TRANCE-TROMER Un viaggio nella poesia di Tomas Transtromer

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TRANCE-TROMER Un viaggio nella poesia di Tomas Transtromer
TRANCE-TROMER
Un viaggio nella poesia di Tomas Transtromer
Francesco Dillon, violoncello - Emanuele Torquati, pianoforte
Il Duo formato da Francesco Dillon e Emanuele Torquati cerca da tempo degli incroci
possibili fra musiche solo apparentemente lontane e dei denominatori comuni che
permettano di costruire dei percorsi desueti fra suoni, voci, elaborazione elettronica e
esecuzione acustica. Questo progetto prende ispirazione dai versi visionari del grande
poeta svedese Tomas Transtromer, vincitore del premio Nobel per la letteratura nel 2011.
Buon pianista e grande conoscitore della musica, Transtromer ha dedicato molte delle sue
poesie a compositori (Liszt, Grieg, Schubert per citarne solo alcuni) oppure a generi
musicali specifici (Preludi, Notturni, Postludi), che nel programma si alterneranno senza
soluzione di continuità a brani commissionati per l'occasione a compositori di diversa
origine (Silvia Borzelli e Laurence Durupt) e ispirati anch'essi all'opera del poeta svedese e
a registrazioni e rielaborazioni elettroniche della sua stessa voce.
Alexander Skrjabin - Preludio op. 9 per mano sinistra
Mario Pagliarani legge "Preludio"
Laurent Durupt - A mother of stone per violoncello e pianoforte (2014 - PRIMA ASSOLUTA)
Geir Johnson legge "An artist in the north"
Edvar Grieg - Allegretto per violoncello e pianoforte
Silvia Borzelli legge "Elegy"
Thomas Adès - Darknesse visible per pianoforte solo (1992)
Tomas Transtromer legge "C Major"
Benjamin Britten - "Dialogo", dalla Sonata in do maggiore op. 65 (1961)
Salvatore Sciarrino legge "Notturno"
Salvatore Sciarrino Ai limiti della notte per violoncello solo
Silvia Borzelli - Further in (2014 - PRIMA ASSOLUTA)
Francesco Filidei (e F. D.) legge La lugubre gondola
Franz Liszt - La lugubre gondola
Yannis Kyriakides legge "Postludium"
Valentin Silvestrov - Postludium
Paolo Aralla legge Haiku
Robert Schumann - "Der Dichter spricht" dalle Kinderszenen op. 15
Preludio
I.
Mi spaventa qualcosa che si trascina a stento nel nevischio.
Frammento di quello che verrà.
Un muro in frantumi. Qualcosa senz’occhi. Duro.
Un volto di denti!
Un muro salitario. O c’è una casa.
anche se von la vedo?
Il futuro: un esercito di case vuote.
che avanzano nel nevischio.
A mother of stone
“The boy drinks milk and
Sleeps securelcy in his cell,
A mother of stone.”
Questa poesia di Tranströmer, come avviene spesso, è di grande forza simbolica: le ultime
gocce di latte che scorrono sono come granelli di una clessidra, come il passare del tempo.
Così il prigioniero beve il suo latte così come sconta la pena ... Il carcere, paragonato ad
una madre, si mostra con un volto protettivo e tranquillo, come se il latte materno fosse
una benedizione per il prigioniero-bambino, attraverso il quale egli si può nutrire e crescere
durante gli anni della prigionia ... Il mio pezzo è parte di un gruppo di lavori (assieme al
“Panakoustikon” e “Autour de la tour perdue”) atteninenti alla tematica del Carcere. Qui, i
suoni strumentali cercano di evocare modestamente l'atmosfera di tranquillità scura che
emana dalla poesia, dove le gocce di latte sembrano cadere del pianoforte come una ninna
nanna indifferente, e assumono, quando mescolati con quelli del violoncello, un volto più
umano, come suoni discreti di pianto o di tremori notturni… Grazie a Lisa Streich,
compositrice svedese per la registrazione del poema, e a Francesco Dillon ed Emanuele
Torquati per l’invito a comporre per questo progetto.
(Laurent Durupt)
An artist in the north
I, Edvard Grieg, moved free among men.
I joked a lot, read the papers, often on tour.
I conducted the orchestra.
The auditorium and its lights shuddered with each triumph
like a train ferry pushing in to dock.
I have holed myself up here to butt heads with silence.
My work hut is small.
The grand piano fits as rubbing-tight in here as a swallow
under a roof shingle.
The steep a lovely mountain slopes are silent most of the time.
There is no path
but there is a wicker that sometimes opens,
and a peculiar light leaks in directly from the trolls.
Simplify!
And hammer blows in the mountain came
came
came
came on spring night into our room
disguised as heartbeats.
The year before I die I shall send out four hmyns
to track down God.
But it begins here.
A song about that which is near.
That which is near.
Battlegrounds within us
where we Bones of the Dead
fight to come alive.
Elegy
I open the first door.
It is a large sunlit room.
A heavy car passes outside
and makes the chine quiver.
I open door number two.
Friends! You drank some darkness
and became visible.
Door number three. A narrow hotel room.
View on an alley.
One lamppost shines on the asphalt.
Experience, its beautiful slag.
C Major
When he came down to the street after the rendezvous
the air was swirling with snow.
Winter had come
while they lay together.
The night shone white.
He walked quickly with joy.
The whole town was downhill.
The smiles passing by—
everyone was smiling behind turned-up collars.
It was free!
And all the question marks began singing of God’s being.
So he thought.
A music broke out
and walked in the swirling snow
with long steps.
Everything on the way towards the note C.
A trembling compass directed at C.
One hour higher that the torments.
It was easy!
Behind turned-up collars everyone was smiling.
Notturno
Attraverso un villaggio di note, gli edifici avanzano
alla luce dei fari – sono svegli, vogliono bere.
Case, fienili, insegne, vetture vuote – è ora che
Si vestono di Vita. Gli uomini dormono:
alcuni dormono in pace altri hanno tratti tesi
come se si allenassero per ‘eternità.
Non osano lasciar andare tutto, nonostante il sonno pesante.
Riposano come sbarre abbassate mentre il mistero scorre.
Fuori dal paese la via s’inoltra tra gli alberi del bosco.
E gli alberi, gli alberi tacciono d’accordo tra loro.
Hanno il colore teatrale del bagliore del fuoco.
Come sono chiare le loro foglie! Mi seguono fino a casa.
Sdraiato, mi sforzo di dormire, vedo immagini sconosciute
e segni che si annotano da soli dietro le palpebre
sulla parete del buio. Nella fessura tra veglia e sogno
una grande lettera cerca di infilarsi invano.
Further In
per cello e piano
un arco, linee puntellate. spazio dentro e fuori.
[una passeggiata con T.T.]
seguendo orme, verso una pietra.
sempre più avanti. quasi fino a toccarla.
(Silvia Borzelli)
Further In
On the main road into the city
when the sun is low.
The traffic thickens, crawls.
It is a sluggish dragon glittering.
I am one of the dragon's scales.
Suddenly the red sun is
right in the middle of the windshield
streaming in.
I am transparent
and writing becomes visible
inside me
words in invisible ink
that appear
when the paper is held to the fire!
I know I must get far away
straight through the city and then
further until it is time to go out
and walk far into the forest.
Walk in the footprints of the badger.
It gets dark, difficult to see.
In there on the moss lie stones.
One of the stones is precious.
It can change everything
it can make the darkness shine.
It is a switch for the whole country.
Everything depends on it.
Look at it, touch it....
Da La Lugubre gondola No. 2
II
Una finestra del palazzo so spalanca e si fan smorfie
alla corrente improvvisa.
Fuori sull’acqua comprare la gondola dell’immondizia
spinta da due banditi con un solo remo.
Liszt ha buttato giù alcuni accordi, così pesanti che
Dovrebbero esser mandati
all’istituto mineralogico di Padova per l’analisi.
Meteoriti!
Troppo pesanti per trovar quiete, possono solo
Sprofondare sempre di più dentro al futuro giù
fino agli anni delle camicie brune.
La gondola è gravata del pesa delle pietre del futuro
rannicchiate.
VII
Il pianoforte che ha taciuto per tutto il Parsifal (ma ha ascoltato) può finalmente qualcosa.
Sospiri… sospiri…
Mentre Liszt suona stasera tiene il pedale del mare
premuto a fondo
così che la forza verde del mare salga dal pavimento e
si mescoli con tutte le pietre del palazzo.
Buonasera magnifico abisso!
La gondola è gravata del peso della vita, è semplice e
nera.
Postludium
I drag over the floor of the world like a grappling hook.
Everything I have no need of catches on it.
Tired indignation, glowing resignation.
The executioners gather stones, God writes in the sand.
Quiet rooms.
In the moonlight the furniture looks ready to bolt.
I walk slowly into myself
through a forest of empty armor.
Haiku
I cavi della corrente
tesi nel regno del freddo
a nord di ogni musica.
*
Il sole bianco
si allena correndo da solo incontro
alle montagne blu della morte.
*
Dobbiamo vivere
con l’erba garbata
e le risate di osteria.
*
Il sole ora è basso.
Le nostre ombre sono giganti.
Presto tutto sarà ombra.