COMUNICATO STAMPA

Transcript

COMUNICATO STAMPA
COMUNICATO STAMPA
MOTORE SANITÀ
14 ottobre 2013, Venezia
“Il nostro Servizio Sanitario Nazionale deve essere in grado di rispondere ai nuovi bisogni di salute,
evolvendo in funzione del nuovo scenario di riferimento, secondo i paradigmi di equità, innovazione e
sviluppo. Si tratta di una sfida particolarmente difficile, ma necessaria per continuare a tutelare il benessere
dei cittadini, garantendo al contempo la sostenibilità economica del sistema”. Queste le parole inviate dal
Ministro della Salute Beatrice Lorenzin al Convegno Nazionale Motore Sanità, organizzato con il
patrocinio di Regione Veneto, Parlamento Europeo, Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome e
Federsanità ANCI, che ha coinvolto alcuni tra i principali attori del nostro sistema sanitario a livello regionale
e nazionale.
La due giorni ha messo a confronto la domanda di innovazione del mondo sanitario con la risposta fornita
dalle aziende del settore. Otto i workshop tematici: ricerca e innovazione per lo sviluppo di un sistema
sanitario sostenibile; sanità elettronica e fascicolo sanitario; schizofrenia, sostenibilità del sistema
dall’ospedale al territorio; costi sociali delle patologie reumatiche; percorso diagnostico terapeutico della
BPCO in Veneto; costi standard; il futuro delle breast unit e infine libera circolazione dei pazienti in Europa.
Ad aprire i lavori è stato l’Assessore alla Salute della Regione Veneto Luca Coletto che ha dichiarato “Il filo
conduttore di Motore Sanità è opportunamente incentrato sulla sostenibilità del nostro sistema sanitario. È il
vero nodo da sciogliere per dare un futuro all’assistenza universale sancita dalla Costituzione, ma dalle
parole occorre passare ai fatti: è quanto mai urgente che vengano introdotti in Italia i costi standard, che
considero l’unica risposta concreta agli sprechi che ancora si aggirano copiosi nel nostro Paese. Sostenere
una sanità pubblica davvero universale non è facile, come dimostrano le difficoltà dell’”Obamacare” negli
Usa, ma ce la possiamo fare. Nel Veneto il bilancio sanitario è in attivo per il terzo anno consecutivo e per
l’ennesima volta abbiamo ottenuto la promozione a pieni voti da parte del Ministero della Salute per la
capacità totale di erogazione dei Livelli Essenziali di assistenza. Risultato ottenuto senza Irpef aggiuntiva ai
nostri cittadini (unica Regione in Italia) e senza tagli ai servizi. Se ci riusciamo noi sono certo che lo potranno
fare anche gli altri attualmente in difficoltà”.
Così il Direttore Generale della Sanità della Regione Veneto Domenico Mantoan “In un momento dove tutti
dicono che è necessario “cambiare il sistema” è importante lo spirito di confronto di queste due giornate: il
confronto tra decisori politici per lo sviluppo di un sistema sanitario sostenibile, in un momento dove le
risorse sono definite. Credo che dal confronto delle nostre realtà si possa trarre spunto: come ad esempio
dall’esperienza dell’apertura nella nostra regione dei servizi ambulatoriali fino alle 24, servizio unico in Italia”.
Dopo i saluti del Direttore Generale Domenico Mantoan, nella mattinata è stato affrontato il tema
dell’innovazione, declinata in quattro aspetti principali: gestionale, tecnologica, strutturale e farmacologica.
Workshop 1- Ricerca Innovazione: Sviluppo Sostenibile dei Sistemi Sanitari
A confrontarsi su questi temi erano presenti alla tavola rotonda, Stefano Da Empoli, Presidente I-Com,
Daniele Lapeyre Vice Presidente Farmindustria, che ha parlato del rapporto tra politica del farmaco e
innovazione, Ivan Colombo, Vicepresidente e Amministratore Delegato Humanitas, Flori Degrassi,
Direttore Generale Sanità della Regione Lazio, che ha illustrato lo stato della ricerca in Italia, Enrique
Manzoni, Presidente Boehringer Ingelheim Italia, che ha spiegato quali sono le difficoltà di un grande
gruppo che produce qualità e innovazione in Italia, Fabrizio Oleari, Presidente Istituto Superiore di Sanità
che ha centrato il suo intervento sul rapporto tra innovazione e istituzioni e Novella Luciani, Direttore Ufficio
4 Direzione Generale della Ricerca Sanitaria che ha illustrato la filosofia del Ministero della Salute sulla
questione.
E’ emerso che l’Italia si sta allineando all’Europa e spende quanto gli altri Paesi, perché è convinta che più si
investe in ricerca e innovazione più aumenta la qualità dei servizi offerti al cittadino e maggiore è il risparmio
o quantomeno migliore è l’investimento. E’ necessario investire sulla qualità per sostenere i servizi sanitari e
quindi finanziare il meglio disponibile sul mercato secondo criteri di valutazione oggettivi basati su modelli
internazionali, anche per agevolare la ricerca.
Comunicato stampa, Workshop 2 - Sanità elettronica: il fascicolo sanitario
Nella seconda parte della mattinata il dibattito si è concentrato sulla sanità elettronica, tema al quale
l’Unione Europea ha deciso di dedicare oltre 7 miliardi di euro.
A sottolineare il ruolo fondamentale che la sanità elettronica avrà nel miglioramento della qualità di vita dei
cittadini è stata Amalia Sartori, Presidente Commissione Industria Parlamento Europeo, che ha ricordato “Il
mercato europeo dell’e-health rappresenta un terzo del mercato mondiale e gli altissimi tassi di crescita
annuali indicano quanto il settore possa contribuire alla crescita e all'occupazione in Europa. Anche per
questa ragione l'UE ha da poco definito una strategia per la sanità elettronica e negli anni a venire verrà
predisposto il relativo quadro normativo. L'impegno è dunque massimo nell'affrontare i principali ostacoli che
frenano il settore, e tale impegno è dimostrato dalle risorse che si è deciso di dedicare al tema sanitario da
qui al 2020: combinate, supereranno i 7 miliardi di euro”.
Ma a che punto siamo in Italia? Alla tavola rotonda sono intervenuti i rappresentanti di alcune regioni italiane
che si sono confrontati in particolare sul fascicolo sanitario elettronico, raccontando i passi finora
compiuti, condividendo best practice e illustrando prospettive future.
“Il nuovo Piano Socio Sanitario del Veneto, approvato l’anno scorso – ha dichiarato Lorenzo Gubian,
Responsabile Servizio Sistema Informativo SSR Veneto - ha introdotto per la prima volta nella storia della
nostra Regione il Fascicolo Sanitario Elettronico a supporto dei processi di prevenzione, diagnosi, cura e
riabilitazione. Successivamente, il Veneto ha dato inizio ai lavori di implementazione del Fascicolo,
anticipando gli adempimenti fissati poi dalle leggi di conversione del decreto sull’Agenda Digitale Italiana e
del decreto del "fare". Tutto ciò ha dato origine ad un accordo quadro tra Regione, Arsenal.it (il consorzio
ICT delle Aziende Sanitarie) e le Aziende Sanitarie che prevede un percorso strutturato e condiviso per
implementare in 3 anni il Fascicolo Sanitario Elettronico regionale, con un finanziamento specifico di 12
milioni di euro, per coprire i costi di analisi, redazione degli standard e dei documenti di progetto, labelling
delle soluzioni software e monitoraggio degli stati di avanzamento. Ad oggi il progetto si sta occupando della
dematerializzazione della ricetta rossa, rivoluzionando la gestione del processo in tutti i suoi passi, dalla
prescrizione fino all'erogazione in farmacia o nella struttura specialistica ambulatoriale, con il ritorno del
referto al medico”.
Simone Paolucci di Lombardia Informatica ha spiegato il percorso seguito in Lombardia “La nostra regione,
circa un decennio fa, ha lanciato un grande programma di e-health per realizzare un sistema informativo
integrato socio-sanitario a livello regionale, il SISS, che ha creato una rete tra Cittadini, Medici, ASL,
Aziende Sanitarie, Farmacie, Operatori della Socio-Sanità lombardi. Ad oggi sono 6 milioni i cittadini
che hanno attivato il proprio fascicolo sanitario; il 100% delle strutture pubbliche e farmacie, il 98% dei
medici di medicina generale (MMG) e pediatri di famiglia (PDF) e il 96% delle strutture private accreditate è
collegato al SISS e ne utilizza i servizi. Il tutto per un totale di 52 milioni di prescrizioni digitali e 2,8 milioni
di consultazioni referti on line da parte di cittadini e operatori. Dal 2005 ad oggi il finanziamento regionale per
l’intero sistema FSE-SISS è stato di 132 milioni di euro, pari a 13,2 euro a persona, mentre uno studio
effettuato da CEFRIEL e dall’Università Bocconi stima che i risparmi indotti dal FSE possono essere stimati
in 385 milioni di euro annui, di cui 312 milioni per le Aziende Ospedaliere e 73 milioni sui MMG/PDF.
Inoltre lo stesso studio stima che i risparmi annui indotti sull’intero Sistema Regionale dall’utilizzo del SISS
ammontano a oltre 2 miliardi di euro.
“La Regione Piemonte – ha illustrato Mario Fregonara Medici, Responsabile Servizi Informativi Sanitari
della Regione Piemonte – sta lavorando per l’attivazione del Fascicolo Sanitario Elettronico; così come
previsto dalle linee guida emanate a livello nazionale. La Regione ha finanziato il CSI Piemonte, come ente
strumentale ed attuatore, per la realizzazione dell’infrastruttura centrale e dei principali servizi a corollario,
sviluppando una piattaforma open-source, modulare e flessibile, utilizzabile in molteplici contesti: ospedale,
territorio e cittadinanza. Prossimamente saranno disponibili, anche sulla piattaforma FSE, i seguenti servizi
on line: ritiro referti delle principali diagnostiche (laboratorio analisi e radiologia), tele-consulenza
neurochirugica a distanza, prenotazione delle principali prestazioni (nella provincia di Torino), pagamento dei
ticket. Il FSE in Piemonte sarà il punto di innesco di un percorso di innovazione della sanità regionale che
conferma la tradizione di un territorio con una spiccata vocazione legata al progresso e alla tecnologia”.
Davide Zappalà, Presidente del CSI Piemonte, la principale azienda italiana pubblica del settore ICT, ha
evidenziato “Per gli oltre 100 nostri Consorziati che comprendono tutte le province piemontesi, Comuni e
aziende sanitarie gestiamo più di 1300 banche dati, che negli anni abbiamo integrato e trasformato in un
grande patrimonio di dati pubblici, sicuri e condivisi. Molti dei nostri servizi sono considerati best practice e
serviti da modello per progetti di riuso in Italia e all’estero. Per la sanità, da sempre il CSI realizza soluzioni
interoperabili per fornire agli operatori strumenti di lavoro interconnessi, perché la condivisione di dati e
informazioni è il presupposto per creare servizi innovativi. Su questi presupposti si basa anche il nostro
Fascicolo Sanitario Elettronico: realizzato con tecnologie open-source, è il motore di un sistema che
favorisce la continuità di cura, anche mediante l’integrazione con le reti di patologia, e un miglior
coordinamento tra livello ospedaliero e territoriale, riducendo il rischio clinico.
Per maggiori informazioni:
Ufficio Stampa CSI Piemonte
tel. 346 6946901 - 335 7287680
e-mail: [email protected]