Cliccando la cultura - Transeuropa Edizioni

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Cliccando la cultura - Transeuropa Edizioni
09/05/2012
Liberal
Pag. 14
(diffusione:60000)
Cliccando la cultura
È la «Primavera digitale» il filo conduttore della nuova edizione del Salone del Libro di Torino, al via da
domani A essere indagate saranno le trasformazioni che la Rete ha provocato nello scrivere, nel leggere e
nel comunicare
Marco Ferrari
Della Spagna sappiamo tutto, forse troppo, della Romania poco o niente. Il Salone Internazionale del Libro,
che si tiene da giovedì a lunedì 14 maggio al Lingotto Fiere di Torino, accosta come ospiti ufficiali due
letterature che in comune hanno la matrice latina e nulla più. In quattro padiglioni il salone torinese mette
insieme 1.200 espositori di cui 50 nuovi editori, alla faccia della crisi economica e culturale che attraversa il
nostro Paese. Le regioni italiane presenti con un proprio spazio sono 9, mentre 26 sono le sale e le aree
adibite ad ospitare presentazioni, incontri e dibattiti. Tema conduttore di questa edizione è la "Primavera
digitale", tutte le trasformazioni che il "vivere in rete" ha indotto nel leggere, scrivere, comunicare e
conservare informazioni e culture. Nutrita anche la rappresentanza dei Paesi ospiti. La Spagna, con lo stand
nel Padiglione 2, presenta scrittori molto popolari anche nel nostro Paese come il filosofo Fernando Savater,
Javier Cercas e Clara Sànchez, anche se mancano il campione d'incassi Carlos Ruiz Zafón e il super
premiato Javier Marías. Curiosità attorno alla pattuglia rumena guidata dell'unico nome di livello
internazionale, Norman Manea, narratore e saggista, Premio Internazionale Nonino 2002, già dissidente sotto
il regime Ceausescu, che ha trovato rifugio a New York, la città degli esiliati per eccellenza. Manca
ovviamente Herta Müller, Premio Nobel per la letteratura 2009, nata nel Banato rumeno, zona di cultura e
lingua tedesca e quindi trasferitasi in Germania nel 1987. Siamo in un magma etnico linguistico causato dalla
variazioni della storia. In Romania, infatti, oltre al rumeno si parla una ventina di lingue minoritarie, dal
tedesco al russo, dall'ungherese al serbo. Un mosaico che comprende finanche minuscole entità polacche,
croate, italiane, armene e greche. Un caso singolare è quello della vicina repubblica Moldava, la cui lingua è
considerata una variazione del rumeno. Ma la definizione di "lingua moldava" come lingua separata dal
rumeno, è oggetto di grandi controversie. La creazione di un'identità linguistica separata fu, in effetti,
promossa dal governo sovietico per sottolineare le differenze con la Romania, enfatizzando l'influsso
letterario e linguistico russo sull'idioma moldavo. E tale è rimasta anche dopo l'indipendenza tant'è che la
lingua moldava può essere scritta sia in alfabeto latino, come avviene ufficialmente nella Repubblica
moldava, sia in alfabeto cirillico addirittura adattato alle esigenze locali della Transnistria, regione filo russa
autoproclamatasi repubblica autonoma o nella vicina Ucraina, dove vivono minoranze etniche, come era in
auge nella Repubblica Socialista Sovietica di Moldavia fino all'89. Il rumeno, come lingua romanza, risale al
Cinquecento, anche se rimase schiacciato e influenzato da invasioni esterne, in particolare quella greca. Solo
con le rivoluzioni nazionali dell'Ottocento tornerà in auge affermandosi definitivamente con l'indipendenza del
paese ottenuta nel 1918. Nel Novecento i due maggiori letterati rumeno trovarono una dimensione
internazionale al di fuori della patria, Emil Cioran e Eugène Ionesco, uno dei più eminenti drammaturghi del
teatro dell'assurdo. Ancora oggi una parte notevole dei letterati rumeni vive e produce all'estero alla ricerca di
un'integrazione possibile dentro l'Europa, sintomo di un disagio interiore e di una vocazione antica al
nomadismo e al contatto con l'altro. Non a caso nel Nord Ovest italiano vivono stabilmente circa 300 mila
rumeni di cui 80 mila nella sola Torino. In 400 metri quadrati le case editrici di Bucarest e dintorni
cercheranno dunque di far capire quale è l'ispirazione dei loro scrittori, dalla caduta di Nicolae Ceausescu del
Natale 1989 sino ai nostri giorni. Uno spazio non solo dedicato ai libri ma anche al cinema, al teatro, al
turismo e alla recente traumatica storia del paese danubiano marcata dal lungo dominio comunista. Trenta gli
eventi previsti con presentazioni delle traduzioni di letteratura romena in Italia, tavole rotonde, dialoghi tra
scrittori romeni e italiani con oltre 120 invitati, romeni, italiani e di altri paesi. Non si sono lasciati scappare
l'occasione di un parterre così importante ben 23 autori rumeni e moldavi. Oltre a Norman Manea (tradotto in
TRANSEUROPA EDIZIONI - Rassegna Stampa 10/05/2012
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La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Spagna e Romania saranno i Paesi ospiti del Lingotto Fiere: quattro padiglioni che metteranno insieme circa
1.200 espositori e 50 nuovi editori
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Italia dal Saggiatore) ecco spuntare Ana Blandiana, Mircea Cartarescu, Gabriela Adamesteanu, Dumitru
Tepeneag, Matei Visniec, Ileana Malancioiu, Mircea Dinescu, Ion Muresan, Dan Lungu, Nichita Danilov,
Lucian Dan Teodorovici, Doina Rusti, Rasvan Popescu, Florina Ilis, Vasile Ernu, Floarea Tutuianu, Ruxandra
Cesereanu, Ana Maria Sandu, tutti esordienti sulla platea italica. Tra coloro che hanno ottenuto traduzioni in
italiano ci saranno la poetessa moldava Eugenia Bulat, Mihai Mircea Butcovan ( Allunaggio di un immigrato
innamorato , Besa 2006), Ingrid Beatrice Coman, ( Tè al samovar- voci dal gulag sovietico , L'Harmattan Italia
2008 e Non spegnete la luce , La memoria del mondo), Liliana Lazar ( Terra di uomini liberi ,Tropea Editore).
Una piccola truppa scoperta da editori d'avanguardia che sono riusciti ad approdare sulle rive del Danubio in
anticipo sull'espandersi dei mercati librari e sulle attenzioni delle grandi major. I dati confermano che
nell'ultimo anno in Italia sono stati tradotti 22 volumi grazie al supporto del programma TPS (Translation and
Publication Support Programme dell'Istituto Culturale Romeno).Tra questi Essere o non essere Ion di Herta
Müller, traduzione di Bruno Mazzoni (Transeuropa), Il mondo sillaba per sillaba di Ana Blandiana, traduzione
di Mauro Barindi (Saecula Edizioni), L'immagine irraffigurabile della scienza di Dimitrie Cantemir, traduzione
di Igor Agostini (Le Monnier Università-Mondadori Education), Una mattinata persa di Gabriela Adamesteanu,
traduzione di Cristiana Francone e Roberto Merlo (Atmosphere Libri), Coma di Ruxandra Cesereanu,
traduzione di Giovanni Magliocco (Aracne), Un altro giro, sciamano di Lucian Dan Teodorovici, traduzione di
Ileana M. Pop (Aìsara), L'omino rosso di Doina Rusti, traduzione di Roberto Merlo (Nikita Editore). Alle
manifestazioni prenderanno parte, altresì, personalità di rilievo quali Andrea Bajani, Elisabetta Rasy,
Giovanna Zucconi, Emanuele Trevi, Marco Dotti, Fabio Geda, Stefano Petrocchi, Paolo Di Paolo, Nuccio
Ordine, romenisti, professori universitari, traduttori emergenti o professionisti. Grazie alla collaborazione con
la casa editrice romena Pavesiana, saranno presentate le traduzioni in lingua italiana dei più noti volumi
firmati da Neagu Djuvara: Tra Oriente ed Occidente. Gli Stati Romeni agli inizi dell'epoca moderna e Una
breve storia dei romeni raccontata ai giovani .Al Cinema Massimo va in scena invece il festival "RomaniaItalia: il film romeno contemporaneo a Torino" con Aurora di Cristi Puiu, California Dreamin' di Cristian
Nemescu, La ricostituzione di Lucian Pintilie, Tuesday, After Christmas di Radu Muntean, I f I Want to
Whistle, I Whistle di Florin Serban, Morgen di Marian Crisan, A Est di Bucarest di Corneliu Porumboiu, First of
All, Felicia di Razvan Radulescu e Melissa de Raaf, Hooked di Adrian Sitaru. Sabato dalle ore 20 in Piazza
Castello e domenica dalle ore 20 all'ingresso principale del Salone del Libro il Teatro Masca va in scena con
lo spettacolo Le Statue per la regia di Mihai Malaimare. La sera di sabato sulla facciata medievale del
Palazzo Madama di Torino è in programma una proiezione multimedia realizzata da Kotki Visuals, dedicata
alla partecipazione della Romania al Salone Internazionale del Libro di Torino. Più facile invece per i visitatori
del Salone sarà riconoscersi nella letteratura spagnola, oramai di casa in Italia. La Spagna è presente con il
proprio stand nel Padiglione 2. La "nazionale" spagnola comprende scrittori molto popolari come il filosofo
Fernando Savater, il Premio Salone Internazionale del Libro 2011 Javier Cercas, Arturo Pérez-Reverte,
Enrique Vila-Matas, Almudena Grandes, Ildefonso Falcones, Clara Sánchez, José Ovejero, Antonio Soler,
Julio Llamazares, Rosa Montero, Félix J. Palma, il basco Bernardo Atxaga, i catalani Alicia Giménez-Bartlett,
Ricardo Menendez Salmón, Ignacio Martinez de Pisón. Molti di questi autori sono impegnati in un serrato
confronto con gli anni della guerra civile, rivisitata al di fuori degli schemi ideologici. Tra le tendenze più
apprezzate dalla nuova narrativa spagnola sono il romanzo storico, che ha trovato i suoi best-seller nei libri di
Falcones e ora Jorge Molist e Susana Fortes, anch'essi al Lingotto Fiere e il giallo che deve il suo successo
iniziale all'indimenticabile Manuel Vázquez Montalbán e al suo detective Carvalho. Inoltre due sessioni,
curate dall'Istituto Cervantes di Milano, saranno dedicate agli scrittori emergenti: Jordi Carrión, Pablo d'Ors,
Agustin Fernandez Mallo, Alfonso Mateo Sagasta, J.A. González Sainz e Olga Merino, presentati da Victor
Andresco. Non mancherà un omaggio a una grande ispanista come Angela Bianchini, una lettura delle storie
parallele di Spagna e Italia, con lo storico Giovanni De Luna e Julio Llamazares; una tavola rotonda sul ruolo
delle donne nella Spagna democratica, con Mercedes Cabrera, già ministro della Pubblica Istruzione con il
governo Zapatero, Emma Bonino, Gianna Pentenero e Marcella Aglietti; un dibattito su memoria storica e
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La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
riconciliazione nazionale con Ismael Saz, Gabriele Ranzato, Aldo Ruffinatto, Javier Rodrigo e Alfonso Botti.
Gli incontri con gli autori si alterneranno a reading dal Don Chisciotte e delle più belle pagine della poesia
spagnola del '900, scelte da Davide Rondoni e alternate a un concerto di chitarra di José Luis Montón.
L'occasione è quella di fare il punto su una letteratura d'avanguardia che, a partire dalla fine del franchismo
nel 1975 ad oggi, ha bruciato tutte le tappe dell'integrazione e dell'innovazione. Saprà ora resistere
all'avanzata di nuove frontiere letterarie? Troverà motivazioni diverse al termine di un percorso di
effervescenza politica e sociale? La movida sembra spegnersi nella crisi persistente di una Europa
schiacciata dalle proprie contraddizioni. E neppure la Spagna pare in grado di offrirci più quelle novità che la
hanno portata ad essere la nazione più creativa degli ultimi decenni.
Foto: Si aprirà domani, giovedì 10 maggio, la 25esima edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino,
che quest'anno ospiterà Spagna e Romania. In basso a destra, il direttore della rassegna Ernesto Ferrero.
Qui a sinistra, il narratore e saggista rumeno Norman Manea. Nella pagina a fianco, il pluripremiato scrittore
spagnolo Javier Marías e un disegno di Michelangelo Pace