Il miracolo della nascita - salesiani don Bosco

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Il miracolo della nascita - salesiani don Bosco
In cammino con Maria
Il miracolo
della nascita
La meraviglia indicibile di ogni donna per la
crescita di un figlio, prima nascosto dentro di sé
e poi vivace e amabile davanti a sé. Anche Gesù
coglie in profondità i sentimenti della madre nel
parto e ne parla con finezza, applicandoli al suo
mistero pasquale.
I
l Natale di Gesù e la festa della maternità di Maria mi fanno pensare ad
un’usanza imparata dall’infanzia e praticata tuttora con semplicità e affetto sincero: scrivere una lettera alla mamma nel
giorno del mio compleanno. La nascita
è un evento memorabile per il figlio o la
figlia, ma non lo è meno per la madre.
Il bambino che esce dal grembo materno per entrare nel mondo è sempre un
avvenimento sacro, un miracolo stupendo. Anche Gesù è affascinato dal meraviglioso momento della generazione della vita nuova: egli coglie in profondità i
Lo stupore con cui la madre contempla il figlio è lo stupore con cui
nel Natale siamo invitati a contemplare la meraviglia di un Dio
che si fa uomo per farsi abbracciare e cullare da Maria e con lei
da tutta l’umanità.
sentimenti della madre nel parto, ne parla
con finezza applicandoli al suo mistero
pasquale: «La donna, quando partorisce,
è afflitta, perché è giunta la sua ora; ma
quando ha dato alla luce il bambino, non
si ricorda più dell’afflizione per la gioia
che è venuto al mondo un uomo» (Gv
16,21). Come allora non giubilare con
Maria nel ricordo della nascita di Gesù?
Come non ringraziare la madre per il
dono del figlio? Durante la vita terrena
di Gesù, una donna, presa da ammirazione per Gesù, esclama con spontaneità
ad alta voce in mezzo alla folla: «Beato
il ventre che ti ha portato e il seno da
cui hai preso il latte!» (Lc 11,27). Questa
esplosione spontanea fa eco a quella di
Elisabetta: «Benedetta tu fra le donne e
benedetto il frutto del tuo grembo» (Lc
1,42). La sensibilità femminile intuisce la
grandezza e la bellezza della maternità
di Maria.
criSto È frutto
deLL’amore di dio
acceSo neL gremBo di maria
Nel racconto commovente del Secondo
libro dei Maccabei sul martirio dei sette
fratelli eroici emerge la bellissima figura
della madre. «La madre era soprattutto
ammirevole e degna di gloriosa memoria». Ai suoi figli, pronti a morire per il
Signore, ella confida con candore e te-
6 GENNAIO-FEBBRAIO 2012
volgeva ogni cosa, mentre la notte giungeva a metà del suo corso, il tuo verbo
onnipotente, o Signore, è sceso dal cielo,
dal trono regale» (Sap 18,14-15).
iL paStore “incantato” deL
preSepe, SimBoLo di chi ha iL
cuore SempLice
nerezza: «Non so come siate apparsi nel
mio seno; non io vi ho dato lo spirito e la
vita, né io ho dato forma alle membra di
ciascuno di voi» (2Mac 7,22). È lo stupore della madre di fronte al miracolo della vita, uno stupore indicibile che cresce
con la crescita del figlio, prima nascosto
silenziosamente dentro di sé e poi vivace e amabile davanti a sé. Quanto sarà
grande lo stupore di Maria di fronte al
piccolo Gesù, che non è soltanto figlio
suo ma figlio di Dio! La sua timida domanda «Come è possibile?» all’annuncio
dell’angelo (Lc 1, 34) le apre un’avventura
che va di meraviglia in meraviglia, il suo
gesto materno di avvolgere il bambino
con le fasce segna l’inizio del suo coinvolgimento sempre maggiore nel progetto misterioso di Dio.
«Nel ventre tuo si raccese l’amore, per lo
cui caldo ne l’etterna pace così è germinato questo fiore» canta Dante nel suo
Paradiso. Cristo è frutto dell’amore di Dio
acceso nel grembo di Maria, è il fiore più
bello aperto sullo stelo immacolato della madre. Dio ha stupito l’umanità raccogliendo tutto se stesso nel grembo di
Maria e poi, in un vagito che ha squarciato la notte del buio e del freddo. È un
mistero inaudito! Persino tutta la Creazione partecipa con stupore, quasi trattenendo il fiato, a quella irripetibile notte
di Betlemme: «Nel quieto silenzio che av-
Un bambino che nasce è un avvenimento sacro. È il mistero della
vita che si rivela all’improvviso in
un nuovo sguardo sul mondo.
C’è un personaggio del presepe che raffigura questo sentimento così prezioso
agli occhi di Dio: il pastore incantato,
con la bocca spalancata, le braccia aperte, il cappello in mano; colui che offre al
Bambino soltanto il suo stupore. Egli rappresenta tutti quelli che hanno un cuore
semplice, aperto, sensibile e permeabile
dall’amore. Egli riassume tutti i testimoni del mistero dell’incarnazione: Maria e
Giuseppe, i pastori e i magi. Egli impersona lo stupore, quell’atteggiamento
di meraviglia, di silenzio orante, di
estatica attenzione, che è purtroppo
sempre più sconosciuto nella nostra esperienza di fede e nelle nostre feste. Lo stupore è il segno
di giovinezza spirituale, mentre
l’inaridimento dello spirito
di meraviglia e della riverenza di fronte al mistero indica l’indifferenza e
stanchezza, grettezza di
cuore e sterilità di vita.
Maria, la madre che
contempla estasiata il
bambino nato dal suo
grembo, la donna che coglie e magnifica il Signore
per le «grandi cose» operate
in lei e nella storia ci aiuti a
non abituarci al mistero e al
miracolo e mantenga in noi,
vivo e fresco, il seno dello
stupore.
Maria Ko Ha Fong
[email protected]
IN CAMMINO CON MARIA
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