gemelliinforma_news_7 (Page 2)
Transcript
gemelliinforma_news_7 (Page 2)
INQUADRA il codice a sinistra con il tuo smartphone oppure N. 7 NOVEMBRE CLICCA su questo riquadro per il pdf di questa pagina, da stampare o condividere, presente nel sito: 2013 www.policlinicogemelli.it La diagnostica 2 Quando il calore distrugge il tumore I grandi vantaggi della termoablazione La termoablazione è un trattamento di radiologia interventistica che consiste nell’inserimento di un ago direttamente all’interno del tumore, in maniera percutanea, ossia senza richiedere alcuna esposizione chirurgica dei distretti corporei su cui si opera, utilizzando l’ecografia o apparecchiature TC come guida, al fine di controllarne l’introduzione ed il suo corretto e preciso posizionamento. L’ago da termoablazione viene collegato ad un generatore che eroga onde a radiofrequenza che, mediante produzione di calore, consentono di distruggere il tumore risparmiando il tessuto sano circostante. In questo modo si ottiene un trattamento completo della lesione, in maniera minimamente invasiva, senza intervenire chirurgicamente. E’ tra l’altro sufficiente un’anestesia locale associata ad una sedazione profonda, senza necessità di anestesia generale, con un tempo medio procedurale di circa 1 ora. Ne conseguono ovviamente un minore stress procedurale per il paziente, la riduzione del dolore, degli effetti collaterali e delle complicanze, nonché dei tempi di ricovero ospedaliero e una più rapida ripresa delle normali attività quotidiane, rispetto a quanto avviene con i pazienti trattati con la terapia chirurgica convenzionale. Tali trattamenti sono particolarmente indicati in pazienti che per età avanzata o per condizioni cliniche legate a funzionalità cardiaca o respiratoria non sono candidabili alla chirurgia convenzionale. Grazie agli enormi avanzamenti tecnologici ed alla conseguente introduzione di nuove tecniche e materiali di ultima generazione, negli ultimi anni si sta registrando una sempre maggiore affermazione di tali procedure nel trattamento di pazienti oncologici, allargando le indicazioni oltre che a tumori del fegato, in cui vengono utilizzate sin dagli anni ’90, anche ad altri organi quali polmone, rene, pancreas ed osso. La Radiologia Interventistica del Policlinico Gemelli sta giocando un ruolo importante nello sviluppo di tali applicazioni, collaborando con centri di eccellenza italiani ed europei, ed introducendo nuove tecniche che possono migliorare il trattamento oncologico nel futuro, con risultati molto incoraggianti presentati negli ultimi anni in congressi nazionali ed internazionali. In particolare, nell’ultimo anno, sono più di 50 i trattamenti di termoablazione per pazienti oncologici con tumori primitivi o metastatici del fegato e polmone, eseguiti dal dott. Roberto Iezzi, presso il Dipartimento di Scienze Radiologiche del Policlinico Gemelli di Roma, diretto dal prof. Lorenzo Bonomo. I dati evidenziano una significativa crescita rispetto allo scorso anno nel numero dei casi, ma soprattutto ottimi risultati in termini di risposta, con un interesse notevole in particolare nel trattamento di lesioni polmonari. Va sottolineato che le procedure di termoablazione, così come tutte le procedure di Radiologia Interventistica, si affiancano alle altre terapie mediche e chirurgiche disponibili in ambito oncologico. E' fondamentale ai fini del risultato che la selezione dei pazienti che possono beneficiare di tali procedure, venga effettuata in maniera multidisciplinare e condivisa con tutti gli specialisti coinvolti. Al Policlinico A. Gemelli la selezione dei pazienti con tumore polmonare che possono beneficiare di tale trattamento viene effettuata durante i meeting multidisciplinari settimanali del "Percorso Polmonare", durante i quali tutti i pazienti afferenti alle diverse specialità vengono discussi collegialmente in maniera da offrire il trattamento più indicato, efficace e con minori rischi. La valutazione collegiale da parte di tutti gli specialisti rappresenta la forza del nostro Policlinico e giustifica gli ottimi risultati ottenuti in termini di successo procedurale. L'impatto di queste terapie nel trattamento di patologie tumorali è stato tale da dar vita ad una branca super-specialistica, ossia la Radiologia Interventistica Oncologica, che comprende tutte quelle procedure mini-invasive che hanno l'obiettivo di trattare patologie tumorali primitive e secondarie servendosi di apparecchiature radiologiche come guida. Tra queste, sicuramente la termoablazione rappresenta una delle armi più efficaci a nostra disposizione. Ad oggi, questa procedura, ci offre già la possibilità di trattare lesioni di maggiori dimensioni e lesioni multiple nella stessa seduta, ed essendo in continua evoluzione tecnologica, potrà senza dubbio ampliare ulteriormente il suo raggio di azione ad un numero sempre crescente di pazienti, contribuendo in maniera significativa al miglioramento del trattamento oncologico nel prossimo futuro. Per informazioni: 06.30154394 [email protected] [email protected] Esofago di Barrett: al Gemelli ora si può intervenire con l’ablazione a radiofrequenza L'esofago di Barrett è una trasformazione (metaplasia) dell'epitelio esofageo nel tratto immediatamente sopra allo stomaco, che a causa dal reflusso gastroesofageo (RGE) cronico, diventa simile al rivestimento dell'intestino. È una condizione che provoca un danno persistente e severo della mucosa esofagea e rappresenta un fattore di rischio per lo sviluppo dell'adenocarcinoma dell'esofago, uno dei tumori a più alta crescita di incidenza nei Paesi occidentali. Per valutare la presenza del tumore allo stadio precoce del suo sviluppo, i pazienti vengono sottoposti ad endoscopia di controllo con biopsie multiple del tessuto malato. L'approccio tradizionale consiste nell'esofagectomia chirurgica, una procedura invasiva. Nell'ultimo decennio sono state provate terapie endoscopiche quali la coagulazione con argon plasma (APC), la terapia fotodinamica (PDT) e la resezione endoscopica della mucosa (EMR). Recentemente, sono stati pubblicati studi riguardanti l'uso dell'ablazione a radiofrequenza, al fine di eliminare completamente l'epitelio con Barrett. Tale metodica è stata valutata dall'Unità di Valutazione delle Tecnologie dopo una richiesta pervenuta dall'Unità Operativa di Endoscopia Digestiva Chirurgica, diretta dal prof. Guido Costamagna. Dopo un percorso che ha utilizzato le logiche dell'Health Technology Assessment e che ha dimostrato come la tecnica sia promettente essendo ben tollerata dai pazienti e consentendo una totale eradicazione della metaplasia a 12 mesi, tale metodica è stata introdotta nel Policlinico nonostante i suoi costi elevati non siano completamente coperti dal nostro Sistema Sanitario Nazionale. L'ablazione a radiofrequenza utilizza un catetere filo-guidato dotato all'estremità di un emettitore di radiofrequenza a pallone, e un generatore di radiofrequenza che elimina le cellule potenzialmente precancerose mediante una necrosi superficiale. Il tessuto patologico verrà, infine, sostituito da epitelio esofageo normale. È eseguita mediante il sistema di ablazione HALO Flex (prodotto da BÂRRX Medical, Inc., Sunnyvale, California, USA, recentemente acquisita da Covidien) e la procedura è svolta in sala operatoria con paziente sedato o intubato e con un ricovero di qualche giorno. Le complicanze, poco frequenti, sono legate al sanguinamento dopo la procedura e al restringimento (stenosi) dell'esofago trattato. Il paziente, per evitare la recidiva del Barrett, deve fare terapia cronica con farmaci antireflusso. In Italia è possibile ricorrere a questa tecnologia solo in pochi centri: nel centro Italia, oltre a Roma, solo a Pisa.