10 Fibula a staffa 11 Bracciale 12 Medaglione con
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10 Fibula a staffa 11 Bracciale 12 Medaglione con
Torre tesori Piano fossato 10 Fibula a staffa 520 circa Argento, oro, vetro verde, granati, pasta vitrea verde acquisto da pietro accorsi, 1938 - 30/ori La fibula, manufatto di cultura ostrogota, è in argento, con lavorazione ad alveoli (cloisonnée) in oro con vetro verde e granati. La sommità a semicerchio è arricchita da quattro teste di aquila stilizzate, mentre il piede presenta un motivo a nastri intrecciati. Queste fibule venivano impiegate, secondo l’usanza germanica, per fermare il mantello all’abito all’altezza delle spalle. Fu rinvenuta in circostanze ancora misteriose a Desana, in un’area sita tra Vercelli e il Po, insieme ad altri oggetti preziosi, in tutto 47 manufatti tra orecchini, bracciali, pendenti, anelli e cucchiai in argento, oro e pietre preziose databili tra IV e VI secolo d.C., che documentano l’oreficeria ostrogota e tardoromana. 11 Bracciale Prima metà III secolo d.C. Oro, ametista, granati, smeraldi, zaffiro acquisto da pietro accorsi, 1938 - 10/ori arrotonda la superficie della pietra senza sfaccettarla – intorno alla quale sono disposti a raggiera granati e smeraldi. Sul segmento integro del bracciale altre incastonature accolgono un granato, uno zaffiro, un’ametista. 12 Medaglione con ritratto femminile Metà III secolo d.C. Vetro dipinto e dorato legato emanuele tapparelli d’azeglio, 1890 - 94/vd Appartiene a una serie di medaglioni in cui il ritratto è definito col pennello a chiaroscuro sul rovescio ed è poi ricoperto da foglia d’oro, che spicca sul fondo scuro. Questi vetri potevano avere destinazione cimiteriale, cioè effigiare il defunto sul loculo, oppure essere montati in una cornice metallica e usati come gioielli. Stilisticamente si può mettere in rapporto con i ritratti coevi di el Fayyum (Dime, Egitto) e, in generale, con la ritrattistica alessandrina. Il volto, tratteggiato con intenso realismo, nei tratti somatici come nella capigliatura – tipica della famiglia romana dei Severi – potrebbe appartenere a Marcia Otacilia Severa, come sosteneva l’antiquario parigino da cui d’Azeglio acquistò il medaglione nel 1869. Il bracciale – così come la fibula poco sopra illustrata – appartiene al cosiddetto Tesoro di Desana. Il manufatto costituisce un esempio di ornamento femminile di grande qualità, preziosità e vivacità cromatica data dalle diverse gemme incastonate entro una montatura a profili in filo d’oro godronato – cioè zigrinato con un particolare strumento a rullo detto godrone. Al centro, la pietra più grande è un’ametista a cabochon – lavorazione che 42 43