Le abilità di comprensione dell`italiano in sei adolescenti sordi
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Le abilità di comprensione dell`italiano in sei adolescenti sordi
Le abilità di comprensione dell’italiano in sei adolescenti sordi segnanti LIS* Carmela Bertone, Anna Cardinaletti, Sabrina Grosselle, Francesca Volpato (Università Ca’ Foscari Venezia) 1. Introduzione La sordità è un deficit sensoriale che ha serie ripercussioni sull’acquisizione di una lingua orale (Caselli et al. 1994, Volterra et al. 2001, Chesi, 2006). La maggior parte delle persone affette da sordità mostra un deficit selettivo degli elementi grammaticali che svolgono una funzione sintattica. Ad esempio, l’uso di frasi contenenti dipendenze a lunga distanza (ad es. frasi passive e frasi relative) è spesso problematico (Volpato 2010). Questo studio si propone di indagare le abilità linguistiche generali di comprensione dell’italiano di sei sordi segnanti LIS (lingua dei segni italiana) con sordità profonda e severa di età compresa tra i 15;5 e 17;6 anni, confrontando la loro performance con quella di 12 bambini normoudenti di comparabile età linguistica. Utilizzando il test standardizzato TCGB (Test di Comprensione Grammaticale per Bambini, Chilosi et al. 2006) e analizzando la tipologia di risposte fornite per ciascun item, è stato possibile determinare come e in che misura lo sviluppo linguistico dei segnanti LIS si differenzia da quello del campione normoudente di controllo. 2. Lo sviluppo linguistico negli individui con deficit uditivo Molti sono gli studi che nel corso degli anni hanno indagato la competenza linguistica in italiano di bambini, adolescenti e adulti con deficit uditivo * Una versione preliminare di questo lavoro è stata presentata come poster al XXXV Incontro di grammatica generativa, Siena (Cardinaletti, Grosselle, Volpato 2009). Gli adolescenti sordi sono stati testati da Sabrina Grosselle e i risultati del test sono riportati in Grosselle (2008). I soggetti di controllo sono stati testati da Agnese Re, che qui ringraziamo, e da Francesca Volpato. C. BERTONE, A. CARDINALETTI, S. GROSSELLE, F. VOLPATO (Taeschner et al. 1988, Rampelli 1989, Volterra e Bates 1989, Caselli et al. 1994, Emiliani et al. 1994, Fabbretti et al. 1998, Fabbretti 2000, Ajello et al. 2002, Volterra et al. 2001, Bigoni et al. 2003, Franchi 2004, Chesi 2006, Grosselle 2008, Rinaldi e Caselli 2009, Volpato 2010). Tra i vari studi, Beronesi e Volterra (1986) e Volterra e Bates (1989) hanno indagato la competenza linguistica di bambini e adulti sordi. Il primo studio analizza la produzione scritta e orale di 5 bambini sordi, mentre il secondo quella di una donna con sordità congenita di grado profondo. Nonostante i campioni testati siano diversi, per entrambi sono state individuate delle caratteristiche comuni nella produzione. Il linguaggio degli individui studiati era caratterizzato da un vocabolario povero e dall’uso di frasi brevi e strutture semplici dal punto di vista sintattico. Sono state individuate difficoltà nell’uso della morfologia libera, soprattutto nell’uso di determinanti, pronomi e preposizioni, che nella maggior parte dei casi venivano omessi, oppure venivano sostituiti da altri elementi, che rendevano la frase agrammaticale. Uno studio condotto da Rampelli (1989) sulle abilità recettive di un gruppo di adulti sordi ha riportato risultati molto simili. Il campione infatti ha dimostrato di avere un vocabolario povero e, sul piano morfosintattico, difficoltà rilevanti nell’interpretazione di frasi passive e frasi reversibili. Recentemente, Chesi (2006) ha testato un gruppo piuttosto eterogeneo di soggetti con deficit uditivo di età compresa tra i 6 e 17 anni indagandone le abilità di produzione scritta e orale. Uno degli aspetti considerato nello studio è stato l’uso degli articoli e dei pronomi clitici accusativi, dativi e riflessivi, osservando come la tendenza prevalente fosse quella di omettere questi elementi, ripetendo il DP oggetto oppure lasciando un gap in entrambe le posizioni (omissione sia del clitico che del DP oggetto). Errori nel dominio nominale riguardano l’omissione di articoli indeterminativi e partitivi. Gli articoli determinativi sono i più preservati soprattutto in posizione preverbale, mentre nella posizione postverbale è attestata un’elevata percentuale di omissione (95%) (Tom scivola e rompe ø piatti Target: Tom scivola e rompe i piatti). Il dominio verbale è caratterizzato da errori riguardanti la mancanza di accordo tra soggetto e verbo, e da errori sui tratti di persona e numero. La terza persona è spesso usata in sostituzione delle altre (Dove va tu? Target: Dove vai tu?) e il singolare è spesso usato al posto del plurale (È mio carte – Target: Sono mie le carte). I verbi composti sono raramente attestati nelle produzioni. Nonostante i verbi ausiliari siano usati correttamente nella maggior parte dei casi, si riscontrano talvolta delle sostituzioni del verbo essere con avere. Inoltre, le forme verbali finite sono sostituite dalle quelle infinite, e la morfologia verbale di tempo e accordo viene espressa attraverso l’uso di avverbi, pronomi o altri elementi lessicali (poi dopo mettere così – Target: poi dopo si mettono così (le carte); dopo fare i compiti io! – Target: Dopo faccio i compiti io!). Nelle produzioni di questi soggetti sordi sono stati individuati dei tentati88 LE ABILITÀ DI COMPRENSIONE IN SORDI SEGNANTI LIS vi di costruzione di frasi più complesse, come ad esempio le frasi relative. Tuttavia, sono delle strutture in cui il complementatore che veniva spesso sostituito da congiunzioni coordinanti ((il formaggio) lo butta verso un vetro del comodino e si rompe - Target: (il formaggio) lo butta verso un vetro del comodino che si rompe.). Queste tipologie di errore ricorrono in maggiore o minore misura in tutti gli studi che indagano la competenza linguistica di individui sordi. 3. L’esperimento In questa sezione sarà descritto nel dettaglio l’esperimento, presentando i partecipanti, lo strumento linguistico utilizzato per testare le abilità linguistiche di comprensione, il metodo adottato per testare i soggetti e i risultati ottenuti dall’analisi dei dati. 3.1 Partecipanti Due gruppi hanno partecipato all’esperimento: un gruppo di adolescenti sordi segnanti e un gruppo di bambini udenti. Il primo gruppo è formato da 6 soggetti, 5 femmine e 1 maschio, che nell’anno scolastico 2007/2008 hanno frequentato l’Istituto Statale per Sordi “A. Magarotto” di Padova. Essi costituiscono un gruppo omogeneo con le seguenti caratteristiche: affetti da sordità profonda, figli di genitori sordi e segnanti (madrelingua LIS), di età compresa tra 15;5 e 17;6 anni. Per verificare in che modo e quanto l’acquisizione della lingua verbale dei ragazzi sordi si discosta da quella dei normoudenti è stato necessario confrontare le risposte con un gruppo di bambini di pari età linguistica. I dati ottenuti dall’esperimento con i ragazzi sordi hanno permesso di confrontare i risultati con il secondo gruppo, costituito da 8 bambini udenti con un’età anagrafica e linguistica di 5;0-5;6 anni; 2 bambini udenti con un’età anagrafica e linguistica di 6;6 anni e 2 bambini con un’età anagrafica e linguistica di 7;0-7;6 anni. I bambini udenti sono stati selezionati all’interno di una scuola dell’infanzia e di due scuole primarie dell’Istituto Comprensivo “A. Gramsci” di Campalto, nella provincia di Venezia. 3.2 Materiali Ad entrambi i gruppi è stato somministrato un test standardizzato, il Test di Comprensione Grammaticale per Bambini (TCGB). Il TCGB è un test a scelta figurata multipla che valuta lo sviluppo delle abilità di comprensione in bambini di età compresa tra 3;6 e 8 anni (Chilosi et al, 2006). Mancando per l’italiano strumenti specifici per la valutazione della comprensione nei sordi in età evolutiva, si è reso necessario utilizzare un test standardizzato come il 89 C. BERTONE, A. CARDINALETTI, S. GROSSELLE, F. VOLPATO TCGB per stabilire l’età linguistica del primo gruppo. Inoltre, la struttura del test permette di ottenere una risposta evitando l’organizzazione e la costruzione di una risposta verbale. Infatti, esso include un album figurato composto di 76 tavole. Su ogni tavola sono state disegnate 4 vignette di cui solo una rappresenta la frase stimolo. Ad esempio, la figura (1) mostra le 4 immagini corrispondenti alla frase target La carta brucia il bambino (item n. 75): Fig. 1: item 75 (La carta brucia il bambino) Il disegno corretto è quello in alto a sinistra, mentre le restanti figure fungono da distrattori, ovvero il loro contenuto è affine a quello della frase stimolo, ma non è del tutto analogo. Successivamente, grazie ad un’analisi qualitativa si può dedurre quale strategia possa aver guidato il soggetto ad una scelta errata. Le frasi indagano la comprensione delle strutture più rappresentative della lingua italiana, fra le quali: • strutture locative (L) (La palla è sotto il tavolo) • strutture flessionali (F) (Camminano, Vola) • strutture attive affermative (AA) (La mamma lava) • strutture attive negative (AN) (Il bambino non dorme) • strutture passive affermative (PA) (La macchina è lavata dal bambino) • strutture passive negative (PN) (La mela non è presa dalla bambina) • strutture relative (R) (Il bambino che è sul tavolo mangia la marmellata) • strutture dative (D) (Il bambino porta il gatto al topo) 3.3 Metodo L’esperimento è stato proposto in sessioni individuali dalla durata di circa 30 minuti ciascuna. Ai ragazzi sordi le frasi sono state presentate singolarmente in modalità scritta, riportandole su strisce di carta. Prima di cominciare la somministrazione del test è stata presentata una tavola di vocabolario 90 LE ABILITÀ DI COMPRENSIONE IN SORDI SEGNANTI LIS per verificare la corretta comprensione dei termini lessicali. Successivamente, ogni soggetto ha letto in modo autonomo la frase, interpretandola secondo la maturazione linguistica raggiunta e scegliendo l’immagine corrispondente alla frase target. Nel caso in cui il soggetto abbia dimostrato qualche perplessità o abbia scelto l’immagine errata, la frase è stata riproposta una seconda volta. Ai bambini udenti le frasi sono state presentate singolarmente in modalità orale. Per il resto, l’esperimento si è svolto in modo analogo. Per valutare quantitativamente la performance dei due gruppi, il manuale che accompagna il TCGB prevede l’assegnazione di un punteggio d’errore, che corrisponde a 0 – se la risposta è corretta alla prima somministrazione, a 0,5 – se la risposta è corretta alla seconda somministrazione e a 1,5 – se la risposta persiste sbagliata anche durante la seconda somministrazione. Il punteggio finale è dato dalla somma dei singoli item. È evidente che, trattandosi di un punteggio d’errore, la prestazione risulterà tanto migliore quanto minore sarà il punteggio totale del test. Per ogni tipologia di struttura il manuale fornisce dei dati normativi di riferimento raccolti durante lo sviluppo linguistico naturale di bambini udenti. In base al punteggio d’errore ottenuto si può attribuire un’età linguistica ai partecipanti dell’esperimento. 4. Risultati I punteggi totali ottenuti da ciascun adolescente segnante LIS nel TCGB sono riportati nella seguente tabella: Tabella 1: Punteggi ottenuti dagli adolescenti LIS nel TCGB ID ETÀ PUNTEGGIO S1 S2 S3 S4 S5 S6 15;9 16;1 16;11 15;5 16;5 17;6 16 15,5 15,5 11,5 6,5 4 Sulla base dei dati normativi forniti dal manuale del TCGB, la performance degli adolescenti è comparabile a quella di bambini udenti piuttosto piccoli di età compresa tra 5;0 e 7;6 anni. Nello specifico i soggetti da S1 a S4 mostrano una performance comparabile a quella di bambini di 5;0-5;6 anni; il soggetto S5 raggiunge un’età linguistica di 6;6 anni; infine, S6 mostra una performance comparabile a bambini di età pari a 7;0-7;6 anni. Per questa ragione sono stati selezionati alcuni bambini udenti inclusi o vicini a queste fasce d’età. I punteggi ottenuti dai bambini udenti sono mostrati nella seguente tabella: 91 C. BERTONE, A. CARDINALETTI, S. GROSSELLE, F. VOLPATO Tabella 2: Punteggi ottenuti dai bambini udenti nel TCGB ID ETÀ PUNTEGGIO ID ETÀ U1 U2 U3 U4 U5 U6 4;11 5;3 5;7 5;2 4;10 5;0 21 18,5 18,5 18 15,5 14,5 U7 U8 U9 U10 U11 U12 PUNTEGGIO 5;10 5;3 6;6 6;7 7;5 7;2 9,5 9,5 5,5 3,5 1,5 1,5 Sebbene i valori varino leggermente tra il gruppo dei sordi e il gruppo degli udenti, è importante rilevare che nessuna differenza significativa è stata attestata tra i due gruppi (Mann Whitney, U=36, p=1). Per ciascun tipo di frase è stato calcolato il numero e la percentuale di risposte corrette che ciascun gruppo ha fornito. Le tabelle (3) e (4) mostrano rispettivamente il numero e la percentuale di risposte corrette del gruppo di adolescenti sordi: Tabella 3: n. di risposte corrette per tipologia di frase (gruppo sordi) L F AA AN PA PN R D TOT. S1 S2 14/14 12/14 11/16 14/16 7/10 7/10 5/6 6/6 6/10 5/10 6/6 3/6 7/8 7/8 4/6 5/6 60/76 59/76 S3 10/14 15/16 8/10 6/6 6/10 5/6 6/8 5/6 61/76 S4 14/14 14/16 6/10 5/6 6/10 4/6 8/8 6/6 63/76 S5 12/14 16/16 10/10 6/6 8/10 4/6 7/8 6/6 69/76 S6 13/14 15/16 10/10 5/6 9/10 4/6 8/8 6/6 70/76 Tabella 4: % di risposte corrette per tipologia di frase (gruppo sordi) L F AA AN PA PN R D TOT. S1 100% 69% 70% 83% 60% 100% 88% 67% 92% S2 86% 88% 70% 100% 50% 50% 88% 83% 78% S3 71% 94% 80% 100% 60% 83% 88% 83% 80% 92 S4 100% 88% 60% 83% 60% 67% 100% 100% 83% S5 86% 100% 100% 100% 80% 67% 88% 100% 91% S6 93% 94% 100% 83% 90% 67% 100% 100% 92% Media 89% 89% 80% 92% 67% 72% 92% 89% 86% LE ABILITÀ DI COMPRENSIONE IN SORDI SEGNANTI LIS Le tabelle (5) e (6) mostrano rispettivamente il numero e la percentuale di risposte corrette del gruppo dei bambini udenti: Tabella 5: n. di risposte corrette per tipologia di frase (gruppo udenti) U 1 U 2 U 3 U 4 U 5 U 6 U 7 U 8 U 9 U 10 U 11 U 12 L F AA AN PA PN R D TOT 12/14 10/16 9/10 6/6 7/10 3/6 6/8 4/6 57/76 9/14 13/16 8/10 4/6 10/10 4/6 6/8 6/6 60/76 11/14 11/16 9/10 5/6 10/10 4/6 5/8 5/6 60/76 10/14 9/16 9/10 5/6 8/10 6/6 6/8 2/6 55/76 10/14 12/16 10/10 4/6 6/10 3/6 6/8 2/6 53/76 12/14 14/16 8/10 4/6 8/10 4/6 8/8 5/6 63/76 13/14 13/16 9/10 5/6 9/10 6/6 4/8 4/6 63/76 12/14 10/16 8/10 6/6 10/10 3/6 6/8 5/6 60/76 13/14 14/16 9/10 6/6 10/10 5/6 7/8 5/6 69/76 13/14 15/16 10/10 6/6 9/10 6/6 5/8 6/6 70/76 14/14 16/16 10/10 6/6 10/10 4/6 8/8 5/6 73/76 14/14 16/16 10/10 6/6 9/10 6/6 7/8 6/6 74/76 Tabella 6: % di risposte corrette per tipologia di frase (gruppo sordi) U 1 U 2 U 3 U 4 U 5 U 6 U 7 U 8 U 9 U 10 U 11 U 12 Media L F AA AN PA PN R D TOT 86% 63% 90% 100% 70% 50% 75% 67% 75% 64% 81% 80% 67% 100% 67% 75% 100% 79% 79% 69% 90% 83% 100% 67% 63% 83% 79% 71% 56% 90% 83% 80% 100% 75% 33% 72% 71% 75% 100% 67% 60% 50% 75% 33% 70% 86% 88% 80% 67% 80% 67% 100% 83% 83% 93% 81% 90% 83% 90% 100% 50% 67% 83% 86% 63% 80% 100% 100% 50% 75% 83% 79% 93% 88% 90% 100% 100% 83% 88% 83% 91% 93% 94% 100% 100% 90% 100% 63% 100% 92% 100% 100% 100% 100% 100% 67% 100% 83% 96% 100% 100% 100% 100% 90% 100% 88% 100% 97% 85% 80% 91% 87% 88% 75% 77% 76% 83% Analizzando in dettaglio la performance e le risposte fornite, abbiamo calcolato, per ciascun gruppo, la percentuale di frasi a cui tutti i soggetti hanno risposto correttamente, considerando l’item come correttamente compreso anche quando un bambino in quella frase otteneva un punteggio d’errore di 0,51. Considerando la fascia d’età corrispondente a 5;0-5;6 anni (età linguistica per gli adolescenti ed età anagrafica per gli udenti), la percentuale di risposte corrette per ciascuno dei due gruppi è mostrata nelle seguenti tabelle: 1 Dato il numero e la difficoltà delle frasi incluse nel TCGB, è probabile che i soggetti, soprattutto se piccoli, rispondano erroneamente per distrazione. Per questo motivo, quando in un determinato item la maggior parte dei soggetti otteneva il punteggio 0, e solo uno otteneva un punteggio d’errore di 0,5 (quindi sbagliava alla prima somministrazione, ma rispondeva correttamente alla seconda), la frase era ugualmente considerata come compresa correttamente, poicé l’errore era considerato come calo d’attenzione. 93 C. BERTONE, A. CARDINALETTI, S. GROSSELLE, F. VOLPATO Figg. 2 e 3: % di item corretti/errati nei bambini udenti (sinistra) e adolescenti LIS (destra) I bambini udenti sono stati in grado di comprendere correttamente 35 frasi sulle 76 proposte, mentre gli adolescenti sordi segnanti 39 sempre su 76. Considerando, invece, la fascia d’età corrispondente ai 6;6 anni, le risposte corrette ed errate si distribuiscono come mostrato nelle seguenti figure: Figg. 4 e 5: % di item corretti/errati nei bambini udenti (sinistra) e adolescenti LIS (destra) I bambini udenti hanno selezionato correttamente 64 item, mentre gli adolescenti sordi ne hanno selezionati correttamente 69. Nella terza fascia d’età considerata (anni: 7;0-7;6), le risposte dei due gruppi si distribuiscono come segue: Figg. 6 e 7: % di item corretti/errati nei bambini udenti (sinistra) e adolescenti LIS (destra) In questa fascia d’età, sia i bambini udenti sia gli adolescenti sordi hanno compreso correttamente 70 stimoli su 76. È chiaro da queste tabelle come la performance di entrambi i gruppi migliori nettamente nelle 3 fasce d’età, soprattutto ci sia un salto significativo dai 5;0-5;6 ai 6;6 anni. 94 LE ABILITÀ DI COMPRENSIONE IN SORDI SEGNANTI LIS 4.1 Analisi della performance per tipologia di frase Per determinare quali sono le strutture significativamente più difficili per ciascuno dei due gruppi, è stata condotta un’analisi interna al gruppo (“within-group analysis”) utilizzando il test statistico conosciuto come ‘Test di Wilcoxon’. L’analisi dei dati ha mostrato che, nel gruppo degli udenti, le frasi passive negative, le frasi flessionali e le frasi relative sono risultate significativamente più problematiche delle frasi attive affermative (rispettivamente, p=0.022, p=0.022, p=0.021). Le frasi dative sono risultate significativamente più difficili delle passive affermative (p=0.028). Per il gruppo dei sordi, la maggior parte degli errori si concentra sulle frasi passive. Infatti, è stata individuata una differenza significativa tra questa tipologia di frasi e tutte le altre. Nello specifico, le frasi passive affermative sono risultate più difficili delle frasi attive affermative (p=0.038), attive negative (p=0.046), relative (p=0.028), flessionali (p=0.028), locative (p=0.027) e dative (p=0.028). Sebbene non siano attestate differenze significative tra le frasi passive affermative e le frasi passive negative, nelle prime gli adolescenti sordi hanno ottenuto una percentuale di risposte corrette inferiore alle seconde. 4.2 Gli errori Per ciascuna fascia d’età (5;0-5;6 anni, 6;6 anni, 7;0-7;6) e per ciascuna tipologia di frase è stato calcolato il numero di frasi/item per i quali o i soggetti sordi o gli udenti selezionavano l’immagine errata, e il numero di item per i quali sia i sordi sia gli udenti rispondevano in modo errato. La tabella seguente mostra i conteggi effettuati: Tabella 7: numero di frasi sbagliate da sordi (S), da udenti (U) e da entrambi (C) Età Età Età linguistica: linguistica: linguistica: 5;0-5;6 6;6 7;0-7;6 U C S U C S U C S LOCATIVE 2 4 1 2 0 2 0 0 1 FLESSIONALI 6 5 2 3 0 0 0 0 1 ATTIVE AFFERM. 1 3 4 1 0 0 0 0 0 ATTIVE NEG. 2 1 0 0 0 0 1 0 1 PASSIVE AFFERM. 1 3 4 1 0 2 1 0 1 PASSIVE NEG. 0 4 0 1 0 2 2 0 2 RELATIVE 2 3 1 3 0 1 1 0 0 DATIVE 3 1 1 1 0 0 1 0 0 17 24 13 95 12 0 7 6 0 6 C. BERTONE, A. CARDINALETTI, S. GROSSELLE, F. VOLPATO Com’è evidente dalla tabella, se consideriamo tutte le tipologie di frase, nel gruppo corrispondente a 5;0-5;6 anni le frasi comprese erroneamente dai bambini udenti sono 17, dagli adolescenti sordi sono 13. Sono invece 24 le frasi comuni, vale a dire le frasi che sia gli udenti sia i sordi hanno interpretato in modo errato. Nella fascia d’età dei 6;6 anni, 12 sono gli item interpretati erroneamente dai bambini udenti, mentre sono 7 quelli degli adolescenti sordi. Nessun errore è comune ad entrambi i gruppi. Infine, nella fascia d’età linguistica dei 7;0-7;6 anni, si attestano 6 frasi problematiche per il gruppo degli udenti e 6 frasi per il gruppo dei sordi. Anche in questo caso, nessun errore è comune ad entrambi i gruppi. Considerando l’analisi e i risultati ottenuti per la fascia d’età dei 5;0-5;6 anni, sono state indagate le tipologie di risposta negli item errati da entrambi i gruppi, per verificare se sia i sordi sia gli udenti avevano selezionato la stessa immagine errata. La tabella seguente mostra, per ciascuna tipologia di frase, per quanti item l’immagine selezionata era la stessa e quindi l’errore era comune, e per quanti item l’immagine selezionata era diversa: Tabella 8: errori diversi (≠) ed errori comuni (=) nella fascia d’età 5;0-5;6 Età linguistica: 5;0-5;6 LOCATIVE FLESSIONALI ATTIVE AFFERM. ATTIVE NEG. PASSIVE AFFERM. PASSIVE NEG. RELATIVE DATIVE Totale ≠ = 4 5 3 1 3 4 3 1 1 3 1 1 1 2 - 3 2 2 2 2 3 1 24 9 15 La tabella consente di osservare che c’è una sorta di convergenza nel tipo di errori commessi dai sordi e dagli udenti. Gli errori commessi dagli adolescenti sordi di età linguistica di 5;0-5;6 anni sono per la maggior parte gli stessi dei bambini udenti. 96 LE ABILITÀ DI COMPRENSIONE IN SORDI SEGNANTI LIS 5. Discussione Nella sezione precedente è stato mostrato come per alcune frasi le risposte fornite dai soggetti sordi e dai soggetti udenti siano diverse. In questa sezione discutiamo le risposte fornite dai soggetti testati, per determinare quali possano essere le motivazioni per cui un soggetto abbia risposto correttamente o erroneamente ai vari item. 5.1 Gli errori in comune Gli errori commessi dai bambini udenti corrispondono al livello di maturazione linguistica raggiunta secondo i risultati standardizzati riportati in Chilosi et al. (2006). Gli errori commessi dai soggetti sordi non sono attesi se si considera la loro età anagrafica, ma corrispondono sia quantitativamente che qualitativamente al livello linguistico raggiunto se li si compara con i gruppi udenti di controllo. Questi dati confermano un ritardo nello sviluppo linguistico della lingua orale spesso osservato nelle persone sorde (cfr. sezione 2). 5.2 L’interferenza della Lingua dei Segni Italiana (LIS) nelle strategie di interpretazione dell’italiano scritto Il gruppo dei sordi e il gruppo degli udenti nella fascia linguistica d’età 5;05;6 adottano le medesime strategie per interpretare le frasi della lingua italiana. Gli errori commessi dai due gruppi sono relativi agli stessi item tranne che in specifiche eccezioni, alcune delle quali possono essere spiegate con l’influenza della LIS, che costituisce la lingua madre del gruppo dei sordi. L’item n. 17 è stato interpretato correttamente dal gruppo dei soggetti udenti, mentre nel gruppo dei sordi, tre soggetti hanno risposto in maniera sbagliata (uno di essi solo nella prima risposta): Fig. 8: item n. 17 (La mamma lava) 97 C. BERTONE, A. CARDINALETTI, S. GROSSELLE, F. VOLPATO In tutti i casi, la frase la mamma lava (item n. 17) è stata interpretata come “la mamma si lava”. Questo dato può essere spiegato con il fatto che nella LIS il verbo ‘lavare’ non ha la forma riflessiva e assume diverse forme in accordo con l’oggetto lavato, in altri termini il verbo cambia se si tratta di ‘lavare le mani’, ‘lavare i piatti’, eccetera. Nell’item in italiano la frase non ha un oggetto. Delle quattro figure, solo due avevano una relazione con il verbo ‘lavare’: una con un oggetto diverso dal soggetto (il bucato), l’altra con un oggetto coincidente con il soggetto. I tre ragazzi sordi che hanno dato una risposta scorretta hanno scelto l’immagine senza oggetto evidente perché più vicina alla forma citazionale del verbo LAVARE in LIS, che non viene realizzata nello spazio, concordando per forma con l’oggetto lavato, ma sulla mano non dominante, perciò sul corpo del segnante. Nelle risposte all’item n. 38, Il bambino ha fatto il bagno si può osservare nel gruppo dei soggetti sordi un’interferenza positiva della LIS: Fig. 9: item n. 38 (Il bambino ha fatto il bagno) L’interpretazione di evento compiuto ha comportato la produzione di alcuni errori tra il gruppo dei bambini udenti ma nessuno tra il gruppo dei bambini sordi. In LIS un evento concluso viene realizzato con uno specifico segno articolato dopo il verbo che significa ‘fatto, finito’; questo segno viene coarticolato dalla pronuncia labiale silente della parola ‘fatto’. Grazie alla presenza della parola fatto nel passato prossimo della frase italiana i partecipanti sordi sono stati in grado di decifrare il valore perfettivo del passato prossimo. Tale fenomeno è confermato da uno studio di Bertone e Volpato (2009), nel quale il TCGB viene utilizzato per misurare la competenza linguistica dell’italiano anche in un gruppo di sordi stranieri. Tra questi, il gruppo che conosce meno la LIS, perché residente in Italia da meno di due anni, ha risposto in maniera scorretta a questo item, dimostrando di non essere in grado di applicare una regola derivata dalla LIS. 98 LE ABILITÀ DI COMPRENSIONE IN SORDI SEGNANTI LIS Nel TCGB, l’immagine della figura 9 viene impiegata anche per accertare la comprensione del presente e del futuro. L’uso della stessa immagine ha portato il gruppo di bambini sordi ad interpretare in maniera corretta, rispetto ai bambini udenti, anche il tempo futuro, che viene testato dopo circa 18 item. Invece, negli altri item il cui obiettivo era indagare l’interpretazione del passato prossimo o del futuro con verbi diversi da fare (item n. 27 Il gatto ha saltato; item n. 49 Il bambino disegnerà), gli errori dei soggetti sordi rientrano nella media dei bambini udenti. Una probabile influenza della LIS è riscontrabile anche nell’interpretazione di alcuni tipi di frasi relative. Nell’insieme degli item sulle relative, le prestazioni del gruppo dei sordi e di quello degli udenti si equivalgono, eccetto che per la frase dell’item n. 45 La guardia che ha in mano il fucile ferma il ladro, dove la prestazione del gruppo dei sordi è migliore. Occorre tener presente che i gruppi analizzati hanno la stessa età linguistica nell’italiano, ma il gruppo dei sordi è anagraficamente più grande e dovrebbe aver dunque sviluppato la competenza delle frasi relative nella propria lingua madre. In questo item la proposizione relativa modifica il soggetto dell’enunciato ed è collocata in posizione preverbale. La posizione delle frasi relative sul soggetto in italiano è la stessa che si ha nella LIS. Anche la frase n. 39 Il bambino che è sul tavolo mangia la marmellata ha lo stesso tipo di costruzione. Questo tipo di frase non ha avuto nessun errore nemmeno nel gruppo di udenti; ciò può essere spiegato con il fatto che l’irreversibilità della frase ne rende più semplice l’interpretazione in entrambi i gruppi. Gli altri item sulle relative propongono la proposizione relativa sul soggetto in posizione finale, che modifica cioè il complemento del verbo principale (item n. 31 Il bambino rincorre la bambina che è in bicicletta, item n. 41 Il gatto salta sul topo che è sulla sedia); la proposizione relativa sull’oggetto che modifica il soggetto della frase principale (item n. 50 Il topo che il gatto rincorre ha il formaggio in bocca e n. 69 Il vaso che il bambino dipinge è sulla sedia); la proposizione relativa sull’oggetto che modifica il complemento oggetto della frase principale (item n. 60 Il babbo tiene il palloncino che il bambino rompe e n. 72 Il gatto morde la palla che il bambino colpisce). Tutte queste costruzioni in LIS richiedono forme complesse con dislocazioni a sinistra e per questo motivo la LIS non può interferire positivamente sull’interpretazione dell’italiano. Se guardiamo alle risposte fornite da sordi e udenti alle frasi n. 41 Il gatto salta sul topo che è sulla sedia e n. 31 il bambino rincorre la bambina che è in bicicletta osserviamo che in questi casi la scelta dell’immagine errata da parte dei sordi non coincide con quella dei soggetti udenti. Nella frase n. 31, i soggetti sordi interpretano il complemento del verbo come il soggetto della frase, mentre i bambini udenti scelgono l’immagine nella quale la bambina che è in bicicletta rincorre il bambino. Per l’item n. 41, invece, la scelta dell’immagine sbagliata è la stessa, ma la strategia sottostante alla scelta è diversa dalla precedente. In questo caso si percepisce che il valore della rela99 C. BERTONE, A. CARDINALETTI, S. GROSSELLE, F. VOLPATO tiva viene a cancellarsi, poiché la figura errata rappresenta un gatto che salta sul topo da una sedia. In generale, l’asimmetria in comprensione tra frasi relative sul soggetto e frasi relative sull’oggetto viene confermata dai dati di Volpato (2010), che utilizza un diverso disegno sperimentale. La costruzione delle frasi passive in LIS richiede strategie completamente estranee alla lingua italiana. In questo caso, perciò, la LIS non può influire positivamente sull’interpretazione delle frasi passive. Per questo motivo le prestazioni dei bambini sordi in questo tipo di frasi sono le medesime che negli udenti, e in alcuni casi anche peggiori (vedi tabella 4). Questo dato può essere spiegato in base a due diversi fattori: uno riguarda l’applicazione delle conoscenze del mondo che integrano l’interpretazione delle frasi impossibili nella realtà ma non nella lingua; l’altro concerne l’uso degli ausiliari per la formazione del passivo. In LIS possono essere resi passivi solo alcuni verbi transitivi con specifiche caratteristiche flessionali. Si tratta di verbi che possiedono una direzione ed un verso nel movimento del segno che concordano sia con agente che con paziente/beneficiario (ad esempio il movimento va da agente a paziente). Il cambio del verso comporta lo scambio di ruoli. L’uso del passivo si limita ad una forma che permette di lasciare inespresso l’agente e mette in evidenza il paziente/beneficiario attraverso l’uso di un segno classificatore. In italiano per il passivo vengono impiegati ausiliari come essere, usato anche come ausiliare per la formazione dei tempi composti, e venire, conosciuto già come di verbo di movimento. A questo punto si chiarisce come l’interpretazione del passivo in italiano diventa particolarmente problematica per questi soggetti che, acquisendo la lingua soprattutto attraverso la modalità scritta, non sempre riescono a cogliere le diverse funzioni di uno stesso verbo; né possono affidarsi a strutture della LIS che possono essere equivalenti a quelle della lingua italiana. Questi dati confermano che l’uso della lingua dei segni non ostacola l’acquisizione o l’apprendimento della lingua orale. Conoscere i punti di convergenza tra le grammatiche delle due lingue può aiutare il soggetto sordo ad interpretare in italiano quelle strutture che gli sono familiari nella LIS. 5.3 Le strategie extralinguistiche Come già segnalato in Chilosi et al. (2006:30-31) nell’analisi dei risultati per la standardizzazione del test TCGB, alcuni errori dei bambini, in particolare di quelli più piccoli, sono dovuti all’utilizzo di strategie extralinguistiche. L’interpretazione delle strutture non ancora pienamente sviluppate è guidata dall’ordine lineare delle parole e dalle conoscenze del mondo (probabilità o improbabilità dell’evento) piuttosto che dagli elementi funzionali presenti nella frase (ad es., la morfologia passiva nel caso delle frasi passive, 100 LE ABILITÀ DI COMPRENSIONE IN SORDI SEGNANTI LIS i pronomi relativi nelle frasi relative, gli elementi di congiunzione, ecc.). Nel nostro esperimento, queste strategie extralinguistiche sono state utilizzate da entrambi i gruppi anche se non sempre negli stessi item. Il gruppo sperimentale si è basato sull’ordine lineare per interpretare la frase locativa n. 1 la palla è tra il tavolo e la sedia (Figura 10), cui viene assegnata la risposta in basso a sinistra invece che quella corretta in alto a sinistra: Fig. 10: item 1 (La palla è tra il tavolo e la sedia) Sempre lo stesso soggetto sordo ha adottato la medesima strategia per l’interpretazione dell’item n. 12 Il bambino è tra il babbo e la mamma, scegliendo l’immagine che rappresenta l’ordine grafico: il bambino, il babbo e la mamma. Il gruppo udente di controllo ha usato questa strategia nell’interpretare la frase passiva n. 40 la macchina è lavata dal bambino (Figura 11). Infatti, l’aspetto grafico dell’immagine in alto a destra segue l’ordine lineare delle parole nella frase. Due bambini su otto hanno scelto come prima possibilità questa figura: Fig. 11: item 40 (La macchina è lavata dal bambino) 101 C. BERTONE, A. CARDINALETTI, S. GROSSELLE, F. VOLPATO Entrambi i gruppi hanno utilizzato questa strategia nell’interpretare la frase n. 55 il cane è tirato dall’uomo (Figura 12), cui è stata attribuita la figura in alto a sinistra invece che quella corretta in basso a destra, interpretando di fatto la frase come la frase attiva il cane tira l’uomo: Fig. 12: item 55 (Il cane è tirato dall’uomo) Le conoscenze del mondo guidano i soggetti sordi nell’interpretazione dell’item n. 34 il bambino imbocca la mamma, che viene interpretato come “la mamma imbocca il bambino”: Fig. 13: item 34 (Il bambino imbocca la mamma) Anche la scelta della figura corrispondente all’item n. 61 La mamma è presa in braccio dal bambino si basa su questa strategia extralinguistica. Per entrambi i gruppi, l’interpretazione dell’evento improbabile dell’item n. 61 risulta problematica. Nel caso dei soggetti sordi le figure scelte corrispondono alla mamma che prende in braccio il bambino o alla mamma che afferra 102 LE ABILITÀ DI COMPRENSIONE IN SORDI SEGNANTI LIS per il braccio il bambino, mentre nel caso dei bambini udenti la figura scelta rappresenta la mamma che tiene in braccio il bambino. In ogni caso, le figure scelte trasmettono un significato che si basa sull’esperienza quotidiana. 5.4 Alcuni problemi con il test stesso Alcuni errori osservati in entrambi i gruppi possono essere attribuiti al test stesso, che contiene in alcuni casi figure inadeguate dal punto di vista grafico che possono fuorviare la scelta corretta. In alcuni item le immagini secondarie non fungono da concreti distrattori, riducendo così la scelta tra due figure. Inoltre, la scelta dell’immagine corretta deve essere guidata da un’analisi puramente linguistica, pertanto l’inserimento di immagini fantastiche renderebbe ancora più significativo il risultato finale. Un esempio è dato dalla frase n. 47 La mela è mangiata dalla bambina, dove nessuna immagine rappresenta graficamente l’ordine lineare. In questo caso la mancata rappresentazione di una mela che mangia la bambina, conduce immediatamente alla figura plausibile. 6. Conclusioni I dati riportati in questo studio mostrano un ritardo nello sviluppo della competenza linguistica in italiano da parte di un gruppo di soggetti sordi segnanti, che a dispetto dell’età anagrafica (15;5 e 17;6 anni) presentano un’età linguistica che va dai 5;0 ai 7;6 anni. Nonostante questo ritardo, il confronto tra il gruppo degli adolescenti sordi e il gruppo di controllo udente ha mostrato che lo sviluppo delle abilità di comprensione sembra seguire un pattern molto simile nei soggetti sordi e udenti. L’analisi quantitativa e qualitativa ha infatti mostrato che nella maggior parte dei casi i soggetti sordi commettono gli stessi errori del gruppo di controllo udente. Questo suggerisce che i due gruppi hanno seguito un pattern di acquisizione dell’italiano molto simile, che nei soggetti sordi si è rallentato o arrestato ad un certo punto. Nella scelta delle figure sbagliate, i soggetti sordi hanno spesso utilizzato strategie non-linguistiche: l’ordine lineare delle parole e la probabilità o improbabilità dell’evento. Queste strategie sono state utilizzate anche dai bambini udenti, e i nostri risultati riproducono quelli segnalati da Chilosi et al. (2006:30-31). Alcuni degli errori commessi esclusivamente dai soggetti sordi possono essere attribuiti all’interferenza tra l’italiano e la LIS, la loro madrelingua. In alcuni casi, si è osservato un transfer positivo che ha permesso ad es. 103 C. BERTONE, A. CARDINALETTI, S. GROSSELLE, F. VOLPATO l’interpretazione corretta delle frasi relative, facendo ottenere ai sordi una performance migliore rispetto ai bambini udenti con la stessa età linguistica. Questa conclusione non è in contraddizione con l’età linguistica in italiano dei soggetti sordi, che è stata stabilita, come abbiamo visto, sulla base di una misura quantitativa, cioè i punteggi ottenuti nel test TCGB. Bibliografia Ajello R., Marotta G., Mazzoni L., Nicolai F. (2002) “Morphosyntactic fragility in the spoken and written Italian of the deaf”. In Fava Elisabetta (a cura di), Clinical Linguistics: theory and applications in speech pathology and therapy. Amsterdam: Benjamins. 101-117. Bertone, C. e Volpato, F. (2009) “Oral language and sign language: possible approaches for deaf people’s language development”. Cadernos de Saúde, 2.51-62. Beronesi S., Volterra V. (1986) “Il bambino sordo che sbaglia parlando”. Ita-liano & Oltre, 3. 103-105. Bigoni A., Piccolo B., Tavano A., Csillaghy A.L., Fabbro F. (2003) “Sviluppo del linguaggio in bambini sordi trattati con il metodo orale, in Sordità: aspetti riabilitativi, educativi e linguistici”. 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