BICOOP Srl Area ex ELBI

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BICOOP Srl Area ex ELBI
BICOOP S.r.l.
Area ex ELBI – ex Messer
Collegno (TO)
Progetto di edifici di civile abitazione (edilizia
libera e convenzionata), terziario e commerciale
Relazione geologica
Marzo 2009
PLANΞTA Studio Associato
Via Cerello 21 – SP 87, km 1 - 10034 Chivasso (TO)
C.F. e P.IVA. 09871910015 – Tel 011/9103450 - Fax 011/9101908
www.studioplaneta.it
BICOOP S.r.l.
Area ex Elbi – ex Messer, Collegno – Relazione Geologica
INDICE
1 INTRODUZIONE ............................................................................................. 3 1.1 Documentazione di riferimento ..................................................... 4 2 INQUADRAMENTO DEL SITO...................................................................... 6 2.1 Inquadramento territoriale .............................................................. 6 2.2 Inquadramento geomorfologico .................................................. 7 2.3 Inquadramento idrografico ............................................................ 8 2.4 Inquadramento geologico.............................................................. 8 2.5 Inquadramento idrogeologico .................................................... 10 3 ASSETTO LITOSTRATIGRAFICO ED IDROGEOLOGICO LOCALE ....... 13 3.1 Sintesi delle indagini pregresse effettuate sulla porzione ex
Elbi ........................................................................................................ 13 3.1.1 Indagini effettuate nel 2008 nell’ambito della
caratterizzazione ambientale preliminare ................................ 15 3.2 Sintesi delle indagini pregresse effettuate sulla porzione ex
Messer .................................................................................................. 16 3.3 Assetto litostratigrafico del sottosuolo ........................................ 17 3.4 Assetto idrogeologico ..................................................................... 19 4 PRINCIPALI VINCOLI PRESENTI SUL TERRITORIO ................................. 21 4.1 Classificazione sismica .................................................................... 21 4.2 Vincolo idrogeologico .................................................................... 21 4.3 Fasce fluviali ....................................................................................... 21 4.4 Vincoli urbanistici .............................................................................. 21 5 CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE ............................................................ 23 FIGURE
Figure nel corpo del testo
Figura a
Vista aerea dell’area ex Elbi - ex Messer
Figure fuori testo
Figura 1
Corografia
Figura 2
Carta geomorfologica
Figura 3
Carta geologico-tecnica
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Area ex Elbi – ex Messer, Collegno – Relazione Geologica
Figura 4
Porzione ex-Elbi – Ubicazione delle indagini ambientali
preliminari effettuate nel 2008
Figura 5
Porzione ex-Messer – Ubicazione delle indagini ambientali
effettuate nel 2006
Figura 6
Carta idrogeologica e delle fasce di rispetto delle risorse
idropotabili
Figura 7
Stratigrafia pozzo 28
Figura 8
Carta di sintesi della pericolosità geomorfologica
ALLEGATI
Allegato 1.1
Piano particolareggiato di iniziativa pubblica "Area Elbi" –
Progetto Definitivo – Relazione illustrativa delle analisi e
ricerche svolte
Allegato 2.1
Estratto del foglio catastale 10
Allegato 2.2
Copia non in scala dell’elaborato 2.1 - “Azzonamento e
destinazioni d’uso” della Variante al PRG “Piano
Particolareggiato di Iniziativa Pubblica – Area Elbi”
Allegato 3.1
Stratigrafie dei sondaggi realizzati nel 2006 nella porzione
ex Messer
Allegato 3.2
Stratigrafie dei pozzetti esplorativi realizzati nel 2008 nella
porzione ex Elbi
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Area ex Elbi – ex Messer, Collegno – Relazione Geologica
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INTRODUZIONE
L’area ex Elbi - ex Messer ubicata a Collegno (TO) all’interno
dell’isolato compreso tra Via Enrico Fermi, Via Edmondo De Amicis, Via
Sassi e Via Magenta (Figura 1), sarà oggetto di riqualificazione urbana
finalizzata alla realizzazione di nuovi edifici ad uso commerciale e
residenziale.
La riqualificazione dell’area è oggetto della Variante Strutturale n. 6
al Piano Regolatore della Città di Collegno e del relativo Piano
particolareggiato di iniziativa pubblica "Area Elbi" predisposto dal Settore
Pianificazione Territoriale - Ambiente – Edilità del comune(1).
Il Piano Particolareggiato “Area ELBI” e la contestuale Variante n. 6
al PRGC sono stati approvati dalla Regione Piemonte con D.G.R. n. 578117 in data 28.1.2008, con modifiche “ex officio” ai sensi dell’art. 15,
comma 11, della Legge Regionale 5.12.1977 n. 56. La deliberazione è
pubblicata sul B.U.R. n. 6 del 7.2.2008. Con Deliberazione del Consiglio
Comunale n°131 del 30/10/2008 sono state recepite le modifiche "ex
officio" e sono stati aggiornati gli elaborati del P.R.G.C.
La riqualificazione dell’area prevede la realizzazione di:

un centro commerciale ubicato nel settore settentrionale della
porzione ex Elbi;

un complesso residenziale ubicato nel settore meridionale della
porzione ex Elbi che sarà composto da una serie di unità
immobiliari distinte, aree verdi, percorsi pedonali, viabilità interna,
etc.;

un complesso residenziale ubicato nel settore settentrionale della
porzione ex Messer provvisto di parcheggi a raso;

un’area pedonale attrezzata nel settore meridionale della porzione
ex Messer al di sotto della quale è prevista la realizzazione di un
parcheggio interrato a un piano a servizio del vicino centro
commerciale.
La descrizione dettagliata del progetto di riqualificazione è
riportata in Allegato 1.1 (Piano particolareggiato di iniziativa pubblica
"Area Elbi" – Progetto Definitivo – Relazione illustrativa delle analisi e
ricerche svolte).
(1)
Come specificato al Par. 1.5. del Piano Particolareggiato l’area ex Messer è
stata annessa all’originario comparto ELBI e pertanto risulta inclusa nel Piano
Particolareggiato.
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Area ex Elbi – ex Messer, Collegno – Relazione Geologica
La porzione ex Elbi è stata oggetto di un’indagine ambientale
preliminare finalizzata a verificare eventuali situazioni di contaminazione
del sottosuolo non compatibili con la trasformazione d’uso prevista. Le
indagini, condotte dallo Studio Associato Planeta (Planeta) su incarico
della Società BICOOP S.r.l. (BICOOP), attuale proprietaria dell’area ex Elbi
– ex Messer, sono consistite nell’esecuzione di 61 pozzetti esplorativi e sono
state effettuate nel periodo compreso fra settembre e dicembre 2008.
In previsione della realizzazione degli interventi edilizi contenuti nel
Piano Particolareggiato “Area ELBI”, BICOOP ha incaricato Planeta di
redigere uno studio geologico finalizzato a:

inquadrare l’area di intervento nel contesto geologico e
geomorfologico regionale e ricostruire l’assetto stratigrafico e
idrogeologico del sottosuolo attraverso l’esame dei dati
bibliografici disponibili e dei risultati delle indagini ambientali
preliminari condotte nel 2008;

verificare la compatibilità degli interventi in progetto con l’assetto
geologico, geomorfologico, idrogeologico dell’area, valutandone
le possibili criticità.
Il presente documento, che costituisce la Relazione Geologica
dell’area ex Elbi – ex Messer, risulta così strutturato:

inquadramento del sito (Capitolo 2);

descrizione dell’assetto litostratigrafico ed idrogeologico a scala
locale (Capitolo 3);

descrizione dei vincoli presenti sul territorio ed individuazione delle
eventuali criticità presentate dall’area in relazione agli interventi
previsti (Capitolo 4).
1.1
Documentazione di riferimento
La descrizione degli interventi in progetto si è basata sul Piano
particolareggiato di iniziativa pubblica "Area Elbi" – Progetto Definitivo –
Relazione illustrativa delle analisi e ricerche svolte (Allegato 1.1).
La ricostruzione delle caratteristiche geologiche ed idrogeologiche
dell’area è stata elaborata basandosi sulle seguenti fonti bibliografiche:

elaborati geologici relativi al PRG del Comune di Collegno e
Varianti attualmente vigenti;
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Area ex Elbi – ex Messer, Collegno – Relazione Geologica

Civita M. & Pizzo S. (2001) – L’evoluzione spazio-temporale del livello
piezometrico dell’acquifero libero nel sottosuolo di Torino. GEAM,
104, 271-287;

Collegno 2000 S.r.l. “Indagine Ambientale Presso lo Stabilimento
Messer Italia S.p.A. di Collegno (TO)”, elaborato dalla SET Subsoil
Environment Technologies S.r.l. nel Settembre 2006. Il documento
costituisce il Sub-Allegato B della Relazione ai sensi dell’Art. 20 LR
40/98 del Piano particolareggiato di iniziativa pubblica "Area Elbi" –
Progetto Definitivo;

Lucchesi S. (2001) – Sintesi preliminare dei dati di sottosuolo della
pianura piemontese centrale. GEAM, 103, 115-121 + 2 tav;

Piano particolareggiato di iniziativa pubblica "Area Elbi" – Progetto
Definitivo – Relazione geologico-tecnica;

Provincia di Torino (2002) – Le acque sotterranee della Pianura di
Torino Provincia di Torino Area Ambiente, Parchi, Risorse Idriche e
Tutela della Fauna - Servizio Gestione Risorse Idriche – Università
degli Studi di Torino, Dipartimento di Scienze della Terra. Carta delle
base dell’acquifero superficiale del settore di pianura della
Provincia di Torino e Note illustrative;

Regione Piemonte, Settore Prevenzione del Rischio Geologico,
Meteorologico e Sismico. GEOS - Banca dati geologica. (1990) Cartografia alla scala 1:100.000, Foglio n. 56 – Torino;

Regione Piemonte - Carta Tecnica Regionale (CTR) a scala
1:10.000. Restituzione aerofotogrammetrica delle riprese del 1991;

“Relazione inerente il sito ELBI International di via E De Amicis
Collegno”, elaborato dalla Elbi International S.p.A. nel dicembre
2006. Il documento costituisce il Sub-Allegato A della Relazione ai
sensi dell’Art. 20 LR 40/98 del Piano particolareggiato di iniziativa
pubblica "Area Elbi" – Progetto Definitivo.

S.G.I. (1969) - Carta geologica F. 56 - Torino, scala 1:100.000.
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INQUADRAMENTO DEL SITO
2.1
Inquadramento territoriale
L’area ex Elbi – ex Messer é ubicata settore orientale del territorio
comunale di Collegno nel quartiere Regina Margherita a circa 1,5 km di
distanza dal centro urbano ed è delimitata a nord da Via Sassi, ad ovest
da Via Enrico Fermi, a sud da Via Edmondo De Amicis e ad est da altri lotti
occupati da attività industriali, terminanti in Via Magenta (Figura 1).
La porzione ex Elbi, estesa su una superficie di 32.660 mq, occupa
le particelle 1600, 1618, 1602, 1619, 1621, 1625, 1626, 1627, 1628, 1601, 1606
del foglio catastale n. 10 (Allegato 2.1), per le quali sono previste le
seguenti destinazioni d’uso:

1602 (destinazione
parcheggio);
d’uso
commerciale,
l’area
ospiterà
un

1619, 1621, 1625, 1626, 1627, 1628 (destinazione d’uso residenziale);

1606 e 1601 parte: queste aree saranno destinate a viabilità e
percorsi pedonali;

striscia posta al limite nord della particella 1601: servizi pubblici,
analogamente alla particella 1600 (di pertinenza del centro
commerciale).
La porzione ex Messer (ingresso al civico n. 23 di Via Sassi), si
estende su di una superficie di 14.282 mq, ed occupa le particelle 530,
1623, 1624 del foglio catastale n. 10 (Allegato 2.1), per le quali sono
previste le seguenti destinazioni d’uso:

530 - parte nord: destinazione d’uso residenziale: l’area ospiterà
due edifici residenziali privati, inoltre parcheggi a raso a servizio
delle residenze;

530 - parte sud: destinazione d’uso commerciale: è prevista la
realizzazione di un parcheggio interrato;

1623 e 1624: destinazione d’uso residenziale.
Il dettaglio delle destinazioni d’uso è riportato nell’Allegato 2.2
(Elaborato 2.1 - “Azzonamento e destinazioni d’uso” della Variante al PRG
“Piano Particolareggiato di Iniziativa Pubblica – Area Elbi”).
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Area ex Elbi – ex Messer, Collegno – Relazione Geologica
Nella figura che segue è riportata una vista aerea dell’area ex Elbi
– ex Messer.
Porzione Ex MESSER
Porzione ex ELBI
Figura a – Vista aerea dell’area ex Elbi – ex Messer
2.2
Inquadramento geomorfologico
L’area ex Elbi – ex Messer ricade all’interno del settore occidentale
della pianura torinese delimitato dalle incisioni del F. Dora Riparia a nord e
dal T. Sangone a sud.
A scala regionale, l’area rappresenta un lembo residuo
dell’originario “livello fondamentale della pianura”, digradante con
modeste inclinazioni (dell’ordine dell’1%), verso est sud-est, ovvero
dall’Arco Alpino occidentale sino ai rilievi collinari ubicati a sud della città
di Torino.
L’evoluzione geomorfologica dell’intero settore di pianura ha
determinato, a partire dall’Olocene, il successivo approfondimento dei
corsi d’acqua principali con conseguente incisione della superficie
originaria e la formazione di superfici terrazzate poste progressivamente a
quote inferiori, caratterizzate dalla deposizione di depositi fluviali di età più
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Area ex Elbi – ex Messer, Collegno – Relazione Geologica
recente procedendo dal livello fondamentale della pianura sino all’alveo
attuale.
In prossimità degli alvei dei corsi d’acqua, i margini del livello
fondamentale della pianura sono rimarcati da scarpate naturali con
altezze generalmente comprese tra 10 e 15 m. L’assetto originario delle
scarpate, in origine ben evidenti e piuttosto acclivi, risulta attualmente
rimodellato più o meno intensamente a seguito degli interventi di
urbanizzazione e di sistemazione delle sponde fluviali.
A scala locale, l’ rea ex Elbi – ex Messer si colloca in un contesto in
parte urbanizzato in parte agricolo, in un’area pianeggiante debolmente
digradante verso est posta ad una quota di circa 287 m s.l.m.
Come si osserva nella Carta Geomorfologica a corredo del PRG ,
di cui si riporta un estratto in Figura 2, nell’intorno dell’area di interesse non
vi sono elementi geomorfologici da segnalare.
2.3
Inquadramento idrografico
A scala regionale, coerentemente con l’assetto morfologico
generale, il drenaggio delle acque superficiali si dispone nel complesso
da ovest verso est.
Nell’intorno dell’area ex Elbi – ex Messer non si segnala la presenza
di corsi d’acqua superficiali o di canali irrigui di importanza rilevante. Il
corso d’acqua più vicino è il F. Dora Riparia, il cui alveo è posto ad una
quota di circa 1520 m inferiore rispetto al settore di pianura su cui sorge
l’abitato di Collegno. Il fiume Dora Riparia defluisce da ovest verso est ad
una distanza dal sito di circa 1,1 km in direzione nord dall’area di interesse
(Figura 2).
Secondo quanto riportato nella Carta del reticolato idrografico,
delle opere di difesa idraulica e delle fasce fluviali a corredo del PRG
(Tavola 11.4; PRG, 2003) il canale irriguo più prossimo è rappresentato
dalla Bealera Becchia, posta a circa 1 km di distanza in direzione ovest
dall’area di interesse.
2.4
Inquadramento geologico
A scala regionale l’area ex Elbi – ex Messer ricade in un tratto di
pianura costituito da una serie di depositi alluvionali e fluvioglaciali
prevalentemente grossolani con spessore dell’ordine di alcune decine di
metri, che ricoprono in discordanza una successione di sedimenti fluviolacustri a granulometria fine, poggiante a sua volta su termini riferibili ad
una successione terrigena marina che rappresenta la chiusura del Bacino
Terziario Piemontese.
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Area ex Elbi – ex Messer, Collegno – Relazione Geologica
La successione litostratigrafica del sottosuolo risulta costituita dalle
seguenti unità:

coltre alluvionale quaternaria, costituita in prevalenza da ghiaie e
sabbie con ciottoli, al cui interno sono presenti localmente sottili
intercalazioni limoso-argillose (depositi morenici, fluvioglaciali e
fluviali; età Pleistocene superiore - Olocene);

sequenza di ambiente fluviale e lacustre (Villafranchiano),
comprendente un'alternanza di sedimenti limoso-argillosi con
intercalazioni più grossolane relative agli apporti di corsi d'acqua
fluviali (età Pliocene medio-Pleistocene superiore);

depositi marini a granulometria sabbiosa fine e limoso-argillosa,
caratterizzati da frequenti presenze di resti fossili (età Pliocene
inferiore-medio).
La successione prevalentemente fluvio-deltizio, fluvio-lacustre e
lacustre del Villafranchiano, comprendente argille limose, sabbie e ghiaie,
segna il passaggio da una sedimentazione di tipo marino ad una
sedimentazione di tipo continentale. Nell’intorno dell’area in oggetto,
sulla base di quanto riportato in bibliografia, il Villafranchiano dovrebbe
incontrarsi a profondità dell’ordine di 60 m dal piano campagna (p.c.) ed
estendersi sino a 180 m di profondità.
Nel corso del Pleistocene, l’alternarsi di periodi con clima freddoarido (fasi glaciali) e temperato-umido (fasi interglaciali) determina il
susseguirsi di una serie di cicli deposizionali ed erosivi ampiamente
rappresentati in tutto il settore della pianura torinese. I depositi morenici,
fluvio-glaciali, fluviali e lacustri, che raggiungono nel complesso spessori
rilevanti (da varie decine ad alcune centinaia di metri), presentano
un’elevata variabilità granulometrica (dai limi ai ciottoli) in funzione
dell’ambiente di sedimentazione e risultano frequentemente ricoperti da
paleosuoli e sedimenti eolici (con spessori anche di vari metri).
I sedimenti affioranti nell’intorno dell’area ex Elbi - ex Messer sono
costituiti da depositi fluviali e fluvioglaciali di età quaternaria. Secondo
quanto riportato nella Carta Geologica d’Italia (scala 1:100.000), Foglio 56
(Torino), all’interno della successione quaternaria è possibile distinguere,
dal più antico al più recente, i seguenti termini:

Fluvioglaciale Mindel: depositi costituiti da ghiaie sabbiose, talora
con clasti alterati. Talvolta alla sommità è presente un livello
alterato di colore rosso bruno profondamente argillificato
(paleosuolo), di spessore di circa 2-3 m;
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Area ex Elbi – ex Messer, Collegno – Relazione Geologica

Fluvioglaciale Riss: ghiaie e sabbie alternate a subordinate lenti
sabbioso-limose di spessore complessivo pari a qualche decina di
metri. I depositi fluvioglaciali del Riss derivano dalle cerchie
dell’anfiteatro morenico di Rivoli-Avigliana. Al tetto di questo
termine è presente un paleosuolo discretamente argillificato, di
colore rosso-arancio dello spessore massimo di 2-3 metri. Il
Fluvioglaciale Riss costituisce il livello fondamentale della pianura
dell’area torinese ed affiora nell’intorno dell’area di interesse;

Depositi loessici: sono costituiti da limi e sabbia, di colore variabile
tra il rosso-bruno ed il giallo-arancio; ricoprono con uno spessore
variabile da pochi decimetri a 6-7 metri il Fluvioglaciale Mindel ed il
Fluvioglaciale Riss;

Depositi alluvionali antichi, medio recenti ed attuali: sono costituiti
da depositi sabbioso-ghiaiosi, alternati a livelli più fini ed affiorano in
fasce allungate parallelamente ai corsi d’acqua.
Sulla base dei dati recenti relativi alla ricostruzione dell’assetto
litostratigrafico della pianura piemontese, desunti da Lucchesi (2001), da
Civita e Pizzo (2001) e dalla Provincia di Torino (2002), nell’area di
Collegno la coltre di depositi quaternari dovrebbe estendersi fino a
profondità comprese fra 55 e 60 m dal p.c., al di sopra dei depositi riferibili
al Villafranchiano (Pliocene medio).
Secondo quanto riportato nella Carta Geologico-tecnica allegata
al PRG di Collegno, di cui si riporta uno stralcio in Figura 3, l’area ex Elbi –
ex Messer è ubicata in un settore della pianura torinese caratterizzato
dalla presenza di un complesso di terreni di origine fluvio-glaciale
debolmente alterati e con lembi di paleosuolo dotati di una buona
capacità portante. I depositi fluvio-glaciali e fluviali sono costituiti da
ghiaia sabbiosa ricoperta da un paleosuolo rosso-arancio.
2.5
Inquadramento idrogeologico
A scala regionale, l’idrogeologia dell’area della pianura torinese,
compresa tra l’anfiteatro di Rivoli-Avigliana ad ovest ed i rilievi collinari ad
est, risulta condizionata dal sistema idrografico superficiale del Po e dei
suoi tributari Stura di Lanzo, Dora Riparia, Sangone e Chisola.
In accordo con M. Civita e S. Pizzo (2001), si possono distinguere tre
grandi unità strutturali diverse per ambiente deposizionale, età ed assetto
strutturale, corrispondenti a tre complessi idrogeologici (dal più antico al
più recente):

Complesso arenaceo-marnoso;
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Area ex Elbi – ex Messer, Collegno – Relazione Geologica

Complesso delle alternanze;

Complesso ghiaioso.
Il Complesso arenaceo-marnoso corrisponde all’unità stratigraficostrutturale più antica, formata da marne, arenarie e conglomerati della
sequenza molassica del Bacino Terziario Ligure-Piemontese. Affiorante
nella struttura collinare, nel settore di pianura risulta ricoperto dalla coltre
di depositi plio-quaternari.
La permeabilità per porosità primaria o per fessurazione degli
orizzonti meno cementati è bassa o medio-bassa, per cui questo
complesso assume un ruolo di basamento poco permeabile che influisce
sulla circolazione delle acque sotterranee nei soprastanti complessi
pliocenico e quaternario.
Il Complesso delle alternanze (Villafranchiano), riconducibile al
Pliocene medio, è presente a profondità variabile da 10 a 20 metri dal
p.c. a sud di Torino e nel settore nord-orientale della pianura, fino ad un
massimo di una novantina di metri nel settore occidentale della pianura
torinese (Rivoli). La sua potenza è notevole (fino a 200 metri come
riscontrato in pozzi perforati a Venaria e Borgaro).
In base all’età relativa ed alle caratteristiche sedimentologiche dei
depositi, il complesso può essere suddiviso in due subcomplessi:

Subcomplesso sabbioso-argilloso: riferito alla unità plioceniche in
facies marino-marginale (Piancenziane ed Astiane), è costituito da
una potente successione di sabbie eterogenee, spesso fossilifere,
intervallate a livelli di argille e siltiti di potenza decametrica. La
permeabilità relativa degli orizzonti sabbiosi è media o bassa per la
presenza di matrice siltosa o di un debole grado di cementazione.

Subcomplesso argilloso-ghiaioso: ascrivibile al “Villafranchiano”
(Pliocene superiore-Pleistocene inferiore), è costituito da argille
lacustri prevalenti con orizzonti ghiaiosi o ghiaioso-sabbiosi di
origine fluviale. È presente al di sotto della coltre alluvionale
quaternaria dal margine alpino fino a qualche km dal Po,
risultando asportato per erosione nella fascia di territorio presente
lungo il margine collinare. Il grado di permeabilità degli orizzonti
ghiaioso-sabbiosi è in genere medio.
Il Complesso ghiaioso costituisce il complesso di età più recente
(dal Pleistocene fino all’attuale) e si estende con continuità su tutta l’area
torinese. È caratterizzato da alternanze di sedimenti più grossolani (ghiaie
sabbiose, ghiaie sabbioso-limose e conglomerati) con orizzonti più fini
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Area ex Elbi – ex Messer, Collegno – Relazione Geologica
(sabbie e limi debolmente argillosi) che nell’insieme riducono la
permeabilità del complesso ad un grado medio.
Dal punto di vista geoidrologico, la circolazione idrica attraverso i
depositi sin qui descritti avviene generalmente per porosità, mentre
l'alimentazione degli acquiferi avviene per infiltrazione diretta degli
apporti meteorici e per perdita dai corsi d'acqua soprattutto al loro
sbocco vallivo, ma anche nel percorso di pianura.
Il Complesso ghiaioso, di età pleistocenico-olocenica, è sede di
una falda idrica di tipo libero in equilibrio idraulico con l’attuale reticolato
idrografico superficiale. La presenza a diverse profondità di orizzonti
argilloso-limosi o di livelli cementati anche di spessore plurimetrico
intercalati ai materiali più grossolani può determinare un effetto di
confinamento della falda ad esclusivo carattere episodico e locale.
Gli orizzonti ghiaiosi e sabbiosi della sequenza in facies transizionale
"Villafranchiana", così come i livelli sabbiosi della sottostante serie marina
pliocenica, danno origine nel loro insieme, in ragione delle loro condizioni
di permeabilità da discrete a buone, ad un importante sistema multifalda
in pressione, ricaricato anch’esso essenzialmente nel tratto perialpino
della pianura piemontese.
I dati relativi alla direzione di deflusso della falda idrica superficiale
contenuta nei depositi quaternari indicano nell’area di Collegno una
direzione di deflusso orientata da nord ovest verso sud est e da ovest
verso est con valori di soggiacenza di circa 40 m dal p.c.
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Area ex Elbi – ex Messer, Collegno – Relazione Geologica
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ASSETTO LITOSTRATIGRAFICO ED IDROGEOLOGICO LOCALE
3.1
Sintesi delle indagini pregresse effettuate sulla porzione ex Elbi
Nell’ambito della stesura della Variante Strutturale al Piano
Regolatore della Città di Collegno è stato predisposto dal Settore
Pianificazione Territoriale - Ambiente – Edilità del comune un studio di
dettaglio dell’Area Elbi inserito all’interno della Variante 6 - Piano
particolareggiato di iniziativa pubblica "Area Elbi", consultabile sul sito
web del Comune di Collegno(2).
Il suddetto elaborato, riporta il dettaglio stratigrafico di alcuni pozzi
per acqua presenti in prossimità dell’area (Elaborato n° 3 - Relazione
geologico-tecnica). La sequenza stratigrafica del sottosuolo basata
sull’analisi delle stratigrafie dei pozzi presenti nell’intorno, può essere
sintetizzata nei seguenti termini:




da 0 a -3 m = terreno vegetale e limi sabbiosi con ciottoli e ghiaie
(più frequenti verso il basso). Comprende il suolo soprastante i
depositi fluvioglaciali ed i depositi eolici (loess). La copertura di
origine eolica in taluni casi ha raggiunto una potenza tale da
impedire la genesi del paleosuolo a spese dei sottostanti depositi
fluvioglaciali. Nell'area esaminata, il paleosuolo rissiano risulta
raramente affiorante sia a causa della copertura loessica, sia a
causa del dilavamento operato dalle acque, che ne ha prodotto
la parziale o totale asportazione;
da – 3 m a – 6 m = ghiaia con sabbia limosa con possibili lenti
argillose e livelli cementati;
da – 6 m a – 15 m = ghiaia con sabbia limosa caratterizzata da un
aumento della frazione grossolana e dei livelli cementati rispetto ai
livelli soprastanti;
oltre i – 15 m = sequenza di terreni grossolani, costituiti da ghiaie e
ciottoli in matrice sabbiosa, intervallati da livelli più fini, costituiti
generalmente da sabbie fini e ghiaie fino a livelli a carattere
prevalentemente argilloso.
Le indagini effettuate nell’ambito del Progetto Definitivo del Piano
particolareggiato hanno compreso una serie di prospezioni geofisiche
consistenti nell’esecuzione di 7 sezioni di tomografia elettrica (ERT,
ciascuna di lunghezza pari a 141 metri), 2 linee sismiche a rifrazione (SIS 1 =
(2)
http://www.comune.collegno.to.it/aree-tematiche/territorio/pianoregolatore/tavole/variante6.html#elab
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Area ex Elbi – ex Messer, Collegno – Relazione Geologica
114 metri; SIS 2 = 92 metri) e 2 linee Masw (ciascuna di lunghezza pari a 46
metri).
Le indagini geoelettriche hanno evidenziato alcune anomalie di
resistività riconducibili a lenti o riempimenti di terreno a matrice fine o
terreno di riporto, riferibili probabilmente al colmamento di vecchi scavi.
Sono stati inoltre registrati valori di resistività elettrica compatibili con una
cementazione (livello conglomeratici) riferibili alla presenza di un orizzonte
ghiaioso discontinuo tra 3 e 7 m di profondità dal p.c.
Le indagini sismiche a rifrazione indicano velocità comprese tra un
minimo di 100 m/s ed un massimo di 2800 m/s. Sulla base dei risultati
ottenuti si ipotizza la presenza di uno strato superficiale meno addensato
esteso fino ad una profondità 2 metri dal piano campagna, poggiante al
di sopra di depositi più addensati estesi sino a 6 m dal piano campagna
(velocità delle onde Vp comprese tra 500 m/s e 1000 m/s). Oltre i 6 metri
di profondità l’aumento delle velocità delle onde P sembrerebbe dovuto
al maggiore addensamento dei materiali e alla presenza di terreni in
parte cementati. La distribuzione delle velocità delle onde sismiche
evidenzia la presenza di variazioni laterali del grado di addensamento e
cementazione di tali sedimenti e la presenza di lenti di materiali a
differente velocità.
I risultati delle indagini MASW indicano che dai profili di rigidezza
derivati dai modelli di velocità (velocità delle onde di taglio) si ottengono
valori di Vs30 pari a 720 m/s (profilo MASW1) e 771 m/s (profilo MASW2),
corrispondenti a suoli di categoria B - Depositi di sabbie o ghiaie molto
addensate o argille molto consistenti, con spessori di diverse decine di
metri, caratterizzati da un graduale miglioramento delle proprietà
meccaniche con la profondità e da valori di Vs30 compresi tra 360 m/s e
800 m/s (ovvero resistenza penetrometrica NSPT > 50, o coesione non
drenata cu >250 kPa).
Lo studio condotto nell’ambito del progetto Definitivo del Piano
particolareggiato include inoltre una parte di caratterizzazione
ambientale (Allegato 4 - Relazione ai sensi dell’Art. 20 LR 40/98 – Sub
Allegato A). Il Sub-Allegato A comprende una relazione redatta dalla Elbi
International S.p.A. nel dicembre 2006 in cui vengono riportati i risultati
delle indagini eseguite in sito per la definizione dell’impatto ambientale
prodotto sul territorio da parte delle attività industriali condotte a partire
dagli anni ’60.
Nel dettaglio è stata eseguita un’indagine del tipo georadar al fine
di evidenziare eventuali aree critiche connesse alla presenza di sorgenti
inquinanti. La campagna, realizzata nel settembre 2003 all’interno dello
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BICOOP S.r.l.
Area ex Elbi – ex Messer, Collegno – Relazione Geologica
stabilimento, comprende 398 sezioni radar distribuite in maniera
omogenea sull’intero areale che hanno portato alla caratterizzazione dei
primi metri di sottosuolo. Le anomalie riscontrate nel corso della
prospezione georadar, di entità variabile da media ad elevata, sono state
in parte oggetto di una verifica diretta tramite la realizzazione di pozzetti
esplorativi eseguiti con escavatore a benna rovescia. Gli scavi, realizzati in
corrispondenza delle aree con anomalie di intensità elevata, hanno
evidenziato la presenza di sottoservizi non segnalati nella cartografia
tecnica dello stabilimento ed alcune variazioni della granulometria, grado
di compattazione e spessore dei materiali di riporto. In nessun punto
indagato sono state riscontrate evidenze visive e/o olfattive connesse alla
presenza di sostanze inquinanti o rifiuti. Le anomalie non direttamente
indagate con gli scavi, sono stato oggetto di verifica da parte dei tecnici
di Elbi International ed attribuite alla presenza di tubazioni, pozzetti e di
sottoservizi, mentre alcune anomalie di media intensità, rilevate a partire
da 1,5 m di profondità, sono state interpretate come legate alla presenza
di strutture di tipo fondazionale e/o sottoservizi interrati.
3.1.1 Indagini effettuate nel 2008 nell’ambito della caratterizzazione
ambientale preliminare
Nel periodo ottobre-dicembre 2008, Planeta ha condotto
un’indagine ambientale preliminare della porzione ex Elbi consistente
nella realizzazione di una campagna di indagine diretta sul terreno. La
campagna, strutturata su indagini distribuite secondo una maglia di 25 m
x 25 m, ha compreso (Figura 4):

l’esecuzione di n° 61 pozzetti esplorativi effettuati mediante
escavatore a benna rovescia, spinti a profondità mediamente
comprese tra 3,2 m e 4,3 m dal p.c., per verificare la presenza di
materiali di riporto e consentire l’osservazione diretta delle unità
litostratigrafiche presenti nell’area di indagine;

il prelievo di n° 114 campioni di materiale di riporto e di terreno
all’interno dei pozzetti esplorativi effettuati da sottoporre ad analisi
chimica di laboratorio.
Alcuni pozzetti sono stati realizzati al di sotto dei piani interrati
esistenti e sono stati quindi approfonditi di 3-4 m a partire dalle solette
degli interrati stessi. In particolare:

i pozzetti P1, P2, P3, P14, P36 e P37 sono stati realizzati a partire dal
livello – 1 (- 3 m circa dal piano campagna);

i pozzetti P12, P13, P23, P24, P25, P26 sono stati realizzati a partire
dal livello – 2 (- 6 m circa dal piano campagna).
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BICOOP S.r.l.
Area ex Elbi – ex Messer, Collegno – Relazione Geologica
Nel corso delle fasi di scavo è stato possibile osservare e definire
puntualmente lo spessore e la natura dei terreni di riporto eventualmente
presenti all’interno delle aree e di descrivere le caratteristiche litologiche
e tessiturali dei terreni sottostanti. I risultati della campagna di indagine,
utilizzati per la descrizione dell’assetto litostratigrafico a scala locale
dell’area, sono riportati nel Paragrafo 3.3.
Ogni singolo sondaggio è poi stato oggetto di reinterro ripristinando
le condizioni stratigrafiche iniziali.
3.2
Sintesi delle indagini pregresse effettuate sulla porzione ex Messer
All’interno della porzione ex Messer è stata eseguita nel 2006 una
campagna di indagini ambientali da parte della società SET S.r.l., a
seguito del passaggio di proprietà da Messer Italia S.p.A. a Collegno 2000
S.r.l..
Le indagini effettuate sono descritte nel documento “Indagine
ambientale presso lo stabilimento Messer Italia S.p.A. di Collegno (TO)” –
settembre 2006”, che costituisce il Sub-Allegato B alla relazione ai sensi
dell’art. 20 della L.R. 40/98 del Piano particolareggiato di iniziativa
pubblica "Area Elbi" – Progetto Definitivo.
Nel complesso sono stati realizzati 15 sondaggi a piccolo diametro
approfonditi fino a circa 5 metri dal p.c. (Figura 5) al cui interno sono stati
prelevati alcuni campioni di terreno (per un totale di 30 campioni)
successivamente sottoposti ad analisi chimica di laboratorio.
Per quanto riguarda l’assetto stratigrafico locale, dalle stratigrafie
riportate nel documento elaborato da SET S.r.l. (Allegato 3.1) si ricava:

0,0 – 0,2 m: terreno vegetale, pavimentazione in autobloccante o
pavimentazione in cemento armato;

0,2 – 2,0 m: materiale di riporto costituito da sabbia fine sciolta
asciutta con ghiaia e ciottoli;

2,0 – 3,0 m: sabbia da medio grossolana e limosa, talvolta con
clasti e ciottoli;

3,0 – 4,0 m: sabbia medio-grossolana, ghiaia e ciottoli eterogenei.
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Area ex Elbi – ex Messer, Collegno – Relazione Geologica
3.3
Assetto litostratigrafico del sottosuolo
La ricostruzione della successione stratigrafica per profondità
superiori a quelle delle indagini realizzate da Planeta nel 2008, si basa
sull’analisi delle stratigrafie dei pozzi disponibili presso il Comune di
Collegno presenti in prossimità dell’area ex Elbi – ex Messer.
In particolare, si è fatto riferimento ai dati relativi ad un pozzo ad
uso idropotabile posto in prossimità dell’area, a circa 350 m in direzione
nord-est. L’opera di captazione è contraddistinta dal codice di
identificazione n° 28 in riferimento alla numerazione utilizzata all’interno
degli elaborati del PRG (per l’ubicazione del pozzo si veda la Carta
Idrogeologica e delle fasce di rispetto delle risorse idropotabili - Tav 11.5 a corredo del PRG di cui si riporta uno stralcio in Figura 6). Le descrizione
della successione stratigrafica del pozzo, tratta dall’Allegato 2 degli Studi
Geologici a supporto del PRG, è riportata in Figura 7.
Il pozzo n° 28 attraversa terreni a granulometria medio-grossolana
costituiti in prevalenza da ghiaie e sabbie con intervalli caratterizzati da
un aumento della percentuale fine all’interno della matrice. Si tratta di
livelli di ghiaie sabbiose e ghiaie limose di spessore metrico, corrispondenti
ad intervalli deposizionali contraddistinti da variazioni nell’energia di
trasporto dei sedimenti, tipici dell’ambiente di sedimentazione dei depositi
fluvio-glaciali. Le ghiaie presentano localmente tracce di cementazione a
profondità comprese tra 15 35 m circa. La successione stratigrafica è
caratterizzata inoltre da terreni argillosi che si presentano sotto forma di
lenti di spessore metrico all’interno dei depositi a granulometria
grossolana (profondità compresa tra 20 e 23 m circa) e che tendono ad
aumentare di spessore e frequenza a partire dalla profondità di circa
5560 m dal piano campagna. Questa variazione granulometrica della
successione stratigrafica, indica il passaggio graduale ai termini limosoargillosi e sabbiosi che contraddistinguono l’unità Villafranchiana inferiore.
A partire da circa 60 m dal piano campagna le ghiaie e sabbie di
ambiente fluvio-glaciale caratterizzate da una permeabilità medioelevata ed ospitanti la falda libera superficiale della pianura piemontese,
poggiano sul substrato Villafranchiano a bassa permeabilità,
contraddistinto nella porzione superiore, dalla presenza di intercalazioni
medio-grossolane di spessore metrico. L’unità Villafranchiana rappresenta
il piano di appoggio basale della falda libera superficiale.
I risultati delle indagini eseguite da Planeta nell’ambito della
campagna di ottobre 2008 confermano, nel complesso, l’assetto
litostratigrafico dell’area desunto dai dati bibliografici disponibili e
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BICOOP S.r.l.
Area ex Elbi – ex Messer, Collegno – Relazione Geologica
consentono di caratterizzare, nel dettaglio, la porzione superficiale dei
depositi fluvio-glaciali che affiorano nella porzione ex Elbi.
La successione stratigrafica riscontrata può essere schematizzata
secondo tre unità principali all’interno delle quali sono state eseguite
ulteriori distinzioni, sulla base della composizione granulometrica, della
tessitura, dello stato di addensamento, dell’alterazione e del colore, che
possono variare sensibilmente all’interno dell’area.
Procedendo dall’alto verso il basso si incontrano le seguenti unità:
Unità 1 - Terreno di riporto costituito da ghiaia e ciottoli con sabbia
medio-grossolana con frammenti di laterizi, di colore da grigio a marronerossiccio. In parte deriva dal rimaneggiamento dell’orizzonte superficiale a
cui sono stati mescolati frammenti di laterizi, di calcestruzzo e di materiale
plastico. All’interno di quest’unità sono stati inseriti livelli di calcestruzzo e di
asfalto che costituiscono la copertura superficiale di molti dei punti
indagati e che raggiungono nel complesso spessori variabili da pochi
centimetri sino ad un massimo di 3,5 m. Nel complesso i terreni di riporto
presentano spessori variabili da 0,4 m (pozzetto P59) a 3,5 m (pozzetti P27
e P56) con valori medi di circa 1 m. I pozzetti P27, P51 e P56 non hanno
raggiunto il substrato locale.
Unità 2 - Limo argilloso-sabbioso di colore grigio passante
inferiormente a limo argilloso-sabbioso di colore marrone-rossiccio.
All’interno di questa unità sono stati distintiti i seguenti termini:
Unità 2a. Limo argilloso-sabbioso di colore grigio. È stato rinvenuto
esclusivamente all’interno dei Pozzetti P18, P42, P43 e P57 con spessori
variabili da 0,4 m a 0,55 m e si trova in posizione stratigrafica superiore
rispetto al sottostante livello di colore marrone-rossiccio dell’Unità 2b.
Unità 2b. Limo argilloso-sabbioso di colore marrone-rossiccio.
Costituisce il suolo evoluto dei depositi fluvio-glaciali affioranti sul livello
fondamentale della Pianura Torinese e comprende parte della copertura
eolica (loess) pedogenizzata depostasi durante le fasi interglaciali. Nella
porzione ex Elbi l’Unità 2b ha uno spessore medio di circa 0,8 m con
variazioni da un minimo di 0,1 m (pozzetto P5) ad un massimo di 1,65 m
(pozzetto P28). Nel settore sud-occidentale non è stata riscontrata la
presenza di una copertura limosa all’interno degli scavi eseguiti.
In generale, le suddette unità limoso-argillose sono presenti, al di
sotto del riporto, nell’intera area ex Elbi, ad eccezione del settore ovest
(pozzetti P1, P2, P3, P12, P13, P14, P61, P23, p24 e p25); questi livelli sono
stati intercettati fino a profondità dell’ordine di 1,8-2 m nel settore nord-
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Area ex Elbi – ex Messer, Collegno – Relazione Geologica
ovest dell’area, da 2,3 fino a 3,3 m nel settore nord nord-est e fra 1,6 e 1,9
m nel settore sud sud-est.
Unità 3 – Ghiaia e sabbia con ciottoli. Rappresenta il “substrato”
raggiunto attraverso lo scavo dei pozzetti esplorativi. Comprende depositi
fluvio-glaciali rissiani. Le distinzioni fatte all’interno di questa unità si
basano prevalentemente sul colore e sulla stato di alterazione dei ciottoli
dato che le due unità presentano caratteristiche granulometriche e
composizionali pressoché identiche.
Unità 3a. Ghiaia medio-fine e sabbia medio-grossolana con ciottoli
e blocchi (diametro max: 0,3 ÷ 0,4 m) di colore marrone-rossiccio,
generalmente sciolta e debolmente umida. Costituisce la porzione
sommitale dei depositi fluvio-glaciali con un grado di alterazione più
avanzato rispetto all’unità 3b. È presente in maniera pressoché continua
all’interno della porzione ex Elbi, con spessori variabili da un minimo di 0,3
m sino ad un massimo di 1,6 m e valori medi di circa 0,7 m, ad eccezione
del settore sud-occidentale. In questa zona i Pozzetti P1, P2, P3, P11, P12,
P13, P14, P23, P24, P25, P26, P27, P36 e P37 (la maggior parte dei quali
effettuati all’interno dei locali interrati e quindi posti a quote comprese fra
-3 e -6 m dal p.c.), hanno evidenziato infatti, al di sotto del terreno di
riporto, la presenza di terreni riferibili direttamente all’Unità 3b.
Unità 3b. Ghiaia medio-fine e sabbia medio-grossolana con ciottoli
e blocchi (diametro max: 0,3 ÷ 0,4 m) di colore grigio-marrone prevalente,
generalmente sciolta e debolmente umida. I ciottoli, i blocchi e la ghiaia
si presentano localmente da debolmente ad intensamente argillificati.
Costituiscono il substrato della porzione ex Elbi e di gran parte del livello
della pianura su cui sorge l’abitato di Collegno. All’interno dei terreni
dell’Unità 3b è stato intercettato un livello di limo argilloso di colore
marrone-giallastro con spessore 0.3 m, che rappresenta un’intercalazione
a granulometria fine relativa ad un ambiente deposizionale caratterizzato
da acque a bassa energia di trasporto.
Le stratigrafie dei pozzetti esplorativi sono riportate nell’Allegato 3.2.
3.4
Assetto idrogeologico
Secondo quanto riportato nella Carta Idrogeologica e delle fasce
di rispetto delle risorse idropotabili a corredo del PRG (Tav 11.5), di cui si
riporta uno stralcio in Figura 6, l’area di interesse ricadrebbe nel
“complesso dei terreni incoerenti debolmente alterati a granulometria
medio-grossa” caratterizzati da una permeabilità alta ed ospiterebbe una
falda idrica a pelo libero.
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BICOOP S.r.l.
Area ex Elbi – ex Messer, Collegno – Relazione Geologica
Dalla suddetta carta, che riporta la soggiacenza media della falda
freatica e delle sue direzioni di deflusso prevalenti, si evince che l’area in
oggetto è posta in posizione intermedia alle isopieze aventi quota 246 ÷
244 m s.l.m., da cui si ricava una soggiacenza della falda dell’ordine di 41
m. La direzione del flusso idrico sotterraneo risulta orientata da ovest verso
est, in accordo con l’andamento a scala regionale.
E’ importante evidenziare che nello studio geologico a corredo del
PRG si è fatto riferimento, in gran parte, a dati di bibliografia, giacché è
stato possibile misurare direttamente il livello piezometrico della falda solo
in corrispondenza di pozzi ad uso agricolo, attualmente non utilizzati. Non
è stato possibile quindi verificare se la misura piezometrica si riferisse alla
falda freatica, a quella più profonda o al mescolamento delle due.
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Area ex Elbi – ex Messer, Collegno – Relazione Geologica
4
PRINCIPALI VINCOLI PRESENTI SUL TERRITORIO
4.1
Classificazione sismica
La classificazione sismica attribuisce all’intero territorio nazionale
valori differenti del grado di sismicità da considerare nella progettazione
delle opere. L’aggiornamento della normativa, eseguito nel 2003 con
l’Ordinanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri n. 3274 “Primi
elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del
territorio nazionale e di normative tecniche per la costruzione in zona
sismica” comprende l’elenco aggiornato delle zone classificate come
sismiche. Il comune di Collegno attualmente risulta inserito in Categoria 4.
4.2
Vincolo idrogeologico
L’esame della documentazione relativa all’estensione delle aree
soggette a Vincolo Idrogeologico non ha evidenziato interferenze con gli
interventi in progetto.
4.3
Fasce fluviali
Con riferimento alla documentazione prodotta dall’Autorità di
Bacino del Fiume Po è stata verificata la delimitazione delle Fasce Fluviali
nell’area di interesse del Comune di Collegno.
L’area ex Elbi - ex Messer non rientra nell’ambito delle fasce fluviali
individuate dal Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico (PAI), essendo
localizzata a circa 1.1 km dal limite esterno della Fascia C.
4.4
Vincoli urbanistici
Come riportato nella Carta di sintesi della pericolosità
geomorfologica a corredo del PRG (di cui si riporta uno stralcio in Figura
8), l’area ex Elbi – ex Messer ricade all’interno di un settore del territorio
comunale di Collegno appartenente alla Classe I di idoneità
all’utilizzazione urbanistica ai sensi della Circolare 7/lap (integrazione della
L.R. 56/77). All’interno di questa classe sono comprese le aree a bassa
pericolosità geomorfologica tale da non imporre limitazioni alle scelte
urbanistiche, nel rispetto delle prescrizioni del D.M. 11/03/88.
All’interno
dell’elaborato
“Norme
geologico-tecniche
di
attuazione” (Allegato 1 dello Studio geologico a supporto del PRG) sono
indicate alcune prescrizioni da seguire in presenza di depositi loessici,
caratterizzati da un’estrema variabilità nell’estensione areale e nello
spessore. A causa delle caratteristiche geologico-tecniche piuttosto
scadenti, si suggerisce:
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BICOOP S.r.l.
Area ex Elbi – ex Messer, Collegno – Relazione Geologica

di verificare, nel caso di realizzazioni di edifici di ridotto impatto sulle
fondazioni (case basse o piccoli capannoni) che i carichi modesti
sopportabili da questi terreni, siano comunque in grado di
assicurare
la
stabilità
dei
nuovi
edifici
con
modesti
sovradimensionamenti della larghezza delle fondazioni;

nel caso di edifici più importanti, si presuppone che anche le
indagini geognostiche siano adeguate al progetto;in questi casi si
consiglia l’uso di fondazioni poste al di sotto della eventuale
copertura loessica, andando ad interessare strati di terreno più
profondi con capacità portanti decisamente adeguate ai carichi
in gioco.
In relazione, comunque, si prescrive che si dovranno eseguire delle
indagini geognostiche adeguate all’intervento (come da D.M. 11/3/88),
atte a determinare la potenza, la portanza, i cedimenti differenziali e la
resistenza al taglio del terreno di fondazione.
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Area ex Elbi – ex Messer, Collegno – Relazione Geologica
5
CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE
L’area ex Elbi - ex Messer, ubicata a Collegno (TO) all’interno
dell’isolato compreso tra Via Enrico Fermi, Via Edmondo De Amicis, Via
Sassi e Via Magenta, sarà oggetto di riqualificazione urbana finalizzata
alla realizzazione di nuovi edifici ad uso commerciale e residenziale
secondo quanto indicato nella Variante Strutturale n. 6 al Piano
Regolatore della Città di Collegno e del relativo Piano particolareggiato
di iniziativa pubblica "Area Elbi" predisposto dal Settore Pianificazione
Territoriale - Ambiente – Edilità del comune.
La riqualificazione dell’area prevede la realizzazione di un centro
commerciale, due complessi residenziali con aree verdi, percorsi
pedonali, viabilità interna e parcheggi. E’ inoltre prevista la realizzazione
di un parcheggio interrato a un piano a servizio del centro commerciale.
Dal punto di vista geomorfologico l’area ex Elbi – ex Messer si
estende su di un’area pianeggiante debolmente digradante verso est
posta ad una quota di circa 287 m s.l.m., priva di scarpate o di elementi
geomorfologici di importanza rilevante.
Secondo quanto riportato negli elaborato geologici a corredo del
PRG, i depositi quaternari su cui si estende l’area ex Elbi – ex Messer,
comprendono un complesso di terreni di origine fluvio-glaciale dotati di
una buona capacità portante, costituiti da ghiaia sabbiosa debolmente
alterata, ricoperti da lembi di paleosuolo rosso-arancio.
La successione stratigrafica dei depositi quaternari, basata
sull’analisi delle stratigrafie dei pozzi presenti in prossimità dell’area ex Elbi
– ex Messer comprende terreni a granulometria medio-grossolana,
costituiti in prevalenza da ghiaie e sabbie con intervalli caratterizzati da
un aumento della percentuale fine all’interno della matrice. Le ghiaie
presentano localmente tracce di cementazione a profondità comprese
tra 15 35 m circa. Localmente si possono incontrare lenti di spessore
metrico di terreni argillosi. A partire dalla profondità di circa 5560 m dal
piano campagna i terreni quaternari ghiaioso-sabbiosi passano
gradualmente ai termini limoso-argillosi e sabbiosi che contraddistinguono
l’unità Villafranchiana inferiore.
La porzione superficiale dei depositi quaternari è stata investigata
nel dettaglio nel corso delle indagini ambientali preliminari condotte dallo
Studio Planeta nell’ottobre 2008 sell’area ex Elbi. La successione
stratigrafica riscontrata può essere schematizzata, procedendo dall’alto
verso il basso, secondo tre unità principali:

Unità 1 - Terreno di riporto, con spessori variabili da 0.4 a 3,5 m;
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Area ex Elbi – ex Messer, Collegno – Relazione Geologica

Unità 2 - Limo argilloso-sabbioso: costituisce il suolo evoluto dei
depositi fluvio-glaciali e comprende parte della copertura eolica
(loess) pedogenizzata depostasi durante le fasi interglaciali
(spessore variabili da 0,1 m a 1,65 m); questa unità risulta assente
nel settore sud-occidentale dell’area;

Unità 3 – Ghiaia e sabbia con ciottoli riferibili ai depositi fluvioglaciali rissiani. All’interno dei terreni ghiaioso-sabbiosi è stato
intercettato localmente un livello di limo argilloso di colore
marrone-giallastro con spessore di circa 0,3 m.
Dal punto di vista idrogeologico i depositi quaternari fluvio-glaciali
sono caratterizzati da una permeabilità medio-alta (il grado di
permeabilità varia in funzione della presenza di orizzonti a granulometria
sabbioso-limosa) ed ospitano una falda a superficie libera che poggia sui
depositi sabbioso-limosi e limoso-argillosi della sequenza "Villafranchiana",
dotati di una permeabilità inferiore rispetto all’acquifero superiore.
Secondo quanto indicato negli elaborati geologici a corredo del
PRG, l’area ex Elbi – ex Messer ricade nel “complesso dei terreni incoerenti
debolmente alterati a granulometria medio-grossa” caratterizzati da una
permeabilità alta e ospitanti una falda idrica a superficie libera. La falda è
posta ad una quota compresa tra 246  244 m s.l.m. corrispondente ad
una soggiacenza di circa 40-45 m dal p.c. La direzione del flusso idrico a
scala locale è orientata da ovest verso est, in accordo con l’andamento
regionale.
Per quanto concerne la pericolosità geomorfologica, l’area ex-Elbi
- ex-Messer è classificata in Classe I di idoneità all’utilizzazione urbanistica
ai sensi della Circolare 7/lap. All’interno di questa classe sono comprese le
aree a bassa pericolosità geomorfologica tale da non imporre limitazioni
alle scelte urbanistiche, nel rispetto delle prescrizioni del D.M. 11/03/88. Le
“Norme geologico-tecniche di attuazione” (Allegato 1 dello Studio
geologico a corredo del PRG 2003) prescrivono, nel caso di realizzazione
di nuovi edifici, la definizione puntuale della successione stratigrafica,
mirata alla verifica della presenza di depositi eolici (loess). Gli interventi
dovranno essere supportati da indagini geognostiche che consentano di
definire in dettaglio lo spessore e le caratteristiche geotecniche dei
depositi loessici.
In conclusione, sulla base delle caratteristiche geomorfologiche,
litostratigrafiche ed idrogeologiche dell’area di interesse non sono state
individuate particolari criticità connesse all’intervento in progetto, ad
eccezione della necessità di tener conto, così come prescritto nelle
norme geologico-techiche di attuazione a corredo del PRG, delle
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BICOOP S.r.l.
Area ex Elbi – ex Messer, Collegno – Relazione Geologica
scadenti caratteristiche geotecniche dei depositi a granulometria limosoargilloso-sabbiosa (suolo e depositi loessici), presenti diffusamente al di
sotto del riporto della porzione ex Elbi(3) fino a profondità comprese fra 1,6
e 3,3 m dal p.c.
PLANΞTA STUDIO ASSOCIATO
_________________________________
Dott.ssa Gabriella Pogliano
Geologo
3
Si ricorda che le indagini di dettaglio condotte da Planeta riguardano solo
la porzione ex Elbi.
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