la truffa piu` grande
Transcript
la truffa piu` grande
KILLING DODGE Il volto di Mario si specchiava sulle lenti degli immensi occhiali da sole del venditore dell’AVIS. Come era insopportabile dovere stare lì a vedere la sua faccia per tutto il tempo della trattativa, gonfiata, allungata, ingigantita e deformata da quelle lenti. -Dipende tutto, signor Chiesa, da quanti chilometri ha intenzione di fare …guardi questa Mercedes! E’ una freccia…modello SL AMG del 2004 argento metallizzato. Mammamia! duecentocinquanta all’ora autolimitata. Navigatore satellitare. Auto che non la deluderà nemmeno se, durante il suo soggiorno , si vuole dedicare ad una qualsiasi attività alternativa, oltre al lavoro. Questo si può trasformare anche in un viaggio di piacere con un’auto del genere…- l’uomo strizzò l’occhio, da sotto gli occhiali, a Mario. Non lo si vedeva. Lo si capiva. -…Certo, se non è però abituato ad una postura bassa di guida magari può anche trovarsi male…finire con la schiena a pezzi, quando arriverà a …Dove ha detto che doveva andare?- Chiesero il paio di occhiali specchiati che già si erano dimenticati la destinazione. -A Budapest.- Rispose tempestivo Mario. -…Già…già…viaggio di lavoro…- Ci fu un momento di silenzio tra i due, subito dopo questa frase lasciata in sospeso che Mario non comprese se fosse stata pronunciata in senso ironico o meno, non riuscendo a scorgere l’espressione del venditore sotto le lenti -Beh, comunque, come le dicevo…se la posizione di guida bassa non ritiene possa essere di suo gusto abbiamo anche questo SUV della BMW… quanto tempo ha detto che intende noleggiarla l’auto?-Per due giorni…massimo tre.Che brutto muso gli facevano quelle lenti, quando parlava! Sembrava un matto! Il naso era lungo come il collo di una bottiglia. -Ottimo…allora questa potrebbe fare al caso suo. Venerdì è già prenotata…ma posso dargliela perché lei tornerebbe giovedì. Guardi che macchina. Visto che non mi sembrava entusiasta della nostra auto di prima proviamo con questa…lei mi sembra il tipo che più vuole uscire dagli schemi quotidiani con un fuoristrada; anche se io… sceglierei quella. Vuol mettere la sera, con quella??- Doveva aver strizzato di nuovo l’occhio il venditore. -…Ah, già ma lei ci va per lavoro….a Budapest….Prima di parlare della nuova macchina il venditore si lisciò i capelli ingellati. Si vedeva che era uno di quelli che, la mattina, mettono la brillantina direttamente sul rastrello del pettine e poi si pettinano, perché i fasci di capelli erano distanziati in modo troppo perfetto. L’uomo volse la cravatta verso il SUV della BMW e fece finta di lucidarne, con l’estremità di questa, la carrozzeria nera metallizzata -…guardi qua! Nero metallo…ceeerto, non veloce come l’altra ma un salotto da businnes class dentro…comandi audio/telefono al volante…lettore cd con schermo…nel caso si annoi…per gli interni qua abbiamo alluminio, non la radica, che ormai è fuori moda…caricatore cd…pochissimi chilometri…anno 2005…il massimo, mi creda! Tocchi che pellame questi sedili! Tocchi come è soffice!- L’uomo aprì la portiera del mezzo e prese a sfregare con la mano lo schienale del sedile ed a sorridere dietro gli occhiali a goccia formato maxi. Fu proprio in quel momento però, proprio quando Mario fu in possibilità di staccare gli occhi dal riflesso del suo muso sulle lenti, che erano concentrate sull’auto, che notò il cofano che gli serviva. L’auto che voleva! Ma il venditore non notava l’attenzione scemata del cliente, anzi, non notava più nulla, intento com’era a tessere le lodi del SUV BMW. Addirittura era salito sul mezzo e stava simulando la guida con tanto di rumori del motore e fingeva di abbassare il finestrino del lato passeggero per parlare con qualche immaginaria bella ragazza trovata fuori da chissà quale locale in, della sua fantasia. -Quella! Ecco! E’ libera per domani?- Fece Mario risoluto, anche se non senza un filo della tensione che, dopotutto, lo pervadeva sin dalla sua entrata nell’autonoleggio. Il venditore sbattè letteralmente contro un muro di realtà, rispetto a ciò che stava fantasticando, quando udì la domanda del suo cliente e subito gli venne da maledirsi per aver pensato (erroneamente) fino a quel momento, di trovarsi di fronte ad un compratore dal gusto raffinato. Quasi contrariato perché quell’uomo lo aveva distratto nel suo viaggio mentale, aveva guardato con sufficienza l’auto indicatagli dal cliente ed aveva risposto, quasi nauseato per la domanda -Certo. Quella è sempre libera.-Ma signor Chiesa, mi permetta di dirle che con quel fuoristrada della Dodge la schiena le diventerà poltiglia: un omogeneizzato, fino a Budapest. E poi è un pick up quattromila e cinque a benzina!! Mi lasci dire …quelle auto americane dovrebbero tenere un benzinaio a rimorchio pronto a fare il pieno in qualsiasi momento…le lasci agli americani quelle macchine.Niente da fare…Mario era ipnotizzato dall’imponente griglia americana scintillante del frontale del cofano…pareva la bocca di uno squalo. Con quell’ariete sullo stemma poi era proprio ciò che faceva per lui. Quando si era prefigurato il suo piano aveva davvero immaginato “il tutto” proprio con quell’automobile o, comunque, una molto, molto simile. Mario non ascoltava più nessuno intorno a lui…si avvicinò all’automobile imponente e prese a fare i calcoli per il suo piano. “ Allora…il cofano mi arriva addirittura fino a metà busto…ottimo! E contando che lui è un po’ più basso di me, l’ariete gli arriverà anche un po’ più in alto!” -Senta…se vuole le posso fare un po’ di sconto…sul noleggio della BMW. Sentirà che differenza, mi creda…qualità tedesca.- Il venditore continuava a parlare , ma i pensieri di Mario erano altrove. “Quattromilacinque di cilindrata dovrebbe essere una potenza più che giusta per il mio scopo. Ma sì…che quello stupido pensi pure che vado a Budapest per fare sesso. E’ soltanto un bene per il mio progetto. Soltanto un bene… …Ma come sono arrivato a questo punto? Come posso essere arrivato a voler uccidere il mio capo?” Per un attimo Mario parve un poco pentito di ciò che era in pricinto di compiere, ma gli bastò ripensare al volto del suo “capoufficio” affinché quel barlume di umanità nei suoi pensieri scomparisse immediatamente. “…Quel vigliacco!Quindici anni a lavorare per lui…a leccargli il culo…a tappargli i buchi…ad assorbirmi le colpe delle sue cazzate e lui?! Quando c’è da scegliere l’assistente pariruolo da promuovere cosa fa?! Dopo quindici anni di servizio?! Promuove quel ragazzino stupido arrivato un mese fa! Un bambino di nemmeno vent’anni con più di duemileuro di paga a portata di mano grazie a questa promozione per quello lì…e per me?! Niente! Neanche da crederci!!Io che ho due figli devo restarmene con i miei millecinquecento euro al mese di elemosina! Quello scapolo invece con più di duemila euro ed io, con famiglia, millecinquecento!!Quell’idiota va a promuovere quello sbarbato capace di niente ed inetto…nemmeno excel sa usare, quello…per non dire quando sono insieme loro due…sono nauseanti! Come se la ridono sempre…con quelle due facce da sberle… ridono di me….lo so…se ne fregano che ho lavorato in quella ditta per quindici anni, quelli….ma ha fatto il suo ultimo sbaglio, il capoufficio! Quando io ho iniziato a lavorare qua quel novo assunto aveva cinque anni!!” -Vedo che nemmeno una parola può scalfire la sua decisione di farsi quel viaggione con con la Dodge…signor Chiesa.Ah, già…c’era ancora il venditore. Mario asserì alla frase dell’uomo dicendo che quell’auto rossa sarebbe stata più congeniale alle sue esigenze perché, una volta a Budapest, avrebbe dovuto fare molte strade sterrate per arrivare al posto lavorativo. Poi tornò a rimuginare sul suo piano. “ma come ho fatto ad arrivare fino a questo punto? A tutto questo odio? Ci mancava soltanto che il mio amico Oscar mi desse involontariamente l’input omicida adatto… ci mancava che mi dicesse che, i morti per incidenti stradali vedono comminate all’autore, per legge,sempre e solo condanne per omicidio colposo! Ricordo ancora quelle parole! <<…la giurisprudenza italiana non ha quasi mai dato condanne per omicidio doloso, per morti provocate in conseguenza della circolazione stradale… quindi –pensa che assurdità- se uno ammazza un altro per strada, ed è il primo reato che commette, il giudice sospende la pena di nove mesi di galera, per omicidio colposo, ed il reo non si fa nemmeno un minuto di gattabuia!>>” Le aveva ben fotografate nella memoria, quelle parole, Mario. Come dimenticarle? Quella sera di due settimane prima, in effetti, il suo amico Oscar, avvocato, aveva pronunciato quelle parole dopo l’ennesima birra tra i due al pub, allorché erano entrati in una discussione su di un fatto di cronaca. A Mario era bastata quella frase per trovare un modo per alleviare finalmente quell’odio che lo stava divorando dall’interno da un po’, ossia da un mese addietro, quando era stato escluso dalla nomina ad assistente capoufficio. Era proprio quella sera che aveva deciso che avrebbe ammazzato il capo con un incidente stradale ben congeniato. Lo avrebbe atteso davanti all’entrata dell’azienda, proprio appena dietro l’angolo della recinzione, dove il suo superiore era solito attraversare la strada, dopo aver parcheggiato l’auto. Mario avrebbe poi svoltato l’angolo di colpo al volante della sua auto e, con una manovra involontaria maldestra, avrebbe tirato sotto il capo. Si sarebbe anche fermato per prestare invano dei finti soccorsi al capo, visto che l’amico avvocato aveva detto che la questione cambiava (aggravando la pena) invece se c’era l’omissione di soccorso. Mario avrebbe assistito allo spirare del capo. “Se lo merita tutto quel figlio di puttana! Questa grata gli arriverà in pieno petto a quasi cento all’ora. Non può salvarsi…” Il signor Chiesa strofinava le mani sulle cromature della maschera frontale della Dodge e le stava immaginando imbrattate di sangue e capelli. -Allora…vado subito di là a prendere il contratto e poi potrà prenderla anche subito per partire…così può caricarci già da stasera le cose per partire domani…Anche il venditore notò la passione quasi morbosa di Mario per la vettura e fece –Se ne è proprio innamorato…beh…è una gran macchina…solo da noi può trovarne così, di automobili. Mi aspetti…Detto ciò il venditore si allontanò lasciandolo finalmente solo con il fuoristrada. “Guadagno talmente poco da non aver nemmeno una macchina decente per uccidere una persona. La mia utilitaria non è all’altezza…non mi assicura la morte…gli spezzerei al massimo le gambe…ma invece questo cofano…questo…è…è un muro che ti viene incontro. E’ morte allo stato puro!” Niente da fare…Mario era partito di nuovo nelle sue macabre fantasie. “Dopodomani avrò la mia vendetta. Basta! Non posso più perdere notti insonni per colpa di uno stronzo del genere ingrato. Dopodomani il problema sarà risolto. Sono disposto anche a subire un processo per reato colposo….ma sono al primo reato in vita mia e non mi faranno nulla…sospensione della pena….sospensione della pena…sospensione della pena…” come lo faceva sentire meglio quella frase! Aveva perfino il potere di sedargli la tensione data dalla paura di fallire. “Ma magari se fallissi sarebbe meglio…spezzargli la schiena e vederlo marcire su di una sedia a rotelle. Sarebbe una felicità prolungata nel tempo, invece che una assai intensa, ma istantanea. Col rischio di perderne il gusto nel tempo…” -Eccoci qua…deve soltanto mettere una firma qua, un’altra qua per l’assicurazione ed una…qui. Se poi mi dà la patente…faccio una fotocopia e poi è libero. Può prendere il suo bolide.Il faccione di Mario sulle lenti degli occhiali a goccia del venditore aveva un’espressione diabolica mentre passava la licenza di guida all’uomo. Fuori dalla vetrina il sole di Luglio, bollente, faceva friggere i copertoni delle auto sul piazzale come fossero formaggio fuso. Ormai era fatta. Aveva comprato l’arma del delitto. -Ecco, signor Chiesa. Questa è la sua patente e queste sono le chiavi del mezzo… guardi il portachiavi. Non è una bomba?Un bell’ariete in acciaio . Aspetti un attimo che le apro l’anta della vetrina così può uscire…Ah, dimenticavo. Il pieno al ritorno da Budapest può farlo lei, oppure noi e le verrà addebitato senza extra. -Va bene. Ma penso che lo farò io…-Quando è a Budapest faccia un giro in un locale che conosco. Si chiama Radnoti Miklos. Si fanno sempre piacevoli conoscenze. Se la goda…e non lavori soltanto…Mario annuì. -La sua Fiat ha quindi detto che preferisce che la teniamo noi? Milano-Budapest in “fiat uno” poteva tentarlo! Poteva farci un pensierino…sarebbe entrato nel Guinnes dei primati ah!Ah!Ah!- -Mentre è all’estero le faremo fare un piccolo tagliando…tutto offerto dalla casa, signor Chiesa. E non dimentichi che questi servizi li offre solo l’AVIS rental… quando dovrà fare altri viaggi ci contatti. Molti rappresentanti si rivolgono a noi.Mario accese il motore che, alla prima accelerata, fece il rumore come di uno scoppio di una granata. Una potenza devastante in mano ad un killer. Ingranò la marcia automatica ed uscì dalla vetrina spalancata fissando l’asfalto davanti a sé. Il venditore lo salutò ma non fu ricambiato da quel cliente distratto da chissà quali pensieri. Stette a guardare il retro della Dodge che aveva appena noleggiato scintillare al sole di luglio, mentre si allontanava. Appena avvertì il calore esterno però il dipendente dell’AVIS chiuse la vetrina e ritornò a godersi l’aria condizionata. Dette un’ultima occhiata a quel pick up che davvero non lo convinceva affatto. Non era una macchina per lunghi viaggi…ma dopotutto il venditore c’aveva provato a convincere il signore….e, alla fine il cliente ha sempre ragione. La scritta posteriore “DODGE” scomparve alla fine dietro una piccola duna ed il dipendente pensò “Sì….sì…adesso si chiamano viaggi di lavoro, quelli a Budapest… ma chi pensava di prendere in giro? ”.