L`armaiolo più giovane d`Italia con un cognome

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L`armaiolo più giovane d`Italia con un cognome
Prova fucili a canna liscia | Giulio Bernardelli sovrapposto calibro 28 e .410
Giulio Bernardelli, 23 anni, con il padre Luigi, 56, nell’armeria del laboratorio di via San Carlo a Gardone Val Trompia (Bs).
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fa
L’armaiolo
ollo più giovane d’Italia con un cognome tra i più ricchi
di tradizione. Giulio Bernardelli ha scelto di dedicarsi ai fucili fini
mosso da una grande passione, anche grazie a buoni maestri
Testo di Massimo Vallini, foto di Fabio Riccardi
E
dificata per voto della comunità dopo la peste del 1630,
la chiesa di San Carlo Borromeo sorge in uno degli
angoli più suggestivi dell’antico centro
storico di Gardone val Trompia (Bs).
All’ombra di quel campanile, la passione
per le armi è d’obbligo. Quello che
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adesso è il laboratorio di Giulio Bernardelli e buona parte della zona circostante
era ed è ancora di proprietà della famiglia
Bernardelli: poi, nel 1906, la fabbrica fu
trasferita nella ex manifattura tessile per
la produzione di stoppini, al confine tra
Gardone e Inzino, dove la Vincenzo Bernardelli è rimasta fino alla chiusura e al
trasferimento a Torbole Casaglia, nella
“bassa” bresciana. Sulla via Matteotti,
ove c’era la Vincenzo Bernardelli, ancora
oggi c’è l’insegna.
NIPOTE D’ARTE
Giulio ha 23 anni ed è “nipote d’arte”: è
infatti nipote di Narciso Bernardelli, detto
“Ciso”, notissimo personaggio del mondo
armiero che nel dopoguerra ha contribuito a rendere famoso il nome Bernardelli.
L’antesignano più noto della famiglia, il
“pioniere” Vincenzo Bernardelli (18291899) era il bis-bisnonno di Giulio e, successivamente, il bisnonno Giulio e il nonno
Ciso hanno alimentato la fama e l’immagine di costruttori di armi fini originali e
di alta qualità.
Ma è il nonno per parte di madre di Giulio
che ha forti e più dirette responsabilità
nella formazione e nella scelta del nipote.
È Girolamo Fausti, oggi ottantenne, che
ha lavorato fino alla pensione nel famoso
La coppia di sovrapposti marcati GB, cioè Giulio Bernardelli. In verticale il calibro 28, in primo piano il .410. La cartelle laterali hanno
semplice scopo ornamentale.
8.000
euro
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Prova fucili a canna liscia | Giulio Bernardelli sovrapposto calibro 28 e .410
Girolamo Fausti, oggi ottantenne, ha lavorato fino
alla pensione nel famoso K2 di Beretta, il reparto
delle armi fini, costruendo in particolare gli So6. Sta
insegnando a suo nipote Giulio tutto quello che sa.
La Vincenzo Bernardelli nel 1898, nella zona di via San Carlo dove adesso c’è il laboratorio
di Giulio. La fabbrica fu trasferita nel 1906.
K2 di Beretta, il reparto delle armi fini,
costruendo in particolare gli So6. Girolamo
sta insegnando tutto quello che sa a Giulio
e Giulio dimostra tutti i sintomi della “pericolosa” passione, apprendendo con diligenza. Il che fa ben sperare per il nostro
piccolo mondo armiero.
Giulio produce sovrapposti e doppiette
fini Anson in piccolo calibro, con bascule
dedicate e incisioni personalizzate. È
iscritto al terzo anno di Economia a Brescia. Luigi, il papà di Giulio, ingegnere che
si occupa di elettronica e automazione,
sta aiutando il figlio soprattutto dal punto
di vista commerciale. Luigi ha vissuto, con
comprensibile sofferenza, gli ultimi anni
dell’azienda famigliare e quindi non gli è
Giulio al banco con la lima. La maggior parte
del lavoro sui suoi fucili è del tutto artigianale.
parso vero di poter mettere ancora il suo
cognome su armi di livello: «Nei miei anni
di Bernardelli mi sono occupato del
nascente Tiro pratico, oggi dinamico, e
dello sviluppo delle pistole Bernardelli. Ho
lavorato alle partnership con Remington
e Walther per sviluppare progetti comuni.
Poi, nel 1997, l’Inps chiese inspiegabilmente il fallimento e dopo alterne e dolorose vicende i giudici fallimentari assegnarono l’attività ad altra azienda. Oggi
vogliamo recuperare quell’importante spicchio di cultura artigianale valtrumplina da
secoli legata al ferro e alle sue forme più
nobili».
Nel 2010 Luigi e Giulio Bernardelli hanno
deciso di ricominciare l’attività di costruzione di fucili fini nella storica sede di via
San Carlo a Gardone Val Trompia, culla
della tradizione armiera italiana. «L’intendimento è quello di preservare e rilanciare
il gusto, la manualità, la tradizione, l’abilità
e la conoscenza profonda delle armi, qui
nella patria dei fucili fini e unica realtà mondiale in grado di garantire una ricchezza
intrinseca che solo uomini di grande esperienza e con profondo amore per il proprio
lavoro sono in grado di perpetrare. Siamo
in grado di produrre doppiette e sovrapposti di pregio, per gli appassionati che
cercano in un’arma più che la perfezione
del controllo numerico, il cuore di un artigiano che nessun data base potrà mai contenere».
MORSA E LIME
La doppietta a cani esterni di piccolo calibro interamente ricavata dal pieno.
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Giulio lavora al banco, con la bascula nella
morsa, contornato da lime e carta smeri-
Bella la campanatura delle canne.
Le chiusure sono state concepite solo
su due mensole sporgenti dal vivo di
culatta della canna superiore sulle quali
si appoggia il catenaccio a traversino.
glio, sotto l’occhio attento del nonno e
con la benedizione di papà. I risultati sono
fotografati in queste pagine: una coppia
di sovrapposti calibro 28 e .410 con chiusura a chiavistello passante che opera sui
tenoni integrali del monobloc. Poi ci sono
doppiette realizzate secondo la più antica
trazione armaiola gardonese: bascula con
coda integrata, cani e minuterie ricavate
del pieno e finite a mano, canne con
accoppiamento demibloc, bindella piana
rabescata a mano, batteria Anson-Deeley
montata su acciarini con molla avanti,
estrattori manuali o automatici. Naturalmente, ampia possibilità di personalizzazione su specifiche del cliente. In “catalogo”, se si può parlare di catalogo quando
si costruiscono 15 fucili all’anno, anche una
doppietta a cani esterni interamente ricavata dal pieno.
I due sovrapposti non sono proprio
gemelli, ma riportano il numero 1 e il 2. Il
primo è il .410, il secondo il 28.
Quindi hanno una dignità assoluta e un
valore storico significativo. Soprattutto,
una linea elegante e classica impreziosita
da una minuziosa cura per i dettagli. La
componente artigianale è ai massimi livelli:
sono pezzi unici, risultato della creatività
dell’artigiano.
Le bascule sono ottenute da un unico
blocco di acciaio di altissima qualità, così
come tutti i singoli componenti ricavati dal
pieno con utensili, non per elettroerosione.
Coda e sottoguardia in pezzo unico con
la bascula conferiscono robustezza e affidabilità. Per ogni calibro, oltre a questi
anche il 12 e il 20, è stata creata una
bascula dedicata, con geometrie specifiche
per ottenere un’armonia costruttiva oggi
difficile da trovare sul mercato.
Questi sovrapposti di Giulio Bernardelli
hanno chiusura con ramponcini e tassello
trasversale: una scelta che deriva forse
dall’impostazione di nonno Girolamo.
RAMPONCINI E TASSELLO TRASVERSALE
Un’impostazione meccanica che ha qualche analogia con quella dei primi So
Beretta e, più indietro nel tempo, con il
famoso Anson-Deeley di Westley Richards.
Le chiusure sono state concepite solo su
due mensole sporgenti dal vivo di culatta
della canna superiore sulle quali si appoggia il catenaccio a traversino piatto che
scorre da destra verso sinistra in apertura,
comandato dalla chiave. Il monobloc è
arrotondato sotto la canna inferiore e la
camera di scoppio fuori dalla bascula presenta la tipica campanatura. Gli estrattori
sono automatici. La bascula ha corpo ad
arco per il solo primissimo tratto, vicino
alla faccia di bascula. Le conchiglie sono
possenti, ben arrotondate e un bordino le
contorna. Le piastre laterali hanno semplice
scopo ornamentale. Insieme a queste
caratteristiche eccezionali, particolare cura
viene rivolta anche alla batteria, di tipo
boxlock, montata sul sottoguardia. A
richiesta c’è la possibilità di montare monogrillo inerziale o meccanico, bigrillo, monobi-grillo. Quest’ultimo consente di sparare
prima e seconda canna con il primo grilletto e solo la seconda con il secondo. Le
canne con cono di raccordo lungo possono
A destra, sopra: l’interno della bascula
ha corpo in parte ad arco. Sdoppiati e generosi
gli spintori per il caricamento dei cani.
A destra: la batteria è di tipo boxlock montata
sul sottoguardia. La molla
è protetta, resa più facile da regolare.
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Prova fucili a canna liscia | Giulio Bernardelli sovrapposto calibro 28 e .410
Il sovrapposto calibro 28 con ornato floreale a spirali, inciso da Stefano Bellini
della Bottega di Cesare Giovanelli.
A destra: il petto di bascula del calibro .410 (numero 1 della coppia)
con inglesina rose & scrolls a spirali
incisa sempre da Bellini. Belli i rinforzi laterali.
Le canne sono realizzate da Lamec o Bfim.
La bindella piana è costruita
a mano, strozzature rigorosamente fisse.
essere monobloc o demibloc (a richiesta),
le bindelle piane sono eseguite a mano,
con rabescatura pure eseguita a mano, i
bindellini pieni.
Giulio, con meticolosa pazienza, propria
solo di chi nutre profonda passione per il
proprio lavoro, regola ogni componente
a regola d’arte e ricava tutte le parti dal
pieno per asportazione di materiale, senza
utilizzare parti microfuse. La minuteria è
ricavata dallo stesso lingotto da cui si
ottiene la bascula, in questo modo dopo
la tempra tutte le parti assumono le stesse
caratteristiche, dando così garanzia di
tenuta e durata dei materiali. Naturalmente
Belle e classiche le voluminose conchiglie. Si nota anche il bordino
di rinforzo che contorna le canne.
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il giovane armaiolo si rivolge ad altri fornitori per certe operazioni o per acquistare
altri componenti.
La tiratura della bascula viene eseguita a
mano, così come tutte le operazioni di
messa a punto della batteria e l’assestamento. Ogni fucile viene riparato e smontato due volte per controllare che ogni
dettaglio sia rifinito a regola d’arte.
OBIETTIVO BOSS
«Il sovrapposto finale, il mio obiettivo è il
tipo Boss con cartelle laterali tipo Holland
& Holland pinless, mio padre pensa anche
al rigato», spiega Giulio. «Già questi
La firma dell’incisore e il numero del sovraposto vicini al ponticello.
Giulio Bernardelli sovrapposto calibro 28 e .410
scheda_tecnica
Costruttore: Giulio Bernardelli
manifattura armi, via San Carlo 56,
25063 Gardone Val Trompia (Bs),
tel. 030.21.06.959-335.20.28.71,
fax 030.21.06.742,
[email protected], www.bernardelli.it
Modello: sovrapposto
Tipo: fucile a due canne sovrapposte,
per caccia
Calibri: 28 (.410)
Canne: cilindriche, lunghe 740 mm,
forate a 13,9 (10,5) e pesanti
986 g (949)
Strozzature: strozzature fisse ***/*
Chiusura: con tassello trasversale e
ramponcini di tenuta
Estrattori: automatici, selettivi
Espulsione: a puntoni caricati
da molle
Percussione: indiretta mediante cani
su percussori a lancio inerziale
Scatto: monogrillo o bigrillo; batterie
montate sul sottoguardia, molle
cinetiche a “V”
Congegni di puntamento: mirino
a sfera, in metallo; bindella piana
di 6x6 mm e bindellini laterali pieni
Sicurezza: a cursore sul dorso
Calcio: misure e allestimenti a scelta,
disponibili inglese, pistola, mezza
pistola, in noce selezionato lucidato
a olio; lungo 375 mm (370)
Peso rilevato: 2.529 g (2.424)
Lunghezza rilevata: 1.190 mm (1.170)
Materiali: bascula in un unico pezzo di
acciaio 28NiCrMo7, cementato e
temprato; canne in acciaio al cromo
molibdeno
Finitura: bascula finita con incisioni
a richiesta; canne brunite lucide
Prezzo indicativo: da 8.000 a 18.000
euro, Iva inclusa, a seconda delle
incisioni e delle personalizzazioni;
con valigetta e altri accessori
La prova in placca
canna***
27
33
18
25
29
34
29
33
Cartucce impiegate: Fiocchi Gfl 28 con 17 grammi di piombo 8
Totale pallini per cartuccia: 241
Distanza di tiro: 35 metri
Strozzature: ***/*
Cerchio esterno di rosata: 750 mm
Cerchio interno di rosata: 375 mm
Percentuale di pallini tra cerchio esterno e cerchio interno: prima
canna 94,6% (228 pallini), seconda canna 97,5% (235 pallini)
Percentuale di pallini nel cerchio di 750 mm: prima canna 48,6%
(111 pallini), seconda canna 58,2% (137 pallini)
Percentuale di pallini nel cerchio di 375 mm: prima canna 51,3%
(117 pallini), seconda canna 41,7% (98 pallini)
Distribuzione: ottima, rosate appena leggermente alte
canna*
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31
36
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30
20
15
36
Il calibro .410 è lungo 1.170 mm con canne di 740
e pesa 2.424 grammi.
sovrapposti hanno caratteristiche che
abbiamo scelto noi in modo originale: per
esempio la batteria con la molla protetta,
resa più facile da regolare, con sopramonta
e rimbalzo. Ma arriveremo presto anche a
una serie totalmente nostra».
L’incassatura viene eseguita a mano con il
metodo tradizionale. Il calcio è in radica
di noce pregiato, su misura del cliente,
lucidato manualmente a olio. Ogni elemento del fucile è personalizzabile dal
cliente, su misura come un capo sartoriale,
persino il sistema di apertura dell’astina,
tipo Anson o auget. Il calibro 28 ha calcio
Lo scudetto in acciaio brunito con il marchio
rimesso in oro.
Il pulsante di sgancio dell’asta è un goiellino.
a pistola, il .410 quello all’inglese con sottoguardia allungato.
Allo stesso modo, l’incisione viene concordata e totalmente personalizzata in
base alle preferenze del cliente, dall’inglesina finissima alle scene di caccia più dettagliate. Le incisioni di questi due sovrapposti sono firmate da Stefano Bellini della
Bottega incisioni di Cesare Giovanelli. Il
calibro 28 con un ornato floreale a spirali,
il .410 con un classico rose & scrolls, cioè
girali e rosette oppure, come dice qualcuno, “inglesina”.
Questi primi lavori sono già di ottimo
livello e le fotografie aggiugono tutto
quello che è necessario sapere. Dal canto
mio, posso dire che il 28 a 30 metri si è
esibito in rosate davvero lusinghiere, riassunte nella scheda balistica. Giulio Bernardelli è l’armaiolo più giovane d’Italia con
un cognome tra i più ricchi di tradizione.
Con la passione che ci mette, ha le carte
in regola per farsi onore.
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