Una proposta per la riduzione straordinaria del debito pubblico

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Una proposta per la riduzione straordinaria del debito pubblico
Una proposta per la riduzione straordinaria del debito pubblico
Lo scopo di questa proposta è contribuire a creare le condizioni per la
sopravvivenza dell'euro in condizioni che non comportino per l'Italia un
aumento della disoccupazione, secondo il dettato costituzionale della nostra
Repubblica, fondata sul lavoro. Per raggiungere l'obiettivo, riteniamo che si
debba affrontare il nostro principale punto di debolezza: il rapporto debito
pubblico/PIL, sia a livello centrale che locale.
A tal fine proponiamo di cedere il patrimonio pubblico attivando
strumenti tecnicamente efficaci ed efficienti, affidandoli alla cura di mani e
di controlli affidabili e capaci.
La scelta è squisitamente politica ed è perciò che auspichiamo adeguate
decisioni in materia.
In funzione di ciò è stato elaborato un piano per la riduzione straordinaria
del debito pubblico che coinvolge parte del patrimonio pubblico senza
gravare ulteriormente sulle imprese e sulle famiglie con un incremento della
pressione fiscale.
Infatti, il ricorso esclusivo alla fiscalità per il miglioramento dei conti
pubblici ha determinato una barriera insuperabile verso la crescita ed ha
provocato un generale impoverimento delle risorse a disposizione del Paese
verso gli investimenti ed il risparmio.
Tecnicamente si tratterebbe di mettere a disposizione una porzione del
patrimonio pubblico italiano, per un importo di 380/400 mld di euro, pari a
circa il 20% dell'intero attivo patrimoniale valutato in 1820 mld di euro, che
consentirebbe di riportare il rapporto debito pubblico/PIL sotto la soglia
psicologica del 100%. Incrociando gli ultimi dati disponibili forniti da Banca
d'Italia ed Istat, l'attuale rapporto debito pubblico/PIL ammonta a 124,7%.
La vendita di asset, partecipazioni, immobili e concessioni di proprietà
dello Stato non troverebbe, però, in questo momento d'incertezza dei
mercati nazionali ed internazionali sufficienti garanzie di giusta e corretta
valorizzazione e l'eventuale vendita troverebbe indubbie difficoltà di
assorbimento.
Ciò posto, la proposta formulata prevede la costituzione di una New
Company con capitale detenuto da soggetti riconducibili allo Stato e da
soggetti privati, come banche ed assicurazioni, a cui trasferire i beni oggetto
della vendita. La liquidità per effettuare il trasferimento di tranche, che
saranno determinate di volta in volta sia in termini quantitativi che
qualitativi, sarà reperita sul mercato dei capitali mediante l'emissione di
obbligazioni con allegata opzione (warrant) per l'acquisto dei beni stessi.
Questo meccanismo consentirebbe l'immediata e contestuale diminuzione
effettiva di quota-parte di debito pubblico, in quanto le obbligazioni emesse
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sarebbero senza la garanzia dello Stato e pertanto fuori del perimetro
previsto dal Regolamento del Sistema dei Conti Europeo (ESA 95) per la
redazione dei bilanci statali e periferici.
Lo scopo essenziale sarebbe, quindi, di non procedere immediatamente
alla vendita a terzi dei beni pubblici, che troverebbero nel breve difficoltà di
assorbimento a prezzi equi, ma di reperire contestualmente la liquidità con
emissione obbligazionaria che posticipi, con l'esercizio dell'opzione, la
vendita effettiva.
Le peculiarità dell'operazione sono molteplici:
-diminuzione immediata ed effettiva di porzioni di debito pubblico;
-vendita a prezzi certi e con regole omogenee e trasparenti;
-gradimento dei mercati per il coinvolgimento degli investitori istituzionali e
privati che "vigilerebbero" sulla regolarità ed equità dell'operazione poichè
parteciperebbero attivamente, con l'esercizio dell'opzione, alle dismissioni di
parte del patrimonio dello Stato
-sostituzione di gran parte delle emissioni di titoli pubblici diminuendo con
sistematicità lo stock del debito;
- valorizzazione dei beni ed asset pubblici ceduti, con innegabili effetti
positivi in termini di occupazione ed investimenti.
Inoltre, si potrebbe veramente e finalmente dare inizio a quel circolo
virtuoso tanto auspicato e mai realizzato: la diminuzione del rapporto debito
pubblico sotto quota 100% consentirebbe, agli attuali tassi, un risparmio
annuo di circa 20 mld di euro in conto interessi da poter destinare da subito
a supporto e stimolo della crescita. E' altresì prevedibile che ad un
miglioramento così drastico del debito corrisponda una diminuzione
sensibile dei tassi, i quali produrranno un ulteriore beneficio in termini di
risparmio in conto interessi, che sono ammontati nel 2011 a circa 82 mld di
euro.
Al veicolo New Company necessariamente dovranno partecipare, oltre a
soggetti pubblici (Tesoro, C.d.P...) anche soggetti privati (banche,
assicurazioni,...) non solo per ottenere lo "status" di società non pubblica e
quindi fuori dai vincoli imposti dai regolamenti comunitari, ma anche perchè
è necessaria una capillare azione di collocamento delle obbligazioni.
Si potrebbe anche dare facoltà ai sottoscrittori delle nuove obbligazioni di
poter pagare con titoli del debito pubblico italiano al valore originario di
sottoscrizione, con incredibili vantaggi di bilancio che consentirebbero di
non richiedere ulteriori ricapitalizzazioni e, nel caso degli Istituti bancari, di
poter mettere a disposizione ingenti risorse a supporto dell'economia
produttiva.
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