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DIZIO NARIO BIOGRA FICO GAR DONESE A GIUSEPPE AGOGERI 1897 GRAZIELLA AJMONE 1912 LUIGI AJMONE 1882 ANGELO ARINI 1917 ACHILLE ARNABOLDI 1886 ENRICO ARNABOLDI 1901 GUGLIELMO ARNABOLDI 1889 B ANGELO BAGLIONI 1899 BAIGUERA CRESCENZIO 1822 p. BONIFACIO BANZOLI Sec. XVII don LUIGI BARBERA 1878 VAINER BARBI 1914 OSCAR BARBIERI 1925 p. ANTONIO BECCALOSSI 1739 GIUSEPPE BECCALOSSI 1747 don IGNAZIO BECCALOSSI 1706 GIOVANNI BATTISTA BELLERI 1896 GIUSEPPE BELLERI 1885 LORENZO GIOVANNI BELLERI 1891 LUIGI BELLERI 1926 MARTINO BELLERI 1922 PIETRO BELLERI 1898 SIMONE BELTRAMI 1877 CARLO BERETTA 1908 Mons. FELICE BERETTA 1890 don FRANCESCO BERETTA 1807 GIUSEPPE ANTONIO BERETTA 1840 PIERGIUSEPPE BERETTA 1906 PIETRO BERETTA 1870 PIETRO ANTONIO BERETTA 1791 GIACOMO BERIOLA 1917 CARLO BRUNO BERNARDELLI 1919 GIULIO BERNARDELLI 1872 PIETRO BERNARDELLI 1861 PIETRO BERNARDELLI 1908 VINCENZO BERNARDELLI 1812 VINCENZO BERNARDELLI 1897 GIOVANNI ALDO BERTAGNA 1920 FAUSTINO CARLO BERTUZZI 1916 GIACOMO BERTUZZI 1918 AMALIA BIANCHI 1909 AMEDEO BONARDI 1892 ALESSANDRO BONINCONTRO 1890 PIETRO BONSI 1894 UMBERTO BONSI 1924 ANGELO BOSIO 1898 BATTISTA BOSIO 1890 don AGOSTINO BOTTI 1897 GIUSEPPE BREGOLI 1900 ANGELO BRIGNOLI 1921 PIETRO BATTISTA BRIGNOLI 1923 C MATTEO CABONA 1898 PIETRO CALLIANI Sec. XVI-XVII don EDOARDO CAMPLANI 1879 PIETRO CASARI 1890 ANGELO CASTELNOVO 1922 GIAN PIETRO CAZZAGO 1943 CANDIDO CEDONI 1920 STEFANO CHIMINA 1851 APOLLONIO CHINELLI Sec. XV APOLLONIO CHINELLI Sec. XVII GIUSEPPE CHINELLI Sec. XVII LORENZO CHINELLI Sec. XVII PAOLO CHINELLI Sec. XVI TERESA CHINELLI 1844 TOMMASO CHINELLI Sec. XVII FRANCESCO CINELLI 1914 PIETRO COCCOLI 1894 GIOVANNI BATTISTA COGOLI 1892 CARLO COMBINI 1889 LAZARINO COMINAZZO Sec. XVII SAVERIO CONSOLI 1890 DEMETRIO CONTRINI 1895 ARIDE CORBELLINI 1915 GIOVANNI CORRIDORI 1864 BORTOLO COTELLI 1881 D ARTURO DAFFINI 1914 GIOVANNI DAFFINI 1918 FERDINANDO DAMIANI 1891 GIOCONDO DAVID 1921 EGIGIO DE CURSU 1879 ISIDORO DONINI 1891 GUERINO DORA 1917 E VINCENZO ENTRATA 1920 GUIDO ERCOLE 1897 F GIOVANBATTISTA FACCHETTI 1841 ANNIBALE FADA 1926 MARIA FEDERICI 1908 Don GIUSEPPE A. FERRARI 1759 SPERANDIO FIORI 1895 GIACOMO FOCCOLI 1850 GIUSEPPE FOCCOLI 1877 don MARIO FOCCOLI 1914 UGO FOCCOLI 1903 EMILIO FONTANA 1916 ANGELO FORMENTI 1879 ANGELO FRANZINI 1870 ANTONIO FRANZINI 1809 CLATEO GRAZIADIO FRANZINI 1787 GIUSEPPE FRANZINI 1831 don GIUSEPPE FRANZINI 1836 GRAZIADIO FRANZINI Sec. XVI LODOVICO FRANZINI 1752 MAFFEO FRANZINI 1792 p. MAFFEO FRANZINI 1857 don PIETRO FRANZINI 1726 G GIUSEPPE GAGGIA 1918 VLADIMIRO PARIDE GALLO 1919 CARLO GAMBA 1915 GIOVANNI B. GARDONCINI 1826 GIOVANNI B. GARDONCINI 1895 VITTORIO E. GARDONCINI 1859 NATALINO GARES 1919 SILVIO GATTAMELATA 1863 FRANCESCO GAZZAROLI 1926 NATALE GHIDINI 1894 PLINIO GILARDONI 1878 GIRARDELLO DA GARDONE Sec. XV ANGELO GITTI 1908 UMBERTO GITTI 1886 GIOVANNI BATTISTA GOTTARDI 1907 ANGELO GRAZIOLI 1921 PIETRO GUALA 1864 BATTISTA LUIGI GUERINI 1915 GIOVANNI GUERINI 1911 FRANCESCO A. GULMINELLI 1920 L FAUSTINO LANCELLOTTI 1893 BATTISTA LEALI 1889 CARLO LECHI 1915 VITTORIO LOMBARDI 1893 M CARLO MANESSI 1894 STEFANO MAROCCHI 1905 GIUSEPPE MASETTI 1892 ANDREA ANNIBALE MAZZELLI 1896 ANGELO SANTO MENSI 1893 GIOVANNI MENSI 1898 BATTISTA MILESI 1897 PIETRO MILESI 1915 GIUSEPPE MORETTA 1888 CARLO MORETTI 1882 CESARE MORETTI 1890 FRANCESCO MORETTI 1927 GIOVANNI MARIA MORETTI 1822 GIUSEPPE MORETTI 1844 LUIGI MORETTI 1798 MARIA MORETTI BERETTA 1879 PAOLO MORETTI 1877 GIOVANNI BATTISTA MOZZONI 1894 GIUSEPPE MOZZONI 1887 GIOVANNI MARIA MUTTI 1839 GIUSEPPE MUTTI 1893 N ANTONIO NODARI 1903 P don LUIGI PANELLI 1885 FAUSTINO PAROLA 1922 FRANCESCO PAROLA 1913 don PROSPERO PEDERSOLI 1895 GIUSEPPE PEDRETTI 1919 MAFFEO PEDRETTI 1921 ALESSIO GIUSEPPE PERUCHETTI 1907 GIUSEPPE PERUCHETTI 1848 ANGELO PINTOSSI 1897 ANGELO PINTOSSI 1920 don GIUSEPPE PINTOSSI 1914 GIUSEPPE PINTOSSI 1920 MARCO PINTOSSI 1911 don PIETRO PLEBANI 1914 CESARINO PODESTINI 1916 ANGELO POLI 1896 BATTISTA GIULIO POLI 1919 CESARE POLI 1919 GIOVANNI ANGELO POLI 1897 LORENZO POLI 1900 MARIO POLI 1915 PAOLO POLI 1908 GIULIO PORTERI 1924 ANGELO PRANDELLI 1914 ALBERTO PREABIANCA 1918 R don ANGELO RACCAGNI 1892 CESARE RAPETTI 1844 don PIETRO RINALDINI 1912 s. BARTOLOMEA RIZZINI 1933 don GASPARE RIZZINI Sec. XVII don GIUSEPPE RIZZINI 1893 GRAZIANO RIZZINI 1950 p. MARIO RIZZINI ROBERTO RIZZINI 1938 1920 FRANCESCO ROSSI 1910 S CARLO SABATTI 1872 GIOVANNI SABATTI 1839 GIOVANNI SABATTI 1897 p. GIUSEPPE SABATTI 1905 GIUSEPPE ANTONIO SABATTI 1757 PIETRO GIACOMO SABATTI 1847 ROSOLINO SABATTI 1916 don SEVERINO SABATTI 1887 SILVIO SABATTI 1887 MARIO SALA 1916 ARTURO REMO SALERI 1915 PIETRO SALVINELLI 1896 DOMENICO SALZA 1925 ATTILIO SANDRINI 1922 GIOVANNI ERNESTO SANTONI 1889 PIETRO SARTORI 1907 BERNARDO SELVA 1883 ALBERTO SIGURTA’ 1920 ANDREA SOSTA 1915 T ABRAMO ISACCO TANFOGLIO 1882 GIORGIO TANFOGLIO 1897 GIUSEPPE TANFOGLIO 1825 EDOARDO TARICCO 1874 BIAGIO TELO’ 1917 DOMENICO TONINI 1828 GIACOMO TORCOLI 1918 p. ONORIO TOSINI 1919 V DOMENICO VERA 1896 Z GIOVANNI BATTISTA ZAMBELLI 1897 ANDREA ZAMBONARDI 1875 don ANTONIO ZAMBONARDI 1873 CARLO ZAMBONARDI 1831 Mons. GIUSEPPE ZAMBONARDI 1884 GIUSEPPE ZAMBONARDI 1912 LUIGI ZAMBONARDI 1893 don ENRICO ZANETTI 1915 EVARISTO ZANETTI 1894 Mons. GIUSEPPE ZANETTI 1888 DIONISIO ZATTI 1837 GIOVANNI ZILIANI 1909 EGIDIO ZOLI 1917 FRANCESCO ZUBANI 1894 don EVARISTO ZUBBIANI 1922 GIRARDELLO DA GARDONE (sec. XV) Condottiero bresciano, nativo di Gardone, militò sotto le bandiere venete e tentò inutilmente di aiutare Asola assediata, dal Duca di Calabria nell’ottobre del 1483. ------------------Note bibl.: Storia di Brescia v. 2. p. 188 APOLLONIO CHINELLI (Sec. XV) Opera come armaiolo in Gardone come si apprende da una sua lettera autografa in data 19 giugno 1583. Nel 1591 riceve in appalto per sette anni, unitamente ad Antonio Carrara, il “fondaco delle armi” di Brescia. Favorisce vistosamente alcuni maestri gardonesi costringendone altri alla fame. Le proteste delle maestranze fanno dichiarare decaduto il suo contratto (1597). Nel 1594 fornisce gli armamenti per le cernide ed i moschettoni occorrenti alle ordinanze venete. Viene bandito tra il 1630 ed il 1635 con i fratelli Andrea e Vincenzo e quindi graziato con sentenza del provveditore di Terraferma Alvise Zorzi. -------------------Note Bibl.: P. Bolognini Enciclopedia gardonese v. 2 s. voce APOLLONIO CHINELLI (Sec. XVII-XVIII) Nel 1721 fa costruire in località Anveno, nel complesso della Palazzina l’oratorio titolato alla Beata Vergine Madre di Dio ottenendone licenza con ducale del 29 marzo 1721. -----------------Note Bibl.: P. Bolognini Enciclopedia gardonese v. 2 sub voce GIUSEPPE CHINELLI (Sec. XVII) Notaio gardonese, nel 1623 roga l’atto con il quale 25 maestri e cinque mercanti delegano Francesco Acquisti a rappresentarli a Venezia. Viene ucciso il 21 luglio del 1630 su mandato della famiglia Rampinelli in un agguato che è triste espressione delle lotte fra le fazioni gardonesi. Il Chinelli è considerato tra le maggiori personalità del paese e ricopre l’alto incarico di Alfiere generale delle Ordinanze delle Tre Valli. ------------------Note bibl..: P. Bolognini Enciclopedia gardonese v. 2. sub voce LORENZO CHINELLI (sec. XVII) E’ capo maestro gardonese, appartenente alla nota famiglia. Nel 1643, secondo una lettera inviata dai Rettori al Senato, è attivo con 1 fuoco, 2 maestri e 4 lavoranti. Con il fratello Ottavio produrrà anche pezzi di artiglieria. Sarà titolare dell’appalto del Senato Veneto per fabbricare bombe e, unitamente ad Agostino Rampinelli, della fornitura di 250.000 libbre di proiettili annui per cinque anni. Nonostante i ripetuti tentativi d’accordarsi con i Rampinelli, la sera del 18 febbraio 1661 viene ferito da archibugiate che gli vengono sparate in un agguato organizzato dalla famiglia avversaria. -----------------Note bibl.: P. Bolognini Enciclopedia gardonese v. 2 sub voce PAOLO CHINELLI (sec. XVI-XVII) Maestro gardonese nel 1615 ottiene un vitalizio di 5 ducati al mese dalla Serenissima per il brevetto di un nuovo moschetto. Dopo aver effettuato forniture al Duca di Mantova e al papa Urbano VIII, nel 162°, espatria per Milano dove inizia l’attività di una fabbrica d’armi. Progetta e costruisce un cannoncino che viene provato con lusinghieri risultati nel poligono del Castello di Brescia. Dal 1632 al 1635 rifornisce di moschetti e spingarde il Duca Amedeo I di Savoia. Nel 1638 torna a Gardone dove, prima di accettare nuove offerte da parte milanese, dichiara la sua disponibilità a lavorare nuovamente per Venezia. Concluso l’accordo, idea e produce nuovi tipi di moschetto e appresta notevoli perfezionamenti per le artiglierie navali venete. Realizza infatti nel 1641 una nuova forma d’artiglieria più corta e più leggera…. Poco più di un terzo dell’ordinaria… per le galeazze, galere e vascelli tondi… per prova della quale costruì a sue spese un falconetto….. Nel 1643, a riconoscimento dei suoi meriti, gli viene assegnata dal Senato veneto una pensione per i risultati ottenuti con la sua attività. -----------------Note bibl.: P. Bolognini Enciclopedia gardonese v. 2 sub voce LAZARINO COMINAZZO (Gardone, ? – 1641) Nel 1632 rientra a Gardone per la revoca dei bandi dopo l’ecatombe provocata dalla pestilenza del 1630-31. Viene ucciso da Angelo Chinelli la sera del 21 agosto 1641 mentre è affacciato al balcone della sua abitazione. Il Cominassi era ritenuto dal Chinelli tra i responsabili dell’uccisione della madre avvenuta durante un agguato. Lazzarino, il più noto esponente della dinastia armiera dei Cominassi è da considerarsi il più grande armaiolo gardonese del tempo. Le sue canne, che da lui prendono il nome di lazzarine, hanno fatto assurgere la sua fama, e di conseguenza quella della produzione armiera gardonese, a livello mondiale. Armi di sua produzione sono conservate nei principali musei del mondo. -------------------Note bibl.: Bolognini P. E per queste armi…. In: Comunità - 2002 Trovati F. Chi era Angelo Chinelli GRAZIADIO FRANZINI di Bertolino (sec. XVI) Cittadino gardonese, il 18 aprile del 1570 è arruolato come caporale tra i duecento fanti del capitano bresciano Camillo Ugoni per la guerra di Cipro. La compagnia farà parte del Reggimento bresciano la metà dei cui effettivi perirà nel primo anno di guerra. -------------------Note bibl.: PASERO La partecipazione bresciana alla guerra di Cipro p. BONIFACIO BANZOLI (sec. XVII) Nativo di Gardone, dove venne alla luce agli inizi del sec. XVII, compiuto il regolare ciclo di studi, prese i voti nell’ordine dei Frati di S. Domenico. Divenne quindi lettore di teologia, notaio apostolico ed Inquisitore del S. Ufficio. Fu autore di alcune opere : De moribus ordini fratrum Minorum dissertatio - Sacra istoria canonica, scritto pubblicato nel 1636. -------------------Note bibl.: A. FAPPANI Enciclopedia bresciana v. 1 sub voce PIETRO CALLIANI (sec. XVI-XVII) (detto Il Soldato) Capo della fazione di Gardone di Sopra coinvolta nella faide gardonesi. Responsabile di numerosi disordini, venne ucciso da un sicario veneto. Il suo corpo fu esposto in piazza a Brescia al pubblico ludibrio il 23 marzo 1627 e per comune avvertimento venne poi appeso ad una forca sulla strada che portava a Gardone. La sua morte, seguita a quella di Lazzarino Cominazzo (anche lui impiccato a Brescia nel 1696) portò temporaneamente una relativa tranquillità nelle faide gardonesi. ------------------Note bibl.: FAPPANI A. MORIN-HELD Enciclopedia bresciana v. 2. sub voce Beretta TOMMASO CHINELLI (sec. XVII) (Thomaso) Maestro di canne, forse fratello di Paolo, mentre quest’ultimo operava nel milanese, gestì con successo le fucine di famiglia. Nel 1626 cede la concessione della fabbricazione di moschettoni ai gardonesi Gio. Maria Bertoglio e Francesco Acquisti che negli anni seguenti assumeranno ordini direttamente dall’arsenale di Venezia. Nel 1630 è fra i sottoscrittori gardonesi del voto a S. Carlo. ------------------Note bibl.: P. BOLOGNINI Enciclopedia gardonese v. 2. sub voce don IGNAZIO BECCALOSSI (Gardone, 1706 - ?) E’ sacerdote beneficiario, durante la prepositura di don Baldassare Cattaneo. E’ infatti di sua pertinenza una cappellania lasciatagli dal sig. Benedetto Beccalossi con suo testamento pubblicato nel 1750. Il reddito di cui gode gli deriva dalla metà degli interessi sul capitale legato e ad esso devono corrispondere messe per metà dell’anno. L’altra metà degli interessi è destinato alla gestione della Scuola gratuita per quindici giovani per la quale è impegnato don Paolo Moretti. Gode altresì dei frutti derivanti da un lascito all’altare di San Prospero disposto dal padre Antonio che lo indica nel suo testamento quale amministratore del fondo. Don Ignazio ha altresì incaricato don Stefano Belleri di occuparsi dell’insegnamento ai bambini della quarta classe nella sacrestia della chiesa di San Carlo. -----------------Note bibl.: P. BOLOGNINI Enciclopedia gardonese v. 1. sub voce don GASPARE RIZZINI (Gardone sec. XVII) Sacerdote. Studiava diritto civile e canonico all’Università di Padova, quando, verso il 1660 venne invitato dal suo professore Marchi a seguirlo come segretario a Roma per affrontare delle controversie fra il Vaticano e la casa d’Este. Il Cardinale Rinaldo d’Este prese a prediligerlo e lo fece suo segretario inviandolo come suo incaricato d’affari presso la Corte di Londra e dopo più di vent’anni presso quella di Parigi. Il Rizzini trattò importantissimi affari soddisfacendo il cardinale e le autorità dei paesi stranieri. Alla sua morte lasciò un ingente patrimonio in denaro e in oggetti d’arte. ------------------Note bibl.: A. FAPPANI Enciclopedia bresciana v. 15. sub voce GIUSEPPE ANTONIO SABATTI (Gardone, 1757 – Brescia, 1843) Nasce a Gardone da Giovanni Alessandro e da Agostina. Fin dai suoi primi studi si segnalò per il suo ingegno e la propensione alla matematica, la fisica e la geometria e fu allievo prediletto del matematico Domenico Coccoli. Fu precettore del conte Luigi Mazzucchelli e frequentò i salotti delle contesse Calini ed Uggeri. Nel settembre del 1786 conseguì, dopo aver sostenuto l’esame d’abilitazione a Venezia, il titolo di perito agrimensore per tutto lo stato veneto. Dedicatosi all’ingegneria, per la sua competenza nell’idraulica, venne nominato ingegnere civile. Nel 1794 veniva inquisito per le idee giacobine e nel 1797 entrò a far parte del Governo Provvisorio di Brescia. Chiamato nel novembre 1797 a far parte del Corpo Legislativo della Cisalpina, come presidente del Consiglio degli juniori, non essendo riuscito ad impedire che si introducessero alcune riforme che a lui sembravano lesive della costituzione, rinunciò alla carica ritirandosi a vita privata. Cambiate le cose accettò di far parte del Direttorio e collaborò alla stesura dello Statuto del 2 brumaio, rendendosi benemerito quale soprintendente all’amministrazione militare. Il 15 settembre 1798 venne nominato Commissario straordinario di governo del Dipartimento del Mella e quindi del IV Direttorio esecutivo, incarico revocato poco dopo. Al ritorno dei francesi, venne chiamato il 9 giugno 1800 a far parte del Governo Provvisorio ed il 3 luglio venne nominato commissario del potere esecutivo della provincia di Brescia. Nel 1801 venne nominato governatore di Bologna. Durante la Repubblica d’Italia, nel maggio 1802, venne nominato membro della contabilità nazionale e ne divenne poi regio commissario nel 1806 quando fu creato anche cavaliere della Corona Ferrea. Nel 1812 fu nominato presidente di sezione alla Corte dei Conti e per premiarlo dei servizi resi Napoleone lo insignì del titolo di barone. Durante la restaurazione ricoprì a Brescia cariche secondarie. Vicepresidente dell’Ateneo dal 1821 al 1843 fu autore di numerosi saggi tesi a favorire il progresso economico e specialmente agricolo del territorio. La sua fama è affidata però al “Quadro statistico del Dipartimento del Mella” pubblicato nel 1807. Fu promotore degli scavi archeologici a Brescia e dell’illustrazione del Museo e fu presidente della fabbrica del Duomo Nuovo. Non gli mancò la fortuna economica che gli consentì di acquistare a Brescia il palazzo dei Bonicelli che poi passò in altre mani. -------------------Note bibl.: A. FAPPANI Enciclopedia bresciana v. 15. sub voce don PIETRO FRANZINI (Gardone, 1726-Borgonato, 1806) Nativo di Gardone e discendente dalla nota famiglia, dopo aver ottenuto i voti, fu nominato curato a Provezze e quindi a Borgonato di Franciacorta dove seppe distinguersi per pietà e carità verso i poveri. Ultimò la fabbrica e la decorazione della chiesa parrocchiale e, alla sua morte, venne sepolto davanti al presbiterio. La sua sepoltura è segnalata da un’elegante iscrizione del Morcelli. -------------------Note bibl.: P. BOLOGNINI A. FAPPANI I Franzini di Gardone Enciclopedia bresciana. v. 6. sub voce p. ANTONIO BECCALOSSI (Gardone, 1739-1795) Padre Antonio Beccalossi nacque a Gardone nel 1739 da Lelio e Anna Maria Capitanio, erede di una ricca famiglia la cui avita dimora resta ancora a testimonianza degli antichi splendori nelle vicinanze di piazza S. Marco. Giovanissimo entrò nella Congregazione dei Filippini di Verona, città in cui ricevette l’ordinazione sacerdotale. Purtroppo una salute malferma, minacciata da frequenti sbocchi di sangue lo costrinse al ritorno fra le mura natali. Gli anni seguenti, caratterizzati da un fecondo riposo, videro padre Antonio, costantemente in abito oratoriano, divenire esempio di pietà, solidarietà e beneficenza. Confratello della Scuola di S. Carlo, primicerio della Confraternita di S. Rocco, eresse a sue spese nell’omonima alpestre chiesetta il pregevole altare barocco. Nel 1768 ottenne dal Comune di staccare l’affresco seicentesco della Vergine dipinto che ornava la loggetta a due arcate che originariamente ingentiliva la facciata della parrocchiale di S. Marco sul lato di via S. Rocco e della quale si è trovato traccia nel corso degli ultimi restauri. Il 29 aprile del 1768 con solenni cerimonie l’affresco venne trasferito nell’oratorio di S. Rocco che divenne da quella data il Santuario della Madonna del Popolo, titolazione che ricordava la venerata immagine della cattedrale di Verona. La dote che più caratterizzò padre Beccalossi fu, senza dubbio, la carità che lo animò nel 1782 ( in occasione di una delle ricorrenti crisi produttive della Valle) a soccorrere i bisognosi ed a fondare, precorrendo i tempi, una scuola per le fanciulle. Gli scomparve in questi anni, in seguito ad un voto a S. Filippo Neri, la balbuzie che l’aveva afflitto sin dalla più tenera età e l’avvenimento fu presagio del suo futuro apostolato. Nel 1783 fu uditore del celebre missionario don Bartolomeo Del Monte che predicava le Missioni a Palazzolo. Il predicatore ed i suoi compagni impressionati dal contegno e dalla preparazione di padre Antonio, lo convinsero a dedicarsi alla predicazione. Padre Beccalossi si presentò dapprima a Manerbio e Gambara e visitò quindi tutti i paesi della diocesi spingendosi poi in Valtellina, nei Grigioni ed in altri paesi della Svizzera. Ritornato in Italia salì i pulpiti delle più importanti città fino a giungere a Roma dove ricevette, per il suo ministero, l’approvazione ed il consenso da Pio VI. La grande fama raggiunta da padre Antonio viene ulteriormente enfatizzata dalla difficoltà dei viaggi e delle comunicazioni del tempo che non agevolavano certo la presenza e la conoscenza . Aiutato da una statura imponente, da un comportamento raccolto, da un’aria devota e da gesti misurati che rendevano penetranti le sue parole, con una voce nitida e sonora, si faceva udire in ampli spazi suscitando nelle coscienze, secondo quanto viene riferito dai testimoni, agitazione e tumulto. In provincia il numero dei suoi uditori saliva a migliaia di persone e molti attendevano giorni per avere il suo consiglio e per potersi liberare davanti a lui e a Dio delle proprie colpe. Le folle che assistevano ai suoi sermoni e le numerose ore di confessionale (anche 9-10 al giorno) gli valsero il titolo di Missionario Apostolico. Molti prelati gli dimostrarono una devota amicizia ed alcuni furono suoi ospiti in Gardone. La morte lo colse nel suo paese natale il 30 novembre 1795 all’età di 56 anni. Il suo funerale fu un’apoteosi alla maniera del tempo. Parato a messa, col calice in mano, sistemato su una sedia barocca, dono della sua famiglia alla chiesa parrocchiale, fu portato per le vie del paese tra due ali di folla fittissima e convenuta da tutta la Valle. La sua salma restò esposta sul palco solenne per tre giorni. La sepoltura gli fu data, di notte, a porte chiuse onde evitare il tumulto di popolo, ai piedi del presbiterio nella parrocchiale di S. Marco e la sua tomba divenne meta di un continuo pellegrinaggio. A sua perenne memoria, nella sagrestia furono collocati un suo ritratto ( ora in S. Carlo) ed un busto in marmo. In seguito a lavori di restauro le sue spoglie furono poi tumulate nel cimitero gardonese, nell’ala riservata ai sacerdoti. L’orazione funebre recitata per le esequie celebrate a Gardone fu pubblicata a Brescia nel 1796. -------------------Note bibl.: P. BOLOGNINI Padre Antonio Beccalossi in: Incontro…… A. FAPPANI Enciclopedia bresciana v. 1. sub voce GIUSEPPE BECCALOSSI (Gardone,1747 – Brescia,1816) Nasce a Gardone il 5 aprile 1747 e si laurea in legge a Padova nell’agosto del 1771. Copre la funzione di Nunzio della Valtrompia a Venezia essendo incluso, il 25 luglio 1775, nel numero degli avvocati. Conquistato dalle idee giacobine pare fosse adepto di una associazione segreta. Il 24 marzo 1797, dopo il pronunciamento rivoluzionario entrò a far parte del Comitato di Vigilanza e Polizia. Salì quindi in Valtrompia, fino a Brozzo, ed in Valsabbia per convincere i valligiani ad accettare il nuovo stato di cose. Nel giugno del 1797 fu a Milano presso il Bonaparte e nel luglio partecipò al Congresso di Bassano. Fece poi parte del Consiglio dei Seniori stabilendosi a Milano. Destituito per la coerenza ed il coraggio delle sue idee nel 1798 ritornò in auge con la II Cisalpina. Nel 1806 fu creato cavaliere della Corona Di Ferro e l’11 gennaio venne eletto presidente della Corte d’appello di Brescia ( cui attenevano Bergamo, Mantova, Verona e Trento). Non ottenendo esito positivo la sua candidatura al Senato, venne creato barone del Regno d’Italia, onorificenza che gli fu confermata anche dal governo austriaco. Giurista molto stimato, fu socio di vari Istituti scientifici e nell’Ateneo di Brescia gli fu dedicato un busto opera di P. Marchesi. -------------------Note Bibl.: A. FAPPANI, Enciclopedia bresciana v. 1 sub voce LODOVICO FRANZINI (Gardone, 1752-1800) Assunse fin da giovane la direzione dell’azienda familiare e continuò l’opera paterna nella difesa degli interessi della Fabbrica d’armi di Gardone. Deputato del Corpo della Onoranda Maestranza di canne di Gardone nel 1792 stipula con l’Arsenale di Venezia un contratto per la fornitura di 18.000 canne da costruire in Gardone e consegnare al ritmo di 2400 al mese. Marco Cominassi ci ricorda un’altra commissione collettiva assunta dalla ditta Lodovico Franzini e Beccalossi con il governo spagnolo per la fornitura di 150.000 fucili. Dopo la caduta della Serenissima il Franzini assunse forniture per la Repubblica Cisalpina per 16.000 fucili. A pagamento ebbe alcuni beni appartenuti al Monastero di Santa Giulia nella Bassa Bresciana, una casa in Brescia e fondi vicino agli spalti ed iniziò una trasformazione del patrimonio familiare abbandonando la precarietà derivante dall’industria armiera. Suo erede fu Clateo Graziadio la cui figlia sposò nel 1954 Ludovico Bettoni Cazzago senatore del Regno d’Italia. Fu uomo eminente in Valle: partecipò ai lavori del Corpo Legislativo della Cisalpina e fu tra i pochi a dimettersi dalla carica non accettando la nuova costituzione della Repubblica che la trasformava in un protettorato francese. --------------------Note bibl.: P. BOLOGNINI I Franzini di Gardone, 199 A. FAPPANI Enciclopedia Bresciana, v. 6. sub voce don GIUSEPPE ANTONIO FERRARI (Gardone, 1759-Bedizzole,1842) Nasce a Gardone il 24 settembre 1759. Il padre Giacomo, farmacista, lo lascerà orfano in giovane età sotto la tutela di uno zio. Entrato in seminario si segnala fra i migliori allievi e a 18 anni è mandato dal vescovo Nava a frequentare le lezioni dell’Università di Padova dove il giovane Antonio si laureerà nel 1782 in teologia ed utroque jure. Divenuto sacerdote, dopo aver insegnato per due anni grammatica ai seminaristi del ginnasio, nel 1784 viene nominato parroco di Cesovo da dove passerà nel 1797 curato a Piano di Bovegno. Il 26 ottobre 1802 viene nominato arciprete di Pisogne dove farà il suo ingresso nel febbraio del 1803. Il 3 agosto del 1806 è nominato arciprete a Bedizzole. Sua prima cura pastorale fu il ristabilimento dell’insegnamento catechistico della dottrina cristiana, riordinò l’amministrazione dei legati e della parrocchia, sovvenne con grande carità alle necessità dei poveri specie nei momenti di grave carestia riproponendo infine antiche devozioni e pratiche di culto. Rinomato predicatore di Missioni al popolo, venne nominato nel 1807 protonotario apostolico. Morì nel 1842 e le sue esequie furono trionfali. La sua tomba, eretta nella chiesa di San Rocco divenne meta di continui pellegrinaggi tanto che, nel marzo del 1907, si decise di trasferire la salma nella parrocchiale. -------------------Note bibl. A. FAPPANI Enciclopedia Bresciana v. 5. sub voce CLATEO GRAZIADIO FRANZINI (Gardone,1787-Brescia,1859) Figlio di Lodovico, si laureò in giurisprudenza all’Università di Bologna nel 1807. Nel 1820 dopo aver liquidate le pendenze del governo austriaco con la ditta Franzini, si occupò delle vaste proprietà fondiarie sue e della moglie Carolina Fisogni. Nel 1833 acquistò l’antico palazzo Avogadro in Brescia che seppe far sapientemente restaurare su progetto dell’architetto Donegani. Nel 1848 partecipò alla rivoluzione bresciana e firmò un documento per invitare le forze all’unione e a sostenere il Governo Provvisorio. Comperò quindi il castello di Ognato di Flero un tempo già appartenuto ai Fisogni. Ebbe come unica erede Clara poi sposa del conte Lodovico Bettoni-Cazzago. -------------------Note Bibl.: P.BOLOGNINI I Franzini di Gardone A. FAPPANI Enciclopedia Bresciana v. 6. sub voce PIETRO ANTONIO BERETTA (Gardone, 1791-1853) Nasce a Gardone nel 1791 da Giuseppe Antonio e Maria Pedretti ed è il primo erede della dinastia armiera di cui si conoscano dettagliatamente azioni e comportamenti. Visse nel periodo di transizione tra la dominazione veneta e quella austriaca in anni in cui al protezionismo veneto si sostituiva la fiscale burocrazia austriaca ed in cui era indispensabile la riconquista degli antichi e tradizionali mercati, per lungo tempo trascurati a favore della concorrenza straniera. Acquisite notevoli capacità nella costruzione di canne ad anima liscia per fucili e pistole, seppe comprendere la necessità di espandere il proprio mercato. Dal 1815 iniziò una serie di lunghi viaggi su tutto il territorio nazionale stabilendo contatti con grossisti, fornitori, importatori e venditori al dettaglio, creando una rete commerciale che gli consentì di allargare il proprio raggio d’azione e la propria attività produttiva. Nel 1832 titolò la sua azienda “Fabbrica d’armi Pietro Beretta” denominazione che resta tutt’oggi invariata. Nel 1850, insieme al cugino Lodovico, riacquistò la fucina “dei Manenti” con tutti i suoi edifici , venduta nel 1814 da Antonio Beretta a Giuseppe Guerini, testimoniando consolidate possibilità economiche e lavorative. Alla sua morte, avvenuta nel 1853, il suo consistente patrimonio valutato 27.125 lire del tempo, fra immobili, capitali ed attività, venne affidato fino al raggiungimento della maggiore età (1855) del primo dei suoi quattro figli Giuseppe, al cugino Lodovico che proseguendo il lavoro per una commissione di carabine per il Ducato di Parma, la produzione di sciabole per il Ducato di Modena, la fabbricazione di canne damascate lisce e a torciglione; seppe accrescere ulteriormente quanto gli era stato affidato. -------------------Note bibl.: MORIN M. Beretta, la dinastia industriale più antica del mondo WILSON R.L. Il mondo Beretta : una leggenda internazionale MAFFEO FRANZINI (Gardone,1792- p. 1860) Di Giuseppe e di Elisabetta Cominassi nasce a Gardone il 15 giugno. Armaiolo discendente della nota famiglia, aveva raggiunto una notevole notorietà quando nel 1825, rispondendo alle pressanti richieste del Vicerè d’Egitto tentò di trasferirsi nel paese delle piramidi con altri valenti armaioli per installarvi una fabbrica d’armi. La combriccola fu però fermata a Trieste dagli Austriaci e tutti furono rinviati a Gardone dove i Franzini erano ancora in piena attività con le loro fucine. Maffeo fu attivo patriota e, nel 1848, Vice Presidente della Congregazione Provinciale, durante il Governo Provvisorio. Al ritorno degli austriaci andò esule e fu escluso, per la sua pericolosità, dai vantaggi dell’amnistia. -------------------Note bibl.: P. BOLOGNINI I Franzini di Gardone A. FAPPANI Enciclopedia Bresciana v. 6. sub voce LUIGI MORETTI (Gardone, 1798 – ?) Nasce a Gardone il 17 settembre 1798 da Pietro Paolo e Lucia Laini. Possidente fu sindaco di Gardone dalla fine del 1859 al 31 dicembre 1874, quando gli successe Giovan Battista Guerini. Le linee direttive della sua azione politica si possono desumere dalla Relazione con la quale il 19 aprile 1875 il Moretti rivolse il suo commiato, da sindaco, al Consiglio Comunale. Fedele e tenace sostenitore di Zanardelli, si prefisse il risanamento delle casse comunali e lo sviluppo morale ed economico del paese. Riuscì nei due intenti ma non ottenne la riconferma regia per il sostegno pubblicamente offerto a Zanardelli che il partito moderato in questo periodo andava attaccando con ogni mezzo e con l’appoggio delle burocrazie locali. -------------------Note bibl.: P. BOLOGNINI Valtrompia nella memoria MARCO COMINASSI (Gardone, 1803-1877) Discendente della famiglia dei notissimi armaioli gardonesi, fu armaiolo di talento e quindi cursore di pretura. Patriota ed ottimo cittadino, venne premiato per il salvataggio di due bambini dalle perigliose acque del Mella. Fu raccoglitore di memorie storiche ed archeologiche sulla Valle che riunì in cinque volumi manoscritti passati, alla sua morte, alla Biblioteca Queriniana di Brescia. Raggiunse notorietà nazionale con la pubblicazione del volumetto “Cenni sulla Fabbrica d’armi di Gardone” che gli valse l’invito a numerosi convegni e l’amicizia di vari studiosi del tempo. Nel cimitero gardonese, dove alla morte fu sepolto, è ricordato da una stele a forma di obelisco trifronte che porta una triplice iscrizione: A Marco Cominassi – modesto operaio della Fabbrica d’armi- gli amici // Tutta- la vita- indefesso- nel procurare – utilità- e onore –al – suo paese // La nobiltà – degli – intenti – e l’opera assidua – lo – fecero – maggiore – della nascita – e dell’ingegno //. Si compose un suo epitaffio: Marco Cominassi – Col senno e coll’industria – fu onesto operaio – benemerito cittadino- filantropo – patriota – caro alla sua terra che lo vide nascere – due volte si immerse nelle onde- a salvare i suoi cittadini – studiando con saggi l’industria del suo paese – consolatore confortatore – dei suoi terrazzani –nella sventurata patria. -------------------Note Bibl. : P. Bolognini Valtrompia nella memoria don FRANCESCO BERETTA (Gardone, 1807-1872) Nasce a Gardone nel 1807 e, precoce d’ingegno, ( a nove anni già traduceva dal latino) entra nel seminario bresciano dove apprende anche le lingue greca e tedesca. Ordinato sacerdote, è insegnante nel Ginnasio di Pisogne e nel Seminario di Brescia acquistando notevole fama di filosofo, teologo e letterato. E’ fra i più attivi cospiratori gardonesi nella lotta contro la dominazione austriaca. Le sue idee patriottiche lo spingono a far parte dei comitati libertari e, nel 1849, del Comitato Insurrezionale cittadino per conto del quale si assume il compito di mantenere i contatti con La Valtrompia e la Val Sabbia. Dopo la caduta del Governo Provvisorio, ricercato in ogni dove, dovrà rifugiarsi all’estero. Nel 1847 viene nominato socio dell’Ateneo Bresciano, nel 1858 prevosto di Rovato e nel 1862 abate di Montichiari dove si dedicherà anche allo studio di nuove tecniche di coltivazione da applicare al lavoro agricolo locale. -------------------Note bibl. : P. BOLOGNINI Valtrompia nella memoria A. FAPPANI Enciclopedia Bresciana vol. 1. sub voce ANTONIO FRANZINI (Gardone, 1809-1864) Di Giuseppe ed Elisabetta Cominassi è fratello di Maffeo. Chimico di notevoli capacità e fabbricante d’armi continuò, operando in una grande officina, l’attività di famiglia. Fu patriota, particolarmente attivo, come il fratello, nella rivoluzione del 1848. Dopo il ritorno degli austriaci collaborò con Bortolo Gualla al Comitato insurrezionale dedicandosi al lavoro di collegamento fra gli insorti delle Valli. Fornì polvere da sparo ai ribelli di don Boifava ed arruolò volontari per il Piemonte. Definito dalla polizia occupante come “capo di insorti” lavorò nella preparazione della cacciata degli austriaci. Della sua pregiata produzione restano le testimonianze del Cocchetti che gli fu cognato. Fu premiato all’ Esposizione di Brescia dell’agosto 1857 per la realizzazione di una mirabile spingarda damascata del peso di 47 chilogrammi e con un tiro utile di 500 passi. Ricevette ulteriori riconoscimenti nel 1864 dall’Ateneo di Brescia per la produzione dei primi revolvers bresciani. -------------------Note bibl.: P. BOLOGNINI I Franzini di Gardone A. FAPPANI Enciclopedia Bresciana v. 6. sub voce VINCENZO BERNARDELLI (Gardone, 1812-99) Di Pietro e Lodovica Moretti. Ebbe tre mogli: Maria Bertoletti, Giulia Peli e Costanza Resini. Staccatosi nel 1865 dalle Officine dei Fratelli Franzini di via Umberto I° ( l’odierna via Mazzini) iniziò una propria attività indipendente nell’abitazione di via S. Carlo dando origine e vita a quella che diverrà la VINCENZO BERNARDELLI ARMI . Operò con grande equilibrio e, progredendo continuamente nel lavoro, alla sua morte lasciò i figli Pietro, Lodovico, Antonio e Giulio in una invidiabile situazione economica e produttiva. Era soprannominato “ Basù” non si sa se per la statura o per il tono di voce che caratterizzava il suo parlare. -------------------Note bibl.: N. BERNARDELLI La Campanèla CRESCENZIO BAIGUERA (Gardone,1822-Alcamo,1860) garibaldino dei Mille Da Francesco e Catterina Paris nasce a Gardone il 6 settembre 1822. Operaio negli opifici locali, trentottenne, prende parte, arruolato nella “Quarta Compagnia” all’impresa dei Mille di Garidaldi. Valoroso combattente, per le ferite riportate nella Battaglia di Calatafimi del 15 maggio 1860, muore ad Alcamo (TP) il primo giugno dello stesso anno. Baiguera e Cesare Scaluggia di Villa Carcina furono gli unici due partecipanti trumplini all’eroica impresa garibaldina. La sua morte venne confermata ai familiari con una comunicazione notificata il 9 luglio 1862. La morte e le esequie della “camicia rossa” gardonese furono celebrate con commoventi parole da Cesare Brandi nel suo scritto “ I Mille da Genova a Capua “ dove si legge : Il morto vestito della sua camicia rossa, giaceva sopra il catafalco, in mezzo ad una infinità di grossi ceri; intorno al catafalco stavamo noi e stavano tre o quattrocento siciliani armati, e poi tutti gli uomini e le donne della città, poveri e ricchi”. -------------------Note bibl.: P. BOLOGNINI Valtrompia nella memoria GIOVANNI MARIA MORETTI (Inzino, 1822-Gardone, 1901) Nasce da Giuseppe e Giulia Piardi l’11 gennaio 1822. Di modesta condizione, fu abile costruttore di armi. Patriota nel 1848 disertava dall’esercito austriaco sottraondosi alle ricerche della polizia. Fu fra i fondatori della Società Operaia di Gardo ne. Coniugato con Domenica Franzoni con uno strenuo impegno riuscì a creare una ottima posizione ai figli Pio (avvocato) e Francesco (geometra) mentre la figlia Dorina andò sposa a Ferdinando Zanardelli. -------------------Note bibl.: A. FAPPANI Enciclopedia bresciana v. 9. sub voce GARDONE 1875 relazione del sindaco Luigi Moretti GIUSEPPE TANFOGLIO (Magno, 1825-1903) Figlio di Angelo e Maddalena Sabatti, ebbe due fratelli: Matteo e don Antonio. Possidente, dotato di ingenti mezzi economici, lavorava personalmente alcuni dei suoi terreni. Non essendo sposato, alla sua morte, lasciò erede di ogni sua sostanza il Comune di Magno vincolandolo a precisi legati in base ai quali destinava alle giovani o vedove povere e di buoni costumi, che intendessero maritarsi una dote di 100 lire e alle donne che allattavano la propria creatura un sussidio di baliatico per dieci mesi. Destinò inoltre al comune sue terre e cascine per un valore stimato in più di 5.000 lire. I legati, animati da un profondo spirito umanitario, si prefiggevano, nel cuore dell’anziano testatore, d’aiutare la formazione e la sopravvivenza di nuove famiglie ed il progredire della propria comunità. -------------------Note bibl.: Antologia gardonese GIOVANNI BATTISTA GARDONCINI (Gardone, 1826-97) Figlio di Francesco, iniziò verso il 1870 l’attività di una delle più longeve aziende armiere inzinesi. Fu assessore comunale, consigliere del comune di Inzino e presidente della Società Operaia Trumplina. Alla sua morte la ditta passò nelle mani del figlio Vittorio Emanuele. L’epigrafe tombale lo ricorda come “uomo laborioso, con rara abilità le industrie locali potentemente promosse, dando perenne lavoro a molti operai ed occupando le prime cariche del Comune con decoro e giustizia”. ------------------Note bibl.: ABBIATICO M. Questa nostra gente op. cit. DOMENICO TONINI (Inzino, 1828-1917) Nasce ad Inzino il 16 luglio 1828. Dopo aver frequentato le prime due classi delle scuole elementari nel paese d’origine si trasferisce prima ad Iseo e poi a Clusone dove impara il mestiere del calzolaio. Uomo di ingegno pronto e vivace, con un grande impegno d’autodidatta si forma una solida cultura, rafforzando le sue convinzioni religiose. Arruolato, per otto anni è soldato a Vienna, Praga e Linz. Nel 1852 si sposa a Venezia e quindi ritorna al paese natale. In paese, come nel resto della Valle, si ritrova nel clima di assoluto dominio zanardelliano e si oppone al potere liberale con il suo impegno per la dottrina cristiana e per l’associazionismo cattolico : confraternite, terziari francescani, oratori ecc. partecipando nel contempo in modo molto attivo al movimento catechistico diocesano. E’ tra i primi trumplini ad offrire il suo impegno per la nascita del movimento cattolico in Valle sulle orme di don Arcangelo Saleri ed a sostenere lo sviluppo delle Società operaie, dei comitati cattolici e delle sezioni giovanili cristiane. Dal 1894 al 1914 è sindaco di Inzino e come tale nel 1900 viene processato per aver consentito ( più o meno direttamente) la distruzione di una lapide patriottica durante i lavori di ristrutturazione edilizia di un fabbricato. Viene , a furor di popolo, assolto e reintegrato nel mandato: muore in Inzino il 31 gennaio 1917. ------------------Note bibl.: BONETTI-PAGANI Il movimento operaio in Valtrompia P. BOLOGNINI Valtrompia nella memoria GIUSEPPE FRANZINI (Gardone, 1831- 1906) Di Pietro Paolo ed Angela Ferrari. Commerciante, fu combattente delle Dieci Giornate di Brescia. Partecipò attivamente alla vita pubblica e sociale di Gardone. Fu consigliere ed assessore comunale e presidente della Congregazione di Carità. -----------------Note bibl.: FAPPANI A. Enciclopedia bresciana v. 4. sub voce CARLO ZAMBONARDI (Gardone, 1831- Brescia, 1913) Nel 1859 combattè contro l’Austria. Impiegato all’Arsenale di Gardone V.T. venne trasferito a Venezia perché di ferme convinzioni cattoliche e antizanardelliane. Lavorò con grande energia nel movimento cattolico trumplino e bresciano. -------------------Note bibl.: FAPPANI-CONTI Protagonisti … don GIUSEPPE FRANZINI (Gardone, 1836 – 1905) Nasce a Gardone da Lodovico e Maria Bigotti. Ordinato sacerdote nel 1859 divenne curato a S. Giovanni in città e quindi parroco di Rezzato. Prete dalla formazione e dalle idee liberali fu tra i sottoscrittori dell’ Indirizzo Passaglia e grande sostenitore della politica zanardelliana. -------------------Note bibl.: FAPPANI A. Enciclopedia bresciana v. 4. sub vo DIONISIO ZATTI (Passirano, 1837 – Gardone, 1926) Figlio di Angelo, nobile figura di patriota catturato dopo le gloriose Dieci Giornate e fucilato nel Castello di Brescia, educato nei sani principi di libertà e giustizia, si trasferisce a Gardone come artigiano armaiolo. Dopo essersi coniugato nel 1861 con la giovanissima Caterina Belleri si arruola nelle file garibaldine.Nel 1866 riveste la rossa camicia e combatte valorosamente a Bezzecca dove riporta una ferita ad una gamba. Decorato di medaglia d’argento e di bronzo al valor militare muore, quasi novantenne, a Gardone . -----------------Note bibl.: Trovati-Merlino Ghera ‘na olta Gardù GIOVANNI MARIA MUTTI (Gardone,1839 –1901) Nasce a Gardone il 3 agosto 1839 da Santo e Rosa Casari, erede della agiata famiglia gardonese che ci ha lasciato l’avita dimora a testimonianza della propria condizione. Uomo di grande ingegno e dalle grandi intuizioni dedicò ogni sua energia all’attività industriale. Con il fratello Pietro Angelo trasformò l’antica fucina paterna in un moderno stabilimento per la produzione del filo di ferro e le punte di Parigi. L’opificio, travolto da una delle ricorrenti piene del Mella, viene ricostruito e ceduto, dopo poco, alla ditta Strada che ne affittò poi una parte ai fratelli Redaelli. Occupando una sessantina di operai, sfornava annualmente circa 18 mila quintali di manufatti. Alla cessione della fabbrica il Mutti allestì al Crocevia di Sarezzo, in società con Federico Bragozzi uno stabilimento per la produzione della calce idraulica e del cemento. Divenne quindi a Gardone produttore e distributore dell’energia elettrica per illuminazione. Fedele amico di Zanardelli fu consigliere comunale e provinciale partecipando anche ai moti risorgimentali. -------------------Note bibl.: P. BOLOGNINI Valtrompia nella memoria GIOVANNI SABATTI (Magno,1839-Brescia,1903) Appartenente ad un’antica e agiata famiglia originaria di Magno, visse per lunghi anni a Brescia commerciando di armi. Fu esperto armaiolo. E come espertissimo tiratore partecipò a numerosissime gare. Fece parte della squadra che nel 1887 fu scelta dal Ministero della guerra a rappresentare l’Italia a Ginevra e che nel 1890 conquistò la “Bandiera d’Italia”, il più ambito trofeo nazionale. Nominato cavaliere, fu anche presidente della Società di Tiro a Segno di Brescia. Molto legato al paese d’origine, ove spesso soggiornava, in occasione di un’epidemia, si rese conto della necessità di un acquedotto che venne poi realizzato, con suo lascito testamentario di 10.000 lire. 10.000 lire furono destinate dal Sabatti, anche alla Congregazione di Carità per iniziative a favore dei poveri e a testimonianza dell’amore per la propria comunità. -------------------Note bibl.: Antologia gardo Storia di Brescia v. 3. GIUSEPPE ANTONIO BERETTA (Gardone, 1840-1903) Figlio di Antonio e Catterina Beretta, nasce a Gardone il 27 giugno 1840. Discendente della stirpe armiera, seppe con grande impegno notevolmente infittire e rafforzare la rete di vendita strutturata dal padre. Frequenti furono i suoi viaggi in Italia e all’estero alla ricerca di nuovi mercati e di nuovi sbocchi per la produzione della sua ditta. Ebbe grande merito nell’ideare e nel saper riunire in un’unica industria la fabbricazione completa di un’arma da caccia e sotto la sua guida venne consistentemente privilegiata la produzione di questo tipo di armi. Dai trecentocinquanta pezzi prodotti annualmente nel decennio 1850-60 si passò ai 78.000 nei primi anni del 1880. Giuseppe seppe dare anche un notevole impulso alla compravendita di armi italiane ed estere non di propria produzione. La maggior produzione vide salire notevolmente il numero degli addetti che raggiunse i duecento nel 1881. Tecnico molto esperto, Giuseppe Beretta, grazie ad una continua innovazione tecnica e all’acquisizione di innovazioni ritenute a volte rivoluzionarie, seppe presentare al mercato armi che incontrarono il favore dei compratori anche per le ampie garanzie fornite dal fabbricante che le pubblicizzava, unitamente al lavoro della sua valle, anche con suoi scritti pubblicati su diversi quotidiani nazionali. Rivestì anche incarichi pubblici fra i quali quello di consigliere comunale a Gardone, fu insignito di numerose onorificenze : Cavaliere della Corona d’Italia nel 1893, nel 1903 venne nominato ufficiale del Regio Esercito e negli anni seguenti l’Unità nazionale strinse rapporti di forte amicizia con Giuseppe Zanardelli. -------------------Note bibl.: MORIN M, WILSON R.L. Beretta una dinastia …….. L’impero Beretta GIOVANBATTISTA FACCHETTI (Gardone, 1841-1914) Nato a Gardone V.T. nel 1841 da Giacomo e Margherita Moretti, nel 1859, alla dichiarazione della guerra all’Austria, abbandona il paese e si arruola nelle file piemontesi. Combatte eroicamente, accompagnato dal suo tamburino, nelle giornate di Solferino e S. Martino e viene decorato con medaglia d’argento e di bronzo per il suo comportamento. Rientrato poi in paese, riprende la professione armiera e muore il 30 novembre 1914. -------------------Note bibl.: MERLINO-TROVATI Ghera ‘na olta Gardù CHINELLI TERESA (Gardone, 1844-1915) Discendente dalla nota famiglia gardonese fu maestra benemerita e consacrò per quarant’anni alla scuola le migliori energie della mente e del cuore. Anima profondamente pietosa passò beneficando e chiuse con una morte santa una vita fervorosamente cristiana. -------------------Note bibl.: P. BOLOGNINI Valtrompia nella memoria GIUSEPPE MORETTI (Gardone, 1844 – 1926) Di Carlo e Teodora Fausti nasce a Gardone il 31 ottobre 1844. Fra i personaggi più in vista di Gardone e di simpatie zanardelliane, fu sindaco del comune dal 1° gennaio 1884 sino al luglio del 1914. Di agiate condizioni economiche, durante la prima guerra mondiale diresse i Comitati di preparazione e di assistenza civile. Aderì poi al fascismo. -------------------Note bibl.: A. FAPPANI Eniclopedia bresciana v. 9. sub voce GARDONE 1875, Relazione del sindaco Moretti CESARE RAPETTI (Brescia, 1844- Gardone, 1905) Di famiglia gardonese, nato a Brescia nel 1844 da Andrea e da Maddalena Mattolini fu volontario garibaldino nel 1866 e con la camicia rossa combattè la battaglia di Bezzecca. Ritornato, alla fine della guerra, a Gardone continuò la sua attività di esperto armaiolo e di custode del “Bersai”. Come ci dice la “ Provincia di Brescia” del 3 dicembre 1896, il Rapetti fu inventore di una macchina per pulire i fucili, utilizzati nelle gare di tiro, in tempo brevissimo. L’invenzione collaudata a Gardone venne brevettata e ne fu offerto l’utilizzo a tutte le altre società di tiro. Morì nel marzo del 1905, compianto dalla famiglia e dalla comunità gardonese che gli rivolse l’estremo saluto con un’orazione di Giovanni Corridori. -------------------Note bibl.: P. BOLOGNINI Valtrompia nella memoria PIETRO GIACOMO SABATTI (Magno,1847-1925) Dei “Canèle”. Uomo di grande intelligenza era soprannominato “El Mago”. Fu sindaco, esattore, giudice conciliatore del comune natale, meritandosi il plauso e la riconoscenza di tutta la popolazione per la sua onestà e la sua competenza. Organista nella chiesa parrocchiale di S. Martino, agli inizi del ‘900 si fece costruire dai capimastri Cristini di Marone un grande edificio a due piani in terreno di sua proprietà nel brolo dei Canèle, a sud della piazza di Magno. Fu padre di numerosi figli che svolsero con impegno le loro professioni di fede o di impegno civile. -------------------Note bibl.: A. FAPPANI Enciclopedia bresciana v. 15. sub voce GIUSEPPE PERUCHETTI (Brescia ,1848 - Gardone, 19) Figlio di Carlo e Maria Palazzani , nasce a Brescia. Educato sin da ragazzo agli ideali di libertà e giustizia, appena diciottenne con un gruppetto di giovani gardonesi, lascia casa e lavoro per arruolarsi nelle file garibaldine e combattere a Bezzecca e nelle battaglie della terza guerra d’Indipendenza. Tornato, decorato al valore, al paese natio seppe nel ricordo del grande generale impegnarsi in numerose attività sociali e nella costituzione della Società di Tiro a Segno ( che troverà poi sede nel “Bersai”) che una legge proposta da Garibaldi aveva resa obbligatoria in ogni paese. Il Peruchetti fu tra gli ultimi garibaldini sopravvissuti a Gardone e la sua memoria è ancora tramandata dalla famiglia Peruchetti che lo vide glorioso discendente. -------------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Enciclopedia gardonese, sub voce GIACOMO FOCCOLI (Marcheno, 1850-Gardone, 1925) Per oltre quarantaquattro anni funzionario alla Beretta, nel 1914 ricevette la Medaglia d’oro della Camera di Commercio di Brescia per riconoscimento dei suoi meriti. I suoi interessi si rivolsero anche ai problemi dell’agricoltura e lo videro impegnato anche attraverso la Cattedra Ambulante di Brescia, nel miglioramento delle colture e dei metodi di lavoro. Svolse numerosi incarichi amministrativi e sociali : consigliere comunale, assessore, giudice conciliatore e membro della Commissione Mandamentale delle Imposte di Gardone. Si segnalò per il la sua assiduità nell’assistenza ai combattenti durante il conflitto mondiale 1915-18. ----------------Note bibl.: ABBIATICO M. Fra la mia gente FAPPANI A. Enciclopedia Bresciana v. 4. s.v. STEFANO CHIMINA (Ome, 1851- Gardone, 1927) Nasce ad Ome nel 1851 e si laurea in medicina e chirurgia nel 1877 a Pavia. Inizia la sua professione di medico a Gardone V.T. alle dipendenze del Comune nel 1885. Dal giorno della assunzione la sua vita diventa una missione al servizio della gente di ogni ceto. Nonostante il compenso annuale assegnatogli dal comune non sia rilevante, il dottor Chimina diventa il medico di tutti gli inzinesi e di tutti i gardonesi e non rare sono le sue visite ai malati che dimorano nelle cascine dei nostri monti tanto lontane dal centro urbano. I poveri a lui ricorrono, gli operai sapendolo, tra l’altro, uno dei fondatori della Società Operaia di Mutuo Soccorso, confidano nelle sue parole e nella sua solidarietà. I grossi opifici locali lo vedono presente al verificarsi di ogni infortunio. La riconoscenza dei gardonesi si concretizzerà in un diploma che esprime i sinceri sentimenti di tutta la cittadinanza: Al dottor Stefano Chimina-nel XXV anno della sua condotta medica in Gardone V.T. – offrono questo ricordo le Associazioni Operaie Democratiche- all’amico sincero – al medico valente- all’ uomo benemerito – a testimoniare – la gratitudine l’affetto e la stima degli operai gardonesi – Gardone XX novembre 1910. L’assegnazione del diploma al dottor Chimina venne accompagnata dal dono di un ritratto, opera di squisita fattura del pittore Ruzzenenti. Stefano Chimina si spegnerà fra i suoi gardonesi nel 1927 e la sua memoria dura tutt’oggi tra la nostra gente. -----------------Note bibl.: BOLOGNINI P., Valtrompia nella memoria p. MAFFEO FRANZINI (Gardone, 1857- Padova, 1928) Cresciuto alla scuola di mons. Capretti nel seminario dei chierici poveri, nel 1879 entrò nella Compagnia di Gesù studiando nei collegi di Francia e Spagna. Insegnò poi nel collegio di Scutari nel 1885 ed in seguito completò la propria formazione a Cracovia. Visse poi tra Bergamo e Padova come direttore spirituale, predicando instancabilmente esercizi spirituali, missioni al popolo, ritiri di perseveranza. Zelante ed instancabile collaborò con don Arcangelo Tadini parroco di Botticino Sera nella fondazione delle Suore Operaie della S. Casa di Nazareth e nel 1902 fondò la Compagnia di S. Luigi, finalizzata all’educazione della gioventù maschile di campagna per mezzo di oratori festivi, patronati, scuole elementari e serali. Fra i suo scritti ricordiamo: la biografia di Luigi Rocca, Goriziano; quelle di P. Camillo Corna Pellegrini e di Giuseppe Tovini; per gli alunni del collegio bresciano I Santi Vangeli letti e meditati. Morì nel pensionato di Padova dove era direttore spirituale. -------------------Note bibl.: FAPPANI-CONTI Protagonisti del Movimento cattolico VITTORIO EMANUELE GARDONCINI (Inzino,1859-1949) Successe al fondatore Giovanni Battista nella direzione dell’omonima ditta armiera. Morì novantenne assistendo alla chiusura dell’attività di famiglia anche se da essa si era staccato da tempo in seguito ad un incidente di lavoro al quale era seguito un intervento chirurgico che lo rese cieco. -------------------Note bibl.: ABBIATICO M. Fra la nostra gente BERNARDELLI PIETRO (Gardone, 1861-1947) Alla morte del nonno Vincenzo divenne la figura più rappresentativa dell’omonima ditta armiera gardonese che seppe far progredire sia economicamente che tecnicamente. Ebbe due mogli : Domenica Polotti e Anna Ceresoli da cui nacquero cinque figli: Maria, Lelia, Vincenzo, Emma ed Angela. -------------------Note Bibl.: Bernardelli C. La Campanèla…. SILVIO GATTAMELATA (Gardone, 1863-Brescia, 1942) Di Gaetano e Caterina Maddalena Beatici. Laureatosi in giurisprudenza a Padova nel novembre del 1888 fece pratica nello studio dell’avv. Giuseppe Tovini, partecipando agli ideali del movimento cattolico. Entrato in magistratura nel 1889, fu vicepretore a Brescia e poi in seguito pretore a Bovegno, Gargnano, Bagnolo Mella e Brescia. Giudice nel tribunale di Susa (1906) passò a Cremona e a Brescia. Fu Consigliere di Corte d’Appello a Catania e a Brescia, consigliere della Sezione bresciana del CAI, sostenitore dell’Opera Nazionale Chiesette Alpine e di altre iniziative. Cattolico antifascista, liberò dal carcere il socialista dott. Antonio Bianchi e per non subire i soprusi del fascismo chiese il collocamento a riposo. ------------------Note bibl.: FAPPANI-CONTI Protagonisti Movimento cattolico GIOVANNI CORRIDORI (Gardone, 1864 – 19..) Nasce a Gardone nel 1864 dove è operaio armaiolo nella Regia Fabbrica d’Armi. Entra ancora in giovane età in contatto con le associazioni democratiche e repubblicane cittadine che gli instillano quegli ideali che lo porteranno ad essere tra i fondatori della Società Lavoranti in Ferro nel 1883 e del Circolo Operaio nel 1884. Capace oratore, terrà numerosi comizi in città esaltando la figura di Garibaldi. Porterà un nuovo fervore nella vita politica valligiana, allora egemonizzata dai liberali, favorendo la nascita di nuovi organismi democratici a Villa e Sarezzo. Per la sua attività politica e per numerosi suoi scritti tesi a denunciare le condizioni di lavoro nell’Arsenale gardonese, subisce numerose discriminazioni sul posto di lavoro. Si avvicina in seguito alle posizioni zanardelliane anche pur mantenendo viva la sua attenzione sulle condizioni della classe operaia. Eletto consigliere comunale con la lista liberale nel 1899 e riconfermato nelle successive tornate elettorali fino al 1914 è più volte assessore nelle giunte del sindaco liberale Moretti al cui interno si fa però sostenitore di posizioni avanzate trovandosi spesso in accordo con i socialisti. Di fronte alla crescita del movimento socialista di inizio Novecento, stimola le associazioni operaie ad assumere iniziative che superino il mero mutualismo scontrandosi più volte, con l’ala moderata del movimento liberale, sul tema dei rapporti con i cattolici verso i quali è fautore di una radicale opposizione. Durante lo sciopero del 1902,causato dal licenziamento del Franzini e quello successivo del 1904 è sostenitore delle organizzazioni sindacali. Nel 1907-1910 è fra i più convinti fautori dell’alleanza liberali-socialisti ed opera perché il Franzini ed altri suoi compagni assumano incarichi di giunta. La sua presenza politica si attenua tra il 1911 ed il 1914 quando i socialisti assumono posizioni intransigenti. Nel 1914 è nuovamente candidato nella lista liberale ma non è rieletto in seguito alla vittoria dei socialisti e l’affermazione come minoranza dei cattolici. Senza un incarico istituzionale e con il movimento liberale in via di emarginazione cessa allora ogni attività politica. -------------------Note bibl.: Bonetti-Pagani Il movimento operaio in Valtrompia Op. cit. PIETRO GUALA (Inzino, 1864- Brescia, 1948) Di Bortolo ed Antonia Alberti. Operaio metallurgico, armaiolo, cresciuto politicamente alla scuola di Domenico Tonini, fu presidente generale dell’Unione Cattolica del Lavoro dal giugno del 1901, partecipando a congressi e convegni. Nel 1910 venne eletto consigliere comunale. Nel 1919 fece parte della Commissione provvisoria principale che preparò la nascita del PPI in provincia di Brescia. Fu valido animatore e propagandista del partito. -------------------Note Bibl.: Fappani-Conti Protagonisti.. don EDOARDO CAMPLANI (Gardone,1879- Cellatica,1960) Nasce a Gardone nel 1879 e viene ordinato sacerdote nel 1906. Per quattro anni è curato a Mura Savallo e nel 1910 è nominato parroco di Brione dove svolgerà il suo ministero per dieci anni. Nel 1921 è promosso parroco a Cellatica dove continuerà con grande zelo la cura d’anime fino al 1947. Dopo la rinuncia alla parrocchia resta quiescente in loco, accanto al nuovo parroco Don Giuseppe Giavarini di cui sarà umile e premuroso collaboratore fino al 1960. Muore all’età di 81 anni, dopo aver celebrato con gioia le sue nozze d’oro sacerdotali. Era prete da 54 anni. Le sue spoglie riposano nel cimitero di Cellatica. ----------------Note bibl.: Ricordatevi: necrologio dei sacerdoti defunti dal 1930 al 1983 PIETRO BERETTA (Gardone, 1870-1957) Nasce a Gardone il 22 aprile 1870, primo di cinque figli, da Giuseppe, e succede fin dalla giovane età al padre nella direzione di quella che diverrà, specialmente per suo impulso, la più grande fabbrica italiana d’armi leggere. Nel 1903 assume la direzione di un’azienda i cui 130 dipendenti operano in un opificio di 10.000 metri quadri; dopo cinquantasette anni della sua gestione la Beretta con le sue consociate conterà su opifici innalzati su 130.000 metri di terreno e sul lavoro di 1500 dipendenti. Con frequenti viaggi all’estero approfondì le sue conoscenze circa le innovazioni tecniche che la meccanica di quegli anni poteva offrire e seppe inserirle nei modi più redditizi nella produzione dell’azienda gardonese. I tragici eventi della Grande Guerra, indubbiamente, incrementarono il lavoro della Beretta che stipulò contratti per produrre canne della mitragliatrice Fiat, la semiautomatica 1915, e molte altre parti di armi militari. Pietro Beretta seppe guidare, in questi duri anni di lavoro e di conquista dei mercati, il settore tecnico della sua fabbrica e quelli operativo e commerciale che contando, per il mercato civile, su una distribuzione capillare seppe mantenere l’azienda sempre in crescita ed in floride condizioni. Il dopoguerra vide Pietro Beretta impegnato nella progettazione di nuovi modelli, sia militari che civili ed il trasferimento a Gardone di macchinari provenienti da acquisizioni di altre ditte. La seconda guerra mondiale vide la stipulazione, da parte della Beretta di nuovi contratti per armi militari ( MAB 38, pistola 1934 ecc.) Di idee liberal-progressiste, sospettato con i famigliari di scarsa adesione agli ideali fascisti, consentì, attraverso finti “colpi” il riarmo delle truppe partigiane e, attraverso lo spostamento dei macchinari in gallerie appositamente scavate nelle pendici delle montagne il salvataggio dei mezzi di produzione insidiati da bombardamenti. Il periodo post-bellico vide la ripresa della produzione di armi civili per la caccia ed il tiro e la trasformazione della Beretta in ditta moderna la cui produzione si basava su tecniche d’avanguardia costantemente migliorate. Il lavoro di Pietro Beretta fu riconosciuto e premiato da numerose onorificenze tra le quali vale la pena ricordare le Croci di Cavaliere (1903), Grand’Ufficiale (1918), Commendatore della Corona d’Italia (1920) e Cavaliere del Lavoro (1922). -------------------Note bibl.: ANTOLOGIA MORIN M. WILSON, R.L Gardonese……. . Beretta: la dinastia …. Il mondo Beretta….. ANGELO FRANZINI (Gardone, 1870-1938) (detto Bocela) Nasce a Gardone il 9 dicembre 1870 da Lorenzo, operaio armaiolo, e Maria Facchetti. Le condizioni economiche della famiglia gli impediscono la prosecuzione degli studi oltre le prime classi elementari nonostante un vivace ingegno. E’ costretto, a soli nove anni, ad occuparsi nella fucina dove già opera suo padre e quindi alla Redaelli. Trova però il tempo per formarsi una cultura personale e politica sui testi dei grandi autori socialisti del tempo. Si avvicina al movimento operaio guidato da una profonda fede religiosa che si coniuga con la predicazione evangelica e la tradizione del “Gesù socialista” che permeava tanti settori del socialismo italiano. Una fede religiosa vissuta come esigenza di giustizia e di fratellanza fra gli uomini, che lo porta a scontrarsi con la gerarchia ecclesiastica che il Franzini vede come strumento per mantenere le classi popolari in stato di subalternità. Intraprende quindi un’assidua propaganda che modifica radicalmente, in tempi brevi, il panorama sociale e politico di Gardone trasformandolo nella realtà più significativa del socialismo bresciano. Nel 1897 fonda la Lega di Resistenza tra gli operai della Redaelli che viene sciolta poco dopo dalla reazione. Nel 1899 dà vita al Gruppo elettorale socialista che si pone in posizione radicalmente antagonistica alle forze zanardelliane dominanti. Nel 1901 è tra i promotori degli scioperi alla Redaelli. Viene licenziato nel 1902 per aver difeso un operaio insultato dal direttore. Ma ormai la sua è diventata una scelta di vita che le cui tappe accompagnano quelle della storia operaia trumplina. Nel 1902 dà vita alla “Cooperativa Solidarietà” e nel 1903 è nominato presidente della Società di Mutuo Soccorso Lavoranti in Ferro. Nel 1904 è animatore del lungo sciopero alla Redaelli che dopo oltre cinque mesi di lotta si concluderà con la vittoria operaia. Nel 1909 è responsabile della Società Umanitaria e vice-presidente della Cooperativa Casa del Popolo. Nel 1913 diventa presidente della Cooperativa Lavoranti in Armi e Affini di Brescia. L’attività del Franzini è incessante anche sul versante politico. Nel 1902 è eletto consigliere comunale, segretario della sezione socialista gardonese, dell’Unione socialista trumplina e membro dell’esecutivo provinciale del PSI. Nel 1913 e 1914 è candidato, per il mandamento di Gardone, alle elezioni provinciali e nelle elezioni comunali del 1914 è nominato sindaco del primo comune socialista della provincia distinguendosi a livello amministrativo anche per la sua opposizione al conflitto mondiale. Proprio per la sua attività antimilitarista, senza che si possano addebitare accuse giudiziarie di qualsiasi altro tipo, viene arrestato nel luglio del 1915 ed internato prima a Firenze, poi a Ortueri (Cagliari) e quindi a Lecco. Torna a Gardone alla fine della guerra, accolto da un fiume di gente che lo riconfermerà sindaco nelle elezioni dell’ottobre 1919. Si dimetterà dalla carica, per motivi di salute, nel 1921 pur mantenendo l’incarico di consigliere comunale fino al 1923 quando l’assemblea cittadina è costretta a dimettersi dalla montante reazione fascista. Non viene tollerata a Gardone la sua presenza, è più volte minacciato dagli squadristi e la sua casa è sottoposta a continue perquisizioni finchè decide di trasferirsi a Lecco e poi a Brescia. Ritorna a Gardone nel 1932 dove vivrà dei proventi di una tabaccheria fino al 14 marzo 1938. I suoi funerali testimonieranno la stima della popolazione gardonese per un socialista che seppe incarnare i propri ideali per tutta la propria esistenza. -----------------Note bibl.: Bolognini P. Bonetti – Pagani Valtrompia nella memoria Il movimento operaio in Valtrompia BERNARDELLI GIULIO (Gardone, 1872-1950) Contitolare dell’omonima ditta armiera gardonese, frequentò la Scuola di Disegno (che poi diverrà Scuola Professionale) diretta dal maestro Piero Mino apprendendo i rudimenti tecnico-meccanici che gli consentirono la realizzazione della meccanizzazione a cinghia del nuovo stabilimento Bernardelli installato nell’ex opificio degli “Stupì”. Fu un appassionato sportivo e si dedicò anche alla musica suonando organo e pianoforte. Fu organista nella parrocchiale di Inzino dove fondò una Scuola di canto che ottenne lusinghieri risultati. Ereditò dal padre una cospicua sostanza che fu la base di partenza per i futuri traguardi produttivi. Si sposò con Corinna Mino dalla quale ebbe numerosi figli: Maria, Mario, Pietro, Lodovico, Vincenzo e Narciso. -------------------Note bibl.: BERNARDELLI C. La Campanèla CARLO SABATTI (Magno, 1872-1936) Figlio di Battista, dei Botasole, detto il Doge, morì in un tragico incidente di lavoro sepolto dal soffitto della grotta sita a norddella frazione , mentre cavava sabbia, per conto del Comune di Gardone, per un improvviso crollo. -----------------Note bibl.: SABATTI-TROVATI Magno di Gardone don ANTONIO ZAMBONARDI (Gardone, 1873 – Edolo, 1944) Vede la luce a Gardone nel 1873 ed è ordinato sacerdote nel 1898. Destinato curato a Pisogne vi rimase fino al 1905. Dal 1905 al 1913 resse la vicaria di Bovegno per trasferirsi poi ad Edolo ricoprendo l’incarico di arciprete e Vicario Foraneo, per ben 31 anni, fino alla morte che lo colse nel suo quarantaseiesimo anno di sacerdozio. Accolto nel Seminario cittadino di S. Cristo da mons. Capretti, crebbe nel fervore di quel cenacolo approfondendo poi la sua formazione con la guida di mons. Saleri e quindi perfezionando le sue già ricche doti a Edolo sulle orme dell’Arciprete Mons. Camadini. A conferma dello spirito religioso con il quale don Zambonardi ha sempre operato, mons. Gazzoli, che fu suo parrocchiano per lunghi anni, ricorda i suoi trenta mesi della Madonna, predicati nel mese di maggio e che gremivano la chiesa di fedeli attenti alla parola di Dio e devoti nell’omaggio alla Vergine. Il pregio della sua predicazione consisteva nella preparazione, nella chiarezza, nella brevità e nell’entusiasmo oratorio. In parrocchia ha tenuto due volte le Missioni, nel 1921 e nel 1940. Nella Missione del 1940 uno dei predicatori era don Mazzolari che nella circostanza impostò la trama del suo libro “ La più bella avventura”. Sacerdote di grande fede e di grande carità seppe farsi “Forma gregis ex animo” così che tutte le opere e attività erano permeate dallo spirito evangelico che arrivava al cuore dei fedeli. Le grandi opere, che sono il miglior monumento ricordo di don Zambonardi in Edolo, sono la chiesa parrocchiale finita nella sua facciata e diventata, all’interno, un gioiello d’arte per dipinti e decorazioni e l’oratorio maschile costruito secondo le esigenze del tempo. Curò l’evangelizzazione dei fedeli, delle associazioni, i sacramenti, le vocazioni, le feste, fu presente ai momenti di gioia e di dolore specialmente durante gli anni delle due guerre. Alla sua morte fu rimpianto indistintamente da ogni suo parrocchiano ed Edolo ne custodisce la tomba con grande venerazione. ----------------Note bibl.: Ricordatevi necrologio dei sacerdoti defunti dal 1930 al 1983 Brescia, 1983 EDOARDO TARICCO (Torino, 1874- Gardone, 1952) Nasce a Torino il 1° gennaio 1874, figlio di un ufficiale istruttore di scherma. Trasferitosi a Gardone apre un piccolo negozio-emporio in una vecchia casa di Via Zanardelli che gestirà negli anni con esemplare rettitudine. In breve tempo diventa figura conosciuta e rispettata ed è fra i primi aderenti al nuovo gruppo elettorale socialista. Nel 1902 è candidato alle elezioni comunali; eletto nel 1905 sarà riconfermato in tutte le tornate elettorali successive. Il suo impegno in campo politico lo fa diventare uno dei maggiori dirigenti del socialismo trumplino. Per anni è segretario e dirigente della lega metallurgica, nel 1909 entra nel consiglio di amministrazione della Cooperativa Casa del Popolo, nel 1913 è nominato presidente della Biblioteca Popolare. Presiede varie volte i congressi provinciali del Partito Socialista e nel 1911 diventa componente del Comitato Federale Provinciale. Assessore effettivo della Giunta Rossa che guida il comune nel 1914, nel 1915 viene inviato al fronte a causa della sua attività antimilitarista. Nel dopoguerra è ancora tra i più attivi nella locale sezione socialista e nel 1920 è riconfermato assessore, carica che manterrà fino al 1923. Valente musicante della Banda cittadina, fu direttore del complesso a plettro Andrea Costa. Si spense a Gardone il 4 aprile 1952 -------------------Note bibl.: BEVILACQUA Internati politici BONETTI-PAGANI Il movimento operaio in Valtrompia ANDREA ZAMBONARDI (Gardone, 1875-1924) detto Nicotera Nasce a Gardone il 10 marzo 1875 da Giuseppe e Annamaria Piccinardi. Nel 1900 si iscrive al PSI, nel 1905 è eletto consigliere comunale, carica che mantiene fino al 1920. Presidente della Cooperativa Solidarietà fino al 1914, nello stesso anno viene eletto nella Giunta rossa. E’ personaggio molto conosciuto e la sua popolarità è testimoniata dal fatto che nel 1902 pur non figurando in lista alle elezioni amministrative, ottiene cinquantaquattro preferenze. Dal 1920 al 1923 è Presidente della Società Operaia di Mutuo Soccorso. Il suo nome figura tra quelli degli antimilitaristi gardonesi che verranno arrestati e poi confinati nel 1915, ma evita il confino per una grave malattia che lo affliggeva nel luglio di quell’anno. Rimasto quindi in paese si adopererà con grandissimo impegno, e correndo notevoli rischi personali, per mantenere i contatti con tutti i compagni “colpiti dal bando”. Dal suo matrimonio con Maria Rinaldini nacque un unico figlio: Giuseppe. -------------------Note bibl.: F. BEVILACQUA Gli internati politici BONETTI-PAGANI Il movimento operaio in Valtrompia SIMONE BELTRAMI ( Gardone, 1877-1952) Nasce a Gardone il 27 marzo 1877 da Girolamo e Cattina Beretta. Nei primi anni del secolo aderisce al PSI assumendo le funzioni di consigliere della Cooperativa Solidarietà, della Cooperativa Forno, Cassiere della Biblioteca Popolare, sindaco della Cooperativa Casa del Popolo. Vice segretario comunale di Gardone viene arrestato il 19 luglio del 1915 con il Sindaco, assessori e alcuni consiglieri per il suo impegno politico antimilitarista ed antiinterventista. E’ internato a Viareggio; nel gennaio del 1916 può trasferirsi a Lovere dove trova lavoro come impiegato. Nel dopoguerra, un nuovo trasferimento a Casto per ritornare poi definitivamente a Gardone dove muore il 25 aprile 1952. -------------------Note bibl.: BEVILACQUA F. Gli internati politici della Valtrompia, Gardone, 1991 BONETTI –PAGANI Il movimento operaio in Valtrompia Op. cit. GIUSEPPE FOCCOLI (Marcheno, 1877 - Gardone, 1961) Nasce a Marcheno e si trasferisce con la famiglia ad Inzino. Frequenta a Brescia la Scuola di disegno e di architettura e dopo aver conseguito il diploma inizia il suo apprendistato di incisore ed intagliatore presso un’officina locale. A 18 anni avvia la sua collaborazione, da esterno, con la Beretta. Nel 1915 per una delle abituali crisi che investono il settore armiero, cambia professione ed entra come cassiere alle dipendenze del Credito Agrario Bresciano nell’agenzia di Gardone aperta fin dal 1908. Raggiungerà il massimo grado di responsabilità come “agente” nel 1923 e tale resterà fino al 1947 quando raggiungerà l’età pensionabile. Consigliere del Comune di Inzino, esattore comunale e sindaco dal 1925 al 1927. Particolarmente attivo nel lavoro di collegamento fra le famiglie ed i soldati al fronte durante il primo conflitto mondiale, sarà tra i fondatori della locale Cooperativa di Previdenza. -------------------Note bibl.: ABBIATICO : Fra la mia gente PAOLO MORETTI (Inzino, 1877 - 1918) caduto per la patria Figlio di Pietro nacque ad Inzino il 2 aprile 1877. Arruolato in non più giovane età nel 6° Reggimento Artiglieria da campagna tornò al paese natale per i postumi di una grave malattia che lo condusse alla morte il 18 maggio 1918. don LUIGI BARBERA (Inzino, 1878 -1919) Educato dal nonno materno Domenico Tonini, entrò in seminario e venne ordinato sacerdote il 24 maggio 1902. Il suo ministero fu rivolto soprattutto agli emigranti ed ai loro problemi. Nominato curato a Cogozzo dopo quattro anni, nel 1906, divenne parroco e Vicario Foraneo a Monticelli Brusati. Sacerdote zelante, buono coinvolto in numerosissime iniziative ed attivo nelle istituzioni sociali. Per i suoi parrocchiani all’estero si impegnò in frequenti e lunghi viaggi. -----------------Note bibl.: FAPPANI-CONTI Protagonisti movimento cattolico don Edoardo CAMPLANI (Gardone, 1879 - Cellatica, 1960) Nato a Gardone nel 1879 è ordinato sacerdote nel 1906. Per quattro anni è curato di Mura Savallo e nel 1910 è nominato parroco di Brione dove svolge il suo ministero per 10 anni. Dal 1921 parroco di Cellatica continuerà con zelo la cura delle anime a lui affidate fino al 1947. Dopo la rinunzia alla parrocchia è rimasto quiescente in loco. Muore a 81 anni dopo aver celebrato con gioia le sue nozze d’oro sacerdotali, prete da 54 anni. EGIDIO DE CURSU (Brescia, 1879- Gardone, 1949) Uomo probo ed onesto fu presidente del Circolo Giovanile di Gardone ed attivissimo nel movimento cattolico valtrumplino specialmente dall’anno 1910 in poi. Pur militando in partito avverso, solidarizzò con il sindaco Franzini inviato al confino. ANGELO FORMENTI (Gardone, 1879 – Brescia, 1955) Nasce a Gardone il 15 dicembre 1879 da Francesco e Lucia Viola. Trasferitosi con la famiglia a Vobarno, studiò fino a laurearsi in farmacia a Pavia. Dal 1904 al 1925 fu farmacista a Vagolino dove nel 1906 si coniugò con Gemma Sbarberi. Si trasferì quindi a Brescia dove gestì fino alla morte la farmacia Formenti di Corso Palestro. Appassionato ricercatore si segnalò per aver scoperto una tecnica d’imbalsamazione e conservazione dei cadaveri che sperimentalmente raggiunse lusinghieri risultati. Appassionato sportivo, fu presidente della Società di Tiro a Segno di Bagolino, promotore di iniziative e competizioni sportive e abilissimo cacciatore di ungulati. -------------------Note bibl.: FAPPANI A. Enciclopedia bresciana v. IV sub voce MARIA MORETTI BERETTA (Gardone, 1879 - 1945) vittima civile seconda guerra mondiale Il 12 gennaio 1945, a 66 anni perde la vita con i suoi familiari vittima di un bombardamento alleato su Gardone V.T. BORTOLO COTELLI (Gardone, 1881-1945) Nasce a Gardone il 23 ottobre 1881 e sottoscrive la sua adesione al PSI intorno al 1907. Consigliere comunale fino al 1923 è assessore effettivo nella Giunta rossa dal 1914 al 1920. Durante l’internamento del sindaco Angelo Franzini svolge le funzioni di sindaco. Nelle elezioni del 1946 è nuovamente eletto Consigliere comunale ed è nominato assessore nella Giunta PSI-PCI . ---------------Note bibl.: BONETTI-PAGANI Il movimento operaio in Valtrompia dott. LUIGI AJMONE (Gaggiola,1882 – Gardone,1952) Giovanni Corvi così ricordava il dott. Luigi Ajmone, nel giorno della morte, dalle colonne del quotidiano provinciale : “E’ morto il medico dei poveri…. Venuto da noi nel lontano 1921 si era subito affezionato a questa nostra gente cordiale e schietta ….mai egli fece pesare il costo delle visite alle famiglie dei pazienti; anzi le misurò sempre con il metro di una generosità esemplare. Non fu egli soltanto il medico degli ammalati ma soprattutto l’amico che sapeva sempre trovare la parola di confortante incoraggiamento. ….. Conobbe e sopportò fieramente, senza mai venir meno ai suoi ideali, le sue giornate oscure…… Quando infuriò la guerra fratricida egli si adoperò perché il solco tra le due parti in lotta fosse meno profondo e potesse un giorno germogliare il seme della riconciliazione “. Nato a Gaggiola (VC) il 28 gennaio del 1882 giunge in Valle Trompia, a Collio, per esercitare la professione medica. Ispirato dagli ideali umanitari aderisce al Partito Socialista Italiano e diventa anche primo segretario della sezione del Partito Socialista Italiano. Trasferitosi a Gardone si fa promotore della costituzione della Cooperativa Mutua Sanitaria. Diventa uno tra i bersagli principali delle nefande azioni del primo squadrismo fascista. Dopo essere sfuggito a tentativi di pestaggio, il 10 gennaio 1923 è violentemente percosso e costretto ad allontanarsi da Gardone per un anno. Sottoposto ad assidua vigilanza durante gli anni della dittatura, nel 1943 in seguito a rappresaglia per azioni partigiane viene rinchiuso per due mesi a Canton Mombello. Muore, dopo lunga malattia, il 3 dicembre 1952 e la sua dipartita suscita il cordoglio della popolazione tutta che lo ha sempre amato e stimato. -------------------Note bibl.: BOLOGNIN P. Valtrompia nella memoria BONETTI-PAGANI Il movimento operaio in Valtrompia CARLO MORETTI (Gardone, 1882 - 1954) Discendente dalla nota famiglia di possidenti gardonese venne arruolato durante la Grande guerra nel Corpo degli Alpini dove combattè coraggiosamente col grado di maggiore guadagnadosi nel 1916 una medaglia di bronzo al Valor Militare con la seguente motivazione: Durante un vivo combattimento su terreno difficile e dominato dal nemico, sempre alla testa del proprio plotone, sprezzante di ogni pericolo, seppe, col suo impegno calmo e deciso, raggiungere e mantenere una posizione fortemente battuta dall’avversario Roccia Bruciata (Monte Spil), 10.9.16 -------------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Valtrompia nella memoria PLINIO GILARDONI (Gardone,1878 - 1955) Fin dalla giovane età, orfano di madre venne educato da uno dei curati gardonesi che gli seppe instillare le necessarie basi basi culturali che approfondì poi da autodidatta. Propagandista cattolico, fu tra i fondatori di numerosi ritrovi cattolici della nostra Valle e polemizzò per le sue idee e le sue azioni anche con la “Sentinella” giornale provinciale dell’epoca. Nel 1922, su invito dello indimenticato prevosto Zanetti divenne promotore della Biblioteca parrocchiale che seppe organizzare nel volgere di breve tempo e che condusse fino alla morte. L’opera di diffusione delle “buone letture” fu poi continuata da una figlia fino al 1990 quando l’istituzione chiuse i battenti. -------------------Note bibl.: Coll. Mario Gilardoni ABRAMO ISACCO TANFOGLIO (Magno,1882 - ? 1918) caduto per la patria Figlio di Giuseppe, nato a Marcheno il 28 dicembre 1882 e residente a Magno venne arruolato nel 77° Reggimento Fanteria. Catturato dal nemico morì il 12 luglio 1918 in campo di prigionia ------------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Caduti e decorati trumplini BERNARDO SELVA (Venaria,1883 - Gardone,1951) Nasce a Venaria Reale (provincia di Torino) il 26 settembre 1883. Trasferitosi a Gardone per lavoro, è impiegato alla Redaelli. Fino al 1910, quando lascia il paese è uno tra i più impegnati militanti nelle file del partito socialista per conto del quale svolge con notevole impegno le funzioni di Segretario della Cooperativa Casa del Popolo, Segretario della sottosezione dell’Umanitaria, Segretario della Biblioteca Popolare e della Mutualità scolastica e Revisore dei conti di Brescia Nuova. Ritornato a Gardone dopo le elezioni del 1946 vinte dalla lista PCI-PSI è nominato sindaco, carica che mantiene sino al 3 giugno 1951. Muore a Gardone il 1° luglio del 1967 ------------------Note bibl.: BEVILACQUA F. Gli internati politici BONETTI –PAGANI Il movimento operaio in Valtrompia ZAMBONARDI mons. GIUSEPPE m.c.c.j. (Comboniano) (Gardone, 1884 – Arco, 1970) Prefetto apostolico di Bahar el Gebel (Sudan) Nasce a Gardone il 14 febbraio 1884. Dopo una breve esperienza di lavoro come apprendista in un’officina, entra nel seminario diocesano e, ancora studente, si fa comboniano. Nel 1909 è ordinato sacerdote a Verona. Dopo una sosta in Inghilterra per imparare l’inglese, nel 1911 parte per l’Uganda dove resterà fino al 1920. Dall’Uganda scende nel Sudan e qui nel 1923 è nominato superiore. Nel 1927 la Sacra Congregazione Propaganda Fide lo nomina prefetto apostolico di Bahar el Gebel. Non ebbe l’ordinazione episcopale, anche se ne esercitò i poteri e le funzioni, perché gli inglesi non diedero il placet e ciò gli permise di muoversi, come semplice missionario, sempre a disposizione dei superiori. Mons. Zambonardi era un missionario nato, un lavoratore infaticabile, di carattere impetuoso e testardo e ciò lo ha aiutato a superare le tante difficoltà della vita missionaria, non ultime anche quelle logistiche. I confratelli ricordano che non era raro vederlo sporco e unto sotto il camioncino in panne e poi apparire in “finimenti” (così lui li definiva) prelatizi per celebrare le funzioni. Nel 1938 dovette rassegnare le dimissioni per motivi politici ed allora, lasciati i “finimenti” episcopali venne in Etiopia, nella provincia di Gondar, come semplice missionario. Era tempo di guerra e, caduto prigioniero degli inglesi, finì in un campo di concentramento a Karthoum. Nel 1946, aveva già 62 anni, dopo una breve sosta in Italia partì come semplice missionario per il Mozambico. Una nuova lingua da imparare, nuova gente e nuovi problemi da conoscere e da affrontare. Nel 1953 rientra in Italia per il Capitolo generale che lo nomina Superiore religioso dei missionari in Egitto. Tutto da rifare, dallo studio dell’arabo, ai costumi, all’impatto con il mondo arabo. Ritorna in Italia per il capitolo del 1959 ed è invitato a fermarsi dopo 50 anni di attività missionaria. Negli anni della sua quiescenza raccoglie, per l’archivio della Congregazione, 14 volumi di “Memorie”. Muore ad Arco all’età di 86 anni, sacerdote da 61, prefetto apostolico da 43 anni. E’ sepolto nel cimitero di Gardone V.T. e la sua tomba ricorda che la sua vita fu per buona parte la storia delle missioni africane. -------------------Note bibl.: BOLOGNNI P. Valtrompia nella memoria GIUSEPPE BELLERI (Gardone,1885 - 1950) Nasce da Francesco il 16 settembre 1885. Nel biennio 1912-1913 è presidente della Cooperativa Proletaria Convento. Alle elezioni del luglio 1914 è eletto consigliere comunale, riconfermato a quelle del 1920, entra in Giunta come Assessore effettivo. In seguito alle dimissioni di Angelo Branzini, dovute probabilmente al prevalere nella sezione socialista gardonese della frazione massimalista, nella seduta consiliare del 13 gennaio 1921 è nominato sindaco. Ricopre la carica fino al febbraio del 1923 quando la giunta, a causa delle violenze fasciste, rassegna le dimissioni. Nel 1922 entra a far parte del Consiglio Provinciale di Amministrazione della Lega delle Cooperative e Mutue. Aderisce alla frazione terziana e al momento della fusione di questa con il Partito Comunista aderisce a quest’ultimo non svolgendo però una significativa attività. Nel secondo dopoguerra è nominato presidente della Cooperativa di Solidarietà, carica che mantiene fino al 1947. Muore a Gardone il 13 agosto 1950. -----------------Note bibl.: BONETTI-PAGANI Il movimento operaio in Valtrompia BRESCIA NUOVA 1912-1922 op. cit. don LUIGI PANELLI (Gardone, 1885 – Bornato, 1943) Nasce a Gardone nel 1885 e viene ordinato sacerdote nel 1912. Presta il suo primo servizio a S. Giovanni di Polaveno quindi a Berlingo e nella parrocchia cittadina delle Fornaci. Nel 1926 è nominato parroco di Bornato dove presterà la propria opera con fervente impegno per 17 anni, fino al giorno della morte, che lo coglierà ancora in giovane età a soli 58 anni quando stava vivendo il suo trentunesimo anno di sacerdozio. Le sue spoglie riposano nel cimitero di Bornato. -----------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Valtrompia nella memoria ACHILLE ARNABOLDI (Gardone, 1886 – Roma, 1970) Di Luigi Vittorio, nasce a Gardone il 16 novembre 1886. E’ attivo nel movimento socialista a partire dal 1911. Del partito diventa ben presto dirigente di primo piano. Nel 1913 entra a far parte del Comitato Federale Provinciale e nel 1914 è candidato alle elezioni provinciali nel Mandamento di Gardone con Angelo Franzini. Nel dopoguerra continua la sua militanza nella sezione socialista. Muore a Roma dove si è da tempo trasferito il 1° febbraio 1970. -----------------Note bibl.: BEVILACQUA F. Internati politici GITTI UMBERTO (Inzino, 1886 - 1966) detto Él Grilo Cittadino ed industriale inzinese, dopo essere ritronato dalla Prima guerra mondiale dove si era distinto nell’arma aeronautica combattendo nella famosa squadriglia del “Cavallino rampante”, nel 1921 iniziò ad Inzino l’attività armiera che si espanderà nel tempo sotto diverse indicazioni societarie assurgendo a notevoli traguardi. Nel 1957 si ritira dall’attività produttiva che cede a Marcello Ghibelli. Uomo grandemente sensibile ed impegnato nel sociale ricoprì la carica di consigliere comunale divenendo promotore e sostenitore di varie iniziative. Nel 1910 fondò il primo asilo infantile inzinese, assistette non solo moralmente quanti gli chiedevano aiuto, fu patrocinatore del nuovo concerto campanario della chiesa pievana di S. Giorgio e si operò per il restauro di alcune pale pittoriche di grande valore che ancora oggi adornano la chiesa inzinese. Uomo dalla spirito libero e animato da un profondo senso di solidarietà, durante la seconda guerra mondiale ospitò, nascondendoli nella sua casa di montagna per alcuni mesi, tre soldati inglesi. Questa sua azione venne premiata con un riconoscimento ufficiale rilasciato dal generale Alexander nel 1945. ------------------Note bibl.: ABBIATICO M. Fra la nostra gente GIUSEPPE MOZZONI (Gardone, 1887 –Brescia, 1978) Nasce a Gardone nel 1887 e si trasferisce con la famiglia a Corna di Darfo all’età di tredici anni dove il padre, valente tecnico, è chiamato a collaborare con Ernesto Stassano al perfezionamento dei primi forni elettrici per la siderurgia. Nonostante i desideri paterni lo spingessero verso una formazione tecnica di alto livello, il giovane Mozzoni si lasciò incantare dalla Galleria Tadini di Lovere e dalle opere in essa contenute. Ogni mattino infatti scendeva a Lovere per frequentare le scuole professionali, ma l’ingresso a scuola era sempre preceduto da una lunga sosta nella villa patrizia. Alla richiesta di spiegazioni da parte del padre, che era venuto a conoscenza dei frequenti ritardi, Giuseppe espresse la sua vocazione che non venne contrastata dal genitore. Racconta il Mozzoni “ …. Visitavo più volentieri la Galleria Tadini piena di quadri interessanti ….. e provai a dipingere un quadretto dal vero…. Mio padre portò questo mio quadretto al pittore… Lombardi che gli disse …. Suo figlio farà certo il pittore e nel 1904 venni a Brescia…. Frequentai la scuola Moretto… e poi dal 1910 al 1940 nella stessa scuola fui insegnante di pittura e stili “ Si trasferì dunque a Brescia dove fu allievo di Carlo Chimeri, di Arturo Castelli e di Gaetano Cresseri di cui frequentò assiduamente la bottega. La vittoria del Premio Loranti gli aprì le porte dell’Accademia di Brera dove frequentò i corsi di nudo ed anatomia conseguendo l’abilitazione per l’insegnamento. Nel 1911, con il Trainini altro affreschista bresciano, vinse il concorso per decorare la sala della mostra etnografica allestita a Roma per il cinquantenario dell’Unità. Alla scuola del Cresseri l’affresco gli era entrato nel sangue anche se nel lungo arco degli anni d’attività non disdegnò qualsiasi altra tecnica : oli, tempere, acquarelli, sculture …. Iniziò l’attività di pittore da cavalletto nel 1919 con la partecipazione alla mostra “Arte in famiglia”. Il numero delle mostre (personali e collettive) cui l’artista espone le sue opere cresce a dismisura e innumerevoli diventano le opere degne di segnalazione: dalla “Vecchia fucina Beretta” al “Cristo dei lavoratori”, alle nevicate, agli scorci cittadini, alle visioni della provincia, alle nature morte, fiori e ritratti. Pittore del nostro Risorgimento, Mozzoni dedica all’epopea libertaria ed ai personaggi che l’hanno vissuta numerosissimi dipinti in cui il pregio pittorico s’unisce alla ricercatezza documentaria della realizzazione. Per quanto riguarda le opere a soggetto sacro l’apice viene raggiunto dal dipinto “ Riposo in Egitto” che, vincitore d’un premio nazionale, verrà esposto anche negli Stati Uniti. Non meno ricca è la produzione dovuta alle fatiche dell’affreschista. Da solo o a fianco di Vittorio Trainini e del Cresseri arricchisce il suo catalogo in città e in provincia. Di rilievo i dipinti di Pavone Mella, della chiesa di Capovalle e del Santuario di Rio Secco. Numerose le testimonianze gardonesi dell’opera del Mozzoni. Nel 1918 decora con il fratello Tita e con il Traini il Santuario di S. Rocco, nel 1923 dipinge la cappella dei caduti, nel 1930 la Villa Bonomi e del 1937 sono gli affreschi nel Palazzo Chinelli Rampinelli commissionati dal podestà Bonomi. Giuseppe Mozzoni fu un artista impegnato civilmente, capace di attenzioni intrise di delicata sensibilità e di schietta ingenuità. Nelle sue opere, di immediata leggibilità, risalta un’arte complessa prodotto del concorso di vari ingredienti che hanno raggiunto una tale fusione da non trasparire singolarmente. Un uomo amato da schiere di allievi ai quali ha saputo donare una guida esemplare frutto di sensibilità e di rigore stilistico non disgiunto dal rigore morale che ne ha retto l’esistenza. Nel 1973 Gardone gli ha dedicato una mostra retrospettiva ed alla sua morte il comune di Brescia una grande mostra personale. --------Note bibl.: BOLOGNINI P. LONATI Valtrompia nella memoria Dizionario artisti bresciani don SEVERINO SABATTI (Magno,1887-Maderno,1941) Ordinato sacerdote nel 1909, dopo aver ricoperto l’incarico di vicerettore del Pensionato Scolastico, fu curato a Villa Carcina e parroco a Lumezzane S.S.. Uomo pio e zelante, nel 1931 rinunciava alla parrocchia per entrare nella Congregazione della Sacra Famiglia di Nazareth. Fu padre spirituale della Congregazione facendosi talmente apprezzare da esserne eletto nel 1937 Superiore Generale. Nel pesante incarico impegnò ogni sua forza e ogni suo impegno fino al suo ritiro a Maderno dove. Ormai spossato, moriva pochi mesi dopo. --------------------Note bibl.: Fappani, Enciclopedia bresciana, v. XV s.v. SILVIO SABATTI (Magno,1887-1953) Figlio di P. Giacomo (v.) detto “El maistrì”, fu maestro elementare a Lumezzane S. A., a Ville di Marmentino ed infine a Magno dove venne arrestato, mentre teneva lezione, dai fascisti e rinchiuso nelle carceri del Castello di Brescia dalle quali riuscì fortunosamente a fuggire. Fu per anni organista della parrocchiale di S. Martino. ------------------Note bibl.: FAPPANI A. Enciclopedia bresciana v.15 sub voce GIUSEPPE MORETTA (Gardone, 1888-1918) caduto per la patria Figlio di Pietro, nasce a Gardone il 20 agosto 1888. Arruolato nel 5° Reggimento Alpini muore a Gardone , dove era tornato per una grave malattia, contratta al fronte il 3 settembre 1918. -------------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Caduti e decorati trumplini mons. GIUSEPPE ZANETTI (Gardone, 1888 – Roma, 1973) Vede la luce a Gardone nel 1888 ed è ordinato sacerdote nel 1911. Sacerdote ricco di doti (dottore in teologia e filosofia, oratore forbitissimo, scrittore agile ed efficace) di carattere schivo ed anticonformista, per quanto abbia vissuto per più di quarant’anni a Roma ha respinto ogni tentazione di carriera per lavorare con fede e impegno instancabile per la causa missionaria causa per cui alienò la sua stessa consistente eredità paterna. Mons. Zanetti visse i suoi primi venti anni di sacerdozio a Brescia, per sei anni tra i padri Oblati, dedito alla predicazione e all’apostolato tra i giovani per i quali fondò il “Patronato Studenti”. Durante la Prima guerra fu soldato ma antimilitarista e rasentò un processo per disfattismo. Ritornato dalla guerra fu nominato economo spirituale di Gardone V.T. dove con i curati don Giuberti e don Falsina vivacizzò l’attività pastorale contro l’anticlericalismo zanardelliano e socialista. Rinunciò alla proposta di diventare prevosto di Gardone e nel 1920 oltre che ad assistere la Gioventù Femminile con padre Caresana, si buttò a capofitto nell’attività missionaria. Seppe imprimere all’Ufficio Diocesano un ritmo di attività intensissima sul piano organizzativo e formativo con assemblee e stampa. Nel 1923 dava il via al mensile “Apostolato Missionario” che visse fino dopo la guerra. Nel 1929 fu chiamato a Roma quale Direttore delle opere Missionarie su suggerimento di mons. Angelo Roncalli. Presto assunse la direzione dell’Opera di S. Pietro Claver e la Direzione dell’Unione Missionaria del Clero. Sotto la sua guida le opere missionarie si qualificarono: fondò “Crociata” e una casa editrice di libri missionari, curò l’Annuario Missionario, animò i convegni di studio missionari per sacerdoti e laici, organizzò tre congressi internazionali dell’Unione Missionaria del Clero, L’Esposizione Missionaria di arte indigena durante l’Anno Santo e molteplici altre iniziative. Nel 1965 fu investito da una moto per le vie di Roma ed ebbe inizio il suo calvario di sofferenze che lo portarono alla rinuncia prima e lentamente alla tomba. Morì a Roma ad 85 anni di età e 62 di sacerdozio e volle essere sepolto nel cimitero del suo paese natale che lo riaccolse con rispetto e devozione. GUGLIELMO ARNABOLDI (Gardone, 1889 - Roma, 1974) Di Luigi Vittorio nasce a Gardone il 5 febbraio 1889. Si avvicina al socialismo con il fratello Achille ed in poco tempo assume importanti cariche nel movimento. E’ vicepresidente della Biblioteca Popolare e nel 1914 è eletto consigliere comunale ed entra come assessore effettivo nella Giunta Rossa. Nel corso del 1915, dopo l’entrata in guerra, viene internato per aver letto il quotidiano socialista “L’’Avanti”. Nel dopoguerra continua l’attività politica fino all’avvento del fascismo. Nel 1926 si trasferisce a Roma a capo di una squadra di tecnici della Breda Armi. Muore nel 1974 ------------------Note bibl.: BEVILACQUA Gli internati politici BONETTI-PAGANI Il movimento operaio in Valtrompia CARLO COMBINI (Gardone, 1889 – Milano, 1975) Nasce a Gardone il 19 settembre 1889 da Andrea ed Elisa Pilotti. Si iscrive al Circolo Giovanile sin dalla fondazione e partecipa attivamente alle sua vita politica. Presidente del Comitato per il Ricreatorio Laico è attivo nel Partito Socialista a livello zonale. Nel 1915 viene arrestato e quindi internato a Grosseto per attività antimilitarista. Trasferito a Milano e poi a Greco Milanese, nel dopoguerra avvia una attività commerciale. Muore a Milano, senza più esser ritornato a Gardone, nel 1975 --------------------Note bibl.: BEVILACQUA F. Gli internati politici BONETTI-PAGANI Il movimento operaio in Valtrompia BATTISTA LEALI (Carcina, 1889 – Gardone, 1964) Nasce a Carcina da Giovanni ed Angela Abbiatico il 5 giugno 1889 e nel 1897, a otto anni, si trasferisce a Gardone. Si iscrive al Circolo Giovanile socialista sin dalla fondazione. Operaio limatore presso il Regio Arsenale, il 19 luglio 1915 viene arrestato ed internato, per attività antimilitarista, a Colle Val D’Elsa. Scaduto l’esonero militare di cui godeva quale dipendente dell’Arsenale, viene inviato al fronte. Nel dopoguerra è attivo nella sezione socialista di cui diviene segretario. Nel 1919 è nominato nel Comitato federale provinciale e riconfermato l’anno successivo. Precedentemente ammonito, nel 1930 è licenziato dall’Arsenale perché rifiuta di iscriversi al Partito Fascista. Nel secondo dopoguerra ricopre per anni la carica di segretario della Sezione PSI. Muore a Gardone il 25 agosto 1964 -------------------Note bibl.: BEVILACQUA F. Gli internati politici BONETTI-PAGANI Il movimento operaio in Valtrompia GIOVANNI ERNESTO SANTONI (Gardone, 1889 – Brescia, 1975) Di Arcangelo, armaiolo, e di Maria Zanagnolo, nasce a Gardone il 19 febbraio 1889. Trascorre una giovinezza priva di agi che lo spinge ad affrontare con impegno e decisione le difficoltà della vita. Dopo aver svolto il suo pesante lavoro giornaliero frequentò con assiduità i corsi della Scuola professionale Moretto ove, grazie alla sua spiccata intelligenza e alla sua profonda passione, conseguì ottimi risultati ed ove, per alcuni anni, svolse le funzioni di insegnante. Tenace e di grande iniziativa, nel 1919 in collaborazione con alcuni soci, diede vita a Brescia, in un piccolo locale di via Niccolò Tartaglia all ”Officina meccanica di precisione Santoni & C” che divenne nel corso degli anni, soprattutto grazie alla grande capacità tecnica del fondatore, una delle più quotate industrie italiane e del mondo nel campo delle macchine per calze. Il Santoni affiancò al fervido ingegno e all’instancabile attività una grande rettitudine, modesto e di cuore generoso dispensò aiuti ai bisognosi ricordando con vari legati nel suo testamento numerose organizzazioni benefiche e numerosi ospizi per anziani. Morì a Brescia il 15 agosto del 1957 largamente compianto. ------------------Note bibl.: FAPPANI A. Enciclopedia bresciana v. sub voce mons. FELICE BERETTA (Gardone, 1890- Brescia,1955) Don Felice Beretta nasce a Gardone nel 1890 e viene ordinato sacerdote nel 1912. Significative sono le tappe che scandiscono il suo ministero sacerdotale durato ben 43 anni: Insegnante al Collegio Arici, padre oblato (1914-1920), assistente diocesano della Gioventù femminile di Azione Cattolica e animatore delle Scuole di propaganda, direttore dell’Ufficio Missionario Diocesano ( succedendo al gardonese mons. Zanetti) a Brescia. Nel 1930 è chiamato a Roma e nella Congregazione di Propaganda Fide è collaboratore dei cardinali Costantini e Fumasoni Biondi, redattore di Crociata Missionaria, padre spirituale del Collegio Urbaniano frequentato da centinaia di sacerdoti indigeni di tutte le razze e nazioni e segretario generale dell’Unione Missionaria del Clero. Per quest’ultimo servizio, che egli considerava essenziale all’animazione missionaria, ha rinunciato all’episcopato, restando Cameriere Segreto dal 1931 e prelato domestico dal 1941. E’ facile dire ed elencare quello che mons. Beretta ha fatto, ma non è possibile descrivere il modo in cui ha agito. Ha seminato libri di formazione, ha scritto migliaia di articoli missionari, ha forgiato coscienze di sacerdoti e laici e soprattutto ha vissuto da prete ogni sua azione ed in ogni incarico caratterizzando il suo agire con un comportamento ispirato dal “gran cuore” e da un pizzico di “ruvidità bresciana”. E’ ritornato a Brescia per morire in pace, nella povertà, nel silenzio, nella sofferenza che ha accompagnato i suoi ultimi anni, con sempre negli occhi e nel cuore gli orizzonti sconfinati delle missioni.. E’ sepolto nel cimitero di Gardone, nella tomba di famiglia. --------------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Valtrompia nella memoria ALESSANDRO BONINCONTRO (Gardone, 1890 – Villa, 1972) Nasce a Gardone il 6 novembre 1890. Operaio metallurgico, fin dalla giovane età è elemento di spicco del movimento cattolico gardonese nelle cui fila assume l’incarico di segretario della Sezione Giovani dell’Unione Professionale. Nel primo dopoguerra diviene organizzatore in Valtrompia del risorto movimento operaio cattolico e nel 1919 ne diventa segretario di plaga. Come propagandista dei sindacati bianchi sposta la sua azione a Palazzolo dove diventa propagatore ai contadini dell’azione del canonico Bissolati. Nel 1919 diviene membro del Comitato provinciale del Partito Popolare per il quale si è a lungo impegnato come propagandista. Nel giugno del 1920 subisce un pestaggio da parte degli avversari politici. Nel secondo dopoguerra è membro della Commissione interna della O.M. per la corrente sindacale cristiana e membro della Presidenza Provinciale delle ACLI. Muore concludendo una vita intensa, coerente negli ideali e negli impegni, il 19 giugno 1972 a Villa Carcina --------------------Note bibl.: BONETTI-PAGANI Il movimento operaio in Valtrompia BATTISTA BOSIO (Inzino, 1890- ? 1917) caduto per la patria Figlio di Ernesto e nativo di Inzino, viene arruolato nel 38° Reggimento fanteria. Muore in seguito alle ferite riportate in un feroce combattimento il 26 agosto 1918 ----------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Caduti e decorati trumplini PIETRO CASARI (Inzino, 1890 – Bassano, 1918) caduto per la patria Figlio Di Giacomo, nasce in Inzino il 14 novembre 1890. Arruolato nel 92° Reggimento fanteria. Muore il 31 ottobre 1918 per le ferite riportate in ombattimento, in Bassano nella ambulanza chirurgica d’ Armata n. 3 -----------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Caduti e decorati trumplini SAVERIO CONSOLI (Gardone, 1890 – Lumezzane, ? ) Nasce a Gardone nel 1890. E’ uno dei fondatori del Circolo Giovanile Socialista e ne è il segretario sino al 1913. Nel 1912 entra a far parte del Comitato collegiale di Zona della Valtrompia. Nel 1915 viene internato per propaganda antimilitarista. Dopo la guerra, trasferitosi a Lovere, riprende l’attività politica ed è nominato sindaco della locale Giunta Rossa. Torna in seguito a Gardone dove è sottoposto ad attiva sorveglianza per tutto il ventennio. Nel 1943, per rappresaglia seguita ad un’azione partigiana, è arrestato ed incarcerato a Canton Mombello per due mesi. Muore a Lumezzane. -------------------Note bibl.: BONETTI-PAGANI Il movimento operaio in Valtrompia CESARE MORETTI (Gardone,1890-1919) caduto per la patria Figlio di Luigi, nasce a Gardone il 26 novembre 1890. Laureato in legge, tenente di complemento nel 77° Reggimento fanteria, muore a Gardone il I° gennaio 1919 per una grave malattia contratta al fronte. Un busto marmoreo lo ricorda nella cappella cimiteriale di famiglia. ------------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Caduti e decorati trumplini LORENZO GIOVANNI BELLERI (Gardone,1891-Sarezzo,1956) detto Lorens dèla bionda Figlio di Giuseppe e Lucia Bonsi, aderisce giovanissimo al Partito Socialista Italiano. E’ tra i promotori della Banda Musicale Gardonese. Si trasferisce a Ponte Zanano dove diventa uno dei dirigenti più attivi della sezione socialista di Sarezzo. Convinto antimilitarista, diventa l’anima delle manifestazioni contro l’intervento dell’Italia nel conflitto, svolgendo la sua azione anche nella Fabbrica d’armi di Gardone. E’ arrestato il 19 luglio 1915 ed internato a Firenze ed in altre città italiane. Chiamato poi alle armi nel 1916 resta al fronte per due anni. Nel 1918 viene destinato dal Comitato di mobilitazione di Milano agli stabilimenti Redaelli di Gardone. Ritenuto “ di grave pericolo per l’ordine pubblico” in un centro industriale dedito alla produzione bellica è (18 novembre) allontanato e rinviato al corpo. Smobilitato nel 1919 diventa, nel dopoguerra, segretario della sezione socialista di Sarezzo e responsabile della Lega tessile. Sfugge nel 1923 alla spedizione punitiva fascista che si conclude con la devastazione dei circoli cooperativi di Gardone, Inzino e Zanano. Il 23 giugno 1926 è denunciato per “ associazione a delinquere”, ma viene assolto per insufficienza di prove. Attivamente impegnato nella Resistenza è costretto ad allontanarsi da Ponte Zanano, suo figlio viene arrestato dai tedeschi, internato in Germania e mandato a morire a Mauthausen. Il 25 aprile 1945, quale membro del CLN (designato dal PSIUP) viene nominato sindaco in base ad un accordo tra socialisti e democristiani ma rinuncia per solidarietà con il candidato comunista. Assessore anziano e vicesindaco, dopo la liberazione è consigliere dal 1951 sino alla morte ----------------------Note Bibl.: BONETTI-PAGANI Il movimento operaio …… op. cit. FERDINANDO DAMIANI (Gardone, 1891-1941) Militante socialista gardonese venne arrestato nel 1915 col secondo gruppo di internati e fu inviato a Milano. Trovò lavoro presso la locale Società Ossigeno. Ritornato a Gardone dopo la guerra venne assunto alla Beretta come lucidatore di calci di fucile --------------------Note bibl.: Bevilacqua F. Gli internati politici ISIDORO DONINI (Gardone,1891- Napoli, 1959) Studiò pianoforte e composizione al Conservatorio di S. Pietro a Maiella. Dal 1925 al 1956 diresse senza interruzione l’Istituto Musicale di Terni. Diede inoltre molti concerti in Francia, Svizzera, Germania. Fecondo compositore lasciò pregevoli lavori per vari strumenti. ------------------Note bibl.: Enciclopedia bresciana v. 3 sub voce AMEDEO BONARDI (Montisola,1892 – Libia, 1918) caduto per la patria Nato a Montisola il 15 gennaio 1892 e trasferitosi in giovanissima età a Gardone, venne arruolato nel Regio Corpo Truppe Coloniali e morì in Libia il 25 marzo 1918 per le ferite riportate in combattimento. ----------------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Caduti e decorati trumplini GIOVANNI BATTISTA COGOLI (Inzino, 1892- Isonzo, 1915) caduto per la patria Figlio di Domenico, nasce ad Inzino il 18 agosto 1892. Arruolato nel 92° Reggimento fanteria ed inviato al fronte risulta tra i dispersi dei combattimenti del 29 ottobre 1915 sul Medio Isonzo ---------------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Caduti e decorati trumplini GIUSEPPE MASETTI (Brescia, 1892-Gardone, 1954) Nasce a Brescia il 20 marzo 1892 e si trasferisce con la famiglia l’anno seguente a Gardone. Operaio armaiolo, si avvicina al socialismo intorno al 1911 iscrivendosi al Circolo Giovanile di cui diviene ben presto uno dei dirigenti più autorevoli, responsabile fra l’altro della distribuzione del periodico “ L’Avanguardia” e della edizione settimanale dell’ “ Avanti !”. Partecipa in rappresentanza del Circolo, a numerosi convegni di zona del Partito e della FGSI e si fa portatore delle istanze intransigenti e antimilitariste della nuova generazione socialista formatasi nel triennio 1911-1913. Candidato alle elezioni amministrative del 1914, è eletto consigliere comunale ma continua a dirigere il Circolo Giovanile svolgendo un’intensa attività di propaganda e di opposizione alla guerra. Nel dopoguerra prosegue la sua militanza nella sezione socialista; nuovamente candidato nelle elezioni amministrative del 1920, è rieletto e nominato assessore effettivo nella nuova Giunta rossa per la quale si impegna sui problemi del lavoro. Dal 1919 allo scioglimento, è Vicepresidente della Cooperativa di Solidarietà che nel dopoguerra sosterrà con notevole impegno finanziario le lunghe lotte operaie. Nel 1922 aderisce alla frazione terziana e ne diviene uno degli esponenti più accreditati in Valle. Con l’avvento del fascismo riceve pressanti inviti per lo scioglimento della Cooperativa. Nel 1924 aderisce al PCI ed opera nella struttura clandestina del partito. Alla caduta del fascismo è incluso nel Comitato di zona per cui si occupa dei collegamenti tra partito e brigate partigiane. Nel marzo del 1945, con Ippolito Campani e Pietro Sartori, entra come rappresentante del PCI nel CLN di Gardone ed è tra i principali organizzatori della insurrezione del 26 aprile. Dopo la liberazione è segretario della sezione gardonese del PCI e dal 1946 al 1951 è consigliere comunale. Muore il 2 marzo 1954 -------------------Note bibl.: BONETTI-PAGANI Il movimento operaio in Valtrompia, don ANGELO RACCAGNI (Gardone,1892 – Castelcovati, 1975) Nasce a Gardone nel 1892, è arruolato negli anni della prima guerra mondiale al termine della quale viene consacrato sacerdote nel 1920 con Gian Battista Montini, il futuro Paolo VI. Come prima esperienza è parroco a Pezzate e ad Inzino dove svolgerà i primi otto anni del suo ministero. E’ quindi nominato rettore di S. Bartolomeo in città fino al 1945. Con la seconda guerra e la rapida evoluzione sociale il villaggio di periferia stava cambiando faccia e problemi e nuova situazione ha spinto don Raccagni a scegliere una destinazione diversa : Castelcovati, a quel tempo paese eminentemente rurale e con problematiche diverse dal centro cittadino che lasciava. Nella nuova destinazione lavorò in profondità per ventitré anni sapendo guadagnare il rispetto e l’affetto della comunità che gli era affidata. Rimase quiescente in loco nel 1968, alla rinuncia alla parrocchia continuando per sette anni a coltivare ciò che aveva seminato con il suo impegno nel riserbo, nella preghiera e nella sofferenza. Muore nel 1975 e le sue spoglie riposano nel cimitero del paese. --------------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Valtrompia nella memoria FAUSTINO LANCELLOTTI (Inzino,1893 – 1968) Nasce ad Inzino nel 1893 e partecipa attivamente alla vita sociale e politica dell’allora comune inzinese fino ad esserne eletto sindaco dal 1923 al 1924. Di professione incisore, si specializzò nella produzione di punzoni e di rulli per iscrizioni e marchi che una particolare procedura di tempra rendeva duraturi nel tempo e quasi indistruttibili. --------------------Note bibl.: ABBIATICO Fra la mia gente Antologia gardonese VITTORIO LOMBARDI (Inzino, 1893 – Montecchio, 1957) Vittorio Lombardi fu la tipica figura di trumplino che seppe affermarsi anche in campo nazionale distinguendosi quale esempio di industriosità, generosità ed indomita volontà. Nacque ad Inzino il 14 luglio 1893 da una famiglia, originaria di Bagolino, di modesta condizione. Molti dovettero essere, infatti, i sacrifici affrontati dal padre, maestro elementare, per sopperire alle necessità dei quattordici figli che animavano la vita della sua casa. Ancora in giovane età, Vittorio, viene mandato all’Istituto Artigianelli di Brescia per apprendere l’arte tipografica. La sua vera aspirazione è però lo studio e presto, con enormi sacrifici, pur continuando a lavorare conseguirà la maturità classica frequentando le lezioni nel Collegio Arici allora retto dai Gesuiti. Si arruolerà come ufficiale in occasione della prima guerra mondiale dando prova, anche in questa occasione, delle sue grandi qualità. L’immediato dopoguerra lo vedrà attivamente impegnato nella costruzione della ferrovia BellunoCortina e nel conseguimento della laurea in scienze politiche presso l’Università di Firenze. Una innata predisposizione per gli affari che si avvarrà di un’ottima predisposizione d’apprendimento per le lingue straniere, agevolerà il suo ingresso prima nel mondo commerciale e quindi in quello industriale delle ceramiche e dei gas liquidi consentendogli di accumulare notevoli fortune che verranno impiegate in iniziative filantropiche. Appassionato alpinista ricoprì importanti incarichi nel Club Alpino Italiano. Profuse rilevanti cifre per la sistemazione dei rifugi del Gruppo Ortles Cevedale; fece costruire a sue spese trenta chilometri di linea telefonica consentendo l’allacciamento dei rifugi del Gruppo con Santa Caterina Valfurva. Il suo più coraggioso impegno in campo alpinistico fu però, senza dubbio, l’avvallo economico che consentì la spedizione italiana sul K2, la seconda cima del mondo conquistata da Compagnoni e Lacedelli nel 1954. All’amore per la montagna Lombardi unì quello per l’arte. Aiutò il restauro di opere ed edifici raggiungendo il capolavoro del suo mecenatismo nell’acquisto e nella completa ristrutturazione della Villa Cordellina di Montecchio Maggiore in provincia di Vicenza. La villa, costruita su progetto di Giorgio Massari intorno al 1753 era interamente affrescata dal Tiepolo e dai suoi allievi. Quando, per la prima volta, nel 1953 Lombardi la vide ormai ridotta ad uno stato compassionevole se ne innamorò, l’acquistò, ne sgomberò tre stanze in cui abitare ed affidati i lavori di restauro all’ingegner Federico Rota li seguì fino al 14 luglio 1957, giorno della sua morte, triste conseguenza di un male incurabile. La villa, nella cui cappella riposano le spoglie dell’insigne mecenate, è diventata, per volontà dell’estinto, un centro internazionale di studi di architettura e resta a perenne testimonianza di un grande valtrumplino che per lunghi anni non mancò anche di essere sollievo ai poveri ed ai bisognosi aiutando case di redenzione ed asili infantili e non facendo mancare anche nel paese delle sue origini testimonianza della sua generosità -----------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Valtrompia nella memoria SANTO ANGELO MENSI (Magno, 1893 – Macedonia, 1918) caduto per la patria Figlio di Giovanni nasce il 30 ottobre 1893 a Magno Sopra Inzino. Arruolato nel 64° Reggimento di fanteria, muore in Macedonia per le gravi ferite riportate in combattimento. ------------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Caduti e decorati gardonesi GIUSEPPE MUTTI (Gardone, 1893 – Vignola, 1918) caduto per la patria Figlio di Girolamo, nasce a Gardone il 13 novembre 1893. Arruolato nel 6° Reggimento alpini, muore il 29 novembre 1918 a Vignola dove era stato ricoverato per curare una malattia contratta al fronte. -----------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Caduti e decarati gardonesi don GIUSEPPE RIZZINI (Gardone, 1893 – Castegnato, 1973) Nasce a Gardone nel 1893 e viene ordinato sacerdote nel 1921 dopo aver vissuto cinque anni tra caserma e fronte. Lavorò con grande impegno ed intelligenza ovunque si svolgesse il suo ministero che non fu scevro di difficoltà e contestazioni. Fu curato a Bedizzole, parroco a Nozza dal 1926 al 1941 rinunciando infine nel 1968 alla parrocchia di Castegnato per ritirarsi a Vesto di Marone dove lo raggiunse sorella morte. In segno di profondo affetto i suoi parrocchiani di Castegnato lo vollero sepolto nel cimitero del paese. -------------------Note bibl.: RICORDATEVI sacerdoti defunti 1930/1983 LUIGI ZAMBONARDI (Gardone, 1893 - 1922) “Bogheto” Durante lo sciopero legalitario, ultimo tentativo di contenere l’attacco fascista allo Stato liberale, che durò dall’1 al 3 agosto 1922 mentre era impegnato in una delle squadre rosse di sorveglianza, venne ucciso nelle vicinanze dell’Albergo Beretta da Angelo Poli, intenzionato a recarsi al lavoro con il fratello Carlo. -----------------Note bibl.: BONETTI-PAGANI Il movimento operaio in Valtrompia PIETRO BONSI (Marcheno, 1894- Carso, 1916) caduto per la patria Soldato gardonese, nato a Marcheno il 15 luglio 1894, partecipò alla Grande guerra e venne dichiarato disperso nei combattimenti del Carso il 22 novembre 1916. --------------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Caduti e decorati gardonesi PIETRO COCCOLI (Gardone Riv., 1894 – Carso,1915) caduto per la patria Soldato gardonese ( e nativo di Gardone Riviera) era nato il 24 luglio 1894. Arruolato nel 14° Reggimento Fanteria fu inviato nel corso della Prima guerra mondiale a combattere sul Carso dove fu dichiarato disperso in combattimento il 21 ottobre 1915. ------------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Caduti e decorati gardonesi NATALE GHIDINI (Gardone, 1894 – Asiago,1917) caduto per la patria Di Apollonio, nacque a Gardone il 26 dicembre 1894. Arruolatosi nelle truppe di fanteria divenne Sergente del 9° Reparto d’assalto. Morì il 18 novembre del 1917 sullo Altipiano di Asiago per le ferite riportate in combattimento. -------------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Caduti e decorati gardonesi CARLO MANESSI (Gardone,1894 – Piave, 1917) caduto per la patria Nato a Gardone il 5 febbraio 1894 venne arruolato nelle truppe di fanteria come semplice soldato nel 211° reggimento. Figura tra i dispersi caduti durante il ripiegamento al Piave. -------------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Caduti e decorati gardonesi GIOVANNI BATTISTA MOZZONI (Gardone, 1894 – Brescia, 19 detto TITA Fratello minore di Giuseppe, nacque a Gardone il 27 marzo 1894. Menomato per un infortunio, sull’esempio e con la guida del fratello, si dedicò all’arte. Le protratte cure lo condussero a Brescia dove potè frequentare la Scuola Moretto negli anni che precedettero la Grande guerra. Allievo di Gaetano Cresseri, dopo aver appreso le tecniche dell’affresco è incitato da Arnaldo Zuccai ad intraprendere la strada dell’insegnamento. Nel suo studio cittadino di Via Elia Capriolo esplica tendenze diverse: miniatura, acquarello, olio, restauro, sbalzi, bozzetti di vetrate, modelli in gesso e via dicendo. Negli anni Venti inizia la sua partecipazione alle mostre. Gli è negato il Legato Brozzoni, ma riceve lodi e complimenti da molti maestri bresciani. Le sue opere ottengono un notevole successo in un’esposizione napoletana. Il suo continuo pellegrinaggio si intensifica per attuare interventi tesi a risanare antichi dipinti, per realizzare nuovi affreschi in luoghi di culto ed in pubblici edifici nel territorio della provincia ed in numerose regioni italiane. Nel 1957 ottiene una grande affermazione all’Angelicum di Milano in seguito alla quale la Galleria brasiliana d’arte moderna di San Paolo acquisterà un’ opera raffigurante S. Francesco. Giungono gli anni dell’incontro con altri artisti ai quali Mozzoni si legherà di profonda amicizia : Arturo Tosi, Lilloni, Longaretti Carrà ed altri. L’opera a cavalletto del nostro artista è testimoniata da innumerevoli dipinti ad olio molti dei quali figurano in collezioni private bresciane e molti in collezioni sparse sul territorio nazionale ed estero. Tita Mozzoni, che muore a Brescia nel fu per tutta la sua esistenza una mente fervida, un uomo entusiasta proteso al domani ma profondamente legato ai suoi giorni ed ai problemi dei suoi tempi che visse con accalorata partecipazione EVARISTO ZANETTI (Inzino, 1894 – Pordenone, 1916) caduto per la patria Figlio di Luigi, nasce ad Inzino il 22 ottobre 1894. Arruolato nell’arma aeronautica 8.a squadriglia aeroplani, muore il 13 settembre 1916, mentre è impegnato in operazioni militari nei cieli di Pordenone, per un incidente aviatorio. ------------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Caduti e decorati gardonesi FRANCESCO ZUBANI (Inzino, 1894 – Monte Nero,1916) caduto per la patria Figlio di Giovanni Maria nasce ad Inzino il 27 dicembre 1894. Arruolato nel 5° Reggimento Alpini muore il 12 novembre 1916 in un ricovero di fortuna sul Monte Nero per le gravi ferite riportate in combattimento. ----------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Caduti e decorati gardonesi DEMETRIO CONTRINI (Gardone, 1895 – Brescia, 1971) Nasce a Gardone il 30 maggio 1895 da Luigi e Maria Franzini. Operaio attrezzista inizia la sua attività politica intorno al 1913 e diviene segretario del Circolo giovanile nel 1914. Nel 1915 viene internato per attività antimilitarista e quindi inviato al fronte per pura ritorsione contro il suo impegno politico in quanto avrebbe dovuto usufruire di dispensa per la sua situazione familiare. Tornato a Gardone, nel 1920 è eletto Consigliere comunale e nel 1921 entra a far parte del Comitato Federale provinciale del PSI. Con l’avvento del fascismo è costretto ad allontanarsi da Gardone trasferendosi a Brescia alle dipendenze della Breda armi. Muore a Brescia il 6 marzo 1971 ----------------Note bibl.: F. BEVILACQUA Gli internati politici op. cit. BONETTI - PAGANI Il movimento operaio in Valtrompia op. cit. SPERANDIO FIORI (Brione, 1895- Carso, 1916) caduto per la patria Soldato gardonese, nato il 13 giugno 1895 a Brione, fu arruolato nel 144° Reggimento Fanteria e morì sul Carso per le ferite riportate in combattimento il 12 ottobre 1916. ------------------Note bibl.: BOLOGNINI, P. Caduti e decorati gardonesi GIOVANNI BATTISTA GARDONCINI (Gardone, 1895 – Torino, 1944) caduto per la libertà decorato con Medaglia d’oro al V.M. alla memoria Nasce a Gardone il 10 dicembre 1895 da Giuseppe e Maddalena Fappani. Si trasferirà a Torino dove si coniugherà con Teresa Fresco. Comandante della “. Divisione “Garibaldi” Piemonte, operante nelle Valli di Lanzo. Catturato dai nazifascisti nel corso di un rastrellamento, veniva tradotto a Torino. Condannato alla pena capitale fu fucilato il 13 ottobre 1944. Venne decorato con medaglia d’oro al V.M. alla memoria con la seguente motivazione, testimonianza della sua vita e della sua opera: “Vecchio combattente, animato da alto spirito patriottico, raggiungeva le montagne della Valle di Lanzo sin dall’inizio della lotta clandestina e vi riuniva i primi partigiani. Con la sua instancabile attività, costituiva un numero sempre maggiore di formazioni sicure, aggressive e successivamente le inquadrava in un’agguerrita divisione che portava al successo in molteplici, aspri combattimenti. Comandante capace, benevolo, energico, risoluto era di fulgido esempio e di costante stimolo per tutti i suoi uomini, per il suo leggendario valore personale e per la sua costante presenza ove maggiore era il pericolo o la necessità di un conforto. Catturato in un rastrellamento e condannato alla pena capitale, moriva volgendo il petto al nemico e gridando “ Viva l’Italia libera !” Sublime esempio di dedizione alla causa della libertà, spinta sino all’estremo sacrificio” Val di Lanzo, 7 ottobre 1943 – Torino, 12 ottobre 1944 ------------------Note bibl.: STRONA D. Il comandante Battista don PROSPERO PEDERSOLI (Gardone, 1895 – Tesolo, 1976) Nasce a Gardone nel 1895 e viene ordinato sacerdote nel 1922. A svolgere la sua prima esperienza viene inviato, come curato, a Graticelle di Bovegno per due anni per essere poi nominato nel 1924 parroco di Limone sul Garda dove svolgerà il suo ministero fino al 1971. Alla rinuncia della parrocchia si trasferirà quiescente a Tesolo poco distante da Limone dove concluderà il suo cammino terreno. Vivrà a Limone le tristi esperienze della guerra lavorando con una grande saggezza pastorale. Cercò in ogni modo di far uscire Limone dal suo isolamento favorendo e sollecitando la costruzione della Gardesana Occidentale; non potè certo mai dimenticare di essere giunto, il giorno del suo ingresso, a Limone in barca via lago. Il suo grande impegno sociale e pastorale sono ricordati ancor oggi con venerazione da quella che fu per mezzo secolo la sua comunità . -------------------Note bibl.: RICORDATEVI …. GIOVANNI BATTISTA BELLERI (Gardone, 1896- ? 1918) caduto per la patria Figlio di Michelangelo, nasce a Gardone il 4 maggio 1896. Arruolato come soldato nel 97° Reggimento Fanteria, dopo essere stato catturato in combattimento morirà in un campo di prigionia per una grave malattia. -----------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Caduti e decorati gardonese ANDREA ANNIBALE MAZZELLI (Inzino, 1896- ? 1917) caduto per la patria Di Giovanni Battista nasce ad Inzino il 29 novembre 1896. Viene arruolato nel 207° Reggimento fanteria e muore il 26 agosto 1917 nell’ospedaletto da campo n. 91 per le gravi ferite riportate in combattimento. ------------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Caduti e decorati gardonese ANGELO POLI (Sarezzo, 1896 - ? 1917) caduto per la patria Nato a Sarezzo il 21 maggio 1896 e residente fin dai suoi primi anni a Gardone, fu arruolato alla scoppio della Prima guerra mondiale, nel 2. Reggimento Granatieri. Morì il 27 maggio 1917 mentre era ricoverato nella 33. sezione di Sanità per ferite riportate in combattimento. -----------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Caduti e decorati gardonesi PIETRO SALVINELLI (Magno, 1896- Soncino, 1945) caduto per la libertà Nasce a Magno di Gardone l’11 dicembre 1896 da Francesco e Santa Bertuzzi. Provvisto di licenza elementare si trasferisce a Soncino dove si sposa e prende la residenza. Muore il 28 aprile del 1945 durante i combattimenti della insurrezione che ha donato all’Italia la libertà. -------------------Note bibl. : LA RESISTENZA a Gardone e in Valletrompia, Gardone, 1995 DOMENICO VERA (Gargano, 1896 – Gardone, 1989) Nativo del Gargano, venne inviato a Gardone quale insegnante di materie tecniche pratiche nella scuola Zanardelli. Nel 1933 si coniugò con Lelia Bernardelli. Insegnante severissimo fu maestro a decine di allievi che poi avrebbero sostenuto con la loro perizia tecnica, duramente guadagnata sui banchi della scuola, l’espansione delle officine gardonesi. Colpito in tarda età da una grave malattia agli occhi divenne cieco e dovette lasciare la vita sociale che tanto lo appassionava. Nel 1981 pubblicò un volumetto di poesie dal titolo : -------------------Note bibl.: INCONTRO, GIUSEPPE AGOGERI (Gardone, 1897- ? ) caduto per la patria Figlio di Lorenzo, nasce a Gardone il 28 gennaio 1897. Arruolato nel 56. Reggimento fanteria, catturato al fronte viene confinato come prigioniero di guerra e di lui non si avranno più tracce. -----------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Caduti e decorati gardonesi VINCENZO BERNARDELLI (Gardone, 1897 – Brescia, 1965 ) Nasce a Gardone il 3 aprile 1987, discendente dall’antica stirpe armiera. Ragioniere, sarà professionalmente impegnato nella ditta gardonese per tutta la sua esistenza. Fin dagli anni giovanili è organizzatore infaticabile dell’Azione Cattolica a Gardone ed in tutta la Valle. Appoggia e sviluppa l’intensa opera pastorale e di apostolato di mons. Bosio, don Cattina, don Giuberti e mons. Felice Beretta promovendo e sostenendo i corsi per propagandisti, la formazione dei catechisti e l’organizzazione del catechismo locale in forma di vera scuola. E’ promotore e sostenitore dell’Oratorio, degli Esploratori Cattolici, del Teatro, delle attività sportive, delle iniziative della San Vincenzo e di molte altre proposte ed attività. Dal 1919 è tra gli organizzatori del Partito Popolare Italiano della cui sezione gardonese è responsabile. Nel 1920 è nominato segretario e nel 1924 presidente di plaga della Gioventù Cattolica della Valtrompia. L’avvento del regime fascista non ne rallenta le attività nell’ambiente cattolico. Nel 1923 riesce ad impedire lo scioglimento della Cooperativa Cattolica San Filippo ad opera delle organizzazioni fasciste. Nel 1926, quando le squadre fasciste assaltano le sedi delle associazioni cattoliche, Bernardelli è l’artefice della loro ricostituzione e per questo suo impegno è minacciato di invio al confine. Nel 1930 è nominato con Breve papale Cavaliere di San Silvestro. La sua attività prosegue senza soste in speciale collaborazione con Davide Cancarini, altra grande figura del movimento cattolico trumplini, anche quando l’impegno di lavoro si fa gravoso per le avverse condizioni congiunturali. Gli anni 1943/45 lo vedono impegnato anche nella lotta di liberazione come tessitore di collegamenti tra i diversi gradi dell’organizzazione. I suoi frequenti viaggi di lavoro a Roma sono occasioni d’incontro con mons. Giovanni Battista Montini, Segretario dello Stato Vaticano, per approfondite analisi dei problemi locali. Dopo la liberazione del 1945 viene nominato delegato dei gruppi “ Uomini Cattolici” della Valle Trompia. Diventa presidente del Consiglio di amministrazione della Scuola tecnica Zanardelli (1945-46) ed è pure presidente del Consiglio del Banco Nazionale di Prova (1945-48). Dedica ogni suo impegno al potenziamento delle attività della Società San Filippo Neri, assumendone anche la presidenza. Va ricordata in questo periodo la realizzazione del nuovo Cinema-Teatro San Filippo Neri, la ristrutturazione totale ed il raddoppio delle “Case popolari Don Antonio Tomaselli” nonché la realizzazione del “Nuovo Ritrovo S. Filippo”. In questo fabbricato dopo la sua morte verrà ricavato un grande “Auditorium” a lui titolato. Grande anche il suo impegno per la realizzazione della “Casa per esercizi spirituali” di Montecastello di Tignale per la quale opera con mons. Almici, Canarini, Sbranati e Dordoni colleghi d’Azione Cattolica. Viene insignito nel 1950 dal Presidente della Repubblica del titolo di “Commendatore”. ----------------------Note bibl.: Bonetti-Pagani Il movimento operaio in Valtrompia Brescia, Squassina, 1987 don AGOSTINO BOTTI (Inzino, 1897 - Coccaglio, 1994) Nasce ad Inzino e all’età di tre anni si trasferisce con la famiglia a Coccaglio dove il papà era stato nominato capo stradino della Provincia. Entra in seminario a 11 anni. A 19 anni mentre sta frequentando il liceo, allo scoppio della Prima Guerra mondiale, è chiamato soldato prima nel Corpo di Sanità a Milano e quindi nel 7° Reggimento Fanteria che combatterà valorosamente al fronte, dove il futuro don Agostino avrà un congelamento ai piedi. Sarà poi la volta del Grappa e della Dalmazia con l’incarico di insegnare nelle scuole del paese occupato. Congedato nel 1920 con encomio solenne, riprenderà gli studi , compagno di Gian Battista Montini, per ricevere gli ordini nel maggio del 1923. Curato a Castenedolo lavorerà con grande entusiasmo tra i giovani dell’oratorio per tre anni. Nel 1926 è nominato vicario cooperatore a Coccaglio, suo paese d’adozione, dove rimarrà per tutta la vita come “curato permanente” collaborando con dedizione e sagacia come collaboratore di quattro arcipreti. Caratteristica del suo essere pastore, maestro e guida, fu l’innato spirito di carità, disposta ad un sentire umile e povero che gli facilita il compito di “ servire e non farsi servire”. Dal ricordo delle sue parole : … Sono sempre stato all’ultimo posto e mi son sempre trovato bene…. I primi anni ho tenuto l’oratorio maschile. Poi lasciato l’oratorio, il lavoro non è mai mancato…. Ho sempre cercato di vivere semplicemente… Ho sempre cercato di amare il mio prossimo e di dare a chiunque ha bussato alla mia porta… una parola buona, un piatto di minestra calda ….” E’ stato veramente sacerdote di grande zelo, uomo di preghiera, di fede incrollabile, di una grande assiduità al confessionale. Fino ai suoi ultimi giorni fu fedele scrupolosamente ai suoi doveri. Nel 1993 celebrò i 70 anni di sacerdozio, ormai prete più anziano della diocesi. Si spense serenamente all’età di 97 anni, nel gennaio del 1994. Le sue esequie sono state celebrate solennemente a Coccaglio dove la salma riposa. GUIDO ERCOLE (Gardone, 1897- Roma) Nasce a Gardone nel 1897. Operaio, si iscrive al PSI nel dopoguerra e in breve tempo si segnala come uno dei giovani più capaci ed autorevoli. Animatore dell’occupazione della fabbrica Redaelli nel settembre 1920, candidato nelle elezioni amministrative dello stesso anno, è nominato assessore effettivo nella riconfermata Giunta rossa. Massimalista convinto, pur non aderendo alla frazione terziana, è favorevole nel 1924 alla fusione fra socialisti e comunisti. Sottoposto a controlli e perquisizione da parte dei fascisti lascia Gardone nel 1926 per trasferirsi a Roma alla Breda Armi. Nel corso del ventennio è oggetto di assidua vigilanza e viene più volte arrestato. Muore in seguito ad un incidente stradale. --------------------Note bibl.: BONETTI-PAGANI Il movimento operaio in Valtrompia BATTISTA MILESI (Gardone, 1897 – Mestre, 1919) caduto per la patria Figlio di Giuseppe, nasce a Gardone il 26 gennaio del 1987, arruolato nel 13° Battaglione Presidiario muore a Mestre per malattia il 23 gennaio 1919. ----------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Caduti e decorati gardonesi ANGELO PINTOSSI (Sarezzo, 1897 - ?, 1918) caduto per la patria Nato a Sarezzo il 2 aprile 1897 e trasferitosi in giovane età a Gardone, allo scoppio della Prima guerra mondiale fu arruolato nello 82° Reggimento Fanteria. Catturato dal nemico morì di malattia durante la prigionia il 23 marzo 1918. -----------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Caduti e decorati gardonesi GIOVANNI ANGELO POLI (Gardone, 1897 – Padova, 1919) caduto per la patria Figlio di Bortolo, nasce a Gardone il 4 agosto 1897. Arruolato nel 58° Reggimento Fanteria è vittima a Padova, dove muore il 15 aprile 1919, dei postumi di una grave malattia contratta durante i combattimenti. ----------------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Caduti e decorati gardonesi GIOVANNI SABATTI (Magno, 1897-1980) Detto el “Fièl” rappresentò per lunghi anni la frazione di Magno nel Consiglio comunale di Gardone. L’appellativo “Sindech dè Magn” gli derivò dall’aver risolto alcuni problemi che affliggevano il suo paese natale in anni particolarmente difficili. ----------------------Note bibl.: Fappani: Enciclopedia bresciana v. XV sub voce GIORGIO TANFOGLIO (Magno, 1897 – Albania, 1919) caduto per la patria Figlio di Giulio Giorgio nasce a Magno sopra Inzino il 30 aprile 1897, Viene arruolato nel 4° Reggimento alpini ed inviato a combattere in Albania. Qui morirà vittima di una grave malattia l’11 ottobre 1919. -----------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Caduti e decorati gardonesi GIOVANNI BATTISTA ZAMBELLI (Inzino,1897 – Piave,1917) caduto per la patria Figlio di Vittorio nasce ad Inzino il 7 agosto 1897. Arruolato nel 21° Reggimento Bersaglieri risulta fra i dispersi durante i furiosi combattimenti nel ripiegamento del Piave. -------------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Caduti e decorati gardonesi PIETRO BELLERI (Gardone, 1898 - ? , 1918) caduto per la patria Figlio di Giuseppe, viene arruolato come soldato semplice nel 215° Reggimento fanteria, dopo la cattura ed il confino in un campo di prigionia vi muore per malattia. ---------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Caduti e decorati gardonesi ANGELO BOSIO (Inzino, 1898 – Francia, 1927) Nel 1923, mentre leggeva il quotidiano socialista “ L’Avanti” sul balcone della propria casa in Inzino, fu minacciato da una squadra di fascisti che tornavano da una manifestazione. Poiché continuava imperterrito nelle proprie letture, i fascisti gli abbatterono la porta di casa per catturarlo. Per difendersi il Bosio sparò un colpo di fucile da caccia ferendo mortalmente il primo milite fascista che tentava di salire la scala interna della sua abitazione. Marco Scaramuzza ( questo era il nome del milite) morì poco dopo all’Ospedale di Brescia. Durante la notte aiutato da alcuni amici e dalla sorella Angela, il Bosio, vestito da donna, fuggì attraverso la Valle di Inzino ed il Monte Guglielmo raggiungendo Iseo e quindi Milano. Qui si costituì e processato, fu assolto per aver agito in stato di legittima difesa. Per evitare le ovvie conseguenze emigrò quindi in Francia dove morì vittima della tubercolosi che da anni minava il suo fisico. Alla liberazione gli fu titolata la piazza di Inzino precedentemente dedicata allo Scaramazza. ---------------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Valtrompia nella memoria MATTEO CABONA (Gardone, 1898 – Brindisi, 1918) caduto per la patria Di Andrea, nasce a Gardone il 10 giugno 1898. Arruolato in fanteria, fu soldato nella 1686.a Compagnia mitraglieri Fiat. Impegnato in combattimento e colpito da una grave malattia, morì a Brindisi il 29 ottobre 1918. -----------------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Caduti e decorati gardonesi GIOVANNI MENSI (Magno, 1898 - ? 1918) caduto per la patria Figlio di Pietro, nasce a Magno sopra Inzino il primo settembre 1989. Arruolato nelle truppe alpine combatte sotto lo stendardo del I° Reggimento. Catturato dal nemico muore durante la prigionia per malattia. -------------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Caduti e decorati gardonesi ANGELO BAGLIONI (Gardone, 1899 – 1987) Incisore di fama e di notevoli capacità ha collaborato per un cinquantennio con la Beretta armi dove, per molto tempo, è stato caporeparto degli incisori. In collaborazione con Colombelle, Baglioni ha codificato i vari modelli incisori in ornato che per lungo tempo sono stati esempio di originalità e di nitidezza di esecuzione. Nel 1984 è stato insignito del riconoscimento di “ Maestro del Lavoro”. Le sue grandi qualità artistiche, soprattutto al di fuori dell’incisione armiera, sono state ricordate ( unitamente a quelle di Giuseppe Bregoli) con una pregevole mostra organizzata dalla Galleria d’arte “ Il Quadrifoglio” nel dicembre 1989. ---------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Valtrompia nella memoria BREGOLI GIUSEPPE (Brescia, 1900 - Gardone,1980) Nato a Brescia, si trasferisce in giovane età a Gardone dove svolgerà per un quarantennio la sua attività di sbalzatore ed incisore di grandi capacità e di notevole vena artistica. Legato alla Beretta armi, ditta con la quale collaborò per più di quattro decenni, il Bregoli trovava nello sbalzo, peculiarità che esce dall’ambito decorativo delle armi e che non ha continuatori in terra gardonese, il massimo della sua espressività tecnica ed interpretativa. Artista forse non sufficientemente valorizzato, fu autore di opere di soggetto sacro e, per la parrocchiale di Gardone, della copertura in rame sbalzato del battistero. La sua maestria è stata ricordata, unitamente a quella del collega Angelo Baglioni, con una mostra organizzata dalla Galleria gardonese “Il Quadrifoglio” nel dicembre 1989. ------------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Valtrompia nella memoria LORENZO POLI (Gardone, 1900 – Trieste, 1919) caduto per la patria Figlio di Angelo, nasce a Gardone il 2 giugno del 1900, arruolato nel I° Reggimento del Genio, muore il 4 marzo 1919 a Trieste per malattia contratta al fronte. ---------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Caduti e decorati gardonesi ENRICO ARNABOLDI (Gardone,1901 – Roma, 1975 ?) Fratello di Achille e Guglielmo nasce a Gardone il 2 agosto 1901. Nel dopoguerra si iscrive alla Federazione Giovanile Socialista di cui diviene segretario del Circolo gardonese. Al Congresso provinciale del 1° febbraio 1920 è eletto segretario provinciale. Dopo la scissione comunista è uno dei pochi dirigenti provinciali a rimanere fedele alle proprie idee e a continuare l’adesione al Partito Socialista dedicandosi con tutte le forze alla riorganizzazione del movimento che sposta la sua sede a Gardone. Ottiene dei buoni risultati con la ricostituzione, nel biennio 1921-22, dei circoli di Inzino e la fondazione del nuovo circolo di Ponte Zanano. Muore a Roma dove si è da tempo trasferito. ----------------Note bibl.: BONETTI-PAGANI BOLOGNINI P. Il movimento operaio in Valtrompia Enciclopedia gardonese UGO FOCCOLI (Inzino, 1903 - ? ) Figlio di Giuseppe, si diploma perito industriale a Vicenza nel 1922 e al suo ritorno a Gardone inizia la sua collaborazione con la Beretta alla quale presto rinuncia. Dopo brevi esperienze alla Redaelli e alla Breda di Roma torna nel 1938 alla Beretta dove opererà come caposervizio e quindi dirigente fino al 1971. Impegnato anche nel sociale sarà Presidente dello Asilo d’Inzino per molti anni, podestà di Gardone dal 1932 al 1944 dando prova di imparzialità ed onestà, assessore alle finanze per un decennio, consigliere dell’Ospedale e presidente della Cooperativa “La Famiglia” che attuerà in Inzino la prima esperienza del progetto propugnato da padre Marcolini tra il 1955 ed il 1970 --------------------Note bibl.: ABBIATICO Fra la mia gente ANTONIO NODARI (Gardone, 1903 – 1945) caduto per la libertà Di Bortolo e Camilla Santa Poli, nasce a Gardone il 13 agosto 1903. Provvisto di licenza elementare, operaio, coniugato con Lucia Baga dalla quale ebbe due figli, arruolato in fanteria, l’8 settembre non era alle armi. Morì nell’Ospedale civile di Brescia il 28 aprile 1945 in seguito alle ferite riportate in uno scontro a fuoco con le truppe nazifasciste in località Arsenale di Gardone. --------------Note bibl.: La Resistenza a Gardone e in Valtrompa STEFANO MAROCCHI (Gardone, 1905 –) Orfano in giovane età, entra nella bottega di Domenico Bertella (El Fianco) dove inizia il suo lavoro di armaiolo. Passa poi alla “Fratelli Cavagna”, all’Arsenale, alla Beretta e alla U. Gitti. Si trasferisce quindi a Foligno (1940) dove apre un’armeria che gli darà la possibilità di conoscere i più svariati modelli di armi nazionali ed estere. Torna nel 1950 a Gardone ed avvia con i figli una officina. Nel 1957, con una carabina a gas CO2 da lui ideata, vince al Salone Internazionale di Bruxelles l’Oscar delle Invenzioni. Numerosi saranno i nuovi modelli messi in produzione dall’azienda Marocchi che assumendo rilievo industriale, guidata dai figli Piero, Luigi e Giuseppe, si trasferirà poi a Sarezzo. -----------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Enciclopedia gardonese p. GIUSEPPE SABATTI (Magno,1905-Gallarate 1984) Originario di una famiglia di agricoltori fu impegnato nelle occupazioni di famiglia fino a 22 anni. Studiò poi fino a conseguire la maturità scientifica. Entrato nella Compagnia di Gesù come novizio (Lonigo, 1933), studiò teologia e filosofia ed il 13 maggio 1942 venne nominato sacerdote. Perfezionatosi nella lingua francese ne divenne insegnante prestando il suo servizio anche nel Collegio Arici di Brescia. ----------------------Note bibl.: FAPPANI A. Enciclopedia bresciana v. XV sub voce PIERGIUSEPPE BERETTA (Gardone, 1906 - 1993) A Pier Giuseppe Beretta (ed al fratello Carlo) va senza alcun dubbio il merito di avere internazionalizzato l’azienda armiera di cui assunse la direzione alla morte del padre Pietro. Alcune espressioni riportate dal Times di Londra in occasione della sua morte possono senza incertezze costituire il materiale delle nostre note biografiche. Presidente della Fabbrica d’armi Beretta dal 1957, sovrintese allo sviluppo di una nuova serie di armi corte e seppe espandere oltre oceano la produzione impiantando fabbriche in Brasile e negli Stati Uniti. Tipico astuto uomo d’affari lombardo, Beretta aveva le radici nella vita della sua provincia. Come molti dei suoi connazionali era un amante dell’opera lirica ed amava rilassarsi sui campi di golfl Times faceva eco il Corriere della Sera La notizia della morte di Piergiuseppe Beretta, presidente della più antica fabbrica d’armi del mondo, ha suscitato viva impressione e centinaia di persone hanno reso omaggio alla salma. Ultimo discendente della dinastia industriale che quando Colombo varcava l’Atlantico, in Valtrompia, forgiava nelle sue fucine le prime spade, fu un vero capitano d’industria la cui scomparsa traccia un solco tra passato e presente. Capì fin da giovane che l’industria armiera non poteva vivere soltanto in funzione della produzione bellica, ma doveva adattarsi a un mercato tutto da inventare, legato al tempo libero e allo sport della caccia e del tiro. …. Cercava direttamente d’instaurare un rapporto di reciproca fiducia con i suoi operai senza la mediazione del Direttore del Personale. Nel libro delle vertenze sindacali bresciane il primato non spetta certo alla Beretta. Il cavaliere riusciva sempre a trovare un punto d’incontro verso cui far convergere le parti, sempre presente al tavolo delle trattative fu severo ed esigente con gli altri come lo era con se stesso. ……. Dopo anni d’impegno, ricorsi e fatiche riuscì a vincere la grande battaglia americana riuscì a sostituire nel fodero degli agenti e dei militari americani la famosa Colt con la semiautomatica costruita a Gardone. …… Piergiuseppe Beretta , uomo tutto d’un pezzo intransigente ma dal “cuore grande”, così è ricordato dai suoi dipendenti, faceva la spola tra la sua residenza di Gardone Valtrompia ed il palazzo nel cuore della città di Brescia. Giuseppe Beretta, terzogenito del commendator Pietro e di Zina Moretti, si era laureato in chimica industriale e ricoprì nel corso della sua lunga esistenza oltre che la presidenza dell’industria di famiglia, quella dell’Associazione degli industriali bresciani, fu vicepresidente del Credito Agrario Bresciano e rappresentante nei consigli d’amministrazione di molte altre aziende. Amante dell’arte, fu fra i primi collezionisti delle opere di Ligabue che ospitò nella sua villa gardonese, dedicò inoltre ogni sua passione alla musica. Fu presidente per decenni della Deputazione del Teatro Grande di Brescia profondendo un grande impegno per la conservazione del teatro e la realizzazione delle stagioni musicali. Si era coniugato nel 1934 a Bologna con Maria Luisa Carnicini e rimasto vedovo, nel 1970 con Anna Catturich già da anni impegnata nell’ufficio legale della Beretta Come il padre Giuseppe fu insignito dell’onorificenza di Cavaliere del Lavoro -------------------Note bibl. : ANTOLOGIA MORIN M., WILSON R.L. Gardonese …… Gardone, 1964 Beretta ……. Op. cit. L’impero Beretta …….. Op. cit. GIOVANNI BATTISTA GOTTARDI (Gardone, 1907 – 1991) Dipendente della Beretta, appassionato sportivo e calciatore dilettante, fu tra i fondatori dell’ “Artigiana”, nota ditta armiera che operò a Gardone in Via Castello per numerosi anni. Musicante di ingegno studiò fino a diplomarsi in tromba nel Conservatorio cittadino. Condusse quindi un’attività professionistica in Italia e all’estero. Per decenni fece parte dell’orchestra del Teatro Grande di Brescia e dei complessi di altre città italiane; fu impegnato al seguito di artisti e cantanti di grande fama. Quando ormai la carriera volgeva al termine, fu tra i soci rifondatori del Gruppo Bandistico Gardonese di cui divenne, fino alla morte, valente maestro. Per anni offrì il suo impegno ed il suo entusiasmo all’associazione che riportò a discreti livelli tecnici e partecipativi. Alla sua morte il Gruppo Bandistico è stato titolato a suo nome ---------------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Valtrompia nella memoria op. cit. ALESSIO GIUSEPPE PERUCHETTI (Gardone, 1907 - 1995) Nacque a Gardone il 30 ottobre 1907 da Carlo e Angela Savoldi, terzo di sei figli. Il nonno era Giuseppe Peruchetti, il garibaldino, che oltre che sui campi di Bezzecca si era distinto anche nella vita politico-sociale della comunità. Restò orfano in giovane età e dovette ben presto affrontare la lotta per la sopravvivenza. Iniziò a lavorare negli opifici del paese, ma ormai in lui si stava scatenando la grande passione sportiva che fece di lui la maggior gloria sportiva trumplina. Cominciò ancor ragazzo col difendere la rete dei “nerostellati” gardonesi, quindi passò al Cogozzo e a soli 17 anni venne chiamato a Brescia a sostituire il grande Trivellino che con Peruchetti fu l’altra unica rondinella a vestire i colori della nazionale. A Brescia si battè per sette stagioni acquistando la fama che ancor oggi lo fa considerare un mito: eccezionale prontezza di riflessi, acrobatici voli d’angelo uniti a certe gusconaggini tipiche del suo carattere, lo fanno diventare pedina essenziale della squadra. Uomo d’ordine della difesa e saracinesca paratutto, gli viene attribuito l’ormai mitico appellativo di “ pantera nera” felino che nei suoi caratteri riassume quelle che furono le caratteristiche del grande portiere. E’ l’anno della Nazionale, il commissario Pozzo, il 17 maggio 1936, in occasione di Italia-Austria schiera Peruchetti a guardia della porta italiana. La partita contro la forte rappresentativa straniera si concluderà sul 2 a 2. Una quindicina di giorni dopo a Budapest la nazionale italiana sconfigge per 2 a 1 i fortissimi ungheresi e la pantera si comporta da leone. Come riserva parteciperà poi ai mondiali del ’36 e del ’38 entrambi vinti dall’Italia. Peruchetti è ceduto dal Brescia all’Ambrosiana Inter e nel corso del campionato 1936-37 difenderà per venti volte la rete interista. Nel 37-38 (30 presenze su trenta partite) contribuirà decisamente alla vincita dello scudetto che verrà bissato dall’Inter e da Peruchetti nel ’39-’40. Ceduto dall’Inter alla Juventus disputerà in bianco-nero due campionati. Appese le scarpe al chiodo Peruchetti tornerà in Valtrompia e non potendo dimenticare il calcio, per anni sarà alla guida dell’ AC Beretta che saprà portare in quarta serie. Muore a Gardone nel 1995. ----------------Note bibl.: BEPI PERUCHETTI in: Comunità PIETRO SARTORI (Gardone, 1907 – 1983) Nasce a Gardone da Vittorio e Maria Pintossi. Dopo aver conseguito la licenza della Scuola tecnica, si impiega nell’industria locale. Attivo nelle file del Partito Comunista Italiano negli anni della resistenza, entra a far parte con Masetti e Camplani, per il PCI, del CLN e verrà designato come primo sindaco gardonese del dopo liberazione. Terrà l’incarico dall’aprile del 1945 al marzo 1946, quando, dopo aver affrontato energicamente i problemi più urgenti, cederà il posto ad Antonio Selva, primo sindaco democraticamente eletto dalla consultazione popolare. ---------------------Note bibl.: 1875. Relazione del sindaco Luigi Moretti CARLO BERETTA (Gardone, 1908 – 1984) In occasione della morte, avvenuta nella villa di famiglia il 5 marzo 1984, la rivista inglese Shooting Times così ricordava la figura dello scomparso Uno dei più grandi tecnici ed esperti d’armi di questo secolo ed un personaggio rispettato e popolare nel mercato mondiale degli armamenti .. è morto a Gardone all’età di 76 anni. Era molto popolare sia tra i suoi dipendenti, sia tra i tifosi di calcio che hanno sempre rimpianto le sue dimissioni da Presidente del Brescia Calcio da lui ricoperto per ben ventiquattro anni. La sua popolarità è stata confermata dalle migliaia di persone in lutto che hanno riempito le strade di Gardone mentre i lavoratori della Beretta portavano la bara alla tomba di famiglia “ Veniva riconosciuto quindi il contributo di Carlo Beretta agli sviluppi tecnici della fabbrica gardonese “ ….. Prima di morire riuscì a sovrintendere al completamento del fucile Beretta serie 680… descritto come il più avanzato sovrapposto in produzione nel mondo” La Notte quotidiano nazionale così ricordava lo scomparso : “Sportivo di razza, erede della più antica casa industriale del mondo, appassionatissimo tiratore, fu per molti anni presidente del Calcio Brescia e Commissario unico della Nazionale italiana di calcio. Profondamente legato alla sua terra, Carlino Beretta amava la “sua” gente, era legato alla “sua” Gardone visceralmente: Gardone era il suo piccolo mondo e qui viveva accanto alla fabbrica nata tanti secoli fa, definendosi innamorato della tecnica delle armi e sempre preoccupato d’una cosa soltanto : che alla Beretta si costruissero i modelli migliori, dalle tecniche più avanzate. Era un semplice, Carlo Beretta, un industriale del tempo antico, riservato e schivo di pubblicità…. Un gentiluomo del quale si è perduto lo stampo. ….. Giovanissimo era stato un grande sportivo nel campo del tiro a volo, ripercorrendo le orme paterne, diventando un autentico campione e conquistando trofei e medaglie d’oro che orgogliosamente conservava e mostrava agli amici che lo visitavano…. “ Il suo amore “viscerale” per la terra e la gente gardonese che trovò espressione in una in elencabile serie di atti di generosità verso istituzioni e singoli privati fu ricambiato da un affetto senza limiti e condizioni che Gardone seppe riservargli. Grandi interventi: La Casa di riposo, i restauri della Basilica del Convento, l’organo della parrocchiale, aiuti ad associazioni lo videro sempre, personalmente o con la famiglia, in prima linea . Modestia, amicizia e cordialità caratterizzarono i suoi rapporti con le maestranze che vedevano in lui più un amico che il padrone. Un particolare legame lo stringeva agli operai anziani ed ormai in pensione della sua ditta che amava incontrare, ascoltare come dei veri amici che tanto si erano prodigati per il benessere della fabbrica e della comunità. -------------------Note bibl.: Wilson Il mondo Beretta BERNARDELLI PIETRO (Gardone, 1908 – 1988) Cresciuto come incisore nell’omonima ditta armiera gardonese alla scuola del Lange, anche se fu titolare per un breve periodo di licenza di fabbricazione in proprio di armi da caccia, vide la sua carriera svolgersi all’insegna della ditta di famiglia. Le sue incisioni variano dal tipo ornamentale a quelle rimesse in oro ed alla produzione di punzoni. E’ stato maestro riconosciuto di molti incisori gardonesi. Partecipò il 26 luglio 1928 al “Concorso di decorazione metallica su fucile da caccia” indetto dalla Scuola Zanardelli. Si classificò secondo a pari merito con Angelo Baglioni. Si dedicò anche alla fabbricazione di acciarini per fucili con batterie Holland Holland che commercializzò con il marchio “Diana”. -----------------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Valtrompia nella memoria MARIA FEDERICI (Cogozzo, 1908 – Baia di Valona, 1941) caduta per la patria decorata con M.D.A. al valor militare decorata con MDO della CRI Nata il 29 settembre a Cogozzo, dopo la morte del padre dott. Lorenzo si trasferì a Gardone con la mamma Rosa Beretta, le sorelle minori ed il fratello prendendo dimora nell’avita dimora della stirpe armiera. Fin dalla prima giovinezza dimostrò una vera vocazione per le attività filantropiche. Le famiglie gardonesi più disagiate la videro impegnata nell’assistenza ai figli ammalati, ai sofferenti con aiuti sia morali che materiali. Per meglio corrispondere a questa sua vocazione, frequentò con successo un corso della Croce Rossa e divenne crocerossina. Seguì quindi sin dall’inizio, come attiva dirigente, la sezione gardonese dell’Opera Nazionale Maternità ed Infanzia. Quando l’Italia entrò in guerra nel 1940 si mise subito a capo dell’aiuto ai militari e organizzò le concittadine per la confezione di indumenti di lana da inviare a chi soffriva al fronte. Questo però non le bastava e si offrì quindi come crocerossina volontaria. Partì da Gardone ai primi di febbraio del 1941 e venne assegnata alla nave-ospedale PO che faceva servizio fra l’Italia e l’Albania. La notte tra il 13 e il 14 marzo, la nave venne colpita da siluri e la crocerossina gardonese concluse eroicamente la sua esistenza terrena nella Baia di Valona. Ricevette una decorazione la cui motivazione recita : Infermiera volontaria della C.R.I. imbarcata in missioni di guerra sulla nave ospedale PO, colpita durante un attacco aereo notturno da due siluri, teneva contegno fermo e sereno, incoraggiando e sostenendo i naufraghi con ammirevole altruismo e spirito di sacrificio. Perdeva la vita inabissandosi con la nave, sulla quale con dedizione assoluta al dovere, compiva la sua alta missione di bontà verso i soldati in armi, dei quali era sorella silenziosa e serena. Baia di Valona, 14 marzo 1941. ------------------------ Note bibl.: Pierantonio Bolognini Valtrompia nella memoria Istituto del Nastro Azzurro Albo d’oro dei decorati di Brescia e Provincia Brescia, 1977 ANGELO GITTI (Inzino, 1908-Brescia, 1971) Rimasto orfano in giovane età si impegnò come operaio metalmeccanico in un’industria locale dove divenne capo reparto. Partecipò alle attività dell’Azione Cattolica fin dalla fanciullezza, fu aspirante del Circolo Pax di Inzino dove fondò con Pietro Poli il Gruppo esploratori cattolici della sua parrocchia, preso poi di mira dal fascismo locale tanto da portare all’arresto del Gitti (al ritorno da un campo al Maniva). Liberato per intervento di uno zio, continuò nella sua attività oratoriana. Dopo aver frequentato i corsi per propagandisti di A.C. organizzati da don Bosio a Villa, divenne esponente di primo piano nella AC provinciale e presidente degli uomini AC di Gardone V.T. Convinto antifascista, promosse numerose iniziative e fu tra gli organizzatori dei “raggi” di AC nelle fabbriche. Durante la resistenza fu tra i membri del CLN ed importante esponente delle Fiamme Verdi. Dopo la liberazione partecipò attivamente alla diffusione della DC in Valle e divenne membro del comitato provinciale del partito. Fu eletto consigliere comunale a Gardone, dirigente provinciale delle ACLI dalla fondazione e dal 1947 consigliere nazionale per più tornate. Si dedicò quindi all’organizzazione sindacale, succedendo all’avv. Bonardi alla segreteria della CDL per la corrente cristiana, fu segretario provinciale della Cisl fino al 1962 e del sindacato fu consigliere nazionale dal 1951 sino alla morte e dal 1962 fu presidente nazionale dello IAL. Eletto deputato al parlamento nelle elezioni del 1953 per la circoscrizione di Brescia e Bergamo è stato rieletto in tutte le successive legislature; membro di varie commissioni parlamentari è stato presidente della Commissione per le tariffe doganali e segretario della Commissione lavoro ----------------------Note bibl.: G. AJMONE Angelo Gitti, uomo di fede FAPPANI.CONTI Protagonisti Voce del Popolo 3-4-1971 PAOLO POLI (Gardone, 1908 – Londeran, 1944) caduto per la patria Nato a Gardone il 27 agosto 1908 da Antonio e Catterina Belleri, celibe, di professione minatore, si trasferiva in Francia nel 1929 e moriva per cause di guerra a Londeran (Germania) il 5 luglio 1944. -----------------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Caduti e decorati gardonesi GIOVANNI ZILIANI (Siviano, 1909 – Soddu, 1941) caduto per la patria Nasce a Siviano di Mont’ Isola il 6 settembre 1909 da Santo e Teresa Soardi. Trasferitosi con la famiglia a Gardone è arruolato ed inviato in Africa Orientale. Appartenente al 4° Reparto Neghelli di Artiglieria contraerea muore a Soddu (Gimma) il 23 aprile 1941 in seguito a ferite riportate in seguito ad un bombardamento aereo. -----------------------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Caduti e decorati gardonesi AMALIA BIANCHI (Gardone, 1909 - 1989) Donna ricordata dalla S. Vincenzo e da tutte le associazioni che si ispirano agli ideali cristiani per il suo tenace attaccamento ai veri valori dell’esistenza, per il suo impegno nel campo del lavoro, per la sua attiva partecipazione alle opere e alle preghiere della comunità. Alla morte lasciò ogni suo avere al locale Ricovero. ----------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Enciclopedia gardonese Francesco ROSSI (Iseo, 1910 – ? ) disperso in guerra Nato in Iseo il 17 novembre 1910 da Riccardo ed Antonietta Angheben, coniugato a Brescia nel 1938. Residente a Gardone dove esplicava l’attività di assistente edile venne inviato al fronte da cui non fece ritorno, figurando nel numero dei dispersi. ----------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Caduti e decorati gardonesi GIOVANNI GUERINI (1911 – ? ) disperso in guerra Nasce a Gardone l’11 giugno 1911 da Bernardo e Catterina Piotti. Celibe, aggiustatore meccanico venne arruolato nelle truppe italiane ed inviato al fronte da dove fu dichiarato, a fine guerra, disperso in combattimento. --------------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Caduti e decorati gardonesi MARCO PINTOSSI (Gardone, 1911 – ? ) disperso in guerra Nasce a Gardone il 18 gennaio 1911 da Stefano e Degnamerita Calzoni. Operaio non qualificato, coniugato è arruolato ed inviato al fronte da dove non torna. E’ considerato fra i dispersi gardonesi della 2.a Guerra mondiale. ---------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Caduti e decorati gardonesi AJMONE GRAZIELLA (Borgo di Terzo –BG,1912 – Gardone,1993) Figlia dello stimatissimo dottor Luigi, “il medico dei poveri”, insegnante di lettere nella scuola media e all’Istituto industriale svolse la sua attività, oltre che nella scuola, nelle Associazioni cattoliche (Azione cattolica, San Vincenzo ecc.) e per più di venticinque anni nell’Amministrazione comunale gardonese ricoprendo più volte l’incarico di assessore all’assistenza e all’istruzione. La sua ampia attività letteraria si concretizzò nella collaborazione a “Fiamma Viva” (ed. Vita e pensiero), “L’indice d’oro” ed “Il Maestro” editi a Roma “Scuola Italiana Moderna” Brescia, La Scuola. Ha scritto in versi e in prosa ed ha avuto al suo attivo numerose pubblicazioni, rivolte in maggior parte ai ragazzi : Mattutino; La storia meravigliosa di Bernadetta (13 edizioni); Sangue sull’arena; Il fanciullo delle Pampas (tradotto anche in spagnolo); Lo zufolo del pastorello; bambino che voleva camminare; Il grande cammino di Bepi – S. Pio X; Quando la Madonna raccontava; Prima comunione; Angeli in mezzo a noi (pubblicazione edite dalla bresciana La Scuola editrice). Ha poi intensamente collaborato alla realizzazione delle opere a stampa edite dall’Amministrazione comunale. Alla sua morte è stata ricordata dall’Amministrazione comunale con un busto in bronzo (unitamente ai sindaci Franzini e Grazioli) e con l’istituzione di una Fondazione titolata a suo nome e finalizzata ad opere di beneficenza. ---------------------------Note bibl.: BARRETTA-FAPPANI MERLINO-TROVATI Il chi è dei bresciani Gh’era ‘na olta Gardù don PIETRO RINALDINI (Gardone, 1912- Brescia, 1994) Nasce a Gardone nel marzo del 1912 dove trascorre la sua fanciullezza negli ambienti parrocchiali dove intensa era l’attività pastorale e dove la sua vocazione al sacerdozio trovò sostegno ed incoraggiamento. Giovane vivace ed esuberante seppe accettare con notevole sacrificio e sforzo di volontà la disciplina e la vita austera del seminario superando con buoni risultati il ciclo degli studi. Ordinato sacerdote nel giugno del 1936 viene inviato come curato a Mondaro di Pezzaze dove rimane per sei anni. Maturando i tempi della guerra, dopo una seria riflessione, don Pietro scelse di prestare il suo servizio come cappellano militare trovandosi duramente impegnato per quattro anni (1942-46) e riportando dolorose conseguenze nello spirito e nel fisico. Ritornato dal fronte fu inviato ancora come vicario cooperatore a Castelcovati dove era parroco il suo compaesano don Raccagni. Collaborò con lui per 17 anni (fino al 1963) lavorando con intensità alle varie attività pastorali. Nel 1963 fu nominato parroco a Cizzago dove potè mettere a frutto le sue capacità personali e l’esperienza accumulata nel lavoro diligente e generoso di tanti anni. Giorno dopo giorno, in umiltà e silenzio, svolse un ministero prezioso ed efficace: insegnò nella scuola, abbellì la parrocchiale con opere importanti, fece ampliare la scuola materna di cui era responsabile. Nel 1988, raggiunti i limiti di età, si ritirò dal servizio rimanendo in paese e continuando una preziosa collaborazione con il successore specie nel ministero del confessionale e nell’assistenza agli ammalati. Morì in ospedale a Brescia nel marzo del 1994. Le sue esequie furono celebrate a Cizzago dove la salma riposa nel locale cimitero. ------------------------------Note bibl.: RICORDATEVI. Sacerdoti defunti 1930-1983 FRANCESCO PAROLA ( Inzino, 1913 – 1947) caduto per la patria Nasce ad Inzino nel 193 da Pieatro ed Aurelia Riardi. Conduttore di macchine, coniugato con Maria Pedersoli, è arruolato ed inviato al fronte. Muore ad Inzino per cause di guerra il 26 giugno 1947. ----------------------Note bibl.: Gardone V.T. nella libertà e per la libertà Giuseppe ZAMBONARDI (Gardone, 1912- Bologna, 1945) vittima di guerra Nato a Gardone da Valentino e Veneranda Peruchetti, il 14 aprile 1912, coniugato. Arruolato come sergente maggiore motorista il 18 aprile 1945 rimase vittima di un bombardamento a Bologna, città in cui aveva trasferito la propria residenza e nella quale si trovava per alcuni giorni di licenza. -----------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Caduti e decorati gardonesi VAINER BARBI (Medole, 1914 – Gardone, 1945) vittima civile di guerra Nato a Medole (Mantova) il 14 dicembre 1914 da Amilcare e atonia Picchi, collaudatore di filo di ferro, morì il 3 aprile 1945 fulminato da un filo elettrico di alta tensione divelto dal bombardamento nemico in località Scaletta. -----------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Caduti e decorati gardonesi FRANCESCO CINELLI Gardone, 1914 – Brescia, 1945) caduto per la libertà Nasce a Gardone il 30 maggio 1914. Di professione incisore ha frequentato la prima classe dell’Avviamento professionale, geniere non era alle armi l’8 settembre. Convinto attivista del Partito comunista ed è tra i primi gardonesi ad aderire al movimento resistenziale. Subito si impone per le sue decise capacità organizzative e per le sue doti di coraggio. Il 9 novembre del 1943 riesce a sfuggire con il suo gruppo di garibaldini, che opera nella valle di Gardone, ad un duro rastrellamento evento che si ripete il mese successivo quando si rifugerà a Pezzoro, causando poi l’arresto del parroco don Pietro Plebani accusato d’aver ospitato i ribelli. Si rifugia quindi a Castelgoffredo ed a Carpendolo, per la delazione di alcuni parenti della moglie viene arrestato dalla polizia tedesca e consegnato ai fascisti. E’ sottoposto a violenti interrogatori e crudeli sevizie che non riescono però a strappargli una parola; a nulla serve nemmeno un suo trasferimento in località “Spiet” alla ricerca di informazioni sul movimento partigiano. Trasferito a Brescia e sottoposto a sommario processo, nonostante la veemente difesa dell’avvocato Bulloni, viene condannato a morte dal tribunale di guerra e fucilato nella Caserma Ottaviani il 27 gennaio 1944. Le sue spoglie saranno poi trasferite e tumulate a Gardone nel 1948. -------------------Note bibl.: PER LA LIBERTA’ : Resistenza bresciana 1943-1945 Brescia, GDB, 1985 LA RESISTENZA A GARDONE e in Valle Trompia, Gardone, 1995 Arturo DAFFINI (Gardone, 1914 – Verona, 1942) caduto per la patria Figlio di Marco, armaiolo e di Rosina Poli, celibe e contadino è arruolato nella 144.a Compagnia marconisti. Muore per cause di guerra il 16 dicembre 1942 nell’Ospedale militare di Verona a 28 anni. ---------------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Caduti e decorati gardonesi don MARIO FOCCOLI (Gardone, 1914 – Brescia, 1974) Nasce a Gardone nel 1914 e nel 1937 è ordinato sacerdote. Per vent’anni, dal 1937 al 1957 fu l’animatore degli oratori cittadini di S. Eufemia della Fonte, di S. Elisabetta e di S. Faustino; dal 1957 al 1974 prevosto di S. Crocifissa di Rosa dove si fece promotore della costruzione della nuova chiesa, delle strutture pertinenti e divenne centro aggregatore della nuova comunità alla quale fu improvvisamente rapito, stronacato da un infarto, nel trentasettesimo anniversario della sua ordinazione sacerdotale. Fu uomo e prete ricco di mente e di cuore, impegnato quotidianamente nella ricerca del bene per le anime che gli erano affidate dalle varie esperienze del suo esercizio pastorale. Le sue spoglie riposano nel cimitero cittadino. -------------------Note bibl.: RICORDATEVI. Sacerdoti defunti 1930-1983 don GIUSEPPE PINTOSSI (Gardone, 1914 – Brescia, 1983) Nasce a Gardone nel 1914 e viene ordinato sacerdote nel 1938. Dopo la sua prima esperienza come curato a Bedizzole dove opera dal 1938 al 1942 all’entrata in guerra dell’Italia si avvia al fronte come Cappellano militare col compito di assistere spiritualmente le truppe contraeree della guardia costiera. Dopo l’8 settembre ritorna clandestinamente nel suo paese natale per raggiungere i partigiani operanti sul Monte Guglielmo dove parteciperà a numerose operazioni. Nei giorni che seguono il 25 aprile è a Roma dove si impegna a concludere gli studi teologici e laurearsi in lettere per poi continuare il suo servizio, come cappellano, a Messina nel 1953, a Taranto nel 1959, a Brescia nel 1960 e a S. Damiano di Piacenza nel 1964. Congedato e pensionato dopo 25 anni di servizio, ritorna a Brescia dove dal 1966 al 1979 si dedica all’insegnamento in istituti statali e privati. Uomo dal carattere schivo condusse una vita ritirata Lontano da amici e confratelli prestandosi però, con esiti molto positivi, alla risoluzione di pratiche riguardanti situazioni di militari in servizio e congedati. Negli ultimi anni della sua vita fu colpito da un male incurabile che lo condusse lentamente ma inesorabilmente alla tomba. Cessò la sua vita terrena mentre era ricoverato nel nosocomio bresciano nel 1983. Le sue esequie si sono svolte nel paese natale dove riposa la sua salma. -------------------Note bibl.: RICORDATEVI. Sacerdoti defunti 1930-1983 don PIETRO PLEBANI (Gardone, 1914 - 1996) Entra in Seminario ancora ragazzo e viene ordinato sacerdote il 27 giugno 1937. Svolge il suo primo incarico a Graticelle di Bovegno dal 1937 al 1941 come curato e quindi sarà parroco a Pezzoro fino al 1958 dove condurrà una vita quasi eremitica, ligio ai suoi doveri e dedito interamente all’apostolato. In paese, durante la resistenza, diventa punto di riferimento e di collegamento per i gruppi partigiani che operano in zona. Viene arrestato, condotto nel Castello di Brescia dove è picchiato con selvaggia violenza. E’ quindi nominato parroco a S. Giovanni di Polaveno dove evidenzierà ulteriormente il suo carattere di uomo di Dio, del tutto indifferente alle appariscenti esteriorità. E’ quindi la volta di Borgosatollo (1966-1976) dove, sollevato dalle responsabilità dell’incarico parrocchiale potrà dedicarsi interamente alla pastorale degli ammalati e degli anziani. La restaurata Basilica di S. Maria degli Angeli lo accoglierà nel 1976 a Gardone dove per vent’anni continuerà a svolgere il suo silenzioso ministero. Con la sua semplicità e la sua discrezione entrerà nelle case di tutti, da tutti amato e stimato. Vive in grande umiltà, in povertà, in silenzio, come da monaco nel suo convento dove incontra la gente che con lui si confida alla luce di una chiarezza di valori senza equivoci. Uomo “antico” come i valori ai quali si ispira, scontroso e polemico, ma di grande carità nelle azioni è da tutti ricordato per la ricchezza della sua interiorità. Dopo vent’anni di ministero gardonese il 23 ottobre 1996 parte per il suo viaggio al padre. Nella chiesa del Convento, davanti alla sua salma, il pellegrinaggio è ininterrotto a testimonianza della gratitudine della sua terra e della sua gente. -------------------Note bibl.: P. BOLOGNINI Valtrompia nella memoria op. cit. Angelo PRANDELLI (Gardone, 1914 – ? ) caduto per la patria Di Giuseppe e Maria Bertanza, nacque a Gardone il 25 settembre del 1914 dove svolgeva la mansione di aggiustatore meccanico. Arruolato venne inviato al fronte e non vi fece più ritorno. E’ annoverato nel numero dei dispersi dell’ultima guerra. ----------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Caduti e decorati gardonesi ARIDE CORBELLINI (Gardone, 1915 – Brescia, 1961) Nasce a Gardone da Primo ed Anita Faustinelli il 24 giugno del 1915. Motivi di lavoro videro il trasferimento della famiglia a Brescia dove Corbellini frequentò le scuole elementari ed a quindici anni iniziò la frequentazione dello studio di Emilio Pasini dove apprese l’arte del ritratto. Fu poi allievo dei corsi serali della Scuola Moretto, quindi di Giuseppe Mozzoni fino alla vigilia della leva militare. Durante il suo impegno militare fu in Istria dove eseguì numerosi disegni e poi in zona operativa in Francia ed in Jugoslavia dove si dedicò alla topografia ed evitò la deportazione con una fuga avventurosa da un treno. Tornato dalla guerra riprese con grande forza di volontà gli studi interrotti che completò nel 1948 con il raggiungimento del diploma conseguito nell’Istituto d’arte Paolo Toschi di Parma. Fu presto titolare di una cattedra a Chiari quindi a Palazzolo, a Vobarno e a Brescia negli istituti “Tartaglia” e “Castelli”. Da questi anni ebbe come grandi amici Ermete Lancini, Domenico Lusetti, Enrico Dusi, Claudio Botta, Pierca, Sardini e Zini. Con l’aiuto di Oreste Rodini aprì uno studio in una casa di Contrada Cavalletto. Fu attivo componente della commissione che diede vita all’Associazione artistica bresciana Arte e Cultura nella quale poi dal 1957 fino alla morte ricoprì l’incarico di direttore della scuola di disegno. Si dedica quindi alla pittura. I suoi paesaggi (Darsena, Casina per cacciatori, Castagneto in Goletto, Fiori di montagna…..) si alternano a figure (Ritratto della moglie, Nudo…. ) ispirandosi ora alla tradizione figurativa , ora ai maestri italiani e francesi del primo Novecento o alla lezione di Braque e Picasso. Nell’ottobre del 1945 partecipa alla rassegna “ Duecento opere di artisti bresciani” ed in seguito a mostre all’AAB. Si dedicò anche alla scultura e alla poesia fino al giorno in cui la morte lo ha strappato (23 gennaio 1961) ad un’esistenza dedita a far affiorare, con ogni tipo di espressione, quanto gli si agitava nell’animo. ----------------Note Bibl.: Riccardo Lonati : Dizionario degli artisti bresciani. Brescia, Antonio Fappani : Enciclopedia bresciana v.3. sub voce Carlo GAMBA (Gardone, 1915 – ? ) Caduto per la patria Nasce a Gardone il 21 marzo 1915 da Matteo e Catterina Pintossi. Coniugato ed occupato come fucinatore, viene arruolato ed inviato al fronte dove, a fine guerra, è dichiarato disperso. ----------------Note bibl.: BOLGNINI P. Caduti e decorati gardonesi BATTISTA LUIGI GUERINI (Gardone, 1915 - Mediterraneo, 1941) caduto per la patria Nato a Gardone l’8 luglio 1915 da Battista e Rosa Barbieri, coniugato con Letizia Ferraglio è arruolato dalla Compamare Venezia con matricola 21644. Imbarcato sull’incrociatore “Fiume” muore il 28 marzo 1941 per affondamento della nave colpita da salve d’artiglieria nemica mentre era in navigazione nel Mediterraneo Orientale. ----------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Caduti e decorati gardonesi CARLO LECHI (Magno, 1915 - ? ) caduto per la patria Nasce a Magno il 10 marzo 1915 da Giovanni e Angela Sabatti. Occupato come giornaliero di campagna, celibe, viene arruolato nell’esercito ed inviato al fronte da cui non fa ritorno. E’ considerato fra i dispersi gardonese della 2. Guerra mondiale. ------------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Caduti e decorati gardonesi PIETRO MILESI (Gardone, 1915 – Chievo, 1941) caduto per la patria Di Giovanni e Cotelli Maria, morì per le conseguenze di malattia contratta in guerra nel sanatorio di Chievo. ----------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Caduti e decorati gardonese MARIO POLI (Inzino, 1915 - ? 1943) caduto per la patria Nasce ad Inzino il 23 novembre 1915 da Pietro e Maria Coccoli. Di professione fucinatore è coniugato con Giuseppina Lupezzi. Inviato sul fronte russo viene annoverato fra i dispersi e non fa più ritorno. ------------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Caduti e decorati gardonesi ARTURO REMO SALERI (Gardone, 1915 - 1943) caduto per la patria Nato a Gardone nel 1915 da Isaia e Cagliari Agostina, coniugato con Sabatti Leonilda, di professione idraulico, morì per cause di guerra a Gardone l’11 aprile 1943 all’età di 28 anni. ------------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Caduti e decorati gardonese ANDREA SOSTA (Gardone, 1915 – ? ) caduto per la patria Di Francesco e Letizia Tanfoglio, nacque a Magno il 26 giugno 1915. Arruolato nelle truppe italiane ed inviato al fronte, non vi fece più ritorno figurando nel numero dei dispersi gardonese della Seconda guerra mondiale. ----------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Caduti e dispersi gardonesi don ENRICO ZANETTI (Gardone, 1915 – Agnosine,1995) Nasce a Gardone nel 1915. La sua preparazione al sacerdozio conobbe momenti significativi che costituiranno una formazione profonda e duratura. Frequenta il Ginnasio presso i Salesiani ed è ospite a lungo di don Piovanelli che lo farà entrare in contatto con l’attività catechistica ed oratoriana che il prelato andava da tempo sviluppando in Italia. Fu prefetto dei collegiali dell’Istituto Arici, gestito allora dai padri Gesuiti. Venne ordinato sacerdote nel giugno del 1941 ed ebbe la sua prima esperienza di vicario cooperatore a Pavone Mella (1941-45) e quindi a Leno (194550). Il Vescovo Giacinto Tredici riconoscendo nel sacerdote gardonese notevoli maturità e capacità lo nominò parroco ad Agnosine, paese che in quegli anni iniziava a trasformarsi radicalmente diventando centro di importanti industrie, di trasformazione sociale e di gravi problemi. E varie e coraggiose furono le iniziative intraprese da don Zanetti: costruzione di alloggi per i forestieri impegnati ad Agnosine per lavoro, trasformazione della vecchia casa canonica in funzionale casa di riposo per anziani, costruzione dell’oratorio e del centro giovanile, cessione al comune di aule per le scuole medie, restauro della chiesa e delle altre chiesette esistenti nel territorio comunale. Il lavoro più impegnativo affrontato da don Zanetti fu quello di fare della gente affidatagli una vera comunità cristiana. Fu saggio formatore di coscienze, rispettoso della libertà della persona, disponibile all’accoglienza. Nel 1975 la comunità di Agnosine volle ricordare con solenni celebrazioni i venticinque anni del suo pastore e per l’occasione venne stampato anche un opuscolo Messaggio ai cristiani della parrocchia dei SS. Ippolito e Cassiano. Colpito da un grave infarto, don Zanetti nel 1982 chiese di essere esonerato dalle responsabilità di parroco. Si ritirò a vivere nel solitario eremo di S. Andrea trascorrendo gli ultimi anni di vita nella meditazione, nella preghiera e nello studio. Venne funerato e sepolto nel cimitero di Agnosine. -------------Note bibl.: RICORDATEVI sacerdoti defunti 1930-1983 FAUSTINO CARLO BERTUZZI (Brozzo, 1916 – ? ) Nasce a Brozzo il 15 dicembre 1916 da Faustino e Maria Zanoletti. Si trasferisce a Gardone con la famiglia nel 1924 dove è occupato come cablatore di funi d’acciaio. Arruolato ed inviato sul fronte russo venne considerato disperso in combattimento. ------------------Note bibl. : BOLOGNINI P. Caduti e dispersi gardonesi Emilio FONTANA (Gardone, 1916 - Augusta, 1940) caduto per la patria Nato a Gardone il 13 luglio 1916 da Cesare e Cecilia Corsini. Venne arruolato dalla Compamare Venezia come cannoniere armaiolo con matricola 15265 ed imbarcato sul Caccia torpediniere “ Artigliere”. Morì il 12 ottobre 1940 in seguito al combattimento fra la nave ed una formazione nemica. L’”Artigliere” fu poi affondato con un siluro mentre era rimorchiato verso il porto di Augusta. ------------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Caduti e decorati gardonesi CESARINO PODESTINI (Gardone, 1916-1996) Figlio di Francesco, oriundo di Passirano e impegnato come capomastro nella costruzione della Villa Beretta, e di Assunta Zatti, nasce a Gardone il 2 dicembre 1916. Dopo gli studi nell’Istituto Tecnico Tartaglia è assunto dalla ditta Beretta. Combattente in Africa dal 1940 al 1943 è partigiano della Brigata Margheriti e partecipa a numerose azioni. Il suo impegno nell’aiuto ai civili durante la Resistenza gli varrà la Croce al merito di guerra. “Maestro del Lavoro” e “Volante d’oro” fu organizzatore sportivo instancabile ed inseparabile compagno di Carlino Beretta. Alla sua morte gli venne titolato un memorial calcistico. ------------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Valtrompia nella memoria ROSOLINO SABATTI (Inzino, 1916 – Creta, 1941) caduto per la patria Nato ad Inzino il 4 maggio 1916 da Domenico e Teresa Senici. Arruolato in marina dalla Comparare di Venezia con matricola 11910, è imbarcato sull’Incrociatore Fiume. Muore il 28 marzo 1941 per affondamento dell’imbarcazione, colpita da una salve d’artiglieria nemica, mentre navigava nel Mediterraneo Orientale. ---------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Caduti e decorati gardonesi MARIO SALA (Gardone, 1916 - 1993) Da Giuseppe e Giulia Poli nasce a Gardone il 3 febbraio 1916. Dipendente della Redaelli è uno fra i più attivi sindacalisti della UIL in Valtrompia. Impegnato anche nell’attività politica si adoperò per l’istituzione di numerose sezioni valtrumpline del PSDI e fu per numerose legislature consigliere comunale a Gardone. All’unica figlia Daniela, insegnante scomparsa in giovane età fu dedicata una borsa di studio annuale. ----------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Enciclopedia gardonese ANGELO ARINI (Villachiara, 1917 - In mare, 1943) caduto per la patria Nato a Villachiara da Francesco e Paola David e trasferitosi a Gardone è arruolato come sergente silurista matr. 31850 sul sommergibile “Micca” sul quale muore il 29 luglio 1943 in seguito ad azione bellica. E’ sepolto in mare. GIACOMO BERIOLA (Gardone, 1917 - ? ) caduto per la patria Nasce a Gardone da Francesco e Giulia Tira il 20 novembre 1917. Impiegato, coniugato con Gioconda Proni, un figlio è inviato sul fronte russo da cui non farà più ritorno. Viene annoverato fra i dispersi gardonese del secondo conflitto mondiale. ----------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Caduti e decorati gardonesi GUERINO DORA (Inzino, 1917- Napoli, 1943) caduto per la patria Nato ad Inzino il 21 gennaio 1917 da Francesco e Maria Rampini venne arruolato dalla Compamare di Venezia con matricola 29199. Imbarcato sulla Motonave “Emma” morì il 16 gennaio 1943 in seguito al siluramento dell’imbarcazione che viaggiava da Napoli a Bizerta con un carico di munizioni. L’impatto con il siluro nemico provocò lo scoppio delle munizioni e la distruzione istantanea della motonave --------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Caduti e decorati gardonesi BIAGIO TELO’ (Gardone, 1917 – Russia ? ) caduto per la patria Nato a Gardone il 4 giugno 1917 da Gelindo e Cesira Combini. Di professione panettiere coadiuvante, coniugato con un figlio, venne arruolato nelle truppe italiane inviate sul fronte russo. E’ annoverato fra i dispersi in terra sovietica. ---------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Caduti e decorati gardonesi EGIDIO ZOLI (Magno, 1917 – Sirte, 1942) caduto per la patria Di Romano e Silvia Sosta nacque a Magno il 13 ottobre 1917. Arruolato dalla Compamare di Venezia con matricola 44540 fu imbarcato sul Caccia Torpediniere “Lanciere” come armaiolo cannoniere. Morì il 23 marzo 1942 nell’inabissamento della nave che, danneggiata, stava per essere trainata in porto dopo aver partecipato alla II Battaglia della Sirte. ----------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Caduti e decorati gardonesi GIACOMO BERTUZZI (Magno, 1918 - ? ) Nasce a Magno di Gardone il 20 novembre 1918 da Giovanni e Giulia Rizzini. Operaio, celibe è arruolato ed inviato al fronte da dove non fa più ritorno. E’ considerato fra i dispersi gardonese della seconda guerra mondiale. --------------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Caduti e decorati gardonesi GIOVANNI DAFFINI (Gardone, 1918 – ? ) caduto per la patria Nasce a Gardone il 18 aprile 1918 da Emiliano e Santa Guerini. Celibe, armaiolo coadiuvante viene arruolato ed inviato al fronte. E’ dichiarato disperso in combattimento. -------------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Caduti e dispersi gardonesi GIUSEPPE GAGGIA (Gardone, 1918 – Russia, 1942) caduto per la patria Nasce a Gardone il 18 giugno 1918 da Giuseppe e Catterina Perdetti. Celibe, occupato come manovale muratore è arruolato nell’80 Reggimento Fanteria poi inviato in Russia. E’ dichiarato deceduto in combattimento il 21 dicembre 1942. -------------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Caduti e decorati gardonesi ALBERTO PREABIANCA (Gardone, 1918 – Darfo, 1945) civile caduto in guerra Fu Stefano e Alice Guerra, nato a Gardone V.T. il 25 luglio 1918. Coniugato con Giacinta Trizio occupato come meccanico non ha prestato il servizio militare. Partigiano della Brigata “Lorenzetti” delle FF.VV. morì a Darfo il 29 aprile 1945 a seguito di spezzonamento da parte di un aereo alleato. -----------------Note bibl.: La Resistenza a Gardone e in Valle Trompia GIACOMO TORCOLI (Inzino, 1918 – Dzambul, 1944) caduto per la patria Nato ad Inzino il 20 marzo 1918 da Silvio e Teresa Belleri. Conduttore di macchine, venne arruolato ed inviato sul fronte russo. Morì a Dzambul presumibilmente il 12 luglio 1944. -----------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Caduti e decorati gardonesi CARLO BRUNO BERNARDELLI (Gardone, 1919 – Argirocastro, 1945) caduto per la libertà Di Augusto e Maria Bonussi, nato a Gardone il 9 giugno 1919, celibe, fornaio aveva frequentato la prima classe dell’avviamento professionale. Arruolato nel genio era in servizio nel 26° Reggimento dislocato in Albania quando il 9 settembre 1943 aderì all’E.N.L.A. (Reparti partigiani albanesi). Morì ad Argirocastro il 10 marzo 1945 per malattia contratta durante la sua militanza nelle formazioni partigiane. ------------------Note bibl.: BOLOGNIN P. Caduti e decorati gardonesi VLADIMIRO PARIDE GALLO (Verona, 1919- Tunisia, 1942) Caduto per la patria Nato a Verona il 27 settembre 1919 da Giuseppe e Romilda Contin, residente a Gardone venne arruolato dal Distretto militare di Verona con matricola 13587 nel 5° Reggimento artiglieria “Superga”. Imbarcato con un contingente di truppe dirette in Tunisia a bordo della N.M. “Puccini” morì il 2 dicembre 1942 per l’affondamento della imbarcazione colpita da un violento attacco aeronavale nemico nella zona a sud di Banco Skerki. -------------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Caduti e decorati gardonesi NATALINO GARES (Gardone, 1919 – Sirti, 1942) caduto per la patria Nato a Gardone il 25 dicembre 1919 da Carlo e Lazzari Santina, venne arruolato come cannoniere armiere dall Comp. Maritt. Venezia con matricola 79839. Imbarcato sul Caccia torpediniere “Lanciere” morì, dopo aver combattuto nella II battaglia della Sirti, per affondamento della nave sommersa da una eccezionale violenza del mare. ------------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Caduti e decorati gardonesi GIUSEPPE PEDRETTI (Gardone,1919 – Vokopol, 1941) caduto per la patria Nasce ad Inzino il 3 novembre 1919 da Francesco e Lucia Peli. Arruolato nel 30. Reggimento Artiglieria, muore il 7 marzo 1941 nell’Ospedale da campo n. 102 di Vokopol (URSS) per ferite di scheggia di granata all’addome. In terra russa viene sepolto nel cimitero militare di Vokopol nella fossa n. 1. --------------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Caduti e decorati gardonesi BATTISTA GIULIO POLI (Gardone, 1919 – In mare, 1941) caduto per la patria Nasce a Gardone il 7 gennaio 1919 da Angelo e Maddalena Bonsi. Arruolato dalla Comparare di Venezia con matricola 78372, come cannoniere. E’ imbarcato sull’Incrociatore “Fiume”. Morirà il 28 marzo 1941 in seguito all’affondamento dell’imbarcazione colpita da una salve d’artiglieria mentre navigava nel Mediterraneo Orientale. --------------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Caduti e decorati gardonesi CESARE POLI (Gardone, 1919 – Ittari, 1943) caduto per la patria Nasce in Inzino nel 1919 da Pietro e Maria Coccoli. Si trasferisce a Gardone. Celibe, dopo l’arruolamento viene inviato al fronte dove muore per ferite, nell’ospedale militare di riserva di Ittiri (Ittari). ------------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Caduti e decorati gardonesi p. ONORIO TOSINI ( Leno, 1919 - Brescia, ) delegato provinciale per l’Africa dei Frati di S. Giovanni di Dio Fra Onorio Tosini nacque a Castelletto di Leno il 12 novembre 1919 e si trasferì con la famiglia ad Inzino. Entrò a far parte della Famiglia Ospedaliera di S. Giovanni di Dio a 17 anni appena compiuti. Terminato l’iter formativo con la Professione solenne e dopo un periodo di servizio apostolico, i Superiori ed i membri dei Capitoli provinciali constatate le sue capacità e qualità religiose, lo chiamarono a svolgere l’ufficio di Segretario Provinciale, dando così inizio ad un lungo periodo della sua vita religiosa religiosa durante il quale ha svolto il servizio di governo come Priore, Consigliere Provinciale, Maestro degli Scolastici, Delegato provinciale per l’Africa e Priore Provinciale. Il 15 marzo 1961 partì alla volta dell’Africa con il confratello, compagno di noviziato, fra Aquilino Puppato per mettere mano alla realizzazione dell’ospedale missionario come strumento di penetrazione evangelica e di promozione umana. Terminati i lavori di costruzione e aperta la struttura, il 5 luglio 1964 fu inaugurato l’Ospedale. Il lavoro apostolico svolto in terra africana e il suo attaccamento all’ospedale, dalla fondazione al momento di lasciare la Missione per malattia fu ben espresso nell’indirizzo di saluto rivoltogli al momento di lasciare il Togo da alcuni rappresentanti del paese anche a nome delle persone che fra Onorio aveva servito ed amato in Africa. Il rito delle esequie è stato celebrato nella chiesa del Convento-Ospedale di S. Orsola in Brescia da Mons. Giuseppe Treccani con la celebrazione di numerosi sacerdoti del clero bresciano. Secondo le usanze locali, come era già avvenuto per padre Puppato, anche per padre Onorio sono state celebrate le esequie ad Afagnan, in Africa. Il ricordo dei confratelli sottolinea tre passaggi della vita di padre Onorio: la vocazione, l’opera missionaria e la croce della malattia, passaggi che hanno evidenziato lo spessore umano, spirituale, apostolico e carismatico di tutta la vita di fra Onorio Tosini. ---------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Enciclopedia gardonese GIOVANNI ALDO BERTAGNA (Gardone, 1920 - ? ) Nasce a Gardone da Giovanni e Rosa Pedergnaga. Operaio, celibe è inviato al fronte da cui non farà più ritorno. E’ annoverato fra i dispersi gardonese del secondo conflitto mondiale. --------------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Caduti e decorati gardonesi CANDIDO CEDONI ( Sarezzo, 1920 – ? ) caduto per la patria Nasce a Sarezzo il 14 dicembre 1920 da Pietro e Maria Pintossi. Celibe, falegname costruttore di mobili e serramenti, residente a Gardone dal 1923 dopo l’arruolamento è inviato al fronte dove verrà dichiarato disperso in combattimento. -------------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Caduti e decorati gardonesi VINCENZO ENTRATA (Gardone, 1920 – ? ) caduto per la patria Nasce a Gardone il 26 agosto 1920 da Pietro e Faustina Zubani. Celibe, coltivatore coadiuvante è arruolato ed inviato al fronte da cui non ritorna. E’ considerato tra i dispersi della seconda guerra mondiale. -----------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Caduti e decorati gardonesi FRANCESCO AMLETO GULMINELLI (Gardone, 1920 – Mar Egeo, 1941) caduto per la patria Nasce a Gardone il 27 novembre 1920 da Francesco e Chiara Rizzini. Alla dichiarazione di guerra venne arruolato in marina e morì per affondamento della nave su cui era imbarcato il 5 luglio 1941 nel Mar Egeo. ----------------Note bibl. : BOLOGNIN P. Caduti e decorati gardonesi ANGELO PINTOSSI (Gardone, 1920 - Tripoli, 1941) caduto per la patria Nato a Gardone il 25 marzo 1920 da Giovanni e Rosa Pintossi venne arruolato dalla Compamare Venezia con matricola 2695 ed imbarcato sul Caccia torpediniere “Fulmine”. Morì il 9 novembre 1941 per affondamento della nave che compiva missione di scorta ad un convoglio diretto a Tripoli. ------------------Note bibl. : BOLOGNINI P. Caduti e decorati gardonesi GIUSEPPE PINTOSSI (Gardone, 1920 – Russia ? ) caduto per la patria Nasce a Gardone da Andrea ed Antonia Perdetti il 21 gennaio 1920. Calibrista meccanico, dopo l’arruolamento è inviato sul fronte russo. Annoverato nel numero dei dispersi, non fa più ritorno. -----------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Caduti e decorati gardonesi ROBERTO RIZZINI (Gardone, 1920- ? 1942) caduto per la patria Nato a Gardone l’8 novembre 1920 da Marcello e Catterina Buglioli, arruolato in marina come cannoniere sommergibilista è da considerare deceduto il 13 ottobre 1942, con tutto il resto dell’equipaggio, per affondamento del sommergibile “ Alabastro” impegnato in missione di guerra. --------------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Caduti e decorati gardonesi ALBERTO SIGURTA’ (Gardone, 1920 – Navarino, 1943) caduto per la patria Classe 1920, arruolato nelle truppe di marina ed imbarcato sulla P/C “Luisiano” n. 1293 scomparve in mare il 28 ottobre 1943 per un grave sinistro occorso all’imbarcazione a 35 miglia a SW di Navarino. ----------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Caduti e decorati gardonesi ANGELO BRIGNOLI (Ghedi, 1921 – 1942 - ?) caduto per la patria Nacque a Ghedi il 1 aprile 1921 da Giuseppe e Maria Rota. Arruolato dalla Compamare di Venezia con matricola 44195 venne imbarcato sul Caccia Torpediniere “Lanciere” e venne dichiarato deceduto il 23 marzo 1942 in seguito all’inabissamento dell’imbarcazione che stava rientrando in porto, danneggiata, dopo la II Battaglia della Sirte. -----------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Caduti e decorati gardonesi GIOCONDO DAVID (Gardone, 1921- Costa calabra, 1943) caduto per la patria Nasce a Gardone il 21 maggio 1921 da Antonio e Margherita Gazzaniga. Coniugato, limatore di parti d’armi, venne arruolato tra i sommergibilisti ed imbarcato sul sommergibile “Remo”. Morì in seguito all’affondamento del mezzo subacqueo al largo della Costa calabra il 5 luglio 1943. ---------------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Caduti e decorati gardonesi ANGELO GRAZIOLI (Gardone, 1921 – 1987) Nasce a Gardone il 19 gennaio 1921 da Giuseppe e Giuseppina Zambonardi, ultimo di quattro figli. Orfano di padre a soli sette anni dopo aver frequentato in paese le elementari prosegue gli studi a Brescia fino al conseguimento del diploma di abilitazione magistrale. Chiamato alle armi durante la seconda guerra mondiale, viene inviato sul fronte russo. Decorato di Croce al Valore Militare, dopo l’8 settembre 1943 riesce a rientrare in paese dove, deposta la divisa, è tra i primi ad incontrarsi con i giovani dirigenti delle Fiamme Verdi, nei pressi del Santuario della Madonna del Popolo. Costretto ad abbandonare Gardone per evitare di essere arruolato nell’esercito di Mussolini, si rifugia a Pezzoro dove viene ospitato dal cugino Pietro Plebani, parroco dell’alpestre paesetto. Alla fine della seconda guerra mondiale si dedica all’attività politica nelle file della Democrazia Cristiana. Eletto sindaco nella tornata elettorale del 1951, mantiene ininterrottamente la carica fino al 1977 anno in cui si dimette per motivi di salute. Sono gli anni nei quali – come egli stesso spesso ripete – la comunità gardonese, con la sua laboriosità e la sua tenacia si fa artefice di un grande sviluppo del paese, attentamente seguito e guidato peraltro dal sindaco e dagli amministratori che, nelle loro scelte, privilegiano lo sviluppo degli insediamenti industriali, e quello dei servizi infrastrutturali e sociali. Nella prima categoria si comprendono il riordino della viabilità e il suo sviluppo, la costruzione del metanodotto comunale – un primato per l’epoca – l’apertura di farmacie e nuovi uffici. Nella seconda il posto privilegiato è riservato alla scuola. Si deve non solo garantire a tutti il completamento dell’obbligo scolastico, ma anche offrire la possibilità di condurre a compimento in loco, alcuni studi di grado superiore. Angelo Grazioli non fa mancare il suo impegno nemmeno nello sviluppo di attività sportive e del tempo libero. Dotato il paese di un nuovo stadio comunale (dopo aver ceduto il vecchio Redaelli) e di nuove infrastrutture sportive, quale presidente della società Tre Valli s’impegna per lo sviluppo turistico della Valtrompia ed in particolare delle zone del Maniva e della Pezzeda. Stroncato da un male incurabile, muore a Gardone il 10 marzo 1987. -------------------------Note bibl.: ANGELO GRAZIOLI IL SINDACO MAFFEO PEDRETTI (Inzino, 1921- Bardia, 1942) caduto per la patria Nato ad Inzino il 6 gennaio 1921 da Giuseppe ed Angela Perdetti arruolato come caporale nel 61. Reggimento Fanteria Motorizzata morì a 21 anni, il 12 novembre 1942 in seguito a ferite d’arma da fuoco riportate in combattimento e venne sepolto sul luogo del decesso a Bardia in Africa Settentrionale. -------------------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Caduti e decorati gardonesi ANGELO CASTELNOVO (Brozzo, 1922 – Rodi, 1943) caduto per la patria Nato a Brozzo il 14 aprile 1922 da Antonio ed Elisa Valgono, celibe è residente a Gardone dal 1924. Arruolato e inviato al fronte, è dichiarato deceduto l’11 settembre 1943 a Rodi (Egeo), in seguito ad eventi bellici. ------------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Caduti e decorati gardonesi FAUSTINO PAROLA (Inzino, 1922- Nikolajewka, 1943) caduto per la patria Nacque ad Inzino l’8 febbraio 1922 da Pietro ed Aurelia Piardi Venne arruolato nelle trappe alpine – Battaglione Edolo, ed inviato sul fronte russo dove fu dichiarato deceduto in combattimento a Nikolajewka dal 31 gennaio 1943. La sua salma non fu recuperata. ----------------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Caduti e decorati gardonesi ATTILIO SANDRINI (Gardone, 1922- Lampedusa, 1943) caduto per la patria Nato il 14 dicembre 1922 a Gardone da Domenico e Angela Palini è arruolato come cannoniere armaiolo dalla Compamare di Venezia ed imbarcato sulla Motonave “D’Annunzio”. Muore il 16 gennaio del 1943 per l’affondamento della motonave attaccata da unità navali inglesi a circa 60 miglia a sud di Lampedusa mentre era in navigazione da Tripoli a Palermo. --------------------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Caduti e decorati gardonesi don EVARISTO ZUBBIANI (Gardone, 1922 – Palazzolo, 1975) Nato a Gardone nel 1922, viene ordinato sacerdote nel 1946. I primi due anni del suo ministero lo vedono curato a Pralboino e quindi, per 14 anni dal 1948 al 1962, a Lumezzane S. Sebastiano dove vive i suoi anni più belli. Nel 1962 il Vescovo gli affidò la delegazione vescovile di S. Rocco in Palazzolo. Con slancio e con la buona corrispondenza della nuova comunità in formazione, costruì la chiesa e le relative strutture e ben presto, nel 1965, la delegazione diventò la parrocchia di S. Paolo in S. Rocco e don Zubbiani il primo parroco. Sempre sensibile e attento ai problemi del mondo operaio, fu valido sostenitore del movimento cristiano delle ACLI. Le fatiche per la formazione spirituale e materiale della nuova parrocchia scossero la sua salute e resistenza fisica, tanto da portarlo alla rinuncia della parrocchia nel 1974. Si ritirò quiescente a S. Vigilio presso i suoi familiari. Morì tragicamente, stroncato da un incidente automobilistico, proprio di fronte alle porte della sua parrocchia di S. Paolo in Palazzolo. E’ sepolto nel cimitero di Lumezzane S. Sebastiano. ---------------------Note bibl.: RICORDATEVI sacerdoti defunti MARTINO BELLERI (Gardone, 1923 – Oder, 1945) caduto per la patria Nacque il 27 agosto 1923 a Magno da Giacomo ed Angelo Ceresoli e qui risiedeva. Appartenente al Maridife “Pola” morì il 13 aprile 1945 nel Lager I 5287 p.u. 88 (Germania) all’età di 21 anni per fucilazione da parte tedesca. Venne sepolto nei pressi dell’Oder a 40 Km da Furstenwald. -----------------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Caduti e decorati gardonesi PIETRO BATTISTA BRIGNOLI (Ghedi, 1923 – Asinara, 1943) caduto per la patria Nato a Ghedi il 31 marzo 1923 da Giuseppe e Maria Rota, residente a Gardone venne arruolato come cannoniere armaiolo dalla Comp. Maritt. Di Venezia con matricola 143843. Imbarcato sulla corazzata “Roma” morì nell’affondamento della nave colpita da bombe nemiche lanciate da aerei, mentre era in navigazione all’altezza del Golfo dell’Asinara. ----------------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Caduti e decorati gardonesi UMBERTO BONSI (Lumezzane, 1924 – Brescia, 1944) caduto per la libertà Di Giovanni e Pasqua Moretti, nato a Lumezzane il 31 luglio 1924, residente a Gardone, celibe, provvisto di licenza elementare. Dal 20 settembre 1943 appartenne al gruppo partigiano operante in zona Monte Guglielmo. Catturato dai nazifascisti a Croce di Marone il 9 novembre 1943 venne condannato a morte e fucilato a Brescia il 6 gennaio 1944 ------------------------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Caduti e decorati gardonesi GIULIO PORTERI (Tavernole, 1924 – Alassio, 1944) caduto per la patria Nato in Tavernole da Francesco ed Antonietta Barzizzi, residente a Gardone, operaio meccanico celibe morì per cause di guerra in Alassio il 12 agosto 1944. --------------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Caduti e decorati gardonesi DOMENICO SALZA (Milano, 1925 – Gardone, 1997) Nasce a Milano da Giuseppe e Teresa Dassù il 14 novembre 1925. Ingegnere, esperto d’armi di grande competenza, iniziò nel 1951 la sua carriera alla Beretta dove ricevette l’incarico di studiare e progettare nuove armi da guerra. Tra le sue realizzazioni la pistola mitragliatrice M12 ed il fucile d’ordinanza in uso all’esercito italiano messo a punto sulla base del vecchio Garand. Fu poi per 27 anni direttore del Banco Nazionale di prova delle armi da fuoco portatili di Gardone V.T. creandosi una grande fama d’esperto in problemi balistici e relativi alle armi, in Italia ed all’estero. Offrì il suo contributo di perito nei processi per gli omicidi del commissario Calabresi, del giudice Alessandrini, di Moro, Bachelet, Tarantelli e tanti altri. Raggiunta nel 1992 l’età pensionabile divenne perito balistico per il Tribunale di Milano dove fu impegnato in numerosi processi per terrorismo e mafia. Si spense a Gardone il 6 gennaio 1997. --------------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Valtrompia nella memoria OSCAR BARBIERI (Asola, 1925 - ? ) Nasce ad Asola da Carolina Barbieri e dal mantovano si trasferisce a Gardone nel giugno del 1940. Inviato al fronte è considerato disperso in operazione di guerra. --------------------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Caduti e decorati gardonesi LUIGI BELLERI (Gardone, 1926 - 1946) caduto per la libertà Nasce a Gardone da Bortolo e Antonia Lancini il 20 gennaio del 1926. Celibe, tre sorelle, operaio provvisto di licenza elementare non aveva prestato servizio militare quando si arruolò nella 122.a Brigata “Garibaldi” nel giugno del 1944. Catturato con altri “renitenti” in località Maiù, zona del Monte Guglielmo, venne processato e deportato prima a Fossoli (MO) e quindi in un laeger tedesco. Ritornato fortunosamente in patria qui moriva per una grave malattia contratta durante il periodo detentivo, il 17 giugno 1946. Per ricordare la sua figura di ribelle e combattente è stata collocata nella piazzetta titolata a suo nome una lapide che così lo ricorda: “Belleri Luigi Gino – 20-1-1926 17-6-1946 Partigiano 122.a Brigata Garibaldi – Il tuo passo giovane nel vento – libertà – Il tuo paese per sempre – XXV Aprile 1999 “ -------------------------------Note bibl.: LA RESISTENZA a Gardone e in Valle Trompia ANNIBALE FADA (Collio, 1926 – Roma, 1971) Nasce a Memmo di Collio il 29 aprile 1926 e si trasferisce con la famiglia a Gardone nel 1930 dove il padre Egidio apre in via Zanardelli un negozio di generi alimentari. Terminata la scuola elementare e la prima classe della Scuola di Avviamento Professionale entra nel seminario diocesano dove frequenterà il ginnasio per uscirne poi quando capisce di doversi dedicare in altro modo alla società. Nel settembre del 1943 entra nella resistenza partecipando alla lotta armata nella Brigata Tito Speri delle Fiamme Verdi. Arrestato nel gennaio del 1945 viene deferito al tribunale speciale che lo condanna a ventiquattro anni di reclusione. Rinchiuso in carcere è vittima di interrogatori e di pestaggi finchè il 24 aprile riesce a fuggire. Invalido della guerra di Liberazione dopo una intensa militanza politica nelle file della Democrazia Cristiana entra a far parte del Comitato provinciale della DC dirigendo poi la SPES, la segreteria amministrativa e quindi la vicesegretaria politica. Dal 1957 al 1963 fa parte della Giunta esecutiva regionale; dal 1962 al 1967 è consigliere nazionale e dirigente nazionale dell’Ufficio Ricerca scientifica. Eletto consigliere provinciale nel 1959 fino al 1964 sarà capogruppo DC in palazzo Broletto. Nel 1963 è eletto deputato ed il suo impegno si dirige soprattutto alla realizzazione di una nuova legislazione sanitaria, previdenziale ed universitaria. E’ autore di numerosi emendamenti alla riforma ospedaliera. Nel 1968 viene eletto senatore nel collegio di Brescia. Non meno intensa di quella politica è la sua vita professionale. Nel 1951 si laurea in medicina e chirurgia all’università di Pavia con la specializzazione in radiologia e terapia fisica. Dal 1955 è dirigente sanitario della Mutua Provinciale Coltivatori Diretti. Nel 1957 entra all’Istituto di Medicina legale dell’Università di Modena dopo aver vinto il concorso per assistente ordinario. Incaricato dell’insegnamento di anatomia ed di istologia patologica applicata alla medicina legale, nel 1963 consegue la libera docenza. Socio della Società Italiana di Medicina Legale pubblica numerosi lavori scientifici partecipando con apprezzati interventi a numerosi congressi in Italia e all’estero. Annibale Fada muore improvvisamente a Roma il 23 dicembre 1971. La sua salma riposa nel cimitero gardonese. ------------------------------Note bibl.: FAPPANI-CONTI Protagonisti del Movimento cattolico FRANCESCO GAZZAROLI (Gardone, 1926 – Buchenwald, 1945) caduto per la libertà Di Francesco e Angela Polotti, nato a Gardone il 9 marzo 1926, celibe, sei fratelli, operaio provvisto di licenza elementare non aveva prestato servizio militare quando si arruolò nella 122.a Brigata “Garibaldi”. Catturato il 24 giugno del 1944 con altri tredici renitenti alla leva in località Maiù sul Monte Guglielmo, veniva deportato in Germania e confinato nel campo di eliminazione di Buchenwald dove decedeva il 25 febbraio del 1945 in seguito ad esaurimento e sevizie. Venne cremato nel campo stesso. --------------------Note bibl.: LA RESISTENZA a Gardone e in Valle Trompia FRANCESCO MORETTI (Gardone, 1927 – Cesovo, 1944) caduto per la libertà medaglia di bronzo al V.M. Di Dante e Valotti Gelsomina Teresa, nasce a Gardone il 9 settembre 1927. Celibe, due fratelli, provvisto di licenza elementare apprendista in una officina locale non aveva ancora prestato il servizio militare quando si arruolò nella 122.a Brigata “Garibaldi”. Il 2 settembre 1944, durante un rastrellamento tenuto dalle truppe nazifasciste in Marcheno Valle di Cesovo, roccolo Beretta cadde vittima dei suoi ideali. Fu decorato con medaglia di bronzo al V.M. --------------------Note bibl.: LA RESISTENZA a Gardone e in Valle Trompia p.MARIO RIZZINI (Magno, 1938 – 1980) Di Tobia e Cecilia Zoli. Frequentate le prime classi elementari passò all’Aspirantato Salesiano di S. Bernardino in Chiari dove frequentò il ginnasio. Dopo la prima professione religiosa a Cremona frequenta lo studentato di Nave dove consegue nel 1958 la maturità classica. Dopo un primo tirocinio in provincia di Como l’11 ottobre 1960 parte missionario salesiano per l’Ecuador dove continua il tirocinio a Cayambe e nel 1961 emette la professione perpetua. Dal 1962 al 1966 frequenta lo studentato teologico a Santiago la Florida, in Cile. Il 13 agosto viene consacrato sacerdote dal cardinal Raul Silva. Celebrerà la Prima messa a Magno il 29 giugno 1969. Intensa è la sua attività missionaria unita all’impegno civile e sociale che merita il 15 dicembre 1967 la concessione della cittadinanza ecuadoregna. Dal 1966 è insegnante e consigliere scolastico. Nel 1971 consegue la laurea in scienze dell’educazione e dal 1975 è direttore e preside del Collegio Salesiano di Cuenca che comprende Collegio, parrocchia, convitto, Istituto Tecnologico Oratorio e Centro Giovanile. Nel 1976 viene eletto presidente della Federazione degli Educatori Cattolici dell’Azuay. Ammalatosi d’un male incurabile torna a Magno nel giugno del 1980 e qui muore nel dicembre dello stesso anno. -----------------------------Note bibl.: FAPPANI A. Enciclopedia bresciana v. 15 sub voce suor BARTOLOMEA RIZZINI (Magno, 1933-Manerbio, 1997) Proveniente da una famiglia profondamente cristiana e ricca di valori evangelici in cui numerose erano le vocazioni ( 4 su 9 figli) professò nelle Figlie di Maria Ausiliatrice dell’Ispettoria Emiliana il 5 agosto 1961 a Lugagnano d’Arda (PC). Prestò il suo servizio di guardorobiera e uffici comunitari in diverse case dell’Ispettoria operando con grande dedizione ed umiltà. ------------------------------Note bibl.: FAPPANI A. Enciclopedia bresciana v. 15 sub voce GIAN PIETRO CAZZAGO (Gardone, 1943- Sarezzo, 1996) Diplomato all’ISEF, divenne insegnante di educazione fisica nella scuola media. Autore di numerose pubblicazioni riguardanti le tecniche di recupero degli handicappati attraverso l’educazione al movimento fu occupato fino all’età pensionabile nella scuola media e divenne quindi docente dell’ISEF dell’Università Cattolica. Carattere gioviale, intuitivo e costituzio nalmente teso ad aiutare chi si trovava in difficoltà, morì in giovane età per un morbo incurabile. Nel 2000 è stata a lui dedicata l’annuale edizione del premio di poesia patrocinata dal Comune di Gardone. ------------------------Note bibl.: BOLOGNINI P. Valtrompia nella memoria GRAZIANO RIZZINI (Magno, 1950 – 1995) Nasce a Magno nel 1950 e a diciotto anni si iscrive al Partito Comunista Italiano. Assunto dalla ditta Beretta di Gardone per 24 anni sarà componente del Consiglio di Fabbrica lottando, a volte anche duramente, nell’interesse dei lavoratori. Per quattro legislature è Consigliere comunale di Gardone operando con coerenza e con serenità di giudizio. Ha dedicato ogni suo sforzo per rivitalizzare l’attività della Cooperativa di Magno e le iniziative del partito nella frazione. Istituita Rifondazione Comunista, aderisce al nuovo partito e dal 1993 è membro del Comitato Provinciale continuando la sua lotta in difesa della classe operaia e dei suoi interessi con coerenza ed onestà. Colpito da un male incurabile si è spento a Magno fra il cordoglio di quanti l’avevano conosciuto e stimato. ------------------------------Note bibl.: FAPPANI A. Enciclopedia bresciana v. 15 sub voce BOLOGNINI P. Valtrompia nella memoria INDICE ALFABETICO DEI BIOGRAFATI Giuseppe AGOGERI Dott. Luigi AJMONE Graziella AJMONE Achille ARNABOLDI Enrico ARNABOLDI Guglielmo ARNABOLDI Angelo BAGLIONI Crescenzio BAIGUERA Luigi BARBERA Padre Antonio BECCALOSSI Giovanni Battista BELLERI Giuseppe BELLERI Lorenzo Giovanni BELLERI Luigi BELLERI Martino BELLERI Pietro BELLERI Simone BELTRAMI Carlo BERETTA Don Francesco BERETTA Mons. Felice BERETTA Giuseppe Antonio BERETTA Piergiuseppe BERETTA Pietro BERETTA Pietro Antonio BERETTA Carlo Bruno BERNARDELLI Giulio BERNARDELLI Pietro BERNARDELLI Pietro BERNARDELLI Vincenzo BERNARDELLI Vincenzo BERNARDELLI Faustino C. BERTUZZI Amalia BIANCHI Amedeo BONARDI Pietro BONSI Umberto BONSI Angelo BOSIO Battista BOSIO Don Agostino BOTTI Giuseppe BREGOLI Angelo BRIGNOLI Pietro Battista BRIGNOLI 1897 1882 1912 1886 1901 1889 1899 1822 1878 1739 1896 1885 1891 1926 1923 1898 1877 1908 1807 1890 1840 1906 1870 1791 1919 1872 1861 1908 1812 1897 1916 1909 1892 1894 1924 1898 1890 Inzino 1897 1900 1921 1923 Don Edoardo CAMPLANI 1879 Pietro CASARI (Inzino) 1890 Angelo CASTELNOVO 1922 Candido CEDONI 1920 Stefano CHIMINA 1851 Teresa CHINELLI 1844 Francesco CINELLI 1914 Pietro COCCOLI 1894 Giovanni Battista COGOLI 1892 Inzino Carlo COMBINI 1889 Saverio CONSOLI 1890 Aride CORBELLINI 1915 Bortolo COTELLI 1881 Arturo DAFFINI 1914 Giovanni DAFFINI 1918 Ferdinando DAMIANI 1891 Giocondo DAVID 1921 Egidio DE CURSU 1879 Isidoro DONINI 1891 Guerino DORA 1917 Vincenzo ENTRATA 1920 Giovanbattista FACCHETTI 1841 Annibale FADA 1926 Maria FEDERICI 1908 Don Giuseppe A. FERRARI 1759 Sperandio FIORI 1895 Don Mario FOCCOLI 1914 Giacomo FOCCOLI 1850 Giuseppe FOCCOLI 1877 Ugo FOCCOLI 1903 Emilio FONTANA 1916 Angelo FRANZINI (Bocela) 1870 Graziadio FRANZINI Sec. XVI Maffeo FRANZINI 1857 Giuseppe GAGGIA 1918 Vladimiro Paride GALLO 1919 Carlo GAMBA 1915 Emanuele GARDONCINI 1859 Giovanni Battista GARDONCINI 1826 Giovanni Battista GARDONCINI 1895 Natalino GARES 1919 Silvio GATTAMELATA 18 Francesco GAZZAROLI Natale GHIDINI 1894 1926 GIRARDELLO DA GARDONE Sec. XV Angelo GITTI 1908 Umberto GITTI (Grilo) 1886 Giovanni B. GOTTARDI (Cico 1907 Angelo GRAZIOLI 1921 Pietro GUALA (Inzino) 1864 Battista Luigi GUERINI 1915 Faustino LANCELLOTTI 1893 Inzino Giovanni GUERINI 1911 Francesco A. GULMINELLI 1920 Battista LEALI 1889 Carlo LECHI 1915 Vittorio LOMBARDI 1893 Stefano MAROCCHI 1905 Carlo MANESSI 1894 Giuseppe MASETTI 1892 Andrea Annibale MAZZELLI 1896 Giovanni MENSI 1898 Santo Angelo MENSI 1893 Battista MILESI 1897 Pietro MILESI 1915 Giuseppe MORETTA 1888 Carlo MORETTI 1882 Cesare MORETTI 1890 Francesco MORETTI 1927 Luigi MORETTI 1798 Paolo MORETTI 1877 Giovanni Battista (TITA) MOZZONI Giuseppe MOZZONI 1887 Don Giovanni Maria MUTTI 1839 Giuseppe MUTTI 1893 Antonio NODARI 1903 Don Luigi PANELLI 1885 Faustino Giacomo PAROLA 1923 Don Prospero PEDERSOLI 1895 Giuseppe PEDRETTI 1919 Maffeo PEDRETTI 1921 Alessio Giuseppe PERUCHETTI Giuseppe PERUCHETTI 1848 Angelo PINTOSSI 1897 Angelo PINTOSSI 1920 Don Giuseppe PINTOSSI 1914 1894 1907 MArco PINTOSSI Don Pietro PLEBANI Angelo POLI Giovanni Angelo POLI Lorenzo POLI Giulio PORTERI Angelo PRANDELLI (Magno) Alberto PREABIANCA Don Angelo RACCAGNI Cesare RAPETTI Don Pietro RINALDINI Don Giuseppe RIZZINI Roberto RIZZINI Francesco ROSSI Carlo SABATTI Giovanni SABATTI (Magno) Giovanni SABATTI (Magno) Giuseppe SABATTI (Magno) Pietro Giacomo SABATTI Rosolino SABATTI Silvio SABATTI Arturo Remo SALERI Pietro SALVINELLI Attilio SANDRINI Bernardo SELVA Alberto SIGURTA’ Andrea SOSTA (Magno) Abramo Isacco TANFOGLIO GiorgioTANFOGLIO Giuseppe TANFOGLIO (Magno) EdoardoTARICCO Biagio TELO’ Domenico TONINI Giacomo TORCOLI (Inzino) Fra Onorio TOSINI Domenico VERA Giovanni ZAMBELLI Andrea ZAMBONARDI Don Antonio ZAMBONARDI 1911 1914 1896 1897 1900 1924 1914 1918 1892 1844 1912 1893 1920 1910 1872 1839 1897 1906 1847 1916 1887 1915 1896 1922 1883 1920 1915 1882 1897 1825 1874 1917 1828 (Inzino) 1918 1919 (Inzino) 1896 1897 (Inzino) 1875 1873 (Magno) 1897 (Magno) Carlo ZAMBONARDI Mons. Giusep ZAMBONARDI Giuseppe ZAMBONARDI Don Enrico ZANETTI Evaristo ZANETTI (Inzino) Mons. Giuseppe ZANETTI Dionisio ZATTI Francesco ZUBANI (Inzino) Don Evaristo ZUBBIANI 1831 1884 1912 1915 1894 1888 1837 1894 1922