Sistema AFAM senza precariato? Dove stanno il MIUR e le

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Sistema AFAM senza precariato? Dove stanno il MIUR e le
Sistema AFAM senza precariato?
Dove stanno il MIUR e le Conferenze dei Direttori AFAM.
In questo periodo nel Paese vi è un grande fermento su temi di sviluppo del sistema
Paese e sulla stabilità dei lavoratori.
Recentemente anche la politica in materia di precariato pubblico è intervenuta più volte
e sembra avere come obiettivo proprio il superamento definitivo del fenomeno del
precariato con l’aver introdotto il principio secondo il quale l’unico modo per accedere
nella P.A. è a tempo indeterminato.
In questo contesto va posto anche il precariato dell’AFAM, che risponde a tutti i
requisiti di legge: disponibilità dei posti e delle risorse finanziarie in un sistema
d’inserimento stabile e meritocratico.
Certamente il personale del Comparto AFAM, anche alla presenza di un animato
dibattito interno fra le varie posizioni ad esempio con la legge 143/04 e la 128/13, non
chiede e non ha mai chiesto regali.
Non si ritiene che ci sia bisogno di sentenze europee o di pretori del lavoro per
affermare il diritto dei precari ad una stabilizzazione e nell’ordinamento italiano
basterebbe applicare il d.lgs. 368/01. Una norma che al contrario è sempre disattesa in
tutti i settori del pubblico impiego e in particolare nel Comparto AFAM.
La legge testualmente recita:
4. Quando si tratta di due assunzioni successive a termine, intendendosi per tali quelle
effettuate senza alcuna soluzione di continuità, il rapporto di lavoro si considera a
tempo indeterminato dalla data di stipulazione del primo contratto.
4-bis. Ferma restando la disciplina della successione di contratti di cui ai commi
precedenti, e fatte salve diverse disposizioni di contratti collettivi stipulati a livello
nazionale, territoriale o aziendale con le organizzazioni sindacali comparativamente più
rappresentative sul piano nazionale qualora per effetto di successione di contratti a
termine per lo svolgimento di mansioni equivalenti il rapporto di lavoro fra lo stesso
datore di lavoro e lo stesso lavoratore abbia complessivamente superato i trentasei
mesi comprensivi di proroghe e rinnovi, indipendentemente dai periodi di interruzione
che intercorrono tra un contratto e l’altro, il rapporto di lavoro si considera a tempo
indeterminato ai sensi del comma 2.
Una domanda sorge spontanea: la situazione del 99% del personale AFAM non si trova
in questa fattispecie?
La recente sentenza europea, tanto invocata, non fa altro che richiamare la mancata
applicazione della Legge - il Dlgs 368/01 - che lo Stato Italiano ha varato in
"Attuazione della direttiva 1999/70/CE relativa all'accordo quadro sul lavoro a tempo
determinato concluso dall'UNICE, dal CEEP e dal CES”.
Sulle violazioni delle proprie leggi che lo Stato negli anni ha portato avanti ne siamo
tutti a conoscenza e la stessa Politica lo denuncia.
Dalla legge di riforma del Comparto AFAM che prevedeva l’assorbimento di tutto il
precariato, il riordino del settore e l’emanazione delle procedure concorsuali per i
docenti si evidenzia il più totale assenteismo del Ministero.
Quantunque lo stesso Ministro Stefania Giannini denunci l’ingiustificata sospensione
delle procedure concorsuali per oltre un quarto di secolo e in presenza della legge
128/13, che prevede per il comparto AFAM di dover emettere un provvedimento per il
reclutamento generale dei docenti entro 180 giorni dalla data di emissione della stessa
legge (legge 8.11.2013) in presenza poi di posti vacanti e disponibili, la politica e la
burocrazia ministeriale ancora oggi contravvengono al dettame della legge.
Sicuramente in questo contesto bisogna coinvolgere tutti: politici e direttori nella
risoluzione del precariato storico dei docenti inclusi nelle graduatorie nazionali ex lege
128.
Non è solo responsabilità civile la risoluzione del precariato, ma è anche una
responsabilità etica e morale data l'età media dei docenti che va dai quarant'anni fino
picchi all'età pensionabile.
Il sistema legislativo italiano, spesso oggetto di interpretazioni del momento da parte
dei burocrati dello Stato di turno, in materia di docenza e di contratti a termine ha
permesso la creazione di un sistema quantomeno singolare e che costringe tutti i
lavoratori, per vedere riconosciuti i loro diritti, al ricorso ai tribunali, da quelli italiani
del lavoro o cassazione fino alla Corte Europea.
Una domanda ci si pone: ma i contratti non sono forse stati utilizzati per sopperire ad
un fabbisogno durevole e permanente delle Istituzioni AFAM e non rientrano nella
casistica regolata dall’art. 5 del dlgs 368/01?
Se è si a cosa servono tutte le argomentazioni, che sono state oggetto di dibattito in
seno anche alle Conferenze dei Direttori, relative ai curricula accademici o
professionali nella fase di stabilizzazione di un precario ultra decennale?
Il fatto che i docenti cosiddetti “precari storici” del Comparto AFAM abbiano superato
un concorso pubblico annualmente e che la stessa legge 128/13 abbia in qualche modo
recepito e sancito, includendo il personale, che abbia superato un concorso selettivo
con tre anni accademici di servizio, in apposite graduatorie nazionali, si può affermare
di fatto che questi sono, oltre alla disponibilità del posto e delle risorse economiche,
due elementi essenziali e discriminanti rispetto ad altri requisiti per la stabilizzazione.
A distanza di 15 anni ancora si assiste alla latitanza della Politica e dei Ministri che si
sono avvicendati al MIUR e alla burocratizzazione di tutti i temi ancora aperti e si
denuncia lo stallo in cui si trova ancora oggi il Ministero che in 14 anni ha saputo
produrre solo il documento "Chiamata alle Arti", che non darà alcuna risposta alla
situazione in cui versa il sistema AFAM.
Non ci potrà essere sviluppo del sistema e avviare quel piano di autonomia e rilancio del
settore tanto atteso, darsi regole per il reclutamento e sviluppo, mobilità orizzontale
che fra tutte le Istituzioni del sistema AFAM, senza che prima si sia detta la parola
“fine” al precariato, che nel frattempo con i pensionamenti al contrario sta aumentando.
Per ottenere questo obiettivo non possono dominare rivincite tra le varie tipologie di
precariato o tra chi ha diritti sanciti dai contratti e chi è senza tutela, fra le varie
rappresentanze di istanze a cominciare dai Direttori ai Docenti o dalle Associazioni di
coordinamento ai Sindacati rappresentativi.
La Federazione CISL Università, in presenza di situazioni inoppugnabili come il fatto
che nelle Istituzioni AFAM si facciano concorsi pubblici privilegiando il curriculum
professionale e titoli sul resto, che gli idonei ricoprano - seppure a tempo determinato
- posti vacanti e che a tutti si applichi il contratto di comparto AFAM e quindi venga
assicurata una retribuzione da parte del Ministero del Tesoro sul capitolo di spesa del
MIUR, ritiene che tutti i docenti o personale tecnico amministrativo che rientrino nella
casistica prevista dal d.lgs. 6.9.2001 n.368 debbano essere stabilizzati senza dover
ricorrere ad altri ed ulteriori provvedimenti legislativi: tesi questa suffragata dalla
giurisprudenza italiana ed europea e non ultima dalla Cassazione con sentenza del
23.12.2014 n.27363.
La Federazione CISL Università vuole ripartire da qui.
Poi si potrà parlare di sviluppo, rapporto territorio e alta cultura,
internazionalizzazione e scambi con Istituzioni Internazionali, studenti e diritto allo
studio e sbocchi professionali nel mondo del lavoro.
Tutto sommato il sistema AFAM qualcosa di buono ha e su questo varrebbe la pena
lavorare prima di riformare il sistema in corsa da 15 anni: assicura al Paese un’Alta
Cultura e una Formazione adeguata che, anche in carenza di Docenti stabili, ha
incrementato il numero di studenti italiani, ma anche stranieri.
Un appello al Presidente Troncon e ai Direttori: il sistema si sviluppa con il
coinvolgimento e la partecipazione paritaria di tutti i soggetti interessati dal personale
tecnico amministrativo ai docenti e da quanti rappresentano le istanze di questi.
La Federazione CISL Università è pronta per un percorso trasparente nell’interesse
primario dei lavoratori che prestano la loro opera in Istituzioni che sappiano governare
il sistema e si schiera a sostegno di tutto il precariato AFAM con ogni mezzo in suo
potere anche di natura giudiziaria.
Piccoli cabotaggi o giochi di società non interessano.
La Segreteria Nazionale