il compensato di pioppo

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il compensato di pioppo
Stampa del 13/04/2012
IL COMPENSATO DI PIOPPO
Il compensato
Il compensato è un pannello composto di materiale legnoso ottenuto mediante lavorazione
di sfogliatura che, dal taglio tangenziale di un tronco, consente di ricavare un sottile nastro di
legno continuo. Quest’ultimo viene ridotto in fogli, di dimensioni compatibili con il pannello
finale, successivamente essiccati per renderne l’umidità idonea al processo di incollaggio e
all’ambiente di impiego. Tali fogli vengono quindi selezionati in classi di qualità e sovrapposti
in strati - di norma di numero dispari - con la fibratura incrociata e disposizione
simmetrica rispetto allo strato centrale. La spalmatura di miscela collante su entrambe le
superfici dei fogli che formano gli strati pari del pacco in composizione, unitamente alla
successiva pressatura, consentono di rendere il tutto solidale e ottenere lo spessore finale
richiesto. Il pannello che ne deriva viene infine squadrato, calibrato, levigato e collaudato.
La disposizione incrociata, con strati a fibratura del legno longitudinale che si alternano a
quelli adiacenti con fibratura trasversale, consente di “compensare” le variazioni dimensionali
del pannello conseguenti a quelle della sua umidità, limitando così il comportamento
anisotropo tipico del legno massiccio. Ciò permette di ottenere un materiale con elevata
uniformità di prestazioni meccaniche nel piano del pannello.
La simmetria di composizione ne riduce parimenti le deformazioni di planarità, mentre
l’impiego di fogli sottili ma di ampia estensione superficiale elimina pressoché totalmente il
rigonfiamento dovuto all’assorbimento di umidità che spesso si verifica in altri pannelli a base
di legno.
Nei riguardi della tenuta di chiodi e viti, infine, il compensato si comporta in maniera simile al
legno massiccio e decisamente meglio di altri pannelli.
Il legno di pioppo
Il pioppo è particolarmente adatto alla produzione del compensato. Da ormai quasi un secolo
in Italia sono stati selezionati numerosi cloni diffusamente coltivati in impianti specializzati,
soprattutto nella pianura padana, caratterizzandone profondamente il paesaggio. Tra questi il
più noto è il clone ‘I-214’, introdotto con eccellenti risultati anche in molti Paesi europei ed
extra-europei.
La coltivazione del pioppo ha determinato nel tempo una serie di conseguenze importanti,
contribuendo all’integrazione dei redditi agricoli e allo sviluppo socio-economico legato alla
presenza delle attività di filiera distribuite sul territorio nazionale.
La pioppicoltura italiana, pur inserendosi prevalentemente nel sistema agronomico, interessa
un prodotto finale che in genere, in altri Paesi, è tipico del settore forestale. I pioppeti
sostituiscono pertanto in maniera significativa i popolamenti forestali per quanto riguarda
l’approvvigionamento di materia prima legno da parte dell’industria di trasformazione,
consentendo in tal modo di evitare una serie di problemi connessi all’uso non sempre corretto
delle suddette risorse (come ad esempio il ricorso a pratiche illegali di taglio e
commercializzazione o il mancato rispetto degli equilibri socio-ambientali in alcuni Paesi).
La disponibilità di pioppo in volumi adeguati (circa 70 mila ettari al 2012, in Italia), ottenibile in
tempi brevi - con turni generalmente di 10-12 anni (estendibili fino a 15 in coltivazioni meno
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intensive) - in quantità programmabile e dalle caratteristiche omogenee e di qualità elevata,
ha trainato il successo dell’industria nazionale del compensato, concorrendo in maniera
determinante allo sviluppo del settore dell’arredamento e al suo successo a livello mondiale.
Aspetti ecologici della pioppicoltura
Numerose indagini scientifiche hanno aumentato e consolidato le conoscenze disponibili sulle
interazioni della pioppicoltura con l’ambiente, in particolare con quello fluviale, evidenziando
una serie di effetti benefici:
 le piantagioni di pioppo possono avere funzione di regolazione, ormai riconosciuta, nel






controllo dei fenomeni di piena dei fiumi;
prevedendo un minimo apporto di fertilizzanti in confronto ad altre colture agrarie, i
pioppeti hanno una valenza ecologica nettamente superiore, sia nei riguardi della qualità
biologica del suolo che dell’inquinamento delle falde legato all’accumulo di azoto nel
terreno, ancor più se gestiti in modo sostenibile secondo gli schemi di certificazione
forestale applicabili (FSC e PEFC);
i pioppeti possono svolgere funzione di bio-filtro per i nitrati nelle aree fluviali e di fitorimedio nei siti inquinati;
il bilancio del carbonio nel ciclo colturale della pioppicoltura risulta più che positivo;
la produzione di legno fuori foresta riduce la pressione sui boschi naturali, permettendo a
questi ultimi di sviluppare in pieno la propria azione di serbatoi di carbonio e svolgere
anche funzioni complementari a quella della produzione legnosa;
la pioppicoltura si adatta agli scenari di global change, con incrementi di produttività in
condizioni di maggior concentrazione di CO2 atmosferica;
la pioppicoltura è il punto di partenza cruciale per una filiera corta nell’industria del legno e
del mobile in Italia.
Per quanto riguarda il bilancio del carbonio, si stima che un pioppeto tradizionale con turno di
10 anni possa assorbire (carbon sink) da 4,9 a 5,5 tonnellate C/ha x anno (dati INEA, 2008).
Questi valori rappresentano un importante contributo della pioppicoltura nel contrastare
l’effetto-serra e il cambiamento climatico.
Aspetti tecnici del compensato di pioppo
Il compensato di pioppo esalta le peculiarità del legno usato: leggerezza, colore chiaro,
elevata omogeneità con venatura appena percettibile, facilità di lavorazione, incollaggio e
finitura.
Con il legno di pioppo di miglior qualità si possono ottenere fogli di ampia superficie e privi di
difetti che consentono di realizzare un prodotto dalle caratteristiche di aspetto esteriore
pressoché uniche, ben superiori a quelle di molti pannelli dello stesso tipo composti da altre
specie legnose.
Il pannello costituisce un supporto ideale per il rivestimento con molti materiali decorativi e
rientra quale componente preferenziale nella realizzazione di molti compositi.
I produttori di compensato di pioppo, inoltre, sono sempre più orientati verso lo sviluppo di
pannelli che uniscono caratteristiche funzionali e innovative, idonei a soddisfare la crescente
domanda di specifiche esigenze tecnico-prestazionali (ad esempio ignifughi, con inserti
isolanti ecc..).
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Caratteristiche fisico-meccaniche
La tabella che segue sintetizza le principali caratteristiche fisico-meccaniche per alcune
composizioni del pannello.
CARATTERISTICA NORMA Unità di Misura
Spessore /Strati 4/3 MASSA VOLUMICA 8/5 10/5 12/7 15/7 18/9 20/9 25/11 30/13 35/15 40/17
3
UNI EN 323 Kg/m Resistenza a flessione longitudinale UNI EN 310 2
45 36 28 30 29 30 29 27 29 28 27 2
24 32 24 32 37 27 39 28 32 29 32 N/mm Resistenza a flessione trasversale UNI EN 310 N/mm Modulo di elasticità longitudinale UNI EN 310 N/mm Modulo di elasticità trasversale UNI EN 310 N/mm 400 ‐ 450 2
4680 3525 3600 3130 3270 3480 3150 3335 3480 3340 3500 2
1370 3150 3300 3290 3900 3790 3580 3390 4030 3410 4100 Nota alla tabella: in grassetto sono riportati i valori medi indicativi del compensato di pioppo
ad incollaggio ureico riferiti ad un’umidità del legno del 10  2 %, ricavati su provini di piccole
dimensioni a seguito delle prove di controllo qualità eseguite su pannelli realizzati
prevalentemente con il clone ’I-214’ dalle aziende produttrici. Nell’ambito di uno stesso
spessore/stratificazione del pannello, tali valori sono suscettibili di possibili variazioni legate
soprattutto al clone e alla composizione (ovvero allo spessore e disposizione degli sfogliati)
utilizzati.
Detti valori non sono direttamente utilizzabili per i calcoli progettuali.
Classificazione del pannello
La norma di prodotto per il compensato è la UNI EN 636.
Il compensato è classificato in base alla specie legnosa usata per comporre il pannello,
all’aspetto superficiale delle facce, alla composizione (omogeneo o misto), al tipo di adesivo,
alla durabilità naturale del legno (intesa come resistenza agli agenti del biodegradamento) e
al tipo di impiego (strutturale o meno). L’insieme delle suddette variabili è in grado di
determinare le caratteristiche estetiche e prestazionali del prodotto e le sue destinazioni
commerciali preferenziali.
Classi di qualità
La classe di qualità del compensato è determinata sulla base di un esame visivo dell’aspetto
superficiale delle facce del pannello facendo riferimento alle norme UNI EN 635-1 e 635-2 a
cui si rimanda per i dettagli sulle caratteristiche ammissibili nelle varie classi e le relative
tolleranze.
Le diverse classi (E, I, II, III e IV) corrispondono ad una presenza crescente di difetti.
Ciascuna delle due superfici del pannello viene classificata separatamente (indicando sempre
per prima la qualità della faccia, seguita da quella del retro), ragion per cui è possibile
ottenere diverse combinazioni (ad esempio I/II, II/III, III/IV).
Per il compensato di pioppo si riporta uno schema riepilogativo delle caratteristiche di
ciascuna classe di qualità.
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Classe di qualità
Descrizione
Classe E
Non è ammesso alcun difetto
Classe I
Faccia che può restare
visibile, ideale per ogni tipo di
finitura (placcatura,
verniciatura trasparente,
satinatura ecc.)
Sono ammessi pochi nodi a
spillo oppure sani ed aderenti
senza fessurazioni. Ammesse
anche colorazioni molto leggere,
stuccature o lievi riparazioni ben
eseguite e raccordate come
colore col resto della superficie.
Classe II
Faccia "naturale" con
variazioni cromatiche e nodi
sani, idonea per rivestimenti
con laminato, vernici
pigmentate o laccatura.
Sono ammessi nodi sani
aderenti fino al diametro di 35
mm; piccoli nodi cadenti o
fessurazioni, purché ben
stuccati. Ammesse inoltre
colorazioni poco contrastate,
occasionali macchie di adesivo,
riparazioni e stuccature ben
eseguite.
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Esempio fotografico
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Classe III
Faccia "aperta", a richiesta
stuccata, idonea per impieghi
non visibili.
Ammessi nodi sani aderenti fino
ad un diametro di 50 mm; nodi
cadenti, fessurazioni, inclusioni
di corteccia e sormonti.
Ammesse le colorazioni purché
sane, le macchie di adesivo, le
riparazioni e stuccature di ogni
entità.
Classe IV
Faccia di compensato
destinato all'imballaggio o ad
impieghi analoghi.
Sono ammesse tutte le
caratteristiche naturali del legno
ed i diversi difetti di lavorazione,
purché la loro entità non
pregiudichi la funzionalità del
pannello (ad es. non sono
ammessi attacchi fungini e
inclusione di corpi ferrosi).
Nota: nella pratica commerciale talvolta viene fatto ancora riferimento alla
classificazione della vecchia norma UNI 6471 (da tempo ritirata), che prevedeva
le seguenti classi, in ordine di qualità decrescente: A, AB, B, BB e C.
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Classi di utilizzo, di incollaggio e durabilità biologica
L’idoneità di un pannello all’impiego in un determinato ambiente si basa sulla valutazione
delle condizioni di umidificazione dell’ambiente di posa e sul rischio di attacco agli agenti di
degrado biologico che sono considerati nelle classi di utilizzo definite dalle norme UNI EN
335. Queste individuano situazioni generali di esposizione agli agenti atmosferici
progressivamente più severe dalla prima all’ultima classe e in grado di influenzare
diversamente lo sviluppo di organismi xilofagi potenzialmente attivi.
La classe di utilizzo 1 (ambiente interno secco): riguarda situazioni in cui il pannello è
riparato, completamente protetto da agenti atmosferici e posto in opera in ambienti a bassa
umidità dell’aria, in cui in sostanza non c’è rischio di attacchi fungini. I tradizionali impieghi del
compensato di pioppo destinato al settore del mobile-arredo rientrano ad esempio in questa
classe.
La classe di utilizzo 2 (ambiente interno umido o esterno sotto copertura): corrisponde a
situazioni in cui il pannello è riparato, protetto dall’azione diretta di agenti atmosferici ma in cui
un’elevata umidità dell’ambiente può determinare un’umidificazione occasionale – anche per
fenomeni di condensazione - ma non persistente che lo espone anche ad un moderato rischio
di attacchi fungini. L’uso del compensato come componente di un mobile da cucina, bagno o
messo in opera in locali umidi e poco areati è ad esempio riferibile a questa classe e, se non
sono previsti requisiti estetici legati alla possibilità di sviluppo di macchie superficiali, può
essere ammesso senza particolari precauzioni.
La classe di utilizzo 3 (ambiente esterno): riguarda situazioni in cui il pannello non è
riparato da agenti atmosferici ma non é a contatto con il terreno od acqua stagnante. Le
condizioni previste da questa classe corrispondono ad esposizioni tipiche di ambienti esterni
in grado di determinare un'umidificazione persistente del pannello ed un conseguente rischio
di degrado biologico.
La norma prevede anche le classi di utilizzo 4 e 5, che fanno riferimento a situazioni di
impiego ancor più gravose nei confronti del rischio di biodegradamento, in quanto il legno si
trova a contatto con il terreno o acqua dolce o salata ed è permanentemente esposto ad
umidificazione. In tali ambiti è possibile usare solo specifiche tipologie di compensato, in
grado di resistere alle suddette severe sollecitazioni ambientali.
La capacità di un pannello di soddisfare le esigenze delle varie classi di utilizzo dipende in
primo luogo dalle caratteristiche dell’incollaggio.
La qualità dell’adesione tra gli strati del pannello è basata sulla sua resistenza all’umidità ed è
regolata dalle norme UNI EN 314 che prevedono le seguenti classi di incollaggio sia per
impieghi non strutturali che strutturali:
-
Classe di incollaggio 1, per uso in ambiente secco - tipicamente ottenuta
utilizzando adesivi ureici (UF)
Classe di incollaggio 2, per uso in ambiente umido - in genere ottenuta con adesivi
ureici rinforzati (MUF)
Classe di incollaggio 3, per uso in ambiente esterno – solitamente ottenuta con
adesivi melaminici o fenolici (MUF + additivi, MF o PF).
Nota: nella pratica commerciale è ancora frequente il ricorso a denominazioni di tipologie di incollaggio riferibili a
norme nazionali straniere (ad es. “AW100”, “WBP” ecc..) talvolta non più in vigore.
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La classe di incollaggio si riferisce alla capacità della linea di colla di resistere
all’azione idrolizzante dell’umidità e di conseguenza all’idoneità dell’incollaggio alle
diverse condizioni ambientali.
La maggior parte delle applicazioni correnti del compensato di pioppo rientrano nelle
classi di utilizzo 1 e 2 in cui anche la durabilità naturale del legno è generalmente
adeguata. A volte viene richiesto un pannello in classe di incollaggio 3 sebbene per le
sue condizioni di impiego sarebbe sufficiente la classe 2.
Per un reale impiego del pannello in classe di utilizzo 3, occorre valutare se esso è
adeguato agli ambienti di posa e alle condizioni climatiche locali o se sia opportuno
ricorrere ad adeguate composizioni, protezioni o trattamenti di preservazione.
In ogni caso l’idoneità del pannello ad un determinato impiego deve sempre considerare
anche la sua durata di servizio e gli effetti di un eventuale degrado (sia in termini di
importanza strutturale che di semplicità e valore economico della manutenzione o
sostituzione del materiale non conforme).
Impieghi prevalenti
La destinazione di impiego del pannello varia in funzione del processo produttivo adottato
(tipo di adesivo, sbiancatura, ignifugazione), della composizione del pannello (stratificazione e
difettosità degli sfogliati usati) e della scelta del clone; alcuni di essi presentano infatti
caratteristiche del legno – come ad esempio colore, densità – che li rendono più adatti al
settore dell’arredamento, altri ad impieghi strutturali o dove sono comunque richiesti requisiti
meccanici più elevati.
Gli impieghi prevalenti del compensato di pioppo si concentrano nel settore dell’arredamento
in senso lato, ma anche in ambiti assai diversi quali l’industria dei trasporti (allestimento di
caravan e componentistica per auto), il settore giocattoli, l’edilizia, gli attrezzi per lo sport
(anime degli sci e così via).
Il pannello è parimenti adatto ad impieghi in sottopavimenti e partizioni e a tutti i settori
applicativi ove esso può esaltare le sue caratteristiche di leggerezza ed economicità.
Il compensato di pioppo italiano è prodotto in conformità alle norme tecniche di settore
vigenti a livello europeo e internazionale.
Per il materiale destinato agli impieghi in cui trova applicazione il Regolamento UE n.
305/2011 sui Prodotti da Costruzione (CPR) che ha sostituito la Direttiva 106/89/CEE, i
principali produttori italiani di compensato di pioppo, anche in virtù di una diffusa adozione di
sistemi di gestione per la qualità certificati ISO 9001, sono in grado di ottemperare alla
marcatura CE nei diversi livelli di attestazione di conformità previsti dalla norma di riferimento
(EN 13986).
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Dimensione dei pannelli
Spessori
Gli spessori sotto indicati sono i più comunemente prodotti. A richiesta alcune ditte producono altri
spessori
Spessori
nominali
3/4/5/6
8/10/12/15
18/20/22
25/28/30
35-40
45
45-50
Numero
minimo
strati
3
5
7
9
11
13
15
Formati
Le dimensioni sotto indicate sono quelle più comunemente prodotte (standard). Altre dimensioni
standard sono prodotte da singole ditte e sono parimenti disponibili pannelli di dimensioni speciali
Lunghezza
(cm)
202
212
212
222
244
244
250
252
252
252
305
305
310
310
313
Larghezza
(cm)
122
172
313
172
122
187
122
153
172
210
122
130
153
210
185
Le tolleranze dimensionali per lunghezza, larghezza, spessore, squadratura e rettilineità dei
bordi sono specificate nella norma UNI EN 315. Per quanto riguarda le deformazioni nel
piano del pannello (perdita di planarità) e le relative tolleranze attualmente non esistono
norme di riferimento.
Umidità
L’umidità del compensato di pioppo si determina in conformità alla norma UNI EN 322. Il suo
valore finale dipende dall’impiego previsto per il pannello. Al momento della produzione
l’umidità media del pannello è generalmente compresa tra l’8 e il 12%; tale valore tuttavia può
subire variazioni durante il trasporto o il successivo stoccaggio, in funzione delle condizioni
ambientali.
Rilascio di formaldeide
La formaldeide rientra nella composizione dei più comuni sistemi adesivi usati nel settore.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha fissato la concentrazione di 0,1 mg/m3 di
formaldeide quale limite di qualità dell’aria degli spazi abitativi. Di conseguenza, in molti Stati
europei è considerata ammissibile una concentrazione di formaldeide non superiore a 0,124
milligrammi per m3 (0,10 ppm).
Nel nostro Paese, il recente Decreto Legge del Ministero della Salute e delle Politiche Sociali
del 10 ottobre 2008 – “Disposizioni atte a regolamentare l'emissione di aldeide formica da
pannelli a base di legno e manufatti con essi realizzati in ambienti di vita e soggiorno” ha
stabilito prescrizioni sulla fabbricazione, l'importazione e l'immissione in commercio di pannelli
a base di legno e loro derivati, sia sotto forma di semilavorati che di prodotti finiti, contenenti
formaldeide.
Tali materiali non possono essere immessi in commercio se la concentrazione di equilibrio di
formaldeide che essi provocano nell'aria dell'ambiente di prova supera il valore di 0,1 ppm.
I produttori sono pertanto obbligati ad effettuare un controllo in fabbrica e ad eseguire prove
annuali al fine di verificare la riproducibilità e l’affidabilità dei loro processi di incollaggio.
Tutti i pannelli immessi sul mercato devono essere accompagnati da una dichiarazione di
conformità ai valori limite, predisposta da ogni componente della filiera commerciale ad ogni
cambiamento del manufatto che comporti potenziale aggiunta di formaldeide.
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L’industria nazionale di compensato di pioppo si è prontamente allineata ai requisiti della
normativa vigente e la sua produzione rientra da tempo nella Classe E1 di emissione.
Molti fabbricanti sono inoltre in grado di realizzare pannelli che soddisfano limiti di emissione
di formaldeide ancora più severi (ad es. F**** per il Giappone o il CARB per la California ed
E1 PLUS).
Conservazione e immagazzinamento
Come il legno massiccio, anche il compensato di pioppo è un materiale igroscopico che
possiede la capacità di scambiare umidità con l’atmosfera circostante e di trattenerla sotto
forma liquida o di vapore acqueo.
Il compensato di pioppo conserva nel tempo stabilità e planarità se correttamente stoccato e
accatastato in posizione orizzontale, non sottoposto a sbalzi di temperatura e di umidità.
L’esposizione ai raggi solari può determinare l’ingiallimento delle parti esposte e una
riduzione delle sue caratteristiche prestazionali.
Nello stoccaggio dei pannelli i singoli listelli distanziatori devono avere uno spessore
omogeneo ed essere collocati ad una distanza non superiore agli 80 cm per pannelli di
spessore maggiore di 15 mm e con un posizionamento più ravvicinato per pannelli più sottili.
Modalità di accatastamento e conservazione: il mancato allineamento verticale dei listelli
distanziatori (immagine a sinistra) può essere causa di deformazioni permanenti che
possono essere evitate con un più attento posizionamento degli stessi.
Per ulteriori informazioni consultare il sito www.federlegno.it/assopannelli
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