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Smart Guide
Delhi
Data di pubblicazione: 16/03/2017
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Paragrafi
Monumenti ed edifici storici....................................................................
Musei.....................................................................................................
Attrazioni................................................................................................
Nei dintorni.............................................................................................
Itinerari e escursioni..............................................................................
Tour e visite guidate..............................................................................
Natura e Sport.......................................................................................
Parchi e Giardini....................................................................................
Giudizio degli utenti...............................................................................
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1. Agra (Nei dintorni)
2. Red Fort
3. Jama Masjid (Attrazioni)
4. Humayun's tomb (Attrazioni)
5. La parte vecchia
6. Old Delhi
7. Taj Mahal (Monumenti ed edifici storici)
8. Viaggio in India (Tour e visite guidate)
9. Rafting sul fiume Zanskar (Itinerari e escursioni)
10. Ladakh: spiritualità e calorie (Itinerari e escursioni)
11. Orissa : l'India delle tribù. (Itinerari e escursioni)
12. Pushkar (Itinerari e escursioni)
13. Jantar Mantar (Monumenti ed edifici storici)
14. Swaminarayan Akshardham (Monumenti ed edifici storici)
15. Lodi Garden (Parchi e Giardini)
16. Consigli Utili (Cucina e vini)
17. Museo Nazionale (Musei)
18. Museo Nazionale Gandhi (Musei)
19. The Dehli Golf Club (Natura e Sport)
20. Connaught place
Redazione
Per quanto la redazione di PaesiOnLine lavori costantemente al controllo
e all'aggiornamento delle informazioni turistiche, invitiamo i nostri lettori a
verificare personalmente tutte le notizie di viaggio prima della partenza;
pertanto si declina ogni responsabilità per qualunque situazione
spiacevole o dannosa derivante dall'uso delle informazioni riportate sul
sito.
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Monumenti ed edifici storici
Swaminarayan Akshardham
Taj Mahal
Tempio di Maestosa Architettura dell'India Classica. Da vedere
assolutamente procurarsi una buona guida per comprendere
meglio la ragione dei suoi ampi edifici.
Splendido e maestoso tempio induista di Dehli dedicato alla
divinità Swaminarayan, l’Akshardham è circondata da un
lussureggiante giardino decorato da satue in bronzo, aiuole e
tempietti. Come arrivare: il monumento si trova a est delle città,
lungo la N.H.
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Rank: 14/23
Indirizzo: Akshardham
Monumenti ed edifici storici
Jantar Mantar
Monumenti ed edifici storici
Costruito con bizzarre strutture in terracotta e realizzato nel
1725, il Jantar Mantar è uno degli osservatori astronomici fatti
costruire dal Maharaja Jai Singh II. La caratteristica più
appariscente di questo insolito edificio è un’imponente meridiana
solare, mentre all’interno ci si indugiare ad osservare gli antichi
strumenti di osservazione e misurazione dei corpi celesti.
L’osservatorio apre alle 9 del mattino e chiude4 al tramonto.
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Indirizzo: Sansad Marg
Monumenti ed edifici storici
Musei
Museo Nazionale
Musei
La collezione include oltre 200.00 opere d'arte che vanno a
coprire cinquemila anni del patrimonio culturale
indianoAperturaDalle 10 alle 17Chiuso il Martedi
Rank: 17/23
Indirizzo: National Museum
Janpath, New Delhi
Museo Nazionale Gandhi
Musei
Il museo racconta la vita di uno dei più grandi leader della storia
dell'India, con copie originali di lettere, giornali e altro ancora da
lui scritti e pubblicatiApertura9.30 - 17.30Chiuso il Lunedi
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Indirizzo: National Gandhi Museum
Rajghat, New Delhi
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Smart Guide
Attrazioni
Jama Masjid
Attrazioni
La Jama Masjid o Moschea del Venerdi è il più grande luogo di
culto islamico di tutta l'India e tra i più imponenti dell'Asia, può
ospitare fino a 25.000 fedeli ed è seconda per dimensioni
soltanto a quella di Istanbul. Sebbene l'architettura rispetti la
planimetria della tradizione araba, con il cortile centrale, le cupole
e i minareti alti 40 metri, la decorazione fonde armoniosamente
elementi dell'arte Moghul e dell'adorazione Tantrica di Shiva,
come il fiore di loto che ricorre lungo il perimetro delle
cupole.Questa fusione di stili, insieme alla scelta del marmo
rosso a richiamare il Red Fort che si erge di fronte, rende la
moschea perfettamente inserita nella spiritualità indiana e
rappresenta in maniera perfetta la convivenza nel subcontinete di
una moltitudine di culti, come fossero tante espressioni diverse di
una stessa fede.
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Nei dintorni
Agra
Nei dintorni
Una esplosione di spiritualità una tappa primaria per
comprendere il mondo Indo Vedico. La città sacra è una fonte di
introspezione per un viaggio alla ricerca dell'essenza dell'uomo
l'anima Rank: 1/23
humayun's tomb
Attrazioni
All'interno non c'è molto da vedere ma esternamente questa
immensa tomba vi lascerà a bocca aperta. E' una tomba costruita
dalla imperatrice per l'imperatore. Bellissimi i giardini con i 4
percorsi d'acqua per ricordare i fiumi del paradiso islamico.
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Itinerari e escursioni
Ladakh: spiritualità e calorie
Itinerari e escursioni
"Jullay, jullay" ci salutavano con le mani tese i bambini correndo
dietro alla corriera sgangherata che, dopo aver superato un
piccolo villaggio, arrancava sullo sterrato tra Leh e Manali. Al
villaggio erano salite alcune donne con delle ceste di verdure da
portare ad un mercato qualche kilometro più avanti. I vestiti di
pelli avevano un odore forte di sporcizia antica; i Ladakhi non si
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lavano molto, un po' per il clima severo, un po' per inclinazione naturale,
malignano i mussulmani che stanno più a valle in Kashmir. Stupende
collane di coralli fossili al collo e sulla testa degli straordinari perak
ricoperti di turchesi grezzi e portareliquie d'argento a coprire la massa di
capelli impastati di grasso per proteggersi dai pidocchi. Sguardi sereni,
forse pensando ai due o tre mariti che ciascuna aveva lasciato a casa a
zappare il terreno ciottoloso e avaro dei 4000 metri. Nella società
matriarcale del Ladakh, le donne praticano comunemente la poliandria e
si dedicano al commercio dei prodotti. Avevamo lasciato alla nostra
destra la confluenza dell'Indo con lo Zanskar, dove i flutti terrei e
limacciosi del primo si mescolano con una linea netta con le grige acque
del secondo e salivamo la stretta valle verso Hemis. Tra le brulle pareti a
V, l'Indo aveva un corso precipitoso e mulinante che non fa prevedere le
dimensioni che il grande fiume assumerà dopo essersi buttato nelle
pianure pakistane a fertilizzare una delle culle della cultura umana. In un
tratto più largo dove la corrente sembrava avere un po' di tregua, la
corriera sterzò decisamente dalla carrareccia e con piglio deciso si gettò
in un guado che sembrava avventuroso. Anche le nostre vicine odorose
guardavano la corrente con occhio meno sereno, mentre l'acqua a poco
a poco saliva lungo i fianchi del mezzo. Al centro del fiume l'acqua entrò
all'interno bagnando gli zaini che avevamo lasciato sul pavimento.
Alzammo i piedi sui sedili, poi pian piano uscimmo dal guado e
guadagnammo l'altra sponda. Giunti al paese le donne se ne andarono
verso il mercato con le gerle sulla schiena; noi, dopo aver visto il grande
monastero di Hemis, Lonely Planet alla mano, cominciammo a salire per
un sentiero lungo il fianco della montagna. Dopo i 4500 metri la salita è
durissima e ci vollero più di tre ore per fare i tre o quattrocento mentri di
dislivello che portavano ad una piccola gompa nascosta tra le rocce. Il
paesaggio era abbagliante. Nel sole a picco del primo pomeriggio,
dall'altro versante della valle, una parete ocra di roccia scistosa
sembrava spaccata da un gigantesco colpo di sciabola, con gli strati
geologici in diagonale in piena vista a formare una coda di rondine
verticale di almeno mille metri, stagliata su di un cielo cobalto. L'aria era
tersa e fine e calmato il respiro affannoso, entrammo nel piccolo tempio e
ci sedemmo in un angolo ad ascoltare silenziosi le preghiere ritmate di
quattro anziani monaci. Terminato l'ufficio, si ritirarono a meditare, mentre
uno si avvicinò a noi salutandoci a mani giunte. Il contatto non era facile,
ma intesi che stavano lì da anni ed un loro quinto compagno viveva in
meditazione e digiuno, per sei mesi all'anno in una grotta cinquecento
metri più in alto, che ci mostrò con serenità. Era molto vicino
all'illuminazione. In queste condizioni e con l'aria molto rarefatta, si è
portati a credere a tutto e la magia del luogo aiuta e convince. Chiesi se
proprio non mangiava nulla per sei mesi; maledissi la mia miscredenza di
occidentale legata alla corporeità e incapace di afferrare la trascendenza
orientale, mentre il monaco mi guardava quasi con rimprovero ma con
occhi buoni. "Durante il digiuno non si mangia - sottolineò la evidente
tautologia - Una volta al giorno gli portiamo da bere qualche litro di thè."
Guardai la ciotola di thè tibetano che ci aveva offerto, considerando la
sua composizione costituita da circa il 30%25 di burro di yak emulsionato
e cominciai a capire. Lasciammo la gompa non prima di aver lasciato un
cospicuo mazzetto di rupie in cambio di una paginetta dipinta di un libro
sacro che il monaco dagli occhi buoni teneva pronta nellle pieghe del
saio rosso. Scendemmo a valle, mentre l'ultimo sole impastava il cielo
dello stesso colore.
assolutamente primitivo. I Donghoria Kondh popolano una dozzina di
villaggi nascosti tra le foreste impenetrabili dei monti Niyamgiri. Ci
arrivammo di mattino presto, mentre una nebbiolina azzurra copriva
ancora gli alberi delle cime vicine. Il nostro Prakash ci spiegò che sono
rimasti piuttosto aggressivi ed alquanto refrattari ai tentativi di
omogeneizzazione tentati, prima dagli inglesi e poi dal governo indiano,
nel tentativo di rimanere il più possible fedeli alle tradizioni ed ai loro riti
ancestrali. Mi raccomandò quindi, dopo averci portato vicino al palo
eretto al centro del villaggio, di essere il più possibile discreto cercando di
non turbare la pace dei pochi abitanti che sonnecchiavano su stuoie sotto
tetti di palma di grandi capanne comuni. Ci spiegò che il centro attorno a
cui ruotava la loro visione del mondo è il rispetto dei ritmi della natura,
che può essere forzata solo attraverso riti e preghiere. A tale scopo
esisteva in ogni villaggio una famiglia di una casta particolare, detta
Meriah, che veniva esentata da tutti i lavori e le incombenze, ma onorata
in ogni occasione e nutrita con i migliori prodotti del villaggio. Questo
anche per decenni. Poi, un bel giorno, la crisi. Troppe piogge o troppo
poche, insomma la carestia, la natura che punisce gli uomini troppo
disattenti. Allora gli anziani del villaggio si riunivano e decidevano che era
venuto il momento di placare la natura. Così nella notte, tutto il villaggio
tra canti e suoni di tamburi e di cembali, si recavano alla casa del Meriah
per prenderlo e portarlo in gioiosa processione. Per la verità, lui che
aveva capito che la cosa girava per un certo verso, cercava di scappare
e quindi per evitare questo evento increscioso, gli si spezzavano con
saggia previdenza, le gambe in più punti, con un mazzuolo. Dopo i canti
previsti, lo conducevano al centro del villaggio dove, appunto, è sempre
eretto il palo in questione e , dopo averlo ben legato, gli infliggevano le
peggiori torture, staccandogli pezzi di carne che andavano seppelliti nei
campi per fertilizzare la terra e placare la madre natura, da sempre amica
del buon selvaggio che la conosce e la rispetta. L'essenziale era che il
Meriah non morisse in fretta, ma con le sue lacrime, per più giorni
bagnasse la terra secca e sterile. Gli inglesi non erano tanto d'accordo
sul rito e cercarono di proibirlo fin dagli anni trenta. Sembra che i buoni
Donghoria, vista anche la difficoltà di trovare dei Meriah disponibili, si
siano poi accontentati di comprare al bisogno, dei bambini dai villaggi
vicini. Anche le tradizioni cambiano, secondo Prakash adesso, si
accontentano addirittura di usare una capra. Ad ogni modo il palo è
sempre lì. Enrico Bo. http://ilventodellest.blogspot.com/
Orissa : l'India delle tribù.
Itinerari e escursioni
Le tradizioni sono fondamentali per conservare l'identità di un
popolo. In questo mondo globalizzato è facile cadere nelle
trappole che cancellano lo spirito di una nazione, finendo per
andare in pizzeria a Lhasa e al McDonald a Piazza Navona.
L'India è un paese straordinario per chi vuole trovare popolazioni
autentiche e la regione dell'Orissa, un vero paradiso per gli
etnologi, dove vivono, completamente isolate dalle
contaminazioni occidentali, decine di realtà tribali in un contesto
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Rafting sul fiume Zanskar
Itinerari e escursioni
Overview Il Ladakh, una storia di fiumi e silenzi Poco meno di
500km separano la rigogliosa regione dell’Himachal Pradesh
dalla più ampia provincia del Jammu & Kashmir, nei secoli
crocevia di culture e tuttora delicato mosaico etnico. Orgogliosa
roccaforte del buddhismo tibetano il Ladakh ne occupa la parte
orientale, un arido altipiano lunare incorniciato dagli imponenti
ghiacciai himalayani. I fiumi e i torrenti che attraversano il
fondovalle sono i principali protagonisti della lunga e tormentata
storia geologica del Ladakh, ne solcano profondamente le valli e
ne disegnano il profilo unico. L’Indo, il principale per lunghezza e
portata, è anche la maggiore risorsa idrografica del
subcontinente. Il più impetuoso Zanskar raccoglie le acque
dell’omonimo bacino e colma un consistente dislivello,
costringendosi ad una serie di cadute, di rapide e di continui
cambiamenti di portata. Un’esperienza di rafting attraverso la
valle dello Zanskar e fino alla confluenza tra i due fiumi offre
una delle prospettive più suggestive dell’immobile potenza
himalayana, oltre alla possibilità di cimentarsi con alcune tra le
rapide più imprevedibili al mondo sotto lo sguardo silenzioso dei
gompa buddhisti. Le condizioni climatiche limitano le possibilità
di rafting ai mesi estivi, quando lo scioglimento dei ghiacciai
ingrossa i bacini, mentre da ottobre a maggio lo Zanskar è una
lunga lingua ghiacciata attraversabile a piedi, unica via di
comunicazione per i circa diecimila abitanti dei villaggi zanskari
altrimenti isolati per gran parte dell’anno. Step 1 Prepararsi al
viaggio Affrontare un rafting nella regione himalayana significa
essenzialmente adattarsi ad altitudini al di sopra dei 3500mt
per tutta la durata del viaggio, è necessario quindi salire
gradualmente di quota per acclimatarsi ed evitare attività troppo
impegnative per i primi due o tre giorni. Le agenzie di viaggio con
base a Leh possono fornire tutta l’attrezzatura necessaria ad
un costo a partire da 500 Euro. I pacchetti includono guide
locali esperte che però il più delle volte affrontano le rapide in
maniera molto prudente, evitando le rocce più sporgenti e
tagliando lateralmente le onde, se siete abituati ad una guida più
audace dovete essere voi stessi guidatori esperti e preparati.
Step 2 Tra canyon e rapide all’ombra del gigante La maggior
parte delle spedizioni di rafting parte da Remala (3635mt), che si
raggiunge in auto da Kargil, punto di transito lungo la statale che
collega il Ladakh al Kashmir. Il percorso si snoda tra canyon e
mulattiere, all’ombra dei massicci himalayani Nun (7135mt) e
Kun (7075mt) ed è possibile pernottare nei pressi di Rangdum,
abbinando una visita all’omonimo monastero. Da qui si affronta il
fiume con una prima traversata di quattro ore di difficoltà media
fino a Karsha (3700mt). Le rapide di classe due rendono questo
tratto e quello successivo praticabili anche da chi ha poca
esperienza. Il giorno seguente si scende fino al pittoresco
villaggio di Pidmu (3361mt) da dove partono brevi precorsi di
trekking verso i villaggi circostanti. Il rafting verso Nyerak
(3286mt) si fa invece più impegnativo con una serie di rapide di
classe tre attraverso spettacolari formazioni geologiche, a
ragione definite Gran Canyon dell’India. L’ultimo giorno riserva
la parte più emozionante della spedizione. Le rapide di livello
medio lasciano il posto a quelle più impetuose di classe quattro,
lo Zanskar si comprime in una gola di quattro metri per poi
riaprirsi su un’enorme cascata nei pressi della confluenza con il
Markha. Il rafting, della durata di cinque ore, è impegnativo e non
concede soste fino a Lamayuru (3190mt), in compenso
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l’Himalaya svela qui il suo volto più spettacolare. Da Lamayuru, sede di
uno dei più suggestivi gompa della regione, si può proseguire verso
Nimmu e Saspol oppure fare ritorno via terra a Leh. Vale la pena fare
una deviazione per Alchi e Likkir per assistere alla puja mattutina
presso il monastero consacrato ai “Buddha storici”. Step 3 Una valigia
eco-compatibile Nei mesi di maggior afflusso turistico il delicato
ecosistema del Ladakh viene messo a dura prova e le risorse
energetiche possono mancare, una soluzione per limitare i consumi è
evitare di acquistare acqua in bottiglie di plastica preferendo quella
bollita in vendita a Leh, che costa anche meno. Nel rispetto delle
tradizioni locali indossate pantaloni e gonne lunghi e magliette che
coprano le spalle, soprattutto nelle visite ai monasteri. Sebbene in estate
le temperature diurne siano elevate l’acqua dei fiumi è sempre molto
fredda, oltre al normale abbigliamento da escursionismo è opportuno
portare degli stivali in gomma di buona qualità oltre a protezioni solari e
occhiali polarizzati. Non sono richieste vaccinazioni particolari ma è
consigliata la normale profilassi antitifica e antiepatite A, una farmacia di
viaggio con antibiotici ad ampio spettro e un kit di pronto soccorso. Info
utili - Livelli di difficoltà: 1 2 3 4 5 - Documenti: il visto per l’India costa
50 Euro e lo rilascia in 3/5 giorni l’Ambasciata d’India a Roma. - Durata:
da quattro a sette giorni, più due per il viaggio. - Quando andare: il
rafting è praticabile solo da giugno a settembre. - Come arrivare: in
estate si può raggiungere Leh via terra dalla scenografica statale che
parte da Manali. Il viaggio dura un giorno ma per abituarsi all’altitudine si
può fare in tre giorni con soste intermedie. Le compagnie Jet Airways e
Air Deccan operano con voli giornalieri diretti da Delhi a Leh della
durata di un’ora, ad una tariffa minima di 60 Euro. - Foto e Video: per i
suoi spazi illimitati il Ladakh si presta bene ad inquadrature con ottiche
grandangolari. A causa dell’incidenza dei raggi solari, di giorno è
consigliabile usare pellicole con sensibilità non superiore ai 200 ISO in
modo da evitare contrasti eccessivi con le zone di ombra. - Letture, film,
volontariato: una guida completa e dettagliata alla regione è Ladakh, di
Marco Vasta, 2004. Il film Samsara di Pan Nalin, 2002 è invece un ritratto
intenso del buddhismo Mahayana e del cammino verso la conoscenza.
Tra le organizzazioni di volontariato presenti citiamo: Aiuto allo
Zanskar Onlus (www.aiutoallozanskar.it), SECMOL Students’ Educational
and Cultural Movement of Ladakh (www.secmol.org) , LEHO Ladakh
Environment and Health Organisation. Scarica la guida in Pdf
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Indirizzo: Leh, Jammu e Kashmir India
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Pushkar
Itinerari e escursioni
Con un comodo treno notturno da Delhi si puo facilmente
raggiungere questa particolare cittadina sulle rive dell'omonimo
lago.Il treno lascia in un paesino vicino da dove si trovano
facilemte autobus o taxi per Pushkar. All'ingresso della città
incuriosisce una sorta di check point con tanto di cartelli che
ammoniscono chi entra nella città sacra e vegetariana di non
portare dentro niente che sia impuro; ovvero niente alcol, niente
droghe, niente uova e - soprattutto - niente carne macellata.
Pushkar è un posto tranquillo, un verò e prorpio paradiso per chi
è in fuga dai rumori e dal caos di Delhi che dista circa 8/9h di
macchina o treno.Gli abitanti raccontano che il lago sia nato da
una lacrima di Brama, una delle più venerate divinità induiste. E
qui sorge l'unico tempio indù al lui dedicato di tutto il mondo. Per
gli induisti che venerano Brama, Pushkar è una sorta di Mecca.
Al lago, circondato da case candide, si accede tramite i gat
(scale ), rigorosamente scalzi tra scimmie vivaci, bambini e
bramini in preghiera. Questo è il fulcro di Pushkar : luogo di
preghiera e di abluzioni, di canti e di grande raccogliemento
all'alba per i bagni di purificazione che avvengono a qualunque
temperatura, con ogni condizione meterologica e a dispetto di un
inquinamento fortissimo che fa del lago di Pushkar, un lago
senza ossigeno. Dal lago si sviluppano una serie di strade
polverose ed affollate di banchi con frutta, verdura, vestiti,
colori, incensi e quantaltro. Tra i negozi e i mille templi, le guest
house e gli «yoga center», gli internet cafè e improbabili
“lavanderie a secco” sitemate dentro baracche, sarete sempre in
compagnia di un folto gruppo di animali. Dalle scimmie alle
mucche, ai vitelli, cani o capre, tutti per strada, a giro dalla
mattina fino alla notte, non si corre certo il rischio di sentirsi soli!
A Novembre, in concidenza con il plenilunio,si tiene a Pushkar ,
un festival religioso dedicato al dio Brahma, con processioni e
bagni lustrali nel lago, preceduto da una grande fiera dei
cammelli frequentato da decine di migliaia di contadini vestiti con
costumi festivi e che attira visitatori non solo dall'India ma da tutto
il mondo. Purtroppo però l'aumento del flusso turistico delgi
ultimi anni ha senz'altro modificato la fisionomia della cittadina e
l'anima dei suoi abitanti intaccando anche il comportamento dei
tanti bramini che affollano le rive del lago e intercettano subito i
turisti offrendosi di aiutarli a compiere riti propiziatori o recitare
puja in cambio di diverse rupie... Indipendentemente da questo
Pushkar continua ad essere un posto estremamente piacevole
dove soggiornare alcuni giorni o anche di piu'. Molte guesthouse
e ristoranti che propongono improbabili piatti di cucina italiana
come gli “spaegatti alla bolognise” (giuro!) vi consiglio di
scegliere cibo locale, vegetariano ma molto gustoso e per la
notte la White House Guesthouse. Spartana ma pulita ( in
confronto ad altri posti allo stesso prezzo) e con un ottimo
ristorante sul tetto che viene gestito direttamente dal figlio della
prorpietaria: cucina espressa, semplice ma gustosa e con un
occhio di riguardo all'igene che da queste parti...non guasta!!
Potete anche farvi fare un meraviglioso mehindi, ovvero
tatuaggio all'henné, dalla nuora della prorpietaria, una giovane
donna gentile e simpatica che a mano libera disegna veri e prorpi
capolavori! (NB: dovete poi però pazientare almeno 2 h e anche
più per far asciugare la pasta e non sciupare l'opera!!)
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Tour e visite guidate
Viaggio in India
Tour e visite guidate
Tour India, problemi con India karni Premetto che io e mio
marito siamo grandi viaggiatori abituati a fare viaggi faticosi, ma
per intenderci meglio, non di quelli con lo zaino sulle spalle. Era
da tempo che rinviavamo un viaggio in India, in quanto lo
immaginavamo pericoloso per gli attentati, le malattie, i rischi
negli spostamenti in auto ma alla fine ci siamo convinti ed
abbiamo affidato l’organizzazione del viaggio a Karni Singh della
Popular India Vacations (indiakarni.it) Il tour si é svolto dal 2
aprile per 13 notti ed abbiamo toccato le seguenti località : Delhi,
Udaipur, Pushkar, Jaipur, Orcha, Kajuraho, Varanasi, Delhi.
Considerando che per il caldo pazzesco era bassa stagione, gli
alberghi tutti di buon livello erano semi vuoti a eccezione del
Radisson di Varanasi che essendo l'unico decente nella città,
raccoglieva tutti i turisti presenti. Vi racconterò prima dei problemi
avuti con l' organizzatore Karni Singh e poi le considerazioni
negative su questa realtà che mi ha deluso profondamente e non
per la sporcizia e per la povertà, ci mancherebbe! Dopo la prima
notte trascorsa a Delhi, città nella quale come tutti sanno non c'è
gran che da vedere, la mattina seguente raggiungiamo
l'aeroporto per recarci ad Udaipur, ma sorpresa, il volo prenotato
era partito con due ore di anticipo. La compagnia aveva avvisato
tutti solo che Karni a noi non ha comunicato nulla. A quel punto
con grande fatica per problemi di lingua, anche se mio marito
parla bene l'inglese, chiediamo se c'è un altro volo ma era l'unico
della giornata. Chiamiamo Karni e dopo varie telefonate a 5 euro
al minuto, capisce il problema e ci rimanda l’autista per
riaccompagnarci in hotel. La mattina successiva, alzataccia alle 3
di notte per prendere il volo delle 5 per Udaipur, la città che più
ci interessava, immaginate il giorno in che stato abbiamo visitato
la bellissima città... Karni ci ha trovato una guida che dopo
averci fatto visitare quello che era più interessante da vedere, ha
insistito per portarci a visitare un grande negozio per turisti con
prezzi europei, nonostante avessimo espressamente chiesto al
nostro organizzatore di evitarci tali perdite di tempo. Come
sempre è accaduto con tutte le guide quando non abbiamo
acquistato hanno cambiato atteggiamento nei nostri confronti.
Karni ci ha chiesto di portare il saldo in contanti a Jaipur città in
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cui lui vive. (anche in India frodano il fisco!). Oltre al rischio di viaggiare
con 1800 euro addosso, c è da mettere in conto l' invito a cena che non si
può ovviamente rifiutare. Ve la descrivo brevemente. Siamo arrivati alle
20:00 e Karni dopo averci offerto della birra calda ci ha portato 2 piatti di
riso e fagiolini che sono stati posati direttamente sul tavolino posto
davanti alle poltrone, senza tovaglia e tovaglioli come è loro usanza. Solo
dopo la nostra insistenza si sono uniti a noi anche lui e la moglie con un
piatto ma era evidente che avessero gia' cenato. La moglie di Karni,
donna deliziosa, aveva una gran voglia di parlare con noi ma veniva più
volte zittita dal marito che con il suo atteggiamento maschilista quando io
gli parlavo si girava dalla parte di mio marito per porgli qualche domanda.
Mi ha dato l’impressione di una cena poco ospitale, fatta eccezione per la
moglie che è stata molto carina con noi. Mi chiedo come può una
persona che vuole lavorare con gli italiani, non conoscere una parola di
italiano... e l inglese poi... La pessima organizzazione di Karni ha toccato
il fondo a Varanasi. Ci manda un altro autista con un assistente che
aveva il compito di accompagnarci in hotel, consegnare il voucher, etc,
tutte cose che avevamo sempre fatto da soli e mi chiedo che senso
aveva l'ultimo giorno se non quello di spillarci l’ennesima mancia? Al
nostro arrivo avevamo espressamente chiesto di visitare i 3 principali
ghat dato il poco tempo a disposizione, dalle 16 alle 20:30 il pomeriggio e
la mattina fino alle 13:30, ora della nostra partenza per l' aeroporto.
Sapete come ci hanno organizzato la visita a Varanasi? Alle 16 prima
sosta al tempio dove per nostra scelta abbiamo dedicato solo 15 minuti,
poi giro in auto nella città universitaria, quindi direzione dei ghat principali
che per colpa del traffico pazzesco e per il nostro driver che non ha avuto
l'accortezza di evitare la strada principale dove lui sapeva esserci una
specie di processione religiosa, raggiungiamo solo alle 18: 30. Ci
accompagna un altra guida simpatica ma anche lui con il chiodo fisso
dell' invito a visitare un negozio di broccato. Dopo il fantastico giro in
barca durato circa un'ora e mezza, solo quello è valsa tutta la vacanza,
inizia la corsa in mezzo a stradine buie, strette, piene di cacca di vacca,
infatti la guida che ci precedeva ripeteva in continuazione: "attenzione
merda!" e dopo un' eternità raggiungiamo una casa privata ed ad
accoglierci troviamo 2 commercianti che volevano rifilarci copri piumoni in
broccato di seta a 1200 euro! Si, avete capito bene, prezzi in euro. Dopo
l'imbarazzo per non aver acquistato niente ed un po' di timore per la
situazione insolita, andiamo via con la nostra guida che canterellava per
nascondere la sua delusione. Quando torniamo sulle famose stradine
che collegano i ghat zeppe di negozietti, ormai stavano chiudendo e non
ci rimaneva che tornare in hotel con mia grande delusione. Il mattino
successivo all'alba giro in barca per assistere al ripresa della vita sui
ghat, rientro in hotel per la colazione alle 7:30 e chiediamo al driver se
poteva venirci a prendere alle 9 per andare a visitare il sito dedicato a
Sarnat ma lui ci dice che è disponibile alle 9:30. Pazienza. Sarnat per
niente interessante si visita in meno di un'ora quindi alle 11 eravamo di
nuovo in auto per espletare l'ennesimo sacrificio della visita alla fabbrica
di broccato, questa volta su insistenza del nostro autista. Al nostro arrivo
c'erano degli uomini anziani che con le gambe incrociate davanti a delle
macchine eseguivano i broccati in seta ovviamente pagati cifre irrisorie.
Dopo di che la solita solfa, prezzi in euro stratosferici e quando non
compriamo ci mandano a quel paese nella loro lingua! Sapete come è
finita la nostra tanto agognata visita a Varanasi ? Il nostro autista ci dice
che per il traffico non facciamo in tempo a tornare in centro, che
avevamo il tempo per un massaggio ayurvedico pero'... Decidiamo di
recarci arrabbiatissimi all'aeroporto con 3 ore di anticipo senza però
riuscire ad evitare, come avevamo chiesto, l'assistente che a tutti i costi è
voluto salire in auto con noi. Durante il trasferimento mio marito provava
a spiegargli cosa non andava nell'organizzazione della visita alla città ed
ho notato che lui era distratto, cioè non gliene poteva fregar di meno! Ma
i problemi con Karni non sono finiti ancora. L’ultima sera, al nostro arrivo
nell'hotel di Delhi, da noi espressamente richiesto vicino all' aeroporto
visto la levataccia alle 6 dell'indomani, ci dicono che l'hotel è pieno e che
dovevamo tornare in un albergo in centro, solo ad un'ora di macchina
(erano già le 21). Increduli, delusi, sfiniti, ci siamo opposti e abbiamo
minacciato di dormire nella hall, alla reception erano tutti mobilitati con
telefonate chissà a chi e per dire cosa, ma insistevano per farci andare
nell'hotel scelto da Karni in centro, peraltro più economico. Solo quando li
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ho minacciati di fare un pessima recensione si sono mossi e ci hanno
mandato in un hotel vicino di pari livello! L'India che ricorderò purtroppo
è molto diversa da quello che mi aspettavo. Nei circuiti turistici non si ha
la possibilità di apprezzare la vera India. Il turista è visto solo come un
bancomat al quale spillare soldi incessantemente senza fornire alcun
servizio. Basta considerare che gli indiani pagano all'ingresso dei
monumenti 10 rupie ed i turisti 250, poi all' interno spesso trovi le toilette
chiuse o inesistenti! Se vi sentite male vi lascio solo immaginare... come
è capitato a me.... Non vi illudete di fare shopping... Le cose belle che
troviamo in Italia che arrivano dall'India anche a prezzi vantaggiosi li non
le troverete. Sono partita con la valigia semivuota pensando di acquistare
vestiti indiani ed altro e ho scoperto che vendono solo i tessuti e che
dopo averti preso le misure, dopo aver pagato, ti cuciono in maniera
orribile! Se trovi qualcosa di carino è perché sei in un negozio per turisti e
ti costa più che in Italia. Il traffico e l'inquinamento nei centri abitati è
qualcosa di indescrivibile, non esagero se vi dico che in alcuni momenti
mentre giravamo a piedi per le strade principali tutte intasate da motori e
persone, ho rischiato di svenire e considerate che io sono una tipa tosta!
Spostandosi in auto per le strade, spesso sterrate, neppure il videogame
più fantasioso può eguagliare quello che è la realtà, ogni trenta secondi ti
sembra di stare a fare un frontale, suonano i clacson in continuazione per
farsi strada prepotentemente, d'altronde se non lo fai non ti muovi...
inutile dirvi che è impossibile fare a meno di un bravo autista, il nostro lo
era indubbiamente, aveva guidato per 20 anni camion... Quelle che loro
chiamano autostrade per le quali pagano persino un pedaggio, sono
frequentate con normalità da cammelli, capre, asini, vacche e persone a
piedi... Vi lascio solo immaginare... Ho avuto pochi contatti con l'India
vera e con gli indiani autentici, quelli con i quali ho avuto a che fare erano
indubbiamente finti. Ho notato che sono loro i primi a schiavizzare i loro
simili e poi noi ci facciamo tanti problemi... Ho notato anche che sul
turismo vive una specie di racket, che i tour operator non pagano le guide
le quali vengono spontaneamente per sperare in una lauta mancia ed in
una eventuale percentuale del negozio in cui ti vogliono portare a tutti i
costi. Non puoi chiedere un'informazione per strada che subito si
aspettano la mancia o ti accompagnano in un loro negozio! Se visiti un
sito archeologico o un monumento, sei assalito da una marea di venditori
insistenti che ti infastidiscono a tal punto che vuoi solo scappare. In
passato ho parlato con persone che sono state in questo paese tante
volte ma che nel loro ultimo viaggio l'hanno trovato notevolmente
peggiorato, forse si riferivano proprio a questo atteggiamento fregone nei
confronti dei turisti che, ritengo, con tutte le belle e più accoglienti località
d'oriente faranno sempre più a meno di visitare l'India. Infatti il turismo da
loro è in notevole in calo! Chissà perché. Rank: 8/23
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Natura e Sport
The Dehli Golf Club
Natura e Sport
Giocare a golf a Dehli significa entrare in un ambiente
esclusivo circondati dalla lussureggiante natura di un parco
che ospita centinaia di uccelli. Diciotto sono le buche del green,
che si può noleggiare a prezzi accessibili durante i giorni feriali.
Per praticare questo sport dovete rivolgervi al Golf Club di
Dehli, uno dei più famosi e suggestivi di tutta l’India.
Rank: 19/23
Indirizzo: Dr. Zakir Hussain Road
Parchi e Giardini
Lodi Garden
Parchi e Giardini
Il Lodi Garden aperto dalle 6 alle 20 è uno spazio verde molto
ben curato e tenuto. I suoi spazi verdi sono frequentati
soprattutto durante le ore mattutine o serali per fare jogging o per
passeggiate rilassanti tra la lussureggiante vegetazione. Il
giardino ospita, al suo interno, le tombe in rovina dei sovrani
Sayyd e Lodi e una tomba, il Bara Gumbad, risalente al XV°
secolo. Se volete evitare folle oceaniche e stormi di bambini
urlanti evitate di recarvi al parco di domenica.
Rank: 15/23
Indirizzo: Lodi Road
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Giudizio degli utenti
ROSY - Voto: 7
"DELHI è UNA GRANDE CITTA' NON BISOGNA AVERE FRETTA. PER
VISITARE I MUSEI DEVI AVERE TEMPO IN QUANTO PER
SPOSTARCI DA UN MONUMENTO ALL'ALTRO ANCHE PER LOCALI
MINIMO SI METTE 30 MINUTI CAUSA TRAFFICO. I MONUMENTI
SONO ASSOLUTAMENTE DA VEDERE E ANCHE LA VITA
NOTTURNA SIA DENTRO AL PROPRIO HOTEL DOVE CI SONO
FESTE PRIVATE CHE NEI LOCALI. QUANDO PRENDETE I TAXI O I
TUK TUK SEMPRE BISOGNA CONTRATTARE ANCHE NEI NEGOZI.
LA MANCIA è OBBLIGATORIA IN ALBERGO RISTORANTI SE NON
APPLICANO NELLA RICEVUTO COSTO SERVIZIO. ANCHE LA GUIDA
TURISTICA ANCHE SE AVETE GIà PAGATO IL TOUR. FUNZIONA
COSI... VALE LA PENA DI VISITARE"
Maria Antonella Pasculli - Voto: 7
"La città è fantastica ma caotica all inverosimile anche per noi italiani.
Prendete una guida non costosa e un'auto per visitare la parte storica del
Forte Rosso e della Moschea (non di venerdì). Assaporerete i colori e i
gusti di questa terra magica. Tutto il cibo è delizioso. Poi proseguite per
Kotur Minar, sito archeologico di qualità. Infine visitate Agra a circa 200
km da Delhi, prima capitale dell impero, che vi lascerà senza fiato per lo
splendore architettonico. Se siete deboli di stomaco e igienisti Delhi non
fa per voi. Namaste ."
Da non perdere: Agra Swaminarayan Akshardham
- Voto: 9
"Si può fare di tutto in completa libertà e senza preoccupazioni. Da un
punto di vista culturale offre tantissime possibilità. Ma anche solo
osservare le persone è fonte di ispirazione."
Da non perdere: grande moschea qutr minar Viaggio in India
Roberto - Voto: 10
"È una bellissima città specialmente la Old Delhi, molto pittoresca. La
New Delhi è anche interessante, ampi parchi, dove i cittadini la sera
fanno delle bellissime passeggiate."
Da non perdere: Connaught place qutub minar Old Delhi
Alma - Voto: 7
"Agrasen ki baoli - Hailey Road vicino Jantar mantar: pozzo cisterna
nascosto che sorprende il visitatore che varca il cancello di quello che
appare essere un piccolo parco."
Laura Masini - Voto: 8
"Bisogna visitarla almeno una volta nella vita per conoscere le tante
differenze che si trovano nella stessa strada, nello stesso quartiere."
Da non perdere: Jama Masjid Swaminarayan Akshardham
Moreno Cecchini - Voto: 8
"Delhi è una immensa città. Essa diventò capitale della Repubblica dopo
l'indipendenza del 15 agosto 1947. Ha circa 13 milioni di abitanti ed è
suddivisa in 9 distretti. E' una città trafficata, caotica ma allo stesso ha un
fascino particolare. Molte le attrazioni da visitare in particolare il Raj ghat,
il Qutub Minar, India Gate, la sede del parlamento indiano, la mosche del
venerdì Jama Masjid e tanto altro."
Da non perdere: raj ghat qutub minar humayun's tomb
MArco ZOpi - Voto: 9
"Dirigersi a nord verso l'Himalaya risalire il Gange Risshikesh
Dharamsala Uttarkashi poi su in quota Gangotri il periodo migliore la
primavera il fiume è impetuoso per lo sciogliersi degli estesi nevai. La
natura è maestesa paesaggi dal verde intenso alle rocce lunari delle
quote più elevate. Il vento la luce l'energia la spiritualità di quei luoghi
all'origine dell'umanità."
Da non perdere: Taj Mahal Agra
Carla - Voto: 8
"Colpisce il grande contrasto tra i quartieri dell'alta borghesia e quelli
abitati dalla povera gente. Meglio andare sempre in gruppo e con guida
locale. Bisogna fare gli indifferenti e non dar retta ai vari questuanti. Negli
acquisti non stancarsi di contrattare e offrire molto meno della metà."
Da non perdere: La parte vecchia La parte vecchia I quartieri residenziali
ValerioColicchio Leandri - Voto: 9
"Da visitare assolutamente almeno una volta nella vita! E' una città
davvero particolare, culla di moltissime civiltà e religioni, nella quale
riescono a coesistere perfettamente. Monumenti, cucina e passeggiate
nei mercati sono da considerarsi obbligatorie! Da non perdere
assolutamente!"
Da non perdere: Jama Masjid Lotus Temple Red Fort
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