Descrizione dell`icona di Sacrofano 2012

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Descrizione dell`icona di Sacrofano 2012
DESCRIZIONE DELL’ICONA “NELLO SPIRITO SANTO PIENEZZA DI VITA PER GLI SPOSI”
Il centro della composizione non sono gli sposi, ma il Cristo e la Chiesa uniti nell'amore (Ef 5, 27) a cui la coppia viene associata
sacramentalmente.
L'occhio posa prima di tutto su di Lui: Egli è il Vivente, il Primo e l’Ultimo (Ap 22,13 – Zc 12,10 – Gv 19,37).
L’evento procede dal Padre, indicato nella mano che benedice uscendo da un cielo aperto. È anche l'antico gesto del rètore, con il quale
richiamava l'attenzione sulla parola che da lui usciva. Così il Padre dona il Figlio come Verbo Sposo nella carne (Mt 3,17)
Il Padre è rivelato nel Figlio, venuto per compiere la Sua volontà (Gv 4,34)e per unire gli uomini nella Sua Persona (Is 54,4; 62,4). Mistero di unità
di Nozze d'amore che i Serafini (Is 6,2), per definizione i "vicinissimi al mistero", contemplano (1Pt 1,12)
Gesù è l’evento da cui procede la discesa dello Spirito Santo (Gv 15,26) Egli non scende e non sale, ma rimane sugli sposi e su essi riposa (1Pt
4,14)Non soltanto su uno o sull'altro, ma su entrambi: sopra le loro mani unite, nella loro relazione di amore.
Gli sposi si piegano, si donano, si accolgono e accogliendosi accolgono lo Spirito Santo: un programma di vita (Ef 5,21-32). Lo Spirito è dono che
si accoglie (Lc 24,49); è la comunione che genera l'autentico dono e l'unità (Gv 17,21). “La comunione donata dallo Spirito Santo (…) assume
questa struttura (uomo-donna) dentro il mistero d’amore di Cristo per la sua Chiesa, e pertanto la trasforma interiormente e la eleva a segno e
luogo di comunione nuova, soprannaturale, salvifica” (Dal doc. C.E.I. C.C.C.D. n.9).
Il Signore è il Re della gloria (Sal 23,7): siede in vesti gloriose su un trono d’oro e poggia i suoi piedi sopra preziosi cuscini, alla maniera dei
cerimoniali della corte bizantina. Questo lessico indica il non appartenere più alla contingenza, ma al cielo (Ap 4,9).
Il Cristo tiene in una mano la Parola: Egli è la Parola (Gv 1,18). Non però il rotolo, simbolo dell’Antico Testamento, ma il libro dei Vangeli
segnato dalla Croce: è il Verbo incarnato, lo Sposo dell'umanità.
Accanto a Lui Maria, figura della Chiesa Sposa (Ap 21,9), con un manto bianco simbolo della veste battesimale che rende casta la Chiesa per la
grazia, senza macchia né ruga (Ef 5,27), da Lui riceve bellezza, Lui la fa Sua sposa per sempre (Ap21,2).
Anche la Sposa veste abiti bagnati dalla luce dell’oro (Ap 21,24), simbolo della luce divina e siede sull’unico trono, segno dell’uguale dignità e
dell’unico destino (Ap 22,17).
Entrambi possiedono l’unica aureola crociata, comunione indissolubile nel mistero della croce, nella pienezza di santità (Ef 1,4)
La prospettiva ultima è sedere con Cristo partecipi dell’unico destino (Ef 2,6) , rivestiti della stessa dignità, resi belli della stessa santità che ci è
donata ed alla quale siamo chiamati: Cristo tutto in tutti (Col 3,11)
La Chiesa Sposa, ricorda la Regina del salmo (Sal 44,10) seduta alla destra del Re (Sal 45,10-12). Ella ha lo sguardo fisso sullo Sposo, Lo indica e lo
invoca ad un tempo, in atteggiamento che è ad un tempo venerazione e intimità, guancia a guancia, “appoggiata al Suo diletto” (Ct 7,11). Il
Signore si protende verso di lei e con il Suo braccio destro la stringe a sé (Ct 8,3). Nel poggiare le proprie ginocchia tra quelle di lei, le si accosta
in un atteggiamento specificatamente coniugale, che è scelta irrevocabile del dono nel corpo.
La natura non è un sfondo decorativo, ma partecipa con tutta la creazione al mistero di grazia. Essa, secondo l'affermazione di San Paolo "geme e
soffre le doglie del parto” nell'attesa della pienezza delle Nozze, unione in Dio di tutto il creato (Rm 8,22).
Gli alberi in particolare sono come protesi verso la manifestazione dell'amore e la terra esprime non solo il giardino dell'Eden (Gen 2,8), ma
anche il “deserto fiorito”di Isaia (Is 32,15): la redenzione non rinnega la storia e il cammino a volte faticoso dell’uomo con il suo Dio.
Lo Spirito è il sigillo del già e non ancora, il divenire, l’essere e l’attendere.
Sull’arco della cornice è scritta la frase tratta dalla Liturgia nuziale:
“Con il sigillo dello Spirito Santo Cristo vi rende partecipi dello stesso amore con cui Egli ama la sua Chiesa fino a dare se stesso per lei” (Dal
Rito del matrimonio n. 67)
Nella parte poligonale è riportato un asserto del Catechismo della Chiesa Cattolica (n.1624):
“Nell’epiclesi del sacramento, gli sposi ricevono lo Spirito Santo come comunione di amore di Cristo e della Chiesa. E’ Lui il sigillo della loro
alleanza, la sorgente sempre offerta del loro amore, la forza in cui si rinnoverà la loro fedeltà”
Anche la forma della tavola accompagna il tema rappresentato: esprime il cielo (la sfera) che si unisce alla terra (il parallelepipedo): è l’antico
impianto basilicale privilegiato per secoli dalla comunità cristiana proprio per il significato nuziale ed escatologico e per questo che nella parte
“celeste” è inserita l’espressione della liturgia e in quella terrestre l’espressione catechetica. Il colpo d’occhio in questo modo accompagna la
lettura dei testi e ne amplifica il significato.