OASI Ca` Roman - Comune di Venezia

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OASI Ca` Roman - Comune di Venezia
OASI
Ca’ Roman
PERIODICO DELL’OASI CA’ ROMAN A CURA DELLA LEGA ITALIANA PROTEZIONE UCCELLI
COMUNE
DI VENEZIA
PROVINCIA
DI VENEZIA
MUNICIPALITÀ
LIDO PELLESTRINA
– 1° SEMESTRE 2008
QUESTO PERIODICO RIENTRA NELLE ATTIVITÀ DI GESTIONE ORDINARIA DELL’OASI CA’ ROMAN STABILITE DAL PROTOCOLLO D’INTESA TRA COMUNE DI VENEZIA E LIPU
LE
RUSPE DEL
MOSE
DEVASTANO LA NUOVA COLONIA DI FRATICELLI
I FRATICELLI SON TORNATI
Federico Antinori (Responsabile Oasi Ca’ Roman)
al 1998 i fraticelli avevano smesso di
nidificare a Ca’ Roman: troppo alto,
probabilmente, il disturbo umano e
troppo pesante la predazione su uova e
pulcini da parte di cani, gabbiani reali e
gazze.
Per anni noi della LIPU li abbiamo aspettati
cercando di eliminare i fattori che ne
impedivano la nidificazione, poi, alla fine
dello scorso maggio, Luca (incaricato LIPU
della sorveglianza a Ca’ Roman) ha
scoperto la presenza, in una particolare
area all’interno dei cantieri del MOSE, di
tre-quattro coppie di fraticello impegnate
nei consueti rituali di corteggiamento.
Le piccole sterne avevano scelto con
criterio il sito riproduttivo: l’area è, infatti,
recintata, riparata dalle mareggiate e
tranquilla (da mesi il Consorzio Venezia
Nuova non vi faceva eseguire lavori di
sorta). Anche due coppie di beccaccia di
mare e diverse coppie di fratini,
incoraggiate dalla presenza protettiva degli
“amici” fraticelli , avevano iniziato a
riprodursi nelle vicinanze.
Un evento di grande rilevanza. Tutto bene
dunque?
Neanche a farlo apposta, qualche giorno
dopo, con un tempismo perfetto, il
Consorzio ha iniziato alcune operazioni
(movimento terra) proprio nel sito di
nidificazione. Come immediata
conseguenza le beccacce di mare, persa la
covata, hanno abbandonato l’area.
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Nido abbandonato di fraticello
(foto: L. Bedin)
Cantiere del Mose (foto: L. Bedin)
Abbiamo immediatamente inviato al
Magistrato alle Acque ed al Consorzio la
richiesta di interrompere, almeno sino alla
fine di luglio, i lavori in quella zona per
evitare la distruzione della colonia.
Dopo la nostra segnalazione alcuni esperti
del Consorzio hanno visitato i cantieri e, in
una lettera del11 giugno, la presidente del
Magistrato alle Acque Maria Giovanna
Piva garantiva la sospensione delle attività
“sino a quando i giovani saranno in grado
di involarsi...”. Promesse vane. Dopo alcuni
giorni di tregua tutto è ripreso come prima.
A luglio abbiamo osservato i fraticelli
levarsi in volo nel patetico tentativo di
allontanare i caterpillar dall’area di
nidificazione ed i fratini terrorizzati correre
in tutte le direzioni.
I mezzi meccanici hanno continuato
imperterriti a scaricare grandi cumuli di
sabbia.
Dato il divieto di accesso al cantiere, non
potremo mai sapere quante covate e
quanti pulcini siano stati schiacciati dai
mezzi cingolati.
Quello che sappiamo è che la sospensione
delle attività (previste in questi casi dalle
procedure di controllo del Magistrato alle
Acque e tanto sbandierate davanti alla
Commissione Europea) a Ca’ Roman è stata
completamente disattesa.
Questa oasi è vigilata attentamente dalla
LIPU. È lecito, a questo punto, chiedersi
cosa possa accadere in siti dove l’unico
controllo è esercitato dal Magistrato alle
Acque e che attendibilità possano avere i
suoi (costosi) monitoraggi ambientali.
fraticello al nido (foto: P. Ugo)
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a cura della LIPU
RESOCONTO DI UN ’ USCITA NOTTURNA A
C A’ R OMAN
VOLI SOTTO LE STELLE
Michele Pegorer (Dottore naturalista, Libero professionista incaricato ai censimenti ornitologici)
n una calda notte di fine primavera a
Ca’ Roman, le luci delle torce
illuminano i sentieri, poi due strani
personaggi rompono il silenzio dell’Oasi
con i suoni di un registratore, ma non si
tratta di canzoni, bensì di versi, fischi e
rumori inconsueti.
Trattasi di due pazzi? Assolutamente no!
Sono gli ornitologi incaricati dalla LIPU
del monitoraggio dell’avifauna notturna.
Gli strani suoni emessi dall’apparecchio
non sono altro che richiami registrati di
alcuni uccelli notturni che abitano le
nostre zone come l’assiolo, la civetta, il
gufo comune ed il succiacapre. L’intento
è quello di provocare risposte negli
individui residenti a Ca’ Roman: le
specie notturne qui presenti sono,
infatti, tutte territoriali e difendono il
proprio spazio vitale con canti ed
emissioni acustiche varie e non
mancheranno certo – dove e quando
presenti – di rispondere per le rime a
qualsiasi intrusione di quello che
considerano un loro simile.
Ecco allora la notte di Ca’ Roman
animarsi grazie ai vocalizzi di risposta,
verso gli ornitologi, di ben due maschi di
assiolo, piccolo rapace notturno dal
particolare canto composto da note brevi
I
assiolo (foto: F. Taschin)
succiacapre (foto: P. Ugo)
e monotone, ricordato anche in una
poesia del Pascoli.
Presso la pineta i due naturalisti riescono
a sentire anche la risposta del gufo
comune: un maschio deciso a difendere
con determinazione il suo territorio dal
presunto rivale ed un giovane da poco
involato (riconoscibile per il suo
caratteristico fischio). Il maschio adulto è
così intraprendente da venire ad
assicurarsi con i suoi occhi sull’origine di
quel nuovo canto, andando a posarsi su
di un ramo non lontano dai due umani.
Una volta appurata l’assenza di un vero
rivale pennuto, eccolo dileguarsi nel cielo
stellato di Ca’ Roman.
Ma è il succiacapre la vera star della
notte dell’Oasi. Gli ornitologi constatano
con soddisfazione la presenza di almeno
sette maschi territoriali.
Anche loro, richiamati dalle registrazioni,
si precipitano a controllare gli intrusi,
fermandosi pochi metri sopra le teste
degli ornitologi sfruttando la tecnica delle
spirito santo (volo con veloci battiti d’aria
che permette all’uccello di star fermo
nello stesso posto).
Poi, constatata l’assenza di altri maschi
intenzionati a sottrarre il loro territorio, si
allontanano.
Ca’ Roman anche quest’anno si è
dimostrato un sito ideale per l’assiolo e il
succiacapre, due specie particolarmente
affascinanti e importanti in quanto in
declino in tutta Europa.
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a cura della LIPU
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Roman
UNO STUDIO SULLE MIGRAZIONI PRIMAVERILI DEGLI UCCELLI
IL PROGETTO PICCOLE ISOLE
testo e foto di Luca Sattin (inanellatore e fotografo naturalista)
gni primavera milioni di uccelli
provenienti dall’Africa centrale e
meridionale si trovano di fronte a
due enormi ostacoli ambientali: il deserto
del Sahara ed il mar Mediterraneo. Questi
migratori sono in grado di superare
direttamente queste barriere, ma spesso,
dopo un enorme dispendio energetico, le
isole rappresentano un’opportunità unica
di sosta durante l’attraversamento del
mare. Al fine di analizzare i differenti
aspetti della migrazione primaverile
attraverso il Mediterraneo, nel 1988
l’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica
(INFS) ha lanciato il Progetto Piccole
Isole (PPI) divenuto ben presto uno dei
più importanti studi al mondo su vasta
scala della migrazione degli uccelli. Gli
scopi principali del PPI sono quelli di
studiare le rotte seguite dagli uccelli e di
verificarne le condizioni fisiche durante
la migrazione. Ogni uccello viene
inanellato e, prima di essere rilasciato,
ne viene rilevato anche età, sesso, peso,
misure biometriche e condizioni fisiche
(ad es. la quantità di grasso visibile).
Mancando nel Progetto Piccole Isole un
sito nel Nord dell’Adriatico , la LIPU ha
pensato di far aderire Ca’ Roman a tale
progetto. Gli inanellamenti si sono svolti
dal 12 aprile al 14 maggio 2008 ed hanno
O
lui verde
permesso la cattura di ben 824 soggetti,
appartenenti a 48 specie (principalmente
balia nera, pettirosso e capinera).
Molte le catture interessanti per la
bellezza o per l’importanza della specie.
Nelle reti sono finiti, infatti, 15 gruccioni
(dallo splendido, variopinto piumaggio),
un’upupa (l’uccello simbolo della LIPU) e
ben 18 assioli (un piccolo gufo che sverna
upupa
nel centro Africa). Tra le specie rare,
poco visibili o difficili da catturare va
segnalato un luì bianco, un gufo comune,
un gheppio, una splendida beccaccia e
5 succiacapre (uccello dal piumaggio
mimetico e dalle abitudini di caccia
crepuscolari).
Interessanti anche le ricatture (la cattura
di un uccello già inanellato): a fine aprile
due balie nere, una inanellata in Russia
nei pressi di Mosca, l’altra inanellata due
anni fa nelle vicinanze di Roma. Notevoli
anche le autoricatture per Ca’ Roman: un
usignolo già marcato a Ca’ Roman
nell’agosto 2003 è stato ripreso durante il
PPI (questo individuo, fedele al sito, ha
compiuto, quindi, la migrazione ItaliaAfrica e viceversa non meno di 10 volte! ).
Questa primavera è stata caratterizzata
da un clima decisamente piovoso e
ventoso che ha ritardato di circa quindici
giorni il passo dei migratori transahariani
e diminuito il flusso complessivo degli
uccelli. In alcune giornate, tuttavia, l’oasi
si è “riempita” di centinaia di rondini,
balestrucci, topini e rondoni che
sfrecciavano sopra il cuneo di terra a
nord dell’Oasi dove inizia il murazzo.
Uno spettacolo veramente unico e
affascinante che meriterebbe di essere
visto e apprezzato da tutti.
balia nera
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a cura della LIPU
L’IMMAGINE RACCONTA
Invito a cena
Ca’ Roman
OASI
(foto di Stefano Castelli)
Maggio su un litorale veneziano.
Un maschio di fraticello (a sinistra nella foto) sta porgendo un
pesciolino appena catturato alla
sua compagna.
L’offerta di cibo è parte essenziale del rituale di corteggiamento che questa piccola sterna mette in atto per indurre la
femmina a sceglierlo come
✃
partner. È il suo modo di dirle:
“guardami sono un forte ed abile cacciatore; se mi sceglierai
sarò in grado di procurare cibo
per te e per i piccoli che nasceranno…”. Offerte di nozze simili sono utilizzate da molte specie di uccelli (aquile, gruccioni….) e sono comuni anche nel
resto del regno animale. In fon-
do, se provassimo a scambiare
le assolate spiagge veneziane
con un ambiente a luci soffuse
ed un pesciolino con una cena
raffinata, ci accorgeremmo che
le strategie seduttive dei fraticelli differiscono da quelle degli esseri umani solo per alcuni
insignificanti dettagli.
(F.A.)
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