La Puma passa alla Bradbury e riapre
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La Puma passa alla Bradbury e riapre
La Puma passa alla Bradbury e riapre Professionalità e competenza convincono gli americani a investire a Tribano assumendo i lavoratori in cassa integrazione di Nicola Stievano 1 TRIBANO Gli americani salvano le Industrie Pu.ma, assumono alcuni dei lavoratori in cassa integrazione e fanno ripartire la produzione. A tre mesi dal fallimento, l'azienda torna in attività su iniziativa della statunitense Bradbury, colosso della metallurgia da 600 dipendenti e 130 milioni di dollari fatturato, presente in 12 Paesi nei cinque continenti. Al termine di settimane di trattativa con i curatori fallimentari della Puma, la Provincia e i sindacati, gli americani hanno assunto i primi 24 dipendenti rimasti senza lavoro, con l'impegno di inserirne in organico altri 33 prima della fine dell'anno. Lo stabilimento di viale Germania diventa così il quartier generale della Bradbury Group Italy e riprenderà la progettazione e costruzione della macchine per pannelli isolanti che hanno fatto conoscere la Pu.ma in tutto il mondo. Se da qui al 2015 gli affari andranno bene, ci sarà la possibilità di procedere con altre assunzioni, sempre attingendo fra gli ex lavoratori della Pu. ma. Ad annunciarlo è il numero uno della Bradbury Group, David Cox, arrivato dal Kansas in Italia per seguire la nascita della nuova filiale. «Nel 2009 abbiamo avuto l'occasione di Da sinistra David Cox, Tony Green e Michele Pivotti. In alto i partecipanti alla presentazione dell'operazione conoscere l'azienda» spiega Cox «e di collaborare insieme a tre progetti in Nord America con reciproca soddisfazione. Siamo pienamente consapevoli della tecnologia avanzata della Puma nei sistemi di produzione di pannelli coibentati in poliuretano, un prodotto che conoscerà un ulteriore sviluppo sia per l'impiego sempre più ampio che per l'efficienza termica e i benefici ambientali che ne derivano ». Ad occuparsi dello stabilimento di Tribano sarà Tony Green, nominato presidente della Bradbury Italia dopo aver seguito per 18 anni la filiale inglese . «Useremo il patrimonio conoscitivo e di qualità di Pu.ma» continua Cox «insieme al personale altamente qualificato e competente dell' azienda per continuare la tradizione da leader mondiale nella tecnologia della produ- Bianchi zione di pannelli isolanti». L'investimento della Bradbury per l'acquisizione dello stabilimento di Tribano e la ripresa della produzione è superiore agli 8 milioni di giuro. «Dopo il fallimento delle Industrie Pu.ma» spiega Massimiliano Barison, assessore provinciale al Lavoro, che ha seguito passo passo la delicata trattativa «ci siamo trovati diverse manifestazioni d'interesse, tra le quali la pro- posta di Bradbury, che abbiamo approfondito coinvolgendo anche i lavoratori. Il risultato positivo raggiunto va in controtendenza e dimostra che in Italia è ancora possibile investire e produrre, creando lavoro». Il curatore fallimentare Michele Pivotti aggiunge che la scelta è caduta sulla multinazionale americana perché «ha dimostrato di avere un piano industriale orientato alla ripresa dell'occupazione». Un aspetto sottolineato anche dai sindacati. «La Bradbury ci ha parlato di lavoro e non di operazioni finanziarie» sottolinea Alessandro Barbiero della Fim Cisl «e questa attenzione ha convito i dipendenti a sottoscrivere l'accordo, accettando anche condizioni salariali diverse, perché l'azienda riconosce la professionalità dei lavoratori». CCRIPRODi1ZIONE RISERVATA W-A Nata dall'intraprendenza di un operaio Per venticinque anni la Pu.ma è stata una delle aziende simbolo del "miracolo del Nordest", nata dall'intuizione di un operaio metalmeccanico e arrivata a contare 200 dipendenti e un fatturato da decine di milioni di euro , oltre ai duecento addetti impegnati nell'indotto . Era il 1988 quando Giorgio Giraldo, tornitore, fondò l 'azienda per costruire macchine perla lavorazione di materie plastiche. Erano gli anni del boom dellacalzatura e servivano gli strumenti per produrre scarpe e suole. Nel 1991 la svolta che lanciò la Pu.ma verso i mercati esteri, la costruzione del primo impianto perla produzione di pannelli isolanti sandwich con la schiuma poliuretanica rigida. I guai iniziarono allafine del 2012 , con una pesante crisi di liquidità che portò alla progressiva paralisi della produzione, nonostante le commesse non mancassero. Nella primavera del 2013 la situazione si complicò con l'inchiesta della magistratura sulla distrazione di capitali dell'azienda da parte della proprietà in qualche paradiso fiscale. Naufragate tutte le trattative con le banche per ridare liquidità, lo scorso autunno le industrie Pu.ma e tutte le società controllate fallirono, lasciando per strada un centinaio di lavoratori . (n.s.)