Scheda tratta da Mauro Natale, catalogo dei dipinti, Milano 1982 Il
Transcript
Scheda tratta da Mauro Natale, catalogo dei dipinti, Milano 1982 Il
Scheda tratta da Mauro Natale, catalogo dei dipinti, Milano 1982 Il Canaletto (Giovanni Antonio Canal detto) Venezia, 1697 - 1768 Il Prà della Valle in Padova Olio su tela; 39x87,5 cm (n. inv. 321) In buono stato di conservazione malgrado la vernice ossidata che ne vela la superficie, questa tela rappresenta il Prà della Valle a Padova prima dei lavori di risanamento promossi dal podestà Andrea Memmo nel 1775-1776. Attorno al piano erboso, da sinistra a destra, si riconoscono, oltre ad alcune abitazioni private, il grande corpo della cosiddetta Scuola delle Comari, la basilica di Santa Giustina e l'adiacente monastero benedettino, la chiesa della Misericordia e, al limite estremo del lato meridionale, il Palazzo Grimani, ora Verson. Sul lato destro della piazza, affiancato da edifici di minor mole, spicca il grande palazzo del Collegio Universitario. Il dipinto riproduce con lievi varianti una veduta disegnata da Canaletto su due fogli oggi conservati nella Biblioteca Reale di Windsor (nn. inv. 7509-7510; 27,1x37,5 cm, 27,3x37,5 cm: Constable-Links, 1976, pp. 551-552, nn. 689-690), preparatori per un'acquaforte, anch'essa eseguita su due lastre (29,3x42,2 cm, 29,5x42,4 cm), inserita nella raccolta di 31 incisioni dedicate dal maestro veneziano al console inglese Joseph Smith con il titolo: "Vedute / altre prese da i luoghi altre ideate / da / Antonio Canal / e da esso intagliate poste in prospettiva / umiliate / all'ill.mo Signor Giuseppe Smith / Console di S.M. Britannica appresso la Ser.ma / Repubblica di Venezia / in segno di stima ed ossequio" (1741 circa - dopo il 6 giugno 1744: Pallucchini-Guarnati, 1945, p. 32; Zampetti, 1967, pp. 162-163, nn. 73-74; Bromberg, 1974, pp. 73-76, nn. 7-8; Constable-Links, 1976, p. 654, nn. 6-7). I due fogli incisi hanno dimensioni leggermente superiori di quelli disegnati e comportano alcune piccole varianti nella distribuzione dei gruppi delle figure, nel numero degli archi e delle finestre che scandiscono le facciate degli edifici e nell'altezza della linea dell'orizzonte, che nell'acquaforte appare leggermente abbassata rispetto al disegno. I fogli incisi ispirarono una serie di dipinti che riproducono più o meno fedelmente la medesima veduta. Una tela, già attribuita a Canaletto ma definitivamente resa a Francesco Guardi da A. Morassi (1973, pp. 437-438, n. 684) si trova al Musée des Beaux-Arts a Digione (n. inv. J.171, tela, 73x129 cm: Guillaume, 1980, p. 36, n. 56); allo stesso Canaletto è invece dovuta una tela già presso Lord Brownlow e oggi in collezione privata inglese (40x87,5 cm: Constable-Links, 1976, pp. 383-384, n. 376), di cui sono repliche l'esemplare nella collezione di Mario Friedenberg a Venezia (tela, 38x89 cm: Constable-Links, 1976, p. 384, n. 376/b) e quello, forse di bottega, presso A. Newman a Cap d'Antibes, venduto da Christie's a Londra il 27 marzo 1953, lotto 146 (tela, 47x91,5 cm: Constable-Links, 1976, p. 384, n. 376/d). Il dipinto del Poldi Pezzoli, che deriva dalla stessa matrice compositiva, conservò a lungo un'attribuzione a Bernardo Bellotto (Bertini, 1881, p. 30; Morassi, 1932, p. 20; Fritzsche, 1936, p. 104; Pallucchini-Guarnati, 1945, p. 32; Moschini, 1954, p. 34; Russoli, 1955, p. 124), fino a che W.G. Constable (1962, p. 137, n. 376/a) riconobbe nell'esecuzione cifrata delle macchiette il tipico segno della mano di Antonio Canal. L'attribuzione al vedutista veneziano, contrastata da A. Morassi (1973, p. 257), è oggi condivisa dalla maggior parte degli studiosi (Puppi, 1968, p. 108, n. 210 B; Russoli, 1972, pp. 263-266; Camesasca, 1974, p. 122, n. 308 A). S. Kozakiewicz (II, 1972, p. 457, n. A 306) rilevò "che a prima vista soprattutto la tavolozza dai toni fondi, lontani da quelli soliti al Canal, fa pensare al Bellotto, ma tutto il resto: le linee calligrafiche, che possono ricordare la scrittura araba, il colore steso in un sottile strato liquido e il giuoco di luce ed ombra con i piccoli colpi di luce sparsi, mentre si allontana sensibilmente dalle opere giovanili del Bellotto, coincide esattamente con le caratteristiche" dei dipinti di Canaletto posteriori al 1742. Secondo W.G. Constable e J.G. Links (1976, p. 384, n. 376/a), la tela milanese sarebbe una replica autografa di quella già citata in collezione privata britannica, rispetto alla quale essa mostra una più accentuata verticalità degli edifici (tracce di correzione prospettica sono avvertibili nel gruppo di costruzioni, sul margine destro della tela) e alcune differenze nei gruppi e nella disposizione delle figure, che qui lasciano libera una più ampia porzione del prato, al centro della composizione. Non è improbabile che l'esemplare del Poldi Pezzoli possa essere identificato con quello ricordato da E.A. Cicogna (1842, p. 569) nella collezione di Giuseppe Pasquali a Venezia, dove lo storico vide "l'originale del Canaletto quadro ad olio rappresentante la Veduta del Prato della Valle che fu già intagliata in rame dallo stesso autore, ma con varietà tra il quadro e la stampa". Bibliografia aggiornata al 2004 G. Bertini, Fondazione artistica Poldi Pezzoli. Catalogo generale, Milano 1881, p. 30. W. von Seidlitz, ad vocem, Canaletto, Bernardo Bellotto detto, in U. Thieme, F. Becker, Allgemeines Lexikon der Bildenden Künstler, V, Liepzig 1911, p. 488. V. Costantini, La pittura in Milano, Milano 1921, p. 104. A. Morassi, Il Museo Poldi-Pezzoli in Milano, Roma 1932, pp. 6, 20. H.A. Fritzsche, Bernardo Bellotto genannt Canaletto, Burg bei Magdeburg 1936, p. 104. F. Wittgens, Il Museo Poldi Pezzoli a Milano, Milano 1937, tav. 6. R. Pallucchini , G.F. Guarnati, Le acqueforti del Canaletto, Venezia 1945, p. 32. F. Russoli, Il Museo Poldi Pezzoli in Milano. Guida per il visitatore, Firenze 1951, p. 37. V. Moschini, Canaletto, Milano 1954, p. 34. F. Russoli, La Pinacoteca Poldi Pezzoli, Milano 1955, p. 124. A. Morassi, I disegni veneti del Settecento nella collezione Paul Wallraf, catalogo della mostra, Venezia 1959, p. 20, n. 15. W.G. Constable, Canaletto, Oxford 1962, p. 137, n. 376/a. K.T. Parker, J. Byam Shaw, Canaletto e Guardi, catalogo della mostra, Venezia 1962, n 31. Bernardo Bellotto genannt Canaletto, catalogo della mostra, Vienna 1965, p. 14. Europäische Veduten des Bernardo Bellotto genannt Canaletto, catalogo della mostra, Essen 1966, p. 18. L. Puppi, L’opera completa del Canaletto, Milano 1968, p. 108, n. 210 B. Venise au díx-huítième siècle, catalogo della mostra Parigi 1971, p. 75. S. Kozakiewicz, Bernardo Bellotto, 2 voll., Milano 1972, I, pp. 67-68, II, p. 457, n. A 306. F. Russoli, Pittura e scultura, in Il Museo Poldi Pezzoli, Milano 1972, pp. 263-266, fig. 485. A. Morassi, Antonio e Francesco Guardi, Venezia 1973, p. 257. E. Camesasca, L’opera completa del Bellotto, Milano, 1974, p. 122, n. 308 A. W.G. Constable, J.G. Links, Canaletto, Oxford, pp. 384, n. 376/a, 551. F. Russoli, Il Museo Poldi Pezzoli in Milano, Guida per il visitatore, Firenze 1978, p. 52. M. Guillaume, Catalogue raisonné du Musée des Beaux-Arts de Dijon. Peintures italiennes, Dijon 1980, p. 36. J.G. Links J.G., Canaletto. Tutti i dipinti, Milano 1981, p. 86, n. 305. M. Natale, Museo Poldi Pezzoli. Dipinti, Milano 1982, cat. 159, p. 140. S. Marinelli, Bernardo Bellotto. Verona e le città europee, a cura di S. Marinelli, catalogo della mostra tenutasi a Verona nel 1990, Milano 1990, cat. 2, p. 54. F. Caroli, Il Gran Teatro del Mondo, l’Anima e il Volto del Settecento, a cura di F. Caroli, catalogo della mostra tenutasi a Milano nel 2004, Milano 2003, cat. II.19, p. 344.