ANNO D - SCHEDA 4

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ANNO D - SCHEDA 4
LABORATORI
DELLA
FEDE
Giovani in cammino
verso Cristo
ANNO D
scheda 4 - 12/15 anni
Diocesi di Forlì-Bertinoro
Centro di Pastorale Giovanile
TE
ST
IMO
NIANZA
TESTIMONI DEL MONDO
liberi e responsabili...
LA PAROLA DI DIO
LE PAROLE DI PAPA FRANCESCO
DAL VANGELO DI MATTEO ( 5, 13-16)
Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore,
con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che
ad essere gettato via e calpestato dalla gente.
Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta
una città che sta sopra un monte, né si accende una
lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così
risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre
vostro che è nei cieli.
LETTERA ENCICLICA LAUDATO SI’ DEL SANTO PADRE
FRANCESCO SULLA CURA DELLA CASA COMUNE
L’amore, pieno di piccoli gesti di cura reciproca, è
anche civile e politico, e si manifesta in tutte le azioni
che cercano di costruire un mondo migliore. L’amore
per la società e l’impegno per il bene comune sono una
forma eminente di carità, che riguarda le relazioni tra
gli individui e anche « macro-relazioni, rapporti sociali,
economici, politici ». Per questo la Chiesa ha proposto
l’ideale di una « civiltà dell’amore». L’amore sociale è
la chiave di un autentico sviluppo: « Per rendere la
società più umana, più degna della persona, occorre
rivalutare l’amore nella vita sociale – a livello, politico,
economico, culturale – facendone la norma costante e
suprema dell’agire ».Insieme all’importanza dei piccoli
gesti quotidiani, l’amore sociale ci spinge a pensare a
grandi strategie che arrestino efficacemente il degrado
ambientale e incoraggino una cultura della cura che
impregni tutta la società. Quando qualcuno riconosce
la vocazione di Dio a intervenire insieme con gli altri
in queste dinamiche sociali, deve ricordare che ciò fa
parte della sua spiritualità, che è esercizio della carità,
e che in tal modo matura e si santifica.
PENSIERI E PAROLE
“Perché una società vada bene, si muova nel progresso,
nell’esaltazione dei valori della famiglia, dello spirito,
del bene, dell’amicizia, perché prosperi senza contrasti
tra i vari consociati, per avviarsi serena nel cammino
verso un domani migliore, basta che ognuno faccia il suo
dovere.”
Giovanni Falcone
“Bisogna avere il coraggio di dire ai giovani che essi sono
tutti sovrani, per cui l’obbedienza non è più una virtù,
ma la più subdola delle tentazioni”. don Lorenzo Milani
“Rivoluzione: l’arte di sognare insieme” don Tonino Bello
«Vivere senza una fede, senza un patrimonio da
difendere, senza sostenere in una lotta continua la
verità, non è vivere, ma è vivacchiare»
Beato Pier Giorgio Frassati
FARE ESPERIENZA
Organizza una visita ai terreni dell’Ex - Limonetti,
confiscati alla mafia, per visitare gli orti sociali e
chiedere un’attività di sensibilizzazione alla legalità
per il tuo gruppo. (Info: Caritas diocesana)
DOMANDE PER RIFLETTERE
- Che cos’è, secondo te, il bene comune?
- In che modo i cattolici sono chiamati alla costruzione
del bene comune?
- Che cos’è, secondo te, la politica?
- Perchè, secondo te, un cattolico dovrebbe occuparsi
di politica?
- Cosa significa, secondo te, la frase di Papa Paolo VI
“la politica è la più alta forma di carità”?
- Quali sono, secondo te, i doveri di un cattolico
impegnato in politica?
TESTIMONI DELLA VITA
Incontra i volontari dell’associazione LVIA FORLI NEL
MONDO (tel 0543.33938, [email protected]) per
parlare di commercio equo e legalità.
GINO MATTARELLI, COSTRUTTORE DEL BENE COMUNE
“Il nostro è un tempo in cui c’è un gran bisogno di «uomini». Ci sono attorno protagonisti da avanspettacolo, esperti,
maestri, imbonitori, commedianti.., ma quanti pochi uomini! Persone - donne e uomini - cioè, che siano consapevoli
di aver un ruolo ben preciso nella propria esistenza, per il quale spendersi in semplicità ed umiltà di cuore, coscienti
che tutto ciò che sono e che hanno trova legittimità e fecondità da come e quanto esse lo mettono al servizio degli
altri. Sono i costruttori di Pace: cioè i diffusori di serenità, di cordialità, di senso autentico di solidarietà.”
Con queste parole che, meglio di tante altre, dicono e lo descrivono, inizia il ricordo di Gino Mattarelli che Giuseppe
Filippini scrisse nel maggio dell’87, a pochi mesi dalla sua precoce e improvvisa scomparsa. Era nato a Casticciano di
Bertinoro (FC) il 28 ottobre del 1921. Si laureò in Scienze Economiche e Commerciali all’Università del Sacro Cuore di
Milano e partecipò come ufficiale alla seconda guerra mondiale fino al 1943. Formatosi nell’Azione Cattolica forlivese,
spontaneo fu il suo ingresso in politica, prima come consigliere comunale, poi come deputato per quattro legislature,
fino al 1976. Fu in quegli anni che iniziò il suo lavoro di instancabile “tessitore” di un’esperienza cooperativa
“anomala” che stava cercando il riconoscimento del diritto ad esistere “…fu generoso animatore, fedele servitore,
entusiasta banditore su e giù per la Penisola, forte, suadente, infaticabile, aggregante. Migliaia sono coloro che
devono a lui questa ispirazione ideale, da lui scovati ed arruolati nella nobile Impresa, da lui gratificati di ripetuta
fiducia e stimolante sollecitazione…”, per usare ancora le parole di G. Filippini. Aveva scoperto un “laboratorio di
futuro” e ad esso si dedicò con l’impegno di un giovane entusiasta, come se fosse il suo futuro, quello per cui si
spendeva. Questo è certamente il dato più rilevante della testimonianza di Gino Mattarelli, l’essere stato capace
con il suo entusiasmo, quello per ciò che faceva, di entusiasmare, convincere e aggregare tante persone nelle varie
regioni italiane attorno ad un’idea, ad un’utopia, trasmettendo la speranza che potesse diventare realtà.
Una testimonianza che comunicava con la capacità e la disponibilità, lui per primo, di mettersi al servizio di un’IDEA,
di un PROGETTO cui dedicarsi a prescindere dal calcolo sul proprio tornaconto. Testimonianza, Idea, Progetto, sono
tre termini che ben descrivono il senso della cooperazione sociale che, per dirlo con le parole di Gino Mattarelli,
“sono un ponte lanciato verso l’utopia cui deve tendere tutto il movimento cooperativo e quindi ne rappresentano
una delle ricchezze più vere ed una delle occasioni più autentiche per un mondo migliore”. Gino Mattarelli muore
il 25 ottobre del 1986. Un infarto interrompe il suo lavoro durante una convegno a Fiesole (Fi). Ma i semi del suo
impegno germogliano e fanno frutto: l’11 febbraio del 1987 nasce il Consorzio della Cooperazione Sociale “Gino
Mattarelli”; nel 1991 la L.381 dona legittimità all’esperienza della cooperazione sociale in Italia.
FILM E MUSICA
“I 100 PASSI” (2000)
I 100 PASSI (Modena City Ramblers 2004)
SUL SITO www.pigifo.it nella sezione SCHEDE
LABORATORI DELLA FEDE trovi questa scheda (ANNO
D- SCHEDA 4- 12/15) più gli approfondimenti relativi
(commenti al film, altre domande per le attività, testi
delle canzoni, ecc.) nella scheda ANNO D- SCHEDA 412/15 -APPROFONDIMENTI, anch’essa scaricabile!
ATTIVITA’ PER METTERSI IN GIOCO
LE REGOLE PER IL BENE COMUNE
Che cosa significa “bene comune”? Come lo si costruisce? Proponete ai ragazzi di provare a scrivere personalmente
la propria definizione di bene comune. Poi divideteli in più gruppi e date loro le “regole per il bene comune”, ritagliate
una ad una (vedi scheda approfondimenti). Consegnatele al gruppo in ordine sparso e chiedete di riordinarle
logicamente. Poi chiedete al gruppo di evidenziare le parole e i concetti più importanti presenti in queste regole
e nelle definizioni personali di ciascuno. A questo punto il gruppo avrà un nuovo vocabolario di parole con il
quale costruire le proprie regole per il bene comune. Al termine del’attività potete proporre la lettura di alcune
parti dell’articolo “Le regole minime del bene comune” di Bruno Forte, apparto su Il Sole 24 ore il 28 novembre
2010 e pubblicato sul sito Note di Pastorale Giovanile all’indirizzo: http://www.notedipastoralegiovanile.it/index.
php?option=com_content&view=article&id=849:le-regole-minime-del-bene-comune&catid=35:spunti-e-appunti.
GIOCO DI RUOLO PER EDUCARSI ALLA POLITICA
Proponete ai ragazzi un gioco di ruolo per metterli alla prova su alcune scelte ‘politiche’ nell’ambito di un fantaconflitto locale. Negli scheda degli approfondimenti relativi a questa scheda trovate: traccia del gioco e regole,
elenco delle mosse. domande per gli osservatori (educatori), Dopo il gioco, potete proporre la lettura dell’articolo
“Che cosa ci fanno i cristiani in politica?” di Raffaele Cananzi (vedi approfondimenti).
DIBATTITO POLITICO
Recuperate alcuni articoli presi dai quotidiani e chiedete a ciascun ragazzo di sceglierne uno su un tema di suo
interesse riguardante la società. Dopo averlo letto attentamente, ciascuno dovrà presentare agli altri il tema scelto e
le sue problematiche e proporre una soluzione. Gli altri potranno fare domande, chiedere approfondimenti, esprimere
il loro disappunto. Dopo qualche minuto di dibattito, si passerà alla votazione per alzata di mano: se la maggior parte
dei componenti del gruppo voterà a favore la proposta “sarà approvata”. Dopo che tutti avranno esposto il proprio
problema e presentato la propria soluzione, l’educatore (che nel frattempo avrà appuntato su un cartellone le varie
tematiche affrontate), proporrà ai ragazzi di rianalizzare i temi affrontati per decidere insieme quali comportamenti
possono essere assunti per fare “ciascuno la sua parte” e dare così ognuno il suo piccolo contributo al bene comune.