli, a sentire cosa va bene e cosa no e a sviluppare le
sensazioni positive. Per capire cosa non va bene, cosa procura
sensazioni sgradevoli e indesiderate, i bambini e i giovani devono prima riuscire a riconoscere le cose piacevoli. E lo sport, da
questo punto di vista, offre un contributo straordinario.
«So cosa
bisogna fare.»
4.Educazione sessuale nell’infanzia
Anette Bischof-Campbell
4.1 La sessualità è innata
L’eccitazione sessuale, la base fisica della sessualità, si fonda su
un riflesso. Una volta attivata, l’eccitazione sessuale porta ad
un aumento del flusso sanguigno e al gonfiamento dell’organo
sessuale. Il riflesso dell’eccitazione può manifestarsi già nel
feto, quando si trova nel grembo materno. Durante i contatti
fisici con le loro persone di riferimento, i neonati sperimentano da soli il piacere fisico e genitale. Il riflesso dell’eccitazione
viene attivato attraverso dei contatti casuali, dei movimenti o
anche spontaneamente.
Dagli 8 ai 15 mesi, i bambini esplorano manualmente il loro
organo sessuale. Toccare e giocare per ore con il proprio corpo
favorisce lo sviluppo dell’immagine fisica nella corteccia somatosensoriale. Attraverso movimenti e tocchi si attivano degli
stimoli provenienti dalla zona genitale che portano alla rappresentazione del sesso nel cervello. In questo modo i neonati
«si familiarizzano» sempre di più con il loro organo sessuale e
percepiscono gli stimoli sensoriali provenienti da quella regione
come eccitazione sessuale. Questa è la base dello sviluppo di
tutte le componenti della sessualità.
4.2 S’impara anche a rispettare i limiti
Se i genitori riescono a nominare naturalmente sin da subito il
sesso del bambino, ad apprezzarlo e a prendersene cura come
del resto del suo corpo e se concedono al loro bambino lo spazio necessario per esplorare il suo corpo giocando, forniscono
un importante contributo alla sua futura realizzazione sessuale.
Naturalmente non tutti i momenti sono opportuni per compiere questo tipo di azioni, e questo vale anche per i giochi
che favoriscono la scoperta del proprio corpo. I bambini quando
nascono non sanno cosa significhi rispettare la vicinanza e la
distanza. Spetta agli adulti insegnarglielo. Al più tardi a partire
dal quinto anno di età, i bambini sono in grado di capire ad
esempio che non possono correre sulla strada o sputare contro
le persone e anche che non possono stimolarsi sessualmente al
supermercato.
4.3 Socializzazione e processo di eccitazione
Con la scoperta della differenza fra i sessi a partire dai 18 mesi,
cresce anche l’interesse nei confronti dell’organo genitale del
sesso opposto e si comincia ad esplorarsi a vicenda. Giocare al
dottore, i giochi di iniziazione o farsi il solletico sono esperienze
stuzzicanti, avvincenti e eccitanti. Durante l’interazione ludica
con gli altri, il riflesso dell’eccitazione viene per così dire «socializzato».
Durante questi giochi il bambino impara quanto sia sgradevole
essere messi sotto pressione, un aspetto importante per lo sviluppo della capacità di comprensione. I bambini apprendono
che non sempre ci si comporta correttamente e che a volte si
può essere anche palesemente manipolati e oppressi. Questo
è normale. Gli adulti apprensivi a volte si chiedono dove si situino i limiti fra gioco/esercitazione e abuso. Se un bambino
assimila già da piccolo le parole che descrivono il suo organo
genitale e se è consapevole che solitamente le sue sensazioni e
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Olympic Spirit for Kids M
i suoi limiti fisici sono rispettati è in grado di esprimersi quando
qualcosa lo turba.
Il bambino apprende anche che i suoi giochi e il linguaggio sessuale che sta imparando non sempre sono apprezzati da chi lo
circonda, perciò tende a distanziarsi dall’argomento. In passato
questo comportamento era definito «fase latente», un periodo
in cui si pensava che i bambini non accordassero più importanza alla sessualità. Oggi invece si è giunti alla conclusione
che in questa fase la sessualità continua a svilupparsi, ma nella
maggior parte dei casi di nascosto.
Gli adulti possono offrire il loro aiuto limitandosi a lasciare ai
bambini lo spazio necessario per questo sviluppo, rimanere a
disposizione per rispondere alle loro eventuali domande e, occasionalmente, anche fornire informazioni non richieste sulla
sessualità.
«La mia società tiene gli occhi ben aperti.»
5.Trovare la buona vicinanza e la buona distanza
Anette Bischof-Campbell
5.1 Gestire le avance dei bambini
Il desiderio di vivere esperienze sensoriali spinge i bambini a
rivolgere la loro attenzione anche agli adulti. È indispensabile
quindi che questi ultimi rispettino chiaramente i limiti e non
approfittino dei bisogni infantili per soddisfare la loro eccitazione sessuale. Le persone adulte devono assumersi la piena
responsabilità per quanto riguarda l’impostazione del contatto
fisico. Ciò non significa tuttavia che gli adulti devono evitare i
contatti fisici con i bambini, poiché la vicinanza è fondamentale per lo sviluppo fisico e psicologico del bambino.
È importante distinguere fra motivazione sessuale e eccitazione sessuale. Può capitare che l’abbraccio dopo la rete della
vittoria sia accompagnato da un’erezione. La domanda è se
questa sia motivata sessualmente. La risposta è no. Il riflesso
dell’eccitazione viene attivato involontariamente. Gli stimoli e
i contatti sessuali possono scatenarlo, così come l’agitazione,
le tensioni fisiche e gli stati d’animo forti come la paura o la
gioia. Negli adolescenti e nei giovani, questo riflesso è spesso
innescato da alti livelli di testosterone. Le erezioni involontarie infatti sono normali. Eccitazione sessuale non equivale
dunque a motivazione sessuale. Quest’ultima deriva infatti
dalla ricerca, dal mantenimento e dall’incremento consapevole
dell’eccitazione sessuale.
5.2 Accettare i limiti e imparare da soli a fissarne nella società sportiva
Attraverso degli «appelli» di natura sessuale e dei tentativi di
seduzione, alcuni bambini esprimono il desiderio di riconoscimento, di affetto, di tenerezza e di contatti fisici. Questi bambini provano un forte bisogno di ricevere questo tipo di attenzione e hanno poco senso della vicinanza e della distanza. Sono
goffi e inesperti nei rapporti con gli altri e può succedere che
superino alcune barriere. I contatti fisici nello sport possono
aiutare questi bambini a sviluppare una relazione migliore con
il loro corpo e un buon senso della vicinanza e della distanza.
La vicinanza fisica rappresenta un potenziale per lo sport. Laddove possono verificarsi dei comportamenti problematici (ad
es. violazioni delle regole) si possono imparare e adottare dei
comportamenti alternativi. Le attività sportive nelle società dispongono del potenziale necessario per sensibilizzare i bambini
al proprio corpo e alla violazione delle barriere fisiche e per insegnare loro ad accettare le regole. È possibile vivere emozioni
e aggressioni in un quadro in cui le regole sono chiare. Sanzionando le trasgressioni si favorisce la regolazione degli affetti.
Inoltre lo sport può fornire una base su cui costruire un lavoro
relazionale. Lo sport collettivo permette infatti di stabilire dei
contatti intensi fra allenatori e bambini.
Per gli allenatori tutto ciò rappresenta una sfida. Le avance
del bambino o il suo comportamento inadeguato devono essere sdrammatizzati con voce calma e la situazione va riportata
all’interno dei limiti consentiti. Per farlo gli allenatori devono
essere consapevoli del ruolo che assumono, solo così possono
esprimersi con la necessaria sicurezza e chiarezza.
5.3 L’importanza del contatto fisico
Nessuno dei nostri cinque sensi possiede significati così diversi
come il tatto. Diversi studi hanno dimostrato che il contatto
fisico è il modo migliore per esprimere dei sentimenti, rafforza
le relazioni, e allevia non solo i dolori fisici ma anche quelli
psichici e può essere sia rilassante che stimolante.
Una conclusione che non sorprende. I ricercatori dell’Università
di Berkeley trovarono una connessione fra il successo di una
squadra e la frequenza con cui i suoi componenti si «toccavano». Le squadre migliori sono quelle che si danno più spesso
«il cinque» oppure delle pacche d’incoraggiamento. Resta ancora da chiarire però se le compagini sono così forti perché i
componenti hanno dei contatti fisici fra di loro o se è il successo
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che porta a contatti frequenti. Alcuni aneddoti indicano tuttavia
che gli effetti del contatto fisico giocano un ruolo. Pep Guardiola, ad esempio, in qualità di allenatore dell’FC Barcelona,
toccava con una frequenza impressionante i suoi giocatori e rispetto al suo predecessore – meno fortunato dal punto di vista
dei risultati sportivi − attribuiva molta più importanza ad un
approccio più personale e ad una relazione più intima.
Cosa significa tutto ciò per gli allenatori di bambini e giovani?
Quello che è considerato legittimo fra adulti può essere adottato anche con i bambini? L’aspetto determinante è la motivazione dell’allenatore: quando l’interesse non è rivolto al bene
del bambino ma ai bisogni dell’adulto la barriera che con-
duce all’abuso è stata superata. È interessante notare come gli
esperti intuiscano in che modo possono toccare i bambini senza
nel contempo superare i limiti. Infatti, nessun allenatore di calcio dopo una rete si getta nella mischia di giocatori esultanti.
È utile inoltre che la società sportiva basi il proprio approccio
sull’integrazione positiva della fisicità e definisca delle regole
chiare in merito. Stabilire delle regole sui contatti fisici e attuare
determinati accordi consente a tutti di riferirvisi. L’apertura e la
trasparenza prevengono gli abusi sessuali.
Olympic Spirit for Kids M
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«Nella mia società il rispetto
è molto importante.»
6.Giovani alla ricerca
Anette Bischof-Campbell
6.1 Nella pubertà «si scatena l’inferno»
In Svizzera la maggior parte dei giovani rimangono attivi per
un certo periodo in una società sportiva, per lo più durante la
pubertà, ovvero in una fase di sviluppo in cui sono confrontati
con grossi cambiamenti a livello fisico, psichico e sociale e devono affrontare compiti difficili. Riassumendo, nella pubertà «si
scatena – per così dire – l’inferno».
Nelle ragazze, i cambiamenti fisici avvengono all’incirca fra il 9°
e il 10° anno di età, mentre nei ragazzi fra gli 11 e i 12 anni. Questi
cambiamenti s’intensificano fino a 14/15 anni. Nelle femmine
terminano al più tardi a 18 anni, mentre nei maschi a 21. I cambiamenti psichici solitamente durano più a lungo e in nessun
altro periodo della vita sono così radicali e gravosi. Comportano una maggiore autoconsapevolezza, una labilità emotiva,
l’innalzamento di difese contro influssi esterni, una maggiore
indipendenza nei confronti della famiglia, una maggior integrazione in gruppi di pari e il restringimento di legami personali definiti autonomamente. I cambiamenti sociali includono
uno scambio di ruoli sociali, che può essere associato a rituali
di iniziazione, di cui fanno parte in senso più ampio anche le
prime esperienze con sostanze stupefacenti. Infine, all’interno
dei gruppi di pari, si sperimentano i futuri ruoli sociali. I giovani
di sesso maschile ad esempio affrontano delle prove di coraggio
per consolidare la loro posizione nel gruppo oppure per scalare
la gerarchia.
La domanda che tutti i giovani si pongono è: «sono normale?»
ed è rivolta soprattutto al proprio corpo, alla propria sessualità
e alla propria identità maschile o femminile.
6.2 Crescere in un corpo adulto
Lo sviluppo fisico nella pubertà è fondamentale. I giovani crescono fisicamente sotto l’influsso di ormoni, ciò che richiede
continui adattamenti alle mutate condizioni fisiche. Crescere
nel corpo adulto, durante la pubertà, rappresenta ogni giorno
un’esperienza nuova. Ciò che una volta era famigliare e acquisito viene vissuto in un modo nuovo, ricatalogato e a volte, in
un primo tempo, affrontato come qualcosa di sconosciuto. Le
proporzioni fisiche cambiano. Per un determinato periodo, i
giovani non si sentono più «a casa loro».
L’immagine del corpo adulto è modellata secondo miti e
ideali che provengono dal proprio entourage e dai mezzi
d’informazione. In questa fase di sviluppo, accettarsi nonostante non si corrisponda a questi ideali, rappresenta una particolare sfida. In questo contesto, lo sport offre agli adolescenti la
possibilità di sviluppare il piacere del proprio corpo e di aiutarli
a trovare un buon rapporto con esso. In questo modo sono in
grado di «combattere» dall’interno gli ideali che provengono
dall’esterno.
6.3 I pari e i modelli
Durante il distacco dai genitori e la ricerca di sé stessi, gli adolescenti rivolgono la loro attenzione ai coetanei e cercano anche
dei modelli fra adulti che non appartengono alla loro sfera famigliare. Non sono solo le boys band, le star del cinema e gli
sportivi di punta a diventare degli idoli. Molti giovani si prendono una cotta per le o gli insegnanti, per i padri e le madri dei
loro amici e, ancora più spesso, per gli allenatori dello sport che
praticano.
L’importanza che i pari assumono per i giovani emerge anche
dall’indagine rappresentativa «Sport Svizzera 2008», riguar-
dante bambini e giovani, in cui sono stati rilevati i motivi che
spingono ragazzi e ragazze a praticare un’attività sportiva.
«Stare con gli amici» è la seconda ragione più importante addotta, dopo «divertirsi».
Nello sviluppo dell’identità, lo sport assume un ruolo importante per molti giovani. Grazie alle attività sportive gli adolescenti possono testare la loro capacità di prestazione, essere
forti, belli, agili e veloci. Ci sono delle regole e ci si può confrontare e misurare con gli altri.
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6.4«Eruzione» sessuale
Gli adolescenti vivono la maturità sessuale e scoprono
un’intensità del tutto nuova della loro eccitazione sessuale. In
questo contesto prosegue con rinnovato vigore la socializzazione del riflesso dell’eccitazione. Entrambi i sessi imparano e si
allenano ad eccitarsi sessualmente, a sviluppare i loro bisogni
sessuali, a percepirli e a trovare forme e luoghi adatti per eccitarsi e per avere contatti sessuali.
Negli adolescenti maschi, l’ingresso nella maturità sessuale
provoca una tempesta di ormoni sessuali maschili. Il loro interesse è perciò rivolto ai rapporti sessuali concreti. Nelle ragazze,
la produzione di ormoni sessuali non aumenta invece in modo
così netto. La maggior parte di loro è infatti stata molto stimolata a livello di percezione delle sensazioni durante l’infanzia.
Perciò spesso le ragazze percepiscono la loro eccitazione ses-
suale in modo emotivo. Molte sognano piuttosto di vivere delle
relazioni romantiche e meno dei rapporti sessuali con i loro
coetanei maschi considerati «immaturi».
Mentre gli adolescenti maschi considerano l’erezione e le dimensioni del pene dei criteri di virilità centrali, le adolescenti
si dedicano alla loro attrazione fisica, perché vogliono essere
desiderabili e desiderate. Si accorgono di essere percepite come
delle entità sessuali, ciò che può riempirle d’orgoglio ma anche
farle sentire sotto pressione.
Sebbene durante il periodo dell’adolescenza i bisogni di maschi e femmine si oppongono, l’interesse sessuale nei confronti
dell’uno e dell’altro cresce in modo significativo in entrambi i
sessi.
6.5 Sperimentare e testare i limiti
L’adolescenza è caratterizzata da esperimenti. Molti giovani
adottano comportamenti imprudenti e avventati, perché non
sono in grado di valutare le conseguenze del loro atteggiamento.
Così mettono alla prova i limiti: gli atti di violenza, il consumo
di droghe, l’autolesionismo e la delinquenza si verificano infatti molto più spesso fra gli adolescenti che fra gli adulti. Anche
a livello sessuale corrono dei rischi dovuti all’avventatezza o
all’ignoranza.
6.6Il ruolo dell’allenatore
I giovani «utilizzano» gli adulti come «specchio» per percepire l’effetto che provocano a livello sessuale e per testare i
loro limiti. Gli allenatori rappresentano un «campo di esercitazione» adatto. Ai tentativi di seduzione e alle offerte sessuali
dei giovani, gli allenatori dovrebbero però reagire con chiarezza
e compostezza. «Chiarezza» significa che devono definire dei
confini chiari e respingere le offerte, «compostezza» significa
invece che non devono drammatizzare l’accaduto e mantenere
la calma. Non si tratta infatti di comportamenti patologici ma di
un normale processo di sviluppo.
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Olympic Spirit for Kids M
È indispensabile che gli allenatori prendano sul serio la loro responsabilità nei confronti dei giovani, che conoscano i propri
desideri sessuali e rispettino i limiti. Dovrebbero svolgere la loro
missione educativa e aiutare i giovani a sviluppare una buona
autostima per diventare delle donne e degli uomini sicuri di sé.
I giovani con una buona autostima non commettono violenze
sessuali e possono proteggersi meglio contro di esse.
«Parlane.»
7.Potenziare il sensorio degli allenatori
Ingrid Hülsmann
7.1 Il contributo della società sportiva
Le persone responsabili di società sportive dovrebbero discutere del tema degli abusi sessuali, chiarendo la dinamica degli
abusi, e aumentare la professionalità degli allenatori tramite
corsi di perfezionamento. Delle strutture di allenamento trasparenti, delle esigenze lavorative chiare e delle istruzioni sulla
procedura da seguire di fronte a casi sospetti e reali infondono
sicurezza agli allenatori. Sicurezza che può essere rafforzata ingaggiando una persona di contatto competente in materia e
offrendo la possibilità di contattare dei consulenti esterni.
7.2 Gli allenatori sono degli specialisti
Per continuare a lavorare con efficacia e piacere, ogni allenatore
dovrebbe ampliare la propria professionalità. Gli abusi sessuali
presuppongono motivazione e intenzionalità. Si può imparare
a sentire i propri impulsi, a prenderne coscienza e, eventualmente, ad utilizzarli come segnale d’allarme. Nel caso in cui un
allenatore si accorgesse che i suoi desideri e fantasie sessuali
sono rivolti agli sportivi del proprio gruppo, può riconoscerli e
adottare un comportamento che gli permetta di evitare di commettere abusi sessuali. Un approccio consapevole aiuta anche a
gestire le accuse.
7.3 Percepire le sensazioni
Saper percepire in modo consapevole le sensazioni positive
ma anche quelle negative suscitate da bambini e giovani è
una premessa fondamentale per assumere un comportamento
adeguato. Gli allenatori dovrebbero essere in grado di gestire
le loro sensazioni. Sono una persona che solitamente esprime
rapidamente e immediatamente ogni piccola gioia? Oppure appartengo a quella categoria di persone che sentono molto ma
mostrano poco? Ogni piccola contrarietà sfocia in uno sfogo di
rabbia oppure ho imparato a calmarmi e ad esprimere l’ira a
parole?
Un allenatore che si comporta con rispetto e riguardo anche in
situazioni in cui la tensione emotiva è elevata, aiuta i giovani a
gestire le loro relazioni. Il contatto con l’allenatore si basa sulla
fiducia. I giovani devono essere sicuri che il loro allenatore viva
i rapporti in modo responsabile.
Gli allenatori sono umani. Hanno desideri e sogni. Sono uomini e donne e hanno una sessualità. Dal punto di vista dei
bisogni emotivi può capitare perciò che s’innamorino di un/una
atleta di cui si occupano. E, naturalmente, gli allenatori possono anche provare dei desideri sessuali nei confronti di questa
persona. L’importante è che siano consapevoli di queste sensazioni e sentimenti e li inseriscano in un contesto adatto. Concretamente ciò significa riconoscere l’innamoramento e reagire
in modo adeguato. Come? Ad esempio interrompendo gli allenamenti, chiarendo la situazione in un colloquio con la persona
di contatto della società oppure gestendo i propri sentimenti e
definendo chiaramente i ruoli in modo tale che gli allenamenti
e la relazione con la persona in questione possano proseguire
in modo invariato.
7.4 Conoscere i bisogni nella sessualità
Ogni adulto è in grado di percepire in modo consapevole i propri bisogni sessuali. Gli allenatori dovrebbero conoscere i loro
stimoli e bisogni sessuali e saperli gestire. Anche il desiderio sessuale dovrebbe essere qualcosa di noto e di riconoscibile. Il desiderio di rapporti sessuali è forte? Delle forti sensazioni scatenano l’eccitazione sessuale senza però rivolgerla
concretamente all’atleta in questione? (v. anche paragrafo
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4). L’importante è che l’allenatore sia in grado di controllare
la propria eccitazione sessuale. Avere dei contatti sessuali con
bambini e giovani è proibito. Spetta agli allenatori assumersi
la responsabilità della gestione di tali sensazioni. Un contatto
sessuale è penalmente rilevabile se lo sportivo o la sportiva è
ancora nell’età protetta o vive in una particolare situazione di
dipendenza con l’allenatore.
7.5 Saper gestire le situazioni apparentemente «delicate»
Nelle relazioni professionali, è buona regola analizzare e discutere continuamente i sentimenti e i comportamenti. Dal profilo
del diritto penale occorre fornire istruzioni di portata generale
o delle definizioni di confini chiare. Gli allenatori dovrebbero
essere in grado di gestire le situazioni «delicate», come gli allenamenti individuali, i massaggi, i passaggi in auto o i pernottamenti in dormitori. Gli allenatori che intendono compiere degli
abusi sessuali possono sfruttare ogni occasione. Per favorire lo
sviluppo dell’atleta, non si dovrebbe tuttavia evitare questo genere di situazioni bensì renderle trasparenti. Gli allenatori
- possono proporre degli allenamenti individuali solo quando
è assolutamente necessario. La società deve esserne a conoscenza e deve dare la propria autorizzazione
- possono eseguire dei massaggi per sciogliere le tensioni solo
se hanno seguito una formazione in tal senso
- possono offrire dei passaggi in automobile solo dopo averne
discusso con i genitori o con la società oppure in un caso di
emergenza e dopo aver chiarito le questioni assicurative
- in caso di pernottamenti in dormitori, tende o capanne, devono prima informare le persone incaricate dell’educazione
e ricevere il loro assenso
- possono entrare negli spogliatoi e nelle docce solo quando
l’obbligo di vigilanza lo richiede.
Nelle situazioni delicate si tratta soprattutto di stabilire delle
regole sensate ed evitare dei divieti assoluti. Queste regole offrono sicurezza e fiducia all’allenatore cui sta a cuore lo sviluppo
degli sportivi. Se i bambini e i giovani scatenano dei conflitti,
si fanno male o addirittura compiono degli abusi sessuali fra di
loro negli spogliatoi o nelle docce perché manca la vigilanza,
l’allenatore è insicuro e la società sportiva vieta l’ingresso agli
adulti in questi spazi, vengono inviati dei segnali sbagliati.
E questo vale anche per le situazioni in cui l’allenatore aiuta
l’atleta ad eseguire determinati esercizi. Le forme di aiuto vanno
messe in atto a regola d’arte, per assistere nel migliore dei modi
l’atleta durante la sequenza di movimenti che deve realizzare e
proteggerlo da eventuali infortuni. È importante perciò che gli
allenatori si sentano sicuri nei contatti fisici con i loro atleti e
intervengano con coraggio (v. anche paragrafo. 2.1). Non sono
né il corpo nudo, né le prese eseguite vicino alle zone sessuali
allo scopo di aiutare che scatenano o favoriscono gli abusi sessuali. Sono l’intenzione e le fantasie sessuali dell’allenatore che
portano a compiere tali abusi. Di questo le società e gli allenatori dovrebbero essere consapevoli.
7.6 Gli allenatori come «soggetti di proiezioni»
Gli allenatori sono dei modelli. Sono corteggiati e imitati, ma
anche analizzati in modo critico. I giovani vogliono sapere
quale effetto provocano su un uomo o una donna che non appartiene alla loro cerchia famigliare. E gli allenatori sono soggetti di prova adatti. In questi casi è utile riflettere sulla propria
reazione e anche valutare continuamente se i segnali inviati in
modo verbale e non verbale incoraggiano l’atleta. Il ruolo di
esempio esige che l’allenatore conosca sia le proprie responsa-
bilità sia i propri limiti. È necessario perciò che questi rispecchino il suo comportamento. L’allenatore dovrebbe anche esaminare continuamente con i colleghi e la società le situazioni
che potrebbero favorire le violazioni dei limiti, le molestie e gli
abusi sessuali. Degli accordi e delle regole vincolanti infondono
chiarezza e tutte le persone coinvolte dovrebbero servirsene
come aiuto pratico.
7.7 Come possono proteggersi gli allenatori dalle accuse?
Un’accusa di abusi sessuali è grave e può stroncare la carriera di
allenatore. È utile dunque prevenire questo tipo di situazioni.
Se un allenatore si sente particolarmente insicuro può prendere
in considerazione l’idea di occuparsi del suo gruppo insieme ad
un altro allenatore.
Per favorire la trasparenza si possono invitare degli spettatori,
ad esempio i genitori.
Prima di procedere a delle dimostrazioni o a delle forme di
aiuto che implicano dei contatti fisici si può spiegare quali contatti sono utili e necessari.
Una relazione fondata sul rispetto richiede molta attenzione nei
contatti fisici e la verifica dello stato d’animo dell’altro quando
non si è sicuri.
Della cultura della società fa parte anche il divieto di esprimere
osservazioni o commenti offensivi o di natura sessuale nei confronti del corpo o dell’aspetto di bambini e giovani.
Olympic Spirit for Kids M
21
Non è ragionevole rimanere da soli in palestra o nello spogliatoio con una ragazza o ragazzo, senza che nessuno sia al
corrente. La situazione deve essere trasparente sia per la società
e sia per le persone incaricate dell’educazione.
Un allenatore molto corteggiato o consapevole dei forti sentimenti che suscita in un’atleta deve assumere un atteggiamento
inequivocabile e trasparente.
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Olympic Spirit for Kids M
Le società possono organizzare degli incontri informativi destinati ai genitori. Anche gli allenatori possono informare gli atleti
e i genitori sulla loro «politica» personale (regole comportamentali, atteggiamenti reciproci, libertà e limiti, ecc.).
8.Esempi pratici
L’ultimo capitolo descrive dieci situazioni diverse che aiutano a
riflettere su come reagire nelle situazioni illustrate o analoghe.
Ogni situazione è collegata ad ogni capitolo dell’opuscolo.
Le soluzioni proposte descrivono delle possibili reazioni, ciò significa che non sono attuabili ad un situazione senza essere
adeguate al contesto. Ogni singolo episodio ha la propria di-
namica e va valutato singolarmente. È molto importante inoltre
richiedere la consulenza di specialisti.
Gli esempi pratici sono fittizi e non descrivono alcun fatto realmente accaduto.
Esempio 1
Durante una discussione con il presidente della società sportiva, un membro adulto della stessa fa notare che il nuovo allenatore
della squadra juniori (bambini di 9 anni) si era dimesso dall’ultima società sportiva in cui era attivo a causa di una controversia.
Di recente, il presidente di questa società gli ha raccontato di essere contento che questo allenatore abbia lasciato il suo club.
Lo descrive infatti come una persona difficile e racconta di aver sentito delle storie secondo cui era «molto vicino» ai ragazzi che
allenava.
Tema / Parole chiave
Sospetto
Intervento
Referenze
Reazione possibile
Il presidente è confuso,
contatta il presidente
dell’altra società sportiva
chiedendo maggiori informazioni sul comportamento
dell’allenatore.
Altra documentazione
8 misure (misure 3+4)
Guida e manuale al sito
www.swissolympic.ch /
Ethik / keine sexuellen Übergriffe / Download
Capitolo di riferimento
Capitolo 8
«Esempi pratici»
Cosa significa «essere molto
vicino» ai giovani?
Questo aspetto è stato
discusso direttamente con
l’allenatore?
Ci sono state delle comunicazioni da parte dei genitori?
Il presidente discute con
l’allenatore del lavoro svolto
nella società in cui era attivo
in precedenza.
Le regole della società vengono ripetute in modo chiaro
all’allenatore.
Olympic Spirit for Kids M
23
Esempio 2
Una ragazza di 15 anni racconta al suo ex allenatore che quello attuale le dice delle cose strane. Ad esempio che è molto sexy (15)
e che si veste in modo attraente. Inoltre vuole sempre sapere se ha già un ragazzo e la chiama «tesorino». A lei questo non piace,
perché lo trova stupido.
Tema / Parole chiave
Molestie sessuali
Reazione possibile
Informare la persona responsabile dell’allenatore
e la persona di contatto.
Stabilire chi deve parlare con
la ragazza e chiarire quanto
segue:
• Quando e quanto spesso si
verificano questi episodi?
Anche altre persone sono
coinvolte?
• I genitori sono a conoscenza di quello che
accade? Occorre informarli?
• Tutti sono d’accordo che
bisogna dire all’allenatore
di cambiare comportamento?
Altra documentazione
Opuscoli
Guide e persona di contatto
Manuale per responsabili di
società, allenatori, genitori
Capitolo di riferimento
Capitolo 8
«Esempi pratici»
Tutta la documentazione si
trova al sito:
www.swissolympic.ch /
Ethik / keine sexuellen Übergriffe / Download
Confrontare l’allenatore con
le proprie affermazioni e riferirgli che si tratta di molestie
sessuali non tollerate.
Esempio 3
L’allenatore di una ragazza di 12 anni esprime le proprie emozioni in modo molto fisico. Dopo le vittorie o le sconfitte l’abbraccia
sempre e la bacia sulle guance, coinvolgendola in lunghi e intensi colloqui individuali. Solitamente tutto ciò avviene sempre in
pubblico.
Tema / Parole chiave
Vicinanza e distanza
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Reazione possibile
La persona responsabile discute con l’allenatore focalizzando l’attenzione sul suo
comportamento.
La società esige che
l’allenatore tenga una certa
distanza dall’atleta:
Gli abbracci dopo le vittorie
sono consentiti.
Nessun bacio.
Tutti i contatti devono sempre
avvenire in pubblico.
Affrontare il tema della vicinanza e della distanza con
tutto il gruppo di allenatori.
Altra documentazione
8 misure
Guida
Capitolo di riferimento
Capitolo 1.4 Allenatori e
fisicità
Esempio 4
Un’atleta di punta di 17 anni di un quadro è seguita dall’allenatore nazionale (35 anni) della federazione, che la prepara alla gara
più importante dell’anno. Una sera dopo un allenamento, la ragazza racconta entusiasta alla madre che l’allenatore l’ha invitata
a trascorrere due settimane di vacanza con lui a Mallorca. La vacanza è prevista proprio nel periodo di recupero dopo le sedute di
allenamento intensive. Secondo l’allenatore durante questi 15 giorni potrebbe seguire meglio la ragazza nel leggero allenamento
della condizione che dovrà svolgere.
Tema / Parole chiave
Nessuna separazione fra il
ruolo di allenatore e di persona (privata)
La strategia dell’autore punta
all’individualità
Reazione possibile
La madre è a disagio e si
rivolge alla persona competente della federazione.
I responsabili della federazione informano l’allenatore
dicendogli che l’invito non è
tollerato.
I responsabili della federazione organizzano un colloquio
con l’allenatore, durante il
quale chiariscono le regole
della federazione e affrontano
l’argomento della vicinanza
con l’atleta in questione.
Altra documentazione
8 misure
Capitolo di riferimento
Capitolo 1.6
Lo sport di prestazione: un
caso a parte
Esempio 5
La mamma di una ginnasta di 10 anni si lamenta con il presidente della società, affermando che l’allenatore della figlia appoggia
le sue mani sul corpo della bambina mentre le insegna dei nuovi esercizi.
Tema / Parole chiave
Contatti fisici
Aiutare durante gli
allenamenti
Reazione possibile
Mostrare alla madre quali tipi
di aiuto sono necessari e di
quali forme di aiuto si tratta
Domande:
• Si tratta di questi o di altri
contatti fisici?
• Come reagisce la figlia? Che
cosa racconta?
Altra documentazione
8 misure
Manuale per responsabili di
società sportive, allenatori,
genitori al sito
www.swissolympic.ch /
Ethik / keine sexuellen Übergriffe / Download
Capitolo di riferimento
Capitolo 2.2.5
I contatti fisici che rientrano nelle mansioni
dell’insegnante
Discussione con l’allenatore:
• Mette in pratica le forme di
aiuto in modo corretto?
Organizzare un incontro fra la
madre e l’allenatore oppure
invitarla ad un allenamento.
Altre misure possibili:
• Organizzare una serata con i
genitori sull’argomento.
• Rafforzare le conoscenze
degli allenatori in ambito di
contatti fisici che rientrano
nelle loro mansioni.
Olympic Spirit for Kids M
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Esempio 6
Un nuovo allenatore (20 anni) parla al responsabile del settore giovanile dicendogli che si sente insicuro in tutto ciò che riguarda
i contatti fisici con i giovani. Ha deciso quindi di evitare qualsiasi tipo di contatto per non essere confrontato con eventuali problemi. Una decisione che a volte gli crea dei problemi, in particolare quando deve spiegare delle capacità tecniche, ma considera
questo aspetto meno importante.
Tema / Parole chiave
Insicurezza dell’allenatore in
ambito di contatti fisici
Reazione possibile
Il responsabile del settore
giovanile prende sul serio l’argomento e fornisce
all’allenatore un feedback
positivo, dicendogli che
apprezza il fatto che si sia rivolto a lui per discutere della
questione.
Il responsabile giovanile
discute con l’allenatore di
questo argomento e lo esorta
ad avere dei contatti fisici
quando questi sono necessari.
E chiarisce i seguenti punti:
I contatti fisici che hanno una
funzione sportiva specifica
sono necessari e legittimi.
La situazione può essere spiegata comunicando prima di
fare l’esercizio quali contatti
fisici saranno messi in pratica.
Il responsabile del settore
giovanile organizza una
formazione con uno specialista sul tema: «vicinanza
e distanza nello sport» per
tutti gli allenatori del settore
giovanile.
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Olympic Spirit for Kids M
Altra documentazione
8 misure
Capitolo di riferimento
Capitolo 3
Guida
Sperimentare i contatti fisici
positivi per prevenire gli abusi
sessuali
Manuali sul sito di Swiss
Olympic
Capitolo 2: Fisicità e contatti
fisici: un tema onnipresente
nello sport
Esempio 7
Una giovane allenatrice si rivolge alla persona di contatto della società e racconta di avere l’impressione che un bambino di 8
anni del suo gruppo si stia avvicinando troppo a lei. L’abbraccia in ogni occasione, la bacia e vuole sempre darle la mano quando
si spostano da un luogo all’altro.
Tema / Parole chiave
Gestire le avance dei bambini
Contatti fisici
Reazione possibile
Offrire sostegno all’allenatrice
esortandola a comunicare
chiaramente e in modo comprensibile al bambino quali
sono i limiti da rispettare.
• Niente baci
• Evitare di dargli la mano
Altra documentazione
Manuali per allenatori al sito
www.swissolympic.ch / Ethik /
keine sexuellen Übergriffe /
Download
Capitolo di riferimento
Capitolo 5.2 Accettare i limiti
e imparare da soli a fissarne
nella società sportiva
Capitolo 2.2.3. I contatti fisici
come rituale
2.2.4. Favorire e incoraggiare
in modo mirato i contatti fisici
Introdurre ad esempio
• Il «dammi il cinque» al
momento del saluto iniziale
/ del commiato
Altre misure possibili:
• Introdurre dei giochi sui
contatti fisici negli allenamenti.
• Come si comporta il ragazzino con gli altri allenatori?
• Parlare ai genitori del comportamento del figlio.
Esempio 8
Una giocatrice della prima squadra giovanile (15 anni) inizia ad indossare abiti molto sexy e poco funzionali durante gli allenamenti: calzoncini aderenti e canotte sopra l’ombelico. Inoltre si mette a flirtare palesemente con l’allenatore venticinquenne, il
quale si sente confuso ma a volte ricambia le attenzioni. L’assistente allenatore nota la situazione e non approva la relazione che
si è instaurata fra l’allenatore e la ragazza.
Tema / Parole chiave
I giovani si innamorano dei
loro allenatori
Gestire le avance (provocazioni) dei giovani
Reazione possibile
L’assistente allenatore
parla della situazione con
l’allenatore e il responsabile
del settore giovanile
L’allenatore definisce dei
limiti chiari con la ragazza e
respinge con determinazione
e rispetto le sue avance.
Il responsabile del settore
giovanile ricorda le regole
sull’abbigliamento alla ragazza e la invita ad attenervisi.
Durante un corso per allenatori, il responsabile
del settore giovanile parla
brevemente di «giovani e
pubertà».
Altra documentazione
8 misure
Capitolo di riferimento
Capitolo 6
Manuali sul sito di Swiss
Olympic
Giovani alla ricerca
Capitolo 5.1 Gestire le avance
dei bambini
Olympic Spirit for Kids M
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Esempio 9
Un innocente scambio di sms fra due giovani, una ragazza di 14 e un ragazzo di 17 che fanno parte della stessa società sportiva, si
trasforma in un gioco erotico. Dopo aver ricevuto delle foto erotiche dal diciassettenne, la giovane si sente molestata e lo comunica per sms al ragazzo che, tuttavia, continua a spedirle delle immagini inequivocabili. La quattordicenne ne parla con la madre,
la quale si rivolge all’allenatore.
Tema / Parole chiave
Molestie fra giovani
Molestie sessuali
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Olympic Spirit for Kids M
Reazione possibile
L’allenatore riferisce il caso al
presidente.
Il presidente convoca
una riunione del gruppo
d’intervento.
Il gruppo d’intervento decide
di organizzare dei colloqui
separati con i due giovani e
con i loro genitori.
Nel frattempo la persona
di contatto della società si
rivolge ad un servizio specializzato per ricevere consigli su
come procedere.
Il ragazzo riceve un richiamo
dalla dirigenza della società
ma può continuare a praticare
sport all’interno della società.
I genitori di entrambi i ragazzi
e i funzionari della società
coinvolti sono informati per
lettera delle misure adottate
e delle decisioni prese dal
gruppo d’intervento.
Altra documentazione
Guida
Manuali sul sito di Swiss
Olympic
8 misure
Persona di contatto
Capitolo di riferimento
Capitolo 6 Giovani alla ricerca
Esempio 10
La madre di un ragazzo di 13 anni contatta il presidente della società e gli racconta che dopo gli allenamenti, negli spogliatoi i
giovani visionano delle immagini pornografiche sui loro cellulari e se le scambiano. Ha trovato delle immagini di questo tipo nel
telefonino del figlio. Inoltre i ragazzi avrebbero cercato di filmarsi mentre erano completamente nudi.
Tema / Parole chiave
Pornografia
Molestie sessuali
Reazione possibile
La società informa i genitori
che i loro figli sono punibili
se scaricano, inoltrano o non
Consapevolezza dell’entourage cancellano delle immagini
pornografiche ricevute.
Filmare altre persone (nude)
sotto la doccia o nello spogliatoio rappresenta una violazione delle regole comportamentali e di decoro fissate
dalla società sportiva. Inoltre
possono essere percepite
come molestie sessuali.
Altra documentazione
8 misure
Art. 197.4 del codice penale
Manuale per responsabili di
società, allenatori e genitori
Manuale al sito
www.swissolympic.ch / Ethik /
keine sexuellen Übergriffe /
Download
Capitolo di riferimento
6.5. Sperimentare e testare i
limiti
Ai genitori viene chiesto di
fare in modo che queste immagini vengano cancellate.
Fornire le stesse informazioni ai giovani durante
l’allenamento.
Stabilire o concordare delle
regole riguardanti l’uso del
cellulare durante gli allenamenti, le competizioni e negli
spogliatoi.
Ad esempio:
• Spegnere i cellulari
• Consegnare i cellulari prima
dell’allenamento o della
gara
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«No agli abusi sessuali nello sport»
Otto misure per ancorare la prevenzione nella società
1.
Carta etica negli statuti
Introdurre la Carta etica negli statuti non indica solo la posizione chiara della società sportiva, bensì rappresenta anche la
base su cui si fondano i regolamenti, gli impegni, ecc.
2.
Direttive e regole comportamentali
Canoisti, sportivi di atletica leggera o alpinisti si allenano in
condizioni molto diverse. Le direttive devono dunque essere
adattate in modo mirato alle circostanze prendendo tuttavia in
considerazione i punti seguenti:
• spogliatoi/docce separati per i giovani di età inferiore ai 16
anni e gli adulti
• gli adulti non dovrebbero rimanere negli spogliatoi dei bambini e dei giovani, eccezion fatta per motivi necessari di vigilanza (violenza fra i giovani, vandalismi, incidenti, aiuto, ecc.)
• pernottamenti fuori casa: camere separate a seconda dei
sessi e dell’età (adulti e bambini)
• regole comportamentali: cosa possono fare gli allenatori
per prevenire abusi e molestie sessuali (manuale al sito
www.spiritofsport.ch)
• regole specifiche allo sport praticato su temi come le forme di
aiuto, l’abbigliamento, ecc.
Nel caso di violazione delle regole comportamentali, gli interessati vanno richiamati all’ordine. La non osservanza di regole
individuali non va comunque associata automaticamente ad un
abuso sessuale e le sanzioni dovrebbero essere applicate soltanto quando gli interessati non dimostrano alcuna disponibilità a modificare il proprio atteggiamento.
zioni sulle ragioni che lo hanno spinto a cambiare società ed
esige delle referenze. In caso di dubbi, informarsi direttamente
presso la società di provenienza.
5.
Persona di contatto
La prevenzione degli abusi sessuali è di competenza della dirigenza della società, la quale può designare una persona di contatto con il compito di attuare la prevenzione. Ad essa spettano
pure le seguenti mansioni:
• Persona di contatto per membri, allenatori, famigliari, terzi
• Discussione annuale con l’allenatore
• Informare i membri della società (ad es. una volta all’anno
nel bollettino della società)
• Aggiornare la documentazione e il sito internet
• Una volta all’anno, informare la dirigenza in merito
all’applicazione pratica della prevenzione
Per svolgere al meglio il proprio incarico la persona di contatto
deve conoscere:
• il documento di supporto «Cos’è un abuso sessuale»
• le regole e gli impegni specifici della società
• i manuali, le disposizioni e la documentazione della federazione
• il sito internet www.spiritofsport.ch
• lo schema d’intervento
• la persona di contatto nella federazione
• l’indirizzo del servizio cantonale competente*
* v. al sito www.spiritofsport.ch
3.
Informare gli allenatori e i monitori
Non serve a nulla inserire delle regole comportamentali, delle
direttive o la Carta etica negli statuti prima di averne informato
gli allenatori e i monitori. Di seguito qualche suggerimento per
evitare problemi:
• Far sottoscrivere un impegno personale agli allenatori.
• Inserire nel contratto la prevenzione degli abusi sessuali.
• Informare verbalmente gli allenatori.
Tutti gli allenatori dovrebbero ricevere i manuali e conoscere il
nome della persona di contatto.
4.
Chiedere delle referenze ai nuovi allenatori
Durante la procedura d’assunzione di un nuovo allenatore o
monitore, la persona competente (capo allenatore, capo della
formazione, responsabile del settore giovanile) chiede spiega-
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Olympic Spirit for Kids M
Se una società mette a disposizione i manuali e la documentazione e comunica in modo chiaro quali sono le misure che
adotta, questi compiti implicano un impegno di circa 15 ore
all’anno per la persona di contatto.
6.
Piano d’intervento
Una società deve sapere con esattezza su quale piano occorre
basarsi in caso di sospetto o di abuso e può scegliere fra quello
messo a disposizione dalla società, dalla federazione o da Swiss
Olympic. È importante definire con largo anticipo quali siano
le persone da informare in caso di abuso, chi debba assumersi
la responsabilità dell’intervento e chi invece vada coinvolto
nell’azione di sostegno.
7.
Informare i membri della società
L’obiettivo è che i membri della società e i genitori dei giovani
sappiano che gli abusi sessuali non sono tollerati, che conoscano il nome della persona di contatto e dove rivolgersi per ottenere informazioni supplementari. Questo obiettivo può essere
raggiunto nel modo seguente:
• informazione annuale nel bollettino della società
• informazioni sul sito internet della società, eventualmente
inserire il link della federazione o quello del sito
www.spiritofsport.ch
• informare subito i nuovi membri
8.
Monitoraggio − Verifica degli obiettivi
Una volta all’anno, la persona di contatto informa la dirigenza
della società sull’applicazione pratica delle misure (ad es. durante una seduta del comitato direttivo). Questo rapporto serve
a verificare se le attività svolte in ambito di prevenzione di abusi
sessuali sono sufficienti oppure se necessitano di adattamenti.
Olympic Spirit for Kids M
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«Io dico di no.»
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Gestione:
Impressum
Edizione:
Autori:
Grafica:
Foto:
Stampa:
3a edizione:
Lingue:
Swiss Olympic, Ittigen a Berna
Stephan Schüepp
Esperto di prevenzione
Anton Lehmann
Esperto di prevenzione nel e attraverso lo sport
Ingrid Hülsmann
Psicologa specialista in psicoterapia FSP
Annette Bischof-Campbell Consulente sessuale
Monika Egli-Alge
Psicologa specialista in psicoterapia FSP
Wiggenhauser & Woodtli, Benken ZH
Rolf Siegenthaler
printgraphic AG, Bern
Stampato su carta riciclata al 100 %, a impatto climatico zero
2015
D, F, I
Swiss Olympic
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