giuseppe antonio beretta - pierantoniobolognini.it

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DIZIO
NARIO
BIOGRA
FICO
GAR
DONESE
A
GIUSEPPE AGOGERI
1897
GRAZIELLA AJMONE
1912
LUIGI AJMONE
1882
ANGELO ARINI
1917
ACHILLE ARNABOLDI
1886
ENRICO ARNABOLDI
1901
GUGLIELMO ARNABOLDI
1889
B
ANGELO BAGLIONI
1899
BAIGUERA CRESCENZIO
1822
p. BONIFACIO BANZOLI
Sec. XVII
don LUIGI BARBERA
1878
VAINER BARBI
1914
OSCAR BARBIERI
1925
p. ANTONIO BECCALOSSI
1739
GIUSEPPE BECCALOSSI
1747
don IGNAZIO BECCALOSSI
1706
GIOVANNI BATTISTA BELLERI
1896
GIUSEPPE BELLERI
1885
LORENZO GIOVANNI BELLERI
1891
LUIGI BELLERI
1926
MARTINO BELLERI
1922
PIETRO BELLERI
1898
SIMONE BELTRAMI
1877
CARLO BERETTA
1908
Mons. FELICE BERETTA
1890
don FRANCESCO BERETTA
1807
GIUSEPPE ANTONIO BERETTA
1840
PIERGIUSEPPE BERETTA
1906
PIETRO BERETTA
1870
PIETRO ANTONIO BERETTA
1791
GIACOMO BERIOLA
1917
CARLO BRUNO BERNARDELLI
1919
GIULIO BERNARDELLI
1872
PIETRO BERNARDELLI
1861
PIETRO BERNARDELLI
1908
VINCENZO BERNARDELLI
1812
VINCENZO BERNARDELLI
1897
GIOVANNI ALDO BERTAGNA
1920
FAUSTINO CARLO BERTUZZI
1916
GIACOMO BERTUZZI
1918
AMALIA BIANCHI
1909
AMEDEO BONARDI
1892
ALESSANDRO BONINCONTRO
1890
PIETRO BONSI
1894
UMBERTO BONSI
1924
ANGELO BOSIO
1898
BATTISTA BOSIO
1890
don AGOSTINO BOTTI
1897
GIUSEPPE BREGOLI
1900
ANGELO BRIGNOLI
1921
PIETRO BATTISTA BRIGNOLI
1923
C
MATTEO CABONA
1898
PIETRO CALLIANI
Sec. XVI-XVII
don EDOARDO CAMPLANI
1879
PIETRO CASARI
1890
ANGELO CASTELNOVO
1922
GIAN PIETRO CAZZAGO
1943
CANDIDO CEDONI
1920
STEFANO CHIMINA
1851
APOLLONIO CHINELLI
Sec. XV
APOLLONIO CHINELLI
Sec. XVII
GIUSEPPE CHINELLI
Sec. XVII
LORENZO CHINELLI
Sec. XVII
PAOLO CHINELLI
Sec. XVI
TERESA CHINELLI
1844
TOMMASO CHINELLI
Sec. XVII
FRANCESCO CINELLI
1914
PIETRO COCCOLI
1894
GIOVANNI BATTISTA COGOLI
1892
CARLO COMBINI
1889
LAZARINO COMINAZZO
Sec. XVII
SAVERIO CONSOLI
1890
DEMETRIO CONTRINI
1895
ARIDE CORBELLINI
1915
GIOVANNI CORRIDORI
1864
BORTOLO COTELLI
1881
D
ARTURO DAFFINI
1914
GIOVANNI DAFFINI
1918
FERDINANDO DAMIANI
1891
GIOCONDO DAVID
1921
EGIGIO DE CURSU
1879
ISIDORO DONINI
1891
GUERINO DORA
1917
E
VINCENZO ENTRATA
1920
GUIDO ERCOLE
1897
F
GIOVANBATTISTA FACCHETTI
1841
ANNIBALE FADA
1926
MARIA FEDERICI
1908
Don GIUSEPPE A. FERRARI
1759
SPERANDIO FIORI
1895
GIACOMO FOCCOLI
1850
GIUSEPPE FOCCOLI
1877
don MARIO FOCCOLI
1914
UGO FOCCOLI
1903
EMILIO FONTANA
1916
ANGELO FORMENTI
1879
ANGELO FRANZINI
1870
ANTONIO FRANZINI
1809
CLATEO GRAZIADIO FRANZINI
1787
GIUSEPPE FRANZINI
1831
don GIUSEPPE FRANZINI
1836
GRAZIADIO FRANZINI
Sec. XVI
LODOVICO FRANZINI
1752
MAFFEO FRANZINI
1792
p. MAFFEO FRANZINI
1857
don PIETRO FRANZINI
1726
G
GIUSEPPE GAGGIA
1918
VLADIMIRO PARIDE GALLO
1919
CARLO GAMBA
1915
GIOVANNI B. GARDONCINI
1826
GIOVANNI B. GARDONCINI
1895
VITTORIO E. GARDONCINI
1859
NATALINO GARES
1919
SILVIO GATTAMELATA
1863
FRANCESCO GAZZAROLI
1926
NATALE GHIDINI
1894
PLINIO GILARDONI
1878
GIRARDELLO DA GARDONE
Sec. XV
ANGELO GITTI
1908
UMBERTO GITTI
1886
GIOVANNI BATTISTA GOTTARDI
1907
ANGELO GRAZIOLI
1921
PIETRO GUALA
1864
BATTISTA LUIGI GUERINI
1915
GIOVANNI GUERINI
1911
FRANCESCO A. GULMINELLI
1920
L
FAUSTINO LANCELLOTTI
1893
BATTISTA LEALI
1889
CARLO LECHI
1915
VITTORIO LOMBARDI
1893
M
CARLO MANESSI
1894
STEFANO MAROCCHI
1905
GIUSEPPE MASETTI
1892
ANDREA ANNIBALE MAZZELLI
1896
ANGELO SANTO MENSI
1893
GIOVANNI MENSI
1898
BATTISTA MILESI
1897
PIETRO MILESI
1915
GIUSEPPE MORETTA
1888
CARLO MORETTI
1882
CESARE MORETTI
1890
FRANCESCO MORETTI
1927
GIOVANNI MARIA MORETTI
1822
GIUSEPPE MORETTI
1844
LUIGI MORETTI
1798
MARIA MORETTI BERETTA
1879
PAOLO MORETTI
1877
GIOVANNI BATTISTA MOZZONI
1894
GIUSEPPE MOZZONI
1887
GIOVANNI MARIA MUTTI
1839
GIUSEPPE MUTTI
1893
N
ANTONIO NODARI
1903
P
don LUIGI PANELLI
1885
FAUSTINO PAROLA
1922
FRANCESCO PAROLA
1913
don PROSPERO PEDERSOLI
1895
GIUSEPPE PEDRETTI
1919
MAFFEO PEDRETTI
1921
ALESSIO GIUSEPPE PERUCHETTI
1907
GIUSEPPE PERUCHETTI
1848
ANGELO PINTOSSI
1897
ANGELO PINTOSSI
1920
don GIUSEPPE PINTOSSI
1914
GIUSEPPE PINTOSSI
1920
MARCO PINTOSSI
1911
don PIETRO PLEBANI
1914
CESARINO PODESTINI
1916
ANGELO POLI
1896
BATTISTA GIULIO POLI
1919
CESARE POLI
1919
GIOVANNI ANGELO POLI
1897
LORENZO POLI
1900
MARIO POLI
1915
PAOLO POLI
1908
GIULIO PORTERI
1924
ANGELO PRANDELLI
1914
ALBERTO PREABIANCA
1918
R
don ANGELO RACCAGNI
1892
CESARE RAPETTI
1844
don PIETRO RINALDINI
1912
s. BARTOLOMEA RIZZINI
1933
don GASPARE RIZZINI
Sec. XVII
don GIUSEPPE RIZZINI
1893
GRAZIANO RIZZINI
1950
p. MARIO RIZZINI
ROBERTO RIZZINI
1938
1920
FRANCESCO ROSSI
1910
S
CARLO SABATTI
1872
GIOVANNI SABATTI
1839
GIOVANNI SABATTI
1897
p. GIUSEPPE SABATTI
1905
GIUSEPPE ANTONIO SABATTI
1757
PIETRO GIACOMO SABATTI
1847
ROSOLINO SABATTI
1916
don SEVERINO SABATTI
1887
SILVIO SABATTI
1887
MARIO SALA
1916
ARTURO REMO SALERI
1915
PIETRO SALVINELLI
1896
DOMENICO SALZA
1925
ATTILIO SANDRINI
1922
GIOVANNI ERNESTO SANTONI
1889
PIETRO SARTORI
1907
BERNARDO SELVA
1883
ALBERTO SIGURTA’
1920
ANDREA SOSTA
1915
T
ABRAMO ISACCO TANFOGLIO
1882
GIORGIO TANFOGLIO
1897
GIUSEPPE TANFOGLIO
1825
EDOARDO TARICCO
1874
BIAGIO TELO’
1917
DOMENICO TONINI
1828
GIACOMO TORCOLI
1918
p. ONORIO TOSINI
1919
V
DOMENICO VERA
1896
Z
GIOVANNI BATTISTA ZAMBELLI
1897
ANDREA ZAMBONARDI
1875
don ANTONIO ZAMBONARDI
1873
CARLO ZAMBONARDI
1831
Mons. GIUSEPPE ZAMBONARDI
1884
GIUSEPPE ZAMBONARDI
1912
LUIGI ZAMBONARDI
1893
don ENRICO ZANETTI
1915
EVARISTO ZANETTI
1894
Mons. GIUSEPPE ZANETTI
1888
DIONISIO ZATTI
1837
GIOVANNI ZILIANI
1909
EGIDIO ZOLI
1917
FRANCESCO ZUBANI
1894
don EVARISTO ZUBBIANI
1922
GIRARDELLO DA GARDONE
(sec. XV)
Condottiero bresciano, nativo di Gardone, militò sotto le bandiere venete e tentò
inutilmente di aiutare Asola assediata, dal Duca di Calabria nell’ottobre del 1483.
------------------Note bibl.:
Storia di Brescia v. 2. p. 188
APOLLONIO CHINELLI
(Sec. XV)
Opera come armaiolo in Gardone come si apprende da una sua lettera autografa in
data 19 giugno 1583. Nel 1591 riceve in appalto per sette anni, unitamente ad
Antonio Carrara, il “fondaco delle armi” di Brescia. Favorisce vistosamente alcuni
maestri gardonesi costringendone altri alla fame. Le proteste delle maestranze fanno
dichiarare decaduto il suo contratto (1597). Nel 1594 fornisce gli armamenti per le
cernide ed i moschettoni occorrenti alle ordinanze venete. Viene bandito tra il 1630
ed il 1635 con i fratelli Andrea e Vincenzo e quindi graziato con sentenza del
provveditore di Terraferma Alvise Zorzi.
-------------------Note Bibl.:
P. Bolognini
Enciclopedia gardonese v. 2 s. voce
APOLLONIO CHINELLI
(Sec. XVII-XVIII)
Nel 1721 fa costruire in località Anveno, nel complesso della Palazzina l’oratorio
titolato alla Beata Vergine Madre di Dio ottenendone licenza con ducale del 29 marzo
1721.
-----------------Note Bibl.:
P. Bolognini Enciclopedia gardonese v. 2 sub voce
GIUSEPPE CHINELLI
(Sec. XVII)
Notaio gardonese, nel 1623 roga l’atto con il quale 25 maestri e cinque mercanti
delegano Francesco Acquisti a rappresentarli a Venezia. Viene ucciso il 21 luglio del
1630 su mandato della famiglia Rampinelli in un agguato che è triste espressione
delle lotte fra le fazioni gardonesi. Il Chinelli è considerato tra le maggiori personalità
del paese e ricopre l’alto incarico di Alfiere generale delle Ordinanze delle Tre Valli.
------------------Note bibl..:
P. Bolognini
Enciclopedia gardonese v. 2. sub voce
LORENZO CHINELLI
(sec. XVII)
E’ capo maestro gardonese, appartenente alla nota famiglia. Nel 1643, secondo una
lettera inviata dai Rettori al Senato, è attivo con 1 fuoco, 2 maestri e 4 lavoranti. Con
il fratello Ottavio produrrà anche pezzi di artiglieria. Sarà titolare dell’appalto del
Senato Veneto per fabbricare bombe e, unitamente ad Agostino Rampinelli, della
fornitura di 250.000 libbre di proiettili annui per cinque anni. Nonostante i ripetuti
tentativi d’accordarsi con i Rampinelli, la sera del 18 febbraio 1661 viene ferito da
archibugiate che gli vengono sparate in un agguato organizzato dalla famiglia
avversaria.
-----------------Note bibl.:
P. Bolognini Enciclopedia gardonese v. 2 sub voce
PAOLO CHINELLI
(sec. XVI-XVII)
Maestro gardonese nel 1615 ottiene un vitalizio di 5 ducati al mese dalla Serenissima
per il brevetto di un nuovo moschetto. Dopo aver effettuato forniture al Duca di
Mantova e al papa Urbano VIII, nel 162°, espatria per Milano dove inizia l’attività di
una fabbrica d’armi. Progetta e costruisce un cannoncino che viene provato con
lusinghieri risultati nel poligono del Castello di Brescia. Dal 1632 al 1635 rifornisce
di moschetti e spingarde il Duca Amedeo I di Savoia. Nel 1638 torna a Gardone
dove, prima di accettare nuove offerte da parte milanese, dichiara la sua disponibilità
a lavorare nuovamente per Venezia. Concluso l’accordo, idea e produce nuovi tipi di
moschetto e appresta notevoli perfezionamenti per le artiglierie navali venete.
Realizza infatti nel 1641 una nuova forma d’artiglieria più corta e più leggera….
Poco più di un terzo dell’ordinaria… per le galeazze, galere e vascelli tondi… per
prova della quale costruì a sue spese un falconetto….. Nel 1643, a riconoscimento
dei suoi meriti, gli viene assegnata dal Senato veneto una pensione per i risultati
ottenuti con la sua attività.
-----------------Note bibl.:
P. Bolognini
Enciclopedia gardonese v. 2 sub voce
LAZARINO COMINAZZO
(Gardone, ? – 1641)
Nel 1632 rientra a Gardone per la revoca dei bandi dopo l’ecatombe provocata dalla
pestilenza del 1630-31. Viene ucciso da Angelo Chinelli la sera del 21 agosto 1641
mentre è affacciato al balcone della sua abitazione. Il Cominassi era ritenuto dal
Chinelli tra i responsabili dell’uccisione della madre avvenuta durante un agguato.
Lazzarino, il più noto esponente della dinastia armiera dei Cominassi è da
considerarsi il più grande armaiolo gardonese del tempo. Le sue canne, che da lui
prendono il nome di lazzarine, hanno fatto assurgere la sua fama, e di conseguenza
quella della produzione armiera gardonese, a livello mondiale. Armi di sua
produzione sono conservate nei principali musei del mondo.
-------------------Note bibl.:
Bolognini P. E per queste armi…. In: Comunità - 2002
Trovati F.
Chi era Angelo Chinelli
GRAZIADIO FRANZINI di Bertolino
(sec. XVI)
Cittadino gardonese, il 18 aprile del 1570 è arruolato come caporale tra i duecento
fanti del capitano bresciano Camillo Ugoni per la guerra di Cipro. La compagnia
farà parte del Reggimento bresciano la metà dei cui effettivi perirà nel primo anno di
guerra.
-------------------Note bibl.:
PASERO
La partecipazione bresciana alla guerra di Cipro
p. BONIFACIO BANZOLI
(sec. XVII)
Nativo di Gardone, dove venne alla luce agli inizi del sec. XVII, compiuto il regolare
ciclo di studi, prese i voti nell’ordine dei Frati di S. Domenico. Divenne quindi lettore
di teologia, notaio apostolico ed Inquisitore del S. Ufficio. Fu autore di alcune opere :
De moribus ordini fratrum Minorum dissertatio - Sacra istoria canonica, scritto
pubblicato nel 1636.
-------------------Note bibl.:
A. FAPPANI Enciclopedia bresciana v. 1 sub voce
PIETRO CALLIANI
(sec. XVI-XVII)
(detto Il Soldato)
Capo della fazione di Gardone di Sopra coinvolta nella faide gardonesi. Responsabile
di numerosi disordini, venne ucciso da un sicario veneto. Il suo corpo fu esposto in
piazza a Brescia al pubblico ludibrio il 23 marzo 1627 e per comune avvertimento
venne poi appeso ad una forca sulla strada che portava a Gardone. La sua morte,
seguita a quella di Lazzarino Cominazzo (anche lui impiccato a Brescia nel 1696)
portò temporaneamente una relativa tranquillità nelle faide gardonesi.
------------------Note bibl.:
FAPPANI A.
MORIN-HELD
Enciclopedia bresciana v. 2. sub voce
Beretta
TOMMASO CHINELLI
(sec. XVII)
(Thomaso)
Maestro di canne, forse fratello di Paolo, mentre quest’ultimo operava nel milanese,
gestì con successo le fucine di famiglia. Nel 1626 cede la concessione della
fabbricazione di moschettoni ai gardonesi Gio. Maria Bertoglio e Francesco Acquisti
che negli anni seguenti assumeranno ordini direttamente dall’arsenale di Venezia. Nel
1630 è fra i sottoscrittori gardonesi del voto a S. Carlo.
------------------Note bibl.:
P. BOLOGNINI Enciclopedia gardonese v. 2. sub voce
don IGNAZIO BECCALOSSI
(Gardone, 1706 - ?)
E’ sacerdote beneficiario, durante la prepositura di don Baldassare Cattaneo. E’
infatti di sua pertinenza una cappellania lasciatagli dal sig. Benedetto Beccalossi con
suo testamento pubblicato nel 1750. Il reddito di cui gode gli deriva dalla metà degli
interessi sul capitale legato e ad esso devono corrispondere messe per metà dell’anno.
L’altra metà degli interessi è destinato alla gestione della Scuola gratuita per quindici
giovani per la quale è impegnato don Paolo Moretti. Gode altresì dei frutti derivanti
da un lascito all’altare di San Prospero disposto dal padre Antonio che lo indica nel
suo testamento quale amministratore del fondo. Don Ignazio ha altresì incaricato don
Stefano Belleri di occuparsi dell’insegnamento ai bambini della quarta classe nella
sacrestia della chiesa di San Carlo.
-----------------Note bibl.:
P. BOLOGNINI Enciclopedia gardonese v. 1. sub voce
don GASPARE RIZZINI
(Gardone sec. XVII)
Sacerdote. Studiava diritto civile e canonico all’Università di Padova, quando, verso
il 1660 venne invitato dal suo professore Marchi a seguirlo come segretario a Roma
per affrontare delle controversie fra il Vaticano e la casa d’Este. Il Cardinale Rinaldo
d’Este prese a prediligerlo e lo fece suo segretario inviandolo come suo incaricato
d’affari presso la Corte di Londra e dopo più di vent’anni presso quella di Parigi. Il
Rizzini trattò importantissimi affari soddisfacendo il cardinale e le autorità dei paesi
stranieri. Alla sua morte lasciò un ingente patrimonio in denaro e in oggetti d’arte.
------------------Note bibl.:
A. FAPPANI Enciclopedia bresciana v. 15. sub voce
GIUSEPPE ANTONIO SABATTI
(Gardone, 1757 – Brescia, 1843)
Nasce a Gardone da Giovanni Alessandro e da Agostina. Fin dai suoi primi studi si
segnalò per il suo ingegno e la propensione alla matematica, la fisica e la geometria e
fu allievo prediletto del matematico Domenico Coccoli. Fu precettore del conte Luigi
Mazzucchelli e frequentò i salotti delle contesse Calini ed Uggeri. Nel settembre del
1786 conseguì, dopo aver sostenuto l’esame d’abilitazione a Venezia, il titolo di
perito agrimensore per tutto lo stato veneto. Dedicatosi all’ingegneria, per la sua
competenza nell’idraulica, venne nominato ingegnere civile. Nel 1794 veniva
inquisito per le idee giacobine e nel 1797 entrò a far parte del Governo Provvisorio di
Brescia. Chiamato nel novembre 1797 a far parte del Corpo Legislativo della
Cisalpina, come presidente del Consiglio degli juniori, non essendo riuscito ad
impedire che si introducessero alcune riforme che a lui sembravano lesive della
costituzione, rinunciò alla carica ritirandosi a vita privata. Cambiate le cose accettò
di far parte del Direttorio e collaborò alla stesura dello Statuto del 2 brumaio,
rendendosi benemerito quale soprintendente all’amministrazione militare. Il 15
settembre 1798 venne nominato Commissario straordinario di governo del
Dipartimento del Mella e quindi del IV Direttorio esecutivo, incarico revocato poco
dopo. Al ritorno dei francesi, venne chiamato il 9 giugno 1800 a far parte del
Governo Provvisorio ed il 3 luglio venne nominato commissario del potere esecutivo
della provincia di Brescia. Nel 1801 venne nominato governatore di Bologna.
Durante la Repubblica d’Italia, nel maggio 1802, venne nominato membro della
contabilità nazionale e ne divenne poi regio commissario nel 1806 quando fu creato
anche cavaliere della Corona Ferrea. Nel 1812 fu nominato presidente di sezione alla
Corte dei Conti e per premiarlo dei servizi resi Napoleone lo insignì del titolo di
barone. Durante la restaurazione ricoprì a Brescia cariche secondarie. Vicepresidente
dell’Ateneo dal 1821 al 1843 fu autore di numerosi saggi tesi a favorire il progresso
economico e specialmente agricolo del territorio.
La sua fama è affidata però al “Quadro statistico del Dipartimento del Mella”
pubblicato nel 1807.
Fu promotore degli scavi archeologici a Brescia e
dell’illustrazione del Museo e fu presidente della fabbrica del Duomo Nuovo. Non gli
mancò la fortuna economica che gli consentì di acquistare a Brescia il palazzo dei
Bonicelli che poi passò in altre mani.
-------------------Note bibl.:
A. FAPPANI Enciclopedia bresciana v. 15. sub voce
don PIETRO FRANZINI
(Gardone, 1726-Borgonato, 1806)
Nativo di Gardone e discendente dalla nota famiglia, dopo aver ottenuto i voti, fu
nominato curato a Provezze e quindi a Borgonato di Franciacorta dove seppe
distinguersi per pietà e carità verso i poveri. Ultimò la fabbrica e la decorazione della
chiesa parrocchiale e, alla sua morte, venne sepolto davanti al presbiterio. La sua
sepoltura è segnalata da un’elegante iscrizione del Morcelli.
-------------------Note bibl.:
P. BOLOGNINI
A. FAPPANI
I Franzini di Gardone
Enciclopedia bresciana. v. 6. sub voce
p. ANTONIO BECCALOSSI
(Gardone, 1739-1795)
Padre Antonio Beccalossi nacque a Gardone nel 1739 da Lelio e Anna Maria
Capitanio, erede di una ricca famiglia la cui avita dimora resta ancora a
testimonianza degli antichi splendori nelle vicinanze di piazza S. Marco.
Giovanissimo entrò nella Congregazione dei Filippini di Verona, città in cui ricevette
l’ordinazione sacerdotale. Purtroppo una salute malferma, minacciata da frequenti
sbocchi di sangue lo costrinse al ritorno fra le mura natali. Gli anni seguenti,
caratterizzati da un fecondo riposo, videro padre Antonio, costantemente in abito
oratoriano, divenire esempio di pietà, solidarietà e beneficenza. Confratello della
Scuola di S. Carlo, primicerio della Confraternita di S. Rocco, eresse a sue spese
nell’omonima alpestre chiesetta il pregevole altare barocco. Nel 1768 ottenne dal
Comune di staccare l’affresco seicentesco della Vergine dipinto che ornava la
loggetta a due arcate che originariamente ingentiliva la facciata della parrocchiale di
S. Marco sul lato di via S. Rocco e della quale si è trovato traccia nel corso degli
ultimi restauri. Il 29 aprile del 1768 con solenni cerimonie l’affresco venne trasferito
nell’oratorio di S. Rocco che divenne da quella data il Santuario della Madonna del
Popolo, titolazione che ricordava la venerata immagine della cattedrale di Verona.
La dote che più caratterizzò padre Beccalossi fu, senza dubbio, la carità che lo animò
nel 1782 ( in occasione di una delle ricorrenti crisi produttive della Valle) a
soccorrere i bisognosi ed a fondare, precorrendo i tempi, una scuola per le fanciulle.
Gli scomparve in questi anni, in seguito ad un voto a S. Filippo Neri, la balbuzie che
l’aveva afflitto sin dalla più tenera età e l’avvenimento fu presagio del suo futuro
apostolato. Nel 1783 fu uditore del celebre missionario don Bartolomeo Del Monte
che predicava le Missioni a Palazzolo. Il predicatore ed i suoi compagni
impressionati dal contegno e dalla preparazione di padre Antonio, lo convinsero a
dedicarsi alla predicazione. Padre Beccalossi si presentò dapprima a Manerbio e
Gambara e visitò quindi tutti i paesi della diocesi spingendosi poi in Valtellina, nei
Grigioni ed in altri paesi della Svizzera. Ritornato in Italia salì i pulpiti delle più
importanti città fino a giungere a Roma dove ricevette, per il suo ministero,
l’approvazione ed il consenso da Pio VI.
La grande fama raggiunta da padre
Antonio viene ulteriormente enfatizzata
dalla difficoltà dei viaggi e delle
comunicazioni del tempo che non agevolavano certo la presenza e la conoscenza .
Aiutato da una statura imponente, da un comportamento raccolto, da un’aria devota e
da gesti misurati che rendevano penetranti le sue parole, con una voce nitida e sonora,
si faceva udire in ampli spazi suscitando nelle coscienze, secondo quanto viene
riferito dai testimoni, agitazione e tumulto. In provincia il numero dei suoi uditori
saliva a migliaia di persone e molti attendevano giorni per avere il suo consiglio e per
potersi liberare davanti a lui e a Dio delle proprie colpe. Le folle che assistevano ai
suoi sermoni e le numerose ore di confessionale (anche 9-10 al giorno) gli valsero il
titolo di Missionario Apostolico. Molti prelati gli dimostrarono una devota amicizia
ed alcuni furono suoi ospiti in Gardone.
La morte lo colse nel suo paese natale il 30 novembre 1795 all’età di 56 anni. Il suo
funerale fu un’apoteosi alla maniera del tempo. Parato a messa, col calice in mano,
sistemato su una sedia barocca, dono della sua famiglia alla chiesa parrocchiale, fu
portato per le vie del paese tra due ali di folla fittissima e convenuta da tutta la Valle.
La sua salma restò esposta sul palco solenne per tre giorni. La sepoltura gli fu data,
di notte, a porte chiuse onde evitare il tumulto di popolo, ai piedi del presbiterio nella
parrocchiale di S. Marco e la sua tomba divenne meta di un continuo pellegrinaggio.
A sua perenne memoria, nella sagrestia furono collocati un suo ritratto ( ora in S.
Carlo) ed un busto in marmo. In seguito a lavori di restauro le sue spoglie furono poi
tumulate nel cimitero gardonese, nell’ala riservata ai sacerdoti. L’orazione funebre
recitata per le esequie celebrate a Gardone fu pubblicata a Brescia nel 1796.
-------------------Note bibl.:
P. BOLOGNINI Padre Antonio Beccalossi in: Incontro……
A. FAPPANI
Enciclopedia bresciana v. 1. sub voce
GIUSEPPE BECCALOSSI
(Gardone,1747 – Brescia,1816)
Nasce a Gardone il 5 aprile 1747 e si laurea in legge a Padova nell’agosto del 1771.
Copre la funzione di Nunzio della Valtrompia a Venezia essendo incluso, il 25 luglio
1775, nel numero degli avvocati. Conquistato dalle idee giacobine pare fosse adepto
di una associazione segreta. Il 24 marzo 1797, dopo il pronunciamento rivoluzionario
entrò a far parte del Comitato di Vigilanza e Polizia. Salì quindi in Valtrompia, fino a
Brozzo, ed in Valsabbia per convincere i valligiani ad accettare il nuovo stato di cose.
Nel giugno del 1797 fu a Milano presso il Bonaparte e nel luglio partecipò al
Congresso di Bassano. Fece poi parte del Consiglio dei Seniori stabilendosi a
Milano. Destituito per la coerenza ed il coraggio delle sue idee nel 1798 ritornò in
auge con la II Cisalpina. Nel 1806 fu creato cavaliere della Corona Di Ferro e l’11
gennaio venne eletto presidente della Corte d’appello di Brescia ( cui attenevano
Bergamo, Mantova, Verona e Trento). Non ottenendo esito positivo la sua
candidatura al Senato, venne creato barone del Regno d’Italia, onorificenza che gli fu
confermata anche dal governo austriaco. Giurista molto stimato, fu socio di vari
Istituti scientifici e nell’Ateneo di Brescia gli fu dedicato un busto opera di P.
Marchesi.
-------------------Note Bibl.:
A. FAPPANI, Enciclopedia bresciana v. 1 sub voce
LODOVICO FRANZINI
(Gardone, 1752-1800)
Assunse fin da giovane la direzione dell’azienda familiare e continuò l’opera paterna
nella difesa degli interessi della Fabbrica d’armi di Gardone. Deputato del Corpo
della Onoranda Maestranza di canne di Gardone nel 1792 stipula con l’Arsenale di
Venezia un contratto per la fornitura di 18.000 canne da costruire in Gardone e
consegnare al ritmo di 2400 al mese. Marco Cominassi ci ricorda un’altra
commissione collettiva assunta dalla ditta Lodovico Franzini e Beccalossi con il
governo spagnolo per la fornitura di 150.000 fucili. Dopo la caduta della Serenissima
il Franzini assunse forniture per la Repubblica Cisalpina per 16.000 fucili. A
pagamento ebbe alcuni beni appartenuti al Monastero di Santa Giulia nella Bassa
Bresciana, una casa in Brescia e fondi vicino agli spalti ed iniziò una trasformazione
del patrimonio familiare abbandonando la precarietà derivante dall’industria armiera.
Suo erede fu Clateo Graziadio la cui figlia sposò nel 1954 Ludovico Bettoni Cazzago
senatore del Regno d’Italia. Fu uomo eminente in Valle: partecipò ai lavori del
Corpo Legislativo della Cisalpina e fu tra i pochi a dimettersi dalla carica non
accettando la nuova costituzione della Repubblica che la trasformava in un
protettorato francese.
--------------------Note bibl.:
P. BOLOGNINI I Franzini di Gardone, 199
A. FAPPANI
Enciclopedia Bresciana, v. 6. sub voce
don GIUSEPPE ANTONIO FERRARI
(Gardone, 1759-Bedizzole,1842)
Nasce a Gardone il 24 settembre 1759. Il padre Giacomo, farmacista, lo lascerà
orfano in giovane età sotto la tutela di uno zio. Entrato in seminario si segnala fra i
migliori allievi e a 18 anni è mandato dal vescovo Nava a frequentare le lezioni
dell’Università di Padova dove il giovane Antonio si laureerà nel 1782 in teologia ed
utroque jure. Divenuto sacerdote, dopo aver insegnato per due anni grammatica ai
seminaristi del ginnasio, nel 1784 viene nominato parroco di Cesovo da dove passerà
nel 1797 curato a Piano di Bovegno. Il 26 ottobre 1802 viene nominato arciprete di
Pisogne dove farà il suo ingresso nel febbraio del 1803. Il 3 agosto del 1806 è
nominato arciprete a Bedizzole. Sua prima cura pastorale fu il ristabilimento
dell’insegnamento catechistico della dottrina cristiana, riordinò l’amministrazione dei
legati e della parrocchia, sovvenne con grande carità alle necessità dei poveri specie
nei momenti di grave carestia riproponendo infine antiche devozioni e pratiche di
culto. Rinomato predicatore di Missioni al popolo, venne nominato nel 1807
protonotario apostolico. Morì nel 1842 e le sue esequie furono trionfali. La sua
tomba, eretta nella chiesa di San Rocco divenne meta di continui pellegrinaggi tanto
che, nel marzo del 1907, si decise di trasferire la salma nella parrocchiale.
-------------------Note bibl.
A. FAPPANI
Enciclopedia Bresciana v. 5. sub voce
CLATEO GRAZIADIO FRANZINI
(Gardone,1787-Brescia,1859)
Figlio di Lodovico, si laureò in giurisprudenza all’Università di Bologna nel 1807.
Nel 1820 dopo aver liquidate le pendenze del governo austriaco con la ditta Franzini,
si occupò delle vaste proprietà fondiarie sue e della moglie Carolina Fisogni. Nel
1833 acquistò l’antico palazzo Avogadro in Brescia che seppe far sapientemente
restaurare su progetto dell’architetto Donegani. Nel 1848 partecipò alla rivoluzione
bresciana e firmò un documento per invitare le forze all’unione e a sostenere il
Governo Provvisorio. Comperò quindi il castello di Ognato di Flero un tempo già
appartenuto ai Fisogni. Ebbe come unica erede Clara poi sposa del conte Lodovico
Bettoni-Cazzago.
-------------------Note Bibl.:
P.BOLOGNINI I Franzini di Gardone
A. FAPPANI
Enciclopedia Bresciana v. 6. sub voce
PIETRO ANTONIO BERETTA
(Gardone, 1791-1853)
Nasce a Gardone nel 1791 da Giuseppe Antonio e Maria Pedretti ed è il primo erede
della dinastia armiera di cui si conoscano dettagliatamente azioni e comportamenti.
Visse nel periodo di transizione tra la dominazione veneta e quella austriaca in anni
in cui al protezionismo veneto si sostituiva la fiscale burocrazia austriaca ed in cui
era indispensabile la riconquista degli antichi e tradizionali mercati, per lungo tempo
trascurati a favore della concorrenza straniera. Acquisite notevoli capacità nella
costruzione di canne ad anima liscia per fucili e pistole, seppe comprendere la
necessità di espandere il proprio mercato. Dal 1815 iniziò una serie di lunghi viaggi
su tutto il territorio nazionale stabilendo contatti con grossisti, fornitori, importatori e
venditori al dettaglio, creando una rete commerciale che gli consentì di allargare il
proprio raggio d’azione e la propria attività produttiva. Nel 1832 titolò la sua
azienda “Fabbrica d’armi Pietro Beretta” denominazione che resta tutt’oggi
invariata. Nel 1850, insieme al cugino Lodovico, riacquistò la fucina “dei Manenti”
con tutti i suoi edifici , venduta nel 1814 da Antonio Beretta a Giuseppe Guerini,
testimoniando consolidate possibilità economiche e lavorative. Alla sua morte,
avvenuta nel 1853, il suo consistente patrimonio valutato 27.125 lire del tempo, fra
immobili, capitali ed attività, venne affidato fino al raggiungimento della maggiore
età (1855) del primo dei suoi quattro figli Giuseppe, al cugino Lodovico che
proseguendo il lavoro per una commissione di carabine per il Ducato di Parma, la
produzione di sciabole per il Ducato di Modena, la fabbricazione di canne damascate
lisce e a torciglione; seppe accrescere ulteriormente quanto gli era stato affidato.
-------------------Note bibl.:
MORIN M.
Beretta, la dinastia industriale più antica del mondo
WILSON R.L. Il mondo Beretta : una leggenda internazionale
MAFFEO FRANZINI
(Gardone,1792- p. 1860)
Di Giuseppe e di Elisabetta Cominassi nasce a Gardone il 15 giugno. Armaiolo
discendente della nota famiglia, aveva raggiunto una notevole notorietà quando nel
1825, rispondendo alle pressanti richieste del Vicerè d’Egitto tentò di trasferirsi nel
paese delle piramidi con altri valenti armaioli per installarvi una fabbrica d’armi. La
combriccola fu però fermata a Trieste dagli Austriaci e tutti furono rinviati a
Gardone dove i Franzini erano ancora in piena attività con le loro fucine. Maffeo fu
attivo patriota e, nel 1848, Vice Presidente della Congregazione Provinciale, durante
il Governo Provvisorio. Al ritorno degli austriaci andò esule e fu escluso, per la sua
pericolosità, dai vantaggi dell’amnistia.
-------------------Note bibl.:
P. BOLOGNINI I Franzini di Gardone
A. FAPPANI
Enciclopedia Bresciana v. 6. sub voce
LUIGI MORETTI
(Gardone, 1798 – ?)
Nasce a Gardone il 17 settembre 1798 da Pietro Paolo e Lucia Laini. Possidente fu
sindaco di Gardone dalla fine del 1859 al 31 dicembre 1874, quando gli successe
Giovan Battista Guerini. Le linee direttive della sua azione politica si possono
desumere dalla Relazione con la quale il 19 aprile 1875 il Moretti rivolse il suo
commiato, da sindaco, al Consiglio Comunale. Fedele e tenace sostenitore di
Zanardelli, si prefisse il risanamento delle casse comunali e lo sviluppo morale ed
economico del paese. Riuscì nei due intenti ma non ottenne la riconferma regia per il
sostegno pubblicamente offerto a Zanardelli che il partito moderato in questo periodo
andava attaccando con ogni mezzo e con l’appoggio delle burocrazie locali.
-------------------Note bibl.:
P. BOLOGNINI
Valtrompia nella memoria
MARCO COMINASSI
(Gardone, 1803-1877)
Discendente della famiglia dei notissimi armaioli gardonesi, fu armaiolo di talento e
quindi cursore di pretura. Patriota ed ottimo cittadino, venne premiato per il
salvataggio di due bambini dalle perigliose acque del Mella. Fu raccoglitore di
memorie storiche ed archeologiche sulla Valle che riunì in cinque volumi manoscritti
passati, alla sua morte, alla Biblioteca Queriniana di Brescia. Raggiunse notorietà
nazionale con la pubblicazione del volumetto “Cenni sulla Fabbrica d’armi di
Gardone” che gli valse l’invito a numerosi convegni e l’amicizia di vari studiosi del
tempo. Nel cimitero gardonese, dove alla morte fu sepolto, è ricordato da una stele a
forma di obelisco trifronte che porta una triplice iscrizione: A Marco Cominassi –
modesto operaio della Fabbrica d’armi- gli amici // Tutta- la vita- indefesso- nel
procurare – utilità- e onore –al – suo paese // La nobiltà – degli – intenti – e l’opera
assidua – lo – fecero – maggiore – della nascita – e dell’ingegno //. Si compose un
suo epitaffio: Marco Cominassi – Col senno e coll’industria – fu onesto operaio –
benemerito cittadino- filantropo – patriota – caro alla sua terra che lo vide nascere –
due volte si immerse nelle onde- a salvare i suoi cittadini – studiando con saggi
l’industria del suo paese – consolatore confortatore – dei suoi terrazzani –nella
sventurata patria.
-------------------Note Bibl. :
P. Bolognini Valtrompia nella memoria
don FRANCESCO BERETTA
(Gardone, 1807-1872)
Nasce a Gardone nel 1807 e, precoce d’ingegno, ( a nove anni già traduceva dal
latino) entra nel seminario bresciano dove apprende anche le lingue greca e tedesca.
Ordinato sacerdote, è insegnante nel Ginnasio di Pisogne e nel Seminario di Brescia
acquistando notevole fama di filosofo, teologo e letterato.
E’ fra i più attivi
cospiratori gardonesi nella lotta contro la dominazione austriaca. Le sue idee
patriottiche lo spingono a far parte dei comitati libertari e, nel 1849, del Comitato
Insurrezionale cittadino per conto del quale si assume il compito di mantenere i
contatti con La Valtrompia e la Val Sabbia. Dopo la caduta del Governo Provvisorio,
ricercato in ogni dove, dovrà rifugiarsi all’estero. Nel 1847 viene nominato socio
dell’Ateneo Bresciano, nel 1858 prevosto di Rovato e nel 1862 abate di Montichiari
dove si dedicherà anche allo studio di nuove tecniche di coltivazione da applicare al
lavoro agricolo locale.
-------------------Note bibl. :
P. BOLOGNINI Valtrompia nella memoria
A. FAPPANI
Enciclopedia Bresciana vol. 1. sub voce
ANTONIO FRANZINI
(Gardone, 1809-1864)
Di Giuseppe ed Elisabetta Cominassi è fratello di Maffeo. Chimico di notevoli
capacità e fabbricante d’armi continuò, operando in una grande officina, l’attività di
famiglia. Fu patriota, particolarmente attivo, come il fratello, nella rivoluzione del
1848. Dopo il ritorno degli austriaci collaborò con Bortolo Gualla al Comitato
insurrezionale dedicandosi al lavoro di collegamento fra gli insorti delle Valli. Fornì
polvere da sparo ai ribelli di don Boifava ed arruolò volontari per il Piemonte.
Definito dalla polizia occupante come “capo di insorti” lavorò nella preparazione
della cacciata degli austriaci. Della sua pregiata produzione restano le testimonianze
del Cocchetti che gli fu cognato. Fu premiato all’ Esposizione di Brescia dell’agosto
1857 per la realizzazione di una mirabile spingarda damascata del peso di 47
chilogrammi e con un tiro utile di 500 passi. Ricevette ulteriori riconoscimenti nel
1864 dall’Ateneo di Brescia per la produzione dei primi revolvers bresciani.
-------------------Note bibl.: P. BOLOGNINI I Franzini di Gardone
A. FAPPANI Enciclopedia Bresciana v. 6. sub voce
VINCENZO BERNARDELLI
(Gardone, 1812-99)
Di Pietro e Lodovica Moretti. Ebbe tre mogli: Maria Bertoletti, Giulia Peli e
Costanza Resini. Staccatosi nel 1865 dalle Officine dei Fratelli Franzini di via
Umberto I° ( l’odierna via Mazzini) iniziò una propria attività indipendente
nell’abitazione di via S. Carlo dando origine e vita a quella che diverrà la
VINCENZO BERNARDELLI ARMI . Operò con grande equilibrio e, progredendo
continuamente nel lavoro, alla sua morte lasciò i figli Pietro, Lodovico, Antonio e
Giulio in una invidiabile situazione economica e produttiva. Era soprannominato “
Basù” non si sa se per la statura o per il tono di voce che caratterizzava il suo parlare.
-------------------Note bibl.:
N. BERNARDELLI
La Campanèla
CRESCENZIO BAIGUERA
(Gardone,1822-Alcamo,1860)
garibaldino dei Mille
Da Francesco e Catterina Paris nasce a Gardone il 6 settembre 1822. Operaio negli
opifici locali, trentottenne, prende parte, arruolato nella “Quarta Compagnia”
all’impresa dei Mille di Garidaldi. Valoroso combattente, per le ferite riportate nella
Battaglia di Calatafimi del 15 maggio 1860, muore ad Alcamo (TP) il primo giugno
dello stesso anno. Baiguera e Cesare Scaluggia di Villa Carcina furono gli unici due
partecipanti trumplini all’eroica impresa garibaldina. La sua morte venne confermata
ai familiari con una comunicazione notificata il 9 luglio 1862.
La morte e le esequie della “camicia rossa” gardonese furono celebrate con
commoventi parole da Cesare Brandi nel suo scritto “ I Mille da Genova a Capua “
dove si legge : Il morto vestito della sua camicia rossa, giaceva sopra il catafalco, in
mezzo ad una infinità di grossi ceri; intorno al catafalco stavamo noi e stavano tre o
quattrocento siciliani armati, e poi tutti gli uomini e le donne della città, poveri e
ricchi”.
-------------------Note bibl.:
P. BOLOGNINI Valtrompia nella memoria
GIOVANNI MARIA MORETTI
(Inzino, 1822-Gardone, 1901)
Nasce da Giuseppe e Giulia Piardi l’11 gennaio 1822. Di modesta condizione, fu
abile costruttore di armi. Patriota nel 1848 disertava dall’esercito austriaco sottraondosi alle ricerche della polizia. Fu fra i fondatori della Società Operaia di Gardo
ne. Coniugato con Domenica Franzoni con uno strenuo impegno riuscì a creare una
ottima posizione ai figli Pio (avvocato) e Francesco (geometra) mentre la figlia
Dorina andò sposa a Ferdinando Zanardelli.
-------------------Note bibl.:
A. FAPPANI Enciclopedia bresciana v. 9. sub voce
GARDONE 1875 relazione del sindaco Luigi Moretti
GIUSEPPE TANFOGLIO
(Magno, 1825-1903)
Figlio di Angelo e Maddalena Sabatti, ebbe due fratelli: Matteo e don Antonio.
Possidente, dotato di ingenti mezzi economici, lavorava personalmente alcuni dei
suoi terreni. Non essendo sposato, alla sua morte, lasciò erede di ogni sua sostanza il
Comune di Magno vincolandolo a precisi legati in base ai quali destinava alle giovani
o vedove povere e di buoni costumi, che intendessero maritarsi una dote di 100 lire e
alle donne che allattavano la propria creatura un sussidio di baliatico per dieci mesi.
Destinò inoltre al comune sue terre e cascine per un valore stimato in più di 5.000
lire. I legati, animati da un profondo spirito umanitario, si prefiggevano, nel cuore
dell’anziano testatore, d’aiutare la formazione e la sopravvivenza di nuove famiglie
ed il progredire della propria comunità.
-------------------Note bibl.:
Antologia gardonese
GIOVANNI BATTISTA GARDONCINI
(Gardone, 1826-97)
Figlio di Francesco, iniziò verso il 1870 l’attività di una delle più longeve aziende
armiere inzinesi. Fu assessore comunale, consigliere del comune di Inzino e
presidente della Società Operaia Trumplina. Alla sua morte la ditta passò nelle mani
del figlio Vittorio Emanuele. L’epigrafe tombale lo ricorda come “uomo laborioso,
con rara abilità le industrie locali potentemente promosse, dando perenne lavoro a
molti operai ed occupando le prime cariche del Comune con decoro e giustizia”.
------------------Note bibl.:
ABBIATICO M.
Questa nostra gente op. cit.
DOMENICO TONINI
(Inzino, 1828-1917)
Nasce ad Inzino il 16 luglio 1828. Dopo aver frequentato le prime due classi delle
scuole elementari nel paese d’origine si trasferisce prima ad Iseo e poi a Clusone
dove impara il mestiere del calzolaio. Uomo di ingegno pronto e vivace, con un
grande impegno d’autodidatta si forma una solida cultura, rafforzando le sue
convinzioni religiose. Arruolato, per otto anni è soldato a Vienna, Praga e Linz. Nel
1852 si sposa a Venezia e quindi ritorna al paese natale. In paese, come nel resto
della Valle, si ritrova nel clima di assoluto dominio zanardelliano e si oppone al
potere liberale con il suo impegno per la dottrina cristiana e per l’associazionismo
cattolico : confraternite, terziari francescani, oratori ecc. partecipando nel contempo
in modo molto attivo al movimento catechistico diocesano. E’ tra i primi trumplini
ad offrire il suo impegno per la nascita del movimento cattolico in Valle sulle orme di
don Arcangelo Saleri ed a sostenere lo sviluppo delle Società operaie, dei comitati
cattolici e delle sezioni giovanili cristiane. Dal 1894 al 1914 è sindaco di Inzino e
come tale nel 1900 viene processato per aver consentito ( più o meno direttamente) la
distruzione di una lapide patriottica durante i lavori di ristrutturazione edilizia di un
fabbricato. Viene , a furor di popolo, assolto e reintegrato nel mandato: muore in
Inzino il 31 gennaio 1917.
------------------Note bibl.:
BONETTI-PAGANI Il movimento operaio in Valtrompia
P. BOLOGNINI
Valtrompia nella memoria
GIUSEPPE FRANZINI
(Gardone, 1831- 1906)
Di Pietro Paolo ed Angela Ferrari. Commerciante, fu combattente delle Dieci
Giornate di Brescia. Partecipò attivamente alla vita pubblica e sociale di Gardone. Fu
consigliere ed assessore comunale e presidente della Congregazione di Carità.
-----------------Note bibl.:
FAPPANI A.
Enciclopedia bresciana v. 4.
sub voce
CARLO ZAMBONARDI
(Gardone, 1831- Brescia, 1913)
Nel 1859 combattè contro l’Austria. Impiegato all’Arsenale di Gardone V.T. venne
trasferito a Venezia perché di ferme convinzioni cattoliche e antizanardelliane.
Lavorò con grande energia nel movimento cattolico trumplino e bresciano.
-------------------Note bibl.:
FAPPANI-CONTI Protagonisti …
don GIUSEPPE FRANZINI
(Gardone, 1836 – 1905)
Nasce a Gardone da Lodovico e Maria Bigotti. Ordinato sacerdote nel 1859 divenne
curato a S. Giovanni in città e quindi parroco di Rezzato. Prete dalla formazione e
dalle idee liberali fu tra i sottoscrittori dell’ Indirizzo Passaglia e grande sostenitore
della politica zanardelliana.
-------------------Note bibl.:
FAPPANI A.
Enciclopedia bresciana v. 4.
sub vo
DIONISIO ZATTI
(Passirano, 1837 – Gardone, 1926)
Figlio di Angelo, nobile figura di patriota catturato dopo le gloriose Dieci Giornate e
fucilato nel Castello di Brescia, educato nei sani principi di libertà e giustizia, si
trasferisce a Gardone come artigiano armaiolo. Dopo essersi coniugato nel 1861 con
la giovanissima Caterina Belleri si arruola nelle file garibaldine.Nel 1866 riveste la
rossa camicia e combatte valorosamente a Bezzecca dove riporta una ferita ad una
gamba. Decorato di medaglia d’argento e di bronzo al valor militare muore, quasi
novantenne, a Gardone .
-----------------Note bibl.:
Trovati-Merlino
Ghera ‘na olta Gardù
GIOVANNI MARIA MUTTI
(Gardone,1839 –1901)
Nasce a Gardone il 3 agosto 1839 da Santo e Rosa Casari, erede della agiata famiglia
gardonese che ci ha lasciato l’avita dimora a testimonianza della propria condizione.
Uomo di grande ingegno e dalle grandi intuizioni dedicò ogni sua energia all’attività
industriale. Con il fratello Pietro Angelo trasformò l’antica fucina paterna in un
moderno stabilimento per la produzione del filo di ferro e le punte di Parigi.
L’opificio, travolto da una delle ricorrenti piene del Mella, viene ricostruito e ceduto,
dopo poco, alla ditta Strada che ne affittò poi una parte ai fratelli Redaelli.
Occupando una sessantina di operai, sfornava annualmente circa 18 mila quintali di
manufatti. Alla cessione della fabbrica il Mutti allestì al Crocevia di Sarezzo, in
società con Federico Bragozzi uno stabilimento per la produzione della calce
idraulica e del cemento. Divenne quindi a Gardone produttore e distributore
dell’energia elettrica per illuminazione. Fedele amico di Zanardelli fu consigliere
comunale e provinciale partecipando anche ai moti risorgimentali.
-------------------Note bibl.:
P. BOLOGNINI
Valtrompia nella memoria
GIOVANNI SABATTI
(Magno,1839-Brescia,1903)
Appartenente ad un’antica e agiata famiglia originaria di Magno, visse per lunghi
anni a Brescia commerciando di armi. Fu esperto armaiolo. E come espertissimo
tiratore partecipò a numerosissime gare. Fece parte della squadra che nel 1887 fu
scelta dal Ministero della guerra a rappresentare l’Italia a Ginevra e che nel 1890
conquistò la “Bandiera d’Italia”, il più ambito trofeo nazionale. Nominato cavaliere,
fu anche presidente della Società di Tiro a Segno di Brescia. Molto legato al paese
d’origine, ove spesso soggiornava, in occasione di un’epidemia, si rese conto della
necessità di un acquedotto che venne poi realizzato, con suo lascito testamentario di
10.000 lire. 10.000 lire furono destinate dal Sabatti, anche alla Congregazione di
Carità per iniziative a favore dei poveri e a testimonianza dell’amore per la propria
comunità.
-------------------Note bibl.:
Antologia gardo
Storia di Brescia v. 3.
GIUSEPPE ANTONIO BERETTA
(Gardone, 1840-1903)
Figlio di Antonio e Catterina Beretta, nasce a Gardone il 27 giugno 1840.
Discendente della stirpe armiera, seppe con grande impegno notevolmente infittire e
rafforzare la rete di vendita strutturata dal padre. Frequenti furono i suoi viaggi in
Italia e all’estero alla ricerca di nuovi mercati e di nuovi sbocchi per la produzione
della sua ditta. Ebbe grande merito nell’ideare e nel saper riunire in un’unica
industria la fabbricazione completa di un’arma da caccia e sotto la sua guida venne
consistentemente privilegiata la produzione di questo tipo di armi.
Dai
trecentocinquanta pezzi prodotti annualmente nel decennio 1850-60 si passò ai 78.000 nei primi anni del 1880. Giuseppe seppe dare anche un notevole impulso alla
compravendita di armi italiane ed estere non di propria produzione. La maggior
produzione vide salire notevolmente il numero degli addetti che raggiunse i duecento
nel 1881.
Tecnico molto esperto, Giuseppe Beretta, grazie ad una continua
innovazione tecnica e all’acquisizione di innovazioni ritenute a volte rivoluzionarie,
seppe presentare al mercato armi che incontrarono il favore dei compratori anche per
le ampie garanzie fornite dal fabbricante che le pubblicizzava, unitamente al lavoro
della sua valle, anche con suoi scritti pubblicati su diversi quotidiani nazionali.
Rivestì anche incarichi pubblici fra i quali quello di consigliere comunale a Gardone,
fu insignito di numerose onorificenze : Cavaliere della Corona d’Italia nel 1893, nel
1903 venne nominato ufficiale del Regio Esercito e negli anni seguenti l’Unità
nazionale strinse rapporti di forte amicizia con Giuseppe Zanardelli.
-------------------Note bibl.:
MORIN M,
WILSON R.L.
Beretta una dinastia ……..
L’impero Beretta
GIOVANBATTISTA FACCHETTI
(Gardone, 1841-1914)
Nato a Gardone V.T. nel 1841 da Giacomo e Margherita Moretti, nel 1859, alla
dichiarazione della guerra all’Austria, abbandona il paese e si arruola nelle file
piemontesi. Combatte eroicamente, accompagnato dal suo tamburino, nelle giornate
di Solferino e S. Martino e viene decorato con medaglia d’argento e di bronzo per il
suo comportamento. Rientrato poi in paese, riprende la professione armiera e muore
il 30 novembre 1914.
-------------------Note bibl.:
MERLINO-TROVATI Ghera ‘na olta Gardù
CHINELLI TERESA
(Gardone, 1844-1915)
Discendente dalla nota famiglia gardonese fu maestra benemerita e consacrò per
quarant’anni alla scuola le migliori energie della mente e del cuore. Anima
profondamente pietosa passò beneficando e chiuse con una morte santa una vita
fervorosamente cristiana.
-------------------Note bibl.:
P. BOLOGNINI
Valtrompia nella memoria
GIUSEPPE MORETTI
(Gardone, 1844 – 1926)
Di Carlo e Teodora Fausti nasce a Gardone il 31 ottobre 1844. Fra i personaggi
più in vista di Gardone e di simpatie zanardelliane, fu sindaco del comune dal 1°
gennaio 1884 sino al luglio del 1914. Di agiate condizioni economiche, durante la
prima guerra mondiale diresse i Comitati di preparazione e di assistenza civile. Aderì
poi al fascismo.
-------------------Note bibl.:
A. FAPPANI Eniclopedia bresciana v. 9. sub voce
GARDONE 1875, Relazione del sindaco Moretti
CESARE RAPETTI
(Brescia, 1844- Gardone, 1905)
Di famiglia gardonese, nato a Brescia nel 1844 da Andrea e da Maddalena Mattolini
fu volontario garibaldino nel 1866 e con la camicia rossa combattè la battaglia di
Bezzecca. Ritornato, alla fine della guerra, a Gardone continuò la sua attività di
esperto armaiolo e di custode del “Bersai”. Come ci dice la “ Provincia di Brescia”
del 3 dicembre 1896, il Rapetti fu inventore di una macchina per pulire i fucili,
utilizzati nelle gare di tiro, in tempo brevissimo. L’invenzione collaudata a Gardone
venne brevettata e ne fu offerto l’utilizzo a tutte le altre società di tiro. Morì nel
marzo del 1905, compianto dalla famiglia e dalla comunità gardonese che gli rivolse
l’estremo saluto con un’orazione di Giovanni Corridori.
-------------------Note bibl.:
P. BOLOGNINI Valtrompia nella memoria
PIETRO GIACOMO SABATTI
(Magno,1847-1925)
Dei “Canèle”. Uomo di grande intelligenza era soprannominato “El Mago”. Fu
sindaco, esattore, giudice conciliatore del comune natale, meritandosi il plauso e la
riconoscenza di tutta la popolazione per la sua onestà e la sua competenza. Organista
nella chiesa parrocchiale di S. Martino, agli inizi del ‘900 si fece costruire dai
capimastri Cristini di Marone un grande edificio a due piani in terreno di sua
proprietà nel brolo dei Canèle, a sud della piazza di Magno. Fu padre di numerosi
figli che svolsero con impegno le loro professioni di fede o di impegno civile.
-------------------Note bibl.:
A. FAPPANI Enciclopedia bresciana v. 15. sub voce
GIUSEPPE PERUCHETTI
(Brescia ,1848 - Gardone, 19)
Figlio di Carlo e Maria Palazzani , nasce a Brescia. Educato sin da ragazzo agli
ideali di libertà e giustizia, appena diciottenne con un gruppetto di giovani gardonesi,
lascia casa e lavoro per arruolarsi nelle file garibaldine e combattere a Bezzecca e
nelle battaglie della terza guerra d’Indipendenza. Tornato, decorato al valore, al paese
natio seppe nel ricordo del grande generale impegnarsi in numerose attività sociali e
nella costituzione della Società di Tiro a Segno ( che troverà poi sede nel “Bersai”)
che una legge proposta da Garibaldi aveva resa obbligatoria in ogni paese. Il
Peruchetti fu tra gli ultimi garibaldini sopravvissuti a Gardone e la sua memoria è
ancora tramandata dalla famiglia Peruchetti che lo vide glorioso discendente.
-------------------Note bibl.: BOLOGNINI P.
Enciclopedia gardonese,
sub voce
GIACOMO FOCCOLI
(Marcheno, 1850-Gardone, 1925)
Per oltre quarantaquattro anni funzionario alla Beretta, nel 1914 ricevette la Medaglia
d’oro della Camera di Commercio di Brescia per riconoscimento dei suoi meriti. I
suoi interessi si rivolsero anche ai problemi dell’agricoltura e lo videro impegnato
anche attraverso la Cattedra Ambulante di Brescia, nel miglioramento delle colture e
dei metodi di lavoro. Svolse numerosi incarichi amministrativi e sociali : consigliere
comunale, assessore, giudice conciliatore e membro della Commissione
Mandamentale delle Imposte di Gardone. Si segnalò per il la sua assiduità
nell’assistenza ai combattenti durante il conflitto mondiale 1915-18.
----------------Note bibl.:
ABBIATICO M. Fra la mia gente
FAPPANI A.
Enciclopedia Bresciana v. 4. s.v.
STEFANO CHIMINA
(Ome, 1851- Gardone, 1927)
Nasce ad Ome nel 1851 e si laurea in medicina e chirurgia nel 1877 a Pavia. Inizia la
sua professione di medico a Gardone V.T. alle dipendenze del Comune nel 1885. Dal
giorno della assunzione la sua vita diventa una missione al servizio della gente di
ogni ceto. Nonostante il compenso annuale assegnatogli dal comune non sia rilevante,
il dottor Chimina diventa il medico di tutti gli inzinesi e di tutti i gardonesi e non rare
sono le sue visite ai malati che dimorano nelle cascine dei nostri monti tanto lontane
dal centro urbano. I poveri a lui ricorrono, gli operai sapendolo, tra l’altro, uno dei
fondatori della Società Operaia di Mutuo Soccorso, confidano nelle sue parole e nella
sua solidarietà. I grossi opifici locali lo vedono presente al verificarsi di ogni
infortunio. La riconoscenza dei gardonesi si concretizzerà in un diploma che esprime
i sinceri sentimenti di tutta la cittadinanza: Al dottor Stefano Chimina-nel XXV anno
della sua condotta medica in Gardone V.T. – offrono questo ricordo le Associazioni
Operaie Democratiche- all’amico sincero – al medico valente- all’ uomo benemerito
– a testimoniare – la gratitudine l’affetto e la stima degli operai gardonesi –
Gardone XX novembre 1910. L’assegnazione del diploma al dottor Chimina venne
accompagnata dal dono di un ritratto, opera di squisita fattura del pittore Ruzzenenti.
Stefano Chimina si spegnerà fra i suoi gardonesi nel 1927 e la sua memoria dura
tutt’oggi tra la nostra gente.
-----------------Note bibl.:
BOLOGNINI P.,
Valtrompia nella memoria
p. MAFFEO FRANZINI
(Gardone, 1857- Padova, 1928)
Cresciuto alla scuola di mons. Capretti nel seminario dei chierici poveri, nel 1879
entrò nella Compagnia di Gesù studiando nei collegi di Francia e Spagna. Insegnò poi
nel collegio di Scutari nel 1885 ed in seguito completò la propria formazione a
Cracovia. Visse poi tra Bergamo e Padova come direttore spirituale, predicando
instancabilmente esercizi spirituali, missioni al popolo, ritiri di perseveranza. Zelante
ed instancabile collaborò con don Arcangelo Tadini parroco di Botticino Sera nella
fondazione delle Suore Operaie della S. Casa di Nazareth e nel 1902 fondò la
Compagnia di S. Luigi, finalizzata all’educazione della gioventù maschile di
campagna per mezzo di oratori festivi, patronati, scuole elementari e serali. Fra i suo
scritti ricordiamo: la biografia di Luigi Rocca, Goriziano; quelle di P. Camillo Corna
Pellegrini e di Giuseppe Tovini; per gli alunni del collegio bresciano I Santi Vangeli
letti e meditati. Morì nel pensionato di Padova dove era direttore spirituale.
-------------------Note bibl.:
FAPPANI-CONTI
Protagonisti del Movimento cattolico
VITTORIO EMANUELE GARDONCINI
(Inzino,1859-1949)
Successe al fondatore Giovanni Battista nella direzione dell’omonima ditta armiera.
Morì novantenne assistendo alla chiusura dell’attività di famiglia anche se da essa si
era staccato da tempo in seguito ad un incidente di lavoro al quale era seguito un
intervento chirurgico che lo rese cieco.
-------------------Note bibl.:
ABBIATICO M.
Fra la nostra gente
BERNARDELLI PIETRO
(Gardone, 1861-1947)
Alla morte del nonno Vincenzo divenne la figura più rappresentativa dell’omonima
ditta armiera gardonese che seppe far progredire sia economicamente che
tecnicamente. Ebbe due mogli : Domenica Polotti e Anna Ceresoli da cui nacquero
cinque figli: Maria, Lelia, Vincenzo, Emma ed Angela.
-------------------Note Bibl.:
Bernardelli C.
La Campanèla….
SILVIO GATTAMELATA
(Gardone, 1863-Brescia, 1942)
Di Gaetano e Caterina Maddalena Beatici. Laureatosi in giurisprudenza a Padova nel
novembre del 1888 fece pratica nello studio dell’avv. Giuseppe Tovini, partecipando
agli ideali del movimento cattolico. Entrato in magistratura nel 1889, fu vicepretore a
Brescia e poi in seguito pretore a Bovegno, Gargnano, Bagnolo Mella e Brescia.
Giudice nel tribunale di Susa (1906) passò a Cremona e a Brescia. Fu Consigliere di
Corte d’Appello a Catania e a Brescia, consigliere della Sezione bresciana del CAI,
sostenitore dell’Opera Nazionale Chiesette Alpine e di altre iniziative.
Cattolico antifascista, liberò dal carcere il socialista dott. Antonio Bianchi e per non
subire i soprusi del fascismo chiese il collocamento a riposo.
------------------Note bibl.:
FAPPANI-CONTI
Protagonisti Movimento cattolico
GIOVANNI CORRIDORI
(Gardone, 1864 – 19..)
Nasce a Gardone nel 1864 dove è operaio armaiolo nella Regia Fabbrica d’Armi.
Entra ancora in giovane età in contatto con le associazioni democratiche e
repubblicane cittadine che gli instillano quegli ideali che lo porteranno ad essere tra i
fondatori della Società Lavoranti in Ferro nel 1883 e del Circolo Operaio nel 1884.
Capace oratore, terrà numerosi comizi in città esaltando la figura di Garibaldi.
Porterà un nuovo fervore nella vita politica valligiana, allora egemonizzata dai
liberali, favorendo la nascita di nuovi organismi democratici a Villa e Sarezzo. Per
la sua attività politica e per numerosi suoi scritti tesi a denunciare le condizioni di
lavoro nell’Arsenale gardonese, subisce numerose discriminazioni sul posto di
lavoro. Si avvicina in seguito alle posizioni zanardelliane anche pur mantenendo viva
la sua attenzione sulle condizioni della classe operaia. Eletto consigliere comunale
con la lista liberale nel 1899 e riconfermato nelle successive tornate elettorali fino al
1914 è più volte assessore nelle giunte del sindaco liberale Moretti al cui interno si fa
però sostenitore di posizioni avanzate trovandosi spesso in accordo con i socialisti.
Di fronte alla crescita del movimento socialista di inizio Novecento, stimola le
associazioni operaie ad assumere iniziative che superino il mero mutualismo
scontrandosi più volte, con l’ala moderata del movimento liberale, sul tema dei
rapporti con i cattolici verso i quali è fautore di una radicale opposizione. Durante lo
sciopero del 1902,causato dal licenziamento del Franzini e quello successivo del
1904 è sostenitore delle organizzazioni sindacali. Nel 1907-1910 è fra i più convinti
fautori dell’alleanza liberali-socialisti ed opera perché il Franzini ed altri suoi
compagni assumano incarichi di giunta. La sua presenza politica si attenua tra il
1911 ed il 1914 quando i socialisti assumono posizioni intransigenti. Nel 1914 è
nuovamente candidato nella lista liberale ma non è rieletto in seguito alla vittoria dei
socialisti e l’affermazione come minoranza dei cattolici. Senza un incarico
istituzionale e con il movimento liberale in via di emarginazione cessa allora ogni
attività politica.
-------------------Note bibl.:
Bonetti-Pagani Il movimento operaio in Valtrompia Op. cit.
PIETRO GUALA
(Inzino, 1864- Brescia, 1948)
Di Bortolo ed Antonia Alberti. Operaio metallurgico, armaiolo, cresciuto
politicamente alla scuola di Domenico Tonini, fu presidente generale dell’Unione
Cattolica del Lavoro dal giugno del 1901, partecipando a congressi e convegni. Nel
1910 venne eletto consigliere comunale. Nel 1919 fece parte della Commissione
provvisoria principale che preparò la nascita del PPI in provincia di Brescia. Fu
valido animatore e propagandista del partito.
-------------------Note Bibl.:
Fappani-Conti
Protagonisti..
don EDOARDO CAMPLANI
(Gardone,1879- Cellatica,1960)
Nasce a Gardone nel 1879 e viene ordinato sacerdote nel 1906. Per quattro anni è
curato a Mura Savallo e nel 1910 è nominato parroco di Brione dove svolgerà il suo
ministero per dieci anni. Nel 1921 è promosso parroco a Cellatica dove continuerà
con grande zelo la cura d’anime fino al 1947.
Dopo la rinuncia alla parrocchia resta quiescente in loco, accanto al nuovo parroco
Don Giuseppe Giavarini di cui sarà umile e premuroso collaboratore fino al 1960.
Muore all’età di 81 anni, dopo aver celebrato con gioia le sue nozze d’oro sacerdotali.
Era prete da 54 anni. Le sue spoglie riposano nel cimitero di Cellatica.
----------------Note bibl.:
Ricordatevi: necrologio dei sacerdoti defunti dal 1930 al 1983
PIETRO BERETTA
(Gardone, 1870-1957)
Nasce a Gardone il 22 aprile 1870, primo di cinque figli, da Giuseppe, e succede fin
dalla giovane età al padre nella direzione di quella che diverrà, specialmente per suo
impulso, la più grande fabbrica italiana d’armi leggere. Nel 1903 assume la direzione
di un’azienda i cui 130 dipendenti operano in un opificio di 10.000 metri quadri;
dopo cinquantasette anni della sua gestione la Beretta con le sue consociate conterà
su opifici innalzati su 130.000 metri di terreno e sul lavoro di 1500 dipendenti. Con
frequenti viaggi all’estero approfondì le sue conoscenze circa le innovazioni tecniche
che la meccanica di quegli anni poteva offrire e seppe inserirle nei modi più redditizi
nella produzione dell’azienda gardonese. I tragici eventi della Grande Guerra,
indubbiamente, incrementarono il lavoro della Beretta che stipulò contratti per
produrre canne della mitragliatrice Fiat, la semiautomatica 1915, e molte altre parti
di armi militari. Pietro Beretta seppe guidare, in questi duri anni di lavoro e di
conquista dei mercati, il settore tecnico della sua fabbrica e quelli operativo e
commerciale che contando, per il mercato civile, su una distribuzione capillare seppe
mantenere l’azienda sempre in crescita ed in floride condizioni. Il dopoguerra vide
Pietro Beretta impegnato nella progettazione di nuovi modelli, sia militari che civili
ed il trasferimento a Gardone di macchinari provenienti da acquisizioni di altre ditte.
La seconda guerra mondiale vide la stipulazione, da parte della Beretta di nuovi
contratti per armi militari ( MAB 38, pistola 1934 ecc.)
Di idee liberal-progressiste, sospettato con i famigliari di scarsa adesione agli ideali
fascisti, consentì, attraverso finti “colpi” il riarmo delle truppe partigiane e,
attraverso lo spostamento dei macchinari in gallerie appositamente scavate nelle
pendici delle montagne il salvataggio dei mezzi di produzione insidiati da
bombardamenti. Il periodo post-bellico vide la ripresa della produzione di armi civili
per la caccia ed il tiro e la trasformazione della Beretta in ditta moderna la cui
produzione si basava su tecniche d’avanguardia costantemente migliorate. Il lavoro
di Pietro Beretta fu riconosciuto e premiato da numerose onorificenze tra le quali vale
la pena ricordare le Croci di Cavaliere (1903), Grand’Ufficiale (1918),
Commendatore della Corona d’Italia (1920) e Cavaliere del Lavoro (1922).
-------------------Note bibl.:
ANTOLOGIA
MORIN M.
WILSON, R.L
Gardonese……. .
Beretta: la dinastia ….
Il mondo Beretta…..
ANGELO FRANZINI
(Gardone, 1870-1938)
(detto Bocela)
Nasce a Gardone il 9 dicembre 1870 da Lorenzo, operaio armaiolo, e Maria
Facchetti. Le condizioni economiche della famiglia gli impediscono la prosecuzione
degli studi oltre le prime classi elementari nonostante un vivace ingegno. E’
costretto, a soli nove anni, ad occuparsi nella fucina dove già opera suo padre e
quindi alla Redaelli. Trova però il tempo per formarsi una cultura personale e
politica sui testi dei grandi autori socialisti del tempo. Si avvicina al movimento
operaio guidato da una profonda fede religiosa che si coniuga con la predicazione
evangelica e la tradizione del “Gesù socialista” che permeava tanti settori del
socialismo italiano. Una fede religiosa vissuta come esigenza di giustizia e di
fratellanza fra gli uomini, che lo porta a scontrarsi con la gerarchia ecclesiastica che il
Franzini vede come strumento per mantenere le classi popolari in stato di
subalternità. Intraprende quindi un’assidua propaganda che modifica radicalmente, in
tempi brevi, il panorama sociale e politico di Gardone trasformandolo nella realtà più
significativa del socialismo bresciano.
Nel 1897 fonda la Lega di Resistenza tra gli operai della Redaelli che viene sciolta
poco dopo dalla reazione. Nel 1899 dà vita al Gruppo elettorale socialista che si pone
in posizione radicalmente antagonistica alle forze zanardelliane dominanti. Nel 1901
è tra i promotori degli scioperi alla Redaelli. Viene licenziato nel 1902 per aver difeso
un operaio insultato dal direttore. Ma ormai la sua è diventata una scelta di vita che
le cui tappe accompagnano quelle della storia operaia trumplina. Nel 1902 dà vita
alla “Cooperativa Solidarietà” e nel 1903 è nominato presidente della Società di
Mutuo Soccorso Lavoranti in Ferro. Nel 1904 è animatore del lungo sciopero alla
Redaelli che dopo oltre cinque mesi di lotta si concluderà con la vittoria operaia. Nel
1909 è responsabile della Società Umanitaria e vice-presidente della Cooperativa
Casa del Popolo. Nel 1913 diventa presidente della Cooperativa Lavoranti in Armi e
Affini di Brescia. L’attività del Franzini è incessante anche sul versante politico. Nel
1902 è eletto consigliere comunale, segretario della sezione socialista gardonese,
dell’Unione socialista trumplina e membro dell’esecutivo provinciale del PSI. Nel
1913 e 1914 è candidato, per il mandamento di Gardone, alle elezioni provinciali e
nelle elezioni comunali del 1914 è nominato sindaco del primo comune socialista
della provincia distinguendosi a livello amministrativo anche per la sua opposizione
al conflitto mondiale. Proprio per la sua attività antimilitarista, senza che si possano
addebitare accuse giudiziarie di qualsiasi altro tipo, viene arrestato nel luglio del
1915 ed internato prima a Firenze, poi a Ortueri (Cagliari) e quindi a Lecco. Torna a
Gardone alla fine della guerra, accolto da un fiume di gente che lo riconfermerà
sindaco nelle elezioni dell’ottobre 1919. Si dimetterà dalla carica, per motivi di
salute, nel 1921 pur mantenendo l’incarico di consigliere comunale fino al 1923
quando l’assemblea cittadina è costretta a dimettersi dalla montante reazione fascista.
Non viene tollerata a Gardone la sua presenza, è più volte minacciato dagli squadristi
e la sua casa è sottoposta a continue perquisizioni finchè decide di trasferirsi a Lecco
e poi a Brescia. Ritorna a Gardone nel 1932 dove vivrà dei proventi di una
tabaccheria fino al 14 marzo 1938. I suoi funerali testimonieranno la stima della
popolazione gardonese per un socialista che seppe incarnare i propri ideali per tutta
la propria esistenza.
-----------------Note bibl.: Bolognini P.
Bonetti – Pagani
Valtrompia nella memoria
Il movimento operaio in Valtrompia
BERNARDELLI GIULIO
(Gardone, 1872-1950)
Contitolare dell’omonima ditta armiera gardonese, frequentò la Scuola di Disegno
(che poi diverrà Scuola Professionale) diretta dal maestro Piero Mino apprendendo i
rudimenti tecnico-meccanici che gli consentirono la realizzazione della
meccanizzazione a cinghia del nuovo stabilimento Bernardelli installato nell’ex
opificio degli “Stupì”. Fu un appassionato sportivo e si dedicò anche alla musica
suonando organo e pianoforte. Fu organista nella parrocchiale di Inzino dove fondò
una Scuola di canto che ottenne lusinghieri risultati. Ereditò dal padre una cospicua
sostanza che fu la base di partenza per i futuri traguardi produttivi. Si sposò con
Corinna Mino dalla quale ebbe numerosi figli: Maria, Mario, Pietro, Lodovico,
Vincenzo e Narciso.
-------------------Note bibl.:
BERNARDELLI C.
La Campanèla
CARLO SABATTI
(Magno, 1872-1936)
Figlio di Battista, dei Botasole, detto il Doge, morì in un tragico incidente di lavoro
sepolto dal soffitto della grotta sita a norddella frazione , mentre cavava sabbia, per
conto del Comune di Gardone, per un improvviso crollo.
-----------------Note bibl.:
SABATTI-TROVATI
Magno di Gardone
don ANTONIO ZAMBONARDI
(Gardone, 1873 – Edolo, 1944)
Vede la luce a Gardone nel 1873 ed è ordinato sacerdote nel 1898. Destinato curato a
Pisogne vi rimase fino al 1905. Dal 1905 al 1913 resse la vicaria di Bovegno per
trasferirsi poi ad Edolo ricoprendo l’incarico di arciprete e Vicario Foraneo, per ben
31 anni, fino alla morte che lo colse nel suo quarantaseiesimo anno di sacerdozio.
Accolto nel Seminario cittadino di S. Cristo da mons. Capretti, crebbe nel fervore di
quel cenacolo approfondendo poi la sua formazione con la guida di mons. Saleri e
quindi perfezionando le sue già ricche doti a Edolo sulle orme dell’Arciprete Mons.
Camadini. A conferma dello spirito religioso con il quale don Zambonardi ha sempre
operato, mons. Gazzoli, che fu suo parrocchiano per lunghi anni, ricorda i suoi trenta
mesi della Madonna, predicati nel mese di maggio e che gremivano la chiesa di fedeli
attenti alla parola di Dio e devoti nell’omaggio alla Vergine.
Il pregio della sua predicazione consisteva nella preparazione, nella chiarezza, nella
brevità e nell’entusiasmo oratorio. In parrocchia ha tenuto due volte le Missioni, nel
1921 e nel 1940. Nella Missione del 1940 uno dei predicatori era don Mazzolari che
nella circostanza impostò la trama del suo libro “ La più bella avventura”.
Sacerdote di grande fede e di grande carità seppe farsi “Forma gregis ex animo” così
che tutte le opere e attività erano permeate dallo spirito evangelico che arrivava al
cuore dei fedeli. Le grandi opere, che sono il miglior monumento ricordo di don
Zambonardi in Edolo, sono la chiesa parrocchiale finita nella sua facciata e diventata,
all’interno, un gioiello d’arte per dipinti e decorazioni e l’oratorio maschile costruito
secondo le esigenze del tempo.
Curò l’evangelizzazione dei fedeli, delle associazioni, i sacramenti, le vocazioni, le
feste, fu presente ai momenti di gioia e di dolore specialmente durante gli anni delle
due guerre. Alla sua morte fu rimpianto indistintamente da ogni suo parrocchiano ed
Edolo ne custodisce la tomba con grande venerazione.
----------------Note bibl.:
Ricordatevi necrologio dei sacerdoti defunti dal 1930 al 1983 Brescia, 1983
EDOARDO TARICCO
(Torino, 1874- Gardone, 1952)
Nasce a Torino il 1° gennaio 1874, figlio di un ufficiale istruttore di scherma.
Trasferitosi a Gardone apre un piccolo negozio-emporio in una vecchia casa di Via
Zanardelli che gestirà negli anni con esemplare rettitudine. In breve tempo diventa
figura conosciuta e rispettata ed è fra i primi aderenti al nuovo gruppo elettorale
socialista. Nel 1902 è candidato alle elezioni comunali; eletto nel 1905 sarà
riconfermato in tutte le tornate elettorali successive. Il suo impegno in campo
politico lo fa diventare uno dei maggiori dirigenti del socialismo trumplino. Per anni
è segretario e dirigente della lega metallurgica, nel 1909 entra nel consiglio di
amministrazione della Cooperativa Casa del Popolo, nel 1913 è nominato presidente
della Biblioteca Popolare. Presiede varie volte i congressi provinciali del Partito
Socialista e nel 1911 diventa componente del Comitato Federale Provinciale.
Assessore effettivo della Giunta Rossa che guida il comune nel 1914, nel 1915 viene
inviato al fronte a causa della sua attività antimilitarista. Nel dopoguerra è ancora tra
i più attivi nella locale sezione socialista e nel 1920 è riconfermato assessore, carica
che manterrà fino al 1923. Valente musicante della Banda cittadina, fu direttore del
complesso a plettro Andrea Costa. Si spense a Gardone il 4 aprile 1952
-------------------Note bibl.:
BEVILACQUA
Internati politici
BONETTI-PAGANI Il movimento operaio in Valtrompia
ANDREA ZAMBONARDI
(Gardone, 1875-1924)
detto Nicotera
Nasce a Gardone il 10 marzo 1875 da Giuseppe e Annamaria Piccinardi. Nel 1900 si
iscrive al PSI, nel 1905 è eletto consigliere comunale, carica che mantiene fino al
1920. Presidente della Cooperativa Solidarietà fino al 1914, nello stesso anno viene
eletto nella Giunta rossa. E’ personaggio molto conosciuto e la sua popolarità è
testimoniata dal fatto che nel 1902 pur non figurando in lista alle elezioni
amministrative, ottiene cinquantaquattro preferenze. Dal 1920 al 1923 è Presidente
della Società Operaia di Mutuo Soccorso. Il suo nome figura tra quelli degli
antimilitaristi gardonesi che verranno arrestati e poi confinati nel 1915, ma evita il
confino per una grave malattia che lo affliggeva nel luglio di quell’anno. Rimasto
quindi in paese si adopererà con grandissimo impegno, e correndo notevoli rischi
personali, per mantenere i contatti con tutti i compagni “colpiti dal bando”. Dal suo
matrimonio con Maria Rinaldini nacque un unico figlio: Giuseppe.
-------------------Note bibl.: F. BEVILACQUA Gli internati politici
BONETTI-PAGANI Il movimento operaio in Valtrompia
SIMONE BELTRAMI
( Gardone, 1877-1952)
Nasce a Gardone il 27 marzo 1877 da Girolamo e Cattina Beretta. Nei primi anni del
secolo aderisce al PSI assumendo le funzioni di consigliere della Cooperativa
Solidarietà, della Cooperativa Forno, Cassiere della Biblioteca Popolare, sindaco
della Cooperativa Casa del Popolo. Vice segretario comunale di Gardone viene
arrestato il 19 luglio del 1915 con il Sindaco, assessori e alcuni consiglieri per il suo
impegno politico antimilitarista ed antiinterventista. E’ internato a Viareggio; nel
gennaio del 1916 può trasferirsi a Lovere dove trova lavoro come impiegato. Nel
dopoguerra, un nuovo trasferimento a Casto per ritornare poi definitivamente a
Gardone dove muore il 25 aprile 1952.
-------------------Note bibl.:
BEVILACQUA F.
Gli internati politici della Valtrompia, Gardone, 1991
BONETTI –PAGANI Il movimento operaio in Valtrompia Op. cit.
GIUSEPPE FOCCOLI
(Marcheno, 1877 - Gardone, 1961)
Nasce a Marcheno e si trasferisce con la famiglia ad Inzino. Frequenta a Brescia la
Scuola di disegno e di architettura e dopo aver conseguito il diploma inizia il suo
apprendistato di incisore ed intagliatore presso un’officina locale. A 18 anni avvia la
sua collaborazione, da esterno, con la Beretta. Nel 1915 per una delle abituali crisi
che investono il settore armiero, cambia professione ed entra come cassiere alle
dipendenze del Credito Agrario Bresciano nell’agenzia di Gardone aperta fin dal
1908. Raggiungerà il massimo grado di responsabilità come “agente” nel 1923 e tale
resterà fino al 1947 quando raggiungerà l’età pensionabile. Consigliere del Comune
di Inzino, esattore comunale e sindaco dal 1925 al 1927. Particolarmente attivo nel
lavoro di collegamento fra le famiglie ed i soldati al fronte durante il primo conflitto
mondiale, sarà tra i fondatori della locale Cooperativa di Previdenza.
-------------------Note bibl.:
ABBIATICO : Fra la mia gente
PAOLO MORETTI
(Inzino, 1877 - 1918)
caduto per la patria
Figlio di Pietro nacque ad Inzino il 2 aprile 1877. Arruolato in non più giovane età
nel 6° Reggimento Artiglieria da campagna tornò al paese natale per i postumi di una
grave malattia che lo condusse alla morte il 18 maggio 1918.
don LUIGI BARBERA
(Inzino, 1878 -1919)
Educato dal nonno materno Domenico Tonini, entrò in seminario e venne ordinato
sacerdote il 24 maggio 1902. Il suo ministero fu rivolto soprattutto agli emigranti ed
ai loro problemi. Nominato curato a Cogozzo dopo quattro anni, nel 1906, divenne
parroco e Vicario Foraneo a Monticelli Brusati. Sacerdote zelante, buono coinvolto
in numerosissime iniziative ed attivo nelle istituzioni sociali. Per i suoi parrocchiani
all’estero si impegnò in frequenti e lunghi viaggi.
-----------------Note bibl.:
FAPPANI-CONTI Protagonisti movimento cattolico
don Edoardo CAMPLANI
(Gardone, 1879 - Cellatica, 1960)
Nato a Gardone nel 1879 è ordinato sacerdote nel 1906. Per quattro anni è curato di
Mura Savallo e nel 1910 è nominato parroco di Brione dove svolge il suo ministero
per 10 anni. Dal 1921 parroco di Cellatica continuerà con zelo la cura delle anime a
lui affidate fino al 1947. Dopo la rinunzia alla parrocchia è rimasto quiescente in
loco. Muore a 81 anni dopo aver celebrato con gioia le sue nozze d’oro sacerdotali,
prete da 54 anni.
EGIDIO DE CURSU
(Brescia, 1879- Gardone, 1949)
Uomo probo ed onesto fu presidente del Circolo Giovanile di Gardone ed attivissimo
nel movimento cattolico valtrumplino specialmente dall’anno 1910 in poi. Pur
militando in partito avverso, solidarizzò con il sindaco Franzini inviato al confino.
ANGELO FORMENTI
(Gardone, 1879 – Brescia, 1955)
Nasce a Gardone il 15 dicembre 1879 da Francesco e Lucia Viola. Trasferitosi con la
famiglia a Vobarno, studiò fino a laurearsi in farmacia a Pavia. Dal 1904 al 1925 fu
farmacista a Vagolino dove nel 1906 si coniugò con Gemma Sbarberi. Si trasferì
quindi a Brescia dove gestì fino alla morte la farmacia Formenti di Corso Palestro.
Appassionato ricercatore si segnalò per aver scoperto una tecnica d’imbalsamazione e
conservazione dei cadaveri che sperimentalmente raggiunse lusinghieri risultati.
Appassionato sportivo, fu presidente della Società di Tiro a Segno di Bagolino,
promotore di iniziative e competizioni sportive e abilissimo cacciatore di ungulati.
-------------------Note bibl.:
FAPPANI A. Enciclopedia bresciana v. IV sub voce
MARIA MORETTI BERETTA
(Gardone, 1879 - 1945)
vittima civile seconda guerra mondiale
Il 12 gennaio 1945, a 66 anni perde la vita con i suoi familiari vittima di un
bombardamento alleato su Gardone V.T.
BORTOLO COTELLI
(Gardone, 1881-1945)
Nasce a Gardone il 23 ottobre 1881 e sottoscrive la sua adesione al PSI intorno al
1907. Consigliere comunale fino al 1923 è assessore effettivo nella Giunta rossa dal
1914 al 1920. Durante l’internamento del sindaco Angelo Franzini svolge le funzioni
di sindaco. Nelle elezioni del 1946 è nuovamente eletto Consigliere comunale ed è
nominato assessore nella Giunta PSI-PCI .
---------------Note bibl.:
BONETTI-PAGANI Il movimento operaio in Valtrompia
dott. LUIGI AJMONE
(Gaggiola,1882 – Gardone,1952)
Giovanni Corvi così ricordava il dott. Luigi Ajmone, nel giorno della morte, dalle
colonne del quotidiano provinciale : “E’ morto il medico dei poveri…. Venuto da noi
nel lontano 1921 si era subito affezionato a questa nostra gente cordiale e schietta
….mai egli fece pesare il costo delle visite alle famiglie dei pazienti; anzi le misurò
sempre con il metro di una generosità esemplare.
Non fu egli soltanto il medico degli ammalati ma soprattutto l’amico che sapeva
sempre trovare la parola di confortante incoraggiamento. ….. Conobbe e sopportò
fieramente, senza mai venir meno ai suoi ideali, le sue giornate oscure…… Quando
infuriò la guerra fratricida egli si adoperò perché il solco tra le due parti in lotta fosse
meno profondo e potesse un giorno germogliare il seme della riconciliazione “.
Nato a Gaggiola (VC) il 28 gennaio del 1882 giunge in Valle Trompia, a Collio, per
esercitare la professione medica. Ispirato dagli ideali umanitari aderisce al Partito
Socialista Italiano e diventa anche primo segretario della sezione del Partito
Socialista Italiano. Trasferitosi a Gardone si fa promotore della costituzione della
Cooperativa Mutua Sanitaria. Diventa uno tra i bersagli principali delle nefande
azioni del primo squadrismo fascista. Dopo essere sfuggito a tentativi di pestaggio, il
10 gennaio 1923 è violentemente percosso e costretto ad allontanarsi da Gardone per
un anno. Sottoposto ad assidua vigilanza durante gli anni della dittatura, nel 1943 in
seguito a rappresaglia per azioni partigiane viene rinchiuso per due mesi a Canton
Mombello. Muore, dopo lunga malattia, il 3 dicembre 1952 e la sua dipartita
suscita il cordoglio della popolazione tutta che lo ha sempre amato e stimato.
-------------------Note bibl.: BOLOGNIN P. Valtrompia nella memoria
BONETTI-PAGANI Il movimento operaio in Valtrompia
CARLO MORETTI
(Gardone, 1882 - 1954)
Discendente dalla nota famiglia di possidenti gardonese venne arruolato durante la
Grande guerra nel Corpo degli Alpini dove combattè coraggiosamente col grado di
maggiore guadagnadosi nel 1916 una medaglia di bronzo al Valor Militare con la
seguente motivazione:
Durante un vivo combattimento su terreno difficile e dominato dal nemico, sempre
alla testa del proprio plotone, sprezzante di ogni pericolo, seppe, col suo impegno
calmo e deciso, raggiungere e mantenere una posizione fortemente battuta
dall’avversario
Roccia Bruciata (Monte Spil), 10.9.16
-------------------Note bibl.:
BOLOGNINI P.
Valtrompia nella memoria
PLINIO GILARDONI
(Gardone,1878 - 1955)
Fin dalla giovane età, orfano di madre venne educato da uno dei curati gardonesi che
gli seppe instillare le necessarie basi basi culturali che approfondì poi da autodidatta.
Propagandista cattolico, fu tra i fondatori di numerosi ritrovi cattolici della nostra
Valle e polemizzò per le sue idee e le sue azioni anche con la “Sentinella” giornale
provinciale dell’epoca. Nel 1922, su invito dello indimenticato prevosto Zanetti
divenne promotore della Biblioteca parrocchiale che seppe organizzare nel volgere di
breve tempo e che condusse fino alla morte. L’opera di diffusione delle “buone
letture” fu poi continuata da una figlia fino al 1990 quando l’istituzione chiuse i
battenti.
-------------------Note bibl.:
Coll. Mario Gilardoni
ABRAMO ISACCO TANFOGLIO
(Magno,1882 - ? 1918)
caduto per la patria
Figlio di Giuseppe, nato a Marcheno il 28 dicembre 1882 e residente a Magno venne
arruolato nel 77° Reggimento Fanteria. Catturato dal nemico morì il 12 luglio 1918 in
campo di prigionia
------------------Note bibl.:
BOLOGNINI P.
Caduti e decorati trumplini
BERNARDO SELVA
(Venaria,1883 - Gardone,1951)
Nasce a Venaria Reale (provincia di Torino) il 26 settembre 1883. Trasferitosi a
Gardone per lavoro, è impiegato alla Redaelli. Fino al 1910, quando lascia il paese è
uno tra i più impegnati militanti nelle file del partito socialista per conto del quale
svolge con notevole impegno le funzioni di Segretario della Cooperativa Casa del
Popolo, Segretario della sottosezione dell’Umanitaria, Segretario della Biblioteca
Popolare e della Mutualità scolastica e Revisore dei conti di Brescia Nuova. Ritornato
a Gardone dopo le elezioni del 1946 vinte dalla lista PCI-PSI è nominato sindaco,
carica che mantiene sino al 3 giugno 1951. Muore a Gardone il 1° luglio del 1967
------------------Note bibl.:
BEVILACQUA F.
Gli internati politici
BONETTI –PAGANI Il movimento operaio in Valtrompia
ZAMBONARDI mons. GIUSEPPE
m.c.c.j. (Comboniano)
(Gardone, 1884 – Arco, 1970)
Prefetto apostolico di Bahar el Gebel (Sudan)
Nasce a Gardone il 14 febbraio 1884. Dopo una breve esperienza di lavoro come
apprendista in un’officina, entra nel seminario diocesano e, ancora studente, si fa
comboniano. Nel 1909 è ordinato sacerdote a Verona. Dopo una sosta in Inghilterra
per imparare l’inglese, nel 1911 parte per l’Uganda dove resterà fino al 1920.
Dall’Uganda scende nel Sudan e qui nel 1923 è nominato superiore. Nel 1927 la
Sacra Congregazione Propaganda Fide lo nomina prefetto apostolico di Bahar el
Gebel. Non ebbe l’ordinazione episcopale, anche se ne esercitò i poteri e le funzioni,
perché gli inglesi non diedero il placet e ciò gli permise di muoversi, come semplice
missionario, sempre a disposizione dei superiori.
Mons. Zambonardi era un missionario nato, un lavoratore infaticabile, di carattere
impetuoso e testardo e ciò lo ha aiutato a superare le tante difficoltà della vita
missionaria, non ultime anche quelle logistiche. I confratelli ricordano che non era
raro vederlo sporco e unto sotto il camioncino in panne e poi apparire in “finimenti”
(così lui li definiva) prelatizi per celebrare le funzioni.
Nel 1938 dovette rassegnare le dimissioni per motivi politici ed allora, lasciati i
“finimenti” episcopali venne in Etiopia, nella provincia di Gondar, come semplice
missionario. Era tempo di guerra e, caduto prigioniero degli inglesi, finì in un campo
di concentramento a Karthoum. Nel 1946, aveva già 62 anni, dopo una breve sosta in
Italia partì come semplice missionario per il Mozambico. Una nuova lingua da
imparare, nuova gente e nuovi problemi da conoscere e da affrontare. Nel 1953
rientra in Italia per il Capitolo generale che lo nomina Superiore religioso dei
missionari in Egitto. Tutto da rifare, dallo studio dell’arabo, ai costumi, all’impatto
con il mondo arabo. Ritorna in Italia per il capitolo del 1959 ed è invitato a fermarsi
dopo 50 anni di attività missionaria.
Negli anni della sua quiescenza raccoglie, per l’archivio della Congregazione, 14
volumi di “Memorie”. Muore ad Arco all’età di 86 anni, sacerdote da 61, prefetto
apostolico da 43 anni. E’ sepolto nel cimitero di Gardone V.T. e la sua tomba ricorda
che la sua vita fu per buona parte la storia delle missioni africane.
-------------------Note bibl.:
BOLOGNNI P.
Valtrompia nella memoria
GIUSEPPE BELLERI
(Gardone,1885 - 1950)
Nasce da Francesco il 16 settembre 1885. Nel biennio 1912-1913 è presidente della
Cooperativa Proletaria Convento. Alle elezioni del luglio 1914 è eletto consigliere
comunale, riconfermato a quelle del 1920, entra in Giunta come Assessore effettivo.
In seguito alle dimissioni di Angelo Branzini, dovute probabilmente al prevalere nella
sezione socialista gardonese della frazione massimalista, nella seduta consiliare del
13 gennaio 1921 è nominato sindaco. Ricopre la carica fino al febbraio del 1923
quando la giunta, a causa delle violenze fasciste, rassegna le dimissioni. Nel 1922
entra a far parte del Consiglio Provinciale di Amministrazione della Lega delle
Cooperative e Mutue. Aderisce alla frazione terziana e al momento della fusione di
questa con il Partito Comunista aderisce a quest’ultimo non svolgendo però una
significativa attività.
Nel secondo dopoguerra è nominato presidente della
Cooperativa di Solidarietà, carica che mantiene fino al 1947. Muore a Gardone il 13
agosto 1950.
-----------------Note bibl.: BONETTI-PAGANI Il movimento operaio in Valtrompia
BRESCIA NUOVA 1912-1922
op. cit.
don LUIGI PANELLI
(Gardone, 1885 – Bornato, 1943)
Nasce a Gardone nel 1885 e viene ordinato sacerdote nel 1912. Presta il suo primo
servizio a S. Giovanni di Polaveno quindi a Berlingo e nella parrocchia cittadina delle
Fornaci. Nel 1926 è nominato parroco di Bornato dove presterà la propria opera con
fervente impegno per 17 anni, fino al giorno della morte, che lo coglierà ancora in
giovane età a soli 58 anni quando stava vivendo il suo trentunesimo anno di
sacerdozio. Le sue spoglie riposano nel cimitero di Bornato.
-----------------Note bibl.:
BOLOGNINI P.
Valtrompia nella memoria
ACHILLE ARNABOLDI
(Gardone, 1886 – Roma, 1970)
Di Luigi Vittorio, nasce a Gardone il 16 novembre 1886. E’ attivo nel movimento
socialista a partire dal 1911. Del partito diventa ben presto dirigente di primo piano.
Nel 1913 entra a far parte del Comitato Federale Provinciale e nel 1914 è candidato
alle elezioni provinciali nel Mandamento di Gardone con Angelo Franzini. Nel
dopoguerra continua la sua militanza nella sezione socialista. Muore a Roma dove si
è da tempo trasferito il 1° febbraio 1970.
-----------------Note bibl.:
BEVILACQUA F.
Internati politici
GITTI UMBERTO
(Inzino, 1886 - 1966)
detto Él Grilo
Cittadino ed industriale inzinese, dopo essere ritronato dalla Prima guerra mondiale
dove si era distinto nell’arma aeronautica combattendo nella famosa squadriglia del
“Cavallino rampante”, nel 1921 iniziò ad Inzino l’attività armiera che si espanderà
nel tempo sotto diverse indicazioni societarie assurgendo a notevoli traguardi. Nel
1957 si ritira dall’attività produttiva che cede a Marcello Ghibelli.
Uomo
grandemente sensibile ed impegnato nel sociale ricoprì la carica di consigliere
comunale divenendo promotore e sostenitore di varie iniziative. Nel 1910 fondò il
primo asilo infantile inzinese, assistette non solo moralmente quanti gli chiedevano
aiuto, fu patrocinatore del nuovo concerto campanario della chiesa pievana di S.
Giorgio e si operò per il restauro di alcune pale pittoriche di grande valore che ancora
oggi adornano la chiesa inzinese. Uomo dalla spirito libero e animato da un profondo
senso di solidarietà, durante la seconda guerra mondiale ospitò, nascondendoli nella
sua casa di montagna per alcuni mesi, tre soldati inglesi. Questa sua azione venne
premiata con un riconoscimento ufficiale rilasciato dal generale Alexander nel 1945.
------------------Note bibl.:
ABBIATICO M.
Fra la nostra gente
GIUSEPPE MOZZONI
(Gardone, 1887 –Brescia, 1978)
Nasce a Gardone nel 1887 e si trasferisce con la famiglia a Corna di Darfo all’età di
tredici anni dove il padre, valente tecnico, è chiamato a collaborare con Ernesto
Stassano al perfezionamento dei primi forni elettrici per la siderurgia. Nonostante i
desideri paterni lo spingessero verso una formazione tecnica di alto livello, il giovane
Mozzoni si lasciò incantare dalla Galleria Tadini di Lovere e dalle opere in essa
contenute. Ogni mattino infatti scendeva a Lovere per frequentare le scuole
professionali, ma l’ingresso a scuola era sempre preceduto da una lunga sosta nella
villa patrizia. Alla richiesta di spiegazioni da parte del padre, che era venuto a
conoscenza dei frequenti ritardi, Giuseppe espresse la sua vocazione che non venne
contrastata dal genitore. Racconta il Mozzoni “ …. Visitavo più volentieri la
Galleria Tadini piena di quadri interessanti ….. e provai a dipingere un quadretto
dal vero…. Mio padre portò questo mio quadretto al pittore… Lombardi che gli disse
…. Suo figlio farà certo il pittore e nel 1904 venni a Brescia…. Frequentai la scuola
Moretto… e poi dal 1910 al 1940 nella stessa scuola fui insegnante di pittura e stili “
Si trasferì dunque a Brescia dove fu allievo di Carlo Chimeri, di Arturo Castelli e di
Gaetano Cresseri di cui frequentò assiduamente la bottega. La vittoria del Premio
Loranti gli aprì le porte dell’Accademia di Brera dove frequentò i corsi di nudo ed
anatomia conseguendo l’abilitazione per l’insegnamento. Nel 1911, con il Trainini
altro affreschista bresciano, vinse il concorso per decorare la sala della mostra
etnografica allestita a Roma per il cinquantenario dell’Unità. Alla scuola del Cresseri
l’affresco gli era entrato nel sangue anche se nel lungo arco degli anni d’attività non
disdegnò qualsiasi altra tecnica : oli, tempere, acquarelli, sculture ….
Iniziò l’attività di pittore da cavalletto nel 1919 con la partecipazione alla mostra
“Arte in famiglia”. Il numero delle mostre (personali e collettive) cui l’artista espone
le sue opere cresce a dismisura e innumerevoli diventano le opere degne di
segnalazione: dalla “Vecchia fucina Beretta” al “Cristo dei lavoratori”, alle nevicate,
agli scorci cittadini, alle visioni della provincia, alle nature morte, fiori e ritratti.
Pittore del nostro Risorgimento, Mozzoni dedica all’epopea libertaria ed ai
personaggi che l’hanno vissuta numerosissimi dipinti in cui il pregio pittorico
s’unisce alla ricercatezza documentaria della realizzazione. Per quanto riguarda le
opere a soggetto sacro l’apice viene raggiunto dal dipinto “ Riposo in Egitto” che,
vincitore d’un premio nazionale, verrà esposto anche negli Stati Uniti. Non meno
ricca è la produzione dovuta alle fatiche dell’affreschista. Da solo o a fianco di
Vittorio Trainini e del Cresseri arricchisce il suo catalogo in città e in provincia. Di
rilievo i dipinti di Pavone Mella, della chiesa di Capovalle e del Santuario di Rio
Secco. Numerose le testimonianze gardonesi dell’opera del Mozzoni. Nel 1918
decora con il fratello Tita e con il Traini il Santuario di S. Rocco, nel 1923 dipinge
la cappella dei caduti, nel 1930 la Villa Bonomi e del 1937 sono gli affreschi nel
Palazzo Chinelli Rampinelli commissionati dal podestà Bonomi.
Giuseppe Mozzoni fu un artista impegnato civilmente, capace di attenzioni intrise di
delicata sensibilità e di schietta ingenuità. Nelle sue opere, di immediata leggibilità,
risalta un’arte complessa prodotto del concorso di vari ingredienti che hanno
raggiunto una tale fusione da non trasparire singolarmente. Un uomo amato da
schiere di allievi ai quali ha saputo donare una guida esemplare frutto di sensibilità e
di rigore stilistico non disgiunto dal rigore morale che ne ha retto l’esistenza. Nel
1973 Gardone gli ha dedicato una mostra retrospettiva ed alla sua morte il comune di
Brescia una grande mostra personale.
--------Note bibl.:
BOLOGNINI P.
LONATI
Valtrompia nella memoria
Dizionario artisti bresciani
don SEVERINO SABATTI
(Magno,1887-Maderno,1941)
Ordinato sacerdote nel 1909, dopo aver ricoperto l’incarico di vicerettore del
Pensionato Scolastico, fu curato a Villa Carcina e parroco a Lumezzane S.S.. Uomo
pio e zelante, nel 1931 rinunciava alla parrocchia per entrare nella Congregazione
della Sacra Famiglia di Nazareth. Fu padre spirituale della Congregazione facendosi
talmente apprezzare da esserne eletto nel 1937 Superiore Generale. Nel pesante
incarico impegnò ogni sua forza e ogni suo impegno fino al suo ritiro a Maderno
dove. Ormai spossato, moriva pochi mesi dopo.
--------------------Note bibl.:
Fappani, Enciclopedia bresciana, v. XV s.v.
SILVIO SABATTI
(Magno,1887-1953)
Figlio di P. Giacomo (v.) detto “El maistrì”, fu maestro elementare a Lumezzane S.
A., a Ville di Marmentino ed infine a Magno dove venne arrestato, mentre teneva
lezione, dai fascisti e rinchiuso nelle carceri del Castello di Brescia dalle quali riuscì
fortunosamente a fuggire. Fu per anni organista della parrocchiale di S. Martino.
------------------Note bibl.:
FAPPANI A. Enciclopedia bresciana
v.15 sub voce
GIUSEPPE MORETTA
(Gardone, 1888-1918)
caduto per la patria
Figlio di Pietro, nasce a Gardone il 20 agosto 1888. Arruolato nel 5° Reggimento
Alpini muore a Gardone , dove era tornato per una grave malattia, contratta al fronte
il 3 settembre 1918.
-------------------Note bibl.:
BOLOGNINI P.
Caduti e decorati trumplini
mons. GIUSEPPE ZANETTI
(Gardone, 1888 – Roma, 1973)
Vede la luce a Gardone nel 1888 ed è ordinato sacerdote nel 1911. Sacerdote ricco di
doti (dottore in teologia e filosofia, oratore forbitissimo, scrittore agile ed efficace) di
carattere schivo ed anticonformista, per quanto abbia vissuto per più di quarant’anni a
Roma ha respinto ogni tentazione di carriera per lavorare con fede e impegno
instancabile per la causa missionaria causa per cui alienò la sua stessa consistente
eredità paterna.
Mons. Zanetti visse i suoi primi venti anni di sacerdozio a Brescia, per sei anni tra i
padri Oblati, dedito alla predicazione e all’apostolato tra i giovani per i quali fondò il
“Patronato Studenti”. Durante la Prima guerra fu soldato ma antimilitarista e rasentò
un processo per disfattismo. Ritornato dalla guerra fu nominato economo spirituale
di Gardone V.T. dove con i curati don Giuberti e don Falsina vivacizzò l’attività
pastorale contro l’anticlericalismo zanardelliano e socialista. Rinunciò alla proposta
di diventare prevosto di Gardone e nel 1920 oltre che ad assistere la Gioventù
Femminile con padre Caresana, si buttò a capofitto nell’attività missionaria. Seppe
imprimere all’Ufficio Diocesano un ritmo di attività intensissima sul piano
organizzativo e formativo con assemblee e stampa. Nel 1923 dava il via al mensile
“Apostolato Missionario” che visse fino dopo la guerra.
Nel 1929 fu chiamato a Roma quale Direttore delle opere Missionarie su
suggerimento di mons. Angelo Roncalli. Presto assunse la direzione dell’Opera di S.
Pietro Claver e la Direzione dell’Unione Missionaria del Clero. Sotto la sua guida le
opere missionarie si qualificarono: fondò “Crociata” e una casa editrice di libri
missionari, curò l’Annuario Missionario, animò i convegni di studio missionari per
sacerdoti e laici, organizzò tre congressi internazionali dell’Unione Missionaria del
Clero, L’Esposizione Missionaria di arte indigena durante l’Anno Santo e molteplici
altre iniziative.
Nel 1965 fu investito da una moto per le vie di Roma ed ebbe inizio il suo calvario di
sofferenze che lo portarono alla rinuncia prima e lentamente alla tomba. Morì a
Roma ad 85 anni di età e 62 di sacerdozio e volle essere sepolto nel cimitero del suo
paese natale che lo riaccolse con rispetto e devozione.
GUGLIELMO ARNABOLDI
(Gardone, 1889 - Roma, 1974)
Di Luigi Vittorio nasce a Gardone il 5 febbraio 1889. Si avvicina al socialismo con il
fratello Achille ed in poco tempo assume importanti cariche nel movimento. E’
vicepresidente della Biblioteca Popolare e nel 1914 è eletto consigliere comunale ed
entra come assessore effettivo nella Giunta Rossa. Nel corso del 1915, dopo l’entrata
in guerra, viene internato per aver letto il quotidiano socialista “L’’Avanti”. Nel
dopoguerra continua l’attività politica fino all’avvento del fascismo. Nel 1926 si
trasferisce a Roma a capo di una squadra di tecnici della Breda Armi. Muore nel
1974
------------------Note bibl.: BEVILACQUA Gli internati politici
BONETTI-PAGANI Il movimento operaio in Valtrompia
CARLO COMBINI
(Gardone, 1889 – Milano, 1975)
Nasce a Gardone il 19 settembre 1889 da Andrea ed Elisa Pilotti. Si iscrive al Circolo
Giovanile sin dalla fondazione e partecipa attivamente alle sua vita politica.
Presidente del Comitato per il Ricreatorio Laico è attivo nel Partito Socialista a
livello zonale. Nel 1915 viene arrestato e quindi internato a Grosseto per attività
antimilitarista. Trasferito a Milano e poi a Greco Milanese, nel dopoguerra avvia una
attività commerciale. Muore a Milano, senza più esser ritornato a Gardone, nel 1975
--------------------Note bibl.:
BEVILACQUA F. Gli internati politici
BONETTI-PAGANI Il movimento operaio in Valtrompia
BATTISTA LEALI
(Carcina, 1889 – Gardone, 1964)
Nasce a Carcina da Giovanni ed Angela Abbiatico il 5 giugno 1889 e nel 1897, a otto
anni, si trasferisce a Gardone. Si iscrive al Circolo Giovanile socialista sin dalla
fondazione. Operaio limatore presso il Regio Arsenale, il 19 luglio 1915 viene
arrestato ed internato, per attività antimilitarista, a Colle Val D’Elsa. Scaduto
l’esonero militare di cui godeva quale dipendente dell’Arsenale, viene inviato al
fronte. Nel dopoguerra è attivo nella sezione socialista di cui diviene segretario. Nel
1919 è nominato nel Comitato federale provinciale e riconfermato l’anno successivo.
Precedentemente ammonito, nel 1930 è licenziato dall’Arsenale perché rifiuta di
iscriversi al Partito Fascista. Nel secondo dopoguerra ricopre per anni la carica di
segretario della Sezione PSI. Muore a Gardone il 25 agosto 1964
-------------------Note bibl.:
BEVILACQUA F. Gli internati politici
BONETTI-PAGANI Il movimento operaio in Valtrompia
GIOVANNI ERNESTO SANTONI
(Gardone, 1889 – Brescia, 1975)
Di Arcangelo, armaiolo, e di Maria Zanagnolo, nasce a Gardone il 19 febbraio 1889.
Trascorre una giovinezza priva di agi che lo spinge ad affrontare con impegno e
decisione le difficoltà della vita. Dopo aver svolto il suo pesante lavoro giornaliero
frequentò con assiduità i corsi della Scuola professionale Moretto ove, grazie alla sua
spiccata intelligenza e alla sua profonda passione, conseguì ottimi risultati ed ove,
per alcuni anni, svolse le funzioni di insegnante. Tenace e di grande iniziativa, nel
1919 in collaborazione con alcuni soci, diede vita a Brescia, in un piccolo locale di
via Niccolò Tartaglia all ”Officina meccanica di precisione Santoni & C” che divenne
nel corso degli anni, soprattutto grazie alla grande capacità tecnica del fondatore, una
delle più quotate industrie italiane e del mondo nel campo delle macchine per calze. Il
Santoni affiancò al fervido ingegno e all’instancabile attività una grande rettitudine,
modesto e di cuore generoso dispensò aiuti ai bisognosi ricordando con vari legati nel
suo testamento numerose organizzazioni benefiche e numerosi ospizi per anziani.
Morì a Brescia il 15 agosto del 1957 largamente compianto.
------------------Note bibl.:
FAPPANI A.
Enciclopedia bresciana
v.
sub voce
mons. FELICE BERETTA
(Gardone, 1890- Brescia,1955)
Don Felice Beretta nasce a Gardone nel 1890 e viene ordinato sacerdote nel 1912.
Significative sono le tappe che scandiscono il suo ministero sacerdotale durato ben 43
anni: Insegnante al Collegio Arici, padre oblato (1914-1920), assistente diocesano
della Gioventù femminile di Azione Cattolica e animatore delle Scuole di
propaganda, direttore dell’Ufficio Missionario Diocesano ( succedendo al gardonese
mons. Zanetti) a Brescia. Nel 1930 è chiamato a Roma e nella Congregazione di
Propaganda Fide è collaboratore dei cardinali Costantini e Fumasoni Biondi,
redattore di Crociata Missionaria, padre spirituale del Collegio Urbaniano frequentato
da centinaia di sacerdoti indigeni di tutte le razze e nazioni e segretario generale
dell’Unione Missionaria del Clero. Per quest’ultimo servizio, che egli considerava
essenziale all’animazione missionaria, ha rinunciato all’episcopato, restando
Cameriere Segreto dal 1931 e prelato domestico dal 1941.
E’ facile dire ed elencare quello che mons. Beretta ha fatto, ma non è possibile
descrivere il modo in cui ha agito. Ha seminato libri di formazione, ha scritto
migliaia di articoli missionari, ha forgiato coscienze di sacerdoti e laici e soprattutto
ha vissuto da prete ogni sua azione ed in ogni incarico caratterizzando il suo agire con
un comportamento ispirato dal “gran cuore” e da un pizzico di “ruvidità bresciana”.
E’ ritornato a Brescia per morire in pace, nella povertà, nel silenzio, nella sofferenza
che ha accompagnato i suoi ultimi anni, con sempre negli occhi e nel cuore gli
orizzonti sconfinati delle missioni..
E’ sepolto nel cimitero di Gardone, nella tomba di famiglia.
--------------------Note bibl.:
BOLOGNINI P.
Valtrompia nella memoria
ALESSANDRO BONINCONTRO
(Gardone, 1890 – Villa, 1972)
Nasce a Gardone il 6 novembre 1890. Operaio metallurgico, fin dalla giovane età è
elemento di spicco del movimento cattolico gardonese nelle cui fila assume l’incarico
di segretario della Sezione Giovani dell’Unione Professionale. Nel primo dopoguerra
diviene organizzatore in Valtrompia del risorto movimento operaio cattolico e nel
1919 ne diventa segretario di plaga. Come propagandista dei sindacati bianchi sposta
la sua azione a Palazzolo dove diventa propagatore ai contadini dell’azione del
canonico Bissolati. Nel 1919 diviene membro del Comitato provinciale del Partito
Popolare per il quale si è a lungo impegnato come propagandista. Nel giugno del
1920 subisce un pestaggio da parte degli avversari politici. Nel secondo dopoguerra
è membro della Commissione interna della O.M. per la corrente sindacale cristiana e
membro della Presidenza Provinciale delle ACLI. Muore concludendo una vita
intensa, coerente negli ideali e negli impegni, il 19 giugno 1972 a Villa Carcina
--------------------Note bibl.:
BONETTI-PAGANI
Il movimento operaio in Valtrompia
BATTISTA BOSIO
(Inzino, 1890- ? 1917)
caduto per la patria
Figlio di Ernesto e nativo di Inzino, viene arruolato nel 38° Reggimento fanteria.
Muore in seguito alle ferite riportate in un feroce combattimento il 26 agosto 1918
----------------Note bibl.:
BOLOGNINI P.
Caduti e decorati trumplini
PIETRO CASARI
(Inzino, 1890 – Bassano, 1918)
caduto per la patria
Figlio Di Giacomo, nasce in Inzino il 14 novembre 1890. Arruolato nel 92°
Reggimento fanteria. Muore il 31 ottobre 1918 per le ferite riportate in ombattimento,
in Bassano nella ambulanza chirurgica d’ Armata n. 3
-----------------Note bibl.:
BOLOGNINI P.
Caduti e decorati trumplini
SAVERIO CONSOLI
(Gardone, 1890 – Lumezzane, ? )
Nasce a Gardone nel 1890. E’ uno dei fondatori del Circolo Giovanile Socialista e ne
è il segretario sino al 1913. Nel 1912 entra a far parte del Comitato collegiale di
Zona della Valtrompia. Nel 1915 viene internato per propaganda antimilitarista.
Dopo la guerra, trasferitosi a Lovere, riprende l’attività politica ed è nominato
sindaco della locale Giunta Rossa. Torna in seguito a Gardone dove è sottoposto ad
attiva sorveglianza per tutto il ventennio. Nel 1943, per rappresaglia seguita ad
un’azione partigiana, è arrestato ed incarcerato a Canton Mombello per due mesi.
Muore a Lumezzane.
-------------------Note bibl.:
BONETTI-PAGANI Il movimento operaio in Valtrompia
CESARE MORETTI
(Gardone,1890-1919)
caduto per la patria
Figlio di Luigi, nasce a Gardone il 26 novembre 1890. Laureato in legge, tenente di
complemento nel 77° Reggimento fanteria, muore a Gardone il I° gennaio 1919 per
una grave malattia contratta al fronte. Un busto marmoreo lo ricorda nella cappella
cimiteriale di famiglia.
------------------Note bibl.:
BOLOGNINI P.
Caduti e decorati trumplini
LORENZO GIOVANNI BELLERI
(Gardone,1891-Sarezzo,1956)
detto Lorens dèla bionda
Figlio di Giuseppe e Lucia Bonsi, aderisce giovanissimo al Partito Socialista Italiano.
E’ tra i promotori della Banda Musicale Gardonese. Si trasferisce a Ponte Zanano
dove diventa uno dei dirigenti più attivi della sezione socialista di Sarezzo. Convinto
antimilitarista, diventa l’anima delle manifestazioni contro l’intervento dell’Italia nel
conflitto, svolgendo la sua azione anche nella Fabbrica d’armi di Gardone. E’
arrestato il 19 luglio 1915 ed internato a Firenze ed in altre città italiane. Chiamato
poi alle armi nel 1916 resta al fronte per due anni. Nel 1918 viene destinato dal
Comitato di mobilitazione di Milano agli stabilimenti Redaelli di Gardone. Ritenuto
“ di grave pericolo per l’ordine pubblico” in un centro industriale dedito alla
produzione bellica è (18 novembre) allontanato e rinviato al corpo. Smobilitato nel
1919 diventa, nel dopoguerra, segretario della sezione socialista di Sarezzo e
responsabile della Lega tessile. Sfugge nel 1923 alla spedizione punitiva fascista che
si conclude con la devastazione dei circoli cooperativi di Gardone, Inzino e Zanano.
Il 23 giugno 1926 è denunciato per “ associazione a delinquere”, ma viene assolto per
insufficienza di prove. Attivamente impegnato nella Resistenza è costretto ad
allontanarsi da Ponte Zanano, suo figlio viene arrestato dai tedeschi, internato in
Germania e mandato a morire a Mauthausen. Il 25 aprile 1945, quale membro del
CLN (designato dal PSIUP) viene nominato sindaco in base ad un accordo tra
socialisti e democristiani ma rinuncia per solidarietà con il candidato comunista.
Assessore anziano e vicesindaco, dopo la liberazione è consigliere dal 1951 sino alla
morte
----------------------Note Bibl.:
BONETTI-PAGANI
Il movimento operaio …… op. cit.
FERDINANDO DAMIANI
(Gardone, 1891-1941)
Militante socialista gardonese venne arrestato nel 1915 col secondo gruppo di
internati e fu inviato a Milano. Trovò lavoro presso la locale Società Ossigeno.
Ritornato a Gardone dopo la guerra venne assunto alla Beretta come lucidatore di
calci di fucile
--------------------Note bibl.:
Bevilacqua F.
Gli internati politici
ISIDORO DONINI
(Gardone,1891- Napoli, 1959)
Studiò pianoforte e composizione al Conservatorio di S. Pietro a Maiella. Dal 1925 al
1956 diresse senza interruzione l’Istituto Musicale di Terni. Diede inoltre molti
concerti in Francia, Svizzera, Germania. Fecondo compositore lasciò pregevoli lavori
per vari strumenti.
------------------Note bibl.:
Enciclopedia bresciana v. 3 sub voce
AMEDEO BONARDI
(Montisola,1892 – Libia, 1918)
caduto per la patria
Nato a Montisola il 15 gennaio 1892 e trasferitosi in giovanissima età a Gardone,
venne arruolato nel Regio Corpo Truppe Coloniali e morì in Libia il 25 marzo 1918
per le ferite riportate in combattimento.
----------------------Note bibl.:
BOLOGNINI P.
Caduti e decorati trumplini
GIOVANNI BATTISTA COGOLI
(Inzino, 1892- Isonzo, 1915)
caduto per la patria
Figlio di Domenico, nasce ad Inzino il 18 agosto 1892. Arruolato nel 92° Reggimento
fanteria ed inviato al fronte risulta tra i dispersi dei combattimenti del 29 ottobre
1915 sul Medio Isonzo
---------------------Note bibl.:
BOLOGNINI P.
Caduti e decorati trumplini
GIUSEPPE MASETTI
(Brescia, 1892-Gardone, 1954)
Nasce a Brescia il 20 marzo 1892 e si trasferisce con la famiglia l’anno seguente a
Gardone. Operaio armaiolo, si avvicina al socialismo intorno al 1911 iscrivendosi al
Circolo Giovanile di cui diviene ben presto uno dei dirigenti più autorevoli,
responsabile fra l’altro della distribuzione del periodico “ L’Avanguardia” e della
edizione settimanale dell’ “ Avanti !”. Partecipa in rappresentanza del Circolo, a
numerosi convegni di zona del Partito e della FGSI e si fa portatore delle istanze
intransigenti e antimilitariste della nuova generazione socialista formatasi nel triennio
1911-1913. Candidato alle elezioni amministrative del 1914, è eletto consigliere
comunale ma continua a dirigere il Circolo Giovanile svolgendo un’intensa attività di
propaganda e di opposizione alla guerra. Nel dopoguerra prosegue la sua militanza
nella sezione socialista; nuovamente candidato nelle elezioni amministrative del
1920, è rieletto e nominato assessore effettivo nella nuova Giunta rossa per la quale
si impegna sui problemi del lavoro. Dal 1919 allo scioglimento, è Vicepresidente
della Cooperativa di Solidarietà che nel dopoguerra sosterrà con notevole impegno
finanziario le lunghe lotte operaie. Nel 1922 aderisce alla frazione terziana e ne
diviene uno degli esponenti più accreditati in Valle. Con l’avvento del fascismo
riceve pressanti inviti per lo scioglimento della Cooperativa. Nel 1924 aderisce al PCI
ed opera nella struttura clandestina del partito. Alla caduta del fascismo è incluso
nel Comitato di zona per cui si occupa dei collegamenti tra partito e brigate
partigiane. Nel marzo del 1945, con Ippolito Campani e Pietro Sartori, entra come
rappresentante del PCI nel CLN di Gardone ed è tra i principali organizzatori della
insurrezione del 26 aprile. Dopo la liberazione è segretario della sezione gardonese
del PCI e dal 1946 al 1951 è consigliere comunale. Muore il 2 marzo 1954
-------------------Note bibl.:
BONETTI-PAGANI Il movimento operaio in Valtrompia,
don ANGELO RACCAGNI
(Gardone,1892 – Castelcovati, 1975)
Nasce a Gardone nel 1892, è arruolato negli anni della prima guerra mondiale al
termine della quale viene consacrato sacerdote nel 1920 con Gian Battista Montini, il
futuro Paolo VI. Come prima esperienza è parroco a Pezzate e ad Inzino dove
svolgerà i primi otto anni del suo ministero. E’ quindi nominato rettore di S.
Bartolomeo in città fino al 1945. Con la seconda guerra e la rapida evoluzione
sociale il villaggio di periferia stava cambiando faccia e problemi e nuova situazione
ha spinto don Raccagni a scegliere una destinazione diversa : Castelcovati, a quel
tempo paese eminentemente rurale e con problematiche diverse dal centro cittadino
che lasciava. Nella nuova destinazione lavorò in profondità per ventitré anni sapendo
guadagnare il rispetto e l’affetto della comunità che gli era affidata.
Rimase
quiescente in loco nel 1968, alla rinuncia alla parrocchia continuando per sette anni a
coltivare ciò che aveva seminato con il suo impegno nel riserbo, nella preghiera e
nella sofferenza. Muore nel 1975 e le sue spoglie riposano nel cimitero del paese.
--------------------Note bibl.:
BOLOGNINI P.
Valtrompia nella memoria
FAUSTINO LANCELLOTTI
(Inzino,1893 – 1968)
Nasce ad Inzino nel 1893 e partecipa attivamente alla vita sociale e politica
dell’allora comune inzinese fino ad esserne eletto sindaco dal 1923 al 1924. Di
professione incisore, si specializzò nella produzione di punzoni e di rulli per
iscrizioni e marchi che una particolare procedura di tempra rendeva duraturi nel
tempo e quasi indistruttibili.
--------------------Note bibl.: ABBIATICO Fra la mia gente
Antologia gardonese
VITTORIO LOMBARDI
(Inzino, 1893 – Montecchio, 1957)
Vittorio Lombardi fu la tipica figura di trumplino che seppe affermarsi anche in
campo nazionale distinguendosi quale esempio di industriosità, generosità ed
indomita volontà. Nacque ad Inzino il 14 luglio 1893 da una famiglia, originaria di
Bagolino, di modesta condizione. Molti dovettero essere, infatti, i sacrifici affrontati
dal padre, maestro elementare, per sopperire alle necessità dei quattordici figli che
animavano la vita della sua casa. Ancora in giovane età, Vittorio, viene mandato
all’Istituto Artigianelli di Brescia per apprendere l’arte tipografica. La sua vera
aspirazione è però lo studio e presto, con enormi sacrifici, pur continuando a lavorare
conseguirà la maturità classica frequentando le lezioni nel Collegio Arici allora retto
dai Gesuiti. Si arruolerà come ufficiale in occasione della prima guerra mondiale
dando prova, anche in questa occasione, delle sue grandi qualità. L’immediato
dopoguerra lo vedrà attivamente impegnato nella costruzione della ferrovia BellunoCortina e nel conseguimento della laurea in scienze politiche presso l’Università di
Firenze. Una innata predisposizione per gli affari che si avvarrà di un’ottima
predisposizione d’apprendimento per le lingue straniere, agevolerà il suo ingresso
prima nel mondo commerciale e quindi in quello industriale delle ceramiche e dei gas
liquidi consentendogli di accumulare notevoli fortune che verranno impiegate in
iniziative filantropiche. Appassionato alpinista ricoprì importanti incarichi nel Club
Alpino Italiano. Profuse rilevanti cifre per la sistemazione dei rifugi del Gruppo
Ortles Cevedale; fece costruire a sue spese trenta chilometri di linea telefonica
consentendo l’allacciamento dei rifugi del Gruppo con Santa Caterina Valfurva. Il
suo più coraggioso impegno in campo alpinistico fu però, senza dubbio, l’avvallo
economico che consentì la spedizione italiana sul K2, la seconda cima del mondo
conquistata da Compagnoni e Lacedelli nel 1954.
All’amore per la montagna Lombardi unì quello per l’arte. Aiutò il restauro di opere
ed edifici raggiungendo il capolavoro del suo mecenatismo nell’acquisto e nella
completa ristrutturazione della Villa Cordellina di Montecchio Maggiore in provincia
di Vicenza. La villa, costruita su progetto di Giorgio Massari intorno al 1753 era
interamente affrescata dal Tiepolo e dai suoi allievi. Quando, per la prima volta, nel
1953 Lombardi la vide ormai ridotta ad uno stato compassionevole se ne innamorò,
l’acquistò, ne sgomberò tre stanze in cui abitare ed affidati i lavori di restauro
all’ingegner Federico Rota li seguì fino al 14 luglio 1957, giorno della sua morte,
triste conseguenza di un male incurabile. La villa, nella cui cappella riposano le
spoglie dell’insigne mecenate, è diventata, per volontà dell’estinto, un centro
internazionale di studi di architettura e resta a perenne testimonianza di un grande
valtrumplino che per lunghi anni non mancò anche di essere sollievo ai poveri ed ai
bisognosi aiutando case di redenzione ed asili infantili e non facendo mancare anche
nel paese delle sue origini testimonianza della sua generosità
-----------------Note bibl.:
BOLOGNINI P.
Valtrompia nella memoria
SANTO ANGELO MENSI
(Magno, 1893 – Macedonia, 1918)
caduto per la patria
Figlio di Giovanni nasce il 30 ottobre 1893 a Magno Sopra Inzino. Arruolato nel 64°
Reggimento di fanteria, muore in Macedonia per le gravi ferite riportate in
combattimento.
------------------Note bibl.:
BOLOGNINI P.
Caduti e decorati gardonesi
GIUSEPPE MUTTI
(Gardone, 1893 – Vignola, 1918)
caduto per la patria
Figlio di Girolamo, nasce a Gardone il 13 novembre 1893. Arruolato nel 6°
Reggimento alpini, muore il 29 novembre 1918 a Vignola dove era stato ricoverato
per curare una malattia contratta al fronte.
-----------------Note bibl.:
BOLOGNINI P.
Caduti e decarati gardonesi
don GIUSEPPE RIZZINI
(Gardone, 1893 – Castegnato, 1973)
Nasce a Gardone nel 1893 e viene ordinato sacerdote nel 1921 dopo aver vissuto
cinque anni tra caserma e fronte. Lavorò con grande impegno ed intelligenza
ovunque si svolgesse il suo ministero che non fu scevro di difficoltà e contestazioni.
Fu curato a Bedizzole, parroco a Nozza dal 1926 al 1941 rinunciando infine nel
1968 alla parrocchia di Castegnato per ritirarsi a Vesto di Marone dove lo raggiunse
sorella morte. In segno di profondo affetto i suoi parrocchiani di Castegnato lo
vollero sepolto nel cimitero del paese.
-------------------Note bibl.:
RICORDATEVI
sacerdoti defunti 1930/1983
LUIGI ZAMBONARDI
(Gardone, 1893 - 1922)
“Bogheto”
Durante lo sciopero legalitario, ultimo tentativo di contenere l’attacco fascista allo
Stato liberale, che durò dall’1 al 3 agosto 1922 mentre era impegnato in una delle
squadre rosse di sorveglianza, venne ucciso nelle vicinanze dell’Albergo Beretta da
Angelo Poli, intenzionato a recarsi al lavoro con il fratello Carlo.
-----------------Note bibl.:
BONETTI-PAGANI Il movimento operaio in Valtrompia
PIETRO BONSI
(Marcheno, 1894- Carso, 1916)
caduto per la patria
Soldato gardonese, nato a Marcheno il 15 luglio 1894, partecipò alla Grande guerra e
venne dichiarato disperso nei combattimenti del Carso il 22 novembre 1916.
--------------------Note bibl.:
BOLOGNINI P.
Caduti e decorati gardonesi
PIETRO COCCOLI
(Gardone Riv., 1894 – Carso,1915)
caduto per la patria
Soldato gardonese ( e nativo di Gardone Riviera) era nato il 24 luglio 1894. Arruolato
nel 14° Reggimento Fanteria fu inviato nel corso della Prima guerra mondiale a
combattere sul Carso dove fu dichiarato disperso in combattimento il 21 ottobre
1915.
------------------Note bibl.:
BOLOGNINI P.
Caduti e decorati gardonesi
NATALE GHIDINI
(Gardone, 1894 – Asiago,1917)
caduto per la patria
Di Apollonio, nacque a Gardone il 26 dicembre 1894. Arruolatosi nelle truppe di
fanteria divenne Sergente del 9° Reparto d’assalto. Morì il 18 novembre del 1917
sullo Altipiano di Asiago per le ferite riportate in combattimento.
-------------------Note bibl.:
BOLOGNINI P.
Caduti e decorati gardonesi
CARLO MANESSI
(Gardone,1894 – Piave, 1917)
caduto per la patria
Nato a Gardone il 5 febbraio 1894 venne arruolato nelle truppe di fanteria come
semplice soldato nel 211° reggimento. Figura tra i dispersi caduti durante il
ripiegamento al Piave.
-------------------Note bibl.:
BOLOGNINI P.
Caduti e decorati gardonesi
GIOVANNI BATTISTA MOZZONI
(Gardone, 1894 – Brescia, 19
detto TITA
Fratello minore di Giuseppe, nacque a Gardone il 27 marzo 1894. Menomato per un
infortunio, sull’esempio e con la guida del fratello, si dedicò all’arte. Le protratte
cure lo condussero a Brescia dove potè frequentare la Scuola Moretto negli anni che
precedettero la Grande guerra. Allievo di Gaetano Cresseri, dopo aver appreso le
tecniche dell’affresco è incitato da Arnaldo Zuccai ad intraprendere la strada
dell’insegnamento. Nel suo studio cittadino di Via Elia Capriolo esplica tendenze
diverse: miniatura, acquarello, olio, restauro, sbalzi, bozzetti di vetrate, modelli in
gesso e via dicendo. Negli anni Venti inizia la sua partecipazione alle mostre. Gli è
negato il Legato Brozzoni, ma riceve lodi e complimenti da molti maestri bresciani.
Le sue opere ottengono un notevole successo in un’esposizione napoletana. Il suo
continuo pellegrinaggio si intensifica per attuare interventi tesi a risanare antichi
dipinti, per realizzare nuovi affreschi in luoghi di culto ed in pubblici edifici nel
territorio della provincia ed in numerose regioni italiane. Nel 1957 ottiene una
grande affermazione all’Angelicum di Milano in seguito alla quale la Galleria
brasiliana d’arte moderna di San Paolo acquisterà un’ opera raffigurante S.
Francesco. Giungono gli anni dell’incontro con altri artisti ai quali Mozzoni si
legherà di profonda amicizia : Arturo Tosi, Lilloni, Longaretti Carrà ed altri.
L’opera a cavalletto del nostro artista è testimoniata da innumerevoli dipinti ad olio
molti dei quali figurano in collezioni private bresciane e molti in collezioni sparse sul
territorio nazionale ed estero.
Tita Mozzoni, che muore a Brescia nel
fu per tutta la sua esistenza una
mente fervida, un uomo entusiasta proteso al domani ma profondamente legato ai
suoi giorni ed ai problemi dei suoi tempi che visse con accalorata partecipazione
EVARISTO ZANETTI
(Inzino, 1894 – Pordenone, 1916)
caduto per la patria
Figlio di Luigi, nasce ad Inzino il 22 ottobre 1894. Arruolato nell’arma aeronautica
8.a squadriglia aeroplani, muore il 13 settembre 1916, mentre è impegnato in
operazioni militari nei cieli di Pordenone, per un incidente aviatorio.
------------------Note bibl.:
BOLOGNINI P.
Caduti e decorati gardonesi
FRANCESCO ZUBANI
(Inzino, 1894 – Monte Nero,1916)
caduto per la patria
Figlio di Giovanni Maria nasce ad Inzino il 27 dicembre 1894. Arruolato nel 5°
Reggimento Alpini muore il 12 novembre 1916 in un ricovero di fortuna sul Monte
Nero per le gravi ferite riportate in combattimento.
----------------Note bibl.:
BOLOGNINI P.
Caduti e decorati gardonesi
DEMETRIO CONTRINI
(Gardone, 1895 – Brescia, 1971)
Nasce a Gardone il 30 maggio 1895 da Luigi e Maria Franzini. Operaio attrezzista
inizia la sua attività politica intorno al 1913 e diviene segretario del Circolo giovanile
nel 1914. Nel 1915 viene internato per attività antimilitarista e quindi inviato al fronte
per pura ritorsione contro il suo impegno politico in quanto avrebbe dovuto usufruire
di dispensa per la sua situazione familiare. Tornato a Gardone, nel 1920 è eletto
Consigliere comunale e nel 1921 entra a far parte del Comitato Federale provinciale
del PSI. Con l’avvento del fascismo è costretto ad allontanarsi da Gardone
trasferendosi a Brescia alle dipendenze della Breda armi. Muore a Brescia il 6 marzo
1971
----------------Note bibl.:
F. BEVILACQUA Gli internati politici op. cit.
BONETTI - PAGANI Il movimento operaio in Valtrompia op. cit.
SPERANDIO FIORI
(Brione, 1895- Carso, 1916)
caduto per la patria
Soldato gardonese, nato il 13 giugno 1895 a Brione, fu arruolato nel 144°
Reggimento Fanteria e morì sul Carso per le ferite riportate in combattimento il 12
ottobre 1916.
------------------Note bibl.:
BOLOGNINI, P.
Caduti e decorati gardonesi
GIOVANNI BATTISTA GARDONCINI
(Gardone, 1895 – Torino, 1944)
caduto per la libertà
decorato con Medaglia d’oro al V.M. alla memoria
Nasce a Gardone il 10 dicembre 1895 da Giuseppe e Maddalena Fappani. Si trasferirà
a Torino dove si coniugherà con Teresa Fresco. Comandante della “. Divisione
“Garibaldi” Piemonte, operante nelle Valli di Lanzo. Catturato dai nazifascisti nel
corso di un rastrellamento, veniva tradotto a Torino. Condannato alla pena capitale
fu fucilato il 13 ottobre 1944. Venne decorato con medaglia d’oro al V.M. alla
memoria con la seguente motivazione, testimonianza della sua vita e della sua opera:
“Vecchio combattente, animato da alto spirito patriottico, raggiungeva le montagne
della Valle di Lanzo sin dall’inizio della lotta clandestina e vi riuniva i primi
partigiani. Con la sua instancabile attività, costituiva un numero sempre maggiore
di formazioni sicure, aggressive e successivamente le inquadrava in un’agguerrita
divisione che portava al successo in molteplici, aspri combattimenti. Comandante
capace, benevolo, energico, risoluto era di fulgido esempio e di costante stimolo per
tutti i suoi uomini, per il suo leggendario valore personale e per la sua costante
presenza ove maggiore era il pericolo o la necessità di un conforto. Catturato in un
rastrellamento e condannato alla pena capitale, moriva volgendo il petto al nemico e
gridando “ Viva l’Italia libera !” Sublime esempio di dedizione alla causa della
libertà, spinta sino all’estremo sacrificio”
Val di Lanzo, 7 ottobre 1943 – Torino, 12 ottobre 1944
------------------Note bibl.:
STRONA D.
Il comandante Battista
don PROSPERO PEDERSOLI
(Gardone, 1895 – Tesolo, 1976)
Nasce a Gardone nel 1895 e viene ordinato sacerdote nel 1922. A svolgere la sua
prima esperienza viene inviato, come curato, a Graticelle di Bovegno per due anni
per essere poi nominato nel 1924 parroco di Limone sul Garda dove svolgerà il suo
ministero fino al 1971. Alla rinuncia della parrocchia si trasferirà quiescente a
Tesolo poco distante da Limone dove concluderà il suo cammino terreno. Vivrà a
Limone le tristi esperienze della guerra lavorando con una grande saggezza pastorale.
Cercò in ogni modo di far uscire Limone dal suo isolamento favorendo e sollecitando
la costruzione della Gardesana Occidentale; non potè certo mai dimenticare di essere
giunto, il giorno del suo ingresso, a Limone in barca via lago. Il suo grande impegno
sociale e pastorale sono ricordati ancor oggi con venerazione da quella che fu per
mezzo secolo la sua comunità .
-------------------Note bibl.:
RICORDATEVI ….
GIOVANNI BATTISTA BELLERI
(Gardone, 1896- ? 1918)
caduto per la patria
Figlio di Michelangelo, nasce a Gardone il 4 maggio 1896. Arruolato come soldato
nel 97° Reggimento Fanteria, dopo essere stato catturato in combattimento morirà in
un campo di prigionia per una grave malattia.
-----------------Note bibl.:
BOLOGNINI P.
Caduti e decorati gardonese
ANDREA ANNIBALE MAZZELLI
(Inzino, 1896- ? 1917)
caduto per la patria
Di Giovanni Battista nasce ad Inzino il 29 novembre 1896. Viene arruolato nel 207°
Reggimento fanteria e muore il 26 agosto 1917 nell’ospedaletto da campo n. 91 per
le gravi ferite riportate in combattimento.
------------------Note bibl.:
BOLOGNINI P.
Caduti e decorati gardonese
ANGELO POLI
(Sarezzo, 1896 - ? 1917)
caduto per la patria
Nato a Sarezzo il 21 maggio 1896 e residente fin dai suoi primi anni a Gardone, fu
arruolato alla scoppio della Prima guerra mondiale, nel 2. Reggimento Granatieri.
Morì il 27 maggio 1917 mentre era ricoverato nella 33. sezione di Sanità per ferite
riportate in combattimento.
-----------------Note bibl.:
BOLOGNINI P.
Caduti e decorati gardonesi
PIETRO SALVINELLI
(Magno, 1896- Soncino, 1945)
caduto per la libertà
Nasce a Magno di Gardone l’11 dicembre 1896 da Francesco e Santa Bertuzzi.
Provvisto di licenza elementare si trasferisce a Soncino dove si sposa e prende la
residenza. Muore il 28 aprile del 1945 durante i combattimenti della insurrezione che
ha donato all’Italia la libertà.
-------------------Note bibl. :
LA RESISTENZA a Gardone e in Valletrompia, Gardone, 1995
DOMENICO VERA
(Gargano, 1896 – Gardone, 1989)
Nativo del Gargano, venne inviato a Gardone quale insegnante di materie tecniche
pratiche nella scuola Zanardelli. Nel 1933 si coniugò con Lelia Bernardelli.
Insegnante severissimo fu maestro a decine di allievi che poi avrebbero sostenuto con
la loro perizia tecnica, duramente guadagnata sui banchi della scuola, l’espansione
delle officine gardonesi. Colpito in tarda età da una grave malattia agli occhi divenne
cieco e dovette lasciare la vita sociale che tanto lo appassionava. Nel 1981 pubblicò
un volumetto di poesie dal titolo :
-------------------Note bibl.:
INCONTRO,
GIUSEPPE AGOGERI
(Gardone, 1897- ? )
caduto per la patria
Figlio di Lorenzo, nasce a Gardone il 28 gennaio 1897. Arruolato nel 56.
Reggimento fanteria, catturato al fronte viene confinato come prigioniero di guerra e
di lui non si avranno più tracce.
-----------------Note bibl.:
BOLOGNINI P.
Caduti e decorati gardonesi
VINCENZO BERNARDELLI
(Gardone, 1897 – Brescia, 1965 )
Nasce a Gardone il 3 aprile 1987, discendente dall’antica stirpe armiera. Ragioniere,
sarà professionalmente impegnato nella ditta gardonese per tutta la sua esistenza. Fin
dagli anni giovanili è organizzatore infaticabile dell’Azione Cattolica a Gardone ed in
tutta la Valle. Appoggia e sviluppa l’intensa opera pastorale e di apostolato di mons.
Bosio, don Cattina, don Giuberti e mons. Felice Beretta promovendo e sostenendo i
corsi per propagandisti, la formazione dei catechisti e l’organizzazione del
catechismo locale in forma di vera scuola. E’ promotore e sostenitore dell’Oratorio,
degli Esploratori Cattolici, del Teatro, delle attività sportive, delle iniziative della San
Vincenzo e di molte altre proposte ed attività. Dal 1919 è tra gli organizzatori del
Partito Popolare Italiano della cui sezione gardonese è responsabile. Nel 1920 è
nominato segretario e nel 1924 presidente di plaga della Gioventù Cattolica della
Valtrompia. L’avvento del regime fascista non ne rallenta le attività nell’ambiente
cattolico. Nel 1923 riesce ad impedire lo scioglimento della Cooperativa Cattolica
San Filippo ad opera delle organizzazioni fasciste. Nel 1926, quando le squadre
fasciste assaltano le sedi delle associazioni cattoliche, Bernardelli è l’artefice della
loro ricostituzione e per questo suo impegno è minacciato di invio al confine. Nel
1930 è nominato con Breve papale Cavaliere di San Silvestro. La sua attività
prosegue senza soste in speciale collaborazione con Davide Cancarini, altra grande
figura del movimento cattolico trumplini, anche quando l’impegno di lavoro si fa
gravoso per le avverse condizioni congiunturali. Gli anni 1943/45 lo vedono
impegnato anche nella lotta di liberazione come tessitore di collegamenti tra i diversi
gradi dell’organizzazione. I suoi frequenti viaggi di lavoro a Roma sono occasioni
d’incontro con mons. Giovanni Battista Montini, Segretario dello Stato Vaticano, per
approfondite analisi dei problemi locali.
Dopo la liberazione del 1945 viene nominato delegato dei gruppi “ Uomini Cattolici”
della Valle Trompia. Diventa presidente del Consiglio di amministrazione della
Scuola tecnica Zanardelli (1945-46) ed è pure presidente del Consiglio del Banco
Nazionale di Prova (1945-48). Dedica ogni suo impegno al potenziamento delle
attività della Società San Filippo Neri, assumendone anche la presidenza. Va
ricordata in questo periodo la realizzazione del nuovo Cinema-Teatro San Filippo
Neri, la ristrutturazione totale ed il raddoppio delle “Case popolari Don Antonio
Tomaselli” nonché la realizzazione del “Nuovo Ritrovo S. Filippo”. In questo
fabbricato dopo la sua morte verrà ricavato un grande “Auditorium” a lui titolato.
Grande anche il suo impegno per la realizzazione della “Casa per esercizi spirituali”
di Montecastello di Tignale per la quale opera con mons. Almici, Canarini, Sbranati
e Dordoni colleghi d’Azione Cattolica. Viene insignito nel 1950 dal Presidente della
Repubblica del titolo di “Commendatore”.
----------------------Note bibl.:
Bonetti-Pagani
Il movimento operaio in Valtrompia Brescia, Squassina, 1987
don AGOSTINO BOTTI
(Inzino, 1897 - Coccaglio, 1994)
Nasce ad Inzino e all’età di tre anni si trasferisce con la famiglia a Coccaglio dove il
papà era stato nominato capo stradino della Provincia. Entra in seminario a 11 anni.
A 19 anni mentre sta frequentando il liceo, allo scoppio della Prima Guerra
mondiale, è chiamato soldato prima nel Corpo di Sanità a Milano e quindi nel 7°
Reggimento Fanteria che combatterà valorosamente al fronte, dove il futuro don
Agostino avrà un congelamento ai piedi. Sarà poi la volta del Grappa e della
Dalmazia con l’incarico di insegnare nelle scuole del paese occupato. Congedato nel
1920 con encomio solenne, riprenderà gli studi , compagno di Gian Battista Montini,
per ricevere gli ordini nel maggio del 1923. Curato a Castenedolo lavorerà con
grande entusiasmo tra i giovani dell’oratorio per tre anni. Nel 1926 è nominato
vicario cooperatore a Coccaglio, suo paese d’adozione, dove rimarrà per tutta la vita
come “curato permanente” collaborando con dedizione e sagacia come collaboratore
di quattro arcipreti. Caratteristica del suo essere pastore, maestro e guida, fu l’innato
spirito di carità, disposta ad un sentire umile e povero che gli facilita il compito di “
servire e non farsi servire”. Dal ricordo delle sue parole : … Sono sempre stato
all’ultimo posto e mi son sempre trovato bene…. I primi anni ho tenuto l’oratorio
maschile. Poi lasciato l’oratorio, il lavoro non è mai mancato…. Ho sempre cercato
di vivere semplicemente… Ho sempre cercato di amare il mio prossimo e di dare a
chiunque ha bussato alla mia porta… una parola buona, un piatto di minestra calda
….” E’ stato veramente sacerdote di grande zelo, uomo di preghiera, di fede
incrollabile, di una grande assiduità al confessionale.
Fino ai suoi ultimi giorni fu fedele scrupolosamente ai suoi doveri. Nel 1993 celebrò
i 70 anni di sacerdozio, ormai prete più anziano della diocesi. Si spense serenamente
all’età di 97 anni, nel gennaio del 1994. Le sue esequie sono state celebrate
solennemente a Coccaglio dove la salma riposa.
GUIDO ERCOLE
(Gardone, 1897- Roma)
Nasce a Gardone nel 1897. Operaio, si iscrive al PSI nel dopoguerra e in breve
tempo si segnala come uno dei giovani più capaci ed autorevoli. Animatore
dell’occupazione della fabbrica Redaelli nel settembre 1920, candidato nelle elezioni
amministrative dello stesso anno, è nominato assessore effettivo nella riconfermata
Giunta rossa. Massimalista convinto, pur non aderendo alla frazione terziana, è
favorevole nel 1924 alla fusione fra socialisti e comunisti. Sottoposto a controlli e
perquisizione da parte dei fascisti lascia Gardone nel 1926 per trasferirsi a Roma
alla Breda Armi. Nel corso del ventennio è oggetto di assidua vigilanza e viene più
volte arrestato. Muore in seguito ad un incidente stradale.
--------------------Note bibl.:
BONETTI-PAGANI
Il movimento operaio in Valtrompia
BATTISTA MILESI
(Gardone, 1897 – Mestre, 1919)
caduto per la patria
Figlio di Giuseppe, nasce a Gardone il 26 gennaio del 1987, arruolato nel 13°
Battaglione Presidiario muore a Mestre per malattia il 23 gennaio 1919.
----------------Note bibl.:
BOLOGNINI P.
Caduti e decorati gardonesi
ANGELO PINTOSSI
(Sarezzo, 1897 - ?, 1918)
caduto per la patria
Nato a Sarezzo il 2 aprile 1897 e trasferitosi in giovane età a Gardone, allo scoppio
della Prima guerra mondiale fu arruolato nello 82° Reggimento Fanteria. Catturato
dal nemico morì di malattia durante la prigionia il 23 marzo 1918.
-----------------Note bibl.:
BOLOGNINI P.
Caduti e decorati gardonesi
GIOVANNI ANGELO POLI
(Gardone, 1897 – Padova, 1919)
caduto per la patria
Figlio di Bortolo, nasce a Gardone il 4 agosto 1897. Arruolato nel 58° Reggimento
Fanteria è vittima a Padova, dove muore il 15 aprile 1919, dei postumi di una grave
malattia contratta durante i combattimenti.
----------------------Note bibl.:
BOLOGNINI P.
Caduti e decorati gardonesi
GIOVANNI SABATTI
(Magno, 1897-1980)
Detto el “Fièl” rappresentò per lunghi anni la frazione di Magno nel Consiglio
comunale di Gardone. L’appellativo “Sindech dè Magn” gli derivò dall’aver risolto
alcuni problemi che affliggevano il suo paese natale in anni particolarmente difficili.
----------------------Note bibl.:
Fappani: Enciclopedia bresciana v. XV sub voce
GIORGIO TANFOGLIO
(Magno, 1897 – Albania, 1919)
caduto per la patria
Figlio di Giulio Giorgio nasce a Magno sopra Inzino il 30 aprile 1897, Viene
arruolato nel 4° Reggimento alpini ed inviato a combattere in Albania. Qui morirà
vittima di una grave malattia l’11 ottobre 1919.
-----------------Note bibl.:
BOLOGNINI P.
Caduti e decorati gardonesi
GIOVANNI BATTISTA ZAMBELLI
(Inzino,1897 – Piave,1917)
caduto per la patria
Figlio di Vittorio nasce ad Inzino il 7 agosto 1897. Arruolato nel 21° Reggimento
Bersaglieri risulta fra i dispersi durante i furiosi combattimenti nel ripiegamento del
Piave.
-------------------Note bibl.:
BOLOGNINI P.
Caduti e decorati gardonesi
PIETRO BELLERI
(Gardone, 1898 - ? , 1918)
caduto per la patria
Figlio di Giuseppe, viene arruolato come soldato semplice nel 215° Reggimento
fanteria, dopo la cattura ed il confino in un campo di prigionia vi muore per malattia.
---------------Note bibl.:
BOLOGNINI P.
Caduti e decorati gardonesi
ANGELO BOSIO
(Inzino, 1898 – Francia, 1927)
Nel 1923, mentre leggeva il quotidiano socialista “ L’Avanti” sul balcone della
propria casa in Inzino, fu minacciato da una squadra di fascisti che tornavano da una
manifestazione. Poiché continuava imperterrito nelle proprie letture, i fascisti gli
abbatterono la porta di casa per catturarlo. Per difendersi il Bosio sparò un colpo di
fucile da caccia ferendo mortalmente il primo milite fascista che tentava di salire la
scala interna della sua abitazione. Marco Scaramuzza ( questo era il nome del milite)
morì poco dopo all’Ospedale di Brescia. Durante la notte aiutato da alcuni amici e
dalla sorella Angela, il Bosio, vestito da donna, fuggì attraverso la Valle di Inzino ed
il Monte Guglielmo raggiungendo Iseo e quindi Milano. Qui si costituì e processato,
fu assolto per aver agito in stato di legittima difesa. Per evitare le ovvie conseguenze
emigrò quindi in Francia dove morì vittima della tubercolosi che da anni minava il
suo fisico. Alla liberazione gli fu titolata la piazza di Inzino precedentemente
dedicata allo Scaramazza.
---------------------Note bibl.:
BOLOGNINI P.
Valtrompia nella memoria
MATTEO CABONA
(Gardone, 1898 – Brindisi, 1918)
caduto per la patria
Di Andrea, nasce a Gardone il 10 giugno 1898. Arruolato in fanteria, fu soldato nella
1686.a Compagnia mitraglieri Fiat. Impegnato in combattimento e colpito da una
grave malattia, morì a Brindisi il 29 ottobre 1918.
-----------------------Note bibl.:
BOLOGNINI P.
Caduti e decorati gardonesi
GIOVANNI MENSI
(Magno, 1898 - ? 1918)
caduto per la patria
Figlio di Pietro, nasce a Magno sopra Inzino il primo settembre 1989. Arruolato
nelle truppe alpine combatte sotto lo stendardo del I° Reggimento. Catturato dal
nemico muore durante la prigionia per malattia.
-------------------Note bibl.:
BOLOGNINI P.
Caduti e decorati gardonesi
ANGELO BAGLIONI
(Gardone, 1899 – 1987)
Incisore di fama e di notevoli capacità ha collaborato per un cinquantennio con la
Beretta armi dove, per molto tempo, è stato caporeparto degli incisori. In
collaborazione con Colombelle, Baglioni ha codificato i vari modelli incisori in
ornato che per lungo tempo sono stati esempio di originalità e di nitidezza di
esecuzione. Nel 1984 è stato insignito del riconoscimento di “ Maestro del Lavoro”.
Le sue grandi qualità artistiche, soprattutto al di fuori dell’incisione armiera, sono
state ricordate ( unitamente a quelle di Giuseppe Bregoli) con una pregevole mostra
organizzata dalla Galleria d’arte “ Il Quadrifoglio” nel dicembre 1989.
---------------Note bibl.:
BOLOGNINI P.
Valtrompia nella memoria
BREGOLI GIUSEPPE
(Brescia, 1900 - Gardone,1980)
Nato a Brescia, si trasferisce in giovane età a Gardone dove svolgerà per un
quarantennio la sua attività di sbalzatore ed incisore di grandi capacità e di notevole
vena artistica. Legato alla Beretta armi, ditta con la quale collaborò per più di
quattro decenni, il Bregoli trovava nello sbalzo, peculiarità che esce dall’ambito
decorativo delle armi e che non ha continuatori in terra gardonese, il massimo della
sua espressività tecnica ed interpretativa. Artista forse non sufficientemente
valorizzato, fu autore di opere di soggetto sacro e, per la parrocchiale di Gardone,
della copertura in rame sbalzato del battistero.
La sua maestria è stata ricordata, unitamente a quella del collega Angelo Baglioni,
con una mostra organizzata dalla Galleria gardonese “Il Quadrifoglio” nel dicembre
1989.
------------------Note bibl.:
BOLOGNINI P.
Valtrompia nella memoria
LORENZO POLI
(Gardone, 1900 – Trieste, 1919)
caduto per la patria
Figlio di Angelo, nasce a Gardone il 2 giugno del 1900, arruolato nel I° Reggimento
del Genio, muore il 4 marzo 1919 a Trieste per malattia contratta al fronte.
---------------Note bibl.:
BOLOGNINI P.
Caduti e decorati gardonesi
ENRICO ARNABOLDI
(Gardone,1901 – Roma, 1975 ?)
Fratello di Achille e Guglielmo nasce a Gardone il 2 agosto 1901. Nel dopoguerra si
iscrive alla Federazione Giovanile Socialista di cui diviene segretario del Circolo
gardonese.
Al Congresso provinciale del 1° febbraio 1920 è eletto segretario
provinciale. Dopo la scissione comunista è uno dei pochi dirigenti provinciali a
rimanere fedele alle proprie idee e a continuare l’adesione al Partito Socialista
dedicandosi con tutte le forze alla riorganizzazione del movimento che sposta la sua
sede a Gardone. Ottiene dei buoni risultati con la ricostituzione, nel biennio 1921-22,
dei circoli di Inzino e la fondazione del nuovo circolo di Ponte Zanano. Muore a
Roma dove si è da tempo trasferito.
----------------Note bibl.:
BONETTI-PAGANI
BOLOGNINI P.
Il movimento operaio in Valtrompia
Enciclopedia gardonese
UGO FOCCOLI
(Inzino, 1903 - ? )
Figlio di Giuseppe, si diploma perito industriale a Vicenza nel 1922 e al suo ritorno a
Gardone inizia la sua collaborazione con la Beretta alla quale presto rinuncia. Dopo
brevi esperienze alla Redaelli e alla Breda di Roma torna nel 1938 alla Beretta dove
opererà come caposervizio e quindi dirigente fino al 1971. Impegnato anche nel
sociale sarà Presidente dello Asilo d’Inzino per molti anni, podestà di Gardone dal
1932 al 1944 dando prova di imparzialità ed onestà, assessore alle finanze per un
decennio, consigliere dell’Ospedale e presidente della Cooperativa “La Famiglia” che
attuerà in Inzino la prima esperienza del progetto propugnato da padre Marcolini tra il
1955 ed il 1970
--------------------Note bibl.:
ABBIATICO Fra la mia gente
ANTONIO NODARI
(Gardone, 1903 – 1945)
caduto per la libertà
Di Bortolo e Camilla Santa Poli, nasce a Gardone il 13 agosto 1903. Provvisto di
licenza elementare, operaio, coniugato con Lucia Baga dalla quale ebbe due figli,
arruolato in fanteria, l’8 settembre non era alle armi. Morì nell’Ospedale civile di
Brescia il 28 aprile 1945 in seguito alle ferite riportate in uno scontro a fuoco con le
truppe nazifasciste in località Arsenale di Gardone.
--------------Note bibl.:
La Resistenza a Gardone e in Valtrompa
STEFANO MAROCCHI
(Gardone, 1905 –)
Orfano in giovane età, entra nella bottega di Domenico Bertella (El Fianco) dove
inizia il suo lavoro di armaiolo. Passa poi alla “Fratelli Cavagna”, all’Arsenale, alla
Beretta e alla U. Gitti. Si trasferisce quindi a Foligno (1940) dove apre un’armeria
che gli darà la possibilità di conoscere i più svariati modelli di armi nazionali ed
estere. Torna nel 1950 a Gardone ed avvia con i figli una officina. Nel 1957, con una
carabina a gas CO2 da lui ideata, vince al Salone Internazionale di Bruxelles l’Oscar
delle Invenzioni.
Numerosi saranno i nuovi modelli messi in produzione dall’azienda Marocchi che
assumendo rilievo industriale, guidata dai figli Piero, Luigi e Giuseppe, si trasferirà
poi a Sarezzo.
-----------------Note bibl.:
BOLOGNINI P.
Enciclopedia gardonese
p. GIUSEPPE SABATTI
(Magno,1905-Gallarate 1984)
Originario di una famiglia di agricoltori fu impegnato nelle occupazioni di famiglia
fino a 22 anni. Studiò poi fino a conseguire la maturità scientifica. Entrato nella
Compagnia di Gesù come novizio (Lonigo, 1933), studiò teologia e filosofia ed il 13
maggio 1942 venne nominato sacerdote. Perfezionatosi nella lingua francese ne
divenne insegnante prestando il suo servizio anche nel Collegio Arici di Brescia.
----------------------Note bibl.:
FAPPANI A.
Enciclopedia bresciana v. XV sub voce
PIERGIUSEPPE BERETTA
(Gardone, 1906 - 1993)
A Pier Giuseppe Beretta (ed al fratello Carlo) va senza alcun dubbio il merito di
avere internazionalizzato l’azienda armiera di cui assunse la direzione alla morte del
padre Pietro. Alcune espressioni riportate dal Times di Londra in occasione della sua
morte possono senza incertezze costituire il materiale delle nostre note biografiche.
Presidente della Fabbrica d’armi Beretta dal 1957, sovrintese allo sviluppo di una
nuova serie di armi corte e seppe espandere oltre oceano la produzione impiantando
fabbriche in Brasile e negli Stati Uniti. Tipico astuto uomo d’affari lombardo,
Beretta aveva le radici nella vita della sua provincia. Come molti dei suoi
connazionali era un amante dell’opera lirica ed amava rilassarsi sui campi di golfl
Times faceva eco il Corriere della Sera La notizia della morte di Piergiuseppe
Beretta, presidente della più antica fabbrica d’armi del mondo, ha suscitato viva
impressione e centinaia di persone hanno reso omaggio alla salma. Ultimo
discendente della dinastia industriale che quando Colombo varcava l’Atlantico, in
Valtrompia, forgiava nelle sue fucine le prime spade, fu un vero capitano d’industria
la cui scomparsa traccia un solco tra passato e presente. Capì fin da giovane che
l’industria armiera non poteva vivere soltanto in funzione della produzione bellica,
ma doveva adattarsi a un mercato tutto da inventare, legato al tempo libero e allo
sport della caccia e del tiro. …. Cercava direttamente d’instaurare un rapporto di
reciproca fiducia con i suoi operai senza la mediazione del Direttore del Personale.
Nel libro delle vertenze sindacali bresciane il primato non spetta certo alla Beretta.
Il cavaliere riusciva sempre a trovare un punto d’incontro verso cui far convergere
le parti, sempre presente al tavolo delle trattative fu severo ed esigente con gli altri
come lo era con se stesso. ……. Dopo anni d’impegno, ricorsi e fatiche riuscì a
vincere la grande battaglia americana riuscì a sostituire nel fodero degli agenti e
dei militari americani la famosa Colt con la semiautomatica costruita a Gardone.
…… Piergiuseppe Beretta , uomo tutto d’un pezzo intransigente ma dal “cuore
grande”, così è ricordato dai suoi dipendenti, faceva la spola tra la sua residenza di
Gardone Valtrompia ed il palazzo nel cuore della città di Brescia.
Giuseppe
Beretta, terzogenito del commendator Pietro e di Zina Moretti, si era laureato in
chimica industriale e ricoprì nel corso della sua lunga esistenza oltre che la
presidenza dell’industria di famiglia, quella dell’Associazione degli industriali
bresciani, fu vicepresidente del Credito Agrario Bresciano e rappresentante nei
consigli d’amministrazione di molte altre aziende. Amante dell’arte, fu fra i primi
collezionisti delle opere di Ligabue che ospitò nella sua villa gardonese, dedicò
inoltre ogni sua passione alla musica. Fu presidente per decenni della Deputazione
del Teatro Grande di Brescia profondendo un grande impegno per la conservazione
del teatro e la realizzazione delle stagioni musicali. Si era coniugato nel 1934 a
Bologna con Maria Luisa Carnicini e rimasto vedovo, nel 1970 con Anna Catturich
già da anni impegnata nell’ufficio legale della Beretta
Come il padre Giuseppe fu insignito dell’onorificenza di Cavaliere del Lavoro
-------------------Note bibl. :
ANTOLOGIA
MORIN M.,
WILSON R.L.
Gardonese …… Gardone, 1964
Beretta ……. Op. cit.
L’impero Beretta …….. Op. cit.
GIOVANNI BATTISTA GOTTARDI
(Gardone, 1907 – 1991)
Dipendente della Beretta, appassionato sportivo e calciatore dilettante, fu tra i
fondatori dell’ “Artigiana”, nota ditta armiera che operò a Gardone in Via Castello
per numerosi anni. Musicante di ingegno studiò fino a diplomarsi in tromba nel
Conservatorio cittadino. Condusse quindi un’attività professionistica in Italia e
all’estero. Per decenni fece parte dell’orchestra del Teatro Grande di Brescia e dei
complessi di altre città italiane; fu impegnato al seguito di artisti e cantanti di grande
fama. Quando ormai la carriera volgeva al termine, fu tra i soci rifondatori del
Gruppo Bandistico Gardonese di cui divenne, fino alla morte, valente maestro. Per
anni offrì il suo impegno ed il suo entusiasmo all’associazione che riportò a discreti
livelli tecnici e partecipativi. Alla sua morte il Gruppo Bandistico è stato titolato a
suo nome
---------------------Note bibl.:
BOLOGNINI P.
Valtrompia nella memoria op. cit.
ALESSIO GIUSEPPE PERUCHETTI
(Gardone, 1907 - 1995)
Nacque a Gardone il 30 ottobre 1907 da Carlo e Angela Savoldi, terzo di sei figli. Il
nonno era Giuseppe Peruchetti, il garibaldino, che oltre che sui campi di Bezzecca si
era distinto anche nella vita politico-sociale della comunità. Restò orfano in giovane
età e dovette ben presto affrontare la lotta per la sopravvivenza. Iniziò a lavorare
negli opifici del paese, ma ormai in lui si stava scatenando la grande passione
sportiva che fece di lui la maggior gloria sportiva trumplina. Cominciò ancor ragazzo
col difendere la rete dei “nerostellati” gardonesi, quindi passò al Cogozzo e a soli 17
anni venne chiamato a Brescia a sostituire il grande Trivellino che con Peruchetti fu
l’altra unica rondinella a vestire i colori della nazionale. A Brescia si battè per sette
stagioni acquistando la fama che ancor oggi lo fa considerare un mito: eccezionale
prontezza di riflessi, acrobatici voli d’angelo uniti a certe gusconaggini tipiche del
suo carattere, lo fanno diventare pedina essenziale della squadra. Uomo d’ordine
della difesa e saracinesca paratutto, gli viene attribuito l’ormai mitico appellativo di “
pantera nera” felino che nei suoi caratteri riassume quelle che furono le caratteristiche
del grande portiere. E’ l’anno della Nazionale, il commissario Pozzo, il 17 maggio
1936, in occasione di Italia-Austria schiera Peruchetti a guardia della porta italiana.
La partita contro la forte rappresentativa straniera si concluderà sul 2 a 2. Una
quindicina di giorni dopo a Budapest la nazionale italiana sconfigge per 2 a 1 i
fortissimi ungheresi e la pantera si comporta da leone. Come riserva parteciperà poi
ai mondiali del ’36 e del ’38 entrambi vinti dall’Italia. Peruchetti è ceduto dal
Brescia all’Ambrosiana Inter e nel corso del campionato 1936-37 difenderà per venti
volte la rete interista. Nel 37-38 (30 presenze su trenta partite) contribuirà
decisamente alla vincita dello scudetto che verrà bissato dall’Inter e da Peruchetti nel
’39-’40. Ceduto dall’Inter alla Juventus disputerà in bianco-nero due campionati.
Appese le scarpe al chiodo Peruchetti tornerà in Valtrompia e non potendo
dimenticare il calcio, per anni sarà alla guida dell’ AC Beretta che saprà portare in
quarta serie. Muore a Gardone nel 1995.
----------------Note bibl.:
BEPI PERUCHETTI
in: Comunità
PIETRO SARTORI
(Gardone, 1907 – 1983)
Nasce a Gardone da Vittorio e Maria Pintossi. Dopo aver conseguito la licenza della
Scuola tecnica, si impiega nell’industria locale. Attivo nelle file del Partito
Comunista Italiano negli anni della resistenza, entra a far parte con Masetti e
Camplani, per il PCI, del CLN e verrà designato come primo sindaco gardonese del
dopo liberazione. Terrà l’incarico dall’aprile del 1945 al marzo 1946, quando, dopo
aver affrontato energicamente i problemi più urgenti, cederà il posto ad Antonio
Selva, primo sindaco democraticamente eletto dalla consultazione popolare.
---------------------Note bibl.:
1875. Relazione del sindaco Luigi Moretti
CARLO BERETTA
(Gardone, 1908 – 1984)
In occasione della morte, avvenuta nella villa di famiglia il 5 marzo 1984, la rivista
inglese Shooting Times così ricordava la figura dello scomparso Uno dei più grandi
tecnici ed esperti d’armi di questo secolo ed un personaggio rispettato e popolare nel
mercato mondiale degli armamenti .. è morto a Gardone all’età di 76 anni. Era
molto popolare sia tra i suoi dipendenti, sia tra i tifosi di calcio che hanno sempre
rimpianto le sue dimissioni da Presidente del Brescia Calcio da lui ricoperto per ben
ventiquattro anni. La sua popolarità è stata confermata dalle migliaia di persone in
lutto che hanno riempito le strade di Gardone mentre i lavoratori della Beretta
portavano la bara alla tomba di famiglia “ Veniva riconosciuto quindi il contributo
di Carlo Beretta agli sviluppi tecnici della fabbrica gardonese “ ….. Prima di
morire riuscì a sovrintendere al completamento del fucile Beretta serie 680…
descritto come il più avanzato sovrapposto in produzione nel mondo” La Notte
quotidiano nazionale così ricordava lo scomparso : “Sportivo di razza, erede della
più antica casa industriale del mondo, appassionatissimo tiratore, fu per molti anni
presidente del Calcio Brescia e Commissario unico della Nazionale italiana di
calcio. Profondamente legato alla sua terra, Carlino Beretta amava la “sua” gente,
era legato alla “sua” Gardone visceralmente: Gardone era il suo piccolo mondo e
qui viveva accanto alla fabbrica nata tanti secoli fa, definendosi innamorato della
tecnica delle armi e sempre preoccupato d’una cosa soltanto : che alla Beretta si
costruissero i modelli migliori, dalle tecniche più avanzate. Era un semplice, Carlo
Beretta, un industriale del tempo antico, riservato e schivo di pubblicità…. Un
gentiluomo del quale si è perduto lo stampo. ….. Giovanissimo era stato un grande
sportivo nel campo del tiro a volo, ripercorrendo le orme paterne, diventando un
autentico campione e conquistando trofei e medaglie d’oro che orgogliosamente
conservava e mostrava agli amici che lo visitavano…. “
Il suo amore “viscerale” per la terra e la gente gardonese che trovò espressione in
una in elencabile serie di atti di generosità verso istituzioni e singoli privati fu
ricambiato da un affetto senza limiti e condizioni che Gardone seppe riservargli.
Grandi interventi: La Casa di riposo, i restauri della Basilica del Convento,
l’organo della parrocchiale, aiuti ad associazioni lo videro sempre, personalmente
o con la famiglia, in prima linea . Modestia, amicizia e cordialità caratterizzarono i
suoi rapporti con le maestranze che vedevano in lui più un amico che il padrone. Un
particolare legame lo stringeva agli operai anziani ed ormai in pensione della sua
ditta che amava incontrare, ascoltare come dei veri amici che tanto si erano
prodigati per il benessere della fabbrica e della comunità.
-------------------Note bibl.:
Wilson
Il mondo Beretta
BERNARDELLI PIETRO
(Gardone, 1908 – 1988)
Cresciuto come incisore nell’omonima ditta armiera gardonese alla scuola del Lange,
anche se fu titolare per un breve periodo di licenza di fabbricazione in proprio di armi
da caccia, vide la sua carriera svolgersi all’insegna della ditta di famiglia. Le sue
incisioni variano dal tipo ornamentale a quelle rimesse in oro ed alla produzione di
punzoni. E’ stato maestro riconosciuto di molti incisori gardonesi. Partecipò il 26
luglio 1928 al “Concorso di decorazione metallica su fucile da caccia” indetto dalla
Scuola Zanardelli. Si classificò secondo a pari merito con Angelo Baglioni. Si dedicò
anche alla fabbricazione di acciarini per fucili con batterie Holland Holland che
commercializzò con il marchio “Diana”.
-----------------------Note bibl.:
BOLOGNINI P.
Valtrompia nella memoria
MARIA FEDERICI
(Cogozzo, 1908 – Baia di Valona, 1941)
caduta per la patria
decorata con M.D.A. al valor militare
decorata con MDO della CRI
Nata il 29 settembre a Cogozzo, dopo la morte del padre dott. Lorenzo si trasferì a
Gardone con la mamma Rosa Beretta, le sorelle minori ed il fratello prendendo
dimora nell’avita dimora della stirpe armiera. Fin dalla prima giovinezza dimostrò
una vera vocazione per le attività filantropiche. Le famiglie gardonesi più disagiate la
videro impegnata nell’assistenza ai figli ammalati, ai sofferenti con aiuti sia morali
che materiali. Per meglio corrispondere a questa sua vocazione, frequentò con
successo un corso della Croce Rossa e divenne crocerossina.
Seguì quindi sin
dall’inizio, come attiva dirigente, la sezione gardonese dell’Opera Nazionale
Maternità ed Infanzia. Quando l’Italia entrò in guerra nel 1940 si mise subito a capo
dell’aiuto ai militari e organizzò le concittadine per la confezione di indumenti di lana
da inviare a chi soffriva al fronte. Questo però non le bastava e si offrì quindi come
crocerossina volontaria. Partì da Gardone ai primi di febbraio del 1941 e venne
assegnata alla nave-ospedale PO che faceva servizio fra l’Italia e l’Albania. La notte
tra il 13 e il 14 marzo, la nave venne colpita da siluri e la crocerossina gardonese
concluse eroicamente la sua esistenza terrena nella Baia di Valona. Ricevette una
decorazione la cui motivazione recita : Infermiera volontaria della C.R.I. imbarcata
in missioni di guerra sulla nave ospedale PO, colpita durante un attacco aereo
notturno da due siluri, teneva contegno fermo e sereno, incoraggiando e sostenendo i
naufraghi con ammirevole altruismo e spirito di sacrificio. Perdeva la vita
inabissandosi con la nave, sulla quale con dedizione assoluta al dovere, compiva la
sua alta missione di bontà verso i soldati in armi, dei quali era sorella silenziosa e
serena.
Baia di Valona, 14 marzo 1941.
------------------------
Note bibl.: Pierantonio Bolognini Valtrompia nella memoria
Istituto del Nastro Azzurro Albo d’oro dei decorati di Brescia e Provincia Brescia,
1977
ANGELO GITTI
(Inzino, 1908-Brescia, 1971)
Rimasto orfano in giovane età si impegnò come operaio metalmeccanico in
un’industria locale dove divenne capo reparto. Partecipò alle attività dell’Azione
Cattolica fin dalla fanciullezza, fu aspirante del Circolo Pax di Inzino dove fondò con
Pietro Poli il Gruppo esploratori cattolici della sua parrocchia, preso poi di mira dal
fascismo locale tanto da portare all’arresto del Gitti (al ritorno da un campo al
Maniva). Liberato per intervento di uno zio, continuò nella sua attività oratoriana.
Dopo aver frequentato i corsi per propagandisti di A.C. organizzati da don Bosio a
Villa, divenne esponente di primo piano nella AC provinciale e presidente degli
uomini AC di Gardone V.T. Convinto antifascista, promosse numerose iniziative e
fu tra gli organizzatori dei “raggi” di AC nelle fabbriche. Durante la resistenza fu tra i
membri del CLN ed importante esponente delle Fiamme Verdi. Dopo la liberazione
partecipò attivamente alla diffusione della DC in Valle e divenne membro del
comitato provinciale del partito. Fu eletto consigliere comunale a Gardone, dirigente
provinciale delle ACLI dalla fondazione e dal 1947 consigliere nazionale per più
tornate. Si dedicò quindi all’organizzazione sindacale, succedendo all’avv. Bonardi
alla segreteria della CDL per la corrente cristiana, fu segretario provinciale della Cisl
fino al 1962 e del sindacato fu consigliere nazionale dal 1951 sino alla morte e dal
1962 fu presidente nazionale dello IAL. Eletto deputato al parlamento nelle elezioni
del 1953 per la circoscrizione di Brescia e Bergamo è stato rieletto in tutte le
successive legislature; membro di varie commissioni parlamentari è stato presidente
della Commissione per le tariffe doganali e segretario della Commissione lavoro
----------------------Note bibl.: G. AJMONE Angelo Gitti, uomo di fede
FAPPANI.CONTI Protagonisti
Voce del Popolo 3-4-1971
PAOLO POLI
(Gardone, 1908 – Londeran, 1944)
caduto per la patria
Nato a Gardone il 27 agosto 1908 da Antonio e Catterina Belleri, celibe, di
professione minatore, si trasferiva in Francia nel 1929 e moriva per cause di guerra a
Londeran (Germania) il 5 luglio 1944.
-----------------------Note bibl.:
BOLOGNINI P. Caduti e decorati gardonesi
GIOVANNI ZILIANI
(Siviano, 1909 – Soddu, 1941)
caduto per la patria
Nasce a Siviano di Mont’ Isola il 6 settembre 1909 da Santo e Teresa Soardi.
Trasferitosi con la famiglia a Gardone è arruolato ed inviato in Africa Orientale.
Appartenente al 4° Reparto Neghelli di Artiglieria contraerea muore a Soddu
(Gimma) il 23 aprile 1941 in seguito a ferite riportate in seguito ad un
bombardamento aereo.
-----------------------------Note bibl.:
BOLOGNINI P. Caduti e decorati gardonesi
AMALIA BIANCHI
(Gardone, 1909 - 1989)
Donna ricordata dalla S. Vincenzo e da tutte le associazioni che si ispirano agli ideali
cristiani per il suo tenace attaccamento ai veri valori dell’esistenza, per il suo
impegno nel campo del lavoro, per la sua attiva partecipazione alle opere e alle
preghiere della comunità. Alla morte lasciò ogni suo avere al locale Ricovero.
----------------Note bibl.:
BOLOGNINI P.
Enciclopedia gardonese
Francesco ROSSI
(Iseo, 1910 – ? )
disperso in guerra
Nato in Iseo il 17 novembre 1910 da Riccardo ed Antonietta Angheben, coniugato a
Brescia nel 1938. Residente a Gardone dove esplicava l’attività di assistente edile
venne inviato al fronte da cui non fece ritorno, figurando nel numero dei dispersi.
----------------Note bibl.:
BOLOGNINI P.
Caduti e decorati gardonesi
GIOVANNI GUERINI
(1911 – ? )
disperso in guerra
Nasce a Gardone l’11 giugno 1911 da Bernardo e Catterina Piotti. Celibe,
aggiustatore meccanico venne arruolato nelle truppe italiane ed inviato al fronte da
dove fu dichiarato, a fine guerra, disperso in combattimento.
--------------------Note bibl.:
BOLOGNINI P.
Caduti e decorati gardonesi
MARCO PINTOSSI
(Gardone, 1911 – ? )
disperso in guerra
Nasce a Gardone il 18 gennaio 1911 da Stefano e Degnamerita Calzoni. Operaio non
qualificato, coniugato è arruolato ed inviato al fronte da dove non torna. E’
considerato fra i dispersi gardonesi della 2.a Guerra mondiale.
---------------Note bibl.:
BOLOGNINI P.
Caduti e decorati gardonesi
AJMONE GRAZIELLA
(Borgo di Terzo –BG,1912 – Gardone,1993)
Figlia dello stimatissimo dottor Luigi, “il medico dei poveri”, insegnante di lettere
nella scuola media e all’Istituto industriale svolse la sua attività, oltre che nella
scuola, nelle Associazioni cattoliche (Azione cattolica, San Vincenzo ecc.) e per più
di venticinque anni nell’Amministrazione comunale gardonese ricoprendo più volte
l’incarico di assessore all’assistenza e all’istruzione. La sua ampia attività letteraria si
concretizzò nella collaborazione a “Fiamma Viva” (ed. Vita e pensiero), “L’indice
d’oro” ed “Il Maestro” editi a Roma “Scuola Italiana Moderna” Brescia, La Scuola.
Ha scritto in versi e in prosa ed ha avuto al suo attivo numerose pubblicazioni, rivolte
in maggior parte ai ragazzi : Mattutino; La storia meravigliosa di Bernadetta (13
edizioni); Sangue sull’arena; Il fanciullo delle Pampas (tradotto anche in spagnolo);
Lo zufolo del pastorello; bambino che voleva camminare; Il grande cammino di Bepi
– S. Pio X; Quando la Madonna raccontava; Prima comunione; Angeli in mezzo a
noi (pubblicazione edite dalla bresciana La Scuola editrice). Ha poi intensamente
collaborato alla realizzazione delle opere a stampa edite dall’Amministrazione
comunale. Alla sua morte è stata ricordata dall’Amministrazione comunale con un
busto in bronzo (unitamente ai sindaci Franzini e Grazioli) e con l’istituzione di una
Fondazione titolata a suo nome e finalizzata ad opere di beneficenza.
---------------------------Note bibl.: BARRETTA-FAPPANI
MERLINO-TROVATI
Il chi è dei bresciani
Gh’era ‘na olta Gardù
don PIETRO RINALDINI
(Gardone, 1912- Brescia, 1994)
Nasce a Gardone nel marzo del 1912 dove trascorre la sua fanciullezza negli ambienti
parrocchiali dove intensa era l’attività pastorale e dove la sua vocazione al sacerdozio
trovò sostegno ed incoraggiamento. Giovane vivace ed esuberante seppe accettare
con notevole sacrificio e sforzo di volontà la disciplina e la vita austera del seminario
superando con buoni risultati il ciclo degli studi. Ordinato sacerdote nel giugno del
1936 viene inviato come curato a Mondaro di Pezzaze dove rimane per sei anni.
Maturando i tempi della guerra, dopo una seria riflessione, don Pietro scelse di
prestare il suo servizio come cappellano militare trovandosi duramente impegnato per
quattro anni (1942-46) e riportando dolorose conseguenze nello spirito e nel fisico.
Ritornato dal fronte fu inviato ancora come vicario cooperatore a Castelcovati dove
era parroco il suo compaesano don Raccagni. Collaborò con lui per 17 anni (fino al
1963) lavorando con intensità alle varie attività pastorali. Nel 1963 fu nominato
parroco a Cizzago dove potè mettere a frutto le sue capacità personali e l’esperienza
accumulata nel lavoro diligente e generoso di tanti anni. Giorno dopo giorno, in
umiltà e silenzio, svolse un ministero prezioso ed efficace: insegnò nella scuola,
abbellì la parrocchiale con opere importanti, fece ampliare la scuola materna di cui
era responsabile. Nel 1988, raggiunti i limiti di età, si ritirò dal servizio rimanendo in
paese e continuando una preziosa collaborazione con il successore specie nel
ministero del confessionale e nell’assistenza agli ammalati. Morì in ospedale a
Brescia nel marzo del 1994. Le sue esequie furono celebrate a Cizzago dove la salma
riposa nel locale cimitero.
------------------------------Note bibl.:
RICORDATEVI. Sacerdoti defunti 1930-1983
FRANCESCO PAROLA
( Inzino, 1913 – 1947)
caduto per la patria
Nasce ad Inzino nel 193 da Pieatro ed Aurelia Riardi. Conduttore di macchine,
coniugato con Maria Pedersoli, è arruolato ed inviato al fronte. Muore ad Inzino per
cause di guerra il 26 giugno 1947.
----------------------Note bibl.:
Gardone V.T. nella libertà e per la libertà
Giuseppe ZAMBONARDI
(Gardone, 1912- Bologna, 1945)
vittima di guerra
Nato a Gardone da Valentino e Veneranda Peruchetti, il 14 aprile 1912, coniugato.
Arruolato come sergente maggiore motorista il 18 aprile 1945 rimase vittima di un
bombardamento a Bologna, città in cui aveva trasferito la propria residenza e nella
quale si trovava per alcuni giorni di licenza.
-----------------Note bibl.:
BOLOGNINI P.
Caduti e decorati gardonesi
VAINER BARBI
(Medole, 1914 – Gardone, 1945)
vittima civile di guerra
Nato a Medole (Mantova) il 14 dicembre 1914 da Amilcare e atonia Picchi,
collaudatore di filo di ferro, morì il 3 aprile 1945 fulminato da un filo elettrico di alta
tensione divelto dal bombardamento nemico in località Scaletta.
-----------------Note bibl.:
BOLOGNINI P.
Caduti e decorati gardonesi
FRANCESCO CINELLI
Gardone, 1914 – Brescia, 1945)
caduto per la libertà
Nasce a Gardone il 30 maggio 1914. Di professione incisore ha frequentato la prima
classe dell’Avviamento professionale, geniere non era alle armi l’8 settembre.
Convinto attivista del Partito comunista ed è tra i primi gardonesi ad aderire al
movimento resistenziale. Subito si impone per le sue decise capacità organizzative e
per le sue doti di coraggio. Il 9 novembre del 1943 riesce a sfuggire con il suo
gruppo di garibaldini, che opera nella valle di Gardone, ad un duro rastrellamento
evento che si ripete il mese successivo quando si rifugerà a Pezzoro, causando poi
l’arresto del parroco don Pietro Plebani accusato d’aver ospitato i ribelli. Si rifugia
quindi a Castelgoffredo ed a Carpendolo, per la delazione di alcuni parenti della
moglie viene arrestato dalla polizia tedesca e consegnato ai fascisti. E’ sottoposto a
violenti interrogatori e crudeli sevizie che non riescono però a strappargli una parola;
a nulla serve nemmeno un suo trasferimento in località “Spiet” alla ricerca di
informazioni sul movimento partigiano. Trasferito a Brescia e sottoposto a sommario
processo, nonostante la veemente difesa dell’avvocato Bulloni, viene condannato a
morte dal tribunale di guerra e fucilato nella Caserma Ottaviani il 27 gennaio 1944.
Le sue spoglie saranno poi trasferite e tumulate a Gardone nel 1948.
-------------------Note bibl.: PER LA LIBERTA’ : Resistenza bresciana 1943-1945 Brescia, GDB, 1985
LA RESISTENZA A GARDONE e in Valle Trompia, Gardone, 1995
Arturo DAFFINI
(Gardone, 1914 – Verona, 1942)
caduto per la patria
Figlio di Marco, armaiolo e di Rosina Poli, celibe e contadino è arruolato nella 144.a
Compagnia marconisti. Muore per cause di guerra il 16 dicembre 1942 nell’Ospedale
militare di Verona a 28 anni.
---------------------Note bibl.:
BOLOGNINI P.
Caduti e decorati gardonesi
don MARIO FOCCOLI
(Gardone, 1914 – Brescia, 1974)
Nasce a Gardone nel 1914 e nel 1937 è ordinato sacerdote. Per vent’anni, dal 1937 al
1957 fu l’animatore degli oratori cittadini di S. Eufemia della Fonte, di S. Elisabetta e
di S. Faustino; dal 1957 al 1974 prevosto di S. Crocifissa di Rosa dove si fece
promotore della costruzione della nuova chiesa, delle strutture pertinenti e divenne
centro aggregatore della nuova comunità alla quale fu improvvisamente rapito,
stronacato da un infarto, nel trentasettesimo anniversario della sua ordinazione
sacerdotale.
Fu uomo e prete ricco di mente e di cuore, impegnato quotidianamente nella ricerca
del bene per le anime che gli erano affidate dalle varie esperienze del suo esercizio
pastorale. Le sue spoglie riposano nel cimitero cittadino.
-------------------Note bibl.:
RICORDATEVI. Sacerdoti defunti 1930-1983
don GIUSEPPE PINTOSSI
(Gardone, 1914 – Brescia, 1983)
Nasce a Gardone nel 1914 e viene ordinato sacerdote nel 1938. Dopo la sua prima
esperienza come curato a Bedizzole dove opera dal 1938 al 1942 all’entrata in guerra
dell’Italia si avvia al fronte come Cappellano militare col compito di assistere
spiritualmente le truppe contraeree della guardia costiera.
Dopo l’8 settembre ritorna clandestinamente nel suo paese natale per raggiungere i
partigiani operanti sul Monte Guglielmo dove parteciperà a numerose operazioni.
Nei giorni che seguono il 25 aprile è a Roma dove si impegna a concludere gli studi
teologici e laurearsi in lettere per poi continuare il suo servizio, come cappellano, a
Messina nel 1953, a Taranto nel 1959, a Brescia nel 1960 e a S. Damiano di Piacenza
nel 1964. Congedato e pensionato dopo 25 anni di servizio, ritorna a Brescia dove
dal 1966 al 1979 si dedica all’insegnamento in istituti statali e privati. Uomo dal
carattere schivo condusse una vita ritirata Lontano da amici e confratelli prestandosi
però, con esiti molto positivi, alla risoluzione di pratiche riguardanti situazioni di
militari in servizio e congedati.
Negli ultimi anni della sua vita fu colpito da un male incurabile che lo condusse
lentamente ma inesorabilmente alla tomba. Cessò la sua vita terrena mentre era
ricoverato nel nosocomio bresciano nel 1983. Le sue esequie si sono svolte nel
paese natale dove riposa la sua salma.
-------------------Note bibl.:
RICORDATEVI. Sacerdoti defunti 1930-1983
don PIETRO PLEBANI
(Gardone, 1914 - 1996)
Entra in Seminario ancora ragazzo e viene ordinato sacerdote il 27 giugno 1937.
Svolge il suo primo incarico a Graticelle di Bovegno dal 1937 al 1941 come curato e
quindi sarà parroco a Pezzoro fino al 1958 dove condurrà una vita quasi eremitica,
ligio ai suoi doveri e dedito interamente all’apostolato. In paese, durante la
resistenza, diventa punto di riferimento e di collegamento per i gruppi partigiani che
operano in zona. Viene arrestato, condotto nel Castello di Brescia dove è picchiato
con selvaggia violenza. E’ quindi nominato parroco a S. Giovanni di Polaveno dove
evidenzierà ulteriormente il suo carattere di uomo di Dio, del tutto indifferente alle
appariscenti esteriorità. E’ quindi la volta di Borgosatollo (1966-1976) dove,
sollevato dalle responsabilità dell’incarico parrocchiale potrà dedicarsi interamente alla pastorale degli ammalati e degli anziani. La
restaurata Basilica di S. Maria degli Angeli lo accoglierà nel 1976 a Gardone dove
per vent’anni continuerà a svolgere il suo silenzioso ministero. Con la sua semplicità
e la sua discrezione entrerà nelle case di tutti, da tutti amato e stimato. Vive in
grande umiltà, in povertà, in silenzio, come da monaco nel suo convento dove
incontra la gente che con lui si confida alla luce di una chiarezza di valori senza
equivoci. Uomo “antico” come i valori ai quali si ispira, scontroso e polemico, ma di
grande carità nelle azioni è da tutti ricordato per la ricchezza della sua interiorità.
Dopo vent’anni di ministero gardonese il 23 ottobre 1996 parte per il suo viaggio al
padre. Nella chiesa del Convento, davanti alla sua salma, il pellegrinaggio è
ininterrotto a testimonianza della gratitudine della sua terra e della sua gente.
-------------------Note bibl.:
P. BOLOGNINI
Valtrompia nella memoria op. cit.
Angelo PRANDELLI
(Gardone, 1914 – ? )
caduto per la patria
Di Giuseppe e Maria Bertanza, nacque a Gardone il 25 settembre del 1914 dove
svolgeva la mansione di aggiustatore meccanico. Arruolato venne inviato al fronte e
non vi fece più ritorno. E’ annoverato nel numero dei dispersi dell’ultima guerra.
----------------Note bibl.:
BOLOGNINI P.
Caduti e decorati gardonesi
ARIDE CORBELLINI
(Gardone, 1915 – Brescia, 1961)
Nasce a Gardone da Primo ed Anita Faustinelli il 24 giugno del 1915. Motivi di
lavoro videro il trasferimento della famiglia a Brescia dove Corbellini frequentò le
scuole elementari ed a quindici anni iniziò la frequentazione dello studio di Emilio
Pasini dove apprese l’arte del ritratto. Fu poi allievo dei corsi serali della Scuola
Moretto, quindi di Giuseppe Mozzoni fino alla vigilia della leva militare. Durante il
suo impegno militare fu in Istria dove eseguì numerosi disegni e poi in zona operativa
in Francia ed in Jugoslavia dove si dedicò alla topografia ed evitò la deportazione con
una fuga avventurosa da un treno. Tornato dalla guerra riprese con grande forza di
volontà gli studi interrotti che completò nel 1948 con il raggiungimento del diploma
conseguito nell’Istituto d’arte Paolo Toschi di Parma. Fu presto titolare di una
cattedra a Chiari quindi a Palazzolo, a Vobarno e a Brescia negli istituti “Tartaglia” e
“Castelli”. Da questi anni ebbe come grandi amici Ermete Lancini, Domenico
Lusetti, Enrico Dusi, Claudio Botta, Pierca, Sardini e Zini. Con l’aiuto di Oreste
Rodini aprì uno studio in una casa di Contrada Cavalletto. Fu attivo componente
della commissione che diede vita all’Associazione artistica bresciana Arte e Cultura
nella quale poi dal 1957 fino alla morte ricoprì l’incarico di direttore della scuola di
disegno. Si dedica quindi alla pittura. I suoi paesaggi (Darsena, Casina per
cacciatori, Castagneto in Goletto, Fiori di montagna…..) si alternano a figure
(Ritratto della moglie, Nudo…. ) ispirandosi ora alla tradizione figurativa , ora ai
maestri italiani e francesi del primo Novecento o alla lezione di Braque e Picasso.
Nell’ottobre del 1945 partecipa alla rassegna “ Duecento opere di artisti bresciani” ed
in seguito a mostre all’AAB.
Si dedicò anche alla scultura e alla poesia fino al
giorno in cui la morte lo ha strappato (23 gennaio 1961) ad un’esistenza dedita a far
affiorare, con ogni tipo di espressione, quanto gli si agitava nell’animo.
----------------Note Bibl.: Riccardo Lonati : Dizionario degli artisti bresciani. Brescia,
Antonio Fappani : Enciclopedia bresciana v.3. sub voce
Carlo GAMBA
(Gardone, 1915 – ? )
Caduto per la patria
Nasce a Gardone il 21 marzo 1915 da Matteo e Catterina Pintossi. Coniugato ed
occupato come fucinatore, viene arruolato ed inviato al fronte dove, a fine guerra, è
dichiarato disperso.
----------------Note bibl.:
BOLGNINI P.
Caduti e decorati gardonesi
BATTISTA LUIGI GUERINI
(Gardone, 1915 - Mediterraneo, 1941)
caduto per la patria
Nato a Gardone l’8 luglio 1915 da Battista e Rosa Barbieri, coniugato con Letizia
Ferraglio è arruolato dalla Compamare Venezia con matricola 21644. Imbarcato
sull’incrociatore “Fiume” muore il 28 marzo 1941 per affondamento della nave
colpita da salve d’artiglieria nemica mentre era in navigazione nel Mediterraneo
Orientale.
----------------Note bibl.:
BOLOGNINI P.
Caduti e decorati gardonesi
CARLO LECHI
(Magno, 1915 - ? )
caduto per la patria
Nasce a Magno il 10 marzo 1915 da Giovanni e Angela Sabatti. Occupato come
giornaliero di campagna, celibe, viene arruolato nell’esercito ed inviato al fronte da
cui non fa ritorno. E’ considerato fra i dispersi gardonese della 2. Guerra mondiale.
------------------Note bibl.:
BOLOGNINI P.
Caduti e decorati gardonesi
PIETRO MILESI
(Gardone, 1915 – Chievo, 1941)
caduto per la patria
Di Giovanni e Cotelli Maria, morì per le conseguenze di malattia contratta in guerra
nel sanatorio di Chievo.
----------------Note bibl.:
BOLOGNINI P.
Caduti e decorati gardonese
MARIO POLI
(Inzino, 1915 - ? 1943)
caduto per la patria
Nasce ad Inzino il 23 novembre 1915 da Pietro e Maria Coccoli. Di professione
fucinatore è coniugato con Giuseppina Lupezzi. Inviato sul fronte russo viene
annoverato fra i dispersi e non fa più ritorno.
------------------Note bibl.:
BOLOGNINI P.
Caduti e decorati gardonesi
ARTURO REMO SALERI
(Gardone, 1915 - 1943)
caduto per la patria
Nato a Gardone nel 1915 da Isaia e Cagliari Agostina, coniugato con Sabatti
Leonilda, di professione idraulico, morì per cause di guerra a Gardone l’11 aprile
1943 all’età di 28 anni.
------------------Note bibl.:
BOLOGNINI P.
Caduti e decorati gardonese
ANDREA SOSTA
(Gardone, 1915 – ? )
caduto per la patria
Di Francesco e Letizia Tanfoglio, nacque a Magno il 26 giugno 1915. Arruolato nelle
truppe italiane ed inviato al fronte, non vi fece più ritorno figurando nel numero dei
dispersi gardonese della Seconda guerra mondiale.
----------------Note bibl.:
BOLOGNINI P.
Caduti e dispersi gardonesi
don ENRICO ZANETTI
(Gardone, 1915 – Agnosine,1995)
Nasce a Gardone nel 1915. La sua preparazione al sacerdozio conobbe momenti
significativi che costituiranno una formazione profonda e duratura. Frequenta il
Ginnasio presso i Salesiani ed è ospite a lungo di don Piovanelli che lo farà entrare in
contatto con l’attività catechistica ed oratoriana che il prelato andava da tempo
sviluppando in Italia. Fu prefetto dei collegiali dell’Istituto Arici, gestito allora dai
padri Gesuiti. Venne ordinato sacerdote nel giugno del 1941 ed ebbe la sua prima
esperienza di vicario cooperatore a Pavone Mella (1941-45) e quindi a Leno (194550). Il Vescovo Giacinto Tredici riconoscendo nel sacerdote gardonese notevoli
maturità e capacità lo nominò parroco ad Agnosine, paese che in quegli anni iniziava
a trasformarsi radicalmente diventando centro di importanti industrie, di
trasformazione sociale e di gravi problemi. E varie e coraggiose furono le iniziative
intraprese da don Zanetti: costruzione di alloggi per i forestieri impegnati ad
Agnosine per lavoro, trasformazione della vecchia casa canonica in funzionale casa
di riposo per anziani, costruzione dell’oratorio e del centro giovanile, cessione al
comune di aule per le scuole medie, restauro della chiesa e delle altre chiesette
esistenti nel territorio comunale. Il lavoro più impegnativo affrontato da don Zanetti
fu quello di fare della gente affidatagli una vera comunità cristiana. Fu saggio
formatore di coscienze, rispettoso della libertà della persona, disponibile
all’accoglienza. Nel 1975 la comunità di Agnosine volle ricordare con solenni
celebrazioni i venticinque anni del suo pastore e per l’occasione venne stampato
anche un opuscolo Messaggio ai cristiani della parrocchia dei SS. Ippolito e
Cassiano.
Colpito da un grave infarto, don Zanetti nel 1982 chiese di essere
esonerato dalle responsabilità di parroco. Si ritirò a vivere nel solitario eremo di S.
Andrea trascorrendo gli ultimi anni di vita nella meditazione, nella preghiera e nello
studio. Venne funerato e sepolto nel cimitero di Agnosine.
-------------Note bibl.:
RICORDATEVI sacerdoti defunti 1930-1983
FAUSTINO CARLO BERTUZZI
(Brozzo, 1916 – ? )
Nasce a Brozzo il 15 dicembre 1916 da Faustino e Maria Zanoletti. Si trasferisce a
Gardone con la famiglia nel 1924 dove è occupato come cablatore di funi d’acciaio.
Arruolato ed inviato sul fronte russo venne considerato disperso in combattimento.
------------------Note bibl. :
BOLOGNINI P.
Caduti e dispersi gardonesi
Emilio FONTANA
(Gardone, 1916 - Augusta, 1940)
caduto per la patria
Nato a Gardone il 13 luglio 1916 da Cesare e Cecilia Corsini. Venne arruolato dalla
Compamare Venezia come cannoniere armaiolo con matricola 15265 ed imbarcato
sul Caccia torpediniere “ Artigliere”. Morì il 12 ottobre 1940 in seguito al
combattimento fra la nave ed una formazione nemica. L’”Artigliere” fu poi affondato
con un siluro mentre era rimorchiato verso il porto di Augusta.
------------------Note bibl.:
BOLOGNINI P. Caduti e decorati gardonesi
CESARINO PODESTINI
(Gardone, 1916-1996)
Figlio di Francesco, oriundo di Passirano e impegnato come capomastro nella
costruzione della Villa Beretta, e di Assunta Zatti, nasce a Gardone il 2 dicembre
1916. Dopo gli studi nell’Istituto Tecnico Tartaglia è assunto dalla ditta Beretta.
Combattente in Africa dal 1940 al 1943 è partigiano della Brigata Margheriti e
partecipa a numerose azioni. Il suo impegno nell’aiuto ai civili durante la Resistenza
gli varrà la Croce al merito di guerra. “Maestro del Lavoro” e “Volante d’oro” fu
organizzatore sportivo instancabile ed inseparabile compagno di Carlino Beretta. Alla
sua morte gli venne titolato un memorial calcistico.
------------------Note bibl.:
BOLOGNINI P. Valtrompia nella memoria
ROSOLINO SABATTI
(Inzino, 1916 – Creta, 1941)
caduto per la patria
Nato ad Inzino il 4 maggio 1916 da Domenico e Teresa Senici. Arruolato in marina
dalla Comparare di Venezia con matricola 11910, è imbarcato sull’Incrociatore
Fiume. Muore il 28 marzo 1941 per affondamento dell’imbarcazione, colpita da una
salve d’artiglieria nemica, mentre navigava nel Mediterraneo Orientale.
---------------Note bibl.:
BOLOGNINI P.
Caduti e decorati gardonesi
MARIO SALA
(Gardone, 1916 - 1993)
Da Giuseppe e Giulia Poli nasce a Gardone il 3 febbraio 1916. Dipendente della
Redaelli è uno fra i più attivi sindacalisti della UIL in Valtrompia. Impegnato anche
nell’attività politica si adoperò per l’istituzione di numerose sezioni valtrumpline del
PSDI e fu per numerose legislature consigliere comunale a Gardone. All’unica figlia
Daniela, insegnante scomparsa in giovane età fu dedicata una borsa di studio annuale.
----------------Note bibl.:
BOLOGNINI P.
Enciclopedia gardonese
ANGELO ARINI
(Villachiara, 1917 - In mare, 1943)
caduto per la patria
Nato a Villachiara da Francesco e Paola David e trasferitosi a Gardone è arruolato
come sergente silurista matr. 31850 sul sommergibile “Micca” sul quale muore il 29
luglio 1943 in seguito ad azione bellica. E’ sepolto in mare.
GIACOMO BERIOLA
(Gardone, 1917 - ? )
caduto per la patria
Nasce a Gardone da Francesco e Giulia Tira il 20 novembre 1917. Impiegato,
coniugato con Gioconda Proni, un figlio è inviato sul fronte russo da cui non farà più
ritorno. Viene annoverato fra i dispersi gardonese del secondo conflitto mondiale.
----------------Note bibl.:
BOLOGNINI P.
Caduti e decorati gardonesi
GUERINO DORA
(Inzino, 1917- Napoli, 1943)
caduto per la patria
Nato ad Inzino il 21 gennaio 1917 da Francesco e Maria Rampini venne arruolato
dalla Compamare di Venezia con matricola 29199. Imbarcato sulla Motonave
“Emma” morì il 16 gennaio 1943 in seguito al siluramento dell’imbarcazione che
viaggiava da Napoli a Bizerta con un carico di munizioni. L’impatto con il siluro
nemico provocò lo scoppio delle munizioni e la distruzione istantanea della motonave
--------------Note bibl.:
BOLOGNINI P.
Caduti e decorati gardonesi
BIAGIO TELO’
(Gardone, 1917 – Russia ? )
caduto per la patria
Nato a Gardone il 4 giugno 1917 da Gelindo e Cesira Combini. Di professione
panettiere coadiuvante, coniugato con un figlio, venne arruolato nelle truppe italiane
inviate sul fronte russo. E’ annoverato fra i dispersi in terra sovietica.
---------------Note bibl.:
BOLOGNINI P.
Caduti e decorati gardonesi
EGIDIO ZOLI
(Magno, 1917 – Sirte, 1942)
caduto per la patria
Di Romano e Silvia Sosta nacque a Magno il 13 ottobre 1917. Arruolato dalla
Compamare di Venezia con matricola 44540 fu imbarcato sul Caccia Torpediniere
“Lanciere” come armaiolo cannoniere. Morì il 23 marzo 1942 nell’inabissamento
della nave che, danneggiata, stava per essere trainata in porto dopo aver partecipato
alla II Battaglia della Sirte.
----------------Note bibl.:
BOLOGNINI P.
Caduti e decorati gardonesi
GIACOMO BERTUZZI
(Magno, 1918 - ? )
Nasce a Magno di Gardone il 20 novembre 1918 da Giovanni e Giulia Rizzini.
Operaio, celibe è arruolato ed inviato al fronte da dove non fa più ritorno. E’
considerato fra i dispersi gardonese della seconda guerra mondiale.
--------------------Note bibl.:
BOLOGNINI P.
Caduti e decorati gardonesi
GIOVANNI DAFFINI
(Gardone, 1918 – ? )
caduto per la patria
Nasce a Gardone il 18 aprile 1918 da Emiliano e Santa Guerini. Celibe, armaiolo
coadiuvante viene arruolato ed inviato al fronte. E’ dichiarato disperso in
combattimento.
-------------------Note bibl.:
BOLOGNINI P.
Caduti e dispersi gardonesi
GIUSEPPE GAGGIA
(Gardone, 1918 – Russia, 1942)
caduto per la patria
Nasce a Gardone il 18 giugno 1918 da Giuseppe e Catterina Perdetti. Celibe,
occupato come manovale muratore è arruolato nell’80 Reggimento Fanteria poi
inviato in Russia. E’ dichiarato deceduto in combattimento il 21 dicembre 1942.
-------------------Note bibl.:
BOLOGNINI P.
Caduti e decorati gardonesi
ALBERTO PREABIANCA
(Gardone, 1918 – Darfo, 1945)
civile caduto in guerra
Fu Stefano e Alice Guerra, nato a Gardone V.T. il 25 luglio 1918. Coniugato con
Giacinta Trizio occupato come meccanico non ha prestato il servizio militare.
Partigiano della Brigata “Lorenzetti” delle FF.VV. morì a Darfo il 29 aprile 1945 a
seguito di spezzonamento da parte di un aereo alleato.
-----------------Note bibl.:
La Resistenza a Gardone e in Valle Trompia
GIACOMO TORCOLI
(Inzino, 1918 – Dzambul, 1944)
caduto per la patria
Nato ad Inzino il 20 marzo 1918 da Silvio e Teresa Belleri. Conduttore di macchine,
venne arruolato ed inviato sul fronte russo. Morì a Dzambul presumibilmente il 12
luglio 1944.
-----------------Note bibl.:
BOLOGNINI P.
Caduti e decorati gardonesi
CARLO BRUNO BERNARDELLI
(Gardone, 1919 – Argirocastro, 1945)
caduto per la libertà
Di Augusto e Maria Bonussi, nato a Gardone il 9 giugno 1919, celibe, fornaio aveva
frequentato la prima classe dell’avviamento professionale. Arruolato nel genio era in
servizio nel 26° Reggimento dislocato in Albania quando il 9 settembre 1943 aderì
all’E.N.L.A. (Reparti partigiani albanesi). Morì ad Argirocastro il 10 marzo 1945 per
malattia contratta durante la sua militanza nelle formazioni partigiane.
------------------Note bibl.:
BOLOGNIN P.
Caduti e decorati gardonesi
VLADIMIRO PARIDE GALLO
(Verona, 1919- Tunisia, 1942)
Caduto per la patria
Nato a Verona il 27 settembre 1919 da Giuseppe e Romilda Contin, residente a
Gardone venne arruolato dal Distretto militare di Verona con matricola 13587 nel 5°
Reggimento artiglieria “Superga”. Imbarcato con un contingente di truppe dirette in
Tunisia a bordo della N.M. “Puccini” morì il 2 dicembre 1942 per l’affondamento
della imbarcazione colpita da un violento attacco aeronavale nemico nella zona a sud
di Banco Skerki.
-------------------Note bibl.:
BOLOGNINI P.
Caduti e decorati gardonesi
NATALINO GARES
(Gardone, 1919 – Sirti, 1942)
caduto per la patria
Nato a Gardone il 25 dicembre 1919 da Carlo e Lazzari Santina, venne arruolato
come cannoniere armiere dall Comp. Maritt. Venezia con matricola 79839. Imbarcato
sul Caccia torpediniere “Lanciere” morì, dopo aver combattuto nella II battaglia della
Sirti, per affondamento della nave sommersa da una eccezionale violenza del mare.
------------------Note bibl.:
BOLOGNINI P.
Caduti e decorati gardonesi
GIUSEPPE PEDRETTI
(Gardone,1919 – Vokopol, 1941)
caduto per la patria
Nasce ad Inzino il 3 novembre 1919 da Francesco e Lucia Peli. Arruolato nel 30.
Reggimento Artiglieria, muore il 7 marzo 1941 nell’Ospedale da campo n. 102 di
Vokopol (URSS) per ferite di scheggia di granata all’addome. In terra russa viene
sepolto nel cimitero militare di Vokopol nella fossa n. 1.
--------------------Note bibl.:
BOLOGNINI P.
Caduti e decorati gardonesi
BATTISTA GIULIO POLI
(Gardone, 1919 – In mare, 1941)
caduto per la patria
Nasce a Gardone il 7 gennaio 1919 da Angelo e Maddalena Bonsi. Arruolato dalla
Comparare di Venezia con matricola 78372, come cannoniere. E’ imbarcato
sull’Incrociatore “Fiume”. Morirà il 28 marzo 1941 in seguito all’affondamento
dell’imbarcazione colpita da
una salve d’artiglieria mentre navigava nel
Mediterraneo Orientale.
--------------------Note bibl.:
BOLOGNINI P.
Caduti e decorati gardonesi
CESARE POLI
(Gardone, 1919 – Ittari, 1943)
caduto per la patria
Nasce in Inzino nel 1919 da Pietro e Maria Coccoli. Si trasferisce a Gardone. Celibe,
dopo l’arruolamento viene inviato al fronte dove muore per ferite, nell’ospedale
militare di riserva di Ittiri (Ittari).
------------------Note bibl.:
BOLOGNINI P.
Caduti e decorati gardonesi
p. ONORIO TOSINI
( Leno, 1919 - Brescia, )
delegato provinciale per l’Africa
dei Frati di S. Giovanni di Dio
Fra Onorio Tosini nacque a Castelletto di Leno il 12 novembre 1919 e si trasferì con
la famiglia ad Inzino. Entrò a far parte della Famiglia Ospedaliera di S. Giovanni di
Dio a 17 anni appena compiuti. Terminato l’iter formativo con la Professione solenne
e dopo un periodo di servizio apostolico, i Superiori ed i membri dei Capitoli
provinciali constatate le sue capacità e qualità religiose, lo chiamarono a svolgere
l’ufficio di Segretario Provinciale, dando così inizio ad un lungo periodo della sua
vita religiosa religiosa durante il quale ha svolto il servizio di governo come Priore,
Consigliere Provinciale, Maestro degli Scolastici, Delegato provinciale per l’Africa e
Priore Provinciale. Il 15 marzo 1961 partì alla volta dell’Africa con il confratello,
compagno di noviziato, fra Aquilino Puppato per mettere mano alla realizzazione
dell’ospedale missionario come strumento di penetrazione evangelica e di
promozione umana. Terminati i lavori di costruzione e aperta la struttura, il 5 luglio
1964 fu inaugurato l’Ospedale. Il lavoro apostolico svolto in terra africana e il suo
attaccamento all’ospedale, dalla fondazione al momento di lasciare la Missione per
malattia fu ben espresso nell’indirizzo di saluto rivoltogli al momento di lasciare il
Togo da alcuni rappresentanti del paese anche a nome delle persone che fra Onorio
aveva servito ed amato in Africa. Il rito delle esequie è stato celebrato nella chiesa
del Convento-Ospedale di S. Orsola in Brescia da Mons. Giuseppe Treccani con la
celebrazione di numerosi sacerdoti del clero bresciano. Secondo le usanze locali,
come era già avvenuto per padre Puppato, anche per padre Onorio sono state
celebrate le esequie ad Afagnan, in Africa. Il ricordo dei confratelli sottolinea tre
passaggi della vita di padre Onorio: la vocazione, l’opera missionaria e la croce della
malattia, passaggi che hanno evidenziato lo spessore umano, spirituale, apostolico e
carismatico di tutta la vita di fra Onorio Tosini.
---------------Note bibl.:
BOLOGNINI P.
Enciclopedia gardonese
GIOVANNI ALDO BERTAGNA
(Gardone, 1920 - ? )
Nasce a Gardone da Giovanni e Rosa Pedergnaga. Operaio, celibe è inviato al fronte
da cui non farà più ritorno. E’ annoverato fra i dispersi gardonese del secondo
conflitto mondiale.
--------------------Note bibl.:
BOLOGNINI P.
Caduti e decorati gardonesi
CANDIDO CEDONI
( Sarezzo, 1920 – ? )
caduto per la patria
Nasce a Sarezzo il 14 dicembre 1920 da Pietro e Maria Pintossi. Celibe, falegname
costruttore di mobili e serramenti, residente a Gardone dal 1923 dopo l’arruolamento
è inviato al fronte dove verrà dichiarato disperso in combattimento.
-------------------Note bibl.:
BOLOGNINI P.
Caduti e decorati gardonesi
VINCENZO ENTRATA
(Gardone, 1920 – ? )
caduto per la patria
Nasce a Gardone il 26 agosto 1920 da Pietro e Faustina Zubani. Celibe, coltivatore
coadiuvante è arruolato ed inviato al fronte da cui non ritorna. E’ considerato tra i
dispersi della seconda guerra mondiale.
-----------------Note bibl.:
BOLOGNINI P.
Caduti e decorati gardonesi
FRANCESCO AMLETO GULMINELLI
(Gardone, 1920 – Mar Egeo, 1941)
caduto per la patria
Nasce a Gardone il 27 novembre 1920 da Francesco e Chiara Rizzini. Alla
dichiarazione di guerra venne arruolato in marina e morì per affondamento della nave
su cui era imbarcato il 5 luglio 1941 nel Mar Egeo.
----------------Note bibl. :
BOLOGNIN P.
Caduti e decorati gardonesi
ANGELO PINTOSSI
(Gardone, 1920 - Tripoli, 1941)
caduto per la patria
Nato a Gardone il 25 marzo 1920 da Giovanni e Rosa Pintossi venne arruolato dalla
Compamare Venezia con matricola 2695 ed imbarcato sul Caccia torpediniere
“Fulmine”. Morì il 9 novembre 1941 per affondamento della nave che compiva
missione di scorta ad un convoglio diretto a Tripoli.
------------------Note bibl. :
BOLOGNINI P.
Caduti e decorati gardonesi
GIUSEPPE PINTOSSI
(Gardone, 1920 – Russia ? )
caduto per la patria
Nasce a Gardone da Andrea ed Antonia Perdetti il 21 gennaio 1920. Calibrista
meccanico, dopo l’arruolamento è inviato sul fronte russo. Annoverato nel numero
dei dispersi, non fa più ritorno.
-----------------Note bibl.:
BOLOGNINI P.
Caduti e decorati gardonesi
ROBERTO RIZZINI
(Gardone, 1920- ? 1942)
caduto per la patria
Nato a Gardone l’8 novembre 1920 da Marcello e Catterina Buglioli, arruolato in
marina come cannoniere sommergibilista è da considerare deceduto il 13 ottobre
1942, con tutto il resto dell’equipaggio, per affondamento del sommergibile “
Alabastro” impegnato in missione di guerra.
--------------------Note bibl.:
BOLOGNINI P.
Caduti e decorati gardonesi
ALBERTO SIGURTA’
(Gardone, 1920 – Navarino, 1943)
caduto per la patria
Classe 1920, arruolato nelle truppe di marina ed imbarcato sulla P/C “Luisiano” n.
1293 scomparve in mare il 28 ottobre 1943 per un grave sinistro occorso
all’imbarcazione a 35 miglia a SW di Navarino.
----------------Note bibl.:
BOLOGNINI P.
Caduti e decorati gardonesi
ANGELO BRIGNOLI
(Ghedi, 1921 – 1942 - ?)
caduto per la patria
Nacque a Ghedi il 1 aprile 1921 da Giuseppe e Maria Rota. Arruolato dalla
Compamare di Venezia con matricola 44195 venne imbarcato sul Caccia
Torpediniere “Lanciere” e venne dichiarato deceduto il 23 marzo 1942 in seguito
all’inabissamento dell’imbarcazione che stava rientrando in porto, danneggiata, dopo
la II Battaglia della Sirte.
-----------------Note bibl.:
BOLOGNINI P.
Caduti e decorati gardonesi
GIOCONDO DAVID
(Gardone, 1921- Costa calabra, 1943)
caduto per la patria
Nasce a Gardone il 21 maggio 1921 da Antonio e Margherita Gazzaniga. Coniugato,
limatore di parti d’armi, venne arruolato tra i sommergibilisti ed imbarcato sul
sommergibile “Remo”. Morì in seguito all’affondamento del mezzo subacqueo al
largo della Costa calabra il 5 luglio 1943.
---------------------Note bibl.:
BOLOGNINI P.
Caduti e decorati gardonesi
ANGELO GRAZIOLI
(Gardone, 1921 – 1987)
Nasce a Gardone il 19 gennaio 1921 da Giuseppe e Giuseppina Zambonardi, ultimo
di quattro figli. Orfano di padre a soli sette anni dopo aver frequentato in paese le
elementari prosegue gli studi a Brescia fino al conseguimento del diploma di
abilitazione magistrale. Chiamato alle armi durante la seconda guerra mondiale,
viene inviato sul fronte russo. Decorato di Croce al Valore Militare, dopo l’8
settembre 1943 riesce a rientrare in paese dove, deposta la divisa, è tra i primi ad
incontrarsi con i giovani dirigenti delle Fiamme Verdi, nei pressi del Santuario della
Madonna del Popolo. Costretto ad abbandonare Gardone per evitare di essere
arruolato nell’esercito di Mussolini, si rifugia a Pezzoro dove viene ospitato dal
cugino Pietro Plebani, parroco dell’alpestre paesetto. Alla fine della seconda guerra
mondiale si dedica all’attività politica nelle file della Democrazia Cristiana. Eletto
sindaco nella tornata elettorale del 1951, mantiene ininterrottamente la carica fino al
1977 anno in cui si dimette per motivi di salute.
Sono gli anni nei quali – come egli stesso spesso ripete – la comunità gardonese, con
la sua laboriosità e la sua tenacia si fa artefice di un grande sviluppo del paese,
attentamente seguito e guidato peraltro dal sindaco e dagli amministratori che, nelle
loro scelte, privilegiano lo sviluppo degli insediamenti industriali, e quello dei
servizi infrastrutturali e sociali. Nella prima categoria si comprendono il riordino
della viabilità e il suo sviluppo, la costruzione del metanodotto comunale – un
primato per l’epoca – l’apertura di farmacie e nuovi uffici.
Nella seconda il posto privilegiato è riservato alla scuola. Si deve non solo garantire
a tutti il completamento dell’obbligo scolastico, ma anche offrire la possibilità di
condurre a compimento in loco, alcuni studi di grado superiore. Angelo Grazioli non
fa mancare il suo impegno nemmeno nello sviluppo di attività sportive e del tempo
libero. Dotato il paese di un nuovo stadio comunale (dopo aver ceduto il vecchio
Redaelli) e di nuove infrastrutture sportive, quale presidente della società Tre Valli
s’impegna per lo sviluppo turistico della Valtrompia ed in particolare delle zone del
Maniva e della Pezzeda. Stroncato da un male incurabile, muore a Gardone il 10
marzo 1987.
-------------------------Note bibl.:
ANGELO GRAZIOLI IL SINDACO
MAFFEO PEDRETTI
(Inzino, 1921- Bardia, 1942)
caduto per la patria
Nato ad Inzino il 6 gennaio 1921 da Giuseppe ed Angela Perdetti arruolato come
caporale nel 61. Reggimento Fanteria Motorizzata morì a 21 anni, il 12 novembre
1942 in seguito a ferite d’arma da fuoco riportate in combattimento e venne sepolto
sul luogo del decesso a Bardia in Africa Settentrionale.
-------------------------Note bibl.:
BOLOGNINI P. Caduti e decorati gardonesi
ANGELO CASTELNOVO
(Brozzo, 1922 – Rodi, 1943)
caduto per la patria
Nato a Brozzo il 14 aprile 1922 da Antonio ed Elisa Valgono, celibe è residente a
Gardone dal 1924. Arruolato e inviato al fronte, è dichiarato deceduto l’11 settembre
1943 a Rodi (Egeo), in seguito ad eventi bellici.
------------------Note bibl.:
BOLOGNINI P.
Caduti e decorati gardonesi
FAUSTINO PAROLA
(Inzino, 1922- Nikolajewka, 1943)
caduto per la patria
Nacque ad Inzino l’8 febbraio 1922 da Pietro ed Aurelia Piardi Venne arruolato nelle
trappe alpine – Battaglione Edolo, ed inviato sul fronte russo dove fu dichiarato
deceduto in combattimento a Nikolajewka dal 31 gennaio 1943. La sua salma non fu
recuperata.
----------------------Note bibl.:
BOLOGNINI P.
Caduti e decorati gardonesi
ATTILIO SANDRINI
(Gardone, 1922- Lampedusa, 1943)
caduto per la patria
Nato il 14 dicembre 1922 a Gardone da Domenico e Angela Palini è arruolato come
cannoniere armaiolo dalla Compamare di Venezia ed imbarcato sulla Motonave
“D’Annunzio”. Muore il 16 gennaio del 1943 per l’affondamento della motonave
attaccata da unità navali inglesi a circa 60 miglia a sud di Lampedusa mentre era in
navigazione da Tripoli a Palermo.
--------------------------Note bibl.:
BOLOGNINI P. Caduti e decorati gardonesi
don EVARISTO ZUBBIANI
(Gardone, 1922 – Palazzolo, 1975)
Nato a Gardone nel 1922, viene ordinato sacerdote nel 1946. I primi due anni del suo
ministero lo vedono curato a Pralboino e quindi, per 14 anni dal 1948 al 1962, a
Lumezzane S. Sebastiano dove vive i suoi anni più belli. Nel 1962 il Vescovo gli
affidò la delegazione vescovile di S. Rocco in Palazzolo. Con slancio e con la buona
corrispondenza della nuova comunità in formazione, costruì la chiesa e le relative
strutture e ben presto, nel 1965, la delegazione diventò la parrocchia di S. Paolo in
S. Rocco e don Zubbiani il primo parroco. Sempre sensibile e attento ai problemi del
mondo operaio, fu valido sostenitore del movimento cristiano delle ACLI.
Le fatiche per la formazione spirituale e materiale della nuova parrocchia scossero la
sua salute e resistenza fisica, tanto da portarlo alla rinuncia della parrocchia nel 1974.
Si ritirò quiescente a S. Vigilio presso i suoi familiari. Morì tragicamente, stroncato
da un incidente automobilistico, proprio di fronte alle porte della sua parrocchia di S.
Paolo in Palazzolo. E’ sepolto nel cimitero di Lumezzane S. Sebastiano.
---------------------Note bibl.:
RICORDATEVI sacerdoti defunti
MARTINO BELLERI
(Gardone, 1923 – Oder, 1945)
caduto per la patria
Nacque il 27 agosto 1923 a Magno da Giacomo ed Angelo Ceresoli e qui risiedeva.
Appartenente al Maridife “Pola” morì il 13 aprile 1945 nel Lager I 5287 p.u. 88
(Germania) all’età di 21 anni per fucilazione da parte tedesca. Venne sepolto nei
pressi dell’Oder a 40 Km da Furstenwald.
-----------------------Note bibl.:
BOLOGNINI P.
Caduti e decorati gardonesi
PIETRO BATTISTA BRIGNOLI
(Ghedi, 1923 – Asinara, 1943)
caduto per la patria
Nato a Ghedi il 31 marzo 1923 da Giuseppe e Maria Rota, residente a Gardone venne
arruolato come cannoniere armaiolo dalla Comp. Maritt. Di Venezia con matricola
143843. Imbarcato sulla corazzata “Roma” morì nell’affondamento della nave colpita
da bombe nemiche lanciate da aerei, mentre era in navigazione all’altezza del Golfo
dell’Asinara.
----------------------Note bibl.:
BOLOGNINI P.
Caduti e decorati gardonesi
UMBERTO BONSI
(Lumezzane, 1924 – Brescia, 1944)
caduto per la libertà
Di Giovanni e Pasqua Moretti, nato a Lumezzane il 31 luglio 1924, residente a
Gardone, celibe, provvisto di licenza elementare. Dal 20 settembre 1943 appartenne
al gruppo partigiano operante in zona Monte Guglielmo. Catturato dai nazifascisti a
Croce di Marone il 9 novembre 1943 venne condannato a morte e fucilato a Brescia il
6 gennaio 1944
------------------------------Note bibl.:
BOLOGNINI P.
Caduti e decorati gardonesi
GIULIO PORTERI
(Tavernole, 1924 – Alassio, 1944)
caduto per la patria
Nato in Tavernole da Francesco ed Antonietta Barzizzi, residente a Gardone, operaio
meccanico celibe morì per cause di guerra in Alassio il 12 agosto 1944.
--------------------Note bibl.:
BOLOGNINI P.
Caduti e decorati gardonesi
DOMENICO SALZA
(Milano, 1925 – Gardone, 1997)
Nasce a Milano da Giuseppe e Teresa Dassù il 14 novembre 1925. Ingegnere,
esperto d’armi di grande competenza, iniziò nel 1951 la sua carriera alla Beretta
dove ricevette l’incarico di studiare e progettare nuove armi da guerra. Tra le sue
realizzazioni la pistola mitragliatrice M12 ed il fucile d’ordinanza in uso all’esercito
italiano messo a punto sulla base del vecchio Garand. Fu poi per 27 anni direttore del
Banco Nazionale di prova delle armi da fuoco portatili di Gardone V.T. creandosi una
grande fama d’esperto in problemi balistici e relativi alle armi, in Italia ed all’estero.
Offrì il suo contributo di perito nei processi per gli omicidi del commissario
Calabresi, del giudice Alessandrini, di Moro, Bachelet, Tarantelli e tanti altri.
Raggiunta nel 1992 l’età pensionabile divenne perito balistico per il Tribunale di
Milano dove fu impegnato in numerosi processi per terrorismo e mafia. Si spense a
Gardone il 6 gennaio 1997.
--------------------Note bibl.:
BOLOGNINI P.
Valtrompia nella memoria
OSCAR BARBIERI
(Asola, 1925 - ? )
Nasce ad Asola da Carolina Barbieri e dal mantovano si trasferisce a Gardone nel
giugno del 1940. Inviato al fronte è considerato disperso in operazione di guerra.
--------------------------Note bibl.:
BOLOGNINI P.
Caduti e decorati gardonesi
LUIGI BELLERI
(Gardone, 1926 - 1946)
caduto per la libertà
Nasce a Gardone da Bortolo e Antonia Lancini il 20 gennaio del 1926. Celibe, tre
sorelle, operaio provvisto di licenza elementare non aveva prestato servizio militare
quando si arruolò nella 122.a Brigata “Garibaldi” nel giugno del 1944. Catturato con
altri “renitenti” in località Maiù, zona del Monte Guglielmo, venne processato e
deportato prima a Fossoli (MO) e quindi in un laeger tedesco. Ritornato
fortunosamente in patria qui moriva per una grave malattia contratta durante il
periodo detentivo, il 17 giugno 1946. Per ricordare la sua figura di ribelle e
combattente è stata collocata nella piazzetta titolata a suo nome una lapide che così
lo ricorda: “Belleri Luigi Gino – 20-1-1926 17-6-1946 Partigiano 122.a Brigata
Garibaldi – Il tuo passo giovane nel vento – libertà – Il tuo paese per sempre – XXV
Aprile 1999 “
-------------------------------Note bibl.:
LA RESISTENZA a Gardone e in Valle Trompia
ANNIBALE FADA
(Collio, 1926 – Roma, 1971)
Nasce a Memmo di Collio il 29 aprile 1926 e si trasferisce con la famiglia a Gardone
nel 1930 dove il padre Egidio apre in via Zanardelli un negozio di generi alimentari.
Terminata la scuola elementare e la prima classe della Scuola di Avviamento
Professionale entra nel seminario diocesano dove frequenterà il ginnasio per uscirne
poi quando capisce di doversi dedicare in altro modo alla società. Nel settembre del
1943 entra nella resistenza partecipando alla lotta armata nella Brigata Tito Speri
delle Fiamme Verdi. Arrestato nel gennaio del 1945 viene deferito al tribunale
speciale che lo condanna a ventiquattro anni di reclusione. Rinchiuso in carcere è
vittima di interrogatori e di pestaggi finchè il 24 aprile riesce a fuggire. Invalido della
guerra di Liberazione dopo una intensa militanza politica nelle file della Democrazia
Cristiana entra a far parte del Comitato provinciale della DC dirigendo poi la SPES,
la segreteria amministrativa e quindi la vicesegretaria politica. Dal 1957 al 1963 fa
parte della Giunta esecutiva regionale; dal 1962 al 1967 è consigliere nazionale e
dirigente nazionale dell’Ufficio Ricerca scientifica. Eletto consigliere provinciale nel
1959 fino al 1964 sarà capogruppo DC in palazzo Broletto. Nel 1963 è eletto
deputato ed il suo impegno si dirige soprattutto alla realizzazione di una nuova
legislazione sanitaria, previdenziale ed universitaria. E’ autore di numerosi
emendamenti alla riforma ospedaliera. Nel 1968 viene eletto senatore nel collegio di
Brescia. Non meno intensa di quella politica è la sua vita professionale. Nel 1951 si
laurea in medicina e chirurgia all’università di Pavia con la specializzazione in
radiologia e terapia fisica. Dal 1955 è dirigente sanitario della Mutua Provinciale
Coltivatori Diretti. Nel 1957 entra all’Istituto di Medicina legale dell’Università di
Modena dopo aver vinto il concorso per assistente ordinario. Incaricato
dell’insegnamento di anatomia ed di istologia patologica applicata alla medicina
legale, nel 1963 consegue la libera docenza. Socio della Società Italiana di
Medicina Legale pubblica numerosi lavori scientifici partecipando con apprezzati
interventi a numerosi congressi in Italia e all’estero.
Annibale Fada muore improvvisamente a Roma il 23 dicembre 1971. La sua salma
riposa nel cimitero gardonese.
------------------------------Note bibl.:
FAPPANI-CONTI
Protagonisti del Movimento cattolico
FRANCESCO GAZZAROLI
(Gardone, 1926 – Buchenwald, 1945)
caduto per la libertà
Di Francesco e Angela Polotti, nato a Gardone il 9 marzo 1926, celibe, sei fratelli,
operaio provvisto di licenza elementare non aveva prestato servizio militare quando si
arruolò nella 122.a Brigata “Garibaldi”. Catturato il 24 giugno del 1944 con altri
tredici renitenti alla leva in località Maiù sul Monte Guglielmo, veniva deportato in
Germania e confinato nel campo di eliminazione di Buchenwald dove decedeva il 25
febbraio del 1945 in seguito ad esaurimento e sevizie. Venne cremato nel campo
stesso.
--------------------Note bibl.:
LA RESISTENZA a Gardone e in Valle Trompia
FRANCESCO MORETTI
(Gardone, 1927 – Cesovo, 1944)
caduto per la libertà
medaglia di bronzo al V.M.
Di Dante e Valotti Gelsomina Teresa, nasce a Gardone il 9 settembre 1927. Celibe,
due fratelli, provvisto di licenza elementare apprendista in una officina locale non
aveva ancora prestato il servizio militare quando si arruolò nella 122.a Brigata
“Garibaldi”. Il 2 settembre 1944, durante un rastrellamento tenuto dalle truppe nazifasciste in Marcheno Valle di Cesovo, roccolo Beretta cadde vittima dei suoi ideali.
Fu decorato con medaglia di bronzo al V.M.
--------------------Note bibl.:
LA RESISTENZA a Gardone e in Valle Trompia
p.MARIO RIZZINI
(Magno, 1938 – 1980)
Di Tobia e Cecilia Zoli. Frequentate le prime classi elementari passò all’Aspirantato
Salesiano di S. Bernardino in Chiari dove frequentò il ginnasio. Dopo la prima
professione religiosa a Cremona frequenta lo studentato di Nave dove consegue nel
1958 la maturità classica. Dopo un primo tirocinio in provincia di Como l’11 ottobre
1960 parte missionario salesiano per l’Ecuador dove continua il tirocinio a Cayambe
e nel 1961 emette la professione perpetua. Dal 1962 al 1966 frequenta lo studentato
teologico a Santiago la Florida, in Cile. Il 13 agosto viene consacrato sacerdote dal
cardinal Raul Silva. Celebrerà la Prima messa a Magno il 29 giugno 1969. Intensa è
la sua attività missionaria unita all’impegno civile e sociale che merita il 15 dicembre
1967 la concessione della cittadinanza ecuadoregna. Dal 1966 è insegnante e
consigliere scolastico. Nel 1971 consegue la laurea in scienze dell’educazione e dal
1975 è direttore e preside del Collegio Salesiano di Cuenca che comprende Collegio,
parrocchia, convitto, Istituto Tecnologico Oratorio e Centro Giovanile. Nel 1976
viene eletto presidente della Federazione degli Educatori Cattolici dell’Azuay.
Ammalatosi d’un male incurabile torna a Magno nel giugno del 1980 e qui muore nel
dicembre dello stesso anno.
-----------------------------Note bibl.:
FAPPANI A. Enciclopedia bresciana v. 15 sub voce
suor BARTOLOMEA RIZZINI
(Magno, 1933-Manerbio, 1997)
Proveniente da una famiglia profondamente cristiana e ricca di valori evangelici in
cui numerose erano le vocazioni ( 4 su 9 figli) professò nelle Figlie di Maria
Ausiliatrice dell’Ispettoria Emiliana il 5 agosto 1961 a Lugagnano d’Arda (PC).
Prestò il suo servizio di guardorobiera e uffici comunitari in diverse case
dell’Ispettoria operando con grande dedizione ed umiltà.
------------------------------Note bibl.:
FAPPANI A.
Enciclopedia bresciana v. 15 sub voce
GIAN PIETRO CAZZAGO
(Gardone, 1943- Sarezzo, 1996)
Diplomato all’ISEF, divenne insegnante di educazione fisica nella scuola media.
Autore di numerose pubblicazioni riguardanti le tecniche di recupero degli
handicappati attraverso l’educazione al movimento fu occupato fino all’età
pensionabile nella scuola media e divenne quindi docente dell’ISEF dell’Università
Cattolica. Carattere gioviale, intuitivo e costituzio nalmente teso ad aiutare chi si
trovava in difficoltà, morì in giovane età per un morbo incurabile. Nel 2000 è stata a
lui dedicata l’annuale edizione del premio di poesia patrocinata dal Comune di
Gardone.
------------------------Note bibl.:
BOLOGNINI P.
Valtrompia nella memoria
GRAZIANO RIZZINI
(Magno, 1950 – 1995)
Nasce a Magno nel 1950 e a diciotto anni si iscrive al Partito Comunista Italiano.
Assunto dalla ditta Beretta di Gardone per 24 anni sarà componente del Consiglio di
Fabbrica lottando, a volte anche duramente, nell’interesse dei lavoratori. Per quattro
legislature è Consigliere comunale di Gardone operando con coerenza e con serenità
di giudizio. Ha dedicato ogni suo sforzo per rivitalizzare l’attività della Cooperativa
di Magno e le iniziative del partito nella frazione. Istituita Rifondazione Comunista,
aderisce al nuovo partito e dal 1993 è membro del Comitato Provinciale continuando
la sua lotta in difesa della classe operaia e dei suoi interessi con coerenza ed onestà.
Colpito da un male incurabile si è spento a Magno fra il cordoglio di quanti l’avevano
conosciuto e stimato.
------------------------------Note bibl.:
FAPPANI A.
Enciclopedia bresciana v. 15 sub voce
BOLOGNINI P. Valtrompia nella memoria
INDICE ALFABETICO DEI BIOGRAFATI
Giuseppe AGOGERI
Dott. Luigi AJMONE
Graziella AJMONE
Achille ARNABOLDI
Enrico ARNABOLDI
Guglielmo ARNABOLDI
Angelo BAGLIONI
Crescenzio BAIGUERA
Luigi BARBERA
Padre Antonio BECCALOSSI
Giovanni Battista BELLERI
Giuseppe BELLERI
Lorenzo Giovanni BELLERI
Luigi BELLERI
Martino BELLERI
Pietro BELLERI
Simone BELTRAMI
Carlo BERETTA
Don Francesco BERETTA
Mons. Felice BERETTA
Giuseppe Antonio BERETTA
Piergiuseppe BERETTA
Pietro BERETTA
Pietro Antonio BERETTA
Carlo Bruno BERNARDELLI
Giulio BERNARDELLI
Pietro BERNARDELLI
Pietro BERNARDELLI
Vincenzo BERNARDELLI
Vincenzo BERNARDELLI
Faustino C. BERTUZZI
Amalia BIANCHI
Amedeo BONARDI
Pietro BONSI
Umberto BONSI
Angelo BOSIO
Battista BOSIO
Don Agostino BOTTI
Giuseppe BREGOLI
Angelo BRIGNOLI
Pietro Battista BRIGNOLI
1897
1882
1912
1886
1901
1889
1899
1822
1878
1739
1896
1885
1891
1926
1923
1898
1877
1908
1807
1890
1840
1906
1870
1791
1919
1872
1861
1908
1812
1897
1916
1909
1892
1894
1924
1898
1890 Inzino
1897
1900
1921
1923
Don Edoardo CAMPLANI
1879
Pietro CASARI (Inzino)
1890
Angelo CASTELNOVO
1922
Candido CEDONI
1920
Stefano CHIMINA
1851
Teresa CHINELLI
1844
Francesco CINELLI
1914
Pietro COCCOLI
1894
Giovanni Battista COGOLI
1892 Inzino
Carlo COMBINI
1889
Saverio CONSOLI
1890
Aride CORBELLINI
1915
Bortolo COTELLI
1881
Arturo DAFFINI
1914
Giovanni DAFFINI
1918
Ferdinando DAMIANI
1891
Giocondo DAVID
1921
Egidio DE CURSU
1879
Isidoro DONINI
1891
Guerino DORA
1917
Vincenzo ENTRATA
1920
Giovanbattista FACCHETTI 1841
Annibale FADA
1926
Maria FEDERICI
1908
Don Giuseppe A. FERRARI
1759
Sperandio FIORI
1895
Don Mario FOCCOLI
1914
Giacomo FOCCOLI
1850
Giuseppe FOCCOLI
1877
Ugo FOCCOLI
1903
Emilio FONTANA
1916
Angelo FRANZINI (Bocela)
1870
Graziadio FRANZINI
Sec. XVI
Maffeo FRANZINI
1857
Giuseppe GAGGIA
1918
Vladimiro Paride GALLO
1919
Carlo GAMBA
1915
Emanuele GARDONCINI
1859
Giovanni Battista GARDONCINI
1826
Giovanni Battista GARDONCINI
1895
Natalino GARES
1919
Silvio GATTAMELATA
18 Francesco GAZZAROLI
Natale GHIDINI
1894
1926
GIRARDELLO DA GARDONE
Sec. XV
Angelo GITTI
1908
Umberto GITTI (Grilo)
1886
Giovanni B. GOTTARDI (Cico 1907
Angelo GRAZIOLI
1921
Pietro GUALA (Inzino)
1864
Battista Luigi GUERINI
1915
Faustino LANCELLOTTI
1893
Inzino
Giovanni GUERINI
1911
Francesco A. GULMINELLI 1920
Battista LEALI
1889
Carlo LECHI
1915
Vittorio LOMBARDI
1893
Stefano MAROCCHI
1905
Carlo MANESSI
1894
Giuseppe MASETTI
1892
Andrea Annibale MAZZELLI 1896
Giovanni MENSI
1898
Santo Angelo MENSI
1893
Battista MILESI
1897
Pietro MILESI
1915
Giuseppe MORETTA
1888
Carlo MORETTI
1882
Cesare MORETTI
1890
Francesco MORETTI
1927
Luigi MORETTI
1798
Paolo MORETTI
1877
Giovanni Battista (TITA) MOZZONI
Giuseppe MOZZONI
1887
Don Giovanni Maria MUTTI 1839
Giuseppe MUTTI
1893
Antonio NODARI
1903
Don Luigi PANELLI
1885
Faustino Giacomo PAROLA 1923
Don Prospero PEDERSOLI
1895
Giuseppe PEDRETTI
1919
Maffeo PEDRETTI
1921
Alessio Giuseppe PERUCHETTI
Giuseppe PERUCHETTI
1848
Angelo PINTOSSI
1897
Angelo PINTOSSI
1920
Don Giuseppe PINTOSSI
1914
1894
1907
MArco PINTOSSI
Don Pietro PLEBANI
Angelo POLI
Giovanni Angelo POLI
Lorenzo POLI
Giulio PORTERI
Angelo PRANDELLI
(Magno)
Alberto PREABIANCA
Don Angelo RACCAGNI
Cesare RAPETTI
Don Pietro RINALDINI
Don Giuseppe RIZZINI
Roberto RIZZINI
Francesco ROSSI
Carlo SABATTI
Giovanni SABATTI
(Magno)
Giovanni SABATTI
(Magno)
Giuseppe SABATTI
(Magno)
Pietro Giacomo SABATTI
Rosolino SABATTI
Silvio SABATTI
Arturo Remo SALERI
Pietro SALVINELLI
Attilio SANDRINI
Bernardo SELVA
Alberto SIGURTA’
Andrea SOSTA (Magno)
Abramo Isacco TANFOGLIO
GiorgioTANFOGLIO
Giuseppe TANFOGLIO
(Magno)
EdoardoTARICCO
Biagio TELO’
Domenico TONINI
Giacomo TORCOLI (Inzino)
Fra Onorio TOSINI
Domenico VERA
Giovanni ZAMBELLI
Andrea ZAMBONARDI
Don Antonio ZAMBONARDI
1911
1914
1896
1897
1900
1924
1914
1918
1892
1844
1912
1893
1920
1910
1872
1839
1897
1906
1847
1916
1887
1915
1896
1922
1883
1920
1915
1882
1897
1825
1874
1917
1828 (Inzino)
1918
1919 (Inzino)
1896
1897 (Inzino)
1875
1873
(Magno)
1897 (Magno)
Carlo ZAMBONARDI
Mons. Giusep ZAMBONARDI
Giuseppe ZAMBONARDI
Don Enrico ZANETTI
Evaristo ZANETTI (Inzino)
Mons. Giuseppe ZANETTI
Dionisio ZATTI
Francesco ZUBANI (Inzino)
Don Evaristo ZUBBIANI
1831
1884
1912
1915
1894
1888
1837
1894
1922